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venerdì 26 marzo 2010

Il "cappotto" del Napoli alla Juventus provinciale

En plein del Napoli in questa stagione contro la Juve: due vittorie sonanti degli azzurri all’Olimpico e al San Paolo che fruttano sei punti d’oro. Insomma un "cappotto" fuori stagione che però resterà negli annali della storia della società partenopea. La memoria del cronista va alla stagione del primo scudetto: correva la stagione di grazia 1986/87 e il Ciuccio battè la Zebra 3-1 a Torino per poi ripetersi 2-1 tra le mura casalinghe di Fuorigrotta. La vittoria di ieri sera per 3-1 ha però un connotato particolare: gli uomini di Mazzarri hanno praticamente fatto tutto da soli, mentre la Vecchia Signora (più vecchia del solito per i suoi tantissimi malanni) è stata praticamente a guardare. A cominciare dal gol dell’effimero vantaggio bianconero: sull’angolo di Camoranesi Del Piero è stato libero di porgere la palla al centro, così come Chiellini è stato franco da marcature. Gli juventini ringraziano e praticano un 4-4-2 che si trasforma via via che scorrono i minuti in un 5-5-0. Il Napoli annaspa e dimentica di fare il…Napoli con le giocate del suo trio offensivo Hamsik-Quagliarella-Lavezzi. La squadra azzurra presenta una manovra con poco costrutto lungo tutto il primo tempo: si ingolfa la fascia destra, l’unica dove si tenta (tramite Maggio) di portare scompiglio agli avversari. Si nota una scarsa propensione degli attaccanti a entrare in area di rigore.
Nell’intervallo c’è stata la "cura" Mazzarri. Il tecnico cambia le carte in tavola allargando Quagliarella e Hamsik sulle fasce, aiutati in sovrapposizione a turno da Maggio a destra, Campagnaro e Zuniga a sinistra. Risultato: il Napoli è completamente trasformato e attacca in modo tambureggiante. In più viene applicato un pressing asfissiante, soprattutto sul portatore di palla: cosa che mette in grande imbarazzo Madama Juve che perde completamente la trebisonda. E così si arriva al netto rigore su Quagliarella. Gli azzurri pareggiano? Neanche per idea: si vuole ancora tenere in suspense la tifoseria del San Paolo. E così Hamsik sbaglia dal dischetto. Ma l’errore non toglie la voglia di giungere all’1-1. Anzi, con il passare dei minuti si vede una Juve sempre più chiusa e catenacciara, senza più idee in fase offensiva, che spera di portare via la vittoria con un golletto. Il suo tecnico Zaccheroni ha fatto però i conti senza l’oste: Hamsik pareggia e inizia la fine per i bianconeri. L’allenatore di Meldola sostituisce Del Piero, che avrebbe dovuto essere espulso per somma di ammonizioni ma che l’arbitro Rizzoli ha graziato, con Grygera. Un difensore per un attaccante: il segnale è chiaro, la Vecchia Signora ha finito la benzina e tenta di portare via disperatamente un punticino proprio come una provinciale qualsiasi che tenta di scampare alla retrocessione. In campo si vedono ben cinque difensori dietro la palla. Ma il Napoli è un martello: arriva l’uno-due micidiale di Quagliarella e Lavezzi e la partita si chiude in trionfo.
I tifosi della curva B avevano lanciato il vaticinio prima dell’inizio della partita: «Noi ci crediamo!» avevano scritto su uno striscione riferendosi alla qualificazione alle coppe europee. E a fine gara alcuni di loro imploravano: «Seppelliteci qui». Ma non è il caso: il bello del Napoli è probabilmente appena iniziato.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da Tuttonapoli.net, il gol del pareggio di Hamsik
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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