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mercoledì 20 febbraio 2008

A 14 anni vale già 50mila euro

I CONTI DEL PALLONE / MILAN

Donnarumma, baby portiere pagato a peso d'oro

Bologna, 30 aprile 1007 - Altro che Dida, Kalac o Storari: il Milan ha già il portiere del futuro. Antonio Donnarumma, classe 1990, è un numero uno di belle speranze nato a Castellammare di Stabia, cittadina della provincia di Napoli, nota per i cantieri navali e per le sue terme. Il baby-calciatore è stato oggetto di un trasferimento dalla locale società miliante in C1 dov’era titolare nella formazione giovanile, la Juve Stabia, per la somma iperbolica (considerata la tenera età) di 50mila euro al Milan. Tradotto in vecchie lire, sono ben 100 milioni. Stando al sito www.tuttomercatoweb.com l’operazione è stata conclusa tra i due club il 15 giugno 2005: Antonio non aveva neppure 15 anni, poiché è nato nel luglio del ’90. La Juve Stabia ha annotato la cessione nel bilancio chiuso al 30 giugno 2006, invece di inserirla, secondo logica, in quello conclusosi nell’anno precedente: nei documenti contabili 2005 e 2006 della società rossonera non è stata evidenziata.
Nella relazione sulla gestione della società campana la vendita è stata celebrata con una certa enfasi, sottolineando che "la società ha potuto incrementare le attività del settore giovanile con l’allestimento di diverse squadre ed il tesseramento di numerosi giovani calciatori". La relazione prosegue evidenziando che «questa politica ha prodotto un primo lusinghiero risultato attraverso la cessione di un giovane calciatore a un importante club di categoria superiore, il Milan, generando per la società una plusvalenza di 50mila euro".
Secondo la nota integrativa, il valore netto contabile di Donnarumma era pari a zero. Il prezzo pagato dalla società rossonera ha quindi prodotto la plusvalenza: stando al documento contabile, è stata "l’unica transazione a carattere economico intervenuta con un’altra società calcistica nella stagione sportiva 2005/2006". Essa però non ha sistemato i precari conti delle “vespe” stabiesi, che hanno concluso l’esercizio al 30 giugno 2006 con una perdita di 972mila euro, in aumento del 320% rispetto al risultato negativo di 232mila euro dell’anno precedente. Inoltre, la società presentava anche il patrimonio netto negativo per circa 160mila euro: doveva quindi avviare la procedura di ricapitalizzazione. Piccolo particolare: anche la Juve Stabia ha inserito la plusvalenza tra i ricavi, ossia nelle componenti ordinarie del bilancio.
L’esempio dei grandi club di serie A ha fatto purtroppo ormai scuola. Ma perché il piccolo Antonio è stato trasferito a una cifra iperbolica per la sua giovane età? Una spiegazione, che comunque non giustifica l’elevato prezzo pagato dal Milan, potrebbe essere la sua convocazione il 9 maggio 2005 al raduno di allenamento di Coverciano per i portieri nel giro delle nazionali giovanili curato da tecnici federali Antonio Rocca, Andrea Pazzagli, Luciano Castellini e Ivano Bordon.
In quella data, oltre a Donnarumma vi parteciparono altri 16 ragazzi. Inoltre, è stato selezionato dal tecnico federale Antonio Rocca per partecipare al torneo "Giovani Speranze" che vedrà impegnati calciatori nati negli anni 1990 e 1991 dal 4 al 7 giugno al Centro Tecnico Federale FIGC di Coverciano. Secondo www.tuttomercatoweb.it il piccolo calciatore aveva già compiuto alcuni allenamenti con la prima squadra della Juve Stabia. Nel marzo scorso Antonio era presente ala finale del 36º Torneo “Beppe Viola” ad Arco di Trento (riservato agli allievi nazionali) nella finale con la Juventus persa dal Milan: il tecnico Evani lo ha però lasciato in panchina.
Insomma, il Milan ha già pagato profumatamente il suo numero uno del futuro. Si ipotizza una domanda: quando Donnarumma avrà attorno ai vent’anni e magari sarà diventato un titolare della società milanese e della nazionale, a quali livelli di prezzo arriveranno le sue prestazioni sportive, visto che a neanche quindici anni valeva 50mila euro? Un importo simile è stato ottenuto dal Napoli nella stagione 2005/06 per la cessione al Parma del suo terzo portiere, il ventenne Fabio Virgili, che non aveva collezionato una sola presenza in maglia azzurra. Chiamale, se vuoi, valutazioni: ma sono le ennesime storure del calcio a scopo di lucro.
di Marco Liguori

martedì 19 febbraio 2008

quando i sogni non hanno soldi

Liberomercato 19 febbraio 2008 pagina 12

Juve Stabia/C1
Deferiti i calciatori
in sciopero per lo stipendio

Marco Liguori
Ennesima storia amara del calcio a scopo di lucro a Castellammare di Stabia. I giocatori della Juve Stabia, club militante in serie C1, hanno scioperato martedì 12 febbraio saltando gli allenamenti. La motivazione era stata anticipata il giorno precedente sull’emittente locale Metropolis Tv: la società non avrebbe corrisposto gli stipendi di dicembre e gennaio. La protesta è rientrata il mercoledì seguente. Secondo il sito Tuttomercatoweb.com, il direttore sportivo Giacomo Pezzini ha annunciato il deferimento degli "ammutinati", aggiungendo che "la prossima settimana dovrebbero arrivare dei soldi dalla Lega con cui i calciatori saranno pagati".
Tutto ciò non risolve però i problemi della Juve Stabia. Per capirli occorre "tornare un attimo indietro", come avrebbero detto i principi della moviola della Domenica Sportiva Carlo Sassi ed Heron Vitaletti, cominciando dall’assetto azionario. Secondo l’ultima visura disponibile in Camera di Commercio i soci sono quattro: Michele Cesarano (88%) e altri tre, ciascuno con il 4%, ossia Nicolino Guzzo, Idrot srl di Giovanni Ennio Gregorio (amministratore unico) e Dervit spa di Vittorio De Rosa. L’assetto è scaturito da due operazioni. La prima effettuata nell’assemblea del 22 dicembre 2006, in cui fu abbattuto e ricostituito il capitale in seguito alla perdita del 2005/06 di 972mila euro che aveva portato il patrimonio netto in negativo. Solo Cesarano sottoscrisse l’aumento di capitale con 120mila euro: nel giugno 2007 ha ceduto il 12% del capitale agli altri tre soci. Il 29 gennaio scorso, Gregorio e De Rosa, assieme al presidente Marcello Feola hanno proposto a Cesarano di rilevare un numero di azioni per arrivare al 75% del capitale. L’azionista di riferimento ha rifiutato: ma c’è un altro particolare, indicato nella visura, che blocca la vendita del pacchetto di controllo delle "Vespe". Un suo ex giocatore, Alessandro Ambrosi, ha depositato "il ricorso per autorizzazione di sequestro giudiziario" di 6000 titoli da 10 euro nominali "in danno di Paolo D’Arco" ex socio, nell’ambito di una causa contro il club. Inoltre, il tribunale di Torre Annunziata nel settembre 2007 ha "ordinato alla spa Juve Stabia di non annotare più nel libro dei soci ulteriori variazioni della compagine sociale".
Gli altri problemi derivano dal bilancio. Il 2006/07 è stato il quarto esercizio consecutivo in rosso: la perdita è stata di 546mila euro. Anche se è stata inferiore a quella dell’anno prima, il patrimonio netto è risultato ancora negativo per 132mila euro, rendendo necessaria un’altra ricapitalizzazione. La società ha tagliato del 30,6% i costi di gestione (1,41 milioni). Purtroppo i ricavi (842mila euro) sono diminuiti del 22,26%: il conto economico presenta quindi uno squilibrio di 569mila euro. Il costo totale del personale è calato del 32%: gli stipendi dei tesserati sono passati da 801mila a 545mila euro. Come altri club di C, la Juve Stabia non ha i lauti introiti dei diritti tv delle società di A e B: anzi, al 30 giugno scorso risultano dimezzati da 63mila a 37 mila euro. Gli abbonamenti sono scesi di 29mila euro e i biglietti di 2mila euro. Poca cosa l’ammontare dei diritti pluriennali dei calciatori, pari a 1000 euro, a fronte di immobilizzazioni immateriali per 93mila euro. I crediti (-40%) sono stati superati dai debiti (-13%) di 487mila euro: tra questi ultimi 126mila euro sono verso il fisco e 298mila con enti previdenziali, assistiti da garanzie reali su beni sociali. La società ha comunicato sul suo sito che ha versato il 30 gennaio scorso le ritenute Irpef e i contributi Enpals in scadenza, scongiurando la penalizzazione in classifica.

giovedì 14 febbraio 2008

Vespe nei guai

http://www.pianetanapoli.it/ 30 maggio 2006

Juve stabia, i conti della società preoccupano

Marco Liguori

La Juve Stabia ha limitato le perdite a 231.686 euro nell’esercizio 2004/2005, quando la società era in serie C2, grazie a una sopravvenienza attiva di 540mila euro. Un risultato certamente migliore rispetto alla perdita di 1,053 milioni subita in quello 2003/2004 (quando disputava la D, la prima serie dilettanti), che aveva fatto precipitare il patrimonio netto al valore negativo di 135mila euro. Gli amministratori del club attualmente militante in C1, dopo il ripescaggio estivo deciso dalla Figc, devono ringraziare l’ex socio di maggioranza Reti & Sviluppo srl, che ha rinunciato a un suo credito di pari importo in qualità di fornitore della società calcistica di Castellamare di Stabia. La somma derivava dai lavori di ristrutturazione dello stadio “Romeo Menti” (il nome del calciatore del “Grande Torino” che giocò nello Sc Stabia nel 1945), che hanno comportato lo smottamento del vecchio manto erboso e, come si legge nella relazione di accompagnamento al bilancio, l’installazione di «un manto di erba artificiale di ultima generazione». Nel documento contabile al 30 giugno 2005 si legge che per i lavori «la stessa Reti & Sviluppo ha poi provveduto a fatturare alla Juve Stabia il costo di tali opere, rinunciando però al pagamento di quanto dovuto». Il “Menti” è di proprietà del Comune di Castellamare di Stabia, che lo ha dato alle “Vespe” con una convenzione triennale che scadrà al termine della stagione 2005/06: in essa è stata consentito alla società di apportare modifiche alla struttura. L’operazione di rinnovamento dello stadio ha comportato «ammortamenti particolarmente significativi». «Nella fattispecie – si legge nella relazione al bilancio – le opere e le migliorie su beni di terzi, il cui costo storico complessivo è di euro 254.200, scontano un processo di ammortamento di appena tre anni, pari alla durata per l’utilizzo dell’impianto sportivo, o addirittura di tre anni per quelle realizzate l’anno successivo». La sopravvenienza di 540mila euro ha portato il saldo tra proventi e oneri straordinari a un risultato positivo per 484mila euro, contro quello negativo per 70mila registrato nel 2003/04. La rinuncia al credito presa da Reti & Sviluppo «al fine di riequilibrare la situazione economico e patrimoniale» è una boccata di ossigeno per la società stabiese, che, secondo l’ultima visura disponibile presso la Camera di Commercio, è una ex srl trasformata in spa il 22 dicembre 2005 con un capitale sociale versato di appena 201.400 euro, contro un deliberato di 1 milione. Il 4 luglio scorso la società ha provveduto a ripianare i risultati passivi al 30 giugno 2004 e 2005: decisione ratificata dall’assemblea sociale del 28 ottobre. Il tutto per complessivi 1,456 milioni, coperti dai versamenti per pari importo dei quattro soci: il presidente Paolo D’Arco, che possiede l’85% del capitale, mentre i consiglieri Salvatore e Antonio D’Arco assieme a Catello Marano ne detengono il 5%.
Riguardo alla situazione patrimoniale, la Juve Stabia presentava al 30 giugno scorso immobilizzazioni per 411mila euro (553mila nel 2003/2004) e crediti per 204mila euro, in netta crescita rispetto ai 23mila dell’esercizio precedente. In aumento anche le disponibilità liquide (7mila euro contro le precedenti 3mila), quasi tutte collocate sui depositi bancari e postali (6.900 euro), mentre in cassa c’erano pochi spiccioli (259 euro). La consistenza debitoria assommava a 347mila euro, in calo di 372mila euro rispetto a quella al 30 giugno 2004 (pari a 719mila euro), a causa della diminuzione dei debiti verso i fornitori (-439mila euro). Spiccano gli incrementi delle somme dovute al fisco (+29mila euro) e agli enti previdenziali (+48mila euro). Quasi immutato l’indebitamento bancario, pari a 74mila euro contro i precedenti 78mila. Il patrimonio netto è di 262mila euro.
La gestione caratteristica ha evidenziato uno squilibrio costi/ricavi per 691mila euro, in calo dal dato del precedente esercizio (-972mila euro). I costi sono diminuiti dell’8,1%, mentre il valore della produzione (806mila euro) si è incrementato del 22,65%. Nonostante la partecipazione al campionato di C2, conclusosi al quarto posto nella stagione regolare e con la partecipazione ai play off promozione, la Juve Stabia ha avuto gli incassi da gare dimezzati a 220mila euro e ridotti drasticamente da 89mila a 15 euro quelli delle sponsorizzazioni. Ciò è stato compensato da un’erogazione di 129.722 euro dovuta a un atto di «liberalità» di un non meglio specificato benefattore e a 71mila euro incassati per «sgravi contributivi e crediti d’imposta». A ciò si aggiungono i maggiori contributi della Lega di C (168mila euro) rispetto alla Lega Dilettanti (13.500 euro), “prestazioni pubblicitarie” per 134mila euro (69mila al 30 giugno 2004) e abbonamenti per oltre 68mila euro (44mila in precedenza). Il totale dei costi è stato di 1,50 milioni. In particolare, il loro calo ha interessato le materie prime (-44,1%), i servizi (-33%) e il costo per salari e stipendi (-20,5%) che incide per il 76,6% sui ricavi. Il costo totale del personale è però passato da 787mila a 809mila euro a causa del forte incremento degli oneri sociali (da 4.866 a 183.500 euro). Gli amministratori non hanno percepito compensi: i soli sindaci li hanno ricevuti per complessivi 7mila euro.
Infine, si legge nello statuto della società stabiese una disposizione importante, ma ormai tralasciata da quando le società di calcio sono diventate a scopo di lucro. Dagli eventuali utili deve essere dedotta «una quota non inferiore al 10% che dovrà essere destinata a scuole giovanili di addestramento e di formazione tecnico sportivo».
I principali dati di bilancio della Ss Juve Stabia
2004/2005 2003/2004
Valore della produzione 806.474 657.512
Differenza costi/ricavi 691.883 972.180
Costo del lavoro per stipendi 618.968 777.368
Costo del lavoro complessivo 809.309 787.505
Risultato netto di esercizio -231.686 -1.053.670
Saldo proventi/oneri straordinari 484.046 -70.362
Totale debiti 346.718 718.662
Debiti tributari 41.259 12.110
Debiti istituti di previdenza 49.140 1.411
Patrimonio netto 261.725 -134.831



Quotidiano.net 30 aprile 1007
(http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/04/30/9015-donnarumma_baby_portiere_pagato_peso.shtml)

I conti del pallone /Milan

Donnarumma, baby portiere pagato a peso d'oro

Altro che Dida, Kalac o Storari: il Milan ha già il portiere del futuro. Antonio Donnarumma, classe 1990, è un numero uno di belle speranze nato a Castellammare di Stabia, cittadina della provincia di Napoli, nota per i cantieri navali e per le sue terme. Il baby-calciatore è stato oggetto di un trasferimento dalla locale società miliante in C1 dov’era titolare nella formazione giovanile, la Juve Stabia, per la somma iperbolica (considerata la tenera età) di 50mila euro al Milan. Tradotto in vecchie lire, sono ben 100 milioni. Stando al sito http://www.tuttomercatoweb.com/ l’operazione è stata conclusa tra i due club il 15 giugno 2005: Antonio non aveva neppure 15 anni, poiché è nato nel luglio del ’90. La Juve Stabia ha annotato la cessione nel bilancio chiuso al 30 giugno 2006, invece di inserirla, secondo logica, in quello conclusosi nell’anno precedente: nei documenti contabili 2005 e 2006 della società rossonera non è stata evidenziata.
Nella relazione sulla gestione della società campana la vendita è stata celebrata con una certa enfasi, sottolineando che "la società ha potuto incrementare le attività del settore giovanile con l’allestimento di diverse squadre ed il tesseramento di numerosi giovani calciatori". La relazione prosegue evidenziando che «questa politica ha prodotto un primo lusinghiero risultato attraverso la cessione di un giovane calciatore a un importante club di categoria superiore, il Milan, generando per la società una plusvalenza di 50mila euro".
Secondo la nota integrativa, il valore netto contabile di Donnarumma era pari a zero. Il prezzo pagato dalla società rossonera ha quindi prodotto la plusvalenza: stando al documento contabile, è stata "l’unica transazione a carattere economico intervenuta con un’altra società calcistica nella stagione sportiva 2005/2006". Essa però non ha sistemato i precari conti delle “vespe” stabiesi, che hanno concluso l’esercizio al 30 giugno 2006 con una perdita di 972mila euro, in aumento del 320% rispetto al risultato negativo di 232mila euro dell’anno precedente. Inoltre, la società presentava anche il patrimonio netto negativo per circa 160mila euro: doveva quindi avviare la procedura di ricapitalizzazione. Piccolo particolare: anche la Juve Stabia ha inserito la plusvalenza tra i ricavi, ossia nelle componenti ordinarie del bilancio.
L’esempio dei grandi club di serie A ha fatto purtroppo ormai scuola. Ma perché il piccolo Antonio è stato trasferito a una cifra iperbolica per la sua giovane età? Una spiegazione, che comunque non giustifica l’elevato prezzo pagato dal Milan, potrebbe essere la sua convocazione il 9 maggio 2005 al raduno di allenamento di Coverciano per i portieri nel giro delle nazionali giovanili curato da tecnici federali Antonio Rocca, Andrea Pazzagli, Luciano Castellini e Ivano Bordon.
In quella data, oltre a Donnarumma vi parteciparono altri 16 ragazzi. Inoltre, è stato selezionato dal tecnico federale Antonio Rocca per partecipare al torneo "Giovani Speranze" che vedrà impegnati calciatori nati negli anni 1990 e 1991 dal 4 al 7 giugno al Centro Tecnico Federale FIGC di Coverciano. Secondo www.tuttomercatoweb.it il piccolo calciatore aveva già compiuto alcuni allenamenti con la prima squadra della Juve Stabia. Nel marzo scorso Antonio era presente ala finale del 36º Torneo “Beppe Viola” ad Arco di Trento (riservato agli allievi nazionali) nella finale con la Juventus persa dal Milan: il tecnico Evani lo ha però lasciato in panchina.
Insomma, il Milan ha già pagato profumatamente il suo numero uno del futuro. Si ipotizza una domanda: quando Donnarumma avrà attorno ai vent’anni e magari sarà diventato un titolare della società milanese e della nazionale, a quali livelli di prezzo arriveranno le sue prestazioni sportive, visto che a neanche quindici anni valeva 50mila euro? Un importo simile è stato ottenuto dal Napoli nella stagione 2005/06 per la cessione al Parma del suo terzo portiere, il ventenne Fabio Virgili, che non aveva collezionato una sola presenza in maglia azzurra. Chiamale, se vuoi, valutazioni: ma sono le ennesime storure del calcio a scopo di lucro.
di Marco Liguori
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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