Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta incidenti stazione termini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta incidenti stazione termini. Mostra tutti i post

sabato 13 settembre 2008

ESCLUSIVO: ecco il video della carica della polizia a Roma Termini

Ecco il filmato amatoriale trovato su You tube da "il pallone in confusione" del pomeriggio del 31 agosto scorso dopo Roma-Napoli. Dopo lo scoppio di un petardo, si nota la successiva reazione degli agenti, che colpiscono ripetutamente con i manganelli gli ultras napoletani mentre fuggono


Dopo l'articolo di Antonio Corbo uscito stamattina sull'edizione napoletana de "La Repubblica", “il pallone in confusione” ripropone il video amatoriale recuperato e pubblicato il 3 settembre scorso su You tube. In esso è ripresa la carica della polizia contro gli ultras del Napoli alla stazione ferroviaria di Roma Termini, dopo la partita Roma – Napoli del 31 agosto scorso. Lo si può vedere all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=-78X0dcBsdk e alla fine di questo articolo. L’operatore riprende la scena stando sul piano rialzato del salone della biglietteria. Nel filmato si nota l’ingresso dei poliziotti in assetto antisommossa che precedono i tifosi azzurri, che, almeno da quanto si può vedere nelle immagini, non brandeggiano tra le mani spranghe o strumenti atti ad offendere: circostanza evidenziata nell'articolo di Repubblica. C'è qualcuno che sventola bandiere. Si sente una voce fuori campo, con un chiaro accento romanesco che dice : «Eccoli qua, stanno 'a arrivà» riferito ai sostenitori napoletani.
Poco dopo alcuni di essi espongono due striscioni con la scritta “spie”: evidentemente pensavano di essere ripresi da altri membri delle forze dell’ordine. Dopo l’ingresso dei “reduci” dallo stadio Olimpico, l’operatore si sposta verso l’altro lato del piano rialzato che si affaccia verso l’accesso ai binari. La voce fuori campo in accento romanesco dice: «Questa è 'a prima tranche, mò aspettamo la seconda».
All’improvviso si sente il rumore di un petardo. Immediatamente scatta una carica della Polizia: si vede chiaramente la fuga dei tifosi che vengono comunque raggiunti dagli agenti. Essi usano ripetutamente i manganelli colpendo indiscriminatamente a destra e a manca. Si sente l'urlo di una persona non identificabile: «Oh! Oh! Scappate». Ma la furia cieca dei poliziotti continua a percuotere: resta per terra un tifoso, intontito per i colpi ricevuti.
Chi ha lanciato questo petardo? Perché c’è stata questa reazione così violenta degli agenti? Forse l’esplosione ha colpito e contuso uno di essi? E, se è vero che è stato uno dei tifosi, perché non è stato arrestato nessuno di essi che si sono resi eventualmente responsabili del reato di oltraggio a pubblico ufficiale? Gli agenti erano numerosi e l'avrebbero potuto bloccare. Forse le autorità competenti dovrebbero e potrebbero fornire risposte in merito.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)



Il giallo dell'Intercity sparito, indagini sui danni a Trenitalia

I buchi neri dell´inchiesta. La squalifica provocata da un chirurgo, 007 per hobby. Lepore smentisce un piano dei clan "Non c´è legame tra la vicenda e i camorristi tifosi"

di Antonio Corbo
Viaggia con 500 mila euro di danni a bordo. Ma dov´è? Introvabile il treno che gli ultras del Napoli avrebbero distrutto. Dal 31 agosto, giorno di Roma-Napoli, i vagoni dell´Intercity Plus "Modigliani" sono inafferrabili. Come la verità di quella domenica. È l´ultimo mistero di una già nebulosa ricostruzione: per ora, pagano il Napoli e i suoi tifosi, penalizzati dalla chiusura delle curve per tre gare interne. Ma la vicenda promette un finale diverso: indaga la Procura di Napoli. L´inchiesta può dimostrare che i disordini furono enfatizzati, magari per coprire errori e responsabilità. Sarà troppo tardi, Napoli-Fiorentina esclude domani i tifosi delle curve, 11 mila abbonati hanno pagato per non vederla.Il dirigente della Digos Antonio Sbordone ha consegnato una informativa al pm Antonello Ardituro. Una relazione accurata, con foto e riscontri. Il magistrato, specialista di camorra e ordine pubblico, ha subito derubricato l´ipotesi di reato: da "devastazioni" al più lieve "danneggiamenti". Rintracciato dalla polizia il ferroviere «aggredito e ferito». Neanche un graffio. La Scientifica, diretta da Fabiola Mangoni, doveva esaminare il treno danneggiato. Impossibile. Solo quattro vagoni sarebbero a Napoli, gli altri in viaggio. Sono più veloci gli inventari che i treni. Il 31 agosto, i tg del pomeriggio riferivano già la stima dei danni: 500 mila euro. Gli Ultras, in un reportage di "Repubblica" nel covo di via Venezia, promettono di risarcire con una colletta l'azienda. Neanche loro hanno più visto il treno. «Girano solo tre foto, sempre le stesse». Possibile che sia tornato a viaggiare un treno devastato per 500 mila euro? Se lo chiede anche la Procura. Il conto di solito va allo Stato. Pagano i contribuenti.«Si indaga ad ampio raggio», osserva il procuratore capo, Giovandomenico Lepore. Sembra sorpreso, però. «Il treno è partito a mezzogiorno, con ampio ritardo. I tifosi aspettavano dalle 7.
Qualcuno avrà perso la pazienza, comprensibile. E i benpensanti, vista la bolgia, sono scesi. Finora però non risulta un disegno criminoso della camorra. Molti camorristi sono tifosi. Difficile però cogliere nell´insofferenza di quella domenica un piano preordinato. Comunque, indaghiamo su tutto». Chiusura prudente, ma svanisce nelle equilibrate parole di Lepore l´ombra dei clan. Roberto Maroni ha invece rimarcato la presenza di 27 affiliati e 800 pregiudicati tra i tremila tifosi. Si sa c´erano tanti tifosi con precedenti penali. Ma nessuno sa che cosa abbiano davvero combinato. A Napoli niente, così sembra. Le spranghe viste in tv a Roma Termini erano asticelle delle bandiere. Di plastica. I primi resoconti dei tg hanno creato un clima di forte suggestione. Si riflette nei rapporti al giudice sportivo Tosel su quanto sarebbe accaduto allo stadio. Gli inviati federali all´Olimpico erano Carmine Rossi, funzionario civile dello Stato, e uno 007 per hobby. Un chirurgo. L´omonimia ha fatto pensare che fosse un ufficiale della Finanza, Francesco Mattana. È invece Claudio Mattana, 53 anni, nato a Vittorio Veneto, parente di Antonio Gava. Lavora al "Gemelli" di Roma, reparto Decimo L. con brillante curriculum: specializzato a Napoli alla scuola di Zannini, 2500 interventi a retto e colon negli ultimi 23 anni. Ma di camorra e ordine pubblico sente parlare solo in tv. Mattana e Rossi hanno ispirato prima Tosel, poi la Corte federale. Descrivono steward e carabinieri "leggermente feriti", petardi esplosi senza chiarire le traiettorie. È qui che il Napoli poteva attenuare la sentenza sportiva. Una "indagine difensiva" di bravi penalisti poteva dimostrare l´eventuale labilità dei rapporti. Ingigantire i dubbi. Il bolognese Mattia Grassani, avvocato dello sport, si è aggrappato ad un presunto «errore nella sentenza». Ma ha tentato di ridimensionare le accuse? Ha puntato sul diritto e non sul merito. Il Napoli paga un'atmosfera, non «gravi atti di violenza». Ma ora è troppo tardi, peccato.
Tratto da La Repubblica, edizione Napoli - 13 settembre 2008
http://napoli.repubblica.it/dettaglio/Il-giallo-dellIntercity-sparito-indagini-sui-danni-a-Trenitalia/1512384

mercoledì 10 settembre 2008

Roma-Napoli: la testimonianza di un giornalista austriaco

«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia» racconta Reinhard Krennhuber in un'intervista a derstandard.at. «Ritardi e maltrattamenti studiati per provocare reazione. Nessun attacco, la polizia invece nei bus ha picchiato a caso»


Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani verso Roma e prende posizione in un'intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. L'articolo è comparso per la prima volta su http://www.asromaultras.it/updates.htm e lo ha ripreso anche www.tuttonapoli.net. Una versione differente da quella offerta dai media italiani, con il racconto di scene assurde. Il testo integrale in lingua tedesca è su http://derstandard.at/?url=/?id=1220457342474
Ecco la traduzione italiana

I media raccontano di come atti di violenza all'inizio del campionato di serie A abbiano di nuovo danneggiato l’immagine del calcio italiano. Da fonti di agenzia di stampa si apprende di come 1500 Ultras Napoletani abbiano assaltato un treno alla stazione di Napoli costringendo a scendere 300 passeggeri. Inoltre avrebbero ferito quattro controllori di Trenitalia e danneggiato e saccheggiato le carrozze. All'arrivo a Roma Termini avrebbero acceso bombe carta e usato gas lacrimogeni mentre erano scortati dalle forze dell’ordine ai bus verso lo stadio. Trenitalia parla di danni attorno ai 500.000 Euro.

Reinhard Krennhuber, caporedattore della rivista calcistica "Ballesterer fm", accompagnato dal collega Jakob Rosenberg, ha viaggiato insieme agli Ultras Napoletani in trasferta verso Roma e prende posizione in un' intervista al derStandard.at sui fatti accaduti. "Ballesterer fm" ne parlerà in un articolo che uscirà il 7 ottobre sulla crisi nel calcio italiano, raccontando in particolare i fatti della partita Roma – Napoli.

Lei è stato un testimone oculare dei fatti successi alla stazione di Napoli, ci racconta cosa in realtà è successo?
«Innanzitutto non si può assolutamente parlare di Ultras Napoletani che abbiano minacciato e fatto scendere dal treno 300 passeggeri, poi degli attacchi ai controllori di Trenitalia non ne abbiamo preso atto. Il treno sarebbe dovuto partire alle 09:24. Poco dopo le 11 i dipendenti di Trenitalia sono passati sui treni per consigliare ai passeggeri non tifosi del napoli e senza intenzione di andare a Roma di lasciare il treno e di prenderne un altro, cosa che hanno fatto tutti. Alla fine si parte alle 12:30 in un treno strapieno e sovraffollato. All’arrivo a Roma la partita era già iniziata; siamo entrati all' Olimpico al 52° minuto di gioco, una vergogna pensando che la maggior parte degli ultras aveva pagato sia il biglietto del treno che il biglietto di entrata all'Olimpico per 28 Euro. Abbiamo assistito alla demolizione dei bagni ma non si arriverebbe comunque mai alla cifra che Trenitalia ha comunicato ufficialmente, e poi qualcuno mi dica cosa ci sarebbe da saccheggiare in un treno...il tutto si sottrae alla mia immaginazione, come la notizia che gli ultras avrebbero usato gas lacrimogeni alla stazione Termini».

C'è stato qualche momento in cui avete avuto paura che potesse succedere qualcosa?
«Non abbiamo avute paure create dagli ultras napoletani, non hanno attaccato le forze dell’ordine nè alla stazione nè allo stadio, anche perchè sapevano cosa ci fosse in gioco. L’unico momento di tensione è stato quando dopo la partita sono entrate le forze dell’ordine nei bus per picchiare a caso chiunque si trovasse sulla loro via, il tutto con la scusa che queste persone avrebbero ostacolato la partenza dei bus. La cosa più assurda e che questi bus sono partiti poi dopo un'ora e mezza! Ci hanno trattenuto dentro lo stadio per 4 ore senza la possibilità di acquistare acqua o cibo. La promessa di ricevere acqua non è mai stata mantenuta!»

Il Ministero degli Interni italiano vorrebbe emettere un divieto di trasferta ai tifosi napoletani e vorrebbe far giocare a porte chiuse il Napoli sanzionando anche la società con una multa. Lei pensa che questi provvedimenti servano a qualcosa?
«No, trovo il divieto alle trasferte e le porte chiuse un provvedimento molto esagerato. La maggior parte dei tifosi napoletani non ha commesso nessun reato durante la trasferta. Le accuse che gli incidenti siano stati pianificati e orchestrati dai fans o addirittura dalla camorra mi sembrano totalmente assurde, un'invenzione. Al contrario non riesco a smettere di pensare che il tutto, cioè il ritardo e diversi maltrattamenti, siano stati studiati di proposito come per avere una reazione da parte dei tifosi per provocare una reazione ed emanare poi i provvedimenti che adesso vogliono far passare».

Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di risultati positivi ottenuti dallo Stato contro la violenza negli stadi. Afferma che dopo la morte dell'ispettore Raciti a Catania ci sono meno incidenti. Racconta poi di come la sicurezza negli stadi sia stata migliorata e come questo abbia di nuovo attirato le famiglie con i bambini a frequentare di nuovo lo stadio. Sono fatti reali o solo belle parole?
«Gli standard di sicurezza sono stati sicuramente migliorati ma si tratta solamente di qualche cancello e qualche tornello in più all’entrata. Gli stadi italiani sono ancora nelle stesse desolanti condizioni di prima, non è cambiato niente all’interno. A parte questo lo Stato italiano usa solamente la via della repressione, non hanno alcuna intenzione di spendere soldi o lavorare insieme ai tifosi per un programma con essi. Poi trovo la deposizione di Manganelli molto cinica, pensando che nel novembre 2007 veniva ucciso Gabriele Sandri da un colpo di pistola esploso da un agente della polizia. Inoltre non riesco a vedere l'incremento delle visite allo stadio da parte di famiglie. A Roma nel settore ospiti ho notato tra le 3600 persone due che erano sopra i 50 anni e cinque o sei donne, cosa che non mi stupisce affatto visto il trattamento a volte disumano che subiscono i tifosi».

Lei a che conclusioni arriva dopo il weekend passato?
«In futuro crederò ancora meno di prima alle notizie di scontri provenienti dall’Italia. C'è una discrepanza enorme tra quello che abbiamo vissuto quel giorno e cosa hanno riportato i media il giorno seguente. Per tutta la giornata non abbiamo incontrato un collega giornalista. I media non hanno fatto alcuna ricerca sul posto, si fanno dare i servizi già pronti dall'ufficio stampa delle autorità. E in quei servizi la versione dei tifosi non viene presa in considerazione o solo minimamente. Raiuno è l’unica emittente che ha fatto parlare anche tifosi e gente comune, e non solo politici e vari esponenti delle autorità su fatti. E quella gente comune e i tifosi raccontano analoghe storie come la nostra vissuta lo scorso weekend».

(Thomas Hirner, derStandard.at, 5. September 2008)

venerdì 5 settembre 2008

«Il Daspo è efficace solo se disposto da un giudice, come in Inghilterra»

L’avvocato Lorenzo Contucci spiega a "il pallone in confusione" come è disposto Oltremanica il divieto di ingresso allo stadio. Il legale critica la proposta del ministro La Russa di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri

«Il Daspo potrebbe essere un’efficace misura di prevenzione se fosse disposto da un giudice su proposta della Polizia, come accade in Inghilterra. Tutti parlano di modello inglese, ma nei fatti non lo si concretizza». Lorenzo Contucci, noto avvocato penalista romano esperto di normativa antiviolenza, stigmatizza in questa intervista a "il pallone in confusione" i provvedimenti che intende assumere il governo sul tifo violento.
Avvocato, come viene invece sanzionato il Daspo in Italia?
«Il questore sancisce automaticamente il divieto di assistere alle manifestazioni sportive e il magistrato fa un controllo sommario soltanto sull’obbligo di firma collegato ad esso, ma non sul provvedimento. Concedendo questo enorme potere alla polizia si hanno delle conseguenze paradossali: ad esempio si può essere "daspati" fino a cinque anni se ci si reca nelle vicinanze del campo di gioco, comportamento considerato come reato, per raccogliere la maglia del proprio campione preferito, com’è accaduto domenica a Torino. Questo potere andrebbe limitato con l’intervento del magistrato, come per gli indagati per i reati di mafia, per migliorare i rapporti tra le tifoserie con Polizia e Carabinieri».
Può spiegare meglio questo concetto?
«In teoria un tifoso è trattato peggio di un accusato di associazione mafiosa. Per questi ultimi, il questore non applica la misura preventiva, ma inoltra la proposta al tribunale che eventualmente la concede dopo la riunione in camera di consiglio. Ciò dovrebbe essere stabilito, come accade in tutti i paesi democratici, anche per i sostenitori delle squadre di calcio».
Tornando all’obbligo di firma, la sua ottemperanza per il tifoso in una città come Roma con due società diventa molto problematico?
«Proprio così. Se la Roma gioca alle 15 e la Lazio alle 20.30 occorre che il tifoso si presenti tre volte quando gioca la prima e altre tre per quando gioca l’altra: insomma, si trascorre mezza giornata nei commissariati o in Questura».
Cosa ne pensa del pacchetto annunciato ieri dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa?
«Il ministro si è dimenticato la professione forense che svolgeva un tempo. Innanzitutto ha affermato che il Daspo lo dà il prefetto: è errato, è di competenza del questore. Inoltre, la totalità dei divieti viene accompagnata dall’obbligo di firma: dire che si vuole introdurre ora la firma è quindi un non senso. L’idea di portare i tifosi a firmare nelle scuole e nei teatri è una solenne sciocchezza, poiché sono sufficienti le stazioni di Polizia. E presso la scuola chi prenderebbe la firma? Forse i presidi? Occorrerebbe sempre la presenza delle forze dell’ordine in loco».
Che idea si è fatto sugli avvenimenti di domenica riguardanti la tifoseria napoletana a Roma?
«Ritengo che questa vicenda si pone a metà tra il trappolone organizzato e la totale disorganizzazione tipicamente italica».
Ma il nuovo Casms, istituito ad agosto, ha funzionato o no?
«Mettiamola così. Nel momento in cui è stato creato il Comitato che, supera anche l’Osservatorio sulle manifestazioni sportiva e che annovera la presenza dei servizi segreti, e non si è affrontato in modo adeguato la trasferta dei tifosi del Napoli vuol dire che gli organismi non hanno funzionato. Oppure potremmo pensare che è stata data un’apertura di credito ai tifosi, in assoluta buona fede, senza predisporre alcun tipo di organizzazione».
Ma c’è davvero la mano della camorra dietro il tifo organizzato?
«Non diciamo sciocchezze. Difendo i tifosi del Napoli da anni e conosco perfettamente la loro realtà. Che interesse avrebbe la camorra a infiltrarsi in una situazione di questo tipo? In realtà lo Stato si è reso perfettamente conto che è stata commessa una grande imprudenza. La trasferta dei sostenitori azzurri per Roma – Napoli, ossia una delle partite più a rischio del campionato, è stata gestita come se fossero state andate in gita le suore orsoline a visitare un monastero».
Cosa si sarebbe dovuto fare?
«Occorreva una maggiore collaborazione tra il Viminale e Trenitalia. Si sarebbe dovuto istituire un treno speciale: sarebbe partito da una stazione secondaria di Napoli e sarebbe arrivato in una altrettanto secondaria della Capitale e non sarebbero accaduti incidenti. A proposito dei danni, ho dei dubbi in proposito».
Li esponga.
«Non ci sono stati poliziotti feriti, le stazioni di Napoli e Roma sono rimaste indenni. Le immagine che hanno proposto in televisione riguardavano il solito vetro rotto: bisogna effettivamente dimostrare se la quantificazione del danno ammonta a 500mila euro».
Quindi niente gruppi "paramilitari"?
«Ma non scherziamo. Credo che in futuro si rischi di emanare la "carta del cittadino" che contemplerà anche l’esclusione dei diritti civili per chi è pregiudicato. Bisogna fare al riguardo un ragionamento "tout cour" che comprenda anche limiti che riguardino anche i deputati e senatori pregiudicati che sono presenti in Parlamento. E non solo per chi si macchia eventualmente di reati commessi allo stadio».
La legislazione repressiva è più un frutto del centrodestra oppure del centrosinistra?
«Sono esattamente la stessa cosa, tranne che per un punto. L’ultimo governo Prodi ha introdotto la diffida senza denuncia, una norma che non esisteva sotto il periodo fascista».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

giovedì 4 settembre 2008

Berlusconi: il Napoli non ha colpe per gli incidenti di domenica scorsa

No alla responsabilità oggettiva della società.  Ribadito il divieto per le trasferte organizzate per i tifosi azzurri. Conclusa la visita degli ispettori del ministero dell'Interno nel capoluogo campano: nessun problema per Prefettura e Questura 

I tifosi del Napoli possono stare tranquilli: almeno per ora. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato, nel corso della conferenza stampa a Napoli dopo l'incontro con i sindaci della Campani, non ritiene che la Società sportiva calcio Napoli debba essere punita per la responsabilità oggettiva dopo gli incidenti provocati dai suoi tifosi domenica a Roma e alle intemperanze di domenica alla stazione Centrale del capoluogo campano. «Non credo si debba applicare la responsabilità oggettiva - ha affermato il presidente del Consiglio - nei confronti della società del Napoli perché non ha colpe in quanto accaduto»
Berlusconi ha proseguito sottolineando che "spiace aver dovuto prendere atto che l'immagine di Napoli è stata di nuovo deturpata da una irresponsabile minoranza violenta». Berlusconi ha spiegato che il metodo «sarà lo stesso usato per i rifiuti: riporteremo lo Stato a fare Stato nei confronti di chi confonde il tifo con il teppismo». E ha annunciato «nessuna tolleranza verso chi commette atti delittuosi, che sono più gravi se fatti in branco». Il presidente del Consiglio ha aggiunto di essere «stato sempre in contatto con il ministro Maroni» che sta seguendo «la giusta direzione» e ha confermato il "niet" per le trasferte organizzate: «Intendo confermare il divieto di trasferte organizzate fuori casa dai tifosi del Napoli, ciò non vuol dire che vengono vietate quelle singole». 
Intanto è terminato nel primo pomeriggio la "visita" degli ispettori inviati dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per verificare se la Prefettura e la Questura avessero attuato tutte le misure per la partenza senza incidenti dei tifosi napoletani domenica scorsa alla volta di Roma. I risultati sarebbero positivi: gli organismi dell'ordine pubblico hanno attuato tutto quello che era in loro poter. Il questore Antonino Puglisi aveva avvisato più volte il Viminale riguardo al fatto che la tifoseria partenopea era decisa a partire in massa alla volta di Roma. Dopo aver verificato che oltre 3 mila biglietti nominali erano stati venduti, Puglisi ha chiesto a Trenitalia se non treni speciali almeno un numero superiore di vagoni. Alla stazione di Napoli la mattina di domenica c'è stata ressa per il controllo biglietti e documenti e il filtraggio dei tifosi. Era inoltre il 31 agosto, giornata di controesodo con la stazione presa d'assalto anche dai vacanzieri di ritorno a casa. La lunga attesa ha irritato i tifosi che in circa 600 hanno rotto il cordone di filtraggio e sono saliti senza controllo sul treno. Trenitalia avrebbe a quel punto voluto vietare la partenza del treno ma, per timore che la situazione diventasse esplosiva, il questore Puglisi ha chiesto alla prefettura di dare l'ok.
Il dubbio comunque resta, poiché secondo la testimonianza di un tifoso raccolta sul forum di www.napolimagazine.org (leggibile su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/09/roma-napoli-un-tifoso-racconta-la.html) «un ragazzo viene colpito con una manganellata al capo. Svenuto, o quasi, viene portato via dagli amici e soccorso al centro della stazione».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 3 settembre 2008

Sull'intercity per Roma c'erano 200 pregiudicati

Intanto De Laurentiis sconfortato dagli incidenti si sfoga: «Se lo Stato non dovesse mettere in campo leggi adeguate potrei anche salutare»

Si apprende dall'agenzia Adnkronos che «circa 200 pregiudicati su un migliaio di tifosi erano presenti sul treno degli ultras, l'Intercity 524 plus partito domenica scorsa alle ore 12,29 dalla stazione di Napoli centrale (con tre ore e cinque minuti di ritardo rispetto all'orario previsto)». Secondo l'organo di informazione, «questo inquietante dato è filtrato dagli atti investigativi prodotti fino a questo momento dalla Questura napoletana. Quindi, circa il 20% degli ultras, diretti a Roma per il derby del Sud aveva precedenti penali per droga, per rapina e per reati contro il patrimonio». Una notizia ancor più inquietante, che getta un'ombra ancora più cupa sui sistemi di controllo del tifo calcistico.
Intanto da Castelvolturno giunge un'altra notizia bomba. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha affermato nel corso di una call conference presso il centro sportivo di Castelvolturno che potrebbe lasciare la società. «Non mi faccio intimorire da pochi facinorosi - ha affermato il numero uno azzurro - che nulla hanno a che vedere con il calcio ma se lo Stato non dovesse mettere in campo leggi adeguate potrei anche salutare». De Laurentiis ha proseguito spiegando che «chiudere lo stadio equivale a far morire lo sport e a far vincere la sudditanza alla violenza. Attuando questo programma lo Stato si cala le braghe». Il presidente ha concluso così: «Vorrebbe dire che non ha la capacità di essere produttore di legalità, ma, io sono fermamente convinto che lo Stato sia in grado di produrre legalità. Di fronte ad un inizio di campionato cosi' macchiato basta dire adesso è il momento di agire. Basta essere pragmatici e fare un dispositivo legge che permetta alle persone per bene di andare allo stadio con i propri bambini».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

ESCLUSIVO: ecco il video della carica della polizia a Roma Termini

Nel filmato amatoriale trovato su You tube si ascolta lo scoppio di un petardo e si vede la successiva reazione degli agenti, che colpiscono con i manganelli gli ultras napoletani mentre fuggono

“Il pallone in confusione” ha trovato su You tube il video amatoriale della carica della polizia contro gli ultras del Napoli alla stazione ferroviaria di Roma Termini, dopo la partita Roma – Napoli di domenica scorsa. Lo si può vedere all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=-78X0dcBsdk e alla fine di questo articolo. L’operatore riprende la scena stando sul piano rialzato del salone della biglietteria. Nel filmato si nota l’ingresso dei poliziotti in assetto antisommossa che precedono i tifosi azzurri. Poco dopo alcuni di essi, mentre urlavano i soliti cori demenziali ed esecrabili contro Roma e i romani, espongono due striscioni con la scritta “spie”: evidentemente pensavano di essere ripresi da altri membri delle forze dell’ordine. Dopo l’ingresso dei “reduci” dallo stadio Olimpico, l’operatore si sposta verso l’altro lato del piano rialzato che si affaccia verso l’accesso ai binari. All’improvviso si sente un boato di un petardo. Immediatamente scatta la carica della Polizia: si vede chiaramente la fuga dei tifosi che vengono comunque raggiunti dagli agenti. Essi usano ripetutamente i manganelli colpendo indiscriminatamente a destra e a manca. Una voce urla: «Scappate». Ma la furia cieca dei poliziotti continua a percuotere: resta per terra un tifoso, intontito per i colpi ricevuti.
Se è vero che c’è stata la provocazione del petardo, perché c’è stata questa reazione violenta degli agenti? Forse l’esplosione ha colpito e contuso uno di essi? E perché non è stato arrestato nessuno degli ultras che si sono resi eventualmente responsabili del reato di oltraggio a pubblico ufficiale? Forse le autorità competenti dovrebbero fornire risposte in merito. E anche la principale forza di opposizione, il Partito Democratico che già ha presentato un’interrogazione al governo, potrebbe chiederne conto in Parlamento al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, dell’operato delle forze dell’ordine durante la folle giornata di domenica.
Ma restano al fondo interrogativi ancora non risolti da tre giorni. Perché è stata autorizzata la trasferta dei tifosi napoletani, se il sistema non poteva reggerne l’impatto e controllarla? Non sarebbe stato più opportuno usare la «tolleranza zero», come ha più volte detto il ministro Maroni, tramite un’opera di prevenzione con controlli nella tifoseria, in modo da bloccare numerosi personaggi indesiderati? Naturalmente non solo tra i napoletani, ma anche tra gli altri esponenti ultrà di altre squadre: domenica scorsa si sono resi protagonisti di episodi incresciosi alcuni sostenitori di Lecce, Inter e Juventus. Per non parlare della vendita di ferri di cavallo su un banchetto all’esterno dello stadio di Firenze, fortunatamente individuata bloccata dalla Polizia. Esistono formazioni paramilitari nel tifo organizzato, pericolose per l’ordine pubblico? Domande che forse resteranno senza risposta: ma questo governo non aveva proclamato tra i suoi primi obiettivi il recupero della piena sicurezza ai cittadini?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 2 settembre 2008

Permettete una parola? - Vietando le trasferte ai napoletani il governo equipara i tifosi pacifici ai violenti

Perché non usare subito il pugno duro, anche se proporzionato, anche contro le tifoserie di Lecce, Inter e Juventus? Alcuni loro esponenti si sono resi responsabili domenica scorsa di fatti ugualmente esecrabili come quelli accaduti in Roma - Napoli

Permettete una parola? Il discorso del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è stata la cronaca di una decisione annunciata. Era più che scontato che il Viminale vietasse le trasferte ai tifosi napoletani per tutto il campionato. Il clima da caccia alle streghe, instauratosi già da domenica sera dopo la serie di incidenti a Napoli e a Roma, ha avuto il suo effetto: gettare il bambino con l’acqua sporca, ossia unificare i sostenitori pacifici con gli ultras violenti. E come la mettiamo con i tifosi nerazzurri autori sabato scorso della razzia in un autogrill sull’autostrada A7, mentre ritornavano a Milano dopo aver visto Sampdoria – Inter? E come la mettiamo con la vicenda degli ultrà del Lecce denunciati domenica a Torino? I supporter giallorossi viaggiavano su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. E come se non bastasse, la polizia ha perquisito il mezzo e ha sequestrato anche alcune dosi di hashish e cocaina. E come vogliamo giudicare quel centinaio di sostenitori bianconeri che domenica sera è sceso nell’intervallo dagli spalti dell’"Artemio Franchi"a Firenze e, aprendo una porta anti-panico, ha cercato di far entrare otto compagni di tifo senza biglietto? Fortunatamente le forze dell'ordine li hanno sorpresi e impedito l'ingresso. Tutti questi "bravi" signori non hanno forse svolto azioni eclatanti, come gli ultras del Napoli alle stazioni di Napoli e Roma (ovviamente tutte assolutamente esecrabili), ma hanno comunque compiuto atti molto gravi. Per il Lecce e l’Inter non vale il diktat di stasera delle trasferte vietate? E ovviamente non è valido anche per quelli della Vecchia Signora? Forse si vuole attendere che i sostenitori di questi due squadre effettuino azioni ben peggiori, prima di provvedere. Quindi si usano due pesi e due misure: a casa i napoletani, gli altri in giro a scorazzare allegramente. E’ vero che il ministro ha annunciato la possibilità, per le partite ritenute a rischio, di disputare gli incontri a porte chiuse. Ma allora perché non punire anche le tifoserie resesi colpevoli di eventi gravi domenica scorsa? Magari con sanzioni proporzionate, ma necessarie per far capire bene a tutti la determinazione dello Stato.
E a proposito del divieto delle trasferte ai sostenitori azzurri, vogliamo raccontare un episodio raccontatoci da alcuni sostenitori nerazzurri. Stadio San Siro, domenica 7 ottobre 2007: si gioca nel posticipo serale Inter – Napoli. I nerazzurri conducono per 2-0: negli ultimi minuti segnano i partenopei. Al gol di Sosa si sente l’urlo di una nutrita componente di tifosi napoletani in tutti i settori dello stadio e non solo in quello riservato agli ospiti: i supporter nerazzurri ci riferirono di aver avuto paura che dopo il gol del Napoli potesse succedere il finimondo, ma per fortuna non c’è stato. Cos’era accaduto? Semplicemente questo: a Milano c’è una storica presenza di una nutrita colonia di napoletani. Si sarebbe dovuto proibire loro l’ingresso allo stadio oppure confinarli nel "recinto" per gli ospiti. Quindi questa eventualità potrebbe ripresentarsi durante questa stagione in occasione degli incontri con Inter e Milan: per questo motivo la misura di vietare le trasferte potrebbe essere rivelarsi completamente inefficace. A meno che non si faccia un paradossale esame dialettale a chi voglia comprare un biglietto a Milano. Lo stesso potrebbe riproporsi anche a Torino nelle due partite con i granata e la Juventus.
Maroni ha anche annunciato che sono stati previsti nella riunione al Viminale di oggi due anni di interdizione dai campi di calcio per quei tifosi individuati come responsabili degli incidenti nel corso della partita Roma-Napoli e incriminazione con l’accusa di associazione a delinquere per quanti si siano resi responsabili delle violenze. Provvedimenti giustissimi; ma non sarebbe stato meglio fermare i facinorosi già a Napoli, spegnendo loro ogni velleità provocatoria? E vogliamo aggiungere che le forze dell’ordine dovrebbero eventualmente indagare su eventuali "mani" che potrebbero aver manipolato i violenti. Andare allo stadio con i bastoni e incappucciati, come dimostrato nei filmati su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c e http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg, sembra proprio più un comportamento "paramilitare" da "intifada del pallone". E poi non esiste il biglietto nominativo per identificarli? Ma sicuramente neppure uno degli ultras ne era in possesso.
Infine il ministro invierà una direttiva ai prefetti "che dispone l'individuazione di tutti i tifosi che hanno partecipato al mucchio selvaggio" dei disordini. I funzionari delle forze dell’ordine non perdano tempo: si possono già individuare da oggi tramite i filmati presenti su you tube.
Vedremo ora se il governo ci ripenserà e introdurrà dei correttivi alle decisioni prese.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Roma-Napoli: un tifoso racconta la domenica infernale

La Polizia avrebbe infierito sui tifosi durante la scorsa sciagurata domenica nelle ore precedenti e seguenti l'incontro tra Roma e Napoli? Sul forum http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=60426&postdays=0&postorder=asc&start=0 appartenente al sito www.napolimagazine.com è riportata la testimonianza di un tifoso con il nick “Sivori 87”, che lascia molti dubbi in proposito. Dubbi che si vorrebbe che fossero sciolti dalle autorità competenti e da Trenitalia. Forse alcune risposte potrebbero essere date nelle riunioni di oggi alle ore 18 al Viminale dei rappresentanti dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, presiedute dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Riportiamo alcuni passi significativi di questa testimonianza.
Il tifoso arriva alle 10.05 alla stazione Centrale di Napoli: sceglie di prendere l’ “intercity maledetto” numero 520 delle 9,24 per Torino ancora fermo al binario 22. «Il treno Ic per Torino (ferma a Roma) – racconta il tifoso – parte dall’ultimo binario della stazione, proprio quello a ridosso dell’uscita della Vesuviana, dove il passaggio è assolutamente angusto. “L’ingorgo” è indistricabile, anche i normali passeggeri degli altri convogli fanno fatica a raggiungere i rispettivi treni». Sembra assurda la scelta di convogliare una massa ingente di persone in un luogo così angusto della stazione Centrale, dove sarebbe stato difficile controllare l’ordine per l’accesso al treno: inoltre in quella posizione da molto tempo c’è l’accesso temporaneo per i treni della Circumvesuviana. Era quindi un punto molto problematico. Nonostante ciò, il tifoso però spiega che «la situazione è relativamente tranquilla, nessuna carica, nessun segno di insofferenza». Ma, nonostante la calma, poco dopo arriva la prima inspiegabile sorpresa. «Poi, però, proprio a ridosso del cordone di caschi verdi succede qualcosa – prosegue Sivori 87 - e un ragazzo viene colpito con una manganellata al capo. Svenuto, o quasi, viene portato via dagli amici e soccorso al centro della stazione». Le cronache avevano invece riportato di un semplice malore di questo tifoso.
Le ore passano e il treno non parte. In un comunicato di Trenitalia, riportato dall’Ansa, si sottolinea che «sono stati circa 250 i passeggeri che a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli hanno dovuto deviare il loro rientro: hanno, cioè, dovuto lasciare l’Intercity plus 520 diretto a Torino e viaggiare a bordo di altri treni». Un successivo lancio Ansa delle 13.03 spiega che «Stanchi e provati dall'esperienza di stamane (''una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio'') ma soprattutto inferociti per essere stati in pratica sfrattati dal loro convoglio: i passeggeri che avrebbero dovuto partire da Napoli con l'intercity delle 9.24, diretti a Torino, commentano con rabbia l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri». Il tifoso riporta un’altra versione dei fatti. «Le cronache riportano di una presunta invasione di tifosi napoletani sul treno – spiega Sivori 87 – con conseguente sgombero dei passeggeri “civili”. Falso. Trenitalia, dopo aver impiegato ore per capire che in quella situazione sarebbe stato folle far salire tutti quei pazzi su un treno “normale” invita i passeggeri a scendere. Niente treno speciale? Bella idea. Finisce secondo pronostico. I tifosi del Napoli salgono a bordo del convoglio, ormai sgomberato». Il supporter azzurro chiosa chiedendosi: «E questo come lo chiamate se non “treno speciale”?». Ma c’è un particolare ancora più grave fornito dal supporter. «Da notare come, a compiere il controllo dei biglietti prima dell’ingresso sul treno, non sia né la polizia né alcun dipendente delle ferrovie. Due “Ultras”, grandi e grossi, organizzano il prefiltraggio facendo salire i loro compagni e dispensando schiaffi e cazzotti agli altri. Mi prendo la mia prima razione di giornata (infondo carezze rispetto al resto), e salgo sul treno». Ci sarebbe quindi stata una situazione paradossale: stando alla testimonianza, sarebbero stati gli stessi ultras facinorosi a mantenere l’ordine pubblico nel corso dell’accesso al treno di tutti i tifosi, con metodi poco civili.
Il treno parte poco dopo le 12,30 in condizioni a dir poco disumane. Il tifoso evidenzia che «siamo su un Ic in trasferta a Roma eppure sembra di essere su un treno degli anni ’30 in direzione Auschwitz…ammassati come bestie, perfino sugli scompartimenti per le valigie, aria condizionata ad intermittenza. Fa un caldo infernale». Prosegue sottolineando che «il treno si ferma non soltanto nelle stazioni ordinarie (Aversa, Formia, Latina) nonostante non ve ne fosse bisogno dato che non doveva scendere o salire nessuno ma anche in parecchie stazioni intermedie». «Che Trenitalia non ci venga a raccontare – protesta Sivori 87 – la storia del freno d’emergenza. Secondo voi, in ritardo di un’ora rispetto alla tabella di marcia e con un caldo intollerabile nei vagoni, eravamo così stupidi da voler fermare il treno? Sarebbe più onesto dire che il ritardo sia stato voluto».
Il treno giunge a Roma Termini verso le 15. Il tifoso racconta che «dal treno scende un fiume di persone, spuntano spranghe, fumogeni, riecheggiano botti fortissimi. Sembra Beirut. Al grido di “Bruciamo la Capitale” e sotto gli occhi increduli di centinaia di “civili” che guardano ai lati della stazione la disordinata invasione degli Unni, raggiungiamo i pullman dell’Atac». Tutto ciò è confermato da un video girato da un passeggero che ha assistito la scena sul piazzale antistante i binari della stazione della Capitale, visibile su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c  su http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg e alla fine di questo articolo. Gli autobus messi a disposizione, sottolinea il tifoso, «è evidente che non sono sufficienti. Anche lì siamo assiepati come cani e vi assicuro che lo stadio non è vicino alla stazione. Anzi». All’arrivo all’ingresso ospiti, «non viene logicamente effettuato alcun controllo del biglietto» dice Sivori ‘87. E il prosieguo è un racconto da inferno dantesco: «Sono le 16, i tornelli vengono divelti, la gente si accalca nella stretta zona compresa tra il prefiltraggio e l’ingresso. Anche qui si rischia grosso, la calca è disumana, parecchi ragazzi cadono e rischiano di restare schiacciati dalla folla. Invadiamo gli spalti, siamo ben più dei 3000 annunciati. A fine partita restiamo per circa due ore all’interno dello stadio (nessun segno d’insofferenza, nessun tentativo di forzare i blocchi) poi usciamo e rientriamo nei pullman».
All’uscita, sempre secondo la testimonianza del tifoso, ci sarebbe stato un particolare molto strano. «Non mi è dato sapere come mai – riferisce Sivori ’87 - centinaia di tifosi napoletani, nonostante nessun pullman fosse ancora partito dallo stadio, fossero già alla stazione Termini, dove si consuma, secondo quanto apprendo dai giornali, una battaglia epocale contro la polizia. Su questo però glisso perché non sono informato. Intanto la notizia degli scontri giunge all’esterno dello stadio». Per evitare che un altro cospicuo numero di tifosi giunga a Termini, il supporter partenopeo spiega che «i pullman vengono bloccati fino a nuovo ordine. Passeranno ore prima che ripartono. La situazione è comunque tranquilla, tutti aspettano negli autobus».
Ma è a questo punto, nella calma apparente, che sarebbe scoppiata un’inaudita e inaspettata esplosione di violenza. Il tifoso evidenzia che «i poliziotti, forse per vendicarsi di quanto sta avvenendo alla stazione, combinano l’impossibile. In risposta a qualche gestaccio (un dito medio alzato, niente di più) caricano all’interno di alcuni pullman (su uno di questo ci sono anche io, e ti pareva). E’ un disastro. La scena è agghiacciante. In assetto antisommossa, i poliziotti entrano dalla prima delle tre porte del pullman e cominciano a volare manganellate contro gente inerme. Ovviamente tutti fuggono in fondo al pullman». Ma, prosegue sempre il sostenitore, la violenza prosegue con ulteriore veemenza: «A quel punto altri poliziotti, non contenti, cercano di entrare dall’ultima delle porte (dove si sono assiepati i tifosi) non riuscendo ad entrare perché gli ingressi sono bloccati dalla gente in fuga. Un poliziotto, in modo folle, sfonda il vetro della porta con una manganellata e a quel punto rischiamo di fare davvero la morte delle zoccole, aggrediti sia davanti che da dietro in uno spazio di 10 metri quadrati da queste persone inqualificabili che ci urlano “Adesso vi ammazziamo”, “ Non uscite vivi da Roma” ecc…». E a questo punto, Sivori87 tiene a specificare che «essendo tutti giovani e disarmati, nessuno di noi ha né provocato in maniera palese (se non con qualche gestaccio) né tanto meno reagito all’assalto. Abbiamo alzato le mani ma loro hanno continuato a picchiarci». Egli stesso sarebbe stato «colpito più volte alla schiena» da un agente, il quale avrebbe «cercato di colpirmi col manganello alla testa mentre ero quasi a terra. Non so come sono riuscito a fuggire….Un ragazzo aveva il muso spaccato, altri erano doloranti alla schiena, altri alle braccia». Il tifoso conclude con una chiosa emblematica: «I romanisti? Non pervenuti». Ciò vuol dire che i sostenitori giallorossi non si sarebbero proprio fatti vedere nei paraggi dove passavano i napoletani.
Si chiede ai rappresentanti dell’ordine pubblico: tutto ciò è vero oppure sono state semplici fantasie di un tifoso?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Altra testimonianza reperibile su http://altocasertano.wordpress.com/2008/09/02/napoli-report-sulla-trasferta-dei-tifosi-napoletani-a-roma-la-verita-che-i-media-non-raccontano/




lunedì 1 settembre 2008

Permettete una parola? - No ai "black block" del tifo calcistico

Riflessioni e consigli sugli incidenti demenziali di ieri a Napoli e Roma, ma anche sugli spiacevoli episodi accaduti sabato scorso a Torino e Genova

Permettete una parola? Sugli incidenti di ieri di Roma-Napoli si è scritto di tutto e di più. C’è chi se la prende con i tifosi napoletani considerandoli il male del calcio, chi con "i mascalzoni" oppure con "i vandali" che sfasciano i treni e riescono a far cacciare i poveri viaggiatori inermi. Insomma, ritornano le solite vecchie solfe (che ricorrono ormai tutti gli anni come una giaculatoria) della violenza degli stadi, delle indagini sociologiche, del calcolo dei costi degli ingenti danni, del perché e del percome. Risentiamo la litania del solito bla-bla che tra pochi giorni sarà completamente dimenticata per poter ritornare a parlare del "campionato più bello del mondo". Ma questo calcio, caratterizzato da questi periodici episodi di violenza, non ci piace e vorremmo che fosse cancellato. Ma si badi bene, non dimenticato nell’ "italico dimenticatoio": bisogna ricordare gli incidenti per evitarli.
Domani si terranno al Viminale le riunioni, annunciate ieri sera dal portavoce del ministro dell’Interno Isabella Votino, dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. In entrambe sarà presente Roberto Maroni, al quale vorremmo sommessamente fornire, da "quivis de populo" quale siamo (è lo spirito de "il pallone in confusione"), una serie di spunti di riflessione. E soprattutto poniamo alcuni quesiti, cui vorremmo che le autorità compenti potessero fornire delle risposte. Magari anche relazionando in Parlamento, che è il cuore pulsante della nostra democrazia.
Ieri il questore di Napoli, Antonino Puglisi (a cui va riconosciuto il massimo impegno nell’organizzazione della trasferta dei tifosi napoletani), ha dichiarato all’Ansa "Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente, i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla". Ciò potrebbe significare che molto probabilmente non c’è stata una sufficiente comunicazione tra Trenitalia, il ministero dell’Interno e la Questura del capoluogo campano. Martedì 26 agosto il Napoli aveva pubblicato sul suo sito (http://www.sscnapoli.com/) che erano "stati venduti 2.500 biglietti su 3.600 del Settore Ospiti". Dunque si sapeva perfettamente già da alcuni giorni quale sarebbe stato il numero dei tifosi: come anche si sapeva che domenica 31 agosto mezza Italia era in movimento per ritornare dalle vacanze. Se non c’erano posti sufficienti, perché non si è proibito ai tifosi di recarsi su una serie di treni a Roma assieme agli altri passeggeri? E’ perché Trenitalia non vuole organizzare treni speciali? Costano forse troppo rispetto ai normali convogli? I danni sono stati ugualmente provocati dai tifosi che hanno distrutto il treno di andata e danneggiato fortemente quelli di ritorno. Almeno si sarebbe evitato l’enorme disagio e l’umiliazione della "cacciata" agli altri viaggiatori: in primis alla povera mamma che portava suo figlio ammalato grave all’Ospedale Gaslini di Genova.
Non esiste il problema di una "etnia" riguardo alla provenienza del tifo violento. Gli incidenti prima e dopo Roma-Napoli sono stati i più eclatanti: ne sono stati responsabili in gran parte sostenitori della squadra azzurra. Ma bisogna doverosamente ricordarsi i seguenti episodi. Sabato notte c’è stata una razzia di un gruppo di tifosi dell’Inter in un’autogrill al ritorno dalla trasferta a Marassi. Sembrava di essere ritornati al Medioevo, quando le bande dei soldati di signorotti e feudatari lasciavano i loro "bravi" a depredare tutto ciò che trovavano attorno. Ieri sono stati denunciati a Torino nove "tifosi" leccesi che detenevano in un pulmino petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Davvero un bell’arsenale, "normale" per chi si reca in uno stadio! Che facciamo per queste "brave" persone milanesi e pugliesi? Non vogliamo vietare anche le trasferte per costoro? Oppure esistono due pesi e due misure per le sanzioni?
E a proposito di chiavi inglesi, mazze (anche qui sembra di tornare al Medioevo), petardi e altri strumenti di offesa c’è un’altra osservazione da fare. Se un gruppo di ultrà si reca negli stadi con questo arsenale, magari ben mascherato da cappucci e passamontagna, viene da pensare che non sia un semplice fatto di teppismo gratuito, ma che ci sia una sorta di ipotetica preparazione paramilitare. Quasi come una vera e propria "intifada" da stadio. C’è forse una "mano" occulta che istruisce queste persone a colpire, picchiare e distruggere tutto ciò che incontra e con il tifo calcistico, anche se molto passionale e colorito, non c’entra proprio nulla? E magari questa "mano" vuole costringere lo Stato a emanare una legislazione d’urgenza che limiti le libertà civili, a cominciare da quella di circolazione? Questi personaggi sono forse i nuovi "black block" del calcio nostrano, provocatori professionali sullo stile di quelli del G8 a Genova? Tutto ciò rappresenta solo una pura e semplice ipotesi, che agghiaccia al solo pensiero: si spera che resti solo tale, come un brutto sogno.
Visti gli incidenti di ieri, come potranno le società di calcio trasformare gli stadi in impianti usufruibili per tutti i giorni della settimana? Si mettano attorno a un tavolo i ministeri competenti, la Figc e la Lega per debellare questa piaga vergognosa: si rischiano danni economici incalcolabili per il nostro pallone.
Vogliamo concludere con un elemento positivo della folle giornata di ieri. Ha funzionato bene l’attività di prevenzione delle Forze dell’ordine. E’ stato il caso delle perquisizioni effettuate da sabato scorso nelle zone adiacenti allo stadio Olimpico e a Firenze. Vorremmo che ce ne fossero sempre di più: prevenire è meglio che curare.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

domenica 31 agosto 2008

Incidenti Roma-Napoli: cronaca di una pomeriggio e una serata di ordinaria follia

Il ministro dell'Interno Maroni chiede al Questore di Napoli un rapporto dettagliato sui disordini acaduti alla stazione Centrale di Napoli. Il Sap: «La stagione del dialogo è finita. Punire i tifosi colpevoli e le società di calcio»

Dopo la giornata demenziale di incidenti a raffica, iniziata con i disordini alla partenza dei tifosi alla stazione Centrale di Napoli, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiesto «un rapporto dettagliato» al questore di Napoli, Antonio Puglisi. Si può immaginare che Maroni chiederà informazioni anche su quanto accaduto a Roma. Le parole del portavoce del ministro, Isabella Votino, lo lasciano presagire, poiché ha affermato che «martedì si riuniranno l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive alla presenza del Ministro dell'Interno».
A ciò si è aggiunta poco fa la richiesta del Sindacato autonomo di polizia di sospendere le trasferte e punire le società. Il portavoce nazionale del Sap, Massimo Montebove, ha seccamente chiosato gli avvenimenti di Roma-Napoli, spiegando che «la stagione del dialogo è fallita ancor prima di cominciare e gli incidenti di questa prima giornata di campionato di calcio hanno dimostrato che con i violenti travestiti da tifosi la risposta dello Stato non puo' che essere durissima. Occorre, a nostro avviso, sospendere immediatamente tutte le trasferte, punire economicamente le società i cui supporters si sono resi protagonisti di violenze e devastazioni, ipotizzare anche penalizzazioni di tipo sportivo nelle attuali classifiche. Se il gioco si fa duro, bisogna essere duri. Soprattutto per i tifosi pacifici che sono la maggioranza». Montebove prosegue dicendo che «il Viminale e il ministro Maroni hanno fatto il possibile, ne diamo loro atto, ma per dialogare bisogna essere in due. E una parte delle tifoserie, complici anche alcuni presidenti di societa' di calcio le cui esternazioni aizzano il clima di violenza, non hanno alcuna intenzione di dialogare con lo Stato e le Forze dell'Ordine. Per questo, serve la linea dura e, nel contempo, occorre premiare anche società, come ad esempio la Fiorentina, i cui vertici da tempo fanno del fair play e del buon senso uno stile da imitare».
E a proposito dell'intercity Napoli-Torino su cui hanno viaggiato i sostenitori azzurri, si è registrata una sorpresa raccapricciante. Undici su quindici carrozze sono state danneggiate: secondo una prima sommaria stima i danni ammontano a oltre 500mila euro. Proprio a causa degli atti di vandalismo, il convoglio è stato addirittura fermato a Roma: non poteva più proseguire verso Torino. Nel corso del viaggio i tifosi hanno azionato il freno d'emergenza bloccando il viaggio del convoglio. I passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati trasbordati sull'Ic Plus Roma - Ventimiglia. Ma la cronaca dei viaggi ferroviari allucinanti non finisce qui. Sull'Eurostar Napoli - Milano, partito dal capoluogo campano alle 11.48, un tifoso napoletano che occupava abusivamente il posto prenotato da un altro viaggiatore ha aggredito il capotreno intervenuto per farlo spostare. Quest'ultimo, hanno spiegato le Fs, nonostante le forti contusioni riportate, ha continuato la propria attività per non bloccare il servizio e consentire agli altri passeggeri di proseguire il viaggio. Un lampo di civiltà e di senso del dovere, dentro tanta vergogna.
Ma ritorniamo alla cronaca di un pomeriggio di ordinaria (purtroppo, ripetuta come nel campionato passato) follia. I tifosi del Napoli sono usciti dallo stadio Olimpico verso le 19, dopo circa due ore dal termine della partita. Per evitare contatti con la tifoseria giallorossa, la Polizia ha "blindato" circa 2.000 tifosi partenopei all'interno dello stadio. Per il loro rientro verso Napoli, la Questura di Roma ha chiesto a Trenitalia di aggiungere carrozze a più di un convoglio diretto nel capoluogo partenopeo. Insomma, dirigere l'esodo verso il Sud.
Piccolo passo indietro. La confusione nel pomeriggio regnava sovrana sull'Olimpico. Lo testimonia la vicenda di un tifoso e' stato trasportato da un mezzo del 118 all'ospedale Santo Spirito in codice verde a causa di una coltellata ad una coscia. Sembrava che l'aggressione fosse avvenuta al termine del primo tempo, nella zona esterna allo stadio e che il ferito fosse un sostenitore del Napoli. Invece, quanlche ora dopo si apprende che quest'ultimo si era fatto male da solo scavalcando il cancello dell'impianto romano per evitare di pagare il biglietto della partita Roma-Napoli. Per questa sua bravata alla Batman è stato medicato all'ospedale Santo Spirito e giudicato guaribile in sette giorni.
Intanto, la Digos hanno arrestato tre tifosi e denunciati altri due nel corso dei servizi di controllo. Quattro di essi per possesso di petardi e uno perchè era stato sorpreso a rapinare un altro tifoso. Gli agenti hanno fermato tre persone poco prima dell'inizio della partita, insospettiti dal loro comportamento anomalo dei tre: sequestrati nove petardi. Sono stati colpiti dal provvedimento un tifoso della Roma S.L.A., romano, di 23 anni, con precedenti specifici è stato arrestato per possesso di petardi. Gli altri due giovani (uno tifoso della Roma e uno della Lazio) F.L., di 20 anni, e C.G., di 28 anni, sono stati denunciati a piede libero per possesso di artifizi pirotecnici. Ma il bollettino della battaglia nella Capitale non finisce qui. Gli agenti del commissariato Prati hanno arrestato per possesso di artifizi ed anche per resistenza a pubblico ufficiale un tifoso del Napoli, D.D. di 20 anni, giunto allo stadio verso la fine del primo tempo. Infine prima dell'incontro e' stato arrestato un tifoso della Roma, C.G. di 23 anni, sorpreso a rapinare un altro tifoso nei pressi dello Stadio.
Viste le premesse, il gran finale in serata non poteva non mancare. Alla Stazione Termini ci sono stati numerosi tafferugli tra tifosi napoletani e forze dell'ordine, dove c'è stata anche l'esplosione di un grosso petardo che ha costretto alla fuga numerosi ignari passeggeri. Mentre i tifosi si stavano dirigendo al binario 16 della stazione hanno lanciato il petardo e si è vista la gente correre e scappare a gambe levate verso le uscite di via Giolitti e via Marsala. I tafferugli sono scoppiati, secondo quanto si e' appreso, perche' i supporter partenopei non vogliono pagare il biglietto del treno. Essi sono circondanti della forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa e spesso, ci sono brevi e violenti contatti. In uno di questi, un tifoso è rimasto ferito ad una mano. Il primo treno è partito verso le 21.40. Ora sono giunti altri mille sostenitori partenopei alla stazione Termini. In attesa della partenza, polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa tra il binario 16 e il binario 19, le forze dell'ordine (come novelli legionari romani) sbattono i manganelli contro gli scudi in segno di avvertimento per evitare che i tifosi comincino a spingere il cordone. Tifosi, state buoni se potete!
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati