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venerdì 11 aprile 2008

Secco e Spinelli "rinviati" da Palazzi per telefonate a Moggi (Repubblica.it)

da http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/sport/calcio/calciopoli/calciopoli/calciopoli.html

Rapporti con squalificati
tredici dirigenti deferiti


ROMA - Tredici dirigenti calcistici (fra i quali il presidente del Livorno Aldo Spinelli e il dg della Juventus Alessio Secco) sono stati deferiti dalla Federcalcio per aver intrattenuto rapporti con dirigenti squalificati, come Luciano Moggi ed Enrico Preziosi


CALCIO: RAPPORTI MOGGI; DEFERITI SPINELLI E FOSCHI (Ansa)
ROMA - Diversi dirigenti calcistici, tra i quali spiccano i nomi del presidente del Livorno Aldo Spinelli e del ds del Palermo Rino Foschi sono stati deferiti dal procuratore federale alla commissione disciplinare della Figc per avere intrattenuto rapporti con Luciano Moggi, soggetto inibito dalla giustizia sportiva. La decisione è stata adottata «esaminati gli ulteriori atti di indagine posti in essere dalla procura della repubblica di Napoli».
ANSA 11-APRILE-2008

10 commenti:

Anonimo ha detto...

marco, mi pare un po' fuffa la cosa. cioè anziché mettere in luce il ruolo di moggi nel calciomercato (tuttora attivo) si vanno a fare manfrine per una trattativa tutto sommato "regolare" (chiaro che preziosi è deferito ma è sempre il padrone del genoa, quindi il suo coinvolgimento nel mercato è scontato).
La parte su foschi e compagnia che è la più interessante per ora è avvolta nel buio: mi pare più fumo negli occhi che reale ciccia giudiziaria.

nero

marco liguori ha detto...

Il problema non è che sia fuffa oppure no, ma c'è un espresso divieto che è stato contestato a Secco, Spinelli e altri, che hanno contattato Moggi (colpito da provvedimento disciplinare) per il calciomercato. Riporto l'articolo 10 del Codice di Giustizia sportiva che lo stabilisce.
Art. 10
Doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti e cessioni
1. Ai dirigenti federali, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 è fatto divieto di svolgere attività comunque attinenti al trasferimento, alla cessione di contratto o al tesseramento di calciatori e tecnici, salvo che avvengano nell’interesse della propria società. È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti
con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto.

Chi lo desiderasse può leggere su http://www.figc.it/it/204/18530/2008/04/News.shtml il comunicato del deferimento

Anonimo ha detto...
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marco liguori ha detto...
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Anonimo ha detto...
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marco liguori ha detto...
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Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
mario ha detto...

Vedo che sono stati cancellati i commenti anonimi senza nessuna motivazione.

Non mi sembrava fossero polemici o contrari alla netiquette.

Mi adeguo ed entro nella discussione da utente registrato.

Mi chiedo soltanto se possiamo porci il dubbio che, per una volta, Moggi non sia colpevole a prescindere di qualsiasi reato o slealtà...

Se la stessa Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni nel luglio 2006 ha rigettato il ricorso di Moggi motivando che lo stesso non era piu' tesserato ( http://www.tgcom.mediaset.it/sport/
articoli/articolo352136.shtml ) , e quindi non aveva più nessun titolo per adire agli organi di giustizia sportiva, perché non possiamo sostenere che lo stesso Moggi, dal momento della nullità del suo tesseramento, non sia più soggetto giudicabile dalla giustizia sportiva?

"È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti
con tesserati inibiti o squalificati."

Di fatto, Moggi non era più un soggetto tesserato.

Cordiali Saluti

marco liguori ha detto...

Le chiedo scusa per la cancellazione, ma ho eliminato accidentalmente anche altri messaggi.
Venendo alle sue giuste osservazioni, le premetto che non sono un avvocato di diritto sportivo e la mia opinione vale quanto quella dell'uomo della strada. Credo che il problema sia di natura procedurale e non di colpevolezza o di innocenza di Moggi: per quello c'è stato nel 2006 il processo Figc e adesso ci sono i tribunali ordinari per accertarne le eventuali responsabilità penali. Secondo la mia modesta opinione, la Camera di conciliazione ed arbitrato del Coni ha sbagliato: avrebbe dovuto giudicarlo. L'ex direttore generale e amministratore con poteri esecutivi della Juve ha commesso gli illeciti da tesserato: quindi è giusto che è stato giudicato e condannato dalle Corti federali. Se non fosse tenuto presente quest'ultimo aspetto, verrebbe meno, sempre a mio modesto parere, l'intervento della giustizia sportiva. Anzi, le aggiungo una domanda: se Moggi si è "dimesso" da tesserato Figc, come mai ha ricorso alla Camera di Conciliazione del Coni? Egli stesso avrebbe subito dovuto agire in altre sedi, ossia alla giustizia ordinaria, per eccepire il difetto di giurisdizione non solo dell'organismo del Coni, ma di tutto il meccanismo di giustizia sportiva. Invece Moggi ha accettato dopo i primi due gradi di passare al vaglio della Camera e ne ha riconosciuto la piena legittimità: in questo modo a mio avviso ha sanato anche l'errore compiuto dai suoi componenti.
Il fatto che non sia più tesserato ha però rilievo per la sua osservazione: chi parla ora con lui non commette un illecito sportivo, poiché non è più tesserato, ma eventualmente possono esistere rilievi per la giustizia ordinaria, ma è un'altra questione. Probabilmente la Procura Federale ha però interpretato l'art.10 in senso molto rigoroso: Moggi è stato condannato per fatti che ha commesso da tesserato e si conseguenza anche se non lo è più, chi parla con lui rischia la squalifica. Gli organi della Giustizia sportiva sono gli unici a decidere se questa interpretazione, anche questa di natura procedurale e non nel merito dell'innocenza o colpevolezza, sia corretta o errata.
Lasciando perdere questi bizantinismi (le ho spiegato nelle righe precedenti perché ho adoperato questo termine nelle altre risposte) la sanzione sportiva ha un'altra funzione: serve da deterrente, poiché nel momento in cui Moggi volesse ritornare nel mondo del calcio, scatterebbe la squalifica che adesso non decorre poiché non tesserato. Se non fosse così, sarebbe un controsenso. Egli ha avuto cinque anni di inibizione con proposta di radiazione: quindi, dopo aver scontato la pena temporale, potrebbe anche probabilmente accadere che non sia radiato dalla Figc.
Le ricordo infine che il Tar ha confermato la squalifica sportiva e ha ribadito che ha commesso illecito sportivo. «Per illecito sportivo – spiegano i giudici amministrativi – si è inteso qualificare e severamente sanzionare non solo l'avvenuta alterazione, con mezzi fraudolenti, del risultato di una partita, ma a monte e INNANZITUTTO, LA CREAZIONE DI UNA STRUTTURA SAPIENTEMENTE ARTICOLATA E FONDATA SU INTERESSATI RAPPORTI CON I CENTRI DECISIONALI DELLA FEDERAZIONE E DELLA CLASSE ARBITRALE». La sentenza dei giudici amministrativi è molto chiara e illuminante: sbaglia quindi chi pensa alle teorie complottistiche contro di lui. Moggi potrà comunque ricorrere al Consiglio di Stato e giocare le sue carte, come qualsiasi cittadino.

mario ha detto...

Parlo anch'io da uomo della strada, non essendo un esperto di giustizia sportiva, ma cerco di mantenere il ragionamento sul filo della logica.

Tralascio i commenti sulla vicenda generale di calciopoli, dove si potrebbe discutere su diverse Sue affermazioni, come ad esempio i teoremi "illecito sportivo ex art. 6 = alterazione di classifica senza alterare singole partite" oppure sul fatto che Moggi in realta' non avesse nessuna delega di rappresentanza dal CdA della Juventus, ma solo alcune deleghe operative ristrette all'ambito di mercato. Ma questa non e' la sezione adatta e credo andremmo solo fuori tema.

Vorrei quindi solo sottolineare l'assunto secondo il quale la Procura Federale potrebbe considera re un soggetto ex tesserato e poi radiato, inibito a vita dal conversare con soggetti tesserati, per evitare a questi ultimi un'eventuale deferimento per slealta' sportiva?

Francamente mi sembra una possibilita' al di fuori di ogni logica e base legale, alla quale ricordiamoci un codice privatistico non puo' comunque esulare.

Oltretutto, vorrei ricordarLe il caso del designatore Bergamo, che, nonostante abbia commesso le fattispecie di illecito insieme agli altri indagati quando ancora era ovviamente tesserato, una volta dimessosi e' stato riconosciuto non giudicabile nemmeno in primo grado dalla giustizia sportiva.

Come si spiega questa diametralita' di interpretazione? O l'una o l'altra. Se le dimissioni da tesserato generano un difetto di giurisdizione, lo devono generare in ogni caso.

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il pallone in confusione

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