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venerdì 25 marzo 2011

Napoli, radiografia di una storia di successo

“Il pallone in confusione” ha analizzato in dettaglio il bilancio 2009/10 della società azzurra: i 111 milioni di ricavi hanno coperto i 107 milioni di costi e consentito il rafforzamento della rosa. Incremento record del 118% per merchandising e licensing grazie al consistente apporto dei tifosi

«Oj vita, oj vita mia, oj core ‘e chistu core». Il Napoli è giunto al suo quarto anno con un bilancio in utile. Al 30 giugno 2010 l’attivo è stato pari a 343mila euro risultato che consente alla società di Aurelio De Laurentiis di avere un patrimonio netto positivo per 25,1 milioni: l’ultimo esercizio a cui ha partecipato, sia pure soltanto per tre mesi, l’ex direttore generale Pierpaolo Marino. Numeri che consentono di sostenere con tranquillità i costi e l’indebitamento per la campagna di rafforzamento del parco calciatori. Punto di forza della società azzurra sono i 111 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2008/09) che consentono di sostenere i 107 milioni di euro di costi incrementatisi di circa 20 milioni: la differenza è positiva per 3,2 milioni. E’ questa la fotografia dell’equilibrio economico che permette la politica di rafforzamento della rosa calciatori caratterizzata da 44,1 milioni di ammortamenti e che riesce ad assorbire l’aumento pari al 25,19% degli stipendi. Non solo: il buon stato della gestione caratteristica consente per l’ennesimo anno l’assenza di indebitamento bancario. «L’incremento dei costi della produzione registrato è fisiologico – si legge nella relazione sulla gestione – sostenibile e legato ad una precisa scelta strategica di investimento della società». Non solo: la situazione consente ulteriori investimenti futuri, considerato anche che la squadra ha percorso un cammino lusinghiero in Europa League nei primi sei mesi dell’esercizio attuale che valgono ulteriori entrate. E a proposito di competizioni europee, occorre una premessa: gli introiti mancanti da esse pesano per il 2,3% sul totale complessivo dei ricavi. Ma passiamo ad esaminare le cifre in dettaglio.

QUANTO CONTA L’AMORE DEI TIFOSI

E’ nota la passione dei napoletani per seguire la propria squadra del cuore allo stadio San Paolo, dotato di 60.240 posti a sedere. Quanto vale? Ben 15,7 milioni tra biglietti venduti (9,8 milioni) e abbonamenti (5,9 milioni). Vanno aggiunti 1,3 milioni per la percentuale sugli incassi per le gare fuori casa, per un totale complessivo di 17,2 milioni. Ma non c’è soltanto lo stadio. Citando una celebre canzone di Peppino di Capri, il Napoli è «’na malatia» e i suoi tifosi “jesceno pazzi” per i prodotti su cui sono impressi i marchi azzurri. Sciarpe, maglie, cappelli, caffettiere, pupazzetti e tanti altri oggetti sono ambitissimi e rientrano nelle voci di bilancio merchandising e licensing (in cui rientrano le aziende che hanno diritto allo sfruttamento dei marchi) che hanno conseguito un vero e proprio boom. Per la prima voce il Napoli ha incassato 432mila euro (+185%): ben più elevato l’introito per il licensing pari a 3,7 milioni (+120%). Assieme ai 438mila euro per “altri proventi commerciali” l’incasso totale è di 4,6 milioni (+118%).

DIRITTI TV E RADIO

Nonostante il calo del 5%, i diritti tv restano una componente molto importante dei ricavi azzurri con 48,2 milioni che pesa per il 49% sul totale dei ricavi. La cifra è composta da 41,6 milioni di diritti casalinghi e da 6,6 milioni derivanti da squadre ospitanti. La suddivisione è l’ultima svolta con il vecchio sistema: dalla stagione in corso sarà svolta con il sistema centralizzato previsto dalla legge Melandri/Gentiloni. La relazione sulla gestione spiega che la diminuzione è dovuta «in particolare dalla mancata partecipazione della squadra alle competizioni internazionali». Invariati i proventi radiofonici a 430mila euro.

SPONSOR E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE

Lo sfruttamento dei diritti d’immagine sta diventando anno per anno uno dei “cavalli di battaglia” del Napoli. La cifra introitata è di 7,4 milioni con un incremento pari al 18%. In aumento anche le sponsorizzazioni (+1,4%) che hanno raggiunto il totale di 20,9 milioni: spiccano i 3,6 milioni degli sponsor istituzionali che hanno fruttato un aumento di 480mila euro in più.

PROVENTI LEGA SERIE A E GESTIONE CALCIATORI

Il sesto posto conquistato dal Napoli lo scorso campionato è valso, oltre alla qualificazione in Europa League, anche 2,7 milioni in contributi erogati dalla Lega di Serie A con un incremento monstre del 296%. Invece la gestione netta del parco calciatori ha ottenuto un risultato positivo per 7,78 milioni. Si segnala la plusvalenza complessiva, pari a 6,6 milioni, per le cessioni di Daniele Mannini alla Sampdoria (4,9 milioni) e Matteo Contini al Saragozza (1,7).

COSTI: STIPENDI E AMMORTAMENTI

Due sono le voci di costo più importanti in un bilancio di una società di calcio: stipendi e ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (cosiddetti “cartellini”). Questi ultimi hanno raggiunto i 40,4 milioni (+45%): anche questo incremento è dovuto al potenziamento della rosa. I salari dei tesserati (calciatori e allenatori) si sono attestati a 35,1 milioni (+25%) Il dato è così scomposto: il monte stipendi dei calciatori è di 29 milioni con 985mila euro per la quota variabile legata ai risultati sportivi. Gli allenatori hanno introitato 4,2 milioni con 569mila euro per gli obiettivi raggiunti. Nonostante l’incremento, per dirla con Totò, sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’ammontare versato dalle tre big del nostro campionato. L’Inter ha pagato in totale 222 milioni (146 milioni per i calciatori, 25,1 milioni per i tecnici più 51 milioni per premi rendimento), mentre i cugini del Milan nel bilancio chiuso al 31/12/2009 164,1 milioni (149 milioni per compensi calciatori, 7,2 milioni per gli allenatori più 4,3 milioni per la quota in base ai risultati conseguiti e 3,6 milioni per compensi istruttori e tecnici). Meno spendacciona è la Juventus che ha versato 114,2 milioni in stipendi più premi variabili per 1,1 milioni e altri compensi per 4,5 milioni.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da www.casertace.it la curva B dello stadio San Paolo

Per chi volesse approfondire, cliccare qui per leggere il bilancio 2009 del Milan

venerdì 9 luglio 2010

De Laurentiis a LunaSport: “Punto su Mazzarri, faremo a breve qualcosa di interessante”

Il presidente del Napoli da Roma in esclusiva alle reti Lunaset: “Non voglio rivoluzionare la rosa, appena avremo ceduto qualche esubero faremo i colpi”

“Inizia la settima stagione targata De Laurentiis con grande fiducia e soprattutto con Mazzarri sin dall’inizio. Veniamo da un campionato in cui abbiamo fatto un grande recupero dopo l’handicap iniziale di 7 gare. Se Mazzarri fosse venuto da giugno 2009 ad allenare il Napoli probabilmente il 2° o il 3° posto non ce l’avrebbe tolto nessuno, con o senza gli errori arbitrali che ci hanno pur danneggiato”. Così parlò Aurelio De Laurentiis, intervistato in esclusiva a Roma da LunaSport e TvLuna, reti del Gruppo Lunaset. Nel corso degli ultimi giorni di riprese di “Amici Miei, come tutto ebbe inizio…” in corso a Cinecittà, il presidente del Napoli ha parlato anche di mercato e di progetti futuri. “Ho il dovere assoluto di dire che non voglio cambiare molto. Quello che sto cercando di fare è di dare una corretta impostazione che duri nel tempo: se io ho fatto bene l’altro anno, non devo sfasciare tutto e tutti. Con tutti i giocatori in esubero che abbiamo noi potremmo fare tre squadre: molti di essi non sono più da Napoli. Nella gestione passata sono stati sbagliati i contratti che ci hanno appesantito il bilancio, per questo ora stiamo cercando di fare pulizia. Noi abbiamo un allenatore che opera bene e che ha la sua filosofia: se l’ho ingaggiato devo sposare anche le sue tecnicalità, le sue modalità e Mazzarri mi ha sempre detto: “Guardi De Laurentiis, non mi dia più di 16-17 giocatori se dobbiamo fare al massimo il campionato italiano, 21-22 nel caso di una competizione europea”. Ora – ha aggiunto il patron degli azzurri a LunaSport - devo cercare di dargli quelle pedine che gli siano realmente utili”. De Laurentiis spiega la sua filosofia di mercato: “A fronte delle entrate ci devono essere delle uscite. Quando alcuni giocatori andranno via saranno senz’altro rimpiazzati. I Mondiali ci hanno insegnato che va avanti il gruppo e non le individualità stile Argentina o Brasile. C’è bisogno di darsi una calmata e comprendere che il mondo del calcio si è modificato e che ci sono dei parametri da rispettare, che non possiamo fare il circo ad uso e consumo dei Platini e dei Blatter”.
L’intervista integrale, di circa mezzora, andrà in onda sull’intero circuito Lunaset domani (sabato 9) e dopodomani (domenica 10) ai seguenti orari: sabato su TvLuna alle ore 20; su LunaSport alle ore 12, 19, 21 e 23.15; su Lunasat Sky 852 ore 20.20; su Telenostra ore 19.10; su Tvluna2 ore 14.30; su TeleBenevento ore 16.10. Domenica: su TvLuna ore ore 23; su LunaSport ora 12.30, 14.30, 17.30 e 22.30; su Lunasat Sky 852 ore 22; su Telenostra ore 17.30; su TvLuna2 ore 21.00, su TeleBenevento ore 20. Infine sui progetti futuri: “Nessuno si deve dimenticare che un pezzo di carta mi è costato 32 milioni di euro. E da lì siamo partiti. E mi sono meravigliato che 8 mesi fa ho scoperto che le mie giovanili non sono così forti così come dovevano essere. Adesso la Primavera giocherà con lo stesso modulo: il nuovo allenatore Miggiano prenderà indicazioni direttamente da Mazzarri. Abbiamo preso gli osservatori che prima non avevamo e grazie a loro prenderemo giovani talenti. Ho un grande rispetto dei tifosi, ma le tifoserie – ha concluso a LunaSport - devono essere ragionevoli perché il mondo sta cambiando e cambierà ancora di più. E con esso dobbiamo confrontarci. In ogni caso dico loro: state sereni, perché presto il Napoli qualcosa di interessante lo farà”.

giovedì 7 gennaio 2010

I conti da Champions League del Napoli

La società ha ottenuto nel 2008/09 il terzo bilancio in utile consecutivo dell’era De Laurentiis con 10,9 milioni: l’analisi de "il pallone in confusione" rileva l’assenza di indebitamento bancario e ricavi per oltre 108 milioni

Aurelio De Laurentiis esibisce ancora una volta conti da Champions League. Il Napoli ha inanellato nell’esercizio 2008/09 il terzo bilancio in utile dell’era del patron azzurro: un risultato eccellente che va a braccetto con gli 11 risultati utili conseguiti finora in campionato. Secondo l’analisi svolta da "il pallone in confusione" il risultato raggiunto nella stagione appena trascorsa è di 10,9 milioni di euro, un milione circa in meno dell’anno precedente: il calo è stato causato dal peggioramento dei proventi e oneri finanziari (-1,4 milioni su cui gravano 2,1 milioni di compartecipazioni) e dall’assenza di proventi e oneri finanziari. Ciò non inficia assolutamente sull’ottimo stato di salute dei conti della società azzurra, testimoniato dalla crescita del patrimonio netto (ossia i mezzi propri) passato da 13,8 a 24,8 milioni. Il consiglio di amministrazione ha una politica improntata alla massima prudenza: gli utili sono rivolti a irrobustire le riserve e non sono distribuiti alla controllante Filmauro. Ciò significa che la società si muove con le proprie gambe senza bisogno di interventi da parte della capogruppo: quest’ultima ha prestato garanzie alla Lega calcio per 25,4 milioni per gli impegni del calciomercato. Un elemento essenziale in vista dei futuri ulteriori investimenti per altri giocatori di alto livello. Il quadro economico/finanziario del Napoli corrisponde, come si vedrà dopo anche in dettaglio, al rispetto dei richiami svolti dal presidente dell’Uefa, Michel Platini, sulla necessità dell’equilibrio economico finanziario delle squadre che partecipano ai tornei continentali.
Il bilancio chiuso al 30 giugno scorso presenta due fatti molto importanti: il calo dei debiti totali del 22,4% (assestatisi a 55,3 milioni) e l’assenza dell’indebitamento bancario. Un ottimo risultato dovuto alle capacità di autofinanziamento del Napoli. Per contro si nota una diminuzione del 27% dei crediti da clienti (ammontati a 6,6 milioni): ciò è stato influenzato, si legge nella relazione sulla gestione, "dal default incorso durante l’esercizio a carico di uno dei maggiori sponsor della società". Il Napoli spiega ancora nella nota integrativa che "le perdite su crediti rilevate nell’esercizio in esame riguardano, prevalentemente, la perdita del credito vantato nei confronti di uno sponsor ammesso alla procedura di concordato preventivo". La società in questione è la Diadora: nessun problema per la società di De Laurentiis che ha inserito alla voce "perdite su crediti eccedenti il fondo svalutazione" 2,6 milioni. Da registare la consistente diminuzione del 18% dei debiti verso le altre società per le campagne acquisti.
L’oro del Napoli è costituito dall’incremento costante anno dopo anno del valore della produzione: quest’anno ha superato il 22% toccando i 108,2 milioni. Questo importo ha superato di oltre 20 milioni gli 88 milioni di costi, compensando ampiamente il loro aumento del 24%. Il boom dei ricavi è dovuto essenzialmente ai diritti tv (+17,8%, 51 milioni di cui 1,6 per competizioni Uefa), ai proventi da sponsorizzazioni (+11,3%, 20,7 milioni). Si è registrata un’altra esplosione, relativa agli incassi da merchandising e licensing passati da 640mila a 2,1 milioni: il Napoli punta molto sull’ulteriore sviluppo di questo settore. Sostanzialmente invariata la voce "proventi vari" dove spiccano 6,3 milioni per sfruttamento diritti d’immagine e 430mila euro per diritti radiofonici. I proventi da botteghino, abbonamenti e percentuale di incassi fuori casa hanno fatto registrare un +15%. Nel dettaglio si è registrato una diminuzione degli incassi dei biglietti (-11,2%, 5,7 milioni) compensata da quelli per le gare di Intertoto e Coppa Uefa pari a 2,5 milioni. Oltre a ciò la società azzurra ha incassato poco più di 10 milioni per le plusvalenze di 5 giocatori. Le transazioni più importanti riguardano Domizzi (3,6 milioni) all’Udinese, Calaiò (3,6 milioni) al Siena e Garics (2,7 milioni) all’Atalanta. A proposito della gestone calciatori, nel bilancio non sono riportate le operazioni di compravendita della scorsa estate poiché sono state effettuate dopo la chiusura dell’esercizio.
Riguardo ai costi sono tre le voci principali: le spese per servizi (+21,66%), il costo del lavoro (+16,27%) e quelle per gli ammortamenti (+22%, 31,3 milioni) che riguardano per la quasi totalità i valori dei diritti alle prestazioni (cartellini) dei giocatori. La voce stipendi per i tesserati è passata da 23 a 28 milioni: il monte stipendi dei 32,5 giocatori (media calcolata dal Napoli) è passato da 20,6 a 24,7 milioni. Un livello che resta basso, soprattutto se lo si paragona all’Inter prima in classifica (circa 200 milioni). Invece gli 8,83 allenatori hanno percepito 2,4 milioni.
Infine, per la prima volta da quando il presidente De Laurentiis ha preso il comando della corazzata Napoli, i cinque membri del cda hanno percepito un compenso di 240mila euro. Una piccolo riconoscimento per la "tripletta" consecutiva per i bilanci chiusi in utile.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE
Nella foto, tratta da www.justnapoli.it/, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

lunedì 28 settembre 2009

***MARINO E' ENTRATO NELLA SEDE FILMAURO PER INCONTRARE DE LAURENTIIS***

Il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, è giunto da pochi minuti nella sede della Filmauro a Roma per incontrare il presidente della squadra partenopea Aurelio De Laurentiis. Ieri il patron del Napoli aveva rilasciato un'intervista televisiva facendo chiaramente capire l'intenzione di interrompere il rapporto con il suo direttore generale, nonostante questi abbia un contratto per le prossime quattro stagioni, oltre a quella attuale.
Fonte: Ansa

Sintesi di Napoli-Siena 2-1 e interviste a De Laurentiis (da You tube)

Sintesi di Napoli-Siena 2-1


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Canale 9)


Intervista a De Laurentiis dopo la partita: congedato Marino (Da Retequattro)

domenica 27 settembre 2009

De Laurentiis, l’arrivederci a Marino e la riconferma di Donadoni: ecco quale sarà il futuro del Napoli

Il presidente del Napoli ha di fatto congedato il dg: probabilmente vorrebbe sostituirlo con un direttore generale e un direttore sportivo

Permettete una parola? Il “sapore d’antico” che caratterizza da tempo il Napoli prosegue ancora. Lo si nota leggendo le dichiarazioni rilasciate dal presidente De Laurentiis a Sky su Donadoni prima di Napoli – Siena. «Molto spesso, anche quando si prendono delle decisioni, si prendono delle decisioni che difficilmente sono obiettive perché sono dettate dalla casualità momentanea. Quindi, voglio dire, la stessa scelta di Donadoni fu fatta sulla casualità momentanea di dover dare un segnale allo spogliatoio». Senza falsa modestia, posso dire che il presidentissimo azzurro si trova d’accordo con la mia opinione che espressi all’indomani dell’esonero di Reja (clicca qui per leggere): l’ex allenatore della Nazionale è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. E ciò anche se ha fatto un dietrofront improvviso a fine gara affermando «lasciatelo stare» rivolto a Donadoni e congedando di fatto Pierpaolo Marino. «Il direttore generale – ha detto il presidente – ha compiti di organizzare le strutture, se vuole avocare a sé quel che in altri club è diviso tra direzione generale e direzione sportiva, è un suo fallimento. Questo non è un processo a Marino: sono cose sotto gli occhi di tutti. Lasciatemi resettare…». E l’addio a Marino è stato formalizzato poco fa dal presidente sul sito del Napoli: «Dopo 5 anni le nostre strade si dividono»: forse l'eventuale incontro di domani dovrebbe essere solo una formalità per l'arrivederci al dirigente azzurro. Dunque le responsabilità della campagna acquisti incompleta del Napoli, nonostante la cifra faraonica di 50 milioni di euro spesi, e delle cessioni dannose di Mannini e Blasi sembrerebbero ricadere, alla luce dei recenti fatti, sull’ormai ex dg. Sono due vuoti che al momento difficilmente potranno essere colmati: sarebbe stato più opportuno una loro sostituzione. La loro assenza si è fatta sentire durante la sciagurata gara contro l’Inter: soprattutto quella di Blasi. Se ci fosse stato il “guerriero” difficilmente la squadra nerazzurra avrebbe preso il sopravvento a centrocampo in modo così smaccato. La linea mediana del Napoli è (e resta) di fatto leggera, con Cigarini, Gargano e Hamsik. In più manca una vera punta d’area: Quagliarella cerca di adattarsi, ma non è il suo ruolo. E’ un equivoco da eliminare al più presto.
Ciò potrebbe significare due cose: innanzitutto De Laurentiis sa già che dovrà dividere le competenze tra il direttore generale e quello sportivo, assommate al momento da Marino. L’altro importante elemento è che il numero uno azzurro conosce già chi potrebbero essere i nomi dei due “papabili” a queste cariche. Se non li avesse già sotto mano, lascerebbe la società senza una, anzi due guide operative: ma sicuramente De Laurentiis, da imprenditore avveduto qual è, avrà già preso le sue decisioni. La domanda che si può porre è la seguente: ma perché ha aspettato soltanto adesso a congedare Marino? Forse la risposta è proprio nel fatto che non aveva i suoi giusti rimpiazzi. Altra domanda: perché non ha esonerato Donadoni, soprattutto dopo la disfatta con l’Inter? De Laurentiis sa benissimo che molto difficilmente un altro allenatore verrebbe a Napoli con l’attuale situazione incandescente. Significherebbe inoltre gettare la squadra in un altro cambio inutile traumatico: meglio quindi rimanere tutto così com’è. Non a caso, il presidente si è pentito dell’esonero del tecnico che lo aveva portato dalla serie C1 alla A: «E ciò venne fatto mettendo da parte una persona che aveva dato moltissimo e che io ritengo un grande amico, un grande professionista e che è stato una mia vera, grande, unica esperienza in questo quinquennio, cioè l'amico Edy Reja». Sicuramente non vorrà pentirsi una seconda volta. Però Donadoni resterà sotto esame fino alla fine del campionato: solo allora, tranne eventuali altri problemi, sarà presa una decisione su di lui.
Oggi il Napoli ha giocato contro il Siena più con la forza dell’orgoglio e dei nervi che con schemi e geometrie. C’è stata comunque una grande e decisa reazione dei giocatori: va dato merito anche a Donadoni di averli “caricati” con motivazioni consistenti, nonostante il clima plumbeo che ormai attanaglia Castelvorturno. L’arbitro Valeri ha negato un rigore per fallo su Maggio: è vero che il difensore senese tocca prima il pallone, ma la sua azione è stata particolarmente violenta. Probabilmente un altro direttore di gara l’avrebbe concesso: siamo ormai alla libera interpretazione del regolamento. Per fortuna, l’ha almeno dato per il fallo di mano di Brandao: meno male, perché i tifosi napoletani cominciano a stufarsi degli errori arbitrali. Datolo oggi è sembrato che abbia iniziato a prendere confidenza con il ruolo di esterno sinistro, a cui si dovrà adattare. Con la vittoria odierna comincia la grande sfida per Donadoni: trasformare diversi buoni solisti in una vera orchestra, magari con qualche intervento mirato ed efficace sul mercato a gennaio. Se ci riuscirà, convincerà De Laurentiis che non è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato e potrà continuare a lavorare per riportare in alto il Napoli.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita, anche in modo parziale, soltanto dietro citazione della fonte

venerdì 24 luglio 2009

De Laurentiis e Lavezzi: fine di un idillio?

Cosa accade all’ombra del Vesuvio? No, non sta esplodendo il celebre e temuto vulcano: è invece deflagrata la rottura tra il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e uno dei suoi giocatori più noti e amati dal pubblico, Ezequiel Lavezzi. Dopo un idillio durato due anni, ecco forse che sul film del campione argentino si sta per scrivere la parola “fine”. Un finale triste e amaro, che forse in tanti non si attendevano: ma, come si dice, tanto tuonò che piovve. Ci sono state altre occasioni in cui De Laurentiis aveva tuonato – come Giove Pluvio – contro il campione argentino: sembrava tutto finito e, invece, non è stato così. Considerata la “reprimenda” lanciata dal numero uno azzurro nella conferenza stampa di giovedì scorso, vorrei fare alcune ipotesi riguardo alle cause. Congetture del tutto personali, dettate più dalla ragione, che, per dirla con Edoardo Bennato «mi ha un po’ preso la mano», che da vere e proprie notizie raccolte qua e là, che peraltro sono molto difficili da reperire. Insomma, cercherò di dare una spiegazione a questo “giallo” napoletano.
Innanzitutto, non credo affatto che la sfuriata di De Laurentiis possa essere stata dettata da motivazioni irrazionali o da semplici comportamenti più o meno irriguardosi di Lavezzi. Invece, potrebbe essere accaduto che il fantasista avesse già un eventuale accordo con un'altra società: magari il presidente potrebbe averlo scoperto ed essere andato su tutte le furie. E tutto ciò potrebbe essere avallato da ipotetiche condizioni contrattuali, che consentirebbero al campione di poter lasciare il Napoli con relativa facilità. Non a caso in queste ultime ore si sono infittite le voci riguardanti l’interessamento di Milan e Inter. Si dirà: ma c’era già stato quello di Juventus e Liverpool, poi finito nel nulla. Però stavolta, alla luce del discorso di De Laurentiis, la situazione è diversa: è difficile, ma forse non impossibile, la riconciliazione. Tutto ciò è alla base dello sfogo di giovedì che umanamente è comprensibile: forse il presidente si è sentito “tradito” dal comportamento del suo giocatore e ha inveito contro di lui. Probabilmente sarebbe stato meglio “lavare i panni sporchi” in famiglia, chiudendo (se proprio fosse questa l’intenzione) la vicenda con un comunicato laconico in cui si annunciava la cessione di Lavezzi alla società “x” per la cifra “y”. Si sarebbe scatenata la caccia alle motivazioni, ma almeno la vicenda non avrebbe avuto il suo triste “the end”.
I tifosi sono al fianco del presidente, che ha dimostrato autorevolezza e decisione nella vicenda: per molti, il richiamo di De Laurentiis ai doveri contrattuali deve diventare un obbligo per tutti i suoi giocatori. Forse, aggiungo io, avrebbe dovuto già farlo in precedenza, quando Lavezzi aveva già dato segni d’insofferenza nel corso del campionato appena concluso: chissà, è sopraggiunto il fatto nuovo che ho spiegato in precedenza. Dunque, non ha più voluto transigere, così come forse non ha voluto cedere a ulteriori richieste economiche. Il giocatore percepisce 1,1 milioni di euro ed è legato contrattualmente alla società azzurra sino al 2013: nella media della serie A non è una cifra eccessiva. Su questo punto avanzerei una considerazione: il presidente avrebbe potuto usare la politica del bastone e della carota, magari utilizzando il pugno di ferro sul rispetto del vincolo, ma elevando (senza eccedere) la paga dell’argentino.
A molti sostenitori azzurri l’eventuale addio di Lavezzi recherà un gran dispiacere: è stato il giocatore che, dopo Maradona, ha fatto sognare i napoletani con le sue giocate fantasiose e le accelerazioni improvvise…a cosa penseranno, vedendolo giocare con un’altra maglia, magari contro il Napoli? Tutto ciò non fa bene all’atmosfera del gruppo che Donadoni sta cercando faticosamente di creare nel ritiro austriaco, amalgamando anche i nuovi acquisti, che fanno ben sperare per la prossima stagione. I due contendenti possono ancora ripensarci e fare un passo indietro. E’ quello che i tifosi, nonostante tutto, sperano.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita (anche in modo parziale) soltanto dietro citazione della fonte

sabato 4 aprile 2009

Preziosi, De Laurentiis e i "ronzii" del fantamercato

Permettete una parola? Si stanno curiosamente rincorrendo voci di mercato riguardo due società, le cui tifoserie sono gemellate e i due presidenti sono in ottimi rapporti: Genoa e Napoli. Da alcuni giorni i giornali riportano incessantemente voci riguardanti le partenze dei pezzi pregiati delle due società: non si può che sorridere a fronte di voci di presunte trattative e di cifre gettate, più o meno, a caso. Milioni e milioni di euro pronti dalle solite Inter e Juventus: ma non si è detto che il calcio italiano risente della crisi economica e che il prossimo calciomercato, incluso quello delle grandi, sarà magro? Forse qualcuno ipotizza che Enrico Preziosi e Aurelio De Laurentiis si siano travestiti anzitempo da "Babbi Natale" e che intendano vendere, se non addirittura svendere, i propri gioielli. Nulla di più sbagliato.
Ma vediamo nel dettaglio. Il Genoa è al quarto posto in classifica, l’ultima piazza valida per la Champions League. Da qualche settimana sono riprese veementi più che mai le voci di partenze eccellenti. Anzi, di due giocatori pronti a trasferirsi armi e bagagli altrove. Milito e Thiago Motta. In particolare, sul Principe dei cannonieri si sarebbero lanciati già da prima di Natale con regolarità Inter, Juventus, Olympique Lione e Tottenham. Anzi quest’ultima, avrebbe offerto 10 milioni: 4 in meno di quelli offerti l’estate scorsa. Ma nel calciomercato di gennaio non ha cambiato casacca. Analogo discorso per il giocatore brasiliano, sapiente ed elegante regista del centrocampo rossoblù: offerte ed interessamento dalla solita Inter e dalla Spagna. Di concreto: nulla. Solo la replica dura e determinata della società, che ha smentito qualsiasi voci di trattative. Giustamente qualcuno ha ipotizzato che Preziosi sia così ingenuo che, una volta approdato in Champions (o nella peggiore delle ipotesi in Coppa Uefa), inizi a vendere i suoi punti fermi su cui rafforzare la rosa. Davvero un bel ragionamento, degno del migliore fantacalcio. Bisogna inoltre aggiungere che, stando al bilancio 2007/08 della più antica società di calcio italiana, l’azionista di riferimento del Genoa, la Fingiochi cassaforte dell’industriale avellinese, ha sostenuto finanziariamente la squadra con 8,5 milioni, ripianando le perdite pregresse: inoltre ha garantito le fidejussioni per le campagne acquisti. Dunque, un azionista in grado di sopperire alle esigenze societarie.
E passiamo al Napoli. Da alcuni giorni è ripreso l’altro grande tormentone del calciomercato: Hamsik alla Juventus, un affare di cui se ne è parlato già nella scorsa stagione. La Vecchia Signora avrebbe offerto 20 milioni più eventuali contropartite tecniche: potrebbe esserci Raffaele Palladino, in comproprietà tra Juventus e Genoa. E' vero che Preziosi ha affermato di voler parlare riguardo all’attaccante di origini napoletane con il presidente azzurro: ma parlare non vuol dire necessariamente trattare. Invece, analizziamo un dato numerico. Secondo il sito Transefermarket.de il giocatore slovacco ha una valutazione iniziale di 15,5 milioni: opinabile o meno, rappresenta comunque un punto iniziale per un’ipotetica trattativa. Con questo prezzo, l’offerta bianconera sembrerebbe davvero minima. E poi ci sono le voci (se non i "ronzii") di mercato sulla possibile partenza di Lavezzi. Anche in questo caso un imprenditore avveduto e accorto come De Laurentiis, con una squadra da rafforzare per la prossima stagione verso traguardi più elevati, cosa fa? Vende i suoi giocatori su cui effettuare la rifondazione azzurra: non a caso ha anche chiamato un altro allenatore, Roberto Donadoni, per poter fare piazza pulita. Un’altra storia davvero molto divertente: ma che non ha alcun fondamento logico. Il Napoli non ha necessità di vendere: semmai di pagare un po’ di più i propri giocatori, visto che secondo l’ultimo bilancio disponibile (chiuso al 30 giugno 2008) presenta un monte ingaggi di 20,6 milioni di euro. Una "pinzillacchera", per dirla alla Totò, se paragonata ai 130 milioni dell’Inter. Ma la società ha i conti in ordine ed è in utile per il secondo anno di seguito: con un altro balzo dei ricavi (l’anno scorso fu del 114%, pari a 88,4 milioni) potrà tranquillamente farlo.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
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lunedì 23 marzo 2009

De Laurentiis: «C'era il gol, ma occorreva la moviola in campo»

«Ci sono tutti i presupposti perché si crei un ottimo rapporto tra squadra e tecnico. E il fallimento c'è quando si portano i libri in tribunale, non quando si fallisce l'accesso alla Coppa Uefa». Dopo il pareggio a reti inviolate di ieri sera con il Milan, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, si dice soddisfatto dell'apporto del nuovo tecnico Donadoni e pronto a non drammatizzare una eventuale esclusione dall'Europa. Tornando allo 0-0 del posticipo di ieri del San Paolo, il patron dei partenopei ammette che il gol annullato ad Hamsik era regolare, senza pero' aprire un nuovo fronte di polemiche con la classe arbitrale. «Il gol c'era, era valido -le parole di De Laurentiis all'entrata dell'Hilton Rome Airport per l'Assemblea elettiva della Figc - ma solo con la moviola in campo sarebbe stato possibile accertarlo. Non facciamo degli arbitri gli unici capri espiatori, dobbiamo convivere con gli errori umani. Sono cose che non capitano solo a noi: queste sono le regole e dobbiamo accettarle». E, sull'aggressione di ieri sera ad Adriano Galliani: "Sono dispiaciuto moltissimo. E' stato un segno di inciviltà. Ieri sera solo cinquanta tifosi non sono stati all'altezza».
Fonte: Agi

venerdì 6 febbraio 2009

L’oro del Napoli





















La società di De Laurentiis nel 2007/08 ha incassato 88,4 milioni che hanno ampiamente coperto i costi di gestione, chiudendo con un utile di 11,9 milioni. “Il pallone in confusione” analizza tutte le cifre dello strepitoso bilancio azzurro

Valore della produzione a 88,4 milioni di euro con un incremento del 114% rispetto al 2006/07, utile di esercizio a 11,9 milioni che sovrasta il precedente di 1,4 milioni. Sono le cifre dell’oro del Napoli contenute nel bilancio 2007/08, depositato in Camera di Commercio ed esaminato da “il pallone in confusione”, che ha visto la società azzurra ritornare in serie A dopo sei anni e, alla sua conclusione, ritornare nelle coppe europee con la qualificazione all’Intertoto. Esse costituiscono l’indice di una gestione corretta da parte del presidente e proprietario Aurelio De Laurentiis, che assieme agli altri due componenti del consiglio di amministrazione (sua moglie Jacqueline Marie Baudit e sua figlia Valentina) non ha percepito alcun compenso per la propria attività. I soldi incassati nella precedente stagione fanno capire che il Napoli ha mezzi per poter competere efficacemente con i grandi club. E che soprattutto non c’è la necessità di vendere i gioielli di famiglia come Hamsik (costato 5,5 milioni) e Lavezzi (5,83) su cui sono state ipotizzate offerte da parte di altre squadre comprese tra i 20 e i 25 milioni.
Gli 88,4 milioni hanno coperto ampiamente i 71,2 milioni di costi (+87% sul 2006/07), con una differenza attiva per 17,2 milioni. La salute dei conti è testimoniata anche dal fatto che i ricavi coprono anche i 71,5 milioni di euro di debiti: grazie agli incassi è scomparso quello bancario contratto con Unicredit nel 2004/05. Restando nello stato debitorio, esso è costituito in gran parte (39,9 milioni) da cifre ancora dovute alle società di calcio per il pagamento rateale dei calciatori acquistati e scelti con competenza dal direttore generale Pierpaolo Marino. Al riguardo c’è da sottolineare una parte importante della nota integrativa: «relativamente agli impegni derivanti dall’acquisto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori si evidenzia che essi sono garantiti dalla società capogruppo». Ciò vuol dire che la Filmauro si è impegnata con le proprie tasche per il calciomercato del Napoli.
Ma qual è il segreto di questi più che soddisfacenti risultati? Lo spiega il consiglio di amministrazione nella relazione sulla gestione. Essa è stata incentrata «su una attenta pianificazione degli investimenti realizzati sul mercato dei diritti pluriennali e su una assennata gestione del monte ingaggi nonché su un adeguato sviluppo del settore giovanile». Riguardo ai compensi dei calciatori, essi sono aumentati del 58% rispetto alla stagione trascorsa in serie B, per un totale di 20,6 milioni: una cifra modesta (fatte ovviamente le dovute proporzioni tecnico-calcistiche e finanziarie) se paragonata ad esempio a quella della strapotente Inter pari a 130 milioni. La relazione del cda sottolinea che il costo del personale, unito alla mutualità verso le squadre ospiti (9,2 milioni, +205%) e agli ammortamenti sui diritti (comunemente ancora chiamati cartellini) alle prestazioni dei giocatori (25,6 milioni, +252%) «rappresentano da sole oltre l’86% del totale dei costi della produzione». Ciò è l’effetto del salto di categoria, che molto spesso supera ampiamente l’incremento delle entrate: il Napoli lo ha evitato con grande scioltezza. A proposito degli ammortamenti, nella nota integrativa si legge un altro elemento della saggia gestione degli amministratori: la società ha deciso di cambiare il sistema, formulando «piani di ammortamento a quote decrescenti». Ciò, si legge ancora nel documento di bilancio, «risponde all’esigenza di contenere la possibilità di rilevare in bilancio ingenti minusvalenze in conseguenza della risoluzione anticipata unilaterale dei contratti da parte dei calciatori successivamente al termine del “periodo protetto”».
L’analisi dei ricavi mostra il grande apporto dei tifosi. L’incremento delle vendite di biglietti e abbonamenti è del 68% per un incasso di 14,9 milioni: 7,2 milioni quello dello stadio San Paolo (4,9 milioni nel 2006/07), 6,3 milioni da abbonati (3,4) e 1,1 milioni in trasferta (precedente 513mila euro). Il tesoro azzurro mostra l’esplosione dei proventi da diritti tv (+362,5%), pari a 37 milioni: a ciò vanno aggiunti quelli da squadre ospitanti pari a 6,2 milioni, ben superiore ai 505mila euro dell’anno prima. Si registra anche il “botto” di quelli da sponsorizzazioni (+59%), ammontati a 18,6 milioni, frutto della politica di coinvolgimento di grandi aziende e delle imprese, in buona parte con sede nel territorio della Campania. Tra questi ultimi si segnalano 7,6 milioni dallo sponsor ufficiale Lete, 4, milioni dallo sponsor tecnico Diadora, 3,4 milioni dagli istituzionali e 2,2 dai partner commerciali. Il club azzurro ha incassato solo 440mila euro da plusvalenze calciatori, con le cessioni di Trotta ed Esposito. Ha incassto di più (705mila euro) dai prestiti di Amodio e Pià al Treviso, Bucchi al Siena e Lacrimini all’Ancona.
Infine, uno sguardo al futuro per la costruzione del Napoli di livello internazionale. I tre membri del cda sottolineano che la partecipazione all’Intertoto e al primo turno preliminare di Coppa Uefa, terminato con l’eliminazione ad opera del Benfica, «ha prodotto positivi effetti in termini economici». Per la stagione in corso «si prevede di consolidare il positivo risultato conseguito» attraverso lo «sviluppo delle attività esistenti ma anche ad investire ulteriormente su settori capaci di generare proventi ad oggi non ancora adeguatamente sviluppati o implementati, quali ad esempio il merchandising, l’home video e l’e-commerce». Il Napoli ha ottenuto soltanto 641mila euro per «proventi da licensing, contro poco più di un milione dell’anno precedente. Sarà un settore da sfruttare soprattutto attraverso l’attività di e-commerce che da pochi mesi è attiva sul sito http://www.sscnapoli.it/.
Marco Liguori
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Nella foto, tratta da Calcio on line, Pierpaolo Marino (a sinistra) e Aurelio De Laurentiis

martedì 23 dicembre 2008

De Laurentiis: «Non esiste un caso Lavezzi»

Il presidente ha definito l'obiettivo del Napoli: «Credo che, in maniera seria, noi potremo dedicarci alla conquista di un posto tranquillo e assicurato per la Uefa»
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis minimizza sulle voci che vorrebbero Ezequiel Lavezzi insoddisfatto del suo attuale ingaggio. «Non c`è un caso Lavezzi - ha spiegato a Sky - non capisco per quale motivo i media si ostinino a dire che c`è un caso Lavezzi. Lavezzi ha firmato un contratto fino al 2013. Quindi, questo contratto esiste, ma leggo sulla stampa delle cose false, che contesto. Quindi, mi limito a dire che con Lavezzi, ma anche con tutti gli altri giocatori, ci sono dei contratti quinquennali che saranno rispettati». De Laurentiis fissa gli obiettivi e le ambizioni del Napoli: «Credo che, in maniera seria, noi potremo dedicarci alla conquista di un posto tranquillo e assicurato per la Uefa. Per una Uefa che, questa volta, non ci veda soltanto ospiti momentanei ma protagonisti di un torneo internazionale, dove miglioreremo le nostre capacità di poter verificare quanto possiamo essere competitivi e forti durante il campionato nazionale e, in parallelo, durante delle competizioni europee. E se arriva la Champions League, è un passaggio obbligato al quale non si può rinunciare, anche perché da lì, vado direttamente in Coppa Uefa». 
A gennaio si riapre il mercato ma per il presidente degli azzurri si tratta di un mercato «che potrebbe realizzarsi in maniera prospettica, non per l'immediato, ma per il prossimo anno».
Fonte: Apcom
Nella foto, tratta da www.sscnapoli.it, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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