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mercoledì 20 ottobre 2010

Francesco Peccerillo sugli incidenti a Genova: «Il presidente del Consiglio si scusi con tutti gli italiani per non aver adottato contromisure»

Gent.le Direttore, vorrei tornare, brevemente, sugli scontri allo stadio di Genova durante la partita Italia-SerbiaSappiamo che il premier serbo si è scusato con il nostro presidente del Consiglio per i disagi arrecati dalla teppaglia ultrà. Il nostro Presidente, però, non ha pensato di doversi scusare con tutti gli italiani di non aver adottato tutte le contromisure affinchè gli scontri non avvenissero. Infatti non è scusabile che simili episodi avvengano nel nostro paese dove la sicurezza è messa al centro dell’attenzione del governo ed, inoltre, è destinataria della maggior parte delle risorse disponibili del bilancio pubblico. Ad essa si devono sacrificare, come ci viene spesso ripetuto, quelle destinate all’istruzione e alla sanità che, si dice, settori da privatizzare. Pertanto se la sicurezza è veramente la priorità delle nostre forze politiche al governo, costoro dovevano assolutamente informarsi, per tempo ed adeguatamente ,di quello che sarebbe potuto succedere allo Stadio Marassi e, di conseguenza, adottare le necessarie contromisure.
Se la sicurezza è invece un pretesto per individuare in figure deboli (zingari, ecc.) un nemico comune contro cui coalizzare il paese è, abbastanza palese, che ciò potrebbe funzionare, forse, ma conduce ad un pericoloso inbarbarbarimento della nostra società ed ad una progressiva chiusura, non adeguatamente supportata dal cosiddetto stato sociale.
Cordiali saluti
Francesco Peccerillo

sabato 7 novembre 2009

Tifosi azzurri mandate a "il pallone in confusione" le vostre testimonianze sulle aggressioni su Juve-Napoli

Sul forum di Napolimagazine.com http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=99692 è stato ripreso il link del mio editoriale riguardante le aggressioni durante Juventus-Napoli. I tifosi azzurri possono inviare le loro circostanziate testimonanianze a marco_liguori@katamail.com: saranno pubblicate sul mio blog-giornale. Raccomando a tutti di essere civili e di non spedire email con insulti e minacce che saranno immediatamente cestinati.
Vi aspetto numerosi.

martedì 3 novembre 2009

Juventus-Napoli, tifosi napoletani aggrediti: chi paga?

Permettete una parola? Siamo alle solite: la Juventus, come tutte le altre grandi squadre del calcio italiano non si toccano. La riprova? Sabato scorso, al termine della splendida e meritata vittoria del Napoli a Torino, ci sono state alcune aggressioni ai danni di tifosi azzurri. Ne ha dato notizia il sito Pianetanapoli.it: «Vergognosa caccia al tifoso napoletano si è verificata nei settori dello stadio Olimpico di Torino al termine del match tra Juventus e Napoli. In particolare ci sono state segnalate aggressioni ad un padre con il figlio ed a una coppia di fidanzati che hanno avuto la sola sciagura di esultare ai gol azzurri. Altro che pace, gli juventini non hanno tollerato la vittoria del Napoli e subito si sono sfogati con i tifosi azzurri presenti nei loro settori di competenza; prima spazio ai soliti insulti ed improperi razzisti, subito dopo si è passato al linciaggio materiale con gli steward presenti impassibili di fronte a quanto accadeva».
Il lunedì successivo il quotidiano "Il Mattino" riportava una lettera di un tifoso napoletano che vive a Torino in cui denunciava di aver subito un’aggressione da parte di sostenitori bianconeri. Gaetano Senatore racconta che «già durante la partita venivo aggredito verbalmente dalle persone presenti in tribuna con frasi razziste; ormai a conoscenza dopo 10 anni del livello intellettivo dei piemontesi sorvolavo. Alla fine della partita però, sul varco dal settore W1 della tribuna, venivo aggredito da supporter juventini e solo la mia stazza fisica mi permetteva di divincolarmi rimettendoci solo la mia sciarpa AZZURRA». Il tifoso prosegue spiegando che "la polizia interveniva solo tardivamente per permettere ai tifosi napoletani che aspettavano all'interno e che dopo il mio episodio si erano fermati di uscire". Ma non finisce qui: Senatore sottolinea un fatto ancor più grave. «Tuttavia notavo – scrive il tifoso – l'ASSOLUTA ASSENZA di personale di sicurezza della società Juventus F.C. (i cosiddetti steward) tanto ligi all'inizio della partita nel sequestrare gli accendini (i tifosi juventini fumano in tribuna irrispettosi dei vicini e dei divieti) ma che si erano completamente dissolti quando era necessario che svolgessero il loro compito di sorveglianza chiamando le forze dell'ordine che invece sono state richiamate dal sottoscritto». Insomma, era stato lasciato in balia dei suoi aggressori. E pensare che l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il Casms avevano disposto la chiusura del settore ospiti, dimenticando però due cose. Primo: i "cattivoni" non sono solo tra i tifosi del Napoli. Secondo: i sostenitori azzurri sono residenti in molte regioni del Nord. Come facciano in questo caso gli organismi del Viminale a vietare l’ingresso a questi ultimi, è un mistero: anzi, com’è già accaduto in altre occasioni, non l’hanno vietato affatto e si sono mescolati i napoletani con i tifosi della squadra di casa (ricordo la gara con l’Inter nell’ottobre 2007). Anzi, rammento a questo proposito anche che lo scorso campionato i tifosi del Genoa erano andati a Roma per seguire la partita contro i giallorossi, nonostante la chiusura del settore ospiti, sedendosi in altre zone dell’Olimpico. Essi si erano inseriti tra i supporter avversari in modo ordinato e disciplinato, senza creare problemi. Al ritorno però alcuni di essi hanno subito un’aggressione in treno da alcuni personaggi armati di coltello: ancora oggi non si conoscono i nomi dei responsabili.
Come ho già scritto più volte, suggerisco una "prova di tifo", in modo che si possa impedire l’accesso allo stadio. Battute a parte, ci si chiede: dov’è la tanto decantata sicurezza? E soprattutto a questo punto ci si attendono misure drastiche da parte del ministero dell’Interno: ma se non ci sono denunce, è improbabile che si possano prendere. Gaetano Senatore ha scritto di riservarsi «nei prossimi giorni di valutare con i miei legali se l'assenza degli steward che ha reso possibile la mia aggressione può comportare una responsabilità della società Juventus F.C. ed una denuncia all'autorità giudiziaria». Sarebbe l’occasione migliore per dimostrare che gli atteggiamenti violenti non sono solo della tifoseria napoletana. Inoltre si potrebbe anche vedere se Osservatorio e Casms infliggano una severa ed esemplare punizione ai tifosi bianconeri. Magari un divieto di trasferta per un determinato periodo.
Dal piano dell’ordine pubblico passiamo a quello della giustizia sportiva. Oggi il giudice sportivo non ha assolutamente fatto menzione degli incresciosi episodi accaduti sabato sera all’Olimpico. Si dirà: la quaterna degli ufficiali di gara, i commissari di campo e i collaboratori della Procura federale devono riportarli nei loro verbali. Possibile mai che nessuno di essi abbia visto o sentito nulla? La settimana scorsa è stato segnalato da alcuni di essi il comportamento esecrabile dei tifosi napoletani che hanno disturbato il portiere del Milan Dida con un laser: è arrivata la diffida per il Napoli che potrebbe subire la squalifica del San Paolo. Stavolta, invece, non è successo nulla: eppure dai racconti di Pianetanapoli e di Gaetano Senatore sembre che si sia verificato un tafferuglio molto concitato, che non è sfociato in rissa solo per miracolo. E che dire dei cori razzisti con cui, secondo quanto affermato da Senatore, la tifoseria juventina «ha accolto i tifosi napoletani e la squadra del Napoli per tutta la durata della partita, anche quando la loro squadra era in vantaggio». Questi cori sono sempre purtroppo ripetuti come litanie demenziali in molti altri stadi di squadre settentrionali. Si domanda all’arbitro Damato e a tutti i responsabili federali presenti a Torino: ma questo comportamento non è severamente punito dal Codice di giustizia sportiva? Oppure esistono i soliti due pesi e due misure tra squadre di diverse aree geografiche della nostra Penisola? Insomma, siamo alle solite: nel nostro campionato esistono figli e figliastri.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

venerdì 17 luglio 2009

Scontri Milan-Inter febbraio 2009: sei condanne fino a quattro anni e mezzo

Il giudice delle direttissime di Milano ha condannato a pene comprese tra i sei mesi di reclusione e quattro anni e mezzo di carcere sei ultrà milanisti accusati, a vario titolo, di rissa aggravata e lesioni per gli scontri avvenuti durante il derby del 15 febbraio scorso. Un tifoso rossonero, invece, è stato assolto. Alla pena più alta è stato condannato Luca Lucci, che sferrò un pugno contro un tifoso nerazzurro che perse l'uso di un occhio. Al supporter dell'Inter, costituito parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 140 mila euro a carico dei sei condannati da versare in solido. Il giudice ha anche disposto per i condannati il divieto d'accesso allo stadio dai due anni ai cinque anni. Francesco Lucci, fratello di Luca, è stato condannato a due anni e sei mesi. Dopo la lettura della sentenza, alcuni amici degli imputati, molti dei quali con addosso la maglia della curva sud milanista, hanno urlato «bastardi» e «a Spaccarotella hanno dato sei anni». Alcuni momenti di tensione si sono verificati all'uscita degli imputati e dei loro amici dall'aula.
«Quel pugno mi ha cambiato la vita e moralmente non sto bene». Lo ha detto V. M., tifoso neroazzurro che durante il derby del 15 febbraio scorso venne colpito da un pugno e perse la funzionalità dell'occhio sinistro. Oggi gli ultrà milanisti, accusati a vario titolo di rissa aggravata e lesioni in relazione a quegli scontri, sono stati condannati a Milano a pene fino a 4 anni e 6 mesi. «Cerco di non soffermarmi troppo su quello che mi è accaduto, altrimenti rischio di diventare pazzo», ha spiegato il tifoso dell'Inter che si è costituito parte civile nel processo. «Ho l'aiuto degli amici che mi stanno vicino», ha aggiunto il giovane, spiegando anche che il suo occhio «si è completamente svuotato di materia per quel pugno e non ho più il cristallino e l'iride». I medici, ha raccontato il giovane, «hanno detto che sicuramente nella mano il mio aggressore aveva un oggetto tagliente». Luca Lucci, l'ultrà del Milan che sferrò il pugno, è stato condannato a 4 anni e sei mesi. In un'udienza del processo l'imputato aveva spiegato di essere dispiaciuto per quello che era successo. «Si fa fatica a credergli, perchè in questo processo ho capito veramente chi è questa persona», ha affermato il tifoso dell'Inter colpito quella sera allo stadio.
Fonte: Ansa

mercoledì 18 febbraio 2009

Comunicato Inter Club Banda Bagaj sull'aggressione al derby

COMUNICATO INTER CLUB BANDA BAGAJ SUI FATTI DI DOMENICA 15 FEBBRAIO
VIGLIACCATA
Domenica sera siamo stati costretti a scendere su un piano, quello della violenza, che non ci appartiene e che da sempre condanniamo.
I fatti:
All’entrata in campo dei giocatori le due curve espongono le loro coreografie, così come noi tutti bagaj siamo impegnati ad esporre i teloni della nostra coreografia.
Da su piove di tutto, anche torce accese che finiscono per colpire i tifosi sottostanti, prevalentemente famiglie.
La sud “SBAGLIA” COMPLETAMENTE LE MISURE DELLO STRISCIONE IN TRANSENNA, che per tutta la sua lunghezza tocca le teste dei tifosi sottostanti. A centinaia lungo tutto il corridoio che divide la parte coperta da quella scoperta del primo anello blu approfittano della situazione per farlo a brandelli. Ci sono immagini di diverse Tv a dimostrare quanto scriviamo e cioè che non siamo stati noi (che occupavamo i posti delle prime due file in basso) a strappare la coreografia milanista.
Quando ci accorgiamo di quello che succede molte file sopra di noi, i pochi ragazzi posizionati nelle file più in alto a tenere la parte superiore dei nostri teli mollano tutto per provare a fermare quelli che approfittando dell’anonimato strappano lo striscione della coreo milanista ma ovviamente non riescono a fare molto.
Considerazione:
Noi consideriamo le coreografie una parte fondamentale del tifo, sappiamo bene quanto sacrificio (economico e non solo) ci sia dietro il lavoro di centinaia di ragazzi delle curve che si impegnano per esporre con orgoglio la propria coreografia. Noi stessi nel nostro piccolo sopportiamo mille sacrifici economici e di impegno per realizzare le nostre piccole coreografie, ed abbiamo troppo rispetto del lavoro e dell’impegno anche altrui per poter anche solo pensare di rovinare il lavoro di altri.
Detto questo quello che è accaduto dopo lo hanno visto tutti. Siamo stati aggrediti nel nostro settore da un nutrito gruppo di milanisti scesi dalla curva sud, approfittando della totale assenza di steward. Per diversi minuti in poco più di una decina di bagaj (ragazzini e padri di famiglia) abbiamo dovuto fronteggiare il gruppo di milanisti.
Intendiamo scusarci con tutti i tifosi dell’Inter e del Milan presenti allo stadio, nonché con tutti quelli anche di altre squadre che assistevano dalle TV per il deprecabile spettacolo di violenza offerto e per il cattivo esempio dato. Purtroppo in quei frangenti, ha prevalso la rabbia verso l’aggressione subita e la voglia di non permettere che qualcuno violasse lo striscione che ci rappresenta e che rappresenta i valori che da anni portiamo avanti, e l’unico modo per farlo era reagire, impedendo che ci venisse sottratto. Purtroppo uno dei nostri, colpito probabilmente con un tirapugni, rischia di perdere un occhio. Alla fine lo striscione è rimasto nelle nostre mani, ma alla luce delle conseguenze ci chiediamo se il prezzo che stiamo pagando non sia forse un po’ troppo alto.
Pur comprendendo lo stato d’animo di molti tifosi, che a causa di quelle scene e di tutto quello che anche lontano da noi è “piovuto dall’alto” hanno manifestato l’intenzione di non andare più allo stadio o di non portarci più i propri figli, invitiamo tutti i tifosi, a non abbandonare gli stadi. I nostri figli e le nostre famiglie per primi hanno dovuto assistere a quanto accaduto, ma questo non deve impedirci di continuare a portare a vanti una filosofia di tifo coreografico e non violento che deve prevalere su tutto il resto.
Ci rivolgiamo agli ultras di tutte le curve.
Sventolare le bandiere non significa essere ultras.
Realizzare piccole coreografie coinvolgendo genitori e figli e gente di tutte le età, non significa essere ultras.
Battersi per i diritti dei tifosi, lottare contro la repressione delle libertà individuali e la libertà di poter colorare lo stadio e sostenere i propri colori liberamente, non significa essere ultras.
Noi crediamo che chiunque vada allo stadio, da chi frequenta le curve, ai soci dei club ai singoli tifosi, dovrebbe impegnarsi, nel limite delle proprie possibilità, per far valere i propri diritti e per sostenere la propria squadra.
Essere ultras è ben altro, e spesso ci meravigliamo che i primi a non conoscere i valori e la mentalità ultras, siano proprio i frequentatori delle curve, che identificano in noi un gruppo ultras e non un Inter Club.
INTER CLUB
BANDA BAGAJ

martedì 10 febbraio 2009

Roma-Genoa: l’aggressione dimenticata

Due tifosi rossoblù sono stati gravemente feriti su un treno nei pressi della fermata di Ostiense: i giornali nazionali non hanno riportato la notizia. E’ l’ennesimo episodio cruento compiuto nel corso del campionato ad opera di facinorosi giallorossi, che rischia di restare impunito. E intanto il giudice sportivo non sanziona la società della Capitale per i fumogeni accesi e per i comportamenti violenti avvenuti all’Olimpico

Domenica scorsa a Roma c’è stata l’ennesima aggressione compiuta a tifosi ospiti. Stavolta è toccato a quelli del Genoa: la notizia è stata riportata soltanto dai quotidiani locali. Invece, su quelli nazionali e sulle agenzie neanche una riga. Secondo quanto riportato questa mattina dal Secolo XIX, da Repubblica edizione Genova, dal Corriere Mercantile e anticipato domenica sera dall'emittente genovese "Primocanale", due giovani tifosi rossoblù sono state vittime di un agguato da parte di un gruppo di teppisti armati di spray urticanti e coltelli su un treno che li riportava a Civitavecchia, da dove avrebbero continuato il viaggio in auto per tornare a Genova. L’increscioso episodio sarebbe avvenuto nei pressi della stazione di Roma Ostiense. Uno di essi ha avuto un gravissimo taglio tra volto e collo e ha riportato 10 punti di sutura: l’altro è stato colpito a una gamba. Sulla vicenda sta indagando la Digos.
Si penserà: «Ma cosa sono andati a fare a Roma se la trasferta era pericolosa, visti i precedenti dello scorso campionato?». Occorre a questa domanda una precisazione doverosa: l’Ansa dello scorso 28 gennaio riportava che il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive per Roma-Genoa aveva soltanto stabilito la chiusura del settore ospiti. Il Casms non aveva stabilito limitazioni alla vendita dei biglietti. Non a caso, gran parte dei tifosi genoani aveva potuto acquistare a Civitavecchia i biglietti del settore “distinti nord” e recarsi regolarmente e tranquillamente allo stadio della Capitale. Tutti si erano comportati civilmente e si erano seduti nel settore dell’Olimpico loro assegnato tra i tifosi giallorossi: nessuno di essi li aveva provocati, né indirizzato cori insultanti la squadra giallorossa. Per precauzione, la polizia li ha spostati nel settore ospiti solo dopo alcuni minuti dall’inizio della gara. Insomma, si può dire che l’iniziale chiusura della parte dell’Olimpico riservata ai sostenitori avversari abbia peggiorato le cose, complicando la vita ai genoani e alle forze dell’ordine. Sarebbe quindi stato più opportuno sistemare i sostenitori del Genoa nel settore loro riservato: una misura di buon senso, oltre che di ordine pubblico.
C’è anche il grottesco nella tremenda domenica dei genoani. Un tifoso giallorosso, forse emulo dei suoi antenati che rubavano le insegne alle armate avversarie, ha strappato dalle mani una bandiera del grifone da un sostenitore “nemico” al termine della gara nei pressi dello stadio: è stato fermato e trovato in possesso di un taglierino. La Polizia lo ha denunciato per furto e possesso di arma da taglio. Per lui ed altri tre compagni di tifo, resisi responsabili di altri comportamenti illeciti, è scattato il Daspo. Nessun provvedimento è scattato per i genoani: è evidente che si sono comportati correttamente. C’è da dire che l’”impresa” dei tifosi del Grifone è stata salutata con simpatia e rispetto da parte di numerosi tifosi sul sito Asromaultras.it: ha voluto farsi sentire la parte rispettosa, e sicuramente numerosa, dei sostenitori della Capitale.
Ma non è la prima volta che alcuni di essi si rendono protagonisti di episodi di violenza. Il 20 settembre scorso un supporter della Reggina fu accoltellato nei pressi dell’Olimpico da un giallorosso ben noto alle forze dell’ordine per numerosi comportamenti violenti. La giustizia ordinaria fece il suo corso: quella sportiva non decise alcuna sanzione, nonostante l’aggressione fosse accaduta nei pressi dello stadio. A termini del Codice di giustizia sportiva la Roma andava sanzionata. Poche settimane prima, il 1° settembre, dopo Roma-Napoli erano stati arrestati due tifosi romanisti durante i controlli prepartita, mentre un altro era stato denunciato a piede libero. Anche quella volta non furono presi provvedimenti contro la Roma. Invece il Napoli fu punito con la chiusura delle curve dalla giustizia sportiva, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni stabilì il divieto di trasferta per i tifosi azzurri sull’onda emotiva della presunta demolizione del treno Napoli-Roma. L’inchiesta dei Pm napoletani, dopo aver derubricato il reato da distruzione a danneggiamenti, sta per essere archiviata.
Tornando ai fatti di domenica scorsa, nel comunicato di oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel non ha preso alcun provvedimento per l’aggressione ai due genoani: era ovvio, visto che l’aggressione è stata compiuta in un luogo lontano dall’Olimpico. Ma c’è di più. Tosel ha rilevato solo che «sostenitori della Soc. Roma accendevano due fumogeni e facevano esplodere tre petardi nel proprio settore»: ma siccome ricorrono le circostanze esimenti per la squadra capitolina, ha stabilito «di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti delle Società in ordine al comportamento dei loro sostenitori in premessa indicato». Riguardo agli episodi di cui si sono resi responsabili i quattro tifosi giallorossi contro quelli genoani nello stadio non c’è neppure un accenno.
Dunque per l’ennesima volta nei confronti della società giallorossa e dei suoi tifosi non sono stati provvedimenti. A ciò bisogna aggiungere che finora anche da parte dei tutori dell’ordine pubblico sono state prese misure blande nei loro confronti per la repressione dei fatti violenti. Due pesi e due misure: forse per intervenire occorre che ci sia un morto.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

Nella foto, tratta da Asromaultras.it, i tifosi genoani nel settore ospiti

mercoledì 26 novembre 2008

Tifosi del Lione aggrediti a Firenze: la polizia indaga

La polizia sta esaminando i filmati girati ieri sera dalle telecamere di servizio piazzate intorno allo stadio comunale di Firenze per individuare gli eventuali responsabili di una aggressione a due tifosi francesi del Lione. I supporter hanno raccontato che in serata, mentre si avvicinavano allo stadio per assistere alla partita fra Fiorentina e Lione, erano stati aggrediti da alcuni italiani, per motivi non chiari. I tifosi sono stati visitati dal medico in servizio allo stadio e medicati per alcune contusioni, ma senza alcun giorno di prognosi. Alla polizia non hanno saputo indicare il luogo esatto dove sarebbero stati picchiati, ne' fornire particolari precisi sugli aggressori.
Fonte: Ansa

mercoledì 19 novembre 2008

Esclusivo/Le immagini degli scontri in Roma-Lazio (da You tube)

"il pallone in confusione" ha trovato due eloquenti filmati dei disordini avvenuti domenica scorsa durante il derby della Capitale. Nel secondo ci sono tafferugli e lancio di petardi e bengala di cui non vi è traccia nel comunicato di ieri del Giudice sportivo


"il pallone in confusione" ha trovato su You tube i filmati degli scontri e dei disordini avvenuti domenica scorsa allo stadio Olimpico in occasione di Roma-Lazio. Il primo riguarda gli scontri avvenuti nella tribuna Tevere: si notano i bengala e i petardi lanciati contro alcuni tifosi e gli steward, oltre alla carica di altri sostenitori (forse laziali) contro i romanisti con lancio di oggetti (tra cui una bandiera). «Se stanno 'a ammazzà» commenta la voce dell'operatore. Probabilmente è quella a cui fa riferimento il comunicato ufficiale n.127 di ieri della Lega Calcio con le decisioni del Giudice sportivo.
Nel secondo filmato, si nota chiaramente il lancio di petardi e bengala fuori alla curva Nord, nei pressi del parcheggio delle moto, mentre le impazzano le sirene delle auto e dei cellulari della Polizia. La scena è deprimente, avvolta dal fumo dei fuochi d'artificio e i rumori assordanti. «E' un macello» dice l'operatore, che aggiunge: «hanno fatto un agguato proprio». «I laziali stanno de là» afferma un altro con voce sconsolata. All'improvviso, si vedono i poliziotti in assetto antisommossa correre verso un punto del piazzale antistante la curva, coperti alle spalle dai cellullari e sommersi dai petardi lanciati dai tifosi. «Ahò, guarda che botte» prosegue l'operatore. Di quest'ultimo episodio non c'è menzione nelle decisioni di Gianpaolo Tosel, che avrebbe dovuto sanzionare per responsabilità oggettivo la Roma e la Lazio. Infatti, l'articolo 4 comma 4 del Codice di giustizia sportiva prevede che «le società sono responsabili dell'ordine e della sicurezza prima, durante e dopo lo svolgimento della gara, sia all’interno del proprio impianto sportivo, sia nelle aree esterne immediatamente adiacenti. La mancata richiesta della forza pubblica comporta, in ogni caso, un aggravamento delle sanzioni».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Clicca su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/11/il-forum-dei-tifosi-la-giustizia.html per dire la tua opinione sulla giustizia sportiva

Roma-Lazio 16 novembre 2008: scontri in tribuna Tevere


Roma-Lazio 16 novembre 2008: scontri fuori alla curva Nord

Clicca su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/11/il-forum-dei-tifosi-la-giustizia.html per dire la tua opinione sulla giustizia sportiva

domenica 16 novembre 2008

Atalanta-Napoli: testimonianza di Canale 9 sull'inciviltà dei tifosi bergamaschi

Riceviamo dalla redazione del sito dell'emittente napoletana Canale 9 (www.9online.it) e pubblichiamo la testimonianza del comportamento incivile della tifoseria bergamasca nel corso di Atalanta-Napoli disputata oggi.

«Tra buu razzisti, improperi di ogni genere nei confronti della popolazione napoletana tutta, ed un tentativo di aggressione alla panchina del Napoli, a Bergamo, parallelamente alla partita è andata in scena una pessima rappresentazione. Dalla puntata odierna di "Tutti In Campo", le testimonianze sui vergognosi episodi avvenuti allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia».
Clicca quiper vedere i video della telecronaca di Carlo Alvino (Canale 9) e l'intervento di Salvatore Calise (Radio Marte)

lunedì 22 settembre 2008

Ferimento tifoso Reggina: confermato arresto per ultrà Roma

Arresto convalidato con detenzione in carcere per il tifoso ultrà romanista Fabio Testadiferro che la sera di sabato scorso ha ferito con una coltellata un tifoso della Reggina poco prima dell'incontro di calcio in programma allo stadio Olimpico. Lo ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Roma che contesta all'imputato, processato per direttissima, l'accusa di lesioni gravi, la detenzione abusiva e l'uso di coltello di genere proibito. Nel corso dell'udienza di convalida svoltasi oggi davanti alla Sesta sezione penale del Tribunale è emerso che Testadiferro è alcolista, ha vari precedenti per detenzione di armi bianche. Secondo il giudice se fosse tornato libero ci sarebbe stato il pericolo di reiterazione del reato considerati appunto i precedenti dell'imputato. Dopo la convalida il processo è stato rinviato al 1 ottobre prossimo e nel corso dell'udienza saranno sentiti gli agenti che avevano arrestato l'uomo e anche testimoni, uno dei quali al momento del fatto era vicino alla persona ferita. Dopo l'arresto in un motorino di proprieta' di Testadiferro fu trovato anche un coltello.
(Adnkronos)

Arresto tifoso Roma: il Viminale prenda provvedimenti

Riceviamo e commentiamo un comunicato di Napolisoccer.net. Dopo l'aggressione di sabato scorso di un tifoso della Reggina da parte di un ultrà giallorosso, si attendono provvedimenti immediati dal ministro Maroni, dall'Osservatorio e dal Casms nei confronti della tifoseria capitolina: come hanno già stabilito per la tifoseria napoletana

La vicenda dell'accoltellamento del tifoso della Reggina ad opera di un ultrà giallorosso merita un commento. E questo anche alla luce del comunicato della redazione del sito Napolisoccer.net che pubblichiamo di seguito.
Da quanto letto ieri sulle agenzie, l'aggressore del tifoso calabrese, che non è risultato essere un pericoloso ultrà armato, era un personaggio ben noto alla polizia della capitale. Citiamo per tutte l'Agi: «L'aggressore era già stato tratto in arresto per lancio di oggetti e fumogeni contro le forze dell'ordine in occasione del derby Lazio-Roma del 21 marzo del 2004, nonché per il porto di un coltello a serramanico e per questo sottoposto alla misura del divieto di accesso per tre anni ai luoghi ove si svolgono competizioni sportive». Ma c'è di più. «La perquisizione del motorino con il quale T.F. era andato allo stadio ieri sera, ha permesso di trovare nascosti nel portaoggetti sotto la sella quattro coltelli. Altri quattro coltelli e un pugnale sono stati trovati nella sua abitazione». Sono in corso ulteriori indagini da parte della Digos e del Commissariato della zona Prati per verificare la sua responsabilità in altre aggressioni.
Sicuramente il "tifoso" giallorosso riceverà la sanzione del Daspo per cinque anni: ma non è sufficiente, considerato che è plurirecidivo e ben noto alle forze dell'ordine. Dopo i fatti del 31 agosto scorso, i tifosi del Napoli sono stati sanzionati con il divieto di trasferta per tutto il campionato dal Viminale. Questa punizione è stata impartita il 2 settembre dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in persona, nonostante ci siano una considerevole serie di dubbi sollevati, attraverso una serie di documentate inchieste giornalistiche, da "il pallone in confusione", da Antonio Corbo de La Repubblica, Canale 9, Calcionapoli1926, Radio Marte, Napolisoccer.net, Tuttonapoli.net, Pianetanapoli.it e Napolimagazine.com. Un provvedimento che, almeno finora, sembra più l'effetto di una decisione presa su un'onda emozionale, piuttosto che una sanzione stabilita razionalmente e, soprattutto, con equità.
A questo punto si spera che, dopo l'aggressione di sabato scorso, il Viminale prenda provvedimenti drastici, visto che Maroni ha annunciato più volte sin da prima dell'inizio del campionato la «tolleranza zero» verso i violenti degli stadi. Un "manifesto" ribadito anche dall'Osservatorio per manifestazioni sportive e dal Casms. Ci si attende dunque un atto di coerenza da tutti i rappresentati della tutela dell'ordine pubblico. Si spera quindi che non si applichino due pesi e due misure: ciò che è stato fatto per i tifosi napoletani, va fatto anche per tutti gli altri.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Inviato da Napolisoccer.net
Equità di giudizio?
Da involontari protagonisti ad attenti spettatori, ora aspettiamo le decisioni del CASMS.
Napoli, il Napoli ed i tifosi azzurri, vittime involontarie del comportamento di pochi esagitati, ora attendono gli sviluppi di quello che è l'ennesimo episodio di accoltellamento in occasione di partite casalinghe della Roma. E' giunto il momento di capire se Napoli, il Napoli ed i tifosi azzurri sono vittime predestinate oppure se la legge è veramente uguale per tutti.
La cronaca racconta di un accoltellamento nelle immediate vicinanze dell'Olimpico di un tifoso della Reggina. Addirittura è stato arrestato l'aggressore, riconosciuto con certezza in Curva Sud e già noto alle forze di polizia come appartenente ad un gruppo ultras. I fatti sono chiari ed assodati, l'aggressore è stato individuato in curva e monitorato per tutto l'incontro con le telecamere. Al termine della partita, durante il deflusso degli spettatori, è stato bloccato ed arrestato. L'uomo era già noto per fatti analoghi, in quanto era stato arrestato per lancio di oggetti e fumogeni contro le forze dell'ordine in occasione del derby Lazio-Roma del 21 marzo del 2004, nonchè per il porto di un coltello a serramanico e per questo sottoposto alla misura del divieto di accesso per tre anni ai luoghi ove si svolgono competizioni sportive.
Ed ora si attendono le decisioni del CASMS e del ministro Maroni che sicuramente saranno proporzionate alla gravità del fatto ed equamente applicate così come in occasione dei fatti di Roma-Napoli.
Napoli, il Napoli ed i tifosi azzurri seguiranno la vicenda!
Redazione Napolisoccer.NET
http://www.napolisoccer.net/3791/ed-ora-attendiamo-equita-di-giudizio-e-proporzionalita-nella-sanzione/

mercoledì 17 settembre 2008

Il Napoli si costituisce parte civile contro sei ultras

Ciò è finalizzato alla richiesta di risarcimento danni per «non meno di cinque milioni di euro». Marino ai tifosi: «Domani non venite allo stadio con i petardi»

Prosegue l'impegno della Società sportiva calcio Napoli contro la violenza negli stadi. La squadra di Aurelio De Laurentiis si è costituita parte civile nel procedimento penale contro sei ultras accusati per disordini accaduti in passato allo stadio stadio San Paolo. La richiesta è stata formalizzata stamattina dal legale della società azzurra, Bruno Botti, durante l'udienza preliminare davanti al giudice dell'udienza preliminare Carlo Alabiso. In essa l'avvocato del Napoli sottolinea che l'azione è finalizzata alla richiesta a titolo di risarcimento dei danni morali e materiali per «non meno di 5 milioni di euro».
Il gup dovrà decidere riguardo alle richieste di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Antonio Ardituro nei confronti di sei tifosi azzurri: tra essi vi sono anche capi di gruppi ultras, accusati a vario titolo, di associazione per delinquere, estorsione e esplosione di ordigni allo scopo di suscitare disordini. 
In particolare, al centro delle indagini vi sono due precisi episodi: l'esplosione di bombe carta durante Napoli-Frosinone del 2006 e l'incendio doloso in tribuna stampa accaduto il 27 gennaio 2005. Entrambi questi fatti sono stati interpretati dai magistrati inquirenti come atti intimidatori contro la società allo scopo di ottenere numerosi biglietti omaggio. 
Intanto Pierpaolo Marino ha lanciato un appello per la partita di domani sera di Coppa Uefa contro il Benfica. Il direttore generale ha chiesto ai tifosi di non venire allo stadio con i petardi. «Domani - spiega Marino - i tifosi saranno tantissimi. Il San Paolo sarà stracolmo e per questo chiedo ai napoletani di non portare allo stadio materiale pirotecnico. In campo europeo fumogeni, bengala, petardi e qualsiasi tipo di fuochi artificiali è severamente punito anche se fatto esplodere sugli spalti. Mi appello, quindi, ai nostri splendidi tifosi affinchè domani siano vicini alla squadra con il loro calore ma senza recare con se' alcun materiale pirotecnico, altrimenti corriamo seriamente il rischio di incorrere in sanzioni che provocherebbero ulteriori danni a noi ed ai nostri stessi sostenitori».

lunedì 15 settembre 2008

Quattro laziali denunciati per aggressione a tifoso Sampdoria

Aggressione ieri a Roma al termine di Lazio-Sampdoria. Poco dopo le 18, durante l'uscita del pubblico dai cancelli dello stadio Olimpico, in Piazza Maresciallo Giardino, quattro tifosi laziali, che viaggiavano a bordo di un'automobile, hanno incrociato all'altezza di un semaforo due tifosi della Sampdoria appiedati. Uno dei sostenitori biancocelesti è sceso dalla vettura e ha colpito con calci alla schiena uno dei due genovesi. Sono subito intervenuti due agenti del commissariato ''Prati'', addetti proprio al servizio di prevenzione per il deflusso delle tifoserie. Alla vista dei poliziotti, gli aggressori hanno cercato di dileguarsi ma dopo un breve tratto sono stati bloccati: è stato inoltre trovato a terra un coltello a scatto gettato dagli occupanti dell'autovettura. Tutti sono stati portati al Commissariato ''Prati'' dove i quattro giovani romani sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di arma da taglio: l'aggressore e' stato denunciato per percosse. Nei confronti dei quattro, incensurati, verra' inoltrata proposta per l'applicazione del Daspo, ossia provvedimento di divieto d'accesso nei luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

sabato 13 settembre 2008

Il giallo dell'Intercity sparito, indagini sui danni a Trenitalia

I buchi neri dell´inchiesta. La squalifica provocata da un chirurgo, 007 per hobby. Lepore smentisce un piano dei clan "Non c´è legame tra la vicenda e i camorristi tifosi"

di Antonio Corbo
Viaggia con 500 mila euro di danni a bordo. Ma dov´è? Introvabile il treno che gli ultras del Napoli avrebbero distrutto. Dal 31 agosto, giorno di Roma-Napoli, i vagoni dell´Intercity Plus "Modigliani" sono inafferrabili. Come la verità di quella domenica. È l´ultimo mistero di una già nebulosa ricostruzione: per ora, pagano il Napoli e i suoi tifosi, penalizzati dalla chiusura delle curve per tre gare interne. Ma la vicenda promette un finale diverso: indaga la Procura di Napoli. L´inchiesta può dimostrare che i disordini furono enfatizzati, magari per coprire errori e responsabilità. Sarà troppo tardi, Napoli-Fiorentina esclude domani i tifosi delle curve, 11 mila abbonati hanno pagato per non vederla.Il dirigente della Digos Antonio Sbordone ha consegnato una informativa al pm Antonello Ardituro. Una relazione accurata, con foto e riscontri. Il magistrato, specialista di camorra e ordine pubblico, ha subito derubricato l´ipotesi di reato: da "devastazioni" al più lieve "danneggiamenti". Rintracciato dalla polizia il ferroviere «aggredito e ferito». Neanche un graffio. La Scientifica, diretta da Fabiola Mangoni, doveva esaminare il treno danneggiato. Impossibile. Solo quattro vagoni sarebbero a Napoli, gli altri in viaggio. Sono più veloci gli inventari che i treni. Il 31 agosto, i tg del pomeriggio riferivano già la stima dei danni: 500 mila euro. Gli Ultras, in un reportage di "Repubblica" nel covo di via Venezia, promettono di risarcire con una colletta l'azienda. Neanche loro hanno più visto il treno. «Girano solo tre foto, sempre le stesse». Possibile che sia tornato a viaggiare un treno devastato per 500 mila euro? Se lo chiede anche la Procura. Il conto di solito va allo Stato. Pagano i contribuenti.«Si indaga ad ampio raggio», osserva il procuratore capo, Giovandomenico Lepore. Sembra sorpreso, però. «Il treno è partito a mezzogiorno, con ampio ritardo. I tifosi aspettavano dalle 7.
Qualcuno avrà perso la pazienza, comprensibile. E i benpensanti, vista la bolgia, sono scesi. Finora però non risulta un disegno criminoso della camorra. Molti camorristi sono tifosi. Difficile però cogliere nell´insofferenza di quella domenica un piano preordinato. Comunque, indaghiamo su tutto». Chiusura prudente, ma svanisce nelle equilibrate parole di Lepore l´ombra dei clan. Roberto Maroni ha invece rimarcato la presenza di 27 affiliati e 800 pregiudicati tra i tremila tifosi. Si sa c´erano tanti tifosi con precedenti penali. Ma nessuno sa che cosa abbiano davvero combinato. A Napoli niente, così sembra. Le spranghe viste in tv a Roma Termini erano asticelle delle bandiere. Di plastica. I primi resoconti dei tg hanno creato un clima di forte suggestione. Si riflette nei rapporti al giudice sportivo Tosel su quanto sarebbe accaduto allo stadio. Gli inviati federali all´Olimpico erano Carmine Rossi, funzionario civile dello Stato, e uno 007 per hobby. Un chirurgo. L´omonimia ha fatto pensare che fosse un ufficiale della Finanza, Francesco Mattana. È invece Claudio Mattana, 53 anni, nato a Vittorio Veneto, parente di Antonio Gava. Lavora al "Gemelli" di Roma, reparto Decimo L. con brillante curriculum: specializzato a Napoli alla scuola di Zannini, 2500 interventi a retto e colon negli ultimi 23 anni. Ma di camorra e ordine pubblico sente parlare solo in tv. Mattana e Rossi hanno ispirato prima Tosel, poi la Corte federale. Descrivono steward e carabinieri "leggermente feriti", petardi esplosi senza chiarire le traiettorie. È qui che il Napoli poteva attenuare la sentenza sportiva. Una "indagine difensiva" di bravi penalisti poteva dimostrare l´eventuale labilità dei rapporti. Ingigantire i dubbi. Il bolognese Mattia Grassani, avvocato dello sport, si è aggrappato ad un presunto «errore nella sentenza». Ma ha tentato di ridimensionare le accuse? Ha puntato sul diritto e non sul merito. Il Napoli paga un'atmosfera, non «gravi atti di violenza». Ma ora è troppo tardi, peccato.
Tratto da La Repubblica, edizione Napoli - 13 settembre 2008
http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Il-giallo-dellIntercity-sparito-indagini-sui-danni-a-Trenitalia/1512384

mercoledì 10 settembre 2008

Roma-Napoli: la testimonianza di un giornalista austriaco

«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia» racconta Reinhard Krennhuber in un'intervista a derstandard.at. «Ritardi e maltrattamenti studiati per provocare reazione. Nessun attacco, la polizia invece nei bus ha picchiato a caso»


Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani verso Roma e prende posizione in un'intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. L'articolo è comparso per la prima volta su http://www.asromaultras.it/updates.htm e lo ha ripreso anche www.tuttonapoli.net. Una versione differente da quella offerta dai media italiani, con il racconto di scene assurde. Il testo integrale in lingua tedesca è su http://derstandard.at/?url=/?id=1220457342474
Ecco la traduzione italiana

I media raccontano di come atti di violenza all'inizio del campionato di serie A abbiano di nuovo danneggiato l’immagine del calcio italiano. Da fonti di agenzia di stampa si apprende di come 1500 Ultras Napoletani abbiano assaltato un treno alla stazione di Napoli costringendo a scendere 300 passeggeri. Inoltre avrebbero ferito quattro controllori di Trenitalia e danneggiato e saccheggiato le carrozze. All'arrivo a Roma Termini avrebbero acceso bombe carta e usato gas lacrimogeni mentre erano scortati dalle forze dell’ordine ai bus verso lo stadio. Trenitalia parla di danni attorno ai 500.000 Euro.

Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Jakob Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani in trasferta verso Roma e prende posizione in un' intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. "Ballesterer fm" ne parlerà in un articolo che uscirà il 7 ottobre sulla crisi nel calcio italiano, raccontando in particolare i fatti della partita Roma – Napoli.

Lei è stato un testimone oculare dei fatti successi alla stazione di Napoli, ci racconta cosa in realtà è successo?
«Innanzitutto non si può assolutamente parlare di Ultras Napoletani che abbiano minacciato e fatto scendere dal treno 300 passeggeri, poi degli attacchi ai controllori di Trenitalia non ne abbiamo preso atto. Il treno sarebbe dovuto partire alle 09:24. Poco dopo le 11 i dipendenti di Trenitalia sono passati sui treni per consigliare ai passeggeri non tifosi del napoli e senza intenzione di andare a Roma di lasciare il treno e di prenderne un altro, cosa che hanno fatto tutti. Alla fine si parte alle 12:30 in un treno strapieno e sovraffollato. All’arrivo a Roma la partita era già iniziata; siamo entrati all' Olimpico al 52° minuto di gioco, una vergogna pensando che la maggior parte degli ultras aveva pagato sia il biglietto del treno che il biglietto di entrata all'Olimpico per 28 Euro. Abbiamo assistito alla demolizione dei bagni ma non si arriverebbe comunque mai alla cifra che Trenitalia ha comunicato ufficialmente, e poi qualcuno mi dica cosa ci sarebbe da saccheggiare in un treno...il tutto si sottrae alla mia immaginazione, come la notizia che gli ultras avrebbero usato gas lacrimogeni alla stazione Termini».

C'è stato qualche momento in cui avete avuto paura che potesse succedere qualcosa?
«Non abbiamo avute paure create dagli ultras napoletani, non hanno attaccato le forze dell’ordine nè alla stazione nè allo stadio, anche perchè sapevano cosa ci fosse in gioco. L’unico momento di tensione è stato quando dopo la partita sono entrate le forze dell’ordine nei bus per picchiare a caso chiunque si trovasse sulla loro via, il tutto con la scusa che queste persone avrebbero ostacolato la partenza dei bus. La cosa più assurda e che questi bus sono partiti poi dopo un'ora e mezza! Ci hanno trattenuto dentro lo stadio per 4 ore senza la possibilità di acquistare acqua o cibo. La promessa di ricevere acqua non è mai stata mantenuta!»

Il Ministero degli Interni italiano vorrebbe emettere un divieto di trasferta ai tifosi napoletani e vorrebbe far giocare a porte chiuse il Napoli sanzionando anche la società con una multa. Lei pensa che questi provvedimenti servano a qualcosa?
«No, trovo il divieto alle trasferte e le porte chiuse un provvedimento molto esagerato. La maggior parte dei tifosi napoletani non ha commesso nessun reato durante la trasferta. Le accuse che gli incidenti siano stati pianificati e orchestrati dai fans o addirittura dalla camorra mi sembrano totalmente assurde, un'invenzione. Al contrario non riesco a smettere di pensare che il tutto, cioè il ritardo e diversi maltrattamenti, siano stati studiati di proposito come per avere una reazione da parte dei tifosi per provocare una reazione ed emanare poi i provvedimenti che adesso vogliono far passare».

Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di risultati positivi ottenuti dallo Stato contro la violenza negli stadi. Afferma che dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania ci sono meno incidenti. Racconta poi di come la sicurezza negli stadi sia stata migliorata e come questo abbia di nuovo attirato le famiglie con i bambini a frequentare di nuovo lo stadio. Sono fatti reali o solo belle parole?
«Gli standard di sicurezza sono stati sicuramente migliorati ma si tratta solamente di qualche cancello e qualche tornello in più all’entrata. Gli stadi italiani sono ancora nelle stesse desolanti condizioni di prima, non è cambiato niente all’interno. A parte questo lo Stato italiano usa solamente la via della repressione, non hanno alcuna intenzione di spendere soldi o lavorare insieme ai tifosi per un programma con essi. Poi trovo la deposizione di Manganelli molto cinica, pensando che nel novembre 2007 veniva ucciso Gabriele Sandri da un colpo di pistola esploso da un agente della polizia. Inoltre non riesco a vedere l'incremento delle visite allo stadio da parte di famiglie. A Roma nel settore ospiti ho notato tra le 3600 persone due che erano sopra i 50 anni e cinque o sei donne, cosa che non mi stupisce affatto visto il trattamento a volte disumano che subiscono i tifosi».

Lei a che conclusioni arriva dopo il weekend passato?
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia. C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente. Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista. I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità. E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente. Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti. E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend».

(Thomas Hirner, derStandard.at, 5. September 2008)

Le due contraddizioni della sentenza di Tosel sul Napoli

Errata applicazione dell’articolo 14 del Codice di giustizia sportiva, che riguarda soltanto i fatti violenti commessi dai tifosi delle squadre di casa, e delle circostanze attenuanti non previste per esso. La società azzurra ha due valide motivazioni per ottenere una decisione a proprio favore in appello

La sentenza del Napoli è viziata da errori e la giustizia sportiva è da riformare. Lo ha dimostrato innanzitutto stamattina un articolo del Corriere dello Sport, riguardante l’errore commesso dal Giudice sportivo nella sentenza che ha sanzionato il Napoli con le chiusura delle curve dello Stadio San Paolo. E’ stato applicato l’articolo 14 del Codice di Giustizia (intitolato "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori") sportiva che riguarda, secondo il dettato della norma stessa, soltanto le società che giocano in casa. Il Napoli, invece, giocava in trasferta. Il testo stabilisce infatti che "Le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara, sia all’interno del proprio impianto sportivo, sia nelle aree esterne immediatamente adiacenti, quando siano direttamente collegati ad altri comportamenti posti in essere all’interno dell’impianto sportivo, da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi un pericolo per l’incolumità pubblica o un danno grave all’incolumità fisica di una o più persone". Ma c’è un ulteriore importante particolare , scoperto da "il pallone in confusione": il vecchio testo all’articolo 11 ("Responsabilità delle società per i fatti violenti") era molto più netto al riguardo. La norma recitava infatti che "le società rispondono per i fatti violenti commessi in occasione della gara da uno o più dei propri sostenitori se dal fatto derivi comunque un pericolo per l'incolumità pubblica od un danno grave all'incolumità fisica di una o più persone e, per fatti commessi all’esterno dell’impianto sportivo, laddove risulti violato il divieto di cui al dell'art. 10, comma 1. La responsabilità è esclusa quando il fatto è commesso per motivi estranei alla gara". E’ evidente dal confronto che il vecchio testo, parlando semplicemente e in generale di "gara", comprendeva sia quelle in casa, quelle fuori casa e le amichevoli. In base alle nuove disposizioni il Napoli, come qualsiasi altra società, ha ragioni da vendere per l’accoglimento del proprio ricorso: con il vecchio testo sarebbe stato tutto molto più difficile. Insomma, sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era prima.
A ciò bisogna aggiunge un altro errore del giudice sportivo: anzi, per meglio dire, una contraddizione. Nella sentenza si stabilisce che "la Soc. Napoli è chiamata a rispondere a titolo di responsabilità oggettiva (artt. 4, n. 3 e 14 n. 1 CGS)". Questi tre articoli del Codice di Giustizia sportiva riguardano rispettivamente la "Responsabilità delle società", la "Responsabilità delle persone fisiche", e, appunto, la "Responsabilità delle società per fatti violenti dei sostenitori". Dopo aver trattato dei fatti addebitati e della "specifica recidività", il giudice Tosel parla della "consequenziale sanzione" e della "concreta e apprezzabile attività di collaborazione con le Forze dell’Ordine svolta dalla dirigenza societaria (art. 13 n. 1 lettere b-e CGS)". Quest’ultimo articolo del Codice riguarda le "Esimenti e attenuanti per comportamenti dei propri sostenitori" che riconosce al Napoli di aver "concretamente cooperato con le forze dell’ordine e le altre autorità competenti per l’adozione di misure atte a prevenire i fatti violenti o discriminatori e per identificare i propri sostenitori responsabili delle violazioni" e che "non vi è stata omessa o insufficiente prevenzione e vigilanza da parte della società". Ma questa norma non poteva essere applicata al caso del Napoli, poiché espone testualmente che "la società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori in violazione degli articoli 11 e 12 se ricorrono congiuntamente tre delle seguenti circostanze"tra cui vi sono le due contemplate nella sentenza. Tuttavia gli articoli 11 e 12 non sono stati assolutamente citati da Tosel nella sentenza, che ha fatto invece richiamo agli articoli 3, 4 e 14 a cui, su espressa statuizione del Codice, non si possono applicare le esimenti e le attenuanti dell’articolo 13.
Quindi, riepilogando, la sentenza è viziata da un due evidenti errori: l’applicazione al Napoli di una norma del Cgs, ossia l’articolo 14, che riguarda i fatti violenti dei propri tifosi commessi nel proprio stadio e delle circostanze attenuanti, previste nell’articolo 13, che non sono previste per l’articolo 14, ma per altre disposizioni. L’avvocato Mattia Grassani, saprà sicuramente far notare tutto ciò e ottenere una sentenza di appello sicuramente favorevole al Napoli.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 9 settembre 2008

Permettete una parola? - Trenitalia e Casms dividono tifosi in figli e figliastri

Perché non è stata organizzata la trasferta degli ultrà del Napoli a Roma, così com'è stato fatto per quelli del Catania a Milano?

Permettete una Parola? Anzi, una condivisione di parola. Abbiamo da poco letto l'editoriale di Tuttonapoli.net "Scusate, ma ci viene da ridere", riguardante la decisione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, in accordo con Trenitalia, di aprire ai tifosi del Catania le porte dello Stadio San Siro per la partita con l'Inter. Condividiamo in pieno ciò che è scritto e ci siamo anche noi "scompisciati", come avrebbe detto il grande Totò. Poco dopo, la ragione si è svegliata dal suo sonno, anzi dall'ilarità più intensa e scoppiettante, e la risata si è trasformata in amara constatazione. E vorremmo aggiungere alcune considerazioni riguardo a queste ultime vicende.
Riepiloghiamo. Poco fa è stato comunicato dalle agenzie, "urbi ed orbi", che il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». Scusate, ma l'Osservatorio e il Casms non avrebbero potuto effettuare un «lavoro congiunto» nelle settimane precedenti a Roma-Napoli in modo da «creare condizioni ottimali per la trasferta dei tifosi» napoletani a Roma? Magari anche con la disponibilità di Trenitalia, obbligando l'acquisto dei tagliandi per l'accesso all'Olimpico a quello del biglietto ferroviario? Per i tifosi del Catania è stato previsto tutto ciò. Essi infatti, secondo il "proclama urbi et orbi", potranno acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie». Si sapeva perfettamente da tempo, che i tifosi del Napoli avrebbero utilizzato il treno: perché non si è provveduto per tempo? Nel Casms siede anche un rappresentante dei servizi segreti: se questi ultimi non sapevano dell'intenzione degli ultrà di recarsi alla stazione di Napoli Centrale e partire alla volta di Roma, allora vuol dire che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" come diceva Gino Bartali.
Ma l'occasione è troppo importante per non girare un altro quesito a tutte le autorità competenti: perché non ripristinare i treni speciali per tutte le trasferte delle tifoserie? Potrebbero partire da stazioni secondarie e non arrecare problemi e fastidi a tutti gli altri passeggeri e al traffico ferroviario. O costa troppo? Proibire le trasferte ai tifosi dovrebbe essere un provvedimento eccezionale, da prendere solo nei casi davvero estremi: invece, si dà l'impressione che non si riesca a mantenere l'ordine pubblico negli impianti. Oltre a ciò, occorre copiare il tanto auspicato e celebrato "modello inglese": nel paese d'Oltremanica, i sostenitori più esagitati sono individuati dai tutori dell'ordine pubblico e gli viene negato tassativamente l'accesso allo stadio. Se adesso si agisce in questo modo, come si potrà garantire la sicurezza quando si costruiranno gli stadi di proprietà delle società?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Casms conferma divieto trasferta tifosi fiorentini a Napoli

L'organismo del Viminale ha spiegato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare condizioni di insicurezza». Via libera, invece, ai tifosi del Catania per la trasferta a Milano con l'Inter

E' stato confermato dal Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive)il divieto di trasferta per i tifosi toscani per Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Stabilito anche il biglietto singolo per i tifosi ospiti in Fiorentina-Bologna del 21 settembre, «con identificazione degli acquirenti». Invece l'organismo presieduto dal Prefetto Cardellicchio ha dato il via libera alla trasferta dei tifosi etnei per Inter-Catania, che si giocherà sabato prossimo.
Il Casms, riunitosi oggi al Viminale, ha sottolineato positivamente «l'atteggiamento "virtuoso" posto in essere dai tifosi fiorentini». L'organismo dell'ordine pubblico negli impianti sportivi ha precisato che «la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che potrebbe determinare "condizioni di insicurezza" per la tifoseria ospite con la quale, peraltro -si fa notare- i supporters partenopei non hanno avuto in passato buoni rapporti».
Riguardo a Inter-Catania, il «lavoro congiunto» dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del Casms ha consentito «di creare le condizioni ottimali per organizzare le trasferte dei tifosi catanesi a Milano», con «la combinazione titolo di viaggio/stadio, resa possibile anche grazie alla disponibilità garantita all'Osservatorio da tutti i componenti ed in particolare da Trenitalia». I tifosi del Catania potranno così acquistare i tagliandi della partita presentando «un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie».
Il Casms ha inoltre disposto la vendita del ''biglietto singolo per gli ospiti'' a Livorno-Pisa del 20 settembre e la ''chiusura della vendita dei tagliandi alle ore 19 del giorno precedente''. Divieto di trasferta, poi per i tifosi della Cavese in occasione di Foggia-Cavese di domenica prossima, divieto di trasferta per i cosentini a Manfredonia-Cosenza del 21 settembre e per i tifosi del Sora in vista di Virtus Latina-Sora di domenica prossima.
Infine, stamattina l'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive (l'organismo incaricato di effettuare i controlli) ha annunciato ''visite conoscitive presso tutti gli impianti di serie A e B , tutti già in regola, al fine di verificare che le opere di messa a norma siano state preservate nel tempo e risultino tuttora efficaci». Questa «l'occasione servirà anche a valutare, in termini di accoglienza degli spettatori, gli impianti, così da creare le condizioni per una crescita degli stadi italiani verso gli elevati standard di alcuni Paesi europei».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Il Sindaco di Napoli: non escludo una trappola tesa ai tifosi

Il primo cittadino a Radio Marte: «Ce l'hanno con De Laurentiis». D'accordo con la tesi del "trappolone" anche gli ultras azzurri

La tesi della trappola ai tifosi del Napoli è ipotizzata anche dal primo cittadino di Napoli, Rosa Iervolino Russo. Il sindaco ha dichiarato dai microfoni dell'emittente napoletana Radio Marte Stereo che «le decisioni prese sono state ingiuste; occorre punire chi delinque ma non si può impedire a tante persone perbene di seguire la propria squadra del cuore. Non so se sia stata una trappola o meno ma non posso escluderlo». La sindaca ha un sospetto: «Ce l'hanno con De Laurentis. Aurelio è stato coraggiosissimo a prendere il Napoli in un momento di grande difficoltà portandolo a livelli internazionali. E' chiaro che ci sia invidia verso di lui, per quello che è riuscito fare. Voglio dire al presidente del Napoli di non mollare perchè la città ha bisogno di lui».
Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, invece auspica un ripensamento del numero uno azzurro. «Il presidente De Laurentis non metterà in atto il proposito - ha affermato Abete - di abbandonare il mondo del calcio». Nel corso della conferenza stampa a Pordenone, prima della partita Italia-Georgia, Abete ha ribadito che il calcio italiano ha bisogno «di dirigenti capaci, appassionati che proiettino il loro territorio in un contesto nazionale e internazionale, esattamente com'è riuscito a fare, in così poco tempo, il presidente del Napoli». Abete ha però aggiunto che «è chiaro che la dirigenza rimane soltanto se ci sono comportamenti virtuosi da parte dei supporter. Resta se pensa che i delinquenti non rovinino l'immagine e l'equilibrio societario».
Il sospetto del "trappolone" (com'era stato definito a "il pallone in confusione" dall'avvocato Lorenzo Contucci) serpeggia anche tra la tifoseria organizzata azzurra. Un ultras ha dichiarato all'Ansa di non sapere «ancora cosa faremo domenica, siamo ancora disorientati perchè non credo che per 3600 persone debbano pagare due curve di 30mila persone». C'è grande amarezza per la decisione del Giudice sportivo, Giampaolo Tosel, di chiudere le due curve in occasione di Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Alessandro, uno dei responsabili del gruppo ultrà racconta che «Su quel treno c'erano persone che assistono alle partite non solo dalle curve ma anche dai distinti e dalle tribune e persone che mai sono state allo stadio. Riteniamo che sia stata fatta un'ingiustizia alla gente di Napoli, al popolo visto che nelle curve ci va chi non ha troppe possibilità economiche». Per fare maggiore luce sui fatti e i danneggiamenti causati sull'Intercity Plus Napoli-Torino, partito dal capolugo campano con tre ore di ritardo, Alessandro chiede che «il Napoli dovrebbe documentarsi ascoltando chi era su quel treno. Non ci saremmo mai sognati di bruciarci la possibilità di poter seguire la squadra. E' stato messo in campo un disegno contro di noi, è una trappola. Non siamo delinquenti ma persone prigioniere di una fede senza misura».
Intanto l'avvocato della società azzurra, Mattia Grassani, ha chiesto la chiusura di una sola curva in modo da poter sistemare nell'altra i circa 12mila abbonati dei due settori popolari. Soluzione che fu adottata dall'Atalanta quando incorse nella squalifica della curva del proprio stadio. In questo modo, il Napoli potrà evitare gli eventuali ricorsi ai tribunali ordinari degli abbonati, cui potrebbero chiedere il rimborso del prezzo pagato.
Marco Liguori
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Osservatorio: stop trasferta tifosi per Napoli-Fiorentina

Scongiurata la chiusura dello stadio San Paolo: la gara di Uefa col Benfica è però indicata a massimo rischio. Stesso divieto del Viminale anche per Fiorentina-Bologna e Inter-Catania

L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha indicato la partita di coppa Uefa Napoli-Benfica come gara a massimo livello di rischio. Adesso la palla passa al Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive che dovrà decidere quali provvedimenti dovranno essere adottati per questa partita.
Invece, è stato scongiurato la possibile chiusura del San Paolo per domenica prossima. Secondo il rappresentante Figc nell'Osservatorio, Antonio Di Sebastiano, è stato deliberato il divieto ai tifosi ospiti di recarsi in trasferta per Napoli-Fiorentina. Stesso provvedimento per Inter-Catania. Apertura, ma con limitazioni alla vendita dei biglietti, per Fiorentina-Bologna, salvo fatti emergenti. Anche in questo caso l'ultima parola spetta al Casms. Di Sebastiano ha spiegato che la proposta di vietare la trasferta dei tifosi catanesi a Milano è stata decisa per le difficoltà di gestione del rientro dei tifosi a Catania. E' stata inoltre proposta la chiusura alle tifoserie ospiti anche per Latina-Sora, Legnano-Pro Patria e Foggia-Cavese.

Marco Liguori
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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