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mercoledì 6 ottobre 2010

Le problematiche dell'impresa sportiva affrontate in un convegno a Genova

Le problematiche della trasformazione delle società sportive in imprese sono state esaminate in un convegno a Genova tenuto ieri presso la sede di Confindustria Liguria. “Dalla società sportiva all’impresa sportiva” è il titolo dell’incontro organizzato da Federprofessional, Federsupporter e Criteria Ricerche. Ha aperto i lavori Alfredo Parisi, presidente di Federsupporter e amministratore di Criteria Ricerche srl, che ha evidenziato che in particolare nel mondo del calcio italiano soltanto la Juventus finora ha adottato nella sua gestione criteri d’impresa. A differenza delle altre realtà internazionali, come ad esempio quella inglese, le società italiane dipendono oggi in larga parte dai ricavi da diritti tv (40,7% sul totale), mentre le suddette realtà internazionali presentano introiti provenienti in maggior parte da biglietteria e merchandising.Il direttore della comunicazione di Banca Carige, Antonello Amato, ha parlato dell’importanza delle sponsorizzazioni sportive, che oggi sono intese come atti di liberalità, e che invece, sempre nella logica di impresa, dovranno essere sempre più viste come investimenti da parte degli sponsor per incrementare la commercializzazione dei loro prodotti e servizi.Il reggente della Fondazione Genoa 1893, prof. Andrea D’Angelo, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del “capitale umano” costituito dai tifosi. D’Angelo ha spiegato il modello partecipativo rappresentato dalla Fondazione che, al di là sinora poco felici esiti di esperienze di azionariato popolare e diffuso, può rappresentare un giusto punto d’incontro tra l’esigenza di salvaguardare una gestione efficiente della società con l’esigenza di garantire forme di partecipazione dei tifosi alla vita societaria.Felice Pulici, consigliere di Federsupporter e noto ex portiere della Lazio campione d’Italia 1974, si è soffermato sul calcio giovanile e l’importanza dei vivai. Pulici ha proposto una diversa regolamentazione dei campionati giovanili che faciliti il progressivo passaggio all’attività professionistica e permetta maggiori possibilità ai giovani calciatori di formarsi, non solo tecnicamente, giocando un maggior numero di partita.Diego Tarì, direttore pianificazione e sviluppo dell’Istituto Ligure Mobiliare, si è occupato degli stadi come strumento di accrescimento patrimoniale e di incremento dei ricavi delle società calcistiche, evidenziando come la costruzione di nuovi stadi polifunzionali, che pure presenta elementi positivi, non sia una componente risolutiva per il risanamento finanziario delle società stesse come spesso erroneamente si vuole far credere. In ogni caso, secondo Tarì, la costruzione di nuovi stadi che non necessariamente devono essere di proprietà delle società non può costituire il pretesto per far diventare lo stadio un accessorio per eventuali speculazioni immobiliari.L’avvocato Roberto Betti, tributarista e consigliere di Federsupporter, si è soffermato sulle problematiche di carattere fiscale che sono state finora molto sottovalutate dalle società sportive e che, se non prese nella dovuta considerazione, possono avere nel tempo effetti dirompenti sui bilanci delle suddette società. All’intervento dell’avvocato Betti si è agganciato quello dell’avvocato Massimo Rossetti, responsabile dell’area giuridica di Federsupporter, il quale ha parlato di alcune specifiche questioni attinenti al rapporto di lavoro dello sportivo professionista, evidenziando l’anacronismo e le contraddizioni a cui può dar luogo il mantenimento della qualificazione di tale rapporto come lavoro dipendente. Inoltre, l’avv. Rossetti si è soffermato su alcune problematiche relative alla tessera del tifoso.Il dottor Davide Scapini, agente Fifa di calciatori, ha parlato della necessità di meglio regolamentare l’attività di agente, anche per evitare opacità e abusi che si verificano, preoccupandosi di rendere omogenea e compatibile la disciplina Fifa in materia con le norme generali del nostro ordinamento, tenuto conto della qualificazione del rapporto di lavoro subordinato.L’avvocato Gianpaolo Maraini, dello studi D’Angelo, ha evidenziato l’importanza del fatto che le società sportive si adeguino alla normativa del decreto legislativo 231/2001 per evitare che eventuali reati commessi dagli esponenti delle stesse società possano comportare gravi conseguenze per queste ultime, non solo sul piano civilistico ma anche sul piano di eventuali sanzioni sportive.Il dottor Luca Barabino, consigliere del Genoa cfc e presidente della Barabino & Partners, si è occupato del valore del marchio sportivo e della sua valorizzazione nell’ottica d’impresa per cui mentre oggi sono le società che guardano al mercato, in futuro sia sempre di più il mercato a guardare le società. Ha concluso i lavori il prof. D’Angelo sottolineando lo spessore professionale degli interventi, il successo di partecipazione al convegno e l’auspicio che tali iniziative possano ripetersi e riscuotere l’attenzione delle istituzioni sportive e politiche.

venerdì 18 dicembre 2009

Nasce Federsupporter, prima Associazione di rappresentanza dei sostenitori di Società e Associazioni sportive

Nasce Federsupporter, la prima Associazione di rappresentanza e tutela dei diritti e degli interessi dei sostenitori di Società e Associazioni sportive, quotate e non quotate,quali piccoli azionisti e consumatori finali dello spettacolo sportivo.

Si sono riuniti il 18 dicembre 2009, in Roma, via Ravenna 14, presso Federprofessional, i sigg. Dr. Felice Pulici, Avv. Roberto Betti, Presidente di Federprofessional, Avv. Massimo Rossetti, ex Direttore Generale di Federmanager, Dr. Alfredo Parisi, Amministratore di Criteria ricerche srl, Dr. Luigi Maria Taralli, Dottore commercialista, Avv. Paolo Montemurro, Funzionario Direttivo del Comune di Roma, i quali hanno deciso di dare vita ad una Associazione, denominata Federsupporter, di rappresentanza e tutela dei sostenitori di Società e Associazioni sportive, quotate e non quotate, quali piccoli azionisti e consumatori finali dello spettacolo sportivo.

I suddetti soci fondatori hanno già predisposto lo statuto ed il manifesto di programma dell’Associazione. Subito dopo le ormai imminenti Festività Natalizie e di Fine Anno i sunnominati soci formalizzeranno l’atto costitutivo dell’Associazione presso Notaio di fiducia ed indiranno una conferenza stampa in cui saranno dettagliatamente illustrati all’opinione pubblica natura, scopi, modalità associative, programmi ed obiettivi della neo costituita Associazione, nonché utilità e benefici specifici per gli associati.

sabato 5 dicembre 2009

Care società di calcio, il silenzio stampa imposto è antigiuridico

Immaginate una grande azienda italiana che imponga il divieto di parlare agli organi di informazione ai propri dipendenti. Sicuramente il giorno dopo aver deciso questo provvedimento limitativo di una libertà civile fondamentale la suddetta azienda si ritroverà il proprio personale in sciopero. Invece nel calcio, dove i giocatori sono anch’essi lavoratori subordinati, ciò non accade. Eppure «il silenzio stampa imposto dalle squadre di calcio è antigiuridico e anticostituzionale» come spiega a "il pallone in confusione" l’avvocato Massimo Rossetti: un concetto che ha di recente esposto in un recente convegno "I bilanci delle società quotate" organizzato da Federprofessional e Criteria Ricerche. Secondo la legge 91 del 1981 i calciatori sono infatti lavoratori dipendenti e sono tenuti al dovere di obbedienza verso la propria società di appartenenza. «Tuttavia riguardo a questo ambito – afferma Rossetti – non può esservi certamente incluso quello del cosidetto silenzio stampa: una prassi sempre più diffusa e frequente nell’ambito calcistico».
Scendendo in dettaglio, prosegue il legale, «il divieto di rilasciare dichiarazioni agli organi di informazione oltre a non rientrare tra le istruzioni tecniche e tra le prescrizioni per il conseguimento degli scopi agonistici , si pone in stridente ed insanabile contrasto con norme imperative ed inderogabili di legge». Anzi, l’avvocato specifica che il silenzio stampa «confligge con norme di rango costituzionale».
Ma quali sono le norme interessate? «Innanzitutto, si pone in contrasto – risponde Rossetti – con l’articolo 1 della legge 300 del 1970, meglio conosciuta come "statuto dei lavoratori". In quanto subordinati, i calciatori hanno diritto nei luoghi in cui prestano la loro opera e, a maggior ragione, al di fuori di tali luoghi di manifestare liberamente il loro pensiero». Ma c’è di più. Il divieto di parlare davanti ai microfoni e ai taccuini dei giornalisti «si pone in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione – prosegue Rossetti – secondo cui tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
L’unico limite per il giocatore, come per qualsiasi altro lavoratore dipendente, è rappresentato dall’esprimere le proprie opinione nel rispetto della dignità del datore di lavoro. «Ciò significa – sottolinea Rossetti – che il calciatore può essere sanzionato per motivi disciplinari ex post, ossia solo dopo aver espresso opinione critiche non veritiere e lesive del decoro e della dignità della propria squadra, ma non può essere mai, almeno legittimamente e lecitamente, impedito ex ante di esprimersi». Dunque non può essere stabilito un preventivo divieto di parlare con la stampa.
Il silenzio stampa ha anche un’altra conseguenza. «Oltre che palesemente antigiuridico, il divieto di parlare ai giornalisti – conclude Rossetti – appare anche in contrasto con gli interessi della società. Infatti, a mio parere, per un’impresa di carattere sportivo ogni interruzione di canali comunicativi ne lede oggettivamente l’immagine ed il prestigio, facendo supporre l’esistenza di disfunzioni e patologie organizzative e gestionali».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

lunedì 23 novembre 2009

Nasce l'associazione piccoli azionisti e tifosi società di calcio

UN CONVEGNO VIVISEZIONA IL MONDO DEL CALCIO E DA’ L’AVVIO ALLA COSTITUZIONE DI UN’ASSOCIAZIONE DI PICCOLI AZIONISTI E DI TIFOSI DELLE SOCIETA’ DI CALCIO

I bilanci delle Società di calcio quotate: governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders” questo il titolo del Convegno tenutosi il 20 novembre 2009 in Roma, Via Ravenna 14, presso Federprofessional (Associazione rappresentativa e di promozione, sostegno e tutela dei consulenti indipendenti e di ex dirigenti e quadri aziendali oggi impegnati in attività autonome. L’Associazione è affiliata a Federmanager, Organizzazione rappresentativa dei dirigenti industriali italiani), con inizio dei lavori dalle ore 9.30 e con prosecuzione degli stessi fin oltre le 14,00. Il Convegno è stato organizzato da Federprofessional e da CRITERIA RICERCHE Srl, Società con sede operativa in Roma, Via Tommaso Salvini 25, che svolge attività di consulenza aziendale e di formazione manageriale.

Il Convegno è stato presieduto dal Prof. Sergio Cherubini, docente della facoltà di Economia dell’Università di Roma, Tor Vergata, Direttore del Master in Sport Management presso la suddetta Facoltà e moderato dal dr. Marco Liguori, giornalista economico che si è, in particolare, dedicato all’economia applicata allo sport e coautore del libro, edito nel 2004, “Il pallone nel burrone”.

I relatori sono stati: il dr. Alfredo Parisi,docente universitario,attuale amministratore di CRITERIA RICHERCHE Srl, che ha svolto un’analisi critica comparativa dei dati di bilancio al 30/6/2009 delle Società calcistiche quotate (Roma, Juventus e Lazio) e non ( Milan e Inter),richiamando le strategie di governance adottate dalle società analizzate oltreché il ruolo e l’attività della Consob nell’ottica della tutela del mercato ; il dr. Paolo Lenzi, dottore commercialista e Presidente di Lazio Family srl, che ha svolto un’analisi critica dei principali assett patrimoniali-economici delle Società ,soffermandosi in particolare sulle iniziative in corso relative agli stadi di proprietà; l’Avv. Massimo Rossetti,già Direttore Generale di Federmanager ,che ha ricoperto la responsabilità di Direttore degli Affari Legali in importanti società multinazionali,e che si è occupato degli aspetti e delle problematiche principali del quadro normativo di settore, sia sotto il profilo dei rapporti tra ordinamento sportivo e ordinamento comune, con richiami in tema di governo societario, sia, infine, sotto quello dei rapporti tra le società calcistiche ed i calciatori e procuratori; l’Avv. Roberto Betti, giudice tributario e Presidente di Federprofessional, che ha posto in evidenza taluni aspetti critici della fiscalità nel rapporto di lavoro dei calciatori e dei procuratori; il Dr. Giacomo Mazzocchi, giornalista sportivo ed esperto in comunicazione, che ha raccontato alcune sue esperienze.

Il Convegno, dopo le esposizioni dei relatori illustrate dalla proiezione di slides e accompagnate dalla consegna ai partecipanti di ampia e copiosa documentazione, si è concluso con un intenso e prolungato dibattito che ha consentito ai partecipanti stessi (piccoli azionisti, stakeholders, studenti, professionisti, giornalisti e opinionisti) di porre quesiti e di avanzare proposte.

In particolare merita di essere richiamata la proposta di Marcel Vulpis ( Direttore dell’istituto di ricerca Sporteconomy) e di Felice Pulici,, ed alla quale hanno aderito numerosi altri partecipanti, di dar vita a una Associazione che, oltre a rappresentare e tutelare i piccoli azionisti e, più in generale, i tifosi, quali consumatori, possa supportare il mondo del calcio con idonee attività formative in materia di organizzazione e gestione manageriale, finanziaria, amministrativa, comunicativa, giuridica, economica, a favore degli operatori del settore, considerato che, come ha rilevato il Prof. Cherubini, il calcio e, in genere, lo sport devono avviare un sempre più indispensabile, intenso e urgente processo di aziendalizzazione che deve sviluppare un “circuito virtuoso” onde poter adeguatamente gestire un triplo mercato:rivolto alle persone, alle imprese ed alle Istituzioni.

Aziendalizzazione e triplo mercato che richiedono l’abbandono di gestioni societarie familistiche improntate a modelli accentrati, autoritari, non trasparenti, autorereferenziali e tendenzialmente chiusi e ostili nei confronti dei mass media e, più in generale, del mondo dell’informazione (vedasi i diffusi e ripetuti, quanto illegali, anzi illeciti, oltre che controproducenti, “silenzi stampa” su cui si è soffermato, in particolare, nella sua relazione, l’Avv. Rossetti).

Inoltre, la costituenda Associazione dovrebbe farsi ideatrice e portatrice di proposte regolamentari e legislative volte a superare anacronismi e storture del settore calcistico, quali, per esempio: una diversa qualificazione del rapporto di lavoro dei calciatori, da lavoro dipendente a lavoro autonomo; una migliore e più definita qualificazione giuridica dei procuratori e dei loro rapporti con le Società e con i calciatori; benefici e garanzie a favore di quelle Società che favoriscano al proprio interno l’addestramento e la formazione dei giovani per avviarli alla professione di calciatore, impedendosi o penalizzandosi attività e comportamenti slealmente “predatori” su tali giovani da parte di altre Società concorrenti.

Gli Enti organizzatori del Convegno ed i relatori, preso atto della proposta di cui sopra e di quanto emerso dal dibattito, si sono impegnati a studiare e a mettere a punto nei prossimi giorni modalità e strumenti costitutivi, regolamentativi e organizzativi, inclusivi di particolari e specifiche opportunità, benefici e vantaggi da offrire agli associati, e un manifesto di programma della costituenda Associazione: modalità, strumenti e programma che verranno illustrati prossimamente all’opinione pubblica in una conferenza stampa che verrà appositamente indetta e di cui si darà preventiva e tempestiva comunicazione a tutti i mass media.

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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