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giovedì 25 settembre 2008

Lega Calcio: l'accordo per la mutualità con la serie B è una chimera

La serie A offre ai cadetti soltanto 72 milioni, inclusi i diritti soggettivi della Coppa Italia: non bastano, la pretesa è di 93 milioni. Galliani: «se scioperano, non è un problema della massima serie». Tutto si discuterà, per l'ennesima volta, l'8 ottobre in assemblea generale

Niente da fare. In Lega Calcio è trascorsa l'ennesima giornata senza risolvere nulla. Anzi, l'annosa questione della mutualità per la serie B, da cui dipende la sua sopravvivenza, è rimasta (come accade ormai da molti mesi) su un triste binario morto. L'assemblea generale straordinaria tenutasi nel pomeriggio le società di Serie A e della cadetteria non hanno trovato per l'ennesima volta l'accordo sulla divisione delle risorse: l'assise è stata rinviata a data da destinarsi. Si sono quindi tenute due separate assemblee informali di categoria. Come dire: ognuno per sé e Dio per tutti. Ma in serata è arrivato il colpo di scena: l'8 ottobre è stata convocata un'altra assemblea generale, dove ancora una volta si cercherà di trovare un accordo.
La serie B ha persistito nel suo "gran rifiuto" non accettando le offerte avanzate dai dirigenti della massima categoria. In particolare, la cadetteria pretende 93 milioni di euro, pari a circa 3 milioni in meno rispetto allo scorso anno, mentre la serie A, che può contare su 103 milioni, non è disposta ad andare oltre il 65% di questa cifra. A questo ammontare sono stati aggiunti i diritti soggettivi per la Coppa Italia. Calcolatrice alla mano: ciò equivale a una mutualità attorno ai 72 milioni di euro. Ma non è sufficiente. In una nota i presidenti della serie B hanno evidenziato «l' acclarata inadeguatezza economica sopravvenuta della delibera del febbraio 2006'' che attualmente stabilisce la somma che la serie A deve versare ai club di B». I dirigenti della seconda serie hanno sottolineato di essersi caricati di «una proposta che contemplava una ragionevole decurtazione del contributo accettando, in tal modo, una forte penalizzazione economica», ma «evidentemente lo sforzo effettuato non ha trovato l'adeguata condivisione, nei principi e nella sostanza, da parte della serie A». «La seduta - conclude il comunicato - si è conclusa con una promessa di intervento diretto del presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese al fine di trovare, entro la prossima assemblea dell'8 ottobre, opportuna soluzione al problema, vitale per la sopravvivenza della categoria». Matarrese ha cercato di fare il pompiere sul fuoco assembleare: «Vogliamo evitare lo scontro, c'è tempo per riflettere e per riunirsi di nuovo».
Sull'atteggiamento dei presidenti della seconda serie è stato molto lapidario il vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani. «Se la B decide di non giocare - ha spiegato il dirigente rossonero- è un problema che non riguarda noi e poi non vedo come possano fermarsi quando c'è una delibera in corso». Galliani ha poi aggiunto: «Stiamo offrendo più di quanto dice la delibera non saprei come la B potrebbe giustificare il fatto di non giocare dato che c'è una delibera che è in corso da tre anni. Mi sembrerebbe bizzarro ma ognuno fa quello che vuole nella vita». Mentre i presidenti medici litigano, l'ammalato calcio si aggrava: forse sta per arrivare in agonia.
Marco Liguori
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