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lunedì 23 giugno 2008

Donadoni e il calcio della paura

Con Toni "centroboa" solitario marcato stretto dai difensori della Spagna e Cassano relegato a compiti di centrocampista non si poteva certo andare in finale. E adesso ritornerà Lippi, come Cincinnato a salvare la patria in vista delle qualificazioni per i Mondiali 2010

«Signore e signori, buonanotte». Come faceva la Rai quando terminava i programmi nei lontani anni ‘50-60-70 (con tanto di antenna che risaliva su nel cielo) la Nazionale ha salutato questa notte Euro 2008. L’uscita di scena è avvenuta ai rigori nel quarto di finale contro la Spagna. Il problema non è costituito dalla sconfitta alla lotteria delle massime punizioni, ma nella condotta di gara. Come avevamo già scritto dall’inizio del torneo continentale, il problema dell’Italia di monsieur le Donadon è quello di aver impostato il gioco finalizzato verso una sola punta di ruolo, per giunta non in forma brillante, ossia Toni. Anche nella gara contro le "furie rosse" il povero attaccante del Bayern si è ritrovato per la quarta volta di fila a giocare nel ruolo di "centroboa" solitario contro difensori arcigni e molto attenti a non lasciagli mai un solo metro di spazio per poter operare. Stasera si è compiuto il "capolavoro" del ct bergamasco: Cassano, che avrebbe dovuto giocare in avanti a liberare spazi per Toni e a passargli palloni preziosi, è stato limitato a effettuare compiti di copertura anche a centrocampo. In più, Aquilani, De Rossi e Ambrosini sono stati sacrificati in ruoli di copertura per bloccare le discese dei centrocampisti iberici: ma mai si sono visti in fase di costruzione della manovra. Anche Perrotta, posto dietro il talento (stasera sprecato) di Bari vecchia e Toni, invece di fare il "suggeritore" per gli attaccanti si limitava a compiti di tamponamento degli avversari. Intendiamoci, qualsiasi attaccante che si fosse trovato in questo tipo di gioco avrebbe fatto la fine di Toni.
Con queste premesse, non si poteva non arrivare al pareggio, contornati dai tempi supplementari e dai calci di rigori. Poche le occasioni da gol (come quella del colpo di testa di Di Natale, subentrato a Cassano, e quella del tiro di Camoranesi respinta con il piede dal portiere spagnolo Casillas): anche la Spagna si è adeguata e ha giocato tutta contratta a centrocampo. Si è dunque giocato il calcio della paura, come fu nel quarto di finale dei Mondiali ’98 tra Italia e Francia: come allora, logicamente si è terminato con la serie dal dischetto. La vittoria di martedì scorso contro i transalpini è stato un fuoco fatuo, anche se si è sperato che avesse dato la scossa agli azzurri: i francesi erano completamente bolliti, giunti alla fine del loro ciclo di vittorie. Non a caso la Nazionale ha segnato i suoi unici tre gol su calci piazzati. Quello di Panucci con la Romania su azione di calcio d’angolo; quelli contro la Francia su rigore calciato da Pirlo (procurato da Toni) e su calcio di punizione di De Rossi deviato da Henry. Davvero poco per poter sperare di proseguire verso la finale.
E adesso si parla dell’addio di Donadoni: voci di corridoio riportano del ritorno di Lippi, quasi come Cincinnato a salvare la patria, in vista delle qualificazioni per il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Il ct bergamasco paga anche la colpa (niente affatto sua) del suo incarico a termine deciso dalla Figc: forse non visto favorevolmente dal presidente Giancarlo Abete per essere stato nominato dal commissario Guido Rossi. Ad ogni modo, anche questo clima ha inciso negativamente sulla spedizione in Svizzera e Austria: quando si potrà trovare un po’ di pace nel club azzurro?
Marco Liguori

1 commento:

mario ha detto...

Analisi impietosa quanto esatta.
Inspiegabile la cocciutaggine di Donadoni nel mantenere un Toni talmente scarico e lento come unica punta.

Inspiegabile come mai non abbia visto la necessita' di un cambio di tattica, dopo un secondo tempo passato a fare lanci lunghi costantemente con palla persa.

Inspiegabile la sostituzione di Cassano , cosi' come il non ingresso di Borriello.

Inspiegabile la decisione di mandare De Rossi, che lamentava problemi fisici e non era quindi totalmente lucido, sul dischetto.

O forse e' tutto spiegabile: inesperienza a certi livelli.
Donadoni e' una gran persona e un buon tecnico, ma ancora non possiede le qualita' che servono per essere un buon CT

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