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sabato 26 maggio 2012

Ciao Virgi!

Sono ancora attonito e incredulo per il suicidio di un mio caro amico, Virgilio Motta, tifoso dell'Inter e membro del club Banda Bagaj (ragazzi in dialetto mlanese). Virgi era stato aggredito nel febbraio 2009 durante un derby e gli era stato disintegrato un occhio con un pugno da un ultrà milanista. Il suo avvocato ha spiegato il suo stato di profonda prostrazione per il prosieguo della vicenda giudiziaria: «Le sue condizioni psicologiche sono peggiorate perché gli imputati condannati per quegli scontri non gli hanno versato i 140 mila euro che gli dovevano come risarcimento e con i quali lui voleva andare all'estero per provare a curarsi». Per Virgi era iniziato un lungo e doloroso calvario terminato purtroppo in un tragico, e voglio sottolineare, epilogo. Ci siamo sentiti telefonicamente alcuni mesi fa e ci scrivevamo spesso tramite email e Facebook: nonostante le sue tante difficoltà dovute a causa della menomazione, nulla faceva presagire questa sua terribile decisione.
Ho tanti ricordi di Virgi e di tutti i suoi amici di Banda Bagaj, come il presidente Massimiliano Rizza impegnati nel sociale. E, soprattutto, a portare i bambini allo stadio e a insegnare loro i valori autentici del tifo: incitare la propria squadra a squaciagola, ma rispettando sempre e comunque l'avversario. Ricordo il modo in cui l'avevo conosciuto: mi spedì una lettera nel novembre 2008 in cui sottolineava il clima esasperato che già regnava allora a San Siro con un episodio che aveva visto come protagonista sua figlia Alice, la luce dei suoi occhi. «La situazione è talmente esasperata che un paio di domeniche fa mia figlia DI 5 ANNI - scriveva Virgi - è stata rimproverata per aver tirato un PERICOLOSISSIMO palloncino gonfiabile (parlo di quelli che si comprano in cartoleria, che si gonfiano a fiato e che non superano i 30 cm di diametro. peso del palloncino 0,0000000000000000000001 mg. velocità di caduta, 0,00000000000000000001 km/h. venti minuti di pianto. Morale: non vuole più venire allo stadio per paura di beccare l'uomo con la canottiera gialla. E non ditemi che la responsabilità è di quel tizio. Chi ha esasperato quel ragazzo fino a quel punto??? Tutto questo accade nella nostra amatissima Milano con la vostra fantastica, esemplare, ammirevole e invidiabile amministrazione». Il mese dopo mi spedì un comunicato del suo club sulla tragicomica situazione creatasi durante Inter-Napoli: «i tifosi napoletani c’erano nonostante i divieti (ASSURDI), e come l’anno scorso, invece di essere nel loro settore, erano mischiati con i tifosi interisti». Banda Bagaj prese due decisioni che piacquero tantissimo ai tifosi e agli organi di informazione della città partenopea: «Perché proibire agli abbonati dell’Inter di poter cedere abbonamento a residenti fuori Milano? Per evitare di cederlo a tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. NOI ABBIAMO CEDUTO ALCUNI DEI NOSTRI A TIFOSI NAPOLETANI, RESIDENTI A MILANO MA NAPOLETANI. Perché proibire la vendita dei biglietti on-line o in banca? Per evitare che li potessero comprare i tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. MOLTI AMICI TIFOSI NAPOLETANI (RESIDENTI A MILANO) LO HANNO ACQUISTATO COMUNQUE».
In basso inserisco un link al mio blog dove ci sono tutti i comunicati e le lettere spedite da Virgilio che sognava (nonostante tutto) un mondo del calcio tranquillo e sereno. Ciao Virgi, mando un abbraccio forte a te che sei nell'anello d'onore di San Siro, assieme a Peppino Prisco, a Giacinto Facchetti, Armando Picchi, i genoani, i napoletani e a tutti i tifosi delle altre squadre. Sperando che cambi qualcosa in questo mondo pallonaro, tanto bello quanto assurdo.
Marco Liguori
Clicca qui per leggere tutti i comunicati e le lettere di Virgilio Motta

L'ultimo saluto della Banda Bagaj a Virgi



Ho sempre pensato che le cose belle costino molto, e nella mia vita, pur di godere a pieno di ogni cosa bella che mi sia capitata, sono sempre stato disposto a pagarne il prezzo. E per quanto mi riguarda ho sempre pagato.

Sei anni fa, ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino un uomo che ha stravolto una parte della mia vita permettendomi di realizzare un sogno e di vivere delle emozioni uniche, meravigliose ed indimenticabili. Un sogno che abbiamo dapprima pensato e poi costruito insieme all'aiuto di tutti voi,mattoncino per mattoncino. Un sogno che abbiamo condiviso e che ci ha legati come due fratelli. Quell’uomo era Virgi.

In poco tempo le nostre vite si sono intrecciate e come per incanto l’unione delle mie e delle sue qualità hanno generato un qualcosa di straordinario. Eravamo straordinariamente complementari. Insieme, a volte… siamo stati devastanti.

Strano come da una passione futile, quale quella per il calcio, si sia riusciti a tirar fuori una valanga di emozioni. Quello che ho provato in questi anni, le soddisfazioni, le gratificazioni, le gioie, gli affetti, gli amori, le amicizie, le paure, le sofferenze, la solidarietà, la voglia di ribellione, la genialità, l’entusiasmo e tanto altro, sono emozioni che non hanno prezzo. E per tutto questo, oltre che tutti voi, l’uomo che devo ringraziare maggiormente per avermi aiutato a vivere con estrema passione questa avventura è proprio Virgi.

Nella vita, lungo il nostro cammino, incontriamo tante persone, alcune rimangono vicine a noi per sempre, altre magari ci fanno compagnia solo per una parte del percorso, per poi seguire la loro strada. Da queste condivisioni, a volte solo temporanee, lungo il viaggio della nostra vita, possono nascere legami ed esperienze di un’intensità fuori dal comune. Non è la durata di un rapporto che conta, ma l’intensità con cui lo si vive.

So che tanti di voi, hanno vissuto con passione la vita nella Banda. Tanti di voi si sono lasciati coinvolgere nel turbinio di emozioni che ci ha accompagnati fino ad ora, andando oltre alla semplice aggregazione in occasione di una partita, immergendosi nei sentimenti e nelle sensazioni che, chi voleva, poteva trovare nel nostro gruppo. Maggiore è stato il vostro coinvolgimento emotivo nei bagaj e maggiori sono le emozioni che avete provato in questi anni e la loro intensità.

Lunedì, per tutto questo, il destino ci ha presentato il conto. Un conto di sicuro salatissimo… troppo salato…

Un conto tanto più caro per ciascuno di noi, quanto più alto è stato il grado di coinvolgimento che ognuno di noi ha vissuto.

Oggi la vita mi chiede di affrontare questa tragedia. Anzi non me lo chiede, mi obbliga a farlo, senza che io possa esimermi. Oggi mi si chiede di dire delle cose in merito a quanto successo.

Per come la penso oggi, a pochi giorni dall'accaduto,vi posso dire che ci sono cose, che non si possono capire, che forse è meglio non capire o forse è giusto non capire. Ci sono cose che non si possono condividere, che non si devono condividere e contro le quali si deve con determinazione e con fermezza dire NO!!! Ci sono cose che non si possono e non si devono giustificare mai!!!

Ognuno di noi fa delle scelte… Virgi ha fatto una scelta che nessuno si può permettere di giudicare. Ma è diritto di ognuno, prenderne le distanze. La vita è un dono e come tale va rispettata sempre ed a qualunque costo. Anche la propria.

Tutto questo però non deve nemmeno minimamente intaccare i sentimenti che abbiamo provato per Virgi e non cambia il suo spessore umano. L’amore, l’affetto, la stima, il rispetto, l’ammirazione e quant’altro abbiate provato per lui devono rimanere sempre vivi dentro ciascuno di voi. Se li è conquistati lottando con tutte le sue forze e spendendosi per ognuno di noi fin quando ha avuto l’energia per farlo. Chi di voi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, sa di quali sentimenti e di quanta forza era capace. Sa quanto fosse travolgente e con quanta passione e coinvolgimento era solito vivere i rapporti ed in generale la sua vita.

In questi anni, per vari motivi, diverse volte mi è toccato assistere alle sue innumerevoli partenze per le trasferte (…e quanto l’ho invidiato :-) ). Quante volte mi è toccato accompagnarlo in aeroporto, quante volte ho visto partire un furgone con lui a bordo pronto a guidare i bagaj verso l’ennesima impresa dei nostri campioni. Spesso nonostante questa infame malattia lo logorasse, senza che nessuno di voi sapesse niente, ha stretto i denti pur di essere da esempio a chi lo accompagnava, con il solo obiettivo di sostenere i ragazzi in campo e di colorare gli spalti, portando così i bagaj a diventare l’emblema di un tifo passionale colorato e non violento.

Sabato insieme a tutti voi avrò modo di salutarlo ed accompagnarlo alla partenza per questa sua ultima eterna trasferta…

io non so se esiste un aldilà, ma se dovesse esistere è meglio che si preparino… perché non hanno idea di cosa stia per capitare da quelle parti…

Virgi, io ti porterò sempre nel mio cuore, e non posso che esserti grato per sempre per tutto ciò che abbiamo condiviso in questi anni e per la splendida amicizia che ci ha legati.

Ma proprio da uno dei tuoi più cari amici... lasciatelo dire…

vaffanculo!!!

Max (il moro)

I funerali si terranno presso la chiesa Santa Maria Ausiliatrice a San Donato Milanese in via Mario Greppi 5 oggi alle ore 15.00 
Tratto dal sito ufficiale della Banda Bagaj http://www.bandabagaj.it

giovedì 14 aprile 2011

Banda Bagaj: «Perché solo in Italia esistono certi divieti negli stadi?»

Riceviamo dall'Inter Club Banda Bagaj e pubblichiamo


Il responsabile del Ccic se non sbagliamo è anche il responsabile di una sorta di rappresentanti dei vari club di tifosi d’italia (quindi, inter club, juve club, Napoli club…). Ci permettiamo di far lui notare (come avete visto ieri in tv e come si vede oggi nella foto della gazzetta dello sport allegata) come in germania (ma come in ogni angolo del mondo. Noi BB li abbiamo fatti entrare ad abu dhabi) vengano giustamente considerati strumenti di tifo e non armi contundenti (se uno vuole menare fa molti più danni con calci, pugni e testate) la mezza dozzina di tamburi e l’impianto audio.

Chiediamo cortesemente al sig. Sala di farlo presente con una certa determinazione la dove si decide cosa può e cosa non può entrare allo stadio. Un paio di settimane fa ad un ragazzo è stato proibito l’ingresso al Meazza solo perché aveva il portafogli legato con una piccolissima catenella ai propri pantaloni.

Solo l’intervento del responsabile della digos ha riportato un minimo normalità e costui è chiaramente entrato con il suo portafogli. Ma di questi episodi in italia siamo pieni. E poi ci si chiede come mai gli stadi son vuoti.

Un’ultima cosa da far presente, in questo caso solo ed esclusivamente al dott. Sala in qualità di responsabile del centro coordinamento Inter club, è l’organizzazione di una squadra che per la prima volta accede alle semifinali di champions…

…leggete le ultime 7 righe dell’articolo allegato e dite voi se sia possibile che lo shalke 04 abbia un’organizzazione simile, quando invece la squadra campione di tutto ha l’organizzazione che purtroppo tutti noi conosciamo. Per chi non vede allegato l’articolo dice: “…invece qualche minuto dopo la chiusura del match, l’altoparlante ha annunciato l’organizzazione del viaggio per Manchester”.

E’ vero che le possibilità di andare in semifinale erano tante ma noi un’organizzazione simile ce la sogniamo (c’è ancora gente a malpensa che attende il proprio charter x la finale di madrid J).

All’inter ci danno info su organizzazione trasferte e biglietti solo dopo che i tifosi ormai sono andati a male a causa di assenza di informazioni.

Forse abbiamo qualcosa da imparare…

Sperando di essere stati anche questa volta educati e civili vi salutiamo calorosamente.

Inter club Banda Bagaj

(NB: la foto della pagina della Gazzetta dello Sport ci è stata spedita da Banda Bagaj. Cliccare sopra col mouse per leggere)

venerdì 25 marzo 2011

Napoli, radiografia di una storia di successo

“Il pallone in confusione” ha analizzato in dettaglio il bilancio 2009/10 della società azzurra: i 111 milioni di ricavi hanno coperto i 107 milioni di costi e consentito il rafforzamento della rosa. Incremento record del 118% per merchandising e licensing grazie al consistente apporto dei tifosi

«Oj vita, oj vita mia, oj core ‘e chistu core». Il Napoli è giunto al suo quarto anno con un bilancio in utile. Al 30 giugno 2010 l’attivo è stato pari a 343mila euro risultato che consente alla società di Aurelio De Laurentiis di avere un patrimonio netto positivo per 25,1 milioni: l’ultimo esercizio a cui ha partecipato, sia pure soltanto per tre mesi, l’ex direttore generale Pierpaolo Marino. Numeri che consentono di sostenere con tranquillità i costi e l’indebitamento per la campagna di rafforzamento del parco calciatori. Punto di forza della società azzurra sono i 111 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2008/09) che consentono di sostenere i 107 milioni di euro di costi incrementatisi di circa 20 milioni: la differenza è positiva per 3,2 milioni. E’ questa la fotografia dell’equilibrio economico che permette la politica di rafforzamento della rosa calciatori caratterizzata da 44,1 milioni di ammortamenti e che riesce ad assorbire l’aumento pari al 25,19% degli stipendi. Non solo: il buon stato della gestione caratteristica consente per l’ennesimo anno l’assenza di indebitamento bancario. «L’incremento dei costi della produzione registrato è fisiologico – si legge nella relazione sulla gestione – sostenibile e legato ad una precisa scelta strategica di investimento della società». Non solo: la situazione consente ulteriori investimenti futuri, considerato anche che la squadra ha percorso un cammino lusinghiero in Europa League nei primi sei mesi dell’esercizio attuale che valgono ulteriori entrate. E a proposito di competizioni europee, occorre una premessa: gli introiti mancanti da esse pesano per il 2,3% sul totale complessivo dei ricavi. Ma passiamo ad esaminare le cifre in dettaglio.

QUANTO CONTA L’AMORE DEI TIFOSI

E’ nota la passione dei napoletani per seguire la propria squadra del cuore allo stadio San Paolo, dotato di 60.240 posti a sedere. Quanto vale? Ben 15,7 milioni tra biglietti venduti (9,8 milioni) e abbonamenti (5,9 milioni). Vanno aggiunti 1,3 milioni per la percentuale sugli incassi per le gare fuori casa, per un totale complessivo di 17,2 milioni. Ma non c’è soltanto lo stadio. Citando una celebre canzone di Peppino di Capri, il Napoli è «’na malatia» e i suoi tifosi “jesceno pazzi” per i prodotti su cui sono impressi i marchi azzurri. Sciarpe, maglie, cappelli, caffettiere, pupazzetti e tanti altri oggetti sono ambitissimi e rientrano nelle voci di bilancio merchandising e licensing (in cui rientrano le aziende che hanno diritto allo sfruttamento dei marchi) che hanno conseguito un vero e proprio boom. Per la prima voce il Napoli ha incassato 432mila euro (+185%): ben più elevato l’introito per il licensing pari a 3,7 milioni (+120%). Assieme ai 438mila euro per “altri proventi commerciali” l’incasso totale è di 4,6 milioni (+118%).

DIRITTI TV E RADIO

Nonostante il calo del 5%, i diritti tv restano una componente molto importante dei ricavi azzurri con 48,2 milioni che pesa per il 49% sul totale dei ricavi. La cifra è composta da 41,6 milioni di diritti casalinghi e da 6,6 milioni derivanti da squadre ospitanti. La suddivisione è l’ultima svolta con il vecchio sistema: dalla stagione in corso sarà svolta con il sistema centralizzato previsto dalla legge Melandri/Gentiloni. La relazione sulla gestione spiega che la diminuzione è dovuta «in particolare dalla mancata partecipazione della squadra alle competizioni internazionali». Invariati i proventi radiofonici a 430mila euro.

SPONSOR E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE

Lo sfruttamento dei diritti d’immagine sta diventando anno per anno uno dei “cavalli di battaglia” del Napoli. La cifra introitata è di 7,4 milioni con un incremento pari al 18%. In aumento anche le sponsorizzazioni (+1,4%) che hanno raggiunto il totale di 20,9 milioni: spiccano i 3,6 milioni degli sponsor istituzionali che hanno fruttato un aumento di 480mila euro in più.

PROVENTI LEGA SERIE A E GESTIONE CALCIATORI

Il sesto posto conquistato dal Napoli lo scorso campionato è valso, oltre alla qualificazione in Europa League, anche 2,7 milioni in contributi erogati dalla Lega di Serie A con un incremento monstre del 296%. Invece la gestione netta del parco calciatori ha ottenuto un risultato positivo per 7,78 milioni. Si segnala la plusvalenza complessiva, pari a 6,6 milioni, per le cessioni di Daniele Mannini alla Sampdoria (4,9 milioni) e Matteo Contini al Saragozza (1,7).

COSTI: STIPENDI E AMMORTAMENTI

Due sono le voci di costo più importanti in un bilancio di una società di calcio: stipendi e ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (cosiddetti “cartellini”). Questi ultimi hanno raggiunto i 40,4 milioni (+45%): anche questo incremento è dovuto al potenziamento della rosa. I salari dei tesserati (calciatori e allenatori) si sono attestati a 35,1 milioni (+25%) Il dato è così scomposto: il monte stipendi dei calciatori è di 29 milioni con 985mila euro per la quota variabile legata ai risultati sportivi. Gli allenatori hanno introitato 4,2 milioni con 569mila euro per gli obiettivi raggiunti. Nonostante l’incremento, per dirla con Totò, sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’ammontare versato dalle tre big del nostro campionato. L’Inter ha pagato in totale 222 milioni (146 milioni per i calciatori, 25,1 milioni per i tecnici più 51 milioni per premi rendimento), mentre i cugini del Milan nel bilancio chiuso al 31/12/2009 164,1 milioni (149 milioni per compensi calciatori, 7,2 milioni per gli allenatori più 4,3 milioni per la quota in base ai risultati conseguiti e 3,6 milioni per compensi istruttori e tecnici). Meno spendacciona è la Juventus che ha versato 114,2 milioni in stipendi più premi variabili per 1,1 milioni e altri compensi per 4,5 milioni.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da www.casertace.it la curva B dello stadio San Paolo

Per chi volesse approfondire, cliccare qui per leggere il bilancio 2009 del Milan

martedì 20 aprile 2010

ESCLUSIVO/La semifinale dei bilanci: Barcellona batte Inter 11-0

"il pallone in confusione" pubblica lo studio del professor Josè Maria Gay sulla gara economico-finanziaria tra le due sfidanti di Champions League: ne risulta una schiacciante vittoria del club azulgrana

In occasione della semifinale di Champions League, che vede contrapposte il Barcellona e l’Inter, il professor José Maria Gay de Liébana y Saludas dell’Univeristà di Barcellona ha provato a giocare, in esclusiva per "il pallone in confusione", una partita virtuale basata sui dati economici, patrimoniali e finanziari dei due club. Ne è uscito decisamente vincente il club azulgrana. Nello studio intitolato "FC INTERNAZIONALE MILANO S.P.A vs FC BARCELONA - UEFA Champions League - El perfil económico de la semifinal de la Liga de Campeones 2009-2010" è stata analizzata la situazione economico-finanziaria delle due società calcistiche in base ai dati al 30 giugno 2009.
Sono stati considerati: l’evoluzione storica del fatturato; il confronto delle strutture degli stati patrimoniali, con le varie poste e i relativi indici; il confronto delle strutture del conto economico, con i relativi indici. Per l’evoluzione storica del fatturato ha considerato i dati dello studio che la Deloitte pubblica annualmente: "Football Money League", che riclassifica i fatturati dei club di calcio escludendo alcune voci di ricavo, come il "football trading" (plusvalenze da cessioni giocatori), mentre per gli altri confronti ha riclassificato i bilanci delle squadre per renderli comparabili.
PRIMA SFIDA: L’EVOLUZIONE DEL FATTURATO
Il confronto dei fatturati, dalla stagione 2002/2003 alla stagione 2008/2009, vede vincente il Barcellona per 6 a 1. Infatti, in base ai dati "Football Money League" di Deloitte, solo nella stagione 2002-2003 l’Inter batte il Barcellona con un fatturato di 162 milioni di euro contro 123 milioni del Barcellona. Dalla stagione successiva è un crescendo continuo del fatturato del club catalano, che raggiunge i 366 milioni di euro il 30 giugno 2009, sovrastando nettamente i 197 milioni dell’Inter. Un salto significativo nel fatturato di FC Barcelona è avvenuto nella stagione 2005/2006, anche a causa del successo in Champions League.
Il professore riporta anche la classifica per fatturati dei club europei, stipulata annualmente da Deloitte: "Football Money League", in tale classifica il Barcellona precede l’Inter, infatti il club catalano è al secondo posto dietro il Real Madrid, mentre l’Inter è nona, preceduta dalla Juventus. Inoltre ritiene che l’ingaggio di Mourinho segni un cambio nella strategia dello sviluppo del fatturato dell’Inter, confermato dal raggiungimento delle semifinali di Champions.
Dalla stagione 2002/2003 alla stagione 2008/2009 il fatturato del Barcellona è aumentato di 243 milioni di euro con un tasso di crescita del 197% in 6 anni. Nel medesimo periodo, per l’Inter l’evoluzione del fatturato non è stata caratterizzata da un continuo crescendo, ma da un alternarsi di incrementi e decrementi. Solo nella stagione 2005/2006, l’Inter ha superato la barriera dei 200 milioni di fatturato, raggiungendo la cifra di 206,6 milioni.
La tendenza regressiva del fatturato dell’Inter si constata con cali del 5,6% nella stagione 2006/2007 e dell’11,3% nella stagione 2007/2008. L’inversione è avvenuta nel 2008/09, ossia la stagione dello scudetto di Mourinho, con un incremento del 13,6%. Il professore considera che l’ingaggio di Eto’o potrà costituire una leva fondamentale per le aspirazioni del club, completando il modello firmato Mourinho. Gay individua subito un "vulnus" nella composizione percentuale del fatturato nerazzurro: la dipendenza da diritti TV. In effetti il fatturato derivante dai diritti Tv costituisce, con un incidenza storica del 60% circa sul totale, la voce più importante del fatturato dell’Inter, mentre quello derivante da attività commerciali e biglietteria costituiscono il punto debole.
Nel confronto tra le composizioni percentuali dell’ultimo fatturato dei due club, il Barcellona ne esce con una migliore distribuzione percentuale. Infatti il club catalano può vantare la seguente composizione percentuale del fatturato: 31% ricavi commerciali; 26% ricavi da biglietteria; 43% ricavi da diritti TV. L’Inter, invece, mostra la seguente composizione: 59% diritti TV; 14% ricavi da biglietteria e 27% ricavi commerciali.
SECONDA SFIDA: LA STRUTTURA DELLO STATO PATRIMONIALE
Il primo elemento che balza in evidenza è il patrimonio netto: quello dell’Inter risulta negativo per circa 50 milioni al 30 giugno 2009. Su questo patrimonio netto negativo incide la perdita di 154 milioni di euro, che è in linea con quella dell’esercizio precedente di 148 milioni.
Secondo il professor Gay in condizioni normali, "è difficile per una squadra di calcio di primo livello mantenere una struttura patrimoniale così fortemente deficitaria", tuttavia ciò è stato reso possibile per il continuo impegno a supportare finanziariamente l’Inter, da parte del suo socio di riferimento.
Per quanto riguarda il Barça, il patrimonio netto è positivo per 21 milioni, pari al 4,1% delle fonti di finanziamento. Anche se trattasi di cifre di debole consistenza, in ogni caso sono molto più solide di quelle del club di Milano.
La struttura dell’attivo dell’Inter è tipica di una squadra di calcio, in quanto le attività non correnti rappresentano il 78,9% del capitale investito, mentre le attività correnti incidono per il 21,1% del totale dell’attivo. In ogni caso il totale delle attività dell’Inter pari 412,8 milioni è inferiore a quelle del Barcellona pari a 510,1 milioni. Anche l’attivo non corrente del Barcellona supera quello dell’Inter: 350,1 milioni contro 326 milioni. In termini percentuali l’attivo non corrente del Barcellona incide meno sul capitale investito 68,6% contro il 78,9% dell’Inter. Anche per le attività correnti FC Barcelona supera l’Inter: 160,1 milioni contro 87 milioni. Per il club catalano le attività correnti rappresentano il 31,4% delle attività totali.
Le immobilizzazioni immateriali nette sportive dell’Inter sono superiori a quelle del Barcellona: 158,4 milioni contro 122,9 milioni. In termini lordi, per l’Inter, l'investimento totale in giocatori al 30 giugno 2009 è stato 276,5 milioni, con un ammortamento cumulativo di 118 milioni. Le immobilizzazioni immateriali lorde sportive del Barça risultano pari a 226,6 milioni, con ammortamento di quasi 104 milioni. In base a tale dato, il professor Gay deduce che il club milanese, è più aggressivo e potente rispetto al club catalano sul mercato dei giocatori. A questa "defaillance" il Barcellona sopperisce con l’ottimo lavoro del settore giovanile. Il Barça dispone però di immobilizzazioni materiali più consistenti rispetto all’Inter, a causa dello stadio di proprietà.
L’ammontare complessivo delle passività dell’Inter, correnti e non correnti, pari a 462,5 milioni, supera il totale delle attività (413 milioni). Il giudizio su questa struttura di passivo patrimoniale, da parte del professore, è allarmante e preoccupante in modo grave. La struttura del passivo del Barça vede un’incidenza del 25,4% per le passività non correnti pari a 129 milioni, mentre le passività correnti ammontanti a 360 milioni di euro rappresentano il 70,5% del capitale investito. Nell’eccessiva mole delle passività correnti, Gay individua il problema del Barcellona.
Ritornando all’Inter, le passività non correnti pari a 126,8 milioni, rappresentano il 30,7% delle attività totali, mentre le passività correnti ammontanti a 335,7 milioni di euro rappresentano l’80,3% delle attività totali, come si nota si supera il 100% a causa del deficit che determina un patrimonio netto negativo.
L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra passivo non esigibile (patrimonio netto) e debiti totali determina l’indice di indebitamento. Il valore ideale secondo il professore deve muoversi all’intorno di 1. Per il Barcellona tale indice è pari a 23,5, mentre per l’Inter è addirittura negativo per 9,3. Sebbene non ottimale è migliore la situazione del Barcellona.
Secondo il professor il club catalano deve affrontare la sfida dell’aumento della capitalizzazione con mezzi propri con una certa urgenza per raggiungere un miglior equilibrio finanziario.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile.
Anche per tale indice vince il Barcellona segnando un indice pari a 1,04 contro un valore inferiore all’unità dell’Inter pari a 0,89.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo circolante è in grado di pagare i debiti a breve. Per entrambi i club è l’attivo circolante non basta per pagare i debiti a breve. Tuttavia anche per tale indice vince il Barcellona segnando un indice pari a 0,44 contro 0,26 segnato dall’Inter. Per il professore, entrambe le squadre, ma maggiormente la società italiana, devono cercare di migliorare gli indici di solvibilità nel futuro, onde evitare seri rischi.
TERZA SFIDA: LA STRUTTURA DEL CONTO ECONOMICO
Il conto economico dell’Inter è stato riclassificato per renderlo comparibile a quello del Barcellona. Per quanto riguarda i ricavi operativi il Barcellona vince con 366 milioni, superando l’Inter che può vantare solo 222 milioni. L’Inter supera il Barcellona per quanto riguarda i costi operativi, esponendo costi per un valore di 376 milioni contro 361 milioni di euro del club catalano. Come conseguenza l’Inter registra una perdita operativa di 154 milioni, mentre il Barcellona espone un risultato operativo positivo per 5 milioni di euro.
Tuttavia, il professor Gay giudica anche molto elevata la tendenza alla spesa del Barcellona, rispetto al volume dei ricavi operativi. Entrambi i club, sono quindi puniti pesantemente con risultati della gestione finanziaria negativi, per 14 milioni di euro per il Barcellona e 4 milioni per l'Inter. Il risultato ordinario risulta comunque positivo per il Barcellona per 9 milioni di euro e negativo per 158 milioni di euro per l’Inter.
Per quanto riguarda la gestione straordinaria (vedasi plusvalenze) il risultato è positivo per entrambi i club, precisamente: 18 milioni per il Barça e 5 milioni di euro per l’Inter. Dopo le imposte il Barcellona espone un risultato positivo per 7 milioni di euro, mentre l’Inter espone una perdita netta di 154 milioni di euro.
IL COSTO DEL LAVORO EFFETTIVO
Il professor Gay determina la misura del costo del lavoro effettivo considerando la somma dei costi del personale più gli ammortamenti dei giocatori.
Il costo del lavoro effettivo dell’Inter ammonta a 251,1 milioni di euro, mentre per il Barcellona risulta pari a 270,8 milioni di euro (considerando anche i diritti di immagine pari a 15,6 milioni di euro).
L’incidenza di tale costo sui ricavi operativi vede vincente il Barcellona. Per il Barcellona l’incidenza del costo del lavoro effettivo sui ricavi operativi è del 74% per l’Inter è del 113%.
LA SFIDA DEL CASH FLOW
La sfida del cash è vinta dal Barcellona. Infatti, per quanto riguarda il cash flow (utile netto più ammortamenti), il Barça genera un importo positivo di 69 milioni di euro; mentre per l’Inter, a causa dell’elevatissima perdita d’esercizio, il cash flow resta negativo per 103 milioni di euro, determinando una cattiva situazione finanziaria.
Il professor José Mª Gay rapporta i cash flow ai debiti totali. Da questo rapporto emerge che il Barcellona è in grado, a parità di cash flow, di pagare i suoi debiti in 7 anni, infatti il tasso di copertura rilevato è del 14,1%, mentre per l’Inter è indefinito il tempo di copertura.
RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E DEBITI TOTALI
Per il Barcellona il rapporto tra ricavi operativi e debiti totali è del 75%, mentre per l’Inter è del 48%. Questo indicatore serve per verificare la correlazione tra debiti e ricavi e il professore giudica che per il Barcellona vi sia un adeguato rapporto tra reddito e debito totale.
RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E ATTIVITA’ TOTALI
Anche per il rapporto tra ricavi operativi e attività totali vince il Barcellona. Questo indice risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura? Nel club azulgrana, ogni 100 euro investiti si incassano 72 euro, segnando una rotazione molto buona degli investimenti effettuati. Per l’Inter, i ricavi operativi rappresentano solo il 54% del totale delle attività.
RAPPORTO TRA REDDITO OPERATIVO E ATTIVITA’ TOTALI
Secondo il professore questo indicatore è la chiave per calibrare il buon funzionamento di un club calcio. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente, i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati. Per il Barcellona risulta che per ogni 100 euro investiti si guadagnano 0,92 euro. Per l’Inter ogni 100 euro investiti si perdono 37,4 euro.
ROE - RETURN ON EQUITY (TASSO DI RENDIMENTO DEI MEZZI PROPRI)
Il rapporto tra risultato netto d’esercizio e mezzi propri risulta ovviamente a favore del Barcellona che ha un utile di esercizio ed un patrimonio netto positivo, al contrario dell’Inter. Anche se il professor Gay auspica un incremento dei mezzi propri del Barcellona.
Il professore conclude affermando che siamo di fronte ad una sfida tra due modelli organizzativi diversi della stessa attività, che non hanno risparmiato sforzi e risorse nel perseguimento dell’obiettivo della vittoria in Champions League.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
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giovedì 25 febbraio 2010

Ecco i valori delle rose: l’Inter regina, seguono Milan, Juventus e Roma

Alla chiusura del calciomercato di gennaio si ribalta la classifica dell’anno scorso: i nerazzurri sono primi con 354,5 milioni di euro. Al quinto posto la Fiorentina, mentre il Napoli è sesto

Josè Mourinho può essere tranquillo per il momento, poiché la sua Inter ha conquistato un primato su Milan e Juventus. Si tratta del valore di mercato delle rose della serie A: "il pallone in confusione" su dati del sito Transfermakt.de ha trovato che la società nerazzurra è la prima con un totale di 354,5 milioni di euro. Il valore è calcolato al termine della sessione del calciomercato di gennaio: seguono i bianconeri con 266,4 milioni, terzi i rossoneri con 259,8 milioni. La società nerazzurra ha sovvertito la graduatoria dell’anno scorso, quando si era piazzata al secondo posto dietro al Milan: terza la Vecchia Signora. Al quarto posto si trova la Roma con 237,1 milioni, seguita da Fiorentina (197,8), Napoli (129,7), Udinese (119,2), Genoa (116,4), Lazio (109,3) e Palermo (105,4).
Sotto la soglia dei 100 milioni in "cartellini" dei giocatori si trovano la Sampdoria (90 milioni), Cagliari (68,6) Parma (62,8), Atalanta (57,7), Bari (55,7), Catania (53,5), Bologna (47,5). Chiudono la classifica Livorno (39,6), Siena (37,6) e Chievo (35,4).
Il top dei valori di mercato spetta a Eto’o con 40 milioni: il suo compagno di reparto Milito "appena" 24. Importante chiarimento: il valore di mercato è la cifra necessaria per sedersi a trattare con la società proprietaria del "cartellino". Cifra che può naturalmente crescere nel corso della trattativa in base a una serie di fattori. In questa speciale graduatoria dei giocatori dal costo plurimilionario la piazza d’onore va al giallorosso De Rossi con 38 milioni. Terzo è il milanista Pato: a soli 20 anni vale 35 milioni, mentre il suo compatriota Ronaldinho 27,5 milioni. "Soltanto" quarto è Buffon: occorre un assegno da 30,5 milioni solo per sedersi a trattare per il portierone della Juve e della Nazionale. Per trovare un altro giocatore in graduatoria che non sia della "triade" Milan-Inter-Juve occorre scendere all’undicesimo posto dove si trova il fuoriclasse del Napoli "Marekiaro" Hamsik con 24 milioni: "El pocho" Lavezzi ne vale 19. Nei primi 20 figurano i viola Gilardino e Mutu (20 milioni): steso valore per il giallorosso Mexes, mentre il suo compagno Vucinic 18,5 milioni.
Infine, un’occhiata a due giocatori oggetto del desiderio di tanti club: Ranocchia e Bonucci. Il primo difensore 22enni è in comproprietà tra Bari e Genoa, l'altro è interamente rossoblù: per il primo occorre mettere sul tavolo delle trattative un assegno di 7,5 milioni per poter parlare con Preziosi e Matarrese. Per Bonucci ne occorre uno da 5 milioni.
Marco Liguori
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sabato 14 novembre 2009

Inter: profondo rosso per 154,4 milioni

La società nerazzurra ha ridotto il passivo 2008/09 in modo anomalo grazie all’utile conseguito in luglio, di competenza dell’esercizio successivo, con le plusvalenze derivanti dalla cessone al Barcellona di Ibrahimovic e Maxwell. La somma delle perdite della società di Moratti ammonta negli ultimi tre anni a 509 milioni

Perdite per complessivi 154,4 milioni di euro, superiori del 4,15% rispetto ai 148,3 milioni dell’esercizio precedente. Questa è la fotografia del bilancio 2008/09, depositato in Camera di Commercio, della Fc Internazionale Milano spa analizzata da "il pallone in confusione" che nelle ultime tre stagioni ha subito un "rosso" complessivo per 509,5 milioni. Secondo il verbale dell’assemblea dei soci del 26 ottobre scorso, il presidente Massimo Moratti ha confermato «che l’ingente perdita dell’esercizio chiuso al 30/6/2009 trova la propria giustificazione nell’aver voluto mantenere la 1° squadra a livelli di assoluto valore mondiale». Probabilmente il numero uno nerazzurro si riferiva a una futura prospettiva internazionale: per ora l’Inter, con la sua rosa composta da numerosi campioni, ma dai costi molto elevati, si è limitata a vincere il suo 17° scudetto. Infatti, analizzando il costo del lavoro ha raggiunto i 199,9 milioni (+ 13,84%) con un rapporto rispetto ai ricavi pari a 86,9%: livello decisamente più elevato rispetto al 70% consigliato dall’associazione europea dei club. Come sottolineato da Luca Marotta su "il pallone in confusione" il Real Madrid presenta a livello consolidato un dato pari al disotto del 50%, con 187,2 milioni per gli emolumenti e introiti per 407 milioni. Il monte stipendi dell’Inter è lievitato in modo cospicuo negli ultimi tre anni: 156,7 milioni nel 2006/07, 175,6 milioni nel 2007/08 fino a sfiorare i 200 milioni nell’ultima stagione. Riguardo a quest’ultima si può anche calcolare rapidamente il costo per Moratti di ciascuno dei 70 gol segnati dalla sua squadra: 2,9 milioni. Sul bilancio hanno anche pesato i 49,9 milioni degli ammortamenti e svalutazioni per i "cartellini" dei calciatori, in deciso aumento dai 34,8 milioni dell’anno prima. Sempre riguardo ai giocatori, nella nota integrativa si fa cenno alla risoluzione consensuale con Adriano raggiunta nell’aprile scorso: ciò è costato all’Inter una minusvalenza di poco più di 6 milioni.
Da sottolineare il singolare meccanismo per la copertura dell’ultimo risultato negativo approvato nell’ultima assemblea. I soci hanno approvato sia il risultato chiuso al 30 giugno, chiusosi appunto con il passivo di 154,4 milioni, sia la situazione patrimoniale al 31 luglio 2009 ossia il risultato di un mese rientrante nella competenza dell’esercizio successivo. In quest’ultimo periodo si è registrato un utile di 56,5 milioni «determinato in via prevalente dalle plusvalenze – si legge nel verbale dell’assise sociale – pari ad euro 62.725.000,00 generate dalla cessione dei diritti pluriennali relativi ai calciatori Zlatan Ibrahimovic e Maxwell Andrade». D’incanto, grazie all’utile mensile, la perdita si riduce a 97,95 milioni. Inoltre «il patrimonio della società – si legge sempre nel verbale di assemblea – che era negativo di euro 28.319.000,00 al 30/6/09 ritorna ad essere positivo per oltre euro 48.000.000,00 anche per effetto di ulteriori versamenti di euro 20.000.000 effettuati nel mese di luglio a copertura perdite». Dopo la copertura ulteriore delle riserve e l’abbattimento del capitale sociale a 48,1 milioni viene varato l’aumento da 70 milioni che lo eleva a 118,1 milioni. Insomma, si è usata una procedura anomala: per coprire gran parte della perdita dell’esercizio 2008/09 si è usato il risultato positivo di un mese relativo all’esercizio successivo, che non rientra quindi nella competenza del precedente, per risparmiare una somma cospicua. Il socio di riferimento Massimo Moratti (tramite Internazionale Holding) dovrà dunque ringraziare il Barcellona se ha potuto contabilizzare una doppia plusvalenza con Ibrahimovic (53,4 milioni) e Maxwell (3,8 milioni). C’è da chiedersi se l’Inter avesse operato nello stesso modo nel caso in cui avesse conseguito minusvalenze per analoghi importi. Comunque, si legge nella relazione sulla gestione, «il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società». Il presidente ha infatti versato anche altri 12 milioni, in due rate tra luglio e settembre scorsi, per l’aumento di capitale del luglio 2008. Ed è previsto anche il versamento di Moratti di ulteriori 9,4 milioni, derivanti sempre da questa operazione di incremento del capitale.
Tornando al bilancio 2008/09 dell’Inter, si rileva una situazione di squilibrio finanziario con 431 milioni di debiti che sovrastano 66,3 milioni di crediti. Lo stato debitorio presenta un notevole incremento delle somme dovute alle società di calcio per le campagne acquisti, passate da 61 a 98,7 milioni: 28,1 milioni sono dovuti al Genoa per l’acquisto di Milito effettuato nell’ultimo mese dell’esercizio. Le somme ancora da versare al fisco, pari a 21 milioni, sono in linea con l’anno precedente. E a proposito di tributi, la società milanese ha vinto tre ricorsi davanti alla Commissione tributaria di primo grado riguardanti l’Irap sulle plusvalenze calciatori incassate dal 2001 al 2004: sono state annullate le sanzioni e gli accertamenti. Nello scorso settembre, si legge nella nota integrativa, «l’Agenzia delle entrate ha notificato alla società un processo verbale di constatazione inerente l’Irap sulle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per gli anni 2005-06 e 2006-07». L’Inter è in attesa del ricevimento e dell’accertamento per poi proporre un altro ricorso.
Parte della voce "altri debiti", passata dai precedenti 36,1 a 71,6 milioni, è composta dai 40 milioni di crediti riguardanti "la cessione dei diritti televisivi per la stagione 2009/10 ad un primario istituto di credito" come si legge nella nota integrativa. E, passando al conto economico, si nota come siano sempre più i diritti tv la voce principale dei ricavi: 99,2 milioni dalle partite in campionato, più 28,2 milioni dalla Champions League e 6 milioni dalla percentuale conseguita dalle squadre ospitanti. In aumento le sponsorizzazioni, passate da 31,7 a 38,5 milioni. Al confronto delle precedenti voci, i ricavi da botteghino sono ben poca cosa, pari a 15,5 milioni. Nonostante l’incremento delle entrate per circa 30 milioni, attestatesi su 232,6 milioni, sono state sovrastate da costi per 382,3 milioni: la gestione caratteristica si è chiusa con uno sbilancio di 149,7 milioni, superiore al precedente risultato negativo per 139 milioni. In perdita anche la gestione finanziaria per 3,6 milioni. I 14 membri del consiglio di amministrazione, tutti riconfermati dall’assemblea, hanno percepito un monte compensi complessivo per 800mila euro: l’anno scorso era di 700mila euro.
Marco Liguori
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venerdì 17 luglio 2009

Scontri Milan-Inter febbraio 2009: sei condanne fino a quattro anni e mezzo

Il giudice delle direttissime di Milano ha condannato a pene comprese tra i sei mesi di reclusione e quattro anni e mezzo di carcere sei ultrà milanisti accusati, a vario titolo, di rissa aggravata e lesioni per gli scontri avvenuti durante il derby del 15 febbraio scorso. Un tifoso rossonero, invece, è stato assolto. Alla pena più alta è stato condannato Luca Lucci, che sferrò un pugno contro un tifoso nerazzurro che perse l'uso di un occhio. Al supporter dell'Inter, costituito parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 140 mila euro a carico dei sei condannati da versare in solido. Il giudice ha anche disposto per i condannati il divieto d'accesso allo stadio dai due anni ai cinque anni. Francesco Lucci, fratello di Luca, è stato condannato a due anni e sei mesi. Dopo la lettura della sentenza, alcuni amici degli imputati, molti dei quali con addosso la maglia della curva sud milanista, hanno urlato «bastardi» e «a Spaccarotella hanno dato sei anni». Alcuni momenti di tensione si sono verificati all'uscita degli imputati e dei loro amici dall'aula.
«Quel pugno mi ha cambiato la vita e moralmente non sto bene». Lo ha detto V. M., tifoso neroazzurro che durante il derby del 15 febbraio scorso venne colpito da un pugno e perse la funzionalità dell'occhio sinistro. Oggi gli ultrà milanisti, accusati a vario titolo di rissa aggravata e lesioni in relazione a quegli scontri, sono stati condannati a Milano a pene fino a 4 anni e 6 mesi. «Cerco di non soffermarmi troppo su quello che mi è accaduto, altrimenti rischio di diventare pazzo», ha spiegato il tifoso dell'Inter che si è costituito parte civile nel processo. «Ho l'aiuto degli amici che mi stanno vicino», ha aggiunto il giovane, spiegando anche che il suo occhio «si è completamente svuotato di materia per quel pugno e non ho più il cristallino e l'iride». I medici, ha raccontato il giovane, «hanno detto che sicuramente nella mano il mio aggressore aveva un oggetto tagliente». Luca Lucci, l'ultrà del Milan che sferrò il pugno, è stato condannato a 4 anni e sei mesi. In un'udienza del processo l'imputato aveva spiegato di essere dispiaciuto per quello che era successo. «Si fa fatica a credergli, perchè in questo processo ho capito veramente chi è questa persona», ha affermato il tifoso dell'Inter colpito quella sera allo stadio.
Fonte: Ansa

venerdì 24 aprile 2009

Il nostro calcio non è il "nonno" d’Europa

Il titolo spetta alla Superliga portoghese con un’età media di 29,825. La serie A è però inserita nel "club dei 27 anni" assieme a Spagna e Inghilterra da cui è separata da alcuni decimi di punto. All’Olanda la palma dei più giovani. Il Milan è la squadra più anziana tra i campionati d’elite del Vecchio continente, assieme alla Vecchia Signora bianconera, ben distante dai giovanotti del Tsg 1899 Hoffenheim

Sorpresa! Contrariamente a quanto si crede non è il calcio italiano ad avere l’età media più elevata tra i campionati più importanti d’Europa. Secondo le statistiche calcolate da Transfermarket.de, la Superliga portoghese si fregia il titolo di "nonno" del Vecchio continente con una media di 29,825 per i suoi 425 giocatori suddivisi in 16 squadre. La nostra serie A è soltanto quarta con una media di 27,185 per i suoi 544 giocatori che militano nelle 20 società. Però c’è da sottolineare che il nostro massimo campionato è inserito nel gruppo del "club dei 27" che è preceduto soltanto dalla massima competizione lusitana: ossia il suo dato è inferiore a quello di Spagna e Inghilterra per qualche decimo di punto. La Premier League è infatti la seconda nella graduatoria con un dato di 27,675 per 546 atleti in 20 squadre: segue di un’incollatura la Spagna con 27,315 per i suoi 510 calciatori per un analogo numero di club.
Decisamente più bassa l’età negli ultimi tre campionati dell’elite continentale. La Bundesliga ha una media di 26,083 per i suoi 494 giocatori militanti nelle 18 squadre che la compongono. E’ ancor più bassa per i 555 atleti che giocano nella francese Ligue 1, pari a 25,595: composta da 20 società. Infine, la più giovane di tutte è l’Olanda: i 500 giocatori delle 18 società del massimo campionato presentano un dato pari a 25,027. L’età è uno dei fattori, oltre ovviamente al livello tecnico, che determinano la crescita e l’importanza futura di un movimento calcistico: gli arancioni, assieme a tedeschi e francesi, sembrano quindi abbastanza favoriti rispetto ai loro colleghi italiani, spagnoli, inglesi e, soprattutto, portoghesi, per una maggiore possibilità di ricambio generazionale.
All’interno dell’ambito europeo considerato, la squadra "nonna" è il Milan: i suoi 29 calciatori hanno una consistente media di 29,3 anni. Da segnalare che nel nostro campionato la Juventus, con i suoi 29,1 anni per la sua rosa di 26 elementi, è poco distante dai rossoneri: a buon diritto si fregia il titolo di Vecchia Signora. Ritornando tra i club più vecchi d’Europa, l’inglese Fulham presenta una media di 28,4 anni per i suoi 24 calciatori. Poco distante la spagnola Malaga (28,3): segue il club portoghese Pacos de Ferreira (28,1). La francese Valenciennes è a 27,7, mentre i tedeschi dell’Energie Cottbus sono a 27,7. Chiude questa graduatoria del "gerontocomio" del Vecchio continente il Nac Breda con 26,8.
Al contrario, la rosa più giovane d’Europa si trova in Germania: è quella del Tsg 1899 Hoffenheim con una media di 23,5 anni. Il club della Bundesliga ha superato al fotofinish l’Ajax Amsterdam che presenta un dato pari a 23,6. A braccetto al terzo posto ci sono l’inglese Middlesbrough e la portoghese Nacional Funchal con 23,7. Segue la formazione francese del Monaco (24). La nostra Udinese è la penultima società più giovane dell’elite del calcio continentale con la sua media di 25 anni: chiude la spagnola Almeira con 26,4.
Infine, un’occhiata alla nostra serie A. Dopo l’Udinese, è il Cagliari la squadra più giovane con una media di 25,1 anni: segue la Reggina con 25,5. Il derby della Lanterna è vinto dalla Sampdoria (quarta squadra più giovane) che possiede un’età media di 25,6 contro i 26,3 del Genoa (sesta squadra più giovane). La stracittadina della capitale è vinta dalla Lazio (quinto club più giovane): 25,7 contro 28,4 della Roma (sesta squadra più vecchia). Il derby della Mole è vinto dal Toro (quinta squadra più vecchia): 28,5 contro il 29,1 dei bianconeri. Questi i dati e le posizioni delle altre big del massimo campionato: l’Inter è la quarta squadra più vecchia con 28,8. Il Napoli e la Fiorentina sono nel centro classifica, rispettivamente con medie di 27,6 e 27,4.
Marco Liguori
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mercoledì 18 febbraio 2009

Comunicato Inter Club Banda Bagaj sull'aggressione al derby

COMUNICATO INTER CLUB BANDA BAGAJ SUI FATTI DI DOMENICA 15 FEBBRAIO
VIGLIACCATA
Domenica sera siamo stati costretti a scendere su un piano, quello della violenza, che non ci appartiene e che da sempre condanniamo.
I fatti:
All’entrata in campo dei giocatori le due curve espongono le loro coreografie, così come noi tutti bagaj siamo impegnati ad esporre i teloni della nostra coreografia.
Da su piove di tutto, anche torce accese che finiscono per colpire i tifosi sottostanti, prevalentemente famiglie.
La sud “SBAGLIA” COMPLETAMENTE LE MISURE DELLO STRISCIONE IN TRANSENNA, che per tutta la sua lunghezza tocca le teste dei tifosi sottostanti. A centinaia lungo tutto il corridoio che divide la parte coperta da quella scoperta del primo anello blu approfittano della situazione per farlo a brandelli. Ci sono immagini di diverse Tv a dimostrare quanto scriviamo e cioè che non siamo stati noi (che occupavamo i posti delle prime due file in basso) a strappare la coreografia milanista.
Quando ci accorgiamo di quello che succede molte file sopra di noi, i pochi ragazzi posizionati nelle file più in alto a tenere la parte superiore dei nostri teli mollano tutto per provare a fermare quelli che approfittando dell’anonimato strappano lo striscione della coreo milanista ma ovviamente non riescono a fare molto.
Considerazione:
Noi consideriamo le coreografie una parte fondamentale del tifo, sappiamo bene quanto sacrificio (economico e non solo) ci sia dietro il lavoro di centinaia di ragazzi delle curve che si impegnano per esporre con orgoglio la propria coreografia. Noi stessi nel nostro piccolo sopportiamo mille sacrifici economici e di impegno per realizzare le nostre piccole coreografie, ed abbiamo troppo rispetto del lavoro e dell’impegno anche altrui per poter anche solo pensare di rovinare il lavoro di altri.
Detto questo quello che è accaduto dopo lo hanno visto tutti. Siamo stati aggrediti nel nostro settore da un nutrito gruppo di milanisti scesi dalla curva sud, approfittando della totale assenza di steward. Per diversi minuti in poco più di una decina di bagaj (ragazzini e padri di famiglia) abbiamo dovuto fronteggiare il gruppo di milanisti.
Intendiamo scusarci con tutti i tifosi dell’Inter e del Milan presenti allo stadio, nonché con tutti quelli anche di altre squadre che assistevano dalle TV per il deprecabile spettacolo di violenza offerto e per il cattivo esempio dato. Purtroppo in quei frangenti, ha prevalso la rabbia verso l’aggressione subita e la voglia di non permettere che qualcuno violasse lo striscione che ci rappresenta e che rappresenta i valori che da anni portiamo avanti, e l’unico modo per farlo era reagire, impedendo che ci venisse sottratto. Purtroppo uno dei nostri, colpito probabilmente con un tirapugni, rischia di perdere un occhio. Alla fine lo striscione è rimasto nelle nostre mani, ma alla luce delle conseguenze ci chiediamo se il prezzo che stiamo pagando non sia forse un po’ troppo alto.
Pur comprendendo lo stato d’animo di molti tifosi, che a causa di quelle scene e di tutto quello che anche lontano da noi è “piovuto dall’alto” hanno manifestato l’intenzione di non andare più allo stadio o di non portarci più i propri figli, invitiamo tutti i tifosi, a non abbandonare gli stadi. I nostri figli e le nostre famiglie per primi hanno dovuto assistere a quanto accaduto, ma questo non deve impedirci di continuare a portare a vanti una filosofia di tifo coreografico e non violento che deve prevalere su tutto il resto.
Ci rivolgiamo agli ultras di tutte le curve.
Sventolare le bandiere non significa essere ultras.
Realizzare piccole coreografie coinvolgendo genitori e figli e gente di tutte le età, non significa essere ultras.
Battersi per i diritti dei tifosi, lottare contro la repressione delle libertà individuali e la libertà di poter colorare lo stadio e sostenere i propri colori liberamente, non significa essere ultras.
Noi crediamo che chiunque vada allo stadio, da chi frequenta le curve, ai soci dei club ai singoli tifosi, dovrebbe impegnarsi, nel limite delle proprie possibilità, per far valere i propri diritti e per sostenere la propria squadra.
Essere ultras è ben altro, e spesso ci meravigliamo che i primi a non conoscere i valori e la mentalità ultras, siano proprio i frequentatori delle curve, che identificano in noi un gruppo ultras e non un Inter Club.
INTER CLUB
BANDA BAGAJ

mercoledì 4 febbraio 2009

Milan batte Inter 330 a 316 milioni

Alla chiusura del calciomercato i rossoneri scavalcano i cugini nel derby del valore del parco calciatori e diventano la prima squadra italiana in graduatoria. Questo è l’effetto della cessione di Quaresma da parte nerazzurra, mentre il “diavolo” ha acquisito Beckham, Thiago Silva e Felipe Mattioni

Notizia fresca del dopo-calciomercato invernale che farà gongolare Galliani: il Milan scavalca l’Inter nella graduatoria del valore complessivo di mercato della rosa calciatori e si portano in testa. Secondo il sito Transfermarkt.de i rossoneri sono primi con 330,3 milioni di euro contro i 316,2 milioni dei “cugini”. Ciò è dovuto in particolare alle due cessioni in prestito effettuate negli ultimi giorni di contrattazioni all’Ataquark Hotel. In modo particolare all’operazione Quaresma: il portoghese vale 24 milioni. L’altra, riguardante Dacourt, ha tolto soltanto pochi spiccioli al parco calciatori della società di Moratti: appena 2 milioni. Invece, sul fronte milanista, sono arrivati tre calciatori che hanno rimpolpato il valore globale della rosa: Beckham, Thiago Silva e Felipe Mattioni. Il fuoriclasse inglese, giunto in prestito gratuito dal Los Angeles Galaxy, presenta una quotazione di mercato pari a 9 milioni, in netto calo da quella registrata un anno fa di 15 milioni. Questo il suo rendimento con il “diavolo”: cinque partite, due reti, due assist vincenti nell’ultima partita contro la Lazio, 421 minuti giocati e una media di un gol ogni 211 minuti. Invece quelle di Thiago Silva, difensore con quattro presenze nella nazionale brasiliana, sono in rialzo: da 6 milioni dello scorso dicembre agli attuali 7,5 milioni. Anche il suo connazionale, il difensore di fascia destra Felipe, presenta un valore in incremento da 600mila euro a 1,3 milioni.
Il pezzo forte del Milan è l’idolo della tifoseria, Kakà. Il fuoriclasse brasiliano presenta una base d’asta iniziale di 55 milioni: a inizio stagione era pari a 50 milioni. E’ il capocannoniere in serie A dell’“Ancelotti team” con 10 reti in 19 gare con 1644 minuti disputati: un gol ogni 164 minuti. Inoltre, è l’uomo assist in assoluto: cinque in campionato, uno in Coppa Italia e due in Coppa Uefa. L’altro goleador rossonero è Pato, sempre con 10 gol in 22 gare (uno ogni 134 minuti), e cinque passaggi vincenti per i compagni. Chi volesse recarsi da Galliani per iniziare a trattare la sua cessione, deve necessariamente posare sul tavolo un assegno da 15 milioni: a inizio stagione erano 13 milioni. L’attaccante carioca possiede il settimo valore nella graduatoria della rosa di via Turati: il secondo è Pirlo con 36 milioni (un anno fa 30). Risente del suo stato di forma in calo l’altro fuoriclasse brasiliano, Ronaldinho, scivolate dai 38 milioni del luglio scorso agli attuali 35 milioni: finora ha messo a segno sette reti in 18 incontri, una ogni 173 minuti e quattro assist. In discesa anche uno degli eroi del mondiale in Germani, Nesta: occorrono 22 milioni per discutere della sua cessione, contro i 20 dello scorso agosto. Precipita anche il valore di mercato di Gattuso, probabilmente a causa del suo lungo infortunio: se lo volesse un club estero (uno a caso, il solito Manchester City) dovrebbe pensare a una cifra vicina ai 19 milioni, tre milioni in meno rispetto a quelli dell’estate scorsa. Volano molto basse anche le quotazioni dell’oggetto misterioso, almeno in campionato Shevchenko: da 24 a 16 milioni. L’attaccante ucraino ha lasciato solo tracce in Coppa Uefa: un gol e due assist in sei gare.
In ribasso anche Seedorf: il centrocampista olandese molto discusso attualmente per le sue performance altalenanti si vede rosicchiare il suo valore da 15 a 13 milioni. Da segnalare che ha messi a segno cinque assist in campionato. Male anche Zambrotta: da 16 a 14 milioni. Chi è in rialzo sono i due infortunati Flamini (da 11 a 13 milioni) e Borriello (da 8 a 12 milioni): forse c’è qualcuno pronto a scommettere ancora su di loro e a offrire cifre alletanti per il vicepresidente vicario Galliani. Il dirigente rossonero dovrà tenersi stretto il suo portiere Abbiati, sempre presente in campionato: il suo valore è aumentato dai 4 milioni del luglio 2008 a 4,8 milioni. Offerte in vista?
Scendono le basi d’asta anche per due storiche bandiere milaniste: il capitano Maldini (sotto contratto dal 1986) diminuisce da 3 a 2 milioni, ma la sua svalutazione è stata molto lenta poiché il precedente valore è del 2006. Infine, Inzaghi cala dai 6 milioni della passata estate ai 5 attuali: il 35enne attaccante ha messo a segno in campionato due gol in dieci gare (uno ogni 181 minuti) e un assist.
Marco Liguori
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lunedì 26 gennaio 2009

Inter, una rosa da 343 milioni

Aveva ragione il presidente Moratti: il parco giocatori vale 3-4 volte più della somma complessiva iscritta nel bilancio 2007/08. Alcuni valori di mercato di possibili partenti: Maxwell (12 milioni), Jimenez (7), Balotelli (6,5), Obinna (5 milioni), Burdisso (5,5)

Aveva ragione il presidente dell’Inter Massimo Moratti. Nel verbale dell’assemblea dei soci del 30 ottobre scorso, il numero uno nerazzurro aveva esposto «che l'intero parco giocatori della società al 30 giugno 2008 è contabilizzato per un importo di circa 99.000.000 di euro: è superfluo considerare che un simile valore potrebbe ragionevolmente essere realizzato con solo tre o quattro dei giocatori che compongono la rosa». Moratti proseguiva spiegando che «una valutazione più aderente al valore di mercato corrente, riscontrata tramite offerte effettivamente ricevute ed analisi settoriali, fa ritenere il valore di mercato superiore di 3/4 volte il valore esposto in bilancio». “Il pallone in confusione” ha verificato che sul sito Transfermarkt.de il valore di mercato dell’intera rosa della società di via Durini ammonta a 343,2 milioni. Una cifra che si pone all’interno della “forchetta” di valori ipotizzati da Moratti.
Il “pezzo forte” del patrimonio calciatori è rappresentato da Zlatan Ibrahimovic, il cui valore di mercato è pari a 45 milioni: il sito tedesco riporta che le sue quotazioni sono in rialzo. Il secondo gioiello di famiglia per base d’asta è Esteban Cambiasso: chi desidera l’argentino dovrà iniziare da una base d’asta di 27 milioni. A seguire l’oggetto misterioso Ricardo Quaresma, con i suoi 25 milioni: la quotazione resta ancora invariata rispetto al suo prezzo di acquisto. Al quarto posto c’è Chivu con 24 milioni, seguito da una delle pedine fondamentali della formazione di Josè Mourinho: Maicon con 21 milioni. Seguono Mancini con 19 milioni e Adriano con 18 milioni. Quanto vale il portiere Julio Cesar, eroe di tante domeniche? 16,5 milioni, parate incluse. Il suo vice, Francesco Toldo, è quotato 1,5 milioni. Dopo gli estremi difensori è il turno di due centrocampisti: Muntari con 14,5 milioni e Vieira con 13 milioni. Il valore di quest’ultimo è dato con tendenza al ribasso, considerato il lungo periodo di infortunio.
A questo punto conviene dare un’occhiata ai prezzi dei possibili partenti. Chi vuole Mario Balotelli, più croce che delizia dello “Special one”, dovrà ragionare da una base d’asta di 6,5 milioni: le quotazioni di “Supermario” sono segnate al rialzo. Proprio stamattina Christian Recalcati sul suo sito ilreca.it ha spiegato che Obinna e Burdisso potrebbero già lasciare l'Inter in settimana. Per avere il nigeriano bisognerà ragionare a partire dai 5 milioni, mentre per l’argentino occorrono almeno 5,5 milioni per intavolare una trattativa con i dirigenti nerazzurri. Recalcati ipotizza anche un possibile addio di Luis Jimenez ai colori nerazzurri: possono bastare 7 milioni per iniziare a parlare della sua cessione.
Qualcuno alza la mano per Crespo? Cominci a mettere un assegno da 9 milioni sul tavolo e poi si vedrà. Sembrano in discesa le quotazioni di Marco Materazzi: il difensore della Nazionale, a causa della sua prolungata assenza dai campi di gioco, presenta una quotazione di mercato attorno ai 5 milioni. E a proposito di difensori, secondo Tuttomercatoweb c’è aria di rottura tra Maxwell e l'Inter. Il brasiliano, in scadenza di contratto nel 2010, avrebbe avanzato richieste ritenute troppo esose da parte dei nerazzurri. Transfermarkt.de riporta una sua base d’asta abbastanza cospicua, pari a 12 milioni. Decisamente più contenuta la cifra iniziale di Oliver Dacourt, dato per prossimo partente: 2 milioni.
Si conclude la carrellata sulla rosa nerazzurra con i valori di Javier Zanetti (9 milioni), Julio Cruz (9 milioni), e Walter Samuel (12,5 milioni). Invece, l’esordiente Davide Santon inizia la sua scalata nella graduatoria nerazzurra con una stima pari a 50mila euro.
Marco Liguori
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giovedì 22 gennaio 2009

Tim cup: sintesi tv di Inter-Roma 2-1 (da You tube)

Milano, stadio "Giuseppe Meazza", mercoledì 20 gennaio 2009
Quarti di finale Tim cup (Coppa Italia)

INTER-ROMA 2-1 (primo tempo 1-0)
INTER (4-3-1-2): Toldo, Maicon, Burdisso, Samuel, Santon, Zanetti, Cambiasso, Muntari (41' st Mancini sv), Stankovic, Ibrahimovic, Adriano (32' st Chivu). (12 Julio Cesar, 24 Rivas, 7 Figo, 77 Quaresma, 45 Balotelli). All.: Mourinho.
ROMA (4-2-3-1): Artur, Cicinho, Mexes, Juan, Riise (25' st Menez), De Rossi, Brighi, Taddei (34' st Aquilani), Perrotta, Vucinic (15' st Pizarro), Baptista. (27 Julio Sergio, 15 Loria, 77 Cassetti, 26 Greco). All.: Spalletti.
Arbitro: Orsato.
Reti: nel pt 10' Adriano; nel st 16 Taddei, 17' Ibraimovic. Angoli: 7-6 per la Roma Recupero: 2' e 4' Ammoniti: Juan, Samuel, Mexes e Perrotta per gioco falloso, e Vucinic per comportamento non regolamentare Spettatori: 26.520

Sintesi di Inter-Roma 2-1 (immagini Rai tratte da You tube)

lunedì 19 gennaio 2009

Sintesi tv di Atalanta-Inter 3-1 (da You Tube)

Bergamo, stadio "Atleti Azzurri d'Italia", domenica 18 gennaio 2009 ore 15
19a giornata Campionato Serie A

Atalanta -Inter 3-1 (primo tempo 3-0)
Atalanta (4-4-1-1): Coppola, Garics, Talamonti, Manfredini, Bellini (40' st Rivalta), Valdes (5' st De Ascenti), Ferreira Pinto, Guarente, Padoin, Doni, Floccari (44' st Vieri). (Consigli, Peluso, Capelli, Defendi). All.: Del Neri
Inter (4-3-1-2): Julio Cesar, Maicon, Cordoba, Burdisso, Maxwell (1' st Figo), Zanetti, Cambiasso, Chivu (29' pt Obinna), Stankovic, Ibrahimovic, Crespo (1' st Adriano). (Toldo, Rivas, Jimenez, Cruz). All.: Mourinho
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: nel pt 18' Floccari, 28' e 33' Doni, nel st 47' Ibrahimovic. Angoli: 8-3 per l'Inter. Recupero: 2' e 3'
Ammoniti: Burdisso, Ibrahimovic e Vieri per comportamento non regolamentare, Bellini per gioco falloso. Spettatori: 15.000 circa.

Sintesi tv di Atalanta-Inter (immagini Sky tratte da You tube)

giovedì 15 gennaio 2009

Lettera aperta di Banda Bagaj al responsabile Centro Coordinamento Inter Club

Riceviamo e pubblichiamo questa missiva del presidente Massimiliano Rizza a Fausto Sala

Ciao Fausto, resto basito di fronte ai fatti di questi giorni. Ci aspettavamo delle ripercussioni per le nostre proteste, ma sinceramente che qualcuno potesse essere cosi meschino, ci ha lasciato perplessi. Già la multa era ridicola ed infantile, ma arrivare ad avviare un procedimento di diffida (giudicato illegittimo da uno stuolo di avvocati, non solo da noi) è una dimostrazione di pochezza di contenuti e di valori disarmante.
Quello che però ci lascia altrettanto perplessi è il comportamento della struttura della quale tu sei responsabile: il Centro Coordinamento Inter Club.
Ovvio che non attribuiamo al CCIC nessuna responsabilità sull’accaduto, ma in questi mesi dove eravate?Ma ti sembra normale che di fronte ad una sanzione amministrativa elevata al Vice Presidente di un Club, per violazione del regolamento dello stadio, ne tu, ne nessuno del CCIC ci abbia contattato per sentire anche la nostra versione? Ma ti sembra normale che il Vice Presidente di un Club, non possa recarsi nel settore dove hanno posto tutti i soci, per dare una mano ad attaccare lo striscione? La prossima volta che ho bisogno di entrare negli uffici del CCIC al Primo Blu devo fare il biglietto settore ospiti o mi devo aspettare una sanzione amministrativa??? Ma come puoi rimanere indifferente di fronte al fatto che abbiano approfittato della nostra adesione ad una iniziativa del CCIC (abbiamo portato allo stadio 70 ragazzini quel giorno) per incastrare Virgilio? Da mesi gli Inter Club di mezzo mondo ci scrivono per manifestarci solidarietà e appoggio, ma anche per chiedere a noi come reperire i biglietti delle trasferte, se abbiamo organizzato qualcosa per Manchester, quali restrizioni ha imposto l’Osservatorio per quella tale partita, neanche fossimo noi il CCIC; e tutti poi ci pongono la stessa domanda: “ Ma il CCIC che dice? E Fausto Sala che dice?”A noi ci tocca rispondere che Fausto Sala lo conosciamo, ogni tanto ci capita anche di intravederlo, dovrebbe essere ancora il responsabile del CCIC…Abbiamo seriamente pensato, per il prossimo anno, di far versare a voi le 50 quote obbligatorie per l’iscrizione al CCIC ed a noi le restanti visti, i servizi che ormai abitualmente offriamo… In tre anni nessuna telefonata per sapere come andava l’attività del Club o se avevamo bisogno di aiuto per le iniziative allo stadio. Anzi a dire il vero una telefonata qualche mese fa è arrivata. L’hai fatta proprio a Virgilio per chiedergli un favore personale…Io pretendo di sapere cosa pensa in merito a questa vicenda il responsabile del CCIC e pretendo anche che il CCIC si schieri apertamente e pubblicamente in difesa di un vostro iscritto, nonché Vice Presidente di uno dei Club più numerosi di Milano, che sta ricevendo accuse assurde da un personaggio che ha la scrivania a pochi passi dalla tua.
Cordialmente.
Massimiliano Rizza
INTER CLUB
BANDA BAGAJ

N. B. "Il pallone in confusione" è disponibile a ospitare eventuali repliche

Calciomercato: gli affari conclusi e tutte le trattative

"Botto Pazzini", Kakà e Adriano oggetto del desiderio. No all'Arsenal del laziale Diakitè. Affari conclusi: l'Udinese ha ceduto in prestito al Recreativo de Huelva il difensore Nef, mentre il Palermo ha ripreso dalla Triestina Cossentino cedendo in comproprietà Ciaramitaro alla Salernitana e Dellafiore al Torino

Il primo "botto" del mercato di gennaio si chiama Giampaolo Pazzini (nella foto) e lo piazza la Sampdoria. Sono stati alla fine i blucerchiati a vincere la corsa per il 24enne attaccante della Fiorentina, che andrà a far coppia con Cassano per nove milioni di euro più il prestito di Bonazzoli ai viola. Battuta dunque la concorrenza di Bologna (che ora potrebbe virare su Vantaggiato) e Palermo, le altre due società fortemente interessate a Pazzini, mentre la Fiorentina, che a fine stagione avrà la possibilità di riscattare Bonazzoli per 2,8 milioni, sta pensando anche di cedere Osvaldo. "Ma se dovessimo cederlo comunque non arriverà un altro attaccante", ha avvertito Corvino, che ha aperto anche alla partenza di Da Costa, difensore portoghese fortemente voluto dalla Juventus. I bianconeri ci hanno già provato proponendo in cambio l'altra metà di Almiron ma il centrocampista potrebbe adesso finire in prestito alla Lazio con Cribari a fare il viaggio inverso ma con la stessa formula. Oggi, però, è stato anche il Kakà-Day. Il Milan ha confermato l'incontro con i dirigenti del Manchester City spiegando però che i rappresentanti del club inglese sono stati ricevuti "a titolo di cortesia" e che "non ci sono trattative". Kakà, insomma, non si muove da Milano e lo stesso Pallone d'Oro 2007 ha ribadito la sua intenzione di rimanere a lungo con i rossoneri ("voglio invecchiare qui") smentendo anche le dichiarazioni del suo portavoce Diogo Kotschko, secondo il quale, a fronte di un'importante proposta dal punto di vista tecnico da parte dei Citizens, l'affare non sarebbe impossibile. Sull'asse Milano-Manchester, comunque, potrebbe consumarsi un'altra operazione: se i Citizens non dovessero prendere Cudicini potrebbero spostare le loro attenzioni su Dida. I rossoneri, intanto, stringono per Daniel Agger: incontro in via Turati tra Braida e il procuratore del difensore del Liverpool per un affare che potrebbe chiudersi intorno agli 8 milioni di euro.
Nella Milano nerazzurra, invece, continua a essere oggetto di voci di mercato Adriano. Il manager del Tottenham, Harry Redknapp, avrebbe seguito in tribuna la sfida di Coppa Italia tra Inter e Genoa, incontrando successivamente l'attaccante brasiliano per convincerlo a trasferirsi a Londra. L'Imperatore è cercato anche dal Marsiglia, dove il patron Dreyfus ha ammesso di averlo chiesto a Moratti, ma secondo Gilmar Rinaldi, procuratore di Adriano, il futuro del suo assistito è ancora all'Inter. Sul piede di partenza invece c'è Dacourt, chiesto da Tottenham (che ha anche tentato ma inutilmente l'assalto ad Abbiati), Newcastle e Bologna mentre suonano sirene spagnole per Balotelli: l'Espanyol, più lontano da Obodo (nelle prossime 24-48 ore se ne saprà di più), vorrebbe in prestito il giovane attaccante nerazzurro, disposto a migrare per i prossimi sei mesi nella Liga, ma la società, come già ribadito da Moratti due giorni fa, non vuole privarsene. Sul fronte arrivi, invece, Josè Mourinho potrebbe fare un "dispetto" ad Arsene Wenger e approfittare della fasi di stallo nella trattativa tra i "Gunners" e lo Zenit San Pietroburgo per Andrei Arshavin ma a Londra c'è anche un Didier Drogba sempre più con le valigie pronte: dopo l'esclusione dai convocati per la FA Cup l'ipotesi d'addio dell'ivoriano al Chelsea prende sempre più corpo. In casa Lazio no all'Arsenal di Diakitè: il giocatore, tramite il suo agente, ha ribadito di voler rimanere in biancoceleste. Andando agli affari chiusi, l'Udinese ha ceduto in prestito al Recreativo de Huelva il difensore della nazionale svizzera Alain Nef mentre il Palermo si è ripreso dalla Triestina il centrale Alberto Cossentino cedendo in comproprietà Maurizio Ciaramitaro alla Salernitana ed Hernan Paolo Dellafiore al Torino. In serie B scatenato il Bari che, in attesa di chiudere per Calaiò (su di lui anche però due club di A), ha ufficializzato gli arrivi di Mark Edusei dal Catania e di Almamy Doumbya dall'Andria. La Reggina, che sogna Papa Waigo, cede il giovane Cosenza all'Avellino mentre il Frosinone mette sotto contratto Maietta, svincolatosi dal Crotone, per due anni.
Estero. Lukas Podolski è sempre più vicino al Colonia, con l'affare che potrebbe chiudersi già la prossima settimana, il Paris Saint Germain è sulle tracce di Giovani dos Santos, ex Barcellona ora al Tottenham, mentre resta al Manchester City l'ex Fiorentina e Juve Bojinov: opposto un secco no alla richiesta del West Ham di inserire l'attaccante bulgaro nell'operazione che avrebbe potuto portare uno tra Bellamy e Parker alla corte di Hughes.
Fonte: Agi

mercoledì 14 gennaio 2009

Sintesi di Inter-Genoa 3-1 Tim cup (da You tube)

Milano, stadio "Giuseppe Meazza", martedì 13 gennaio 2009
Coppa Italia (Tim cup) ottavi di finale, gara unica

Inter Genoa 3-1 dopo i tempi supplementari (primo tempo 0-0, secondo tempo 1-1, dts 3-1)
Inter (4-3-1-2): Toldo, Maicon, Burdisso, Samuel, Maxwell, Zanetti, Muntari (1' st Obinna), Chivu, Jimenez (28' st Cambiasso), Crespo, Adriano (31' st Ibrahimovic). (22 Orlandoni, 39 Santon, 33 Mancini, 77 Quaresma). All.: Mourinho.
Genoa (4-5-1): Scarpi, Biava, Bocchetti, Ferrari, Modesto (4' st Criscito), Mesto (1' st Papastathopoulos), Vanden Borre (8' st Olivera), Milanetto, Juric, Rossi, Sculli. (1 Lamanna, 17 Jankovic, 31 El Shaarawi, 16 Cofie). All.: Gasperini.
Arbitro: Gava di Conegliano.
Reti: nel st 30' Adriano, 34' Rossi. Nel pts 10' Cambiasso, 13' Ibrahimovic. Angoli: 19-3 per l'Inter. Recupero: 1' e 4', 0' e 0'.
Espulsi: nel pt 20' Biava per fallo da ultimo uomo.
Ammoniti: Juric, Muntari, Milanetto e Obinna per gioco falloso. Scarpi per comportamento non regolamentare. Spettatori: 6.623. Note - Scarpi para un rigore ad Adriano al 21' pt.
I GOL: - 30' st: Cross dalla sinistra di Maxwell e Adriano schiaccia bene di testa in gol da centro area. - 34' st: Rossi ruba palla a Samuel e dal limite dell'area fa partire un destro potente che infila all'incrocio dei pali. - 10' pts: Scarpi respinge malissimo un tiro centrale di Ibrahimovic e Cambiasso non ha problemi a mettere in rete da due passi. - 13' pts: A tu per tu con Scarpi, Ibrahimovic riesce a segnare facendo passare il pallone sotto le gambe del portiere genoano.

Tutti i gol di Inter Genoa 3-1 (immagini Rai)


Il rigore sbagliato da Adriano

martedì 13 gennaio 2009

Inter-Genoa: El Shaarawi forse in campo dal primo minuto

Gasperini potrebbe gettare subito nella mischia il promettente giovane attaccante rossoblù, che frequenta il Liceo "Della Rovere" di Savona ed è nazionale under 17, a causa delle numerose assenze tra cui quella di Milito. Il "principe" incontrerà Maradona a Milano
Torna la Tim Cup con gli ultimi due ottavi di finale. L'Inter questa sera ospita al Meazza il Genoa (ore 21 - arbitra Gava), mentre domani la Juventus sfida il Catania all'Olimpico di Torino (ore 20.45 - arbitra Banti). Il tecnico nerazzurro, Josè Mourinho, non snobba la competizione e ci tiene a vincere, ma potrebbe lasciare a riposo Ibrahimovic per lasciare spazio a Crespo e dare un'altra chance ad Adriano. A centrocampo Jimenez quasi sicuramente sarà titolare, mentre ci sono ancora dubbi su chi far riposare tra Chivu, Zanetti e Cambiasso. Toldo a difendere i pali e Balotelli non è stato convocato. L'allenatore del Genoa, Gianpiero Gasperini, invece, opterà per un massiccio turnover, anche se l'obiettivo dichiarato è vincere. A sorpresa il tecnico rossoblù potrebbe far scendere in campo dall'inizio il baby fenomeno El Shaarawi (nella foto) e altri tre giovanissimi: lo sloveno Lazarevic, il ghanese Cofie e il terzo portiere Lamanna. Pesano, tra le fila del Grifone, le assenze di Jancovic, Gasbarroni, Palladino e, soprattuto, Milito. Rubinho e Olivera, infine, anche se convocati potrebbero non essere schierati.
Il Principe Milito stasera non gioca a S. Siro in Coppa Italia contro l'Inter, in attesa del pieno recupero fisico, ma sarà comunque al seguito della squadra a Milano, dove incontrerà Maradona. Di un sicuro incontro tra il centravanti del Genoa e il ct della nazionale argentina, che lo segue da tempo ma non lo ha mai convocato, parla oggi anche il sito ufficiale del Genoa. Sarebbe il primo incontro tra il bomber e Maradona da quando il Pibe de oro è alla guida della nazionale. Maradona dovrebbe vedere gli argentini dell'Inter vicini al giro della nazionale e certamente parlerà anche con Milito dicono le fonti rossoblù. Qualcuno ipotizza addirittura una riunione di argentini nel ristorante di Zanetti, il "Gaucho", con Burdisso, Cambiasso, Crespo, Cruz e naturalmente Maradona. Non è chiaro invece se Milito parlerà anche con emissari dell'Inter, sempre alla ricerca di una punta da fare giocare in Champions ma l'ipotesi sembra temeraria visto il contratto che lega il centravanti al Genoa per i prossimi tre anni. Ieri, il presidente del Genoa Preziosi in una trasmissione Rai ha ribadito per l'ennesima volta che il bomber resta a Genova.
Fonte: Ansa

lunedì 12 gennaio 2009

Coppa Italia: i numeri di Inter-Genoa

La gara, valida per gli ottavi di finale, sarà trasmessa domani sera alle 21 su Rai Due

I precedenti ufficiali tra le due squadre a Milano sono 46, con bilancio che vede 34 affermazioni dell'Inter (ultima 4-1, nella serie A 2007/08), 8 pareggi (ultimo 0-0, nella serie A 2008/09) e 4 successi del Genoa (ultimo 3-1, nella serie A 1993/94). Mourinho e Gasperini si sono gia' affrontati nella gara di andata della serie A 2008/09: pareggio per 0-0 a San Siro il 26 ottobre scorso. L'Inter non perde un confronto casalingo di coppa Italia dal 12 dicembre 2002 quando il Bari, nella gara di ritorno degli ottavi di finale, si impose per 2-1: da allora lo score interno nerazzurro nelle successive 18 gare disputate nella competizione e' di 13 successi e 5 pareggi. Il Genoa non subisce gol in gare ufficiali dal 17' di Genoa-Atalanta 1-1 del 14 dicembre scorso, punto di Floccari. Da allora si sommano i restanti 73' di quel match e le intere gare vinte su Chievo (1-0 esterno) e Torino (3-0 a Marassi), per un totale di 253'. L'ultimo gol incassato dal Genoa in trasferte ufficiali risale al 23 novembre scorso quando, in serie A, impatto' 1-1 in casa della Lazio. L'autore del gol biancoceleste fu Dabo all'80': da allora sono trascorsi i restanti 10' di quel match, piu' le intere gare esterne di campionato, vinte entrambe per 1-0, contro Sampdoria e Chievo, per un totale di 190' di inviolabilita' esterna. Dirige Gava di Conegliano: l'Inter vanta un solo incrocio con l'arbitro veneto, l'11 maggio scorso fu 2-2 a San Siro contro il Siena in quella che doveva essere la festa-scudetto, ma che si trasformo' in un pomeriggio da quasi-incubo per i nerazzurri. Il Genoa ha sempre perso su 2 incroci, uno dei quali in stagione: Palermo-Genoa 2-1 del 17 settembre scorso (serie A).
Fonte: Ansa - A cura di Football Data
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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