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sabato 14 giugno 2008

Le tasse non finiscono mai, il rapporto tra la Lazio e il fisco

Epolis Roma 14 giugno 2008 pagina 42

L’analisi. Facciamo i conti in tasca alla società biancoceleste, tra entrate, uscite e pendenze varie

LE TASSE NON FINISCONO MAI
IL RAPPORTO TRA LA LAZIO E FISCO


Presentata una nuova cartella esattoriale"per un valore complessivo di euro 1,07 milioni"per Irap sulle plusvalenze

Marco Liguori
Il fisco bussa nuovamente alla porta della Lazio. Secondo il "Resoconto di gestione separato e consolidato al 31 marzo 2008" lo scorso 12 maggio è stata notificata una cartella esattoriale "per un valore complessivo di Euro 1,07 milioni". Il documento spiega che riguarda "gli importi accertati dovuti per Irap sulle plusvalenze relativi agli anni 2002 e 2003". La società biancoceleste, quotata in Borsa, precisa però che le cifre sono "già comprese nelle somme stanziate nell’apposita voce di bilancio" riguardanti l’Irap sulle plusvalenze da cessioni giocatori. La vicenda ha inizio qualche anno fa, quando la squadra di Claudio Lotito ha aderito all’impostazione fornita dalla Lega Calcio. In base ad essa la Lazio ha ritenuto di non dover assoggettare all’Irap le plusvalenze generate dalla vendita dei calciatori, nonostante l’orientamento contrario espresso dall’Agenzia delle Entrate nel dicembre 2001. L’adesione alla sanatoria 2002 ha eliminato tutti i contenziosi fino al 2001: ma non per i successivi esercizi. Dopo due verifiche svolte nel marzo e nel luglio di un anno fa, l’Agenzia delle Entrate del Lazio ha notificato in merito tre avvisi di accertamento. Secondo il resoconto di gestione, i primi due hanno generato "due rilievi, consistenti nel recupero di base imponibile Irap per Euro 49,07 milioni, pari ad imposte per circa Euro 1,84 milioni". Invece, l’altro ha fatto emergere "un rilievo, consistente nel recupero di base imponibile Irap per Euro 46,82 milioni, pari ad imposte per circa Euro 1,91 milioni". La Lazio ha "accantonato nel Fondo rischi e oneri l’ammontare complessivo delle potenziali imposte relative alle stagioni 01/02, 02/03, 03/04 e 04/05 (nella stagione 05/06 non vi sono state plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori; nella stagione 06/07, pur considerando le plusvalenze maturate, non vi è stato imponibile Irap) e l’importo per sanzioni ed interessi". Inoltre ha presentato ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Roma, tuttora pendente. Nel rendiconto si evidenzia che nell’appello per la vertenza con l’ex direttore generale Giuseppe De Mita è stata parzialmente accolta la domanda della società, con la riduzione delle somme liquidate (2,4 milioni) in primo grado del 40% e fissando a settembre la decisione nel merito.
Stando alle comunicazioni mensili imposte da Consob, al 30 aprile scorso la situazione debitoria della Lazio presenta un ammontare di 125,22 milioni e uno scaduto pari a 8,52 milioni: la posizione finanziaria netta (ossia la liquidità) era di 300mila euro. In marzo, il totale delle somme dovute era di 128 milioni, mentre lo scaduto era di 8,94 milioni, a fronte di liquidità per 6,9 milioni. Nel rendiconto di fine aprile spiccano i 91,85 milioni ancora dovuti per la transazione con l’Agenzia delle entrate: finora risultano pagate tutte le rate dovute. Il fisco deve avere anche 2,38 milioni di ritenute Irpef. E ci sono 8,28 milioni ancora dovuti al personale.
http://marcoliguori.blogspot.com/
(riproduzione autorizzata solo dietro citazione della fonte)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi scusi se esco fuori dal tema, ma parlando di tasse e fisco mi è venuta in mente la storia delle plusvalenze Inter-Milan. Io mi chiedo, anzi, "le" chiedo semplicemente questo: ma in Italia, in generale, è un reato comprare o vendere qualcosa a dei prezzi fuori mercato? Si accusano Inter e Milan di aver fatto queste operazioni per alleggerire il prorpio peso fiscale,...va bene, e allora? Dove starebbe la scorrettezza? E chi lo dice, invece, che le tasse e le iscrizioni varie e eventuali non siano state pagate con altre operazioni di mercato, cioè che non vengano da altre entrate? Perchè devono venire proprio solo ed esclusivamente dalle entrate di quella compravendita di giovani? E, in ultimo: ma esiste il prezzo di mercato di un giocatore? Secondo me no. Pato, ad esempio, è stato comprato ad un prezzo di mercato, forse? Un ragazzo di 17 anni pagato 22 milioni...

aristotelesee

james ha detto...

ma questo testo afferma posizioni negative o affermative per la lazio?

marco liguori ha detto...

Caro Aristotelesee, lei ha toccato una serie di problematiche molto interessanti. Riguardo alle plusvalenze tra Milan e Inter, nel 2003 osservai con il mio collega Salvatore Napolitano il seguente meccanismo. Le società si scambiarono reciprocamente otto calciatori sconosciuti al medesimo prezzo per complessivi 13 milioni: come può capire, ciò non comporta movimento di denaro poiché implica contemporaneamente una entrata e una uscita. Ciò serve, con l'entrata, a "imbellettare" il bilancio, mentre le uscite le si ripartiscono su cinque anni. Ma l'anno successivo, per coprire queste uscite, si compie un altro scambio di sconosciuti. Questo meccanismo non è stato però riconosciuto illecito dal Tribunale penale di Milano. Il problema è che non esiste un'autorità (o più autorità) indipendente che certifichi un valore iniziale da cui può partire la valutazione di un calciatore: di conseguenza ognuno fa quello che vuole. Ritengo che ciò non possa andare all'infinito: prima o poi il sistema esploderà.

mario ha detto...

caro Aristotelese, dato che le squadre di calcio sono societa' che devono presentare un bilancio, esiste una normativa del codice civile che impone di apporre a bilancio dei valori ancorati alla realta.

Stessa normativa che esiste nel regolamento interno della Figc.

ed infatti in questi ultimi giorni diverse squadre sono state deferite e altre punite.

inter milan e sampdoria hanno patteggiato (quindi ammesso gli illeciti) una pena pecuniaria per i movimenti alterati dei loro passati bilanci.

rimane da capire come mai, a parita' di illecito contabile, ad alcune squadre (le 3 citate prima) venga appioppata solo una multa, mentre ad altre una possibile penalizzazione con rischio di retrocessione (Reggina).

quanto poi, caro Marco, alla possibilita' che il sistema possa esplodere, credo che dopo aver visto obbrobri di finanza creativa come spalmadebiti, vendite del marchio, e catene di fiduciarie, sono convinto che "il sistema" trovera' sempre una scorciatoia per continuare a fare i propri interessi. o almeno fino a quando a guidarlo ci sara' gente come Abete, Petrucci e Matarrese

Anonimo ha detto...

Ok, ringrazio Mario per la spiegazione. Effettivamente adesso ho le idee più chiare. L'unica cosa che contesto è il fatto che il patteggiamento non è sinonimo di ammissione. Forse lo è per la giustizia ordinaria e/o sportiva, ma oggi è strarisaputo come il patteggiamento sia di fatto uno strumento abusato fin troppe volte anche dagli innocenti per evitare l'esito incerto delle cause giudiziare. Resta poi incomprensibile il tentativo di attribuire un valore di mercato ai giocatori di calcio. Vogliamo parlare di Ronaldo, il brasiliano, che nel giro di pochi mesi, quando era ancora al R.Madrid, senza che fosse soggetto a particolari infortuni che ne ledessero le prestazioni, è passato da una valutazione che partiva dai 20 milioni ed è finita a 4?

Aristotelesee

Aristotelesee

mario ha detto...

Ma infetti non viene contestata la valutazione in se' di un calciatore, se poi c'e' un effettivo passaggio di denaro.

Nessuno si sogno' di indagare sulla cessione di Zidane a 150 miliardi, quando fu pagato circa 8.

Come gia' detto, se 4 giovani calciatori sconosciuti vengono valutati 15 milioni per essere scambiati alla pari con altri 4 di un'altra squadra, non c'e' passaggio di denaro, ma come per magia il bilancio ha un attivo immediato fittizio.

ed e' questo che viene contestato.

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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