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venerdì 9 gennaio 2009

"Tributo a Fabrizio" del Genoa prima della gara col Torino




















Un messaggio, un video e le sue canzoni al "Luigi Ferraris" per ricordare il grande artista pochi minuti prima del fischio d'inizio

In occasione dei 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, il Genoa gli dedicherà un omaggio alla sua memoria. L’iniziativa partirà pochi minuti prima dell'inizio della gara con il Torino, presumibilmente attorno alle 17.50, con lo stadio pieno e Tv già collegate: in quel momento, lo speaker dello stadio leggerà un messaggio della società rossoblù che ricorderà Faber. Sui maxi schermi del "Luigi Ferraris" comparirà una foto storica di De Andrè con scritto “Tributo a Fabrizio”. Sarà il segnale dell’inizio del momento di ricordo dell’artista genovese. Al termine della lettura, sempre sui maxi schermi partirà un “video slide show” della durata di poco più di 3 minuti, in cui si succederanno frame mixati di musica, 7/8 canzoni, e immagini di repertorio. Probabilmente iniziando dalla più amata dai genoani: Creùza de Mà, per passare ad altri successi apprezzati in particolare dai genovesi e legati alla “sua terra”, come A’Cumba, Bocca di Rosa, Dolcenera, A’dumenega. Nelle intenzioni del Genoa Cfc, sarà un “Tributo all’artista”, alle emozioni, ai sentimenti, alla profondità di pensiero e alla libertà di espressione che ha regalato a tante, differenti generazioni. Nonché un ricordo del suo amore per Genova. Con l’obiettivo che sia un momento di gioia, non una commemorazione. L’obiettivo della Società, inoltre,è quello di realizzare un omaggio a De Andrè con eleganza, senza invasione alcuna nel magico “pianeta Fabrizio”. Naturalmente, la famiglia De Andrè ha gentilmente ed entusiasticamente aderito all’iniziativa. Si spera che Dori Ghezzi (nella foto con Fabrizio) possa essere ospite in Tribuna d’Onore al palco della Presidenza con alcuni storici amici della famiglia: attualmente è influenzata, ma dovrebbe riuscire a garantire la sua presenza. «L’atmosfera dello stadio Ferraris e “del mio Genoa” – direbbe Fabrizio - cosi come l’applauso e la partecipazione di oltre 25.000 persone, faranno il resto e …venire i brividi». E il Genoa ci tiene a condividere questo momento con la famiglia De Andrè.

Testo del discorso di “Tributo a Fabrizio” della società che sarà letto sabato pomeriggio allo Stadio
Domenica 11 gennaio 2009, ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Fabrizio De Andrè. Il Genoa Cricket and Football club, in tutte le sue componenti, insieme all’intera comunità genoana nel mondo, vuole ricordarlo. Fabrizio è stato un grande genovese, un vero genoano e soprattutto una persona unica. Cantautore, artista, poeta. Ha regalato a intere generazioni emozioni, sentimenti, generosità e slancio, ostinazione e indipendenza, profondità di pensiero e libertà di espressione. Ha amato profondamente la sua città. Noi vogliamo ricordarlo con un momento di festa. Consapevoli che un obiettivo ci ha accomunato e accomunerà nel tempo: far conoscere e diffondere la storia e le caratteristiche di Genova, nel mondo. Grazie Fabrizio.

De Andrè e il Genoa, un amore poco conosciuto

"Il pallone in confusione" scopre un aspetto del grande poeta e cantautore non noto a chi non è di Genova e dintorni: la passione per i colori rossoblù. Domenica prossima ricorreranno i 10 anni dalla sua scomparsa

Girando per la rete, in cerca di notizie sul Genoa, ci siamo imbattuti sul sito http://www.druidi.it/ che riporta una notizia non troppo nota per chi non è di Genova e dintorni. Fabrizio De Andrè era un tifoso rossoblù: lo confessiamo, non lo avremmo mai pensato. Forse perché lo credevamo poeta e cantante, cui le cose di calcio non interessavano. E invece no: anche il pallone era per lui una storia da raccontare, una gioia da vivere e condividere, nata (com'è accaduto a tanti) dalla passione che aveva suo padre.
Su http://www.druidi.it/ c'è un link che riporta alla prefazione di un libro di alcuni anni fa, "Quelli che il Grifone" di Fabrizio Calzia - Frilli Editori, curata da Gessi Adamoli e Marco Peschiera. Quest'ultimo racconta come nacque l'amore tra il grande Faber e i colori rossoblù: ne riportiamo di seguito il testo. E' il nostro contributo al ricordo di questo immenso artista: domenica saranno trascorsi 10 anni dalla sua scomparsa. Per ironia della sorte, Peschiera narra che Fabrizio andò con suo padre a vedere al "Luigi Ferraris" nel 1947 Genoa-Torino: è la partita del prossimo turno di campionato.
Ci viene in mente un suo disco capolavoro del 1968, "Tutti morimmo a stento", ispirato alla poetica del francese François Villon, vissuto nel 1400, che esprime la sua visione sarcastica con cui guarda la vita e tifa per gli individui perdenti. Ma vengono in mente anche altri suoi celebri versi. Ci perdoni Fabrizio, ma vogliamo parafrasare un verso di sua canzone "Quello che non ho" riferendola a coloro i quali desiderano con bramosia l'attaccante della sua squadra, il "principe" Diego Milito.
Quello che non ho è Milito avanti
per segnare più in fretta e tenervi più distanti
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

Tratto da http://www.frillieditori.com/books/prefagrifone.htm
Fabrizio De André raccontava di essersi innamorato del Genoa a sette anni, un pomeriggio del 1947 quando suo padre Giuseppe lo portò a Marassi a vedere il Grande Torino di cui era acceso tifoso. Una partita senza storia: i Mazzola, i Gabetto, i Grezar, i Loik a mostrare meraviglie e i Grifoni frastornati e rassegnati. Un gol all’inizio del primo tempo, un altro alla ripresa, il terzo alla mezzora. Con De André padre ad applaudire felice. Ma all’ottantacinquesimo il Genoa si scuote dal suo torpore: tre a uno e tutti all’assalto, un calcio di rigore ed ecco il tre a due, un altro fiero arrembaggio e la folla comincia a sperare, nell’ultimo minuto si libra sul campo il gran sabba della volontà e in extremis soltanto un palo salva il Toro dalla clamorosa rimonta. Il Genoa perde quella partita ma in cinque minuti conquista un tifoso per la vita.
Fabrizio restò per sempre dalla parte dei vinti di tutto il mondo: ma nelle sue poesie in musica gli sconfitti e gli esclusi – puttane e indiani perseguitati, malfattori e spiriti ribelli – trovano sempre la rivincita morale sul bigotto e il moralista, sul potente e sui suoi servi corrotti.
Lo stato d’animo del genoano è quello degli spiriti ribelli di De André: lasciamoli godere, tutti gli altri, delle loro vittorie. E osserviamoli con comprensione le volte che la sorte gli diventa avversa. Ridano pure o piangano pure intorno alle piccole vicende di un pallone che rotola. Noi li guardiamo dall’alto e con distacco perché potranno vincere una partita o venticinque o mille ma hanno perso il campionato più importante: loro, il destino li ha condannati a vivere senza nemmeno immaginare che cosa significa essere genoani.
È questo ancestrale, filosofico istinto di superiorità a fare del genoano un esemplare unico: il genoano è l’unico seguace del calcio dotato della capacità di ridere e scherzare su se stesso. Diciamoci la verità: in quale parte del globo terracqueo si potrebbe riuscire a trovare un’intera generazione di tifosi in grado di sciorinare, a trent’anni di distanza e senza un fiato di pausa, la formazione di un campionato di serie c? La ricordiamo a chi non c’era: Lonardi; Rossetti, Ferrari; Derlin, Benini; Turone; Perotti, Maselli, Cini, Bittolo, Speggiorin. Rileggere e mandare a memoria: è la preghiera laica del genoano vero.
Marco Peschiera
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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