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venerdì 31 ottobre 2008

Reja prova a segare l’”albero di Natale” di Ancelotti

Il tecnico rossonero dovrà scegliere tra il più prudente 4-3-2-1 con il più offensivo 4-3-1-2 con punte Pato e Inzaghi. L’opzione sarà dettata dallo stato di forma della squadra che dovrà affrontare la formazione azzurra che ha la stessa vocazione offensiva di quella milanista: entrambe hanno segnato 14 gol

Quali saranno gli schieramenti possibili per Milan – Napoli di domenica sera? C’è grande curiosità per la partitissima di domenica prossima soprattutto sul come sarà collocata in campo la formazione rossonera. Molti indizi portano a pensare che Carlo Ancelotti sia intenzionato a schierare il suo prediletto “albero di Natale”: ossia lo schema 4-3-2-1 che ricorda molto il simbolo delle feste di fine anno. Uno schema più prudente rispetto al 4-3-1-2 di mercoledì scorso col Siena. Dal canto suo l’allenatore azzurro Eddy Reja proverà a segare “l’albero” del suo collega, disponendo sul tappeto verde di San Siro il suo solito 5-3-2, che si sta rivelando molto fruttoso con la coppia d’attacco argentina Denis e Lavezzi.
I motivi della scelta più cauta del tecnico rossonero potrebbero riguardare lo stato di forma di alcuni dei suoi giocatori e l’essere più cauto contro la formazione partenopea, che ha la stessa vocazione offensiva dei rossoneri con 14 gol realizzati. Sicuramente i difensori in linea della partita giocata contro la squadra toscana saranno cambiati: avendoli visti all’opera alla “Scala del calcio” c’è sicuramente da pensarlo. Il quartetto (da destra) Antonini, Bonera, Favalli e Zambrotta non era per nulla convincente: anzi, l’ex terzino di Juve e Barcellona ha giocato in una posizione a lui non congeniale. Chiamale se vuoi sperimentazioni: ma più volte gli attaccanti senesi Kajer e Frick hanno messo in difficoltà la retroguardia rossonera. Nell’azione del gol, il bianconero Vergassola è entrato come una lama nel burro. Dovrebbero quindi rientrare Maldini al centro e l’ex del Napoli Jankulovski (voluto fortemente da Zeman nel 200/01) sulla fascia sinistra: ritorna sulla destra Zambrotta e mentre dovrebbe esserci Bonera come secondo centrale. Possibili però sorprese: oggi Nesta, Senderos e Kaladze hanno svolto l’allenamento e giocato la partitella a Milanello. E’ possibile che uno di loro, condizioni fisiche permettendo, possa giocare al posto di Bonera. “L’albero ancelottiano” dovrebbe prevedere a centrocampo Gattuso, Ambrosini (oppure Emerson che nella precedente gara ha convinto) e Seedorf. Centrocampisti più avanzati Kakà e Ronaldinho a supporto dell’unica punta: in ballottaggio Inzaghi, in grande forma contro il Siena, e Boriello. Questo schieramento più prudente potrebbe essere dettato dall’esigenza di frenare le sgroppate di Lavezzi. Ma non solo. Il Milan dovrà temere le due altre armi del Napoli presenti sulle fasce, settori poco utilizzati l’anno scorso. La prima a destra è Maggio, molto pericoloso con le sue percussioni e i cross sulla fascia: l’altra è Mannini, altro buon suggeritore di palloni dalla sinistra. Ancelotti dovrà anche tenere a bada Hamsik, le cui accelerazioni improvvise da metà campo nel Napoli – Milan (finito 3-1) dello scorso 11 maggio sono rimaste ancora come un incubo nella memoria dell’allenatore milanista. Probabilmente lo Slovacco potrebbe subire le cure di Gattuso. Rientrerà Blasi, diga del centrocampo azzurra. In porta rientra Iezzo, dopo l’infortunio alla schiena con la Lazio, mentre dovrebbe essere confermato il trio difensivo Santacroce-Cannavaro-Contini.
Il buon Ancelotti potrebbe però ripensarci: in fondo il Napoli lascia abbastanza spesso gli spazi per la manovra agli avversari. E allora potrebbe inserire dal primo minuto a centrocampo Gattuso, Emerson (se non anche Flaminì se riuscisse a recuperare) con Ambrosini a sinistra. Questa linea mediana dovrebbe coprire il reparto avanzato costituito da Kakà a sostegno delle due punte (tanto care al patron Silvio Berlusconi che non ne gradisce una sola) Pato e Inzaghi, che hanno mostrato un’ottima intesa contro il Siena. La scelta tra 4-3-2-1 e il 4-3-1-2 potrebbe essere dettata anche dalla condizione della squadra in vista dell’incontro di giovedì prossimo in Coppa Uefa contro il Braga al Meazza. In questa partita c’è un solo tema ben definito: comunque vada il Napoli «non ha nulla da perdere» come ha sottolineato il direttore generale Pierpaolo Marino. Il Milan è condannato a vincere, secondo l’imperativo del gruppo Fininvest: più veloci, più alti, più forti, i migliori.
Marco Liguori
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Lega Calcio: solo 5 presenti, voto ponderato rinviato

La "diserzione" in massa di molte società, soprattutto di serie B, al Consiglio odierno ha fatto mancare il numero legale. Sono saltate anche le discussioni sulla situazione stadi e sulla certificazione del pagamento degli stipendi da parte dei club nel trimestre da aprile a giugno

Il voto ponderato può aspettare. La riunione del Consiglio di Lega Calcio è saltata per mancanza di numero legale: «Sono infastidito, chiedo più serietà dai nostri colleghi. Oggi eravamo in cinque, quindi si è fatto poco» ha spiegato sconsolato il presidente del Parma Tommaso Ghirardi: erano presenti anche il presidente della Lazio Claudio Lotito e l'amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo. Lo ha ribadito anche l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani: «Mancava il numero legale, vista l'assenza di parecchi consiglieri, quindi non abbiamo preso nessuna decisione». C'era da aspettarselo: sicuramente c'è stata una "diserzione" in massa da parte dei club di serie B (a eccezione del Parma, appunto), visto che la posta in gioco principale riguardava il peso più consistente da dare al voto delle società di serie A. Figuriamoci se, dopo la battaglia sulla mutualità terminata con l'accettazione obtorto collo di una cifra di circa 90 milioni, i presidenti della serie cadetta avrebbero accettato di diminuire il peso politico dell'esercizio della propria volontà.

Proprio stamattina Galliani aveva tuonato: «Tutta le serie A chiede il voto ponderato: è assurdo che una categoria che mantiene un'altra abbia meno peso quando si vota. Credo sia facilmente intuibile». Anche il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli è sulla stessa lunghezza d'onda: «Se è uno strumento per rinforzare il rapporto fra serie A e B, e per rimanere un'unica Lega, il voto ponderato potrebbe essere una buona idea». Ma il "filibustering" (ossia l'ostruzionismo parlamentare: pratica nata negli Stati Uniti) assembleare della serie B ha messo fuori gioco le intenzioni dei club della massima serie. C'è da dire che, considerata anche la volontà di alcune società di scindersi in Lega e Lega B, questo atteggiamento proseguirà ancora: con la conseguenza che il governo del calcio ne soffrirà moltissimo. Non a caso, nella mancata riunione di oggi sono saltati altri due temi: la situazione degli stadi, «con particolare riferimento alla quota percentuale di partecipazione sugli incassi dovuta nei casi di restrizioni alla vendita dei biglietti». Anche questa questione sollevata era stata da Galliani: ieri il dirigente rossonero aveva affermato che i provvedimenti di ordine pubblico per l'incontro di domenica sera allo stadio Meazza, Milan-Napoli, causeranno un mancato incasso di circa un milione di euro. Il Consiglio avrebbe dovuto anche discutere riguardo alla certificazione del pagamento degli stipendi da parte dei club nel trimestre da aprile a giugno. Ma con tutti questi temi importanti in ballo, era proprio necessario mettere altra benzina sul fuoco con il voto ponderato?

Marco Liguori

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giovedì 30 ottobre 2008

Ravezzani: «i miei tanti ricordi su Milan-Napoli»

Il direttore di Telelombardia rivanga per "il pallone in confusione" nel glorioso passato della "partitissima" e sottolinea la sportività dei tifosi napoletani. Non crede però alle due squadre come candidate allo scudetto, a causa della loro imprevedibilità


Milan-Napoli come…. Come? Come tante cose che mi vengono in mente appena accosti i due nomi. L’ultima, per esempio: la figuraccia fatta dal Milan a Napoli alla penultima di campionato. Arrivati baldi e contenti, i Galliani-boys sono rientrati alla base piegati da una montagna di rimpianti e sensi di colpa. La squadra più mediatica e titolata, finita stritolata dall’umile Reja. Uno che fino alla settimana prima aveva fatto beneficenza qua e là per l’Italia (vogliamo parlare di certe sconfitte che sembravano quasi favori a chi stava messo peggio?) ma che davanti al Milan ha preparato la partita perfetta.
A ben pensarci, forse, il Milan dovrebbe ringraziarlo, il Napoli; per quella sconfitta. Gli ha tolto la Champions, sì. Ma forse gli ha dato definitivamente nozione di quanto poco conti scriversi sul petto: club più titolato al mondo, se poi non si sa soffrire fino in fondo il tutti gli stadi d’Italia.
Milan-Napoli come Maradona e Van Basten. Ancora al San Paolo, sì, ma come dimenticare quel 3-1 che diede inizio al sacchismo spinto? E come dimenticare i tanti match a San Siro dove il Davide-Diego combatteva quasi solo contro il Golia-Milan?
Vabbè, è roba vecchia, tra un po’ diventerà anche stantìa. Ma certo, tra ieri e l’altro ieri, gli incroci sono stati tanti e pieni di adrenalina. A volte, di poesia.
Forse sarà per questo che non mi aspetto moltissimo dalla partita di domenica sera. Troppe cose sono successe ultimamente per pretendere che si rinnovi il miracolo. A ben pensarci, però, anche l’ultima sfida a San Siro è stata tutt’altro che banale. Ricordo il gol al debutto di Pato, la stellina che inizia a brillare nella notte milanese. E poi ricordo una delle cose più belle e commoventi che mi siano successe da giornalista. Dopo partita nel solito ristorante-pizzeria, quello che resta aperto fino alle 2 del mattino. Esco, si avvicina un gruppetto di tifosi del Napoli: "Ravezzani, ti guardiamo spesso sul satellite, siete bravi, ma parlate un po’ più del Napoli". Sorrido, cerco di consolarli: "beh, avete perso ma non avete giocato male". Mi risponde uno di loro: "lasci stare, è stata una brutta partita. Ma ne è valsa la pena venire fin qui per vedere il debutto di un fenomeno come Pato". Una risposta di grande sportività.
Per questo sono rimasto doppiamente male quando ho visto gli incidenti della prima di campionato. E sono tornato a chiedermi qual è il vero tifoso del Napoli e quanto questi episodi rappresentino in sé stessi tutta la contraddittorietà di una città bella e terribile, entusiasmante e demoralizzante a un tempo. E mi chiedo quanto serva tenere lontano gente come quella che ho incontrato io dallo stadio. Gente che paga le colpe di altri, di chi non c’entra niente, in nome e per conto di una giustizia sommaria che non serve a nessuno, se non a soffocare quel poco di calcio che c’è rimasto.
Voglio essere sincero, tornando invece alla partita. Non credo al Napoli da scudetto e non credo nemmeno molto al Milan. Troppe cose mancano a Reja. Alcune, ma essenziali, mi sembra manchino ad Ancelotti. Di sicuro esiste un comune denominatore tra le due squadre. Sono rapsodiche, imprevedibili, capaci di grandi imprese, ma anche di banali sconfitte. Però loro, milanisti e napoletani, oggi non ci pensano. Ed è bello che sia così. Milan-Napoli da vertice, da scudetto, oggi è vero. Domani, se non lo sarà più, chi se ne importa? Intanto se la giocano. E che bello, sarebbe, se allo stadio si pensasse solo a questo.
Fabio Ravezzani

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(Foto tratta da http://www.storiaradiotv.it)


Esclusivo/Parla il legale di Gentile: «Escluso perché non appartiene alle lobby del calcio»

L’avvocato Giorgio Merlone spiega a “il pallone in confusione” i motivi della causa di risarcimento danni proposta dall’ex ct contro la Figc, il cui contratto non fu rinnovato nel 2006. Alla base della vertenza una dichiarazione pubblica dell’ex commissario straordinario Guido Rossi, «è ancora l’allenatore dell’Under 21» e le rassicurazioni del suo vice Demetrio Albertini: quest’ultimo ha però smentito

«Claudio Gentile non fa parte di nessuna lobby, né nell’ambito calcistico né fuori». L’avvocato Giorgio Merlone, legale del difensore campione del mondo nel 1982, spiega così a “il pallone in confusione” le probabili motivazioni del mancato rinnovo del contratto come ct dell’Under 21, che lo hanno spinto a proporre una causa di risarcimento danni al tribunale civile di Roma. Correva l’estate dell’anno 2006: era da poco scoppiato lo scandalo di Calciopoli. L’allora commissario straordinario Guido Rossi aveva affermato in una conferenza stampa che «Claudio Gentile è ancora l’allenatore dell’Under 21». Demetrio Albertini, all’epoca vice commissario, aveva rassicurato Gentile sulla sua conferma: circostanza smentita ieri dallo stesso Albertini all’Ansa. Secondo Merlone si configura l’ipotesi di un grave pregiudizio all’immagine per il suo assistito, oltre che quello derivante dalla perdita di opportunità di lavorare presso prestigiose squadre italiane e straniere.
Quale tipo di vertenza legale ha intrapreso Gentile: ricorso del lavoro o causa risarcimento danni?
«Ha proposto una causa di risarcimento danni contro la Figc. Non poteva essere proposta alcuna vertenza lavorativa per l’assenza di un contratto: il suo precedente legame era scaduto il 30 giugno 2006 e lui attendeva il formale rinnovo, già garantito dalla Federazione. I danni all’immagine di Claudio Gentile oltre ai danni da perdita di chance lavorative concrete, ossia l’assunzione da parte di prestigiosi club italiani e stranieri, hanno il loro presupposto nella lesione dell’affidamento che l’ex Mundial ’82 aveva riposto nelle promesse e rassicurazioni di tutti i dirigenti, alla luce dei risultati ottenuti».

Può spiegarne le motivazioni?
«Dopo la sostituzione di Gentile con la coppia Casiraghi-Zola e la nomina di Donadoni per la Nazionale maggiore, era stato garantito a Gentile che una volta terminato il Commissariamento, egli sarebbe stato reintegrato all’interno della Figc. Pertanto, il mio assistito ha atteso le elezioni, e il neo-presidente Giancarlo Abete, un tempo suo grande estimatore del ct, almeno a parole, nulla decideva sul suo conto».

Perché ha atteso ben due anni prima di ricorrere al giudice?
«L’Under 21 faticava non poco a trovare una propria identità: a stento superava lo spareggio col Portogallo per le Olimpiadi e pertanto Gentile continuava a coltivare la speranza di poter subentrare al neo-allenatore Casiraghi da un momento all’altro: ha sperato ancora dopo l’eliminazione alle Olimpiadi di Pechino e dopo lo spareggio per l’Europeo di categoria. Infatti, da più parti all’interno della Federazione giungevano rassicurazioni circa la stima dei più alti dirigenti nei suoi confronti. Si sarebbe dovuto paragonare lui a Vittorio Pozzo: altro che Lippi, come è stato magnificato sulla stampa. Egli è l’unico allenatore italiano vivente ad avere conquistato, dopo Pozzo, una medaglia olimpica con la Nazionale».

Riguardo alla medaglia olimpica, al suo assistito è stato promesso un premio?
«Il Coni e le federazioni sportive riconoscono un importante premio economico ai vincitori di medaglie olimpiche: a Gentile era stato promesso che tale premio sarebbe stato riconosciuto nel nuovo contratto per il biennio 2006/2008, per cui il proprio ingaggio sarebbe stato notevolmente aumentato».

Ha cercato una composizione amichevole di questa vicenda?
«Voglio sottolineare che il 24 aprile 2008 ho inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno. L’ho inoltrata direttamente al Presidente Abete come “riservata personale” per evitare fughe di notizie o permalose prese di posizione. È stata ricevuta il successivo 28 aprile e da allora non solo nessuno mi ha risposto per iscritto, ma addirittura nessuno mi ha telefonato o ha preso contatti con il mio studio. In quella lettera chiedevo spiegazioni sul comportamento della Federazione che senza alcun legittimo motivo aveva escluso Gentile dai quadri tecnici e dirigenziali in modo del tutto inaspettato e arbitrario, interrompendo unilateralmente trattative già di fatto concluse che attendevano soltanto la ratifica scritta. Chiedevo infine la possibilità di un incontro per discutere della situazione. Lunedì scorso scadevano ben sei mesi dalla ricezione di quella raccomandata. Se domandare è lecito, rispondere è doverosa correttezza. Ma evidentemente in Figc l’educazione non trova cittadinanza.

Martedì scorso sull'Ansa il suo assistito ha affermato che «gli accordi verbali lo avevano convinto a respingere le offerte di diverse squadre italiane e straniere». E' possibile che intentare una causa solo su questi accordi verbali proferiti dall’ex commissario straordinario Guido Rossi oppure ci sono altri tipi di prove, magari scritte?
«Guido Rossi, nella conferenza stampa del 18 luglio 2006, quando ha presentato Donadoni come allenatore della Nazionale, alla precisa domanda del giornalista Cherubini aveva risposto: «Claudio Gentile è ancora l’allenatore dell’Under 21». Ciò significa che non solo gli accordi verbali erano di fatto già stati conclusi da tempo. Il vice commissario Demetrio Albertini aveva assicurato a Gentile, mentre in Germania si stavano svolgendo i campionati del mondo, che una volta rientrati in Italia avrebbero «messo tutto a posto», ma il mio assistito stava attendendo di essere convocato in Federazione per sottoscrivere il nuovo contratto, comprensivo dell’aumento previsto per la conquista della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene. E invece…»

C'è stata forse una sorte di discriminazione nei confronti di Gentile poiché non faceva parte del gruppo dirigente che nel 2006 faceva capo a Rossi?
«Claudio Gentile è il procuratore di se stesso. Non appartiene a nessuna lobby, né nell’ambito calcistico né fuori. È proprio questo suo essere un free rider di cristallina onestà, grande conoscitore del calcio e delle tattiche di gioco, con questa sua insistenza nel convocare in Nazionale i giocatori più in forma e più promettenti, col volere a tutti i costi valorizzare i giovani di maggior talento e non quelli che sono raccomandati da procuratori e società, che lo ha reso sgradito e ingombrante al sistema. Sistema che non ha fatto altro che liberarsi dai potenti del passato per crearne nuovi, meno competenti, che da quelle ceneri sono nati ma utilizzano usi, costumi e comportamenti per certi versi ben peggiori di quelli così tanto stigmatizzati nel 2006. Se me lo consente, vorrei fare un’amara considerazione su questa vicenda».

Dica pure
«E’ questo il benservito che la Federazione ha elargito ad un monumento del nostro calcio, campione del mondo quando giocava. Oltre ad essere stato riconosciuto come il migliore giocatore del mondo, nel suo ruolo, di tutti i tempi e, da allenatore, campione europeo ed olimpico con la Nazionale Under 21. Questa è la nostra epoca, e noi stiamo discendendo mestamente dal crinale».
Marco Liguori
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Tutti gol di Torino-Atalanta 2-1

Tratta da "Controcampo" (Italia 1-Mediaset)

Calcio in cifre: riecco il Toro scatenato contro l'Atalanta

La formazione di De Biasi scaccia la crisi battendo i bergamaschi, grazie a una maggiore e netta pericolosità offensiva

Finalmente si è rivisto (pur se a tratti) il Toro scatenato tra le mura amiche dell'Olimpico. Le statistiche Panini Digital-Lega Calcio ritraggono così la squadra di Giovanni De Biasi, che si è mostrata nettamente più pericolosa (51,5%) dell'Atalanta (38,2%). Sei i tiri in porta dei granata su dieci in totale: Amoruso due tiri un gol, Stellone tre tiri un gol. Sulla sponda bergamasca si registrano cinque tiri nello specchio difeso da Calderoni su dieci tentativi: tre i tentativi di Doni, due quelli di Floccari con una realizzazione. La squadra di casa ha giocato un numero superiore di palloni, 480 contro 472: questo dato è stato ben sfruttato, grazie anche alla superiorità territoriale (ossia il tempo totale di possesso palla nella metà campo avversaria) pari a circa nove minuti.
Com'era nelle previsioni, i nerazzurri hanno tenuto un ateggiamento difensivo. Lo denota il maggior possesso palla (52% contro 48%) e della protezione della propria area di rigore (53,1% contro 50,8%). Inaspettatamente la formazione di Del Neri ha avuto una maggiore capacità offensiva (49,3%) rispetto al Torino (46,9%): caratteristica però penalizzata dalla scarsa pericolosità, come si è visto prima.
Marco Liguori
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mercoledì 29 ottobre 2008

Calcio in cifre: Reggina inesistente, Napoli sugli scudi

Com'era stato previsto alla vigilia, gli azzurri hanno dominato grazie a una pericolosità indiscutibile (64% contro 17,6%) e a una difesa solida: lo dimostra l'indice di protezione area (71,9%). Da incorniciare la prestazione di Denis: su quattro tentativi a rete ha realizzato tre gol

Come previsto dai pronostici e dalle statistiche Panini Digital-Lega Calcio del pre-partita non c'è stata gara al San Paolo. Il Napoli ha dominato in lungo e in largo sul campo: la Reggina non è stata mai in partita. Le cifre sono impietose. A fronte di un possesso palla del 55% (45% degli avversari) gli azzurri hanno ottenuto un indiscutibile indice di pericolosità con il 64%, contro il più che modesto 17,6% degli amaranto. Ciò significa che la squadra di casa ha prevalso nella capacità di mantenere il possesso palla, di verticalizzare, di giungere al tiro e, soprattutto, di creare occasioni da rete. Improponibile anche il paragone nella capacità offensiva: 56,1 % della squadra di Reja contro il 28,1% di quella di Nevio Orlandi. Il Napoli ha tirato 15 volte verso la porta avversaria: su sei tiri terminati nello specchio, tre di Denis sono finiti in fondo al sacco. L'attaccante argentino ha avuto stasera uno score invidiabile: solo una delle sue saette non è finita alle spalle di Campagnolo. Gli altri tiratori scelti sono stati Lavezzi (5 volte), Gargano (2) e Pazienza (2). La Reggina ha provato due sole volte: uno soltanto è finito dalle parti di Navarro.
Ma i partenopei hanno stracciato la Reggina anche con la supremazia difensiva. Infatti, l'indice di protezione area è a loro favorevole: 71,9% contro 43,9%. L'unica nota positiva per i calabresi è stata il numero cospicuo di recupero palloni ottenuto da Lanzaro (15) e Costa (13).
Marco Liguori
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La sintesi di Napoli-Reggina 3-0

Rinvio a giudizio per il presidente del Messina

Pietro Franza, presidente del Messina Calcio, e Jose' Villari, presidente della societa' Eta Beta, sono stati rinviati a giudizio per emissione di fatture per operazioni inesistenti. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Messina Maria Teresa Arena nell'ambito di una vecchia inchiesta, avviata nel 2005 dal sostituto procuratore Vito Di Giorgio, sui bilanci della societa' di calcio messinese. Dalle indagini sarebbe emerso che Franza avrebbe emesso fatture per 180mila euro a favore della societa' Eta Beta, per operazioni mai avvenute. La prima udienza si terra' il 2 febbraio prossimo davanti ai giudici della seconda sezione del Tribunale di Messina.
Fonte: Asca

Casms: Napoli-Salernitana gara ad alto rischio

Di conseguenza la trasferta dei tifosi granata per la gara di Tim Cup potrebbe essere vietata. Prevista per la partita di domenica prossima degli azzurri a Milano l'esordio della "tessera del tifoso". Considerato il blocco per i tifosi partenopei di assistere alle gare esterne della propria squadra, sembra un test molto poco attendibile: sarebbe stato meglio provarla in una partita con entrambe le tifoserie

Nella sua nota odierna, il Casms ha confermato la "tolleranza zero" per le tifoserie a rischio. L'organismo del Viminale ha vietato la trasferta dei tifosi della Salernitana a Napoli per la gara di Tim Cup del prossimo 12 novembre. Stop anche agli esodi delle tifoserie ospiti per Bologna-Roma, Bari-Pisa, Foggia - Pescara, Cesena - Novara, Pisa - Ascoli, Pescara - Paganese, Sorrento - Juve Stabia, Virtus Entella - Spezia e Stella Azzurra Roma - Scauri (incontro di basket). Per tutte queste gare, incluse quella di Napoli, i soli residenti delle città delle squadre ospitanti potranno acquistare i biglietti. Al Casms non hanno però forse pensato che a Napoli potrebbero risiedere dei facinorosi tifosi salernitani, in numero nemmeno esiguo vista la vicinanza tra le due città: o forse sono sicuri che tutti siano tranquilli. Inoltre, è stata considerata a rischio Fiorentina - Atalanta: è stata stabilita disposta la vendita di un solo tagliando per spettatore. «Ad altissimo rischio» è stata considerata Battipagliese - Ebolitana: l'incontro si disputerà in assenza di spettatori ed in campo neutro.
Lo stesso organismo ha anche anunciato che domenica prossima in occasione di Milan-Napoli darà il suo esordio la "tessera del tifoso". Nel comunicato si sottolinea che «queste determinazioni (il blocco delle trasferte verso le tifoseria di Pisa e Siracusa) si pongono l'obiettivo di coinvolgere le tifoserie sane in una logica di sicurezza partecipata, che in attesa della tessera del tifoso, in esordio per la gara Milan - Napoli, determini il rifiuto all'interno dei gruppi delle sparute minoranze violente che, con il loro comportamento, pregiudicano la passione sportiva e il desiderio dei tifosi di andare allo stadio». Insomma, la tessera assieme al blocco delle trasferte sono la panacea di tutta la violenza del calcio italiano. Forse sarebbe stato meglio provare l'affidabilità della tessera in una gara in cui c'è anche la tifoseria ospite: a quella del Napoli è stata sanzionata l'inibizione fino al termine della stagione. A meno che al Viminale si pensi che tutti i tifosi del Milan siano tranquilli: a giudicare dai petardi gettati dagli spalti durante il derby con l'Inter, con la presenza in tribuna del ministro dell'Interno Roberto Maroni, forse qualche "diavoletto" ci sarà. Affidiamoci al caso e speriamo che tutto fili liscio: a meno che qualche facinoroso non si presenti a San Siro con un lanciarazzi e un bazooka. E a proposito, con i ferrei controlli di polizia come mai sono passati questi petardi? Sono stati individuati i responsabili? Si attendono risposte.
Marco Liguori
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Calcio in cifre: Napoli strafavorito sulla Reggina

La formazione azzurra è nettamente superiore a quella calabrese, a cominciare dal proprio rendimento in casa: tre vittorie su altrettante gare, contro le quattro sconfitte degli avversari. Stando alle statistiche di Panni Digital, Reja dovrà fare attenzione alla forte vocazione difensiva di Orlandi (pari al 61,2%) e al rendimento di Corradi pari a quello di Hamsik: quattro reti su 17 tentativi

Stando al rendimento delle due squadre, in casa per il Napoli e in trasferta per la Reggina, stasera non ci sarebbe proprio partita. La formazione partenopea tra le mura amiche del San Paolo ha vinto tre gare su tre, con avversari del calibro di Fiorentina, Palermo e Juventus: sei i gol fatti, tre quelli subiti . Invece i calabresi hanno perso tutte e quattro le partite disputate: un solo gol fatto e ben nove incassati.
Scendendo nel dettaglio delle statistiche Panini Digital-Lega Calcio (cliccare qui per Napoli-Reggina) si nota che il Napoli è una squadra ad alta redditività. La formazione di Eddy Reja è al diciottesimo posto per palloni giocati, all'undicesimo per la media dei tiri in porta per gara e al sedicesimo posto per supremazia territoriale: ma è al nono posto per la complessiva pericolosità (44,9%). Ciò significa che la squadra con un volume di gioco poco elevato riesce a rendere molto, a vincere e a essere in testa alla classifica alla pari con Inter e Udinese.
Discorso opposto per la Reggina, che si trova nelle ultime posizioni di tutte le statistiche delle prime otto giornate del campionato, ad eccezione dei palloni giocati (è al dodicesimo posto). Per dare un'idea della squadra amaranto, basti pensare che l'indice di pericolosità (36,6%) è il diciassettesimo di tutta la serie A. E ha una scarsa propensione ad attaccare la porta avversaria con il 39%: il Napoli è al 47,7%. C'è però da registrare che, nonostante le 13 reti subite complessivamente, la squadra di Nevio Orlandi ha una forte propensione a difendere la propra area, il cui indice è al 61,2% (il Napoli è al 56.4%). Probabilmente ci sarà da attendersi stasera la sua totale chiusura degli spazi, necessari per contenere le sgroppate di Lavezzi ed Hamsik.
Rigurdo ai singoli Corradi è l'attaccante più pericoloso della Reggina, con i suoi quattro gol su 17 tentativi. Sono le stesse cifre di Hamsik.
Marco Liguori
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(cliccare qui per visionare le statistiche Panini Digital - Lega Calcio dell'incontro)

Calcio in cifre: Atalanta, cliente non facile per il Toro

La formazione bergamasca ha una marcata supremazia territoriale e soprattutto in difesa (65,9%). La notizia positiva per i granata è che finalizza poco il proprio volume di gioco

E così dopo quattro sconfitte consecutive (l'ultima nel derby) il Torino affronta stasera l'Atalanta nelle mura amiche dell'Olimpico. Non sarà affatto una partita semplice per gli uomini di Giovanni De Biasi, che saranno costretti a vincerla per uscire dalle secche della bassa classifica. E non solo perché la squadra bergamasca ha immeritatamente perso in casa contro il Milan. Anzi, proprio le statistiche Panini Digital-Lega Calcio (cliccare qui per visionare quelle su Torino-Atalanta) a testimoniare il discreto andamento della formazione guidata dal "timoniere" Luigi Del Neri. Fuori casa i nerazzurri hanno vinto un incontro, pareggiato uno e perso due volte: i gol fatti e subiti sono esattamente due a testa. I granata in casa hanno lasciato troppi punti agli avversari, avendo vinto una sola volta e perso tre incontri: cinque gol fatti e sette subiti.
Le statistiche riportano che l'Atalanta è la quarta squadra del torneo per supremazia territoriale, palle giocate e passaggi riusciti: è quinta per possesso palla. La notizia positiva per il Toro è che i bergamaschi non finalizzano molto questa loro superiorità di gioco: sono al nono posto per numero di tiri in porta (la media a incontro è di 5 su 13 complessivi) e al decimo per la complessiva pericolosità (44,9%). Proprio riguardo a questi dati, il Torino è poco al disotto: è undicesimo per i tiri dentro (media a incontro di 5 su 10) e dodicesimo in pericolosità (41,8%). Da non sottovalutare la capacità difensiva dell'Atalanta, decisamente più marcata del Toro: 65,9% contro 53,6%. E' quindi una squadra che costruisce le sue prestazioni a partire dal reparto arretrato. Per sfondare questo muro, il Torino dovrà affidarsi aa Amoruso, il suo migliore attaccante che vanta 19 tentativi al tiro, contro i 25 del nerazzurro Doni, e due reti, contro le tre del bergamasco Floccari.
Marco Liguori
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Inter: un prudente avviamento di bilancio

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del commercialista Luca Marotta di Bari. L'esposizione di questo valore sarà probabilmente utilizzato dalla società nerazzurra come strumento per creare delle riserve destinate a coprire le perdite al 30 giugno 2008, con rinvio dell'effettivo esborso di liquidità per la ricapitalizzazione a successive date


La fusione inversa, mediante incorporazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale Milano S.p.A, ha fatto emergere, tra le altre cose, un valore di avviamento. A fronte dell'emersione di tale valore, l'atteggiamento tenuto dai redattori del bilancio di esercizio di F.C. Internazionale Milano S.p.A. e del bilancio consolidato di Internazionale Holding Srl (controllante di F.C. Internazionale Milano Spa) è stato differente. Probabilmente l'esposizione del valore di avviamento sarà utilizzato come strumento per creare delle riserve destinate a coprire le perdite al 30 giugno 2008, con rinvio dell'effettivo esborso di liquidità per la ricapitalizzazione a successive date. Di seguito vengono riportati i passaggi inerenti la questione e riportati nelle rispettive note integrative.
Nella Nota Integrativa al bilancio del 30/06/2007 di F.C. Internazionale Milano Spa si legge:
«Come descritto in relazione sulla gestione l'Assemblea dei Soci del 9 gennaio 2007 ha deliberato il progetto di fusione inversa mediante incorporazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale Milano S.p.A. con retrodatazione degli effetti contabili. La fusione ha determinato i seguenti effetti contabili:
- incremento del capitale sociale mediante emissione di nr. 101.680.563 nuove azioni pari ad € 8.794.956,80 assegnate al socio di maggioranza di F.C. Internazionale Milano S.p.A.;
- contabilizzazione della riserva da concambio azioni pari a € 222.948.149,95 e riduzione della riserva da versamenti in conto futuro aumento di capitale per € 246.827,00;
- rilevazione di un disavanzo da annullamento pari ad € 161.461.279,70»
Il disavanzo da annullamento è stato imputato al plusvalore esistente alla data di fusione sul "Centro Sportivo Angelo Moratti" di Appiano Gentile pari a € 2.560 migliaia. L'attribuzione del valore residuo di € 158.901 migliaia ad avviamento è stata valutata in modo approfondito, giungendo alla conclusione della sua legittimità rispetto alle norme ed ai principi contabili vigenti. Ciononostante, posto che la lettera del principio contabile nazionale in materia di avviamento si presta ad una interpretazione più restrittiva – ancorché obsoleta rispetto all'evoluzione dei principi in atto a livello internazionale ed alla dottrina più evoluta – ai fini della compilazione del bilancio in oggetto si è ritenuto di aderire all'interpretazione più cauta delle norme e dei principi in materia di bilancio, azzerando il valore di avviamento emerso in sede di incorporazione di Inter Capital S.r.l. e riducendo corrispondentemente, come indicato dal principio contabile OIC 4, la riserva da concambio che si riduce da € 222.948 migliaia ad € 64.047 migliaia.
Si riporta di seguito il dettaglio degli importi sopra descritti:
milioni di Euro
Valore della partecipazione di Inter Capital s.r.l. in F.C. Internazionale 186
Quota di pertinenza (89% patrimonio netto di F.C. Internazionale (25)
Disavanzo da annullamento 161
Di cui:
- quota attribuita al Centro sportivo La Pinetina A. Moratti 2
- Quota attribuibile all'avviamento 159
Patrimonio Netto Inter Capital s.r.l. 256
Aumento capitale sociale al servizio della fusione (9)
Quota di pertinenza (89%) patrimonio netto di FC Internazionale (25)
Riserva da con cambio azioni 222».

Il bilancio consolidato di Internazionale Holding Srl al 30/06/2007 espone nello Stato Patrimoniale Attivo tra le immobilizzazioni immateriali la voce "Avviamento" per un importo di euro 150.955.641. Nella nota integrativa al bilancio consolidato di gruppo si legge a pagina 4 della stessa:
«In sede di consolidamento è emerso un disavanzo attribuibile all'avviamento della controllata.
L'iscrizione nel bilancio consolidato del Gruppo di tale valore è stata valutata in modo approfondito dalla società con i propri consulenti, giungendo ala conclusione della sua legittimità rispetto alle norme ed ai principi contabili vigenti. Premesso che nel bilancio consolidato e di esercizio di FC Internazionale Milano S.p.A. – bilanci rilevanti ai fini delle norme della FIGC e dell'UEFA – detto valore non è stato iscritto, ritenendo di assumere un atteggiamento particolarmente conservativo e di prudenza estrema che dà prevalenza all'interpretazione più restrittiva dei principi contabili di riferimento, in sede di redazione del bilancio consolidato di Internazionale Holding S.r.l. si è ritenuto di assumere un atteggiamento coerente con una lettura più sostanziale del testo dei principi contabili.
Il valore di avviamento in questione è stato tra l'altro sottoposto ad una procedura di impairment, che ne ha testato la tenuta rispetto alla stima di un ragionevole valore recuperabile. Su queste basi, il valore l'avviamento iscritto al lordo dell'ammortamento è pari ad Euro 158.900.675. Posto che il suddetto avviamento è riconducibile essenzialmente a fattori quali l'entità e le caratteristiche della tifoseria, la notorietà a livello nazionale ed internazionale della società, la qualità dell'assetto tecnico ed organizzativo aziendale, fattori tutti formatisi nel lungo periodo di tempo (ormai centenario) durante il quale l'Inter si è distinta mietendo successi sportivi a livello mondiale, si è ritenuto congruo calcolare le quote di ammortamento dell'avviamento sulla base di una durata dello stesso pari 20 anni. Il valore dell'avviamento al netto dell'ammortamento iscritto nel bilancio al 30 giugno 2007ammonta conseguentemente ad € 150.955.641».
Per giudicare quanto sopra, ricordiamo quanto segue:
I principi contabili nazionali definiscono l'avviamento come «l'attitudine di un'azienda a produrre utili in misura superiore a quella ordinaria, che derivi o da fattori specifici che, pur concorrendo positivamente alla produzione del reddito ed essendosi formati nel tempo in modo oneroso, non hanno un valore autonomo, ovvero da incrementi di valore che il complesso dei beni aziendali acquisisce rispetto alla somma dei valori dei singoli beni, in virtù dell'organizzazione dei beni in un sistema efficiente ed idoneo a produrre utili» (principio contabile nazionale n.24).
L'articolo 2426 del codice civile, al punto numero 6, in materia di criteri di valutazioni stabilisce:.
«Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri...l'avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto e deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni».
Luca Marotta
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 28 ottobre 2008

Comunicato ufficiale Juventus su approvazione bilancio

L'assemblea ordinaria degli azionisti della Juventus Football Club s.p.a., riunitasi a Torino in data odierna, ha approvato il bilancio di esercizio al 30 giugno 2008 che, come già pubblicato in precedenza, si è chiuso con un risultato netto negativo di 20,8 milioni, interamente coperto mediante l'utilizzo di riserve disponibili.
Conseguentemente non sono stati deliberati dividendi.
L'assemblea ha inoltre provveduto a integrare la composizione del collegio sindacale nominando sindaci effettivi i signori Roberto Petrignani e Paolo Piccatti e sindaci supplenti i signori Gianluca Cristofori e Ruggero Tabone. La carica di presidente del collegio sindacale è stata attribuita al sindaco effettivo Roberto Longo. Il mandato dell'intero collegio sindacale scadrà con l'assemblea di approvazione del bilancio al 30 giugno 2009.

L'assemblea approva il bilancio 2007/08 della Juventus

Via libera al documento contabile chiuso in rosso per 20,8 milioni. Bocciata la proposta di un'azione di responsabilità contro l'ad Blanc per la demolizione dello stadio "Delle Alpi"

Approvato poco fa il bilancio 2007/08 della Juventus con un risultato in rosso per 20,8 milioni. Il Team di http://www.ju29ro/ si è astenuto, come anche sulla nomina di due sindaci effettivi e due supplenti. Al riguardo è stata approvata la proposta fatta da Ifil.
L'azionista Marco Bava ha proposto l'azione di responsabilità contro l'aministratore delegato Jean Claude Blanc perchè demolisce lo stadio "Delle Alpi". La proposta è stata bocciata: anche il Team di Ju29ro ha votato contro l'azione di responsabilità.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Cobolli:«I compensi del presidente e dell'ad inferiori al passato»

Secondo il presidente juventino i compensi «sono il 60% di quelli spettanti ai dirigenti precedenti». Riguardo al "paracadute" per licenziamento senza giusta causa, ha precisato che è un «rimborso»

«I compensi fissi di presidente e amministratore delegato/direttore generale sono il 60% di quelle spettanti ai dirigenti precedenti. Ed anche il totale (fisso e variabile) è inferiore rispetto al passato». La precisazione è giunta dal numero uno bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, che ha replicato alle critiche sui compensi percepiti dal consiglio di amministrazione.
Quanto al "paracadute" per il licenziamento immotivato, il presidente ha precisato che «se venisse allontanato prima della scadenza senza giusta causa, ha diritto a 450mila euro di rimborso». Invece, l'amministratore delegato Blanc «si sobbarca la maggior parte del lavoro e ha diritto quindi ad una maggiore indennità» pari a tre milioni.
Marco Liguori
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Blanc: «Grazie alla Champions, pareggio bilancio non è lontano»

Secondo l'amministratore delegato della Juve i 15-17 milioni della competizione Uefa contribuiranno nel 2008/09 a un risultato di gestione migliore. Riguardo a Tiago e Almiron, le operazioni erano state concordate con l'ex vicepresidente Roberto Bettega: ma "Bobby gol" ha scosso la testa in segno di disapprovazione

«In questa stagione potremo anche contare su circa 15-17 milioni da Champions. E allora l'obiettivo del pareggio non è lontano». L'amministratore delegato della Juventus Jean Claude Blanc ha voluto così riportare un po' di ottimismo in assemblea, dopo la raffica di interventi e di critiche sollevate dai piccoli azionisti. Sportivamente, il dirigente francese ha però ammesso: «Ad oggi però i risultati danno più ragione a voi che a noi».
Secondo Blanc i risultati sportivi (risalita in A e terzo posto) «sono in linea con il progetto». Riguardo ai risultati economici ha tenuto a sottolineare che «è vero che c'è una perdita di 20 milioni, ma ad esso contribuisce la svalutazione di Andrade per quasi 7 milioni. E nel 2007-2008 non c'erano i ricavi da Champions».
Blanc ha poi spiegato la sua "ricetta" per la gestione societaria. Innanzitutto occorre «migliorare la parte sportiva». Sarà doveroso «contenere i costi dei calciatori» e «dare spazio ai giovani». Riguardo alle uscite, l'amministratore delegato ha sottolineato che occorrerà «grande attenzione ai costi che non sono parte del core business». Per incrementari i ricavi sarà necessario «lo sviluppo delle politiche di marketing per beneficiare del brand Juve ci dovrebbero portare ad un pareggio. Cosa che non è stata fatta in passato, quando il risultato operativo, senza considerare proventi straordinari da calciomercato o altre operazioni, era decisamente più negativo di adesso».
Blanc ha voluto rispondere anche riguardo alle critiche sulle operazioni Tiago e Almiron. Entrambe «sono state fatte nel 2007 ed erano state condivise da Bettega». I redattori di http://www.ju29ro.com/ sottolineano che l'ex vicepresidente ha scosso la testa: un segno di dissenso alle affermazioni del manager francese. «La scelta dei due giocatori - ha affermato Blanc - è stata condivisa prima con Didier poi con Ranieri», ossia prima con Deschamps, l'allenatore del ritorno in serie A, e poi con l'attuale tecnico. I redattori di Ju29ro ricordano però che «è noto, invece, che Didier in una intervista ha detto chiaro e tondo che non li voleva».
Marco Liguori
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Cobolli: «Non ho mai avuto azioni delle società quotate in cui ero amministratore»

Il presidente bianconero ha così risposto alle critiche degli azionisti: «Il fatto che non abbiamo azioni della Juve non vuole dire che non partecipiamo». E ha smentito qualsiasi mediazione di Montezemolo nella decisione di ricorrre al Tar contro le sentenze della giustizia sportiva per Calciopoli

«Il fatto che non abbiamo azioni della Juve non vuole dire che non partecipiamo alla Juve. Non ho mai avuto azioni delle società quotate in cui ho ricoperto ruoli da amministratore». Così ha risposto il presidente Giovanni Cobolli Gigli alla precisa domanda degli azionisti sul fatto che nessun componente del cda bianconero posseide una sola azione della società che amministra. Insomma, per il presidente è assolutamente normale non detenere azioni della società da lui diretta e quotata a Piazza Affari. Forse il vice-ceo di Unicredit, Sergio Ermotti, che venerdì scorso in piena bufera ribassista del mercato borsistico ha acquistato azioni per 2 milioni di euro della sua banca, ha sbagliato nel dare un segnale rassicurante ai suoi azionisti. Il presidente, stando al racconto riportato da www.ju29ro.com, ha avuto un lapsus freudiano. «Sono convinto di essere arrivato alla Rinascente (testuale, voleva dire la Juve, sottolineano i redattori del sito) per svolgere delle mansioni che sono in grado di svolgere. In particolari, rapporti con istituzioni sportive e la comunicazione».
Rigurado al ruolo svolto da Montezemolo, il numero uno bianconero lo smentisce seccamente: «Ciò che ha detto Blatter non è stato smentito perchè non è vero». Anzi, Montezemolo non ha mai avuto a che fare con la Juventus. E ha puntualizzato che «tutte le decisioni cruciali, come quella sul Tar, sono state prese dal consiglio di amministrazione». Cobolli ha fornito spiegazioni anche sul «progetto» che è un «piano a medio termine, che per ora è rispettato». Anzi, ha puntualizzato che il termine «progetto» è stato «inventato da altri». Inoltre, Cobolli ha rassicurato la platea riguardo alla perdita di quest'anno che «era prevista».
Marco Liguori
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Giulemanidallajuve: «Chi ha incaricato Montezemolo come "mediatore" in calciopoli?»

Il presidente dell'associazione, Giuseppe Belviso, pretende una spiegazione riguardo al «ruolo nella vicenda di un uomo privo di alcuna rappresentanza legale sia in Ifil che nella Juventus». L'azionista-tifoso ha ricordato che una recente sentenza del Tar stabilisce «la responsabilità dell’azionista di maggioranza» della squadra bianconera «nel non aver adeguatamente difeso, attraverso un’opportuna tutela giuridica, gli interessi degli azionisti di minoranza»

«Chi ha incaricato il Sig. Montezemolo di proporsi in veste di “mediatore” nei fatti di calciopoli?». Se lo chiede nel suo intervento nell'assemblea odierna Giuseppe Belviso, presidente dell'associazione Giulemanidallajuve, che pretende una chiara risposta dal cda bianconero: anzi, un'eventuale smentita.
L'azionista-tifoso spiega che «sebbene giustizia sportiva ed ordinaria non abbiano mai trovato alcuna traccia di partita truccata, il collegio di legali (costati oltre 700 mila euro) ed i vertici dell’azionista di maggioranza hanno fin da subito decretato la nostra colpevolezza». A questo punto Belviso ha una perplessità: «Non è chiaro, altresì, il ruolo nella vicenda di un uomo privo di alcuna rappresentanza legale sia in Ifil che nella Juventus come Luca Cordero di Montezemolo. Ed allora, visto che nessuno si è preoccupato di smentire tale circostanza, vi chiedo: ragioni indipendenti dal “mondo Juve” hanno spinto il medesimo ad imporre la mancata difesa dei vecchi amministratori?». Il presidente di Giulemanidallajuve ha auspicato che «Mister “conflitto d’interessi”, uomo dai disastrosi risultati gestionali nella Cinzano e nella Juventus, dovrà essere tenuto in futuro il più lontano possibile dalla squadra».
Belviso ha ricordato la sentenza emessa dal Tar del Lazio nel maggio scorso sul ricorso presentato dalla sua associazione. «Una sentenza che non mancherà di far giurisprudenza poiché afferma - ha spiegato l'azionista - per la prima volta, la natura amministrativa del lodo arbitrale». Il presidente di Giulemanidallajuve afferma che è una «sentenza che rinnova, se mai ce ne fosse bisogno, la responsabilità dell’azionista di maggioranza nel non aver adeguatamente difeso, attraverso un’opportuna tutela giuridica, gli interessi degli azionisti di minoranza». E ha ribadito a Cobolli e Blanc che «il lodo arbitrale, così come i precedenti gradi della giustizia sportiva, sono impugnabili dinnanzi la giustizia amministrativa». Infine, Belviso ha ricordato che un passo della sentenza del tribunale amministrativo: «appare arduo riconoscere in capo alla ricorrente associazione un interesse qualificato a contestare un lodo arbitrale accettato dalla società sportiva che lo ha proposto”. Non serve aggiungere altro».
Marco Liguori
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Gli azionisti Juve: "Come mai il cda non ha neppure un’azione?"

Vittorio Salvadori e Salvatore Cozzolino hanno ripreso quanto scritto da "il pallone in confusione" e chiedono una risposta dettagliata dai vertici bianconeri. Riguardo al mancato ricorso al Tar dopo Calciopoli, è stato richiesto il ruolo svolto in questa vicenda da Luca Cordero di Montezemolo

«Come mai gli amministratori – e, in particolare, quelli operativi – non posseggono neanche una azione della Nuova Juventus 2006 FC? Forse perché neanche loro hanno fiducia nel proprio operato?». Il commercialista Vittorio Salvadori di Wiesenhoff, conosciuto su http://www.ju29ro.com/ come "Il Mago di Ios" si è così rivolto al presidente Giovanni Cobolli Gigli e all’amministratore delegato Jean-Claude Blanc. In pratica, nel suo intervento l’azionista-tifoso bianconero ha raccolto la notizia pubblicata giovedì scorso da "il pallone in confusione" (ripresa da Tuttomercatoweb e Fc Italia.com) riguardante il fatto che, stando ai bilanci 2006/07 e 2007/08, nessun membro del cda possedeva una sola azione della Juve. Soltanto un membro del collegio sindacale, Paolo Piccatti, ne possiede 540. Lo ha ricordato nel suo contributo assembleare Salvatore Cozzolino, conosciuto come "Dominiobianconero" sul web. «Vorrei porre il benvenuto al Dott. Paolo Piccatti – ha spiegato Cozzolino – nuovo componente del Collegio Sindacale. E voglio farlo perchè il Dott. Piccatti è uno di noi. E’ un piccolo azionista, possiede 540 azioni della Juventus. Mi auguro che oltre ad essere piccolo azionista sia anche lui rancoroso come molti di noi. Sottolineare il fatto che il Dott. Piccatti è un piccolo azionista serve però a evidenziare invece che nessuno dei componenti dell’attuale CDA possiede uno straccio di azioni Juventus. Evidentemente non credono al famoso "progetto" che spesso viene tirato in ballo quando si tratta di giustificare qualche battuta d’arresto della squadra». Ci si attende, al termine degli interventi di altri azionisti, la replica al riguardo di Cobolli e Blanc.
I due azionisti hanno espresso un nutrita raffica di domande su svariati argomenti: dall’ormai eterna e pluriannunciata ristrutturazione dello stadio Delle Alpi, alla cessione della Semana per soli 330 milioni di euro (la società di gestione e manutenzione dell’Olimpico e Delle Alpi), sino al calciomercato definito "miope" da Cozzolino. L’agguerrito bancario ha evidenziato che «la distruzione di valore, il depauperamento finanziario dovuto al calciomercato, come dicevo, è devastante. E ne vediamo le dirette conseguenze già in questo bilancio, dove quasi la metà della perdita è da imputare alla svalutazione definitiva di Andrade, un calciatore purtroppo che invece di avere le ginocchia usurate come gli altri, le aveva addirittura marce. E noi lo abbiamo pagato 10 milioni di euro, oltre al suo lauto ingaggio». Cozzolino ha lanciato una serie di domande riguardo al mancato ricorso al Tar dopo il processo sportivo di Calciopoli. «A Dicembre 2007 infatti, Il Presidente Fifa Blatter ha dichiarato che – prosegue l’azionista – il Sig. Luca Cordero di Montezemolo è stato decisivo per il ritiro del ricorso al Tar; considerato che non mi è parso di leggere nessuna smentita da parte vostra gradirei sapere con quale ruolo e a che titolo il personaggio in questione si è occupato di Juventus nell’estate del 2006?». Cozzolino ha una richiesta precisa: «E visto che il ritiro del ricorso al Tar ha causato un ingente danno economico, vi chiedo se non è il caso di citarlo in giudizio, non ricoprendo il signore in questione alcuna carica ufficiale nel nostro sodalizio?».
Infine Salvadori ha chiesto chiarimenti in merito al "paracadute" per Cobolli Gigli e Blanc in caso di licenziamento senza giusta causa. «Comunque sia, potete per cortesia illustrare più in dettaglio – ha concluso il commercialista – il meccanismo dell’indennità forfetaria prevista per l’Amministratore Delegato e Direttore Generale e dovuta in caso di risoluzione del rapporto da parte della società senza giusta causa ed in caso di dimissioni di Monsieur Blanc con giusta causa? Più precisamente, come si articola questo "paracadute" in considerazione dei due diversi ruoli di Monsieur Blanc? In altri termini, i 3 milioni di euro di indennità si rendono dovuti anche nell’ipotesi in cui, successivamente alla scadenza del suo mandato come amministratore, la società decidesse di risolvere anticipatamente il contratto da direttore generale?».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Assemblea Juve: Cobolli annuncia accordo sponsorizzazione col Trentino

La provincia autonoma risulta official partner sul sito della società bianconera. Dopo la Regione Piemonte e il Comune di Torino si allarga così la schiera di enti pubblici che sostengono la squadra posseduta dall'Ifil

Il presidente Cobolli Gigli ha annunciato nel suo intervento introduttivo che, nell'ambito di nuovi accordi commerciali, hanno firmato un accordo di sponsorizzazione con il Trentino. Quest'ultima compare sul sito della Juventus come official partner. Si allarga così la schiera di enti pubblici che sostengono a vario titolo la società bianconera, quotata a Piazza Affari e posseduta al 60% dall'Ifil. Sempre sul sito è indicato che la Regione Piemonte è official supplier (al pari di Atahotels e Costa Crociere), mentre il comune di Torino è commercial partner (al pari della Gazzetta dello Sport, Editori Perlafinanza). Sarebbe interessante sapere cosa comporta, in base agli accordi commerciali, l'utilizzo di risorse pubbliche per un'azienda privata com'è appunto la squadra bianconera.
Sono circa 70 gli azionisti presenti su 150 accreditati per i lavori dell'assise sociale, iniziati puntualmente alle 10.30 presso i saloni dell'Archivio storico della Fiat a Torino. Il presidente ha ricordato l'incidente stradale in cui la scorsa settimana sono morti due tifosi che si stavano recando allo stadio Delle Alpi per assistere alla partita contro il Real Madrid per il girone eliminatorio di Champions League. Cobolli ha dichiarato di voler ospitare il club svizzero di cui facevano parte i tifosi deceduti in una delle prossime partite.
Da segnale che attorno alle 11,20 è arrivato l'ex vicepresidente Roberto Bettega: molto probabilmente possiede ancora un pacchetto di azioni della Vecchia Signora.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

"Il pallone in confusione" seguirà l'assemblea Juventus

"il pallone in confusione", in collaborazione con il sito http://www.ju29ro.com/ seguirà i lavori odierni dell'assemblea della Juventus che approverà il bilancio 2007/2008.

lunedì 27 ottobre 2008

Calciopoli/Pm: scegliersi arbitri è come aggiustare sentenze

Giuseppe Narducci, titolare dell'accusa con Filippo Beatrice, ha anche evidenziato che «Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...»

Scegliersi gli arbitri, attraverso pressioni sui designatori e intervenendo sulle griglie, è come aggiustare sentenze. Il pm di Napoli Giuseppe Narducci, al processo con rito abbreviato nei confronti di 11 imputati di calciopoli, nel corso della requisitoria ha fatto un accostamento tra i condizionamenti sull'esito delle partite di calcio e gli interventi illeciti sui processi. «Sarebbe come se un presidente del tribunale stabilisse la composizione dei collegi insieme con gli imputati e come se gli imputati chiedessero e ottenessero di avere quei determinati magistrati che li devono giudicare», ha spiegato Narducci. «E sarebbe come se prima, durante e dopo la camera di consiglio - ha aggiunto il pm proseguendo la similitudine - attraverso schede riservate arrivassero anche telefonate di sollecitazione: ciò produrrebbe sentenze aggiustate o combinate». E tutto questo «si chiamerebbe associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari». Narducci, che con il pm Filippo Beatrice svolgerà la requisitoria almeno per altre due udienze, si è soffermato poi sulla questione della mancanza di prove su «una corruzione in senso proprio» di arbitri, assistenti e designatori, attraverso elargizione di denaro o di «ville o automobili». «Ma vi è la prova granitica - ha sottolineato il magistrato - di come far parte di questo gruppo di potere fa grande differenza in termini di carriera, di aspettativa per il futuro e di retribuzione. Se si era non sgraditi, o meglio graditi, si arbitravano più partite, e più partite di cartello, c'era la possibilità di arbitrare incontri internazionali». Ovvero 174si guadagna prestigio, considerazione, potere e anche denaro».
«Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...». Così il pm Giuseppe Narducci liquida la tesi secondo la quale, nell'ambito dei contatti illeciti tra dirigenti, designatori e arbitri emersi dall'inchiesta Calciopoli, ci si troverebbe in fondo di fronte a «sollecitazioni da parte di tutti nei confronti di tutti». Una tesi che è stata sostenuta da alcuni imputati del processo e con la quale, a parere degli inquirenti, si intenderebbe soltanto ridimensionare il ruolo e le responsabilità di quanti sono rimasti coinvolti nella vicenda giudiziaria. A confutare tale versione, più volte proposta anche in commenti e interviste, è stato il pm Narducci nel corso della requisitoria in apertura della prima udienza, davanti al gup Eduardo De Gregorio, del processo nei confronti di 11 imputati che hanno chiesto il rito abbreviato. Una requisitoria che richiederà a Narducci e al pm Filippo Beatrice, almeno altre due udienze a cominciare dal 12 dicembre prossimo. Per il pm napoletano, sono «balle smentite dai fatti» le tesi sull'esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti. Nelle migliaia di intercettazioni, ha sottolineato il magistrato, «ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr), perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio». «I cellulari - ha aggiunto - erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle». E ciò vale anche per le schede ''occulte'', cioè le schede sim segrete che Moggi aveva fornito a arbitri e designatori. «Schede del signor Moratti e del signor Sensi non ce ne sono, ci sono invece quelle schede di cui abbiamo parlato», ha affermato Narducci.
Fonte: Ansa

Sim svizzere: Corte giustizia Figc accoglie ricorso Moggi

E' stata accolta l'eccezione dell'ex direttore generale riguardante il fatto che non è più tesserato federale già prima dell'avvio del procedimento

Accolti i ricorsi di Luciano Moggi, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Paolo Bertini; respinti invece quelli di Antonio Dattilo, Stefano Cassarà, Marcello Ambrosino, Salvatore Racalbuto, Mariano Fabiani e Tiziano Pieri: sono queste le decisioni adottate dalla Corte di Giustizia federale, a seguito dei deferimenti del Procuratore federale nel procedimento relativo alle schede Sim.
In particolare, per quanto riguarda Moggi e Gabriele, la corte federale ha accolto «l'eccezione di carenza di giurisdizione sollevata dalla difesa», secondo la quale «la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all'inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico» rende il dimissionario «non più soggetto al vincolo di giustizia», secondo l'articolo 30 dello Statuto Federale. Dunque Moggi e Gabriele, proprio perché non risultavano piu' tesserati al momento dell'avvio del procedimento disciplinare, non sono sottoponibili al giudizio della Corte federale. Il ricorso di De Sanctis e di Bertini è stato invece accolto perche' gia' coinvolti e giudicati nel primo filone di Calciopoli «per la medesima condotta». Per loro, infatti, vale il principio del "ne bis in idem", e dunque «si dichiara l'improcedibilità del deferimento» ed il «conseguente annullamento in parte qua della decisione di primo grado»
Fonte: Asca

Lecce-Juve del 2004: Moggi dal giudice di pace

Un gruppo di tifosi della squadra salentina si sono rivolti alla Federconsumatori per l'incontro finito nel calderone di Calciopoli per una telefonata tra l'ex dg e l'ex arbitro De Santis. La sentenza è prevista per i prossimi giorni

Altra grana giudiziaria per l'ex direttore generale della Juve, Luciano Moggi e per l'ex arbitro romano Massino De Santis. I due, infatti, sono finiti sotto processo per una specie di class action di un gruppo di tifosi del Lecce che hanno chiesto il risarcimento del biglietto ed il riconoscimento di un danno esistenziale per la presunta combine relativa alla partita Lecce-Juventus del campionato di serie A 2004-05. Quella gara - conclusasi 1-0 per i bianconeri, grazie ad un gol di Del Piero è finita nel calderone dell'inchiesta su Calciopoli per una telefonata fra l'allora direttore generale della Juventus e l'arbitro De Santis. Il sospetto che quella chiamata sarebbe servita ad aggiustare la gara (da rinviare per l'impraticabilità del terreno di gioco piuttosto che essere giocata) ha spinto i tifosi giallorossi a rivolgersi alla Federconsumatori per ottenere il risarcimento del biglietto per aver assistito ad una partita ritenuta truccata ai danni del Lecce e (inevitabilmente) agli stessi sostenitori del Lecce che avevano pagato il biglietto nella convinzione di assistere ad una gara vera. L'ex dg juventino, questa mattina è stato sentito per un quarto d'oro nell'ufficio del giudice di pace di Lecce. Moggi non solo ha negato di aver aggiustato la gara, ma anche di essersi sentito con De Santis. Stesse dichiarazioni aveva reso l'arbitro romano, interrogato l'estate scorsa. A giorni, il giudice di pace leccese, Rochira emetterà la sentenza, non prima però di aver ascoltato il vice presidente del Lecce, avv. Mario Moroni e l'ex tecnico dei salentini, Zednek Zeman.
Fonte: Italpress

Processo Calciopoli/Pm: Giraudo stipulò polizze con Bergamo

Il magistrato della Procura napoletana Narducci: «Non sono operazioni illecite ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti»

Polizze di assicurazione stipulate per conto della Juventus dall'allora amministratore delegato della società bianconera Antonio Giraudo con Paolo Bergamo, designatore arbitrale e all'epoca dei fatti agente generale dell'Ina Assitalia. I documenti emersi da una recente indagine dela Guardia di Finanza sono stati depositati dai pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice oggi, nel corso dell'udienza davanti al gup Eduardo De Gregorio relativa al giudizio abbreviato che si sta celebrando nei confronti di Giraudo e di altri dieci imputati di calciopoli. Le polizze furono poi liquidate alla Juventus, secondo quanto riferito in aula dai pm, per un importo di un milione e 800 mila euro e un milione e 32 mila euro. «Non sono - ha sottolineato il pm Narducci - operazioni illecite ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti».Le due polizze furono stipulate nel 2001 e nel 2003 nella città di Livorno presso l'agenzia Ina Assitalia di cui Bergamo era agente generale. Nel 2007 l'attuale amministratore della Juventus, Jean Claude Blanc, ha chiesto la liquidazione anticipata del premio.
Fonte: Ansa

Calcio in cifre: il pareggio a San Siro va molto stretto al Genoa

La formazione di Gasperini si è dimostrata più pericolosa (38,3%) contro l’Inter: sei chiare occasioni da rete, di cui quattro di Milito, contro appena le due nerazzurre. Mourinho non può pensare di risolvere la crisi di gioco solo con l’"epurazione" di Obinna, Balotelli e Cruz

L’allenatore nerazzurro Josè Morinho invece di prendersela con alcuni suoi giocatori dovrebbe riflettere sull’andamento complessivo della sua squadra che ieri ha lasciato (inaspettatamente) molti spazi nell’incontro casalingo contro il Genoa. Le statistiche Panini Digital – Lega Calcio, riportano che nel match di San Siro la formazione rossoblù è stata leggermente più pericolosa dell’Inter: il relativo indice riporta un 38,3% contro il 38,1% dei padroni di casa. Ciò significa che la formazione guidata da Gian Piero Gasperini ha avuto maggiore capacità di mantenere il possesso palla, di verticalizzare, di giungere al tiro e di creare occasioni da rete. E proprio quest’ultimo punto deve far riflettere il tecnico interista: i genoani hanno avuto sei chiare opportunità da gol su 12 tiri scagliati contro la porta difesa da Julio Cesar, di cui ben quattro sono state del "principe" argentino Milito. I nerazzurri ne hanno create appena due su 14: poco incisivo Ibrahimovic con un solo tiro verso la porta di Rubinho su sei. Lo 0-0 finale va dunque molto stretto alla formazione ospite.
Un rendimento decisamente sotto la sufficienza, soprattutto in base a due dati statistici. L’Inter ha ottenuto una supremazia territoriale (ossia il tempo totale di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria) di circa 14 minuti contro i 9 minuti e 30 secondi del Genoa, e il 42% relativo alla capacità di attaccare la porta avversaria. Insomma, Mourinho non può pensare che con l’"epurazione" di Balotelli, Cruz e Obinna si risolvano tutti i problemi di gioco della sua squadra: ma dovrà pensare a registrare alcuni reparti, come il centrocampo che effettua un "filtro" poco efficace contro le scorribande avversarie. Dopodomani a Firenze, nella gara molto impegnativa e decisiva contro una Fiorentina in netto recupero di gioco e risultati, si noterano gli eventuali cambiamenti.
Marco Liguori
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Le statistiche di Inter-Genoa 0-0 (cliccare sopra per ingrandire)


Sintesi di Inter-Genoa 0-0

Calcio in cifre: la Juventus domina il derby della Mole

In 90 minuti il Toro, che non ha centrato la porta avversaria neanche una volta, è stato “matato” senza scampo ben oltre la sconfitta per 1-0. Pericolosità netta della Vecchia Signora (43,3%) grazie a un migliore rendimento in attacco (43,3%) e una difesa blindata (64,3%). Sintesi filmata del match tra bianconeri e granata

La Juventus ha dominato il derby della Mole. Stando alle statistiche Panini Digital – Lega Calcio il Torino non ha avuto scampo. Dalla lettura dei numeri sembra evidente che la Vecchia Signora sia stata un avversario quasi inarrivabile per i granata, ben oltre la portata della sconfitta per 1-0. Nel corso dei 90 minuti di gioco la formazione di Claudio Ranieri ha messo a frutto le sue 546 palle giocate con un’elevato grado di pericolosità: 43,3% contro appena 21,8% della squadra allenata da Gianni De Biasi. Ciò significa che i bianconeri sono stati nettamente superiori sui granata in tre tipi diversi di capacità: mantenere il possesso palla, verticalizzazione, giungere al tiro, creare occasioni da rete. Non ammette repliche la superiorità territoriale juventina (ossia il tempo totale di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria), pari a circa nove minuti, contro i poco oltre 6 minuti torinisti.
Indiscutibile la superiorità in attacco della Vecchia Signora: 43,3 % contro il 34,7% degli avversari. Impeccabile il suo comportamento in difesa, con una capacità di proteggere l’area di rigore pari al 65,3 % contro appena 56,7% del Toro.
Sconcertante è stata la capacità dei granata di tirare nella rete avversaria: Manninger ha avuto una serata molto tranquilla, considerato che nessun avversario ha scagliato un solo pallone nello specchio della sua porta su un totale di nove tentativi. Al contrario la Juventus ha impegnato cinque volte Calderoni su dieci tiri. Da evidenziare il massimo rendimento con il minimo sforzo di Amauri: un gol realizzato su due tentativi.
Marco Liguori
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Sintesi di Juventus-Torino 1-0

domenica 26 ottobre 2008

Statistiche: il Napoli straccia la Lazio

Migliore proiezione offensiva (49,4%) assieme a un’ottima capacità di difendere la propria area di rigore (59,2%): sono gli indici rivelatori della netta superiorità degli azzurri all’Olimpico. La sintesi dell'incontro con l'autorete di Siviglia

Migliore proiezione in attacco (49,4%) e migliore capacità di difendere la propria area di rigore (59,2%). Sono questi i due dati statistici di Panini Digital – Lega Calcio che fotografano la netta superiorità del Napoli contro la Lazio, che ha visto gli azzurri uscire vittoriosi dall’Olimpico. Quasi in parità l’indice di pericolosità (capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro e capacità di creare occasioni da rete): 37,6 % per i romani, 36,8% per i partenopei, a testimonianza della partita giocata a viso aperto da entrambe le formazioni. Da segnalare però il netto calo della squadra del presidente Claudio Lotito, che nelle prime sette giornate aveva ottenuto una media di oltre il 60%.
La squadra di Eddy Reja ha ottenuto un rendimento superiore a quella di Delio Rossi, soprattutto se si comparano le due percentuali precedenti con il dato sulla supremazia territoriale: la Lazio ha prevalso con circa 13 minuti, contro i 7 minuti e 35 secondi del Napoli. A ciò bisogna aggiungere il possesso palla del 51% con 524 palloni giocati dai padroni di casa, mentre gli ospiti hanno tenuto palla per il 49% e l’hanno giocata per 488 volte.
A controprova della maggiore incisività di Lavezzi e compagni, c’è la statistica dei tiri: quattro nello specchio della porta su 14 totali dei laziali contro i due su sette dei napoletani, di cui uno entrato in porta su autorete di Siviglia. Da segnalare la prova molto positiva in difesa di quest’ultimo, che ha recuperato ben 30 palloni contro i 21 del compagno di squadra Rozehnal e dei napoletani Aronica e Santacroce.
Marco Liguori
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Sintesi di Lazio - Napoli 0-1

venerdì 24 ottobre 2008

Curiosità statistiche: Lazio più pericolosa in attacco del Napoli

La formazione romana riesce a essere più concreta (60,7%) rispetto a quella di Reja nelle prime sette giornate di campionato. Gli azzurri però hanno una maggiore propensione offensiva (47,4%). Inoltre, ottobre è un mese dal rendimento mediocre per l’allenatore biancoceleste Rossi: soltanto un punto a partita

Domenica il Napoli sfiderà la squadra più pericolosa del torneo di serie A. Infatti, secondo le statistiche Panini Digital-Lega Calcio, la Lazio presenta la maggior percentuale di produzione offensiva, pari al 60,7%. Questo indice è composto dalla capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro, capacità di creare occasioni da rete. Insomma, la squadra di Delio Rossi riesce a mettere a frutto le 528 palle giocate in media nelle prime sette giornate di campionato, i 9 minuti e 42 secondi di superiorità territoriale, e il 60,4% di passaggi riusciti. Elevata anche la media dei tiri: sette nello specchio della porta sui 17 scagliati per ciascun incontro. In tutte queste caratteristiche la Lazio è superiore al Napoli. La squadra biancoceleste si preannuncia come un cliente molto difficile per la formazione di Eddy Reja: anche perché ha un indice di difesa della propria area di rigore elevato (61,5% contro 56% degli azzurri). Ma il Napoli ha una caratteristica superiore: la percentuale di attaccare la porta avversaria, 47,4% contro 44,7%. La formazione partenopea ha dunque una maggiore propensione offensiva: ma i numeri dicono che non riesce a concretizzare. Lasciando da parte per un momento i numeri, potrebbe anche accadere che all’Olimpico ci sia un’inversione di tendenza a favore degli azzurri.
Ciò potrebbe accadere anche perché il mese di ottobre è da sempre mese nero per le formazioni allenate da Delio Rossi. Secondo le statistiche di Football Data, l’allenatore biancoceleste viaggia alla media molto mediocre di un punto per partita: essa è il frutto di un bilancio composto da 12 vittorie, 20 pareggi e 24 sconfitte, in 56 partite disputate in campionati professionistici. Da quando allena la Lazio, il suo bilancio in ottobre è 2 vittorie, 5 pareggi ed 8 sconfitte in 15 giornate di campionato, media punti-gara 0,73. La Lazio ha sempre segnato almeno una rete in ciascuna delle ultime 16 gare interne di serie A, per un totale di 28 reti all'attivo. L'ultimo digiuno casalingo ufficiale biancoceleste risale al 3 novembre 2007 quando, in serie A, la Lazio venne sconfitta per 0-1 dalla Fiorentina. La formazione del presidente Lotito è assieme all'Udinese, una delle due squadre più corrette della serie A 2008/09: ha subito soltanto 12 ammonizioni subite in 7 giornate.Lazio e Napoli sono due delle tre formazioni della serie A 2008/09 che guadagnano il maggior numero di punti tra primi e secondi tempi dopo 7 turni di campionato. Il saldo attivo della squadra di Delio Rossi è di +6 (come quello del Catania), mentre quello del Napoli e' addirittura di +7 (primatista solitario).
Marco Liguori
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dietro citazione della fonte)
Le statistiche di Lazio-Napoli (cliccare sopra per ingrandire)







Scommesse: Torino vincente sulla Juventus a 6,00

Secondo l'Agipronews i bianconeri sono decisamente favoriti: la loro vittoria è data a 1,55. Quota alta anche per il pareggio: 3,50

La Juve si è rialzata contro il Real, il Toro è reduce da tre ko consecutivi: il favore dei quotisti per il Derby della Mole è nettamente rivolto ai bianconeri. Juventus bancata a 1,55, la vittoria dei granata arriva fino a 6,00, alta pure la quota sul pareggio che varrebbe 3,50. Probabile anche il segno «1» alla fine dei primi 45 minuti di gioco, proposto a 2,10, mentre la vittoria della squadra di Ranieri con 2 o più gol di scarto è proposta a 2,50. Nelle scommesse sul risultato esatto, gli esiti più probabili sono l'1-0 e il 2-0 in tabella a 6,00 e 6,50 rispettivamente.
Protagonisti della vittoria sul Real Madrid, Amauri e Del Piero sono indicati dai quotisti esteri come più probabili uomini gol del derby contro il Torino: per entrambi una rete si gioca a 2,17, quota che sale a 4,50 nel caso uno dei due fosse il primo marcatore della gara. Nelle fila del Toro Amoruso e Bianchi, a quota 3,50 sono fra i "papabili". Si gioca anche sul minuto della prima marcatura, che nei primi 15 minuti di gioco pagherebbe 2,65, mentre il derby sbloccato nel quarto d'ora finale vale 17,00. 
fonte: Agipronews-Apcom

Juventus-Torino: i precedenti in cifre

Considerati anche i precedenti in casa granata, la Juventus è imbattuta nelle ultime 10 stracittadine ufficiali, dove ha ottenuto 6 vittorie e 4 pareggi. L'ultima affermazione granata risale al 9 aprile 1995, vittoria granata in casa-Juve per 2-1. La Juventus ha sempre segnato almeno una rete in ciascuna delle ultime 12 gare interne ufficiali disputate, per un totale di 25 gol all'attivo. L'ultimo digiuno bianconero casalingo risale 26 febbraio 2008: 0-0 contro il Torino, in serie A. La Juventus è rimasta una delle 3 squadre della serie A 2008/09 che non ha ancora avuto rigori, nè a favore, nè contro. Come i piemontesi anche Siena e Roma. Giorgio Chiellini, se dovesse scendere in campo, festeggerebbe la 100/a presenza ufficiale con la maglia della Juventus. Le attuali 99 presenze sono così suddivise: 52 in serie A, 32 in B, 5 in coppa Italia e 10 nelle coppe europee. Il debutto assoluto in bianconero del difensore risale al 15 ottobre 2005: Juventus-Messina 1-0, in serie A. Alessandro Rosina, se dovesse scendere in campo, festeggerebbe la 100/a presenza in serie A della propria carriera. Le attuali 99 presenze sono state collezionate indossando le maglie di Parma e Torino. Il debutto di Rosina in massima serie risale al 16 febbraio 2003: Parma-Juventus 1-3. Il Torino non segna in assoluto in gare ufficiali dall'1 ottobre scorso quando, in coppa Italia, si impose per 3-2 in casa dopo i supplementari contro il Livorno. L'autore del terzo gol granata fu Barone al 94': da allora sono trascorsi i restanti 16' di quel match, più le intere gare di campionato perdute contro Udinese (0-2 esterno) e Cagliari (0-1 casalingo), per un totale di 196' di digiuno assoluto. 
Fonte: Ansa - a cura di Football Data

Blatter: la crisi finanziaria internazionale non tocca la Fifa

Secondo il numero uno del governo del calcio mondiale gli investimenti sono stati ben diversificati 

La crisi finanziaria mondiale non ha per il momento alcun impatto negativo sulla Fifa. Lo ha dichiarato il presidente della federcalcio mondiale Joseph Blatter oggi a Zurigo al termine della riunione del comitato esecutivo, che ha anche approvato il principio di aprire una procedura congiunta di candidature per i Mondiali 2018 e 2022. La Fifa ha chiesto uno studio sull'eventuale impatto della crisi finanziaria mondiale sulla sua organizzazione. «Ho il piacere di informarvi che siamo privilegiati nel contesto attuale - ha riferito Blatter - in quanto non abbiamo perso soldi. Siamo inoltre ben preparati per affrontare il futuro». Il presidente ha quindi spiegato i motivi del suo ottimismo: «Abbiamo ben diversificato i nostri beni finanziari ed il 95 per cento del nostro bilancio per il quadriennio è già contrattualizzato». Sempre in ambito finanziario, Blatter ha informato che la Fifa ha sottoscritto «assicurazioni per 650 milioni di dollari sui Mondiali 2010 e 2014, nel caso in cui una catastrofe, naturale o di altra natura, dovesse costringerci all' annullamento, al posticipo o allo spostamento degli eventi». Il segretario generale Jerome Valcke ha comunque immediatamente precisato che si tratta di una pratica che «la Fifa adotta dal Mondiale del 1998. Non è assolutamente un segno di mancanza di fiducia rispetto al Sudafrica. Anzi, siamo perfettamente nei tempi per quanto riguarda non solo il Mondiale 2010, ma anche per la Coppa delle Confederazioni del 2009, previsti in Sudafrica». In tema di Coppe del mondo, Blatter ha annunciato che il comitato esecutivo ha accettato il principio di assegnare contemporaneamente quelle del 2018 e del 2002, «per le quali già otto-dieci federazioni hanno manifestato il loro interesse». Prima di lanciare la procedura, tuttavia, questo accordo di principio dovrà essere concretizzato alla prossima riunione dell'esecutivo Fifa, il 19 e il 20 dicembre a Tokio. Il presidente ha peraltro affermato che continuano le discussioni con le autorità politiche per fare accettare il principio del “6+5” (almeno sei dei giocatori schierati in campo dai club dovrebbero essere selezionabili nella nazionale del paese). «Quasi tutto il mondo sportivo sostiene questa iniziativa, che si tratti del movimento olimpico o delle federazioni di hockey su ghiaccio, volleyball, pallacanestro o ancora rugby», ha assicurato Joseph Blatter. Fra gli altri temi, figura la volontà di proteggere i giovani calciatori. «Tutti i ragazzini, anche quelli che fanno parte di accademie o scuole calcio, dovranno essere tesserati presso le federazioni di appartenenza. Solo così sarà possibile effettuare controlli efficaci ed evitare abusi», ha spiegato. Blatter discuterà peraltro con il Tribunale arbitrale dello sport la creazione di una camera apposita che si occupi esclusivamente di questioni calcistiche. L’esecutivo ha infine esaminato i casi di singole federazioni e ha deciso di sospendere da ogni attività internazionale il Kuwait e le Samoa per ingerenze politiche. L'esecutivo ha quindi respinto la richiesta di affiliazione alla Fifa del Kosovo. Questa entità non potrà disputare nemmeno gare amichevoli con membri della Fifa. Per quanto riguarda la Polonia, la Fifa attende che, in conformità con gli accordi, il 30 ottobre il suo congresso elegga un presidente. Il Perù dispone di un mese di tempo per adeguarsi agli statuti della Fifa.
Fonte: Ansa

Verso l'assemblea della Juventus

Riceviamo da Ju29Ro e pubblichiamo
Nell'assise del prossimo 28 ottobre Gli azionisti-tifosi della Vecchia Signora chiederanno il rendiconto delle scelte gestionali al consiglio di amministrazione

Qualcuno li ha definiti disturbatori. Qualcun altro li ha paragonati a "manifestazioni di folklore".Nessuno è riuscito a raccontare serenamente quello che davvero rappresentano.Professionisti, avvocati, consulenti, descritti ingenerosamente come personaggi di Stefano Benni nel suo "BAR SPORT", intenti a inzuppare la "luisona" nel cappuccino e a sfogliare con le mani unte l’immancabile giornalaccio rosa, lasciando la loro lurida impronta sull’editoriale delirante di Cannavò. Gli interventi dei piccoli azionisti, i cosiddetti azionisti di minoranza, all’Assemblea annuale dei soci della Juventus s.p.a., sono invece semplicemente un momento di grande civiltà. Non sono altro che l’applicazione di un principio sancito dal Codice Civile, per il quale tutti gli azionisti hanno il diritto di esprimere la loro opinione nelle sedi e nei modi previsti dalla legge. Negli anni post Calciopoli, forse per compiacere il proprio editore, spesso legato a doppio filo con gli azionisti di maggioranza, molti giornalisti si sono comportati da servi sciocchi, etichettando come "cabaret" interventi di ottimo spessore tecnico, giuridico e finanziario; interventi che hanno stigmatizzato comportamenti e scelte discutibili da parte del management della società, come si può leggere qui: (1° intervento, 2° intervento).Non dovrebbe essere difficile capire che, tranne in rari casi, una Assemblea dei soci non è una riunione conviviale. Spesso ci sono accese discussioni e nervosismi assortiti che, talvolta, possono trascendere in vere e proprie intemperanze dialettiche. Tutto ciò è comprensibile se si considera che l’Assemblea è il momento in cui si tirano le somme di un anno di lavoro. Si approvano i bilanci e le scelte strategiche di un intero esercizio.E’ il momento in cui gli Amministratori devono spiegare le motivazioni alla base dei loro comportamenti e rendere conto agli azionisti, grandi e piccoli, delle loro scelte.Infine, è il momento della ricerca del consenso per l’approvazione del bilancio che, non dimentichiamolo, rappresenta la misura numerica della qualità del lavoro svolto. Si possono quindi ben immaginare le difficoltà del Presidente Cobolli Gigli e dell’AD Blanc nelle ultime Assemblee a partire dal 2006, chiamati a rispondere a domande su esercizi durante i quali si è assistito ad una sistematica e preoccupante distruzione di "valore".I due, macchiati dal peccato originale dell’estate 2006, pur con l’appoggio dell’azionista di maggioranza IFIL, che fatalmente concorre col suo peso a rendere le decisioni in larga parte "scontate", sono stati spesso in balia delle osservazioni degli agguerriti piccoli azionisti che, come abbiamo detto, hanno da tempo abbandonato l’usanza di girare con il proverbiale anello tra le narici, e hanno costretto gli esponenti del CDA a cercare improbabili "sponde" per sostenere le loro ragioni.
Proverbiale fu, a una recente Assemblea, l’intervento di Boniperti che, dopo aver testualmente definito Blanc e Cobolli Gigli come "persone che fino ad ieri non capivano niente di calcio" si lanciò in una appassionata arringa a difesa di Zaccone e dei suoi "quattro illeciti" fantasma, meritandosi la piccata allusione finale di Cobolli in merito al fatto che, ai tempi del "Marisa", "non esistevano i telefonini", per fortuna. Anche quest’anno la nostra previsione è per una Assemblea intensa. Il momento, per la squadra e per la società, è particolarmente delicato e siamo al crocevia di importanti scelte che condizioneranno non poco il futuro del nostro sodalizio.
E’ probabile che gli azionisti di minoranza, chiederanno di approfondire i dettagli del famoso "progetto", parola spesso abusata dal management e che è diventata una specie di Totem dietro al quale nascondersi e nascondere le incertezze di chi si trova a cercare di colpire il pallone con la racchetta e a decidere se il terreno del nuovo stadio si deve fare in terra rossa o sintetico. Lo JU29RO Team, come sempre, sarà presente con una folta delegazione all’Assemblea e ha raccolto un buon numero di deleghe insieme ai rappresentanti di GiulemanidallaJuve Class Action; avrà quindi l’onore ed onere di relazionare i propri lettori e quelli dei blog interconnessi, circa lo svolgimento dei lavori assembleari. Tale compito verrà assolto attraverso la pubblicazione degli interventi dei propri esponenti e, più in generale, pubblicando approfonditi articoli post Assemblea nei quali si tenterà di interpretare gli scenari futuri e di formulare una previsione per quanto riguarda l’evoluzione della gestione della società.
Dominiobianconero
Il testo originale è su http://www.ju29ro.com/tutto-juve/25-tutto-juve/675-juventus-spa-200708-verso-lassemblea.html

giovedì 23 ottobre 2008

I membri del cda non hanno azioni della Vecchia Signora

Nel bilancio 2008 è evidenziato che i consiglieri di amministrazione bianconeri, compresi il presidente Cobolli Gigli e l’amministratore delegato Blanc che beneficiano di un “paracadute” di 3,45 milioni in caso di ingiusto licenziamento, non posseggono titoli della Juventus. Un segnale poco confortante per il mercato: negli Stati Uniti i manager possiedono sempre cospicui pacchetti delle proprie aziende quotate

I componenti del consiglio di amministrazione non possiedono alcuna azione della Juventus. Questa inaspettata e incredibile notizia è riportata nel paragrafo delle “partecipazioni detenute dagli organi di amministrazione e controllo e dirigenti con responsabilità strategiche” riportato nel progetto di bilancio chiuso al 30 giugno 2008 con un risultato fortemente negativo di 20,8 milioni di euro. Nel testo si legge che «nessun amministratore, sindaco o altro soggetto di cui all’articolo 79 di cui sopra detiene o ha detenuto nel corso dell’esercizio azioni della Juventus e/o azioni della ex società controllata Campi di Vinovo spa». Soltanto un membro del collegio sindacale, Paolo Piccatti, possiede 540 azioni che, al prezzo di riferimento di 0,792 euro registrato ieri, ammontano in totale alla più che esigua cifra di 427,68 euro.
Negli Stati Uniti, patria del capitalismo sempre additata come fulgido e perenne esempio del libero mercato, i manager delle società quotate in borsa possiedono singolarmente sempre un certo cospicuo quantitativo di titoli. Ciò rappresenta un chiaro segnale al mercato di credere nell’azienda da loro amministrata. Invece, gli otto membri del cda della Juventus, presente a Piazza Affari dal dicembre 2001, non sembrano molto convinti nel «progetto»: così l’ha definita di recente la Juve dal presidente Giovanni Cobolli Gigli. O almeno per ora: forse in futuro potrebbero ripensarci e acquistare titoli bianconeri. C’è da dire però che anche nel bilancio chiuso al 30 giugno 2007 nessuno componente dei vertici, neanche i sindaci, possedeva azioni della squadra di Casa Agnelli. Il documento contabile precisa che «la società non ha in essere piani di stock option» per gli amministratori, ossia opzioni che concedono il diritto di acquistare azioni di una società ad un determinato prezzo d'esercizio.
Tutto ciò potrebbe costituire argomento di discussione nella prossima assemblea. I piccoli azionisti (che esprimono da tempo il loro dissenso su www.j1897.com, www.ju29ro.com e www.giulemanidallajuve.com) potrebbero chiedere spiegazioni al riguardo, soprattutto per quanto riguarda le due cariche esecutive, ossia il presidente Cobolli Gigli e dall’amministratore delegato e direttore generale Jean Claude Blanc. Anche perché entrambi percepiscono un “paracadute” complessivo di 3,45 milioni: in caso di licenziamento senza giusta causa il numero uno bianconero percepirà una somma di 450mila euro. Invece per il manager francese la clausola vale anche «in caso di dimissioni» date «con giusta causa» con «il riconoscimento di un’indennità forfettaria pari» a 3 milioni. I tifosi potrebbero chiedere lumi anche alla luce dei cospicui compensi complessivi da loro percepiti: 2,24 milioni per Blanc, 707mila euro per Cobolli. Riguardo agli altri consiglieri, risulta maggiormente retribuito Gian Paolo Montali, ex allenatore della Nazionale di pallavolo, con 27mila euro: 15mila come emolumenti per la carica, 12mila per prestazioni di consulenza. Seguono Riccardo Montanaro con 23mila, Camillo Venesio con 20mila, Marzio Saà con 18mila. Carlo Barel di Sant’Albano e Aldo Mazzia hanno rispettivamente ricevuto 18mila e 10mila euro: nel bilancio è specificato che per entrambi «l’emolumento è versato direttamente alla società Ifil Investments spa».
Riguardo ai vertici delle altre due società quotate sul listino di Milano, si riscontra che alla Lazio vige una situazione abbastanza simile a quella della Vecchia Signora. Nel progetto di bilancio 2007/08 si legge che ad eccezione del presidente Lotito (possessore indirettamente di 41,5 milioni di azioni) nessuno dei consiglieri di gestione e di sorveglianza possiede un solo titolo della squadra biancoceleste: il solo ex consigliere Giovanni Gilardoni ne aveva 20.646 fino al 20/10/2007, data di cessazione dalla sua carica. Invece alla Roma almeno quattro sui dieci membri del consiglio di amministrazione sono detentori di cospicui pacchetti azionari. Nel progetto di bilancio al 30 giugno scorso emerge che il presidente e amministratore delegato Franco Sensi (deceduto nello scorso agosto) possedeva indirettamente tramite società controllate 156.939 titoli e altri 220.515 come «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite del coniuge in società controllate». L’amministratore delegato Rosella Sensi aveva 15.025.300 azioni: anch’essa per «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite di società controllate». Altre 15.024.552 sono di Silvia Sensi, detenute con la stessa motivazione della sorella. Invece, il consigliere Renato Bernardini ne ha tra le sue mani soltanto 2.320.
Marco Liguori
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E a proposito di acquisti di azioni da parte degli amministratori delle società quotate, inseriamo questo lancio Ansa
UNICREDIT: SERGIO ERMOTTI COMPRA AZIONI PER 2 MLN EURO +RPT+ RIPETIZIONE CON TESTO CORRETTO ALLA TERZA RIGA (ANSA) - MILANO, 23 OTT - Il titolo Unicredit scivola oggi sotto la soglia dei 2 euro e Sergio Ermotti, responsabile dell'area Corporate Investment Banking e Private Banking (rpt. dell'area Corporate Investment Banking e Private Banking) oltre che vice Ceo, compra 1 milione di azioni per un controvalore di 1,975 milioni di euro. E' quanto si legge nelle comunicazioni obbligatorie sull'internal dealing. Già nei giorni scorsi Profumo e altri manager, fra cui lo stesso Ermotti, avevano acquistato azioni sul mercato. (ANSA). DOA 23-OTT-08 17:11 NNN
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il pallone in confusione

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