Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta doping. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta doping. Mostra tutti i post

martedì 3 febbraio 2009

Mannini-Possanzini: pieno sostegno della Fifa a Figc

Il presidente Blatter si impegna affinché la Wada possa accettare di sottoporre al Tas un'istanza di revisione del processo ai due calciatori

«La Fifa garantirà alla Figc pieno sostegno, perché la Wada possa accettare di sottoporre al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) un'istanza di revisione del procedimento che riguarda i calciatori Mannini e Possanzini». E' questa l'assicurazione fornita dal presidente Joseph Blatter, che ha riposto stamattina alla lettera inviatagli ieri dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. Sulla base dei documenti che la Figc ha messo subito a disposizione, la Fifa ritiene che le testimonianze mancanti e ulteriori elementi di giudizio da sottoporre al Tas potrebbero portare a una diversa valutazione del caso. Il Dipartimento legale della Fifa, e gli uffici della Figc, già in contatto venerdì scorso, continueranno a collaborare per decidere insieme i prossimi passaggi giuridici e le prossime iniziative, con l'obiettivo di trovare una soluzione circoscritta all'ambito della giurisdizione sportiva. I calciatori Daniele Mannini e Davide Possanzini sono stati squalificati per un anno dal Tas dopo essersi presentati in ritardo ad un test antidoping, al termine della partita Brescia-Chievo del dicembre 2007. La Federcalcio aveva assolto i due giocatori, il Tribunale nazionale antidoping del Coni li aveva condannati a 15 giorni di squalifica (già scontati): la Wada, Agenzia mondiale antidoping, aveva però fatto ricorso. 
Fonte: Ansa

giovedì 29 gennaio 2009

Mannini e Possanzini, Gattuso e Totti: giustizia diseguale per tutti

Avete presente gli infortuni del sabato pomeriggio, le famose contratturine, oppure quel crack sentito proprio tirando l'ultimo rigore prima della doccia? Peccato per quel forfait della vigilia, ci sarà sotto un caso? Magari una discussione con l'allenatore sulla posizione in campo...Si tratta in molti casi di doping, o più spesso di droga assunta per piacere-vizio, rilevato da un controllo medico interno e come tale da far sfuggire ai controlli. Con un tasso di disidratazione normale basta smettere di sniffare coca, per fare un esempio caro a molti calciatori (anche padri di famiglia con foto posata sul settimanale complice), al giovedì per risultare puliti la domenica. Per questo siamo restii a crocifiggere quei pochi che pagano per tutti, anche se proprio questa sarebbe la logica della crocifissione.
Premessa per dire che ci dispiace che le carriere e le vite di Daniele Mannini e Davide Possanzini vengano rovinate da questa sentenza del Tas: un anno di squalifica per essersi presentati in ritardo a un test antidoping dopo la partita del Brescia (dove all'epoca giocavano entrambi, adesso Mannini è al Napoli) con il Chievo del dicembre 2007. Possiamo dirlo? Ci sembra di notare uno strano accanimento, lo diciamo da non tifosi di Mannini, Possanzini, del Napoli o del Brescia. La Figc aveva assolto infatti i due, per un comportamento sicuramente grave (in teoria, perché in pratica i due erano nello spogliatoio con il resto della squadra) ma non diverso da quello di tanti campioni graziati in circostanze analoghe, poi il Coni a cui gli atti erano stati trasmessi aveva chiuso la vicenda con un buffetto (15 giorni di squalifica). A questo punto la Wada, cioé l'agenzia mondiale antidoping, ha fatto ricorso, chiedendo due anni di squalifica, ed adesso è arrivata la decisiona di Losanna. Comunque la si veda, l'equiparazione di un'ingenuità (magari anche dolosa, mettiamo per ipotesi che Mannini e Possanzini siano davvero 'cattivi') a quella del reato vero e proprio, cioè quello di essersi dopati.
Non vogliamo essere innocentisti a prescindere, pur vedendo il caos che regna nelle zone intorno agli spogliatoi dopo le partite, ma solo dire che il caso di Mannini e Possanzini ricorda solo vagamente quello di Rino Gattuso (rifiutò un prelievo di sangue dopo un Roma-Milan, che comunque non era obbligatorio, con spiegazioni per tifosi di bocca buona: 'Il mio doping è il peperoncino') ed invece moltissimo quello di Francesco Totti: un ritardo di circa un quarto d'ora nel presentarsi al test antidoping obbligatorio (quello sulle urine, insomma) dopo Roma-Torino del maggio 2007 giustificato in maniera risibile (''Mi faceva male la caviglia''). La cosa curiosa è che nell'occasione non è che ci fu un giudizio morbido, ma non ci fu proprio giudizio. La procura antidoping della Figc nemmeno segnalò la cosa al Coni e nell'ottobre dello stesso anno la Corte di Giustizia (sempre Figc) archiviò tutto, cioè niente. Il circuito Coni-Wada-Tas-Eccetera in quell'occasione non si attivò.
di Stefano Olivari
Tratto da Indiscreto
per gentile concessione dell'autore ed editore
stefano@indiscreto.it

martedì 21 ottobre 2008

Genoa: Perelli messo subito fuori rosa

Il Genoa ha messo subito fuori rosa il giovane attaccante Matteo Perelli, risultato positivo a un metabolita della cannabis al test antidoping fatto dopo la gara con il Napoli, nel corso della quale il giocatore era andato in panchina. ''Il Genoa Cfc - si legge in un comunicato della società rossoblù - nell'apprendere la notizia che il giovane tesserato Matteo Perelli, classe 1989, acquisito nello scorso mese di agosto, sia risultato positivo per un metabolita della cannabis al test antidoping effettuato al termine di un incontro, pur ricordando che il giudizio è provvisorio e che il tesserato ha diritto ai test di controanalisi, comunica la decisione di allontanare lo stesso, con effetto immediato, dalla rosa della societa'''. Il Genoa ha anche fatto sapere che nell'ambito del proprio Settore Giovanile effettua test medici di idoneità, ma anche ''di inserimento per il rispetto delle regole e dei valori sportivi e chiede ai singoli di rispettare un Codice di Comportamento Etico che comprenda il pieno rispetto di tali valori e regole di correttezza, lealtà e probità comportamentale, sia in ambito sportivo che nella vita privata''.
La positività di Perelli è stata cosi' commentata da Fabrizio Preziosi, direttore generale del Genoa: ''Nonostante la considerazione che si potrebbe semplicisticamente affermare che il gesto di Perelli sia attribuibile a una leggerezza giovanile, le nostre regole interne, ci impongono scelte ferme e necessarie''. ''I ragazzi tesserati per la nostra Società così come di tutto l'ambiente del calcio professionistico - ha aggiunto Preziosi - devono rendersi conto dello stato di grande privilegio e fortuna di cui godono e parallelamente delle responsabilità che gli derivano dall'essere esemplari nella vita sportiva e privata. Essere rispettosi di tali comportamenti, per il Genoa, è una condizione imprescindibile''.
Fonte: Ansa

Coni: positivo alla cannabis Matteo Perelli del Genoa

La diciannovenne punta rossoblù era stata sottoposta al test antidoping dopo la partita in casa contro il Napoli, in cui era rimasto in panchina

L'Ufficio della Procura Antidoping del Coni ha accertato un caso di positività riguardante l'attaccante Matteo Perelli del Genoa nella gara col Napoli dello scorso 7 ottobre. Lo rende noto lo stesso Comitato Olimpico in un comunicato sul suo sito «Il Laboratorio di Roma ha rilevato - si legge nel testo della nota del Coni - nel primo campione sottoposto ad analisi, la presenza di Metabolita di Tetraidrocannabinolo > 15 ng/ml per Matteo Perelli, tesserato della Federazione Italiana Giuoco Calcio (società Genoa Cricket and Football), al controllo al controllo Coni-Nado in competizione, su richiesta della Figc, del 5 ottobre 2008 a Genova, in occasione della gara Genoa-Napoli, del Campionato di Serie A di calcio».
La dicannovenne punta rossoblù, campione Europeo under 18 con la Nazionale di categoria e considerata un vero talento dagli addetti ai lavori, era rimasta in panchina e non aveva giocato nella parita disputata al "Luigi Ferraris" contro gli azzurri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Clicca qui per leggere il secondo articolo: "Genoa, Perelli messo subito fuori rosa"

Studio Fifa: abuso di farmaci in ultimi due Mondiali calcio

Secondo i medici della federazione internazionale ci sarebbero sospetti su cocktail di medicinali e sulle connesse ragioni terapeutiche. Tuttavia, si legge nel rapporto, «non c'è assolutamente alcuna prova scientifica» che tale uso porti «un qualche tipo di aumento di prestazioni». Invece alcuni esperti hanno evidenziato i rischi a lungo termine per gli atleti

I giocatori impegnati nelle ultime due edizioni dei Mondiali hanno assunto, in media, un numero di farmaci due volte superiore al limite legale. L'allarme arriva da uno studio del settore medico della Fifa, basato sui rapporti redatti da 2.950 medici delle squadre di 32 Paesi che hanno partecipato ai Mondiali del 2002 e del 2006. Alcuni giocatori sono arrivati ad assumere cocktail di dieci diversi farmaci. Tra le sostanze più diffuse ci sono antidolorifici, come ibuprofene e aspirina, rilassanti muscolari, anestetici via endovenosa, anti-allergenici e integratori alimentari. Nello studio, gli esperti non si esprimono con certezza sui possibili vantaggi fisici che i calciatori avrebbero potuto ottenere dall'enorme utilizzo di farmaci, sottolineando tuttavia che il fenomeno è delicato e va osservato a lungo termine. "E' possibile che abbiano potuto ottenere una sorta di aumento delle performance dai diversi farmaci assunti", ha detto il dottor Gerard Varlotta, un medico sportivo dell'Istituto di medicina riabilitativa di New York, non connesso allo studio della Fifa. I medicinali che figurano nei rapporti delle varie Nazionali sono stati tutti assunti 72 ore prima di ogni partita. Complessivamente, nel giro di due edizioni dei Mondiali, sono stati consumate 10.384 sostanze, per il 57 per cento integratori alimentari e per il 43 veri e propri farmaci. Numeri che, scrivono il responsabile del settore medico della Fifa Jiri Dvorak e i suoi colleghi, "sollevano interrogativi sul fatto che i medicinali siano presi solamente per ragioni terapeutiche". Tuttavia, si legge nel rapporto, "non c'è assolutamente alcuna prova scientifica" che un tale uso di farmaci porti "un qualche tipo di aumento di prestazioni". La preoccupazione della Fifa è che "ci siano eccessive prescrizioni di medicinali da parte dei medici delle squadre per uomini adulti che sono sostanzialmente sani".
Se la Fifa si mantiene prudente, altri esperti hanno più dubbi sulla salubrità dei cocktail di farmaci assunti dai calciatori. "Se riduci le infiammazioni, tecnicamente i tuoi muscoli lavoreranno meglio", ha spiegato ancora il dottor Varlotta. L'uso sistematico di antidolorifici, in sostanza, riduce la percezione del dolore e può aiutare i giocatori a migliorare le proprie prestazioni. Ma non solo: ci potrebbero essere ulteriori effetti da più medicinali assunti contemporaneamente. "Se si pratica sport ad alto livello - ha aggiunto il medico di New York - i muscoli sono stressati e lo è anche il sistema osseo e questo porta invariabilmente a delle infiammazioni. Questi farmaci tengono lontano il dolore e ti permettono di giocare meglio". Ad inizio anno, uno studio negli Stati Uniti ha mostrato che dosi quotidiane di ibuprofene o paracetamolo (due principi attivi contenuti nei più diffusi antidolorifici) contribuiscono ad aumentare la massa muscolare. La Fifa, nel suo rapporto, non ha posto l'accento sui legami tra uso di farmaci e risultati sul campo. "Le conclusioni non ci dicono se questi medici hanno o meno un effetto", ha fatto notare il direttore del reparto di medicina dello sporto al Maimonides Medical Center di New York, che ha messo in guardia sui possibili effetti a lungo termine. Lui, come altri colleghi, ha evidenziato come l'abuso di sostanze come paracetamolo possano causare ulcere, disfunzioni renali o interferire con i processi di ricomposizione ossea. Secondo Sasson, "gli atleti che mischiano e abbinano queste sostanze possono assolutamente essere a rischio".
Fonte: Apcom
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati