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giovedì 5 maggio 2011

Convegno a Napoli: “Libertà di espressione e codice di giustizia sportiva”

Martedì 10 Maggio, alle ore 11,30 presso la sala U.I.F. del Tribunale di Napoli, sita al 1° piano Palazzina b del Nuovo Palazzo di Giustizia,si terrà il convegno "Libertà di espressione e codice di giustizia sportiva". La manifestazione è organizzata dalla Fondazione dell’Avvocatura Napoletana per l’Alta Formazione Forense dal Sindacato Forense, dall'Associazione azzurra Lex e dall'Unione Forense Napoli.

Partecipano: il dottor Carlo Iuliano - Giornalista sportivo, l' avvocato Alfredo Mensitieri - Procuratore Vicario FIGC, l'avvocato Arturo Frojo Consigliere COA Napoli – Pres. Comm. Disciplinare Sportiva Campania, l'avvocato Lucio giacomardo - Docente Diritto Sportivo Univ. degli Studi di Napoli Federico II, l'avvocato Fabio Turrà - Associazione Giuristi Italiani per lo Sport

Il dibattito sarà moderato dal giornalista della Tgr Rai Campania Antonello Perillo. Partecipano anche l'avvocato Francesco Caia - Presidente del Consiglio dell’Ordine Avvocati Napoli, l’avvocato Bruno Piacci - Presidente Fondazione Avvocatura Napoletana - Consigliere CNF, l’avvocato Luigi Canale presidente del Sindacato forense Napoli, l’avvocato Sergio Longhi presidente Azzurra Lex e l’avvocato Marino Iannone presidente Unione Forense Napoli.

venerdì 8 aprile 2011

Federsupporter: la tessera del tifoso, questa sconosciuta...ancora

Prendiamo spunto da due episodi segnalati da alcuni tifosi e riportati dalla stampa per sottolineare le difficoltà e le incongruenze nel quale si dibatte tuttora quello strumento ibrido di marketing in cui sono state forzate la filosofia e le tematiche della lotta alla violenza negli impianti sportivi. Le carenze organizzative, tecniche, comunicazionali e di trasparenza che caratterizzano la filiera della tessera del tifoso, da più parti sollevate, ed in particolare da Codacons e da Federsupporter, hanno trovato puntuale conferma nel provvedimento ( n.b. non un semplice parere) del 12 gennaio u.s. dell’Autorità Garante della Privacy che ha imposto alle società sportive “ di migliorare l’informativa da dare ai tifosi….mettendo in evidenza i dati che possono essere trattati solo su base volontaria e con consenso ad hoc…” Ma soprattutto “ i tifosi dovranno essere informati sulle caratteristiche dei trattamenti effettuati tramite la tecnologia rfid” “. A tutt’oggi non risulta alcuna risposta da parte delle richiamate società, tanto che Codacons ha ritenuto opportuno sollecitare nuovamente ‘ Autorità Garante. Questa premessa si rende necessaria per commentare, brevemente, non solo le richiamate segnalazioni dei tifosi ma, soprattutto, la replica del Ministero dell’Interno. La domanda: “ Che fine ha fatto la tessera del tifoso? Ad agosto dello scorso anno ho sottoscritto la tessera del tifoso contestualmente all’abbonamento per la stagione calcistica 2010/2011, mancano poche giornate alla fine del campionato e la tessera del tifoso non mi è stata recapitata… E nelle stesse condizioni mie si trovano tantissimi altri tifosi….. che fanno le poste ? – in Il Messaggero.it del 28.03.2011”

Dal Corriere del Mezzogiorno del 30.03.2011 :” Un lettore de Il Napolista ha scritto al sito inviando la risposta che il Ministero dell’Interno gli ha dato dopo le sue ripetute proteste per il fatto di non riuscire a trovare la tessera del tifoso negli uffici postali partenopei “ pubblicato su Pianetagenoa1893.net, dal sito” il napolista.it.”

E la risposta ministeriale è significativa in quanto richiama la responsabilità, prima, delle società sportive e, poi, dei soggetti collocatori della tessera, responsabilità per la cui evasione non è prevista alcuna penalizzazione ma solo il disprezzo per il “ cliente”. “Spiacenti degli inconvenienti e ritardi da li patiti, si comunica che già da tempo è in atto il monitoraggio delle problematiche connesse alla reperibilità e rilascio delle tessere del tifoso. In particolare per quanto riguarda il Napoli Calcio, gli organi sportivi competenti hanno qui riferito che detta società ha effettivamente disabilitato al rilascio alcuni uffici postali dislocati sul territorio italiano a causa di loro problemi tecnici e che altri sono sprovvisti materialmente delle tessere… Le confermiamo peraltro che per vedere assicurato il suo diritto a seguire la squadra del cuore in trasferta, prendendo posto, volendo, nel settore degli ospiti degli stadi ed anche in presenza di limitazioni, Lei potrà richiedere il rilascio della Tessera del Tifoso, previa autorizzazione al trattamento dei suoi dati personali nel rispetto della normativa sulla privacy, a qualsiasi Società di calcio iscritta ai campionati di Serie A, B o Lega Pro, vedendo assicurate così tutte le facilitazioni di base previste dal Programma”. Risposta che , come evidenzia il sito stesso “…ha sorpreso il tifoso che però ha riconosciuto al Ministero quella correttezza e celerità che non ha mai trovato nella società….”. Su questa replica ministeriale, peraltro, devono evidenziarsi due aspetti .

Il primo : è stata capovolta la logica della tanto sbandierata fidelizzazione che consente al tifoso possessore della tessera della SUA squadra di accedere a qualsiasi impianto sportivo. Ora si invita , nell’inerzia della società sulla quale dovrebbe pesare l’obbligo di consegnare la tessera, il tifoso a sottoscrivere una tessera qualsiasi per poter assistere alle gare della SUA squadra.

Invero “Le linee guida per gli addetti ai lavori approvate dal gruppo di lavoro tecnico” del luglio 2010 prevedono che “… possono richiedere ed ottenere la tessera del tifoso tutti i supporter che ne facciano richiesta ad una qualsiasi società sportiva . I più appassionati potranno avere anche Tessere del Tifoso di differenti squadre.” Ma sembra del tutto evidente che la passione è un sentimento “ monopolistico”, ad una sola direzione, verso qualcosa o qualcuno e non ammette devianze. Ciò è ancora più vero per la PROPRIA squadra per la quale la fedeltà è “certificata” dalla tessera- abbonamento.

Tale passione, del resto, è enfatizzata dalla stessa Lega Italiana Calcio quando afferma che “ la tessera del tifoso è il futuro per tutte le società di calcio che traggono ogni domenica energia dal cuore pulsante dei tifosi “ e che “ è un segno di riconoscimento, una dichiarazione di fedeltà alla propria squadra

Il secondo aspetto è ancora più rilevante, in quanto riguarda un inciso solo apparentemente formale quando il Ministero invita il tifoso a richiedere la tessera “… nel rispetto della normativa sulla privacy….”. Come noto, infatti, il provvedimento dell’Autorità Garante sopra richiamato, che avrebbe dovuto costituire un obbligo per i soggetti cui è stato diretto : Coni, Figc, società sportive e soprattutto Ministero dell’Interno, non ha sinora avuto alcun seguito, in quella sorta di limbo in cui sembra vivere il mondo sportivo, al di fuori di regole e di rispetto, prima ancora che per le Istituzioni, per chi consente loro ancora di esistere : i tifosi- clienti.

Alfredo Parisi - Presidente Federsupporter

mercoledì 12 gennaio 2011

Se il Comune ed Equitalia impediscono di pagare la Tarsu ai cittadini

Sono un povero contribuente del Comune di Napoli che chiede soltanto di compiere il suo dovere di pagare la Tarsu, nonostante i disservizi della raccolta. Sto attendendo pazientemente ancora la cartella del pagamento del tributo: eppure è già scaduta la prima rata del pagamento al 31 dicembre. Ai primi del mese scorso mi sono recato presso gli uffici di Corso Arnaldo Lucci e mi è stato risposto che avrei ricevuto la cartella prima di Natale da Equitalia. Sono andato il 14 dicembre anche presso la società di riscossione e ho avuto una brutta sorpresa: mi è stato consegnato un documento in cui è segnato l’importo, ma è scritto che «non esiste un indirizzo specifico per questo avviso». Dunque, sono residente a Napoli, esisto per il Comune ma non per Equitalia. Oltre al danno anche la beffa: senza la cartella non posso presentare il reclamo contro eventuali irregolarità, poiché il termine ultimo è il 20 gennaio. Non si è mai visto che un debitore debba sollecitare un creditore per poter pagare il dovuto: eppure nell’anno di grazia 2011 a Napoli può accadere.

Marco Liguori

marco_liguori@katamail.com


giovedì 22 aprile 2010

Fabio Turrà: «I divieti di trasferta sono un danno per i veri tifosi»

Il noto esperto di diritto sportivo spiega a "il pallone in confusione" l’inadeguatezza e l’ingiustizia dello stop imposto ai sostenitori delle squadre

La mancata fermezza da parte del Viminale e della giustizia sportiva nell’affrontare gli incidenti accaduti dopo il derby di Roma ha creato sconcerto nell’opinione pubblica e in molte tifoserie. Tra esse quella napoletana e genoana punite entrambe ingiustamente. I sostenitori azzurri furono puniti con il divieto di trasferta per tutto il campionato a causa dei danneggiamenti al treno Napoli-Roma dell’agosto 2008 (rivelatisi non veritieri). Invece quella genoana è stata colpita recentemente dal divieto di trasferta a Parma dopo gli incidenti del derby con la Sampdoria. "il pallone in confusione" ha intervistato l’avvocato Fabio Turrà, noto esperto di diritto sportivo, su queste ultime scottanti vicende.
Avvocato lei ha in carico alcune cause di tifosi del Napoli contro la Figc: a che punto sono?
«Sto procedendo a passo spedito, per quanto la burocrazia me lo possa consentire, con i processi nei confronti della Figc e del Coni per il risarcimento dei danni agli abbonati delle curve dello stadio San Paolo di Napoli, cui fu impedito di assistere a tre incontri nella passata stagione, per un assurdo ed ancora incomprensibile addebito di responsabilità oggettiva al Calcio Napoli, a seguito del primo incontro di campionato del campionato 2008-2009».
Può dirci qualche ulteriore particolare?
«Più di questo non posso dire, perché per personale scelta strategica processuale non voglio dare una particolare rilevanza mediatica agli sviluppi delle procedure in corso, ma sono moderatamente ottimista».
Dopo gli incidenti accaduti prima del derby di Genova il Viminale stabilì il divieto di trasferta per i tifosi genoani a Parma: non le sembra un altro caso di ingiustizia?
«Mi sembra che vietare le trasferte alla totalità dei tifosi di una squadra, in modo indiscriminato, sia eccessivamente punitivo in quanto bisognerebbe prestare maggiore attenzione all’identificazione degli autori di fatti di violenza, riservando eventuali misure coercitive solo a questi ultimi».
Cosa pensa delle ultime decisioni prese dal giudice sportivo per gli incidenti in Lazio-Roma?
«Le ultime decisioni da Giampaolo Tosel, in relazione ai gravissimi incidenti avvenuti domenica sera allo stadio Olimpico per il derby della Capitale, sono difficilmente comprensibili, se rapportate ai provvedimenti presi dallo stesso giudice per i fatti avvenuti un anno e mezzo fa (fine agosto 2008) nello stesso stadio di Roma. Voglio precisare che la gravità degli incidenti avvenuti domenica scorsa tra alcuni tifosi (anche se ho difficoltà a definirli così, per me sono semplicemente dei teppisti), che tutti i telespettatori hanno potuto riscontrare in diretta televisiva, con delle immagini raccapriccianti di scontri ripetuti e prolungati, non è neanche minimamente paragonabile a quella molto minore dei fatti dell’agosto 2008».
I media nazionali non sembrano aver dato rilievo a questi fatti gravissimi…
«Mi meraviglia anche il fatto che domenica scorsa sono trapelate, a mala pena, solo le notizie che inevitabilmente dovevano essere comunicate: tre persone accoltellate, di cui uno molto grave con ferite alla gola, una signora con due bambini che ha fatto appena in tempo a fuggire ed a mettere in salvo i suoi figli, perché la sua auto è stata data alle fiamme, un vero e proprio bollettino di guerra, insomma».
Invece l’anno scorso accadde il contrario, si ricorda?
«Non vorrei ripetermi, ma gli episodi verificatisi l’anno scorso - invece - ai quali fu dato un risalto di prima pagina dai giornali e da prima notizia nei telegiornali (tra l’altro utilizzando filmati di repertorio non riferiti ai fatti stessi) furono molto meno gravi e le indagini della magistratura penale riguardanti i presunti danneggiamenti al treno Napoli-Roma hanno portato all’archiviazione. Per quei fatti dell'agosto 2008 il Calcio Napoli ricevette la squalifica dello stadio San Paolo per ben quattro giornate, poi ridotte a tre con conseguenti danni economici per la società e per i tifosi delle curve. Per i fatti gravissimi di domenica scorsa non è stato preso alcun provvedimento di squalifica dello stadio Olimpico di Roma e nessuna restrizione per le trasferte dei tifosi giallorossi e biancocelesti!».
Sembra quindi che siamo davanti all’ennesimo caso di ingiustizia caratterizzata dal criterio "due pesi e due misure"?
«Gli atteggiamenti vittimistici non sono utili ed io non ne sono favorevole, ma questa volta mi conforta il fatto che la disparità di trattamento stabilita dal giudice sportivo, gravemente punitiva a carico del Calcio Napoli (e dei suoi tifosi), rispetto a quella blanda attuata nei confronti della Roma e della Lazio, sia stata evidenziata da persone sicuramente più autorevoli di me, quali il Dr. Bruno D’Urso Presidente dei Gip di Napoli ed ex Giudice Sportivo e Procuratore Federale, dal Dr. Guido Trombetti, Rettore dell’Università di Napoli, nonché da alcuni parlamentari che finalmente stanno facendo sentire la propria voce anche in luoghi deputati ad altro, ma che probabilmente hanno una influenza anche in ambito calcistico».
Si potrà un giorno eliminare nel diritto sportivo il principio ingiusto della responsabilità oggettiva?
«Vorrei sottolineare che l’annoso e dibattuto "muro" rappresentato dalla responsabilità oggettiva delle società di calcio, sul quale ho intenzione di organizzare degli incontri di studio dedicati agli addetti del settore giuridico-sportivo, mal vista dalla quasi totalità dei presidenti e particolarmente avversata dal Presidente Aurelio De Laurentiis, comincia a sgretolarsi: lo stesso Ministro dell’Interno Roberto Maroni ha affermato nella riunione dell’Osservatorio di ieri che "non bisogna sparare nel mucchio punendo le intere tifoserie" e per questo lo stadio di Roma non è stato squalificato. Possiamo sperare che diventerà un principio valido per tutti?».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

mercoledì 23 dicembre 2009

L’"abbaglio" di Bergonzi sul laser ha penalizzato il Napoli

Riceviamo in esclusiva per "il pallone in confusione" questo interessante commento da parte dell’avvocato Fabio Turrà di Napoli sul mancato accertamento dell’arbitro e dei suoi assistenti in merito all’impossibile utilizzo diurno da parte del pubblico partenopeo di apparecchiature laser durante la gara degli azzurri contro il Chievo

Nell’euforia generale per la vittoria sul Chievo Verona, per il decimo risultato utile, per le imminenti festività di fine anno, è passata in sordina la multa di 15.000,00 euro inflitta al Napoli dal Giudice Sportivo per il riferito utilizzo di apparecchiature laser da parte del pubblico di fede azzurra. Occorre precisare, però, l’abnorme anomalia procedurale con la quale si è giunti all’applicazione di tale sanzione. E’ ben noto che, negli ultimi tempi, durante gli incontri di calcio serali (cosiddetti posticipi), qualche buontempone – per non appellarlo con epiteti deteriori – ha iniziato a puntare tali raggi luminosi sui calciatori (in particolare sui portieri) per distrarli dall’azione di gioco e, a volte, per fargli commettere clamorosi errori (vedi anche l’errore dal dischetto dello juventino Diego). Premessa la grande difficoltà, da parte degli stewards e delle forze dell’ordine, di individuare ai varchi di accesso dello stadio i possessori di tali apparecchiature miniaturizzate (della grandezza di una penna, per intenderci), il che già rende odiosa e difficilmente sopportabile per questi casi la contestata norma sulla responsabilità oggettiva delle società di calcio, sarebbe auspicabile che il deprecabile utilizzo dei laser venisse accertato dagli addetti alla conduzione della gara (arbitri, guardalinee e quarto uomo), o dagli altri organi ufficiali presenti sul terreno di gioco (addetti della Procura FIGC e/o Commissari di Lega). Orbene, la grande anomalia cui facevo cenno innanzi consiste nel fatto che domenica pomeriggio, non appena il portiere del Chievo, Sorrentino, si è lamentato con Bergonzi per il fatto di essere accecato dalla luce a suo dire proveniente da raggi laser, l’arbitro – senza preventivamente accertare la veridicità di quanto riferito da tale giocatore – ha invitato gli addetti del Napoli a esortare il pubblico, con un annuncio a mezzo altoparlanti, a non utilizzare le apparecchiature laser. Voglio precisare che, per deformazione professionale, osservo più i particolari "tecnici" che le azioni di gioco e, poiché ero presente allo stadio, ho avuto modo di constatare, come potrà essere riscontrato in qualunque momento da chiunque, riguardando la registrazione della partita, che nessuno dei responsabili di cui sopra ha provveduto ad accertare l’effettivo utilizzo dei laser da parte del pubblico. E’ doveroso, a questo punto, ammettere che effettivamente il portiere del Chievo era accecato dalla luce, ma si trattava semplicemente di quella del sole che alle 15,34 circa si avviava basso al tramonto (guarda caso la gara, iniziata alle ore 15,00 è stata sospesa proprio al 34° minuto), visto che domenica a Napoli splendeva proprio dal lato opposto a quello in cui si trovava Sorrentino durante il primo tempo.
Inoltre, cosa non trascurabile, è impossibile puntare i raggi laser verso un obiettivo nelle ore diurne (come si pretenderebbe nel caso in esame), in quanto non si riesce ad indirizzarli e orientarli aiutandosi con la luce proiettata: ciò, a maggior ragione se il target è posto a centinaia di metri di distanza, ovvero da una curva alla porta sita dal lato opposto dello stadio.
Credo, infine, alla buona fede del Giudice Tosel, che sicuramente si è basato sul referto arbitrale di Bergonzi, ma per i prossimi incontri sarebbe auspicabile, ripeto, un più accurato e soprattutto immediato riscontro "sul campo" alle semplici lamentele da parte dei calciatori, anche per evitare che possano essere inflitte sanzioni più pesanti al Napoli, con grave ingiustizia per la possibile applicazione della "recidiva specifica" prevista dal codice di giustizia sportiva.
Fabio Turrà
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

lunedì 28 settembre 2009

Sintesi di Napoli-Siena 2-1 e interviste a De Laurentiis (da You tube)

Sintesi di Napoli-Siena 2-1


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Canale 9)


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Retequattro)

domenica 27 settembre 2009

De Laurentiis, l’arrivederci a Marino e la riconferma di Donadoni: ecco quale sarà il futuro del Napoli

Il presidente del Napoli ha di fatto congedato il dg: probabilmente vorrebbe sostituirlo con un direttore generale e un direttore sportivo

Permettete una parola? Il “sapore d’antico” che caratterizza da tempo il Napoli prosegue ancora. Lo si nota leggendo le dichiarazioni rilasciate dal presidente De Laurentiis a Sky su Donadoni prima di Napoli – Siena. «Molto spesso, anche quando si prendono delle decisioni, si prendono delle decisioni che difficilmente sono obiettive perché sono dettate dalla casualità momentanea. Quindi, voglio dire, la stessa scelta di Donadoni fu fatta sulla casualità momentanea di dover dare un segnale allo spogliatoio». Senza falsa modestia, posso dire che il presidentissimo azzurro si trova d’accordo con la mia opinione che espressi all’indomani dell’esonero di Reja (clicca qui per leggere): l’ex allenatore della Nazionale è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. E ciò anche se ha fatto un dietrofront improvviso a fine gara affermando «lasciatelo stare» rivolto a Donadoni e congedando di fatto Pierpaolo Marino. «Il direttore generale – ha detto il presidente – ha compiti di organizzare le strutture, se vuole avocare a sé quel che in altri club è diviso tra direzione generale e direzione sportiva, è un suo fallimento. Questo non è un processo a Marino: sono cose sotto gli occhi di tutti. Lasciatemi resettare…». E l’addio a Marino è stato formalizzato poco fa dal presidente sul sito del Napoli: «Dopo 5 anni le nostre strade si dividono»: forse l'eventuale incontro di domani dovrebbe essere solo una formalità per l'arrivederci al dirigente azzurro. Dunque le responsabilità della campagna acquisti incompleta del Napoli, nonostante la cifra faraonica di 50 milioni di euro spesi, e delle cessioni dannose di Mannini e Blasi sembrerebbero ricadere, alla luce dei recenti fatti, sull’ormai ex dg. Sono due vuoti che al momento difficilmente potranno essere colmati: sarebbe stato più opportuno una loro sostituzione. La loro assenza si è fatta sentire durante la sciagurata gara contro l’Inter: soprattutto quella di Blasi. Se ci fosse stato il “guerriero” difficilmente la squadra nerazzurra avrebbe preso il sopravvento a centrocampo in modo così smaccato. La linea mediana del Napoli è (e resta) di fatto leggera, con Cigarini, Gargano e Hamsik. In più manca una vera punta d’area: Quagliarella cerca di adattarsi, ma non è il suo ruolo. E’ un equivoco da eliminare al più presto.
Ciò potrebbe significare due cose: innanzitutto De Laurentiis sa già che dovrà dividere le competenze tra il direttore generale e quello sportivo, assommate al momento da Marino. L’altro importante elemento è che il numero uno azzurro conosce già chi potrebbero essere i nomi dei due “papabili” a queste cariche. Se non li avesse già sotto mano, lascerebbe la società senza una, anzi due guide operative: ma sicuramente De Laurentiis, da imprenditore avveduto qual è, avrà già preso le sue decisioni. La domanda che si può porre è la seguente: ma perché ha aspettato soltanto adesso a congedare Marino? Forse la risposta è proprio nel fatto che non aveva i suoi giusti rimpiazzi. Altra domanda: perché non ha esonerato Donadoni, soprattutto dopo la disfatta con l’Inter? De Laurentiis sa benissimo che molto difficilmente un altro allenatore verrebbe a Napoli con l’attuale situazione incandescente. Significherebbe inoltre gettare la squadra in un altro cambio inutile traumatico: meglio quindi rimanere tutto così com’è. Non a caso, il presidente si è pentito dell’esonero del tecnico che lo aveva portato dalla serie C1 alla A: «E ciò venne fatto mettendo da parte una persona che aveva dato moltissimo e che io ritengo un grande amico, un grande professionista e che è stato una mia vera, grande, unica esperienza in questo quinquennio, cioè l'amico Edy Reja». Sicuramente non vorrà pentirsi una seconda volta. Però Donadoni resterà sotto esame fino alla fine del campionato: solo allora, tranne eventuali altri problemi, sarà presa una decisione su di lui.
Oggi il Napoli ha giocato contro il Siena più con la forza dell’orgoglio e dei nervi che con schemi e geometrie. C’è stata comunque una grande e decisa reazione dei giocatori: va dato merito anche a Donadoni di averli “caricati” con motivazioni consistenti, nonostante il clima plumbeo che ormai attanaglia Castelvorturno. L’arbitro Valeri ha negato un rigore per fallo su Maggio: è vero che il difensore senese tocca prima il pallone, ma la sua azione è stata particolarmente violenta. Probabilmente un altro direttore di gara l’avrebbe concesso: siamo ormai alla libera interpretazione del regolamento. Per fortuna, l’ha almeno dato per il fallo di mano di Brandao: meno male, perché i tifosi napoletani cominciano a stufarsi degli errori arbitrali. Datolo oggi è sembrato che abbia iniziato a prendere confidenza con il ruolo di esterno sinistro, a cui si dovrà adattare. Con la vittoria odierna comincia la grande sfida per Donadoni: trasformare diversi buoni solisti in una vera orchestra, magari con qualche intervento mirato ed efficace sul mercato a gennaio. Se ci riuscirà, convincerà De Laurentiis che non è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato e potrà continuare a lavorare per riportare in alto il Napoli.
Marco Liguori
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domenica 28 giugno 2009

Canale 9 ricorda Donna Luisella, tifosa "anema e core" del Napoli

Riceviamo dai colleghi di Canale 9 e pubblichiamo

La dirigenza del Napoli, squadra sinora assoluta protagonista della sessione estiva di calciomercato in Italia, sta puntellando la propria rosa con rinforzi di assoluto valore. Tuttavia, ai nastri di partenza della stagione che verrà, Napoli ed il Napoli dovranno affrontare un incolmabile vuoto, quello lasciato dalla scomparsa di Luisella Fariello, la mitica "donna Luisella". La nonnina più amata dai tifosi napoletani si è spenta all'età di 87 anni. Memoria storica del calcio a Napoli, seguiva i colori azzurri dall'età di 8 anni "Mio padre mi portò a vedere una partita degli azzurri, rimasi affascinata da quello sport e dalla passione per quei colori".In affettuoso omaggio alla tifosissima azzurra nata e vissuta nel quartiere Sanità, abbiamo raccolto e pubblicato le videotestimonianze più belle rilasciate da donna Luisella a Canale9 ai microfoni di "Tutti in Campo".La redazione di "SportMagazine" vuole porre così il giusto tributo ad una donna che, nel corso della sua ultra sessantennale frequentazione dello Stadio San Paolo, ha rappresentato in maniera emblematica la napoletanità a 360 gradi, figlia di una passione difficilmente riscontrabile ad altre latitudini. La passione per un calcio che è stato e che probabilmente, ahinoi, non tornerà più.http://www.9online.it/sport/2009/06/26/addio-donna-luisella/

domenica 24 maggio 2009

Il romanzo della convenzione tra il Napoli e il Comune generoso per lo stadio

Questo è il romanzo, dettaglio per dettaglio, della convenzione stipulata il 7 novembre 2005 tra il Comune di Napoli e la rinata Società sportiva calcio Napoli (denominata fino al maggio 2006 Napoli Soccer) per l'uso da parte di quest'ultima dello stadio San Paolo. Mi sono occupato di questo tema nel 2007 per Quotidiano.net: ora torna di attualità poiché alla fine di questa stagione calcistica l’intesa (che ha valore retroattivo dalla stagione 2004/05) scadrà. Sei mesi prima del suo termine, ossia alla fine del prossimo giugno, la società di Aurelio De Laurentiis avrebbe dovuto spedire una raccomandata a/r per esercitare il rinnovo per altre cinque stagioni "ai medesimi patti e condizioni" come recita l’articolo 4. E vista la generosità del padrone di casa, ossia del Comune, c’è da immaginare che sia l’abbia fatto. Infatti, l’ente non ha preteso l'affitto dall'inquilino per il primo anno e gli ha concesso una forma di pagamento del canone di locazione particolarmente vantaggiosa per gli altri quattro: in più gli ha pagato l'acqua calda, l'elettricità e il riscaldamento e gli ha già messo per iscritto un rinnovo alle stesse condizioni per i successivi cinque anni. La convenzione concede l'uso esclusivo alla società calcistica del terreno di gioco, di gran parte della tribuna centrale e il parcheggio da 250 posti posto nelle vicinanze dello Stadio. Inoltre, il Napoli ha ottenuto anche il servizio bouvette e ristorazione nelle tribune d'onore, vip e autorità: vi è stato inclusa anche l'apertura di spazi commerciali.
Il documento, prima della firma definitiva apposta dal presidente della società azzurra, Aurelio De Laurentiis, e dal dirigente del Servizio Gestione Grandi Impianti Sportivi del Comune di Napoli, Bruno Giacomo Pierro, è stato oggetto di lunghe trattative tra il Napoli e l'ente locale. Al termine di queste, la prima Giunta del sindaco Rosa Iervolino Russo, con il voto favorevole di 14 assessori su 17 (tre assenti), deliberò il 4 marzo 2005 il testo della convenzione. Il Consiglio Comunale approvò il 28 giugno 2005, con una serie di emendamenti, il documento definitivo alla presenza di 34 consiglieri su 60. In quella seduta si registrarono assenze eccellenti di alcuni esponenti di rilievo della politica napoletana: come quella del leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, di Gennaro Migliore, allora consigliere di Rifondazione Comunista, e di Antonio Martusciello, esponente di spicco di Forza Italia. Il documento passò con una larga maggioranza bipartisan tra centrodestra e centrosinistra: gli unici a votare contro furono Alessandro Fucito e Raffaele Carotenuto di Rifondazione comunista. Si astennero il presidente del Consiglio Giovanni Squame e il consigliere Antonio Funaro. Nel verbale dei lavori che accompagna il testo sottoposto all'approvazione si nota un certo nervosismo: votare contro o astenersi significava assumersi la responsabilità politica di non far giocare il Napoli nello stadio di proprietà comunale.
Durante le dichiarazioni di voto finale, ci fu un "mal di pancia" tra le fila di An: il consigliere Vincenzo Moretto preannunciò "il voto contrario del gruppo di An". Ribattè subito il capogruppo Pietro Diodato affermando che "i consiglieri Laboccetta e Moretto parlano a titolo personale, i vertici di An sono a favore del provvedimento". Non sembrava troppo convinto della convenzione Ciro Fiola dello Sdi: nel verbale è riportato "sostiene che voterà a favore soltanto per disciplina di maggioranza".
Stando al testo della convenzione, il Napoli dovrà versare un canone al Comune a seconda del campionato in cui milita: il 3% in serie C, il 4% in serie B, il 6% in serie A. La quota è elevata dello 0,5% nel caso in cui il Napoli rilevi il servizio di bouvette dell'intero stadio, per effetto della scadenza dell'attuale concessione. Le percentuali valgono singolarmente sia per i biglietti venduti in ciascuna partita, che per gli abbonamenti stagionali venduti. Ma qui c'è il primo atto di generosità del padrone di casa. "Per incassi netti si intendono gli introiti derivanti – si legge nella convenzione – dalla vendita di biglietti unitari a pagamento al netto dell'Iva, dei diritti Siae, dei diritti di prevendita, dei costi di biglietteria e di controlleria, della percentuale spettante alla squadra ospite, della percentuale spettante alla Lega Nazionale Figc ed eventualmente all'Uefa e alla Fifa". Ciò vuol dire che il Comune, proprietario dell'impianto, è l'ultimo creditore ad essere soddisfatto sugli incassi totali: ottiene soltanto le rimanenti briciole. Le stesse tipo di percentuali e modalità di calcolo sono state accordate anche per gli abbonamenti, con in aggiunta tre tetti massimi di 25mila, 50mila e 100mila a seconda del campionato disputato.
Torniamo un attimo indietro. L'attenzione cade sul preambolo della delibera di Giunta in cui si fa accenno alla "bozza di convenzione inviata dalla Napoli Soccer e ricevuta in data 28/2/2005". In essa, la società presieduta da De Laurentiis aveva evidenziato 11 richieste. A questo proposito, l'amministrazione Iervolino rispose che "ritiene di dover procedere all'approvazione dello schema di convenzione, così come inizialmente concordato tra le parti, senza tenere conto delle ulteriori richieste avanzate dalla Napoli Soccer, che giammai possono essere accolte in quanto lesive degli interessi di cui l'ente è portatore". Peccato che, come si evince dalla successivo testo della delibera, la Giunta ha accettato sette proposte della società azzurra. Il primo punto accettato dal Comune riguarda la "rinunzia per i corrispettivi dovuti" relativi ai canoni, "dovuti fino alla sottoscrizione del contratto, non deve essere per il periodo intercorrente fino alla firma del contratto, ma solo per la stagione in corso 2004/05". Invece, la Giunta aveva deliberato che "espressamente rinuncia ai corrispettivi che fino alla data di sottoscrizione risulteranno dovuti a qualsiasi titolo dalla Napoli Soccer per l'utilizzo dell'impianto": un emendamento in Consiglio ha riportato all'originario testo voluto dal Napoli. Ma c'è di più: il Napoli ha ottenuto gratuitamente lo stadio per tutta la stagione 2004/05, in cui militava in serie C1. Infatti, l'articolo 7 della convenzione prevede che "qualunque imposta e/o canone sulla pubblicità, qualora la squadra calcistica della Napoli Soccer militi nel campionato di serie C, resta definitivamente assorbita, e quindi virtualmente assolta, nel corrispettivo di concessione". Siccome quest'ultimo per il 2004/05 non era dovuto, ne consegue che la società presieduta da De Laurentiis non ha versato un solo euro al comune. Ma c’è di più. Ai sensi dell'articolo 14 della convenzione, il Comune ha posto a suo carico la manutenzione ordinaria e straordinaria e la pulizia delle parti non concesse in uso esclusivo alla società azzurra. L'ente si è assunto anche l'onere della derattizzazione e bonifica, l'erogazione dell'acqua calda, dell'energia elettrica e del riscaldamento "dell'intero compendio immobiliare".
Riguardo alla gestione della pubblicità in serie B e in serie A, il Napoli deve rispettivamente al Comune "l'importo forfettizzato di 25.000 euro per ciascuna stagione calcistica" e "la corresponsione di un importo pari al 4% degli introiti del concessionario per la vendita unicamente della pubblicità fissa con un minimo garantito di 45.000 euro all'anno".
Il club azzurro aveva richiesto "l'esclusione dal calcolo di quota percentuale del corrispettivo al Comune di Napoli alla Napoli Soccer di importanti spazi destinati alla pubblicità fissa (maxischermi panoramici sugli spalti e pubblicità all'interno delle aree coperte)". Ciò è stato accettato in gran parte nell'articolo 7.5 della delibera di Giunta, modificata dal Consiglio comunale solo in un punto. Nel testo si prevede che, dal calcolo del 4% previsto per la militanza in Serie A resti esclusa la vendita della pubblicità nelle aree coperte del San Paolo, compresa anche quella proiettata sui maxi schermi panoramici che, secondo l'emendamento consiliare, avrebbero dovuti essere installati dal Napoli "entro e non oltre l'anno solare in corso", ossia quello di firma della convenzione. Degli schermi finora non c'è traccia. Dal calcolo del 4% restano escluse "tutte le entrate del concessionario per sponsorizzazioni a qualunque titolo" e anche "la vendita di tutta la pubblicità al di fuori degli impianti pubblicitari fissi allestiti o allestendi nelle aree scoperte poste all'intero dello stadio San Paolo".
La società azzurra ha avuto anche un altro grazioso regalo. Esso riguarda il fatto che "sono espressamente escluse ed esentate dal pagamento di qualunque imposta o canone sulla pubblicità le partite di calcio organizzate dalla Fifa, dall'Uefa e quelle organizzate, anche nell'ambito di minitornei, con il patrocinio del Comune di Napoli, tanto che sia impegnata la squadra calcistica della Napoli Soccer quanto non lo sia, così come pure le partite che dovessero giocare nell'impianto squadre di calcio rappresentative Nazionali". Quindi se il Napoli dovesse partecipare alla Coppa Uefa o alla Champions League non dovrà pagare le imposte sulla pubblicità al Comune.
Il Comune ha anche accettato l'installazione "da parte del concessionario di tabelloni e/o rotor e altri impianti pubblicitari di qualunque natura e genere ovunque all'interno dell'impianto, anche sulla pista di atletica leggera e su qualunque struttura degli spalti ad essi attigua". Inoltre, le parti hanno convenuto che nulla è dovuto dal Napoli (che lo ha espressamente richiesto) per lo sfruttamento mediatico dell'impianto.
Il Ragioniere generale del Comune, Maria Rosaria Nedi, in una sua lettera del 19 aprile 2005, indirizzata al dirigente del Servizio segreteria della Giunta, segnalò una serie di perplessità riguardo alla proposta di convenzione da poco approvata dalla Giunta Iervolino. In particolare, il Ragioniere segnalò che il dirigente del Servizio grandi Impianti Sportivi, Bruno Giacomo Pierro, aveva evidenziato che "dalla convenzione derivano minori entrate rispetto a quelle derivanti dalla convenzione con la Società Sportiva Calcio Napoli", ossia con il vecchio Napoli fallito nel 2004. Inoltre, sottolineava all’epoca la massima dirigente contabile, "in relazione alle spese che derivano dalla proposta è necessaria che venga assicurata la stessa copertura", poiché per il Ragioniere generale non è possibile "procedere alla compensazione con le entrate, come previsto all'articolo 12.2 dello schema di convenzione". Considerate le caratteristiche della convenzione, c’è da chiedersi se alla Corte dei Conti e agli altri organi preposti al controllo sugli atti comunali conoscono il contenuto di questa convenzione.
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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