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lunedì 23 giugno 2008

"Il decreto sui diritti del calcio è a rischio incostituzionalità"

Liberomercato 13 novembre 2007 (pagina 4)

Parla Baldassarre sulla nuova contrattazione collettiva
"Il decreto sui diritti del calcio è a rischio incostituzionalità"

Marco Liguori
"Il decreto legislativo che ha stabilito la riforma della contrattazione collettiva sui diritti televisivi del calcio è a rischio di incostituzionalità: lede i principi del libero mercato e della concorrenza dell’Unione europea". Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale e docente ordinario di diritto costituzionale presso l’Università Luiss, in questa intervista esclusiva a Liberomercato boccia il decreto legislativo emanato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, voluto dal Ministro per le Politiche giovanili e le attività sportive, Giovanna Melandri. Baldassarre lo ha messo nero su bianco e lo ha spiegato in un suo dettagliato parere.
Professore, chi gliel’ha richiesto?
"Alcuni mesi fa la Juventus mi ha incaricato di redigere uno studio sul decreto legislativo e la legge delega sui diritti tv della Lega nazionale professionisti".
E quale conclusione ha raggiunto?
"Il decreto, e in parte anche la delega, presentano diverse perplessità in materia costituzionale, poiché le società di calcio hanno ottenuto lo scopo di lucro con la legge del 1996".
Quindi il decreto ha un importante vizio di fondo?
"L’impianto del provvedimento normativo parte dal principio opposto a quello della nostra costituzione e dei trattati dell’Unione Europea: tutto è soggetto a regolazione pubblica. Lo Stato interviene pesantemente sulla libertà di concorrenza tra le società di calcio e indebolisce le società più forti economicamente della serie A, a vantaggio dei piccoli club. Esso viola l’articolo 41 della costituzione e le norme comunitarie che fanno riferimento alla libera concorrenza".
A questo punto cosa potrebbe succedere?
"Tutto e nulla. Dipenderà dalle iniziative che assumeranno i singoli club: se ad alcuni può andar bene il decreto con la contrattazione collettiva non accadrà nulla. L’accordo raggiunto alcuni giorni fa in Lega per la ripartizione collettiva potrebbe aver attenuato in parte il profilo di incostituzionalità, che però resta intatto poiché l’intesa discende dalla legge".
Altrimenti?
"Alcune società, in modo particolare l’Inter, Il Milan e la Juventus, potrebbero adire il giudice ordinario per far rilevare l’eventuale incostituzionalità, decisa dalla Corte Costituzionale. Inoltre, potrebbero rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione Europea".
Passando ai cadetti. Anche le società di serie B avrebbero convenienza a impugnare il decreto legislativo?
"Possono fare causa, se ritengono di aver ricevuto un danno: è un principio stabilito direttamente dalla Costituzione".
Cosa si sarebbe dovuto fare, per evitare questo pasticcio?
"Si sarebbe dovuto introdurre un criterio di solidarietà. Ogni società dovrebbe gestire in modo autonomo i diritti tv. Al tempo stesso la Lega potrebbe stabilire un contributo all’interno del sistema, destinato a un fondo comune, che potrebbe colmare il divario tra le grandi e le piccole società di calcio.

mercoledì 20 febbraio 2008

La Padania - 28 agosto 2006

Intervista ad Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale

Quelle regole che il calcio non si è dato

"Indipendenza dei giudici e degli arbitri. E la clausola compromissoria è incostituzionale, sbaglia Rossi a difenderla"

di Marco Liguori

"La vicenda del ricorso al Tar della Juventus fa comprendere che le regole del calcio vanno totalmente riscritte". Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale e docente di diritto costituzionale all’Università Luiss di Roma, formula la sua "ricetta" per i mali del pallone nostrano. "Occorrono regole certe – ha spiegato Baldassarre a La Padania – che assicurano l’indipendenza dei giudici sportivi e l’indipendenza del settore arbitrale. Non mi sembra che allo stato attuale ci sia la piena coscienza di questo profondo rinnovamento". Baldassarre critica anche il commissario Figc, Guido Rossi, strenuo difensore della clausola compromissoria, che invece è incostituzionale.
La Juventus può chiedere il risarcimento del danno al Tar del Lazio? Non occorre un giudizio civile per il riconoscimento della sua pretesa?
"E’ pienamente legittimata a farlo dalla normativa sulla giustizia amministrativa. Bisogna però distinguere due aspetti del procedimento".
Quali sono?
"Innanzitutto il ricorso tende soltanto a sospendere i provvedimenti della giustizia sportiva, non ad eliminarli. L’accoglimento della richiesta tende a ottenere lo status quo ante: ciò vuol dire che la Juventus deve essere riammessa in serie A dalla Figc. Tale decisione del Tar avrebbe un effetto provvisorio sino alla sua pronuncia nel merito: solo allora le sanzioni sarebbero eliminate". I tempi del giudizio di merito non sarebbero però brevi?
"Occorrerrebbero alcuni mesi prima di una sentenza definitiva di primo grado. A ciò bisogna aggiungere un altro congruo periodo di tempo per il giudizio di appello dinanzi al Consiglio di Stato. Di conseguenza, nell’ipotesi di sentenza favorevole alla società bianconera, la Federazione dovrebbe far disputare alla Juventus provvisoriamente il campionato di A in attesa dell’appello".
L’eventuale richiesta di risarcimento del danno non sarebbe però oggetto della richiesta di sospensiva che dovrebbe essere discussa il prossimo 1° settembre?
"Ciò sarebbe esclusivamente affidato al giudizio di merito. I giudici potrebbero riconoscere fondata la pretesa della Juve solo nel caso in cui intravedano che le sanzioni siano state sproporzionate in relazione agli illeciti commessi. Ovviamente bisogna vedere se la società lo abbia richiesto: dalle ultime dichiarazioni mi sembra che ci sia stato un ripensamento".
L’eventuale scenario da lei prospettato in caso di accogliemento del ricorso di urgenza avrebbe come conseguenza immediata il caos totale nel mondo del calcio: anche Fiorentina e Lazio potrebbero adire il Tar?
"E’ fuor di dubbio che in questo caso, entrambe le società proporrebbero immediatamente il ricorso al giudice amministrativo per ottenere prima la sospensione delle loro penalizzazioni e la loro successiva cancellazione nel giudizio di merito. Ciò è possibile perché il procedimento disciplinare è stato unico per Juve, Fiorentina e Lazio".
Finora la Juventus ha solo attaccato la Figc: ma non avrebbe dovuto anche esperire azioni legali contro l’ex ad Antonio Giraudo e il dg Luciano Moggi, indagati per falso in bilancio, per il riconoscimento degli eventuali danni?
"La società è sempre in tempo per poter approntare l’azione civile di responsabilità contro i suoi ex amministratori. Ma se l’avesse fatta sin da quando è scoppiato lo scandalo sarebbe stato meglio, per tutelare l’interesse dei propri azionisti. Questi ultimi possono votarla in una futura riunione dell’assemblea societaria".
Dopo gli ultimi avvenimenti giudiziari, non sarebbe meglio eliminare la "clausola compromissoria" prevista dalle norme federali?
"La clausola compromissoria, che prevede il divieto per le società calcistiche di ricorrere agli organi della giustizia ordinaria per le questioni sportive, è chiaramente incostituzionale. Infatti, la nostra Costituzione prevede che per la tutela dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi si può sempre ricorre al giudice statale: fa parte dei principi fondamentali, dunque nessuno può impedire alla Juventus e agli altri club di ricorrervi. Neppure la Fifa può farlo: sarebbe contraria anche ai principi del diritto dell’Ue".
La "spallata" della clausola compromissoria è stata anche dovuta alla trasformazione a fine di lucro delle società di calcio con una legge del ’96 del primo Governo Prodi?
"Certamente. La clausola aveva un suo valore quando il calcio rimaneva in un ambito prettamente dilettantistico. Nell’era delle società per azioni a scopo di lucro è completamente superata e deve essere eliminata. Mi stupisce che un giurista come Guido Rossi l’abbia difesa a spada tratta: essa è incostituzionale".
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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