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lunedì 24 maggio 2010

Bilancio Lazio: nove mesi in netta flessione

Secondo l'analisti svolta da Lazio Family peggiorano i risultati del club biancoceleste. In particolare, la società dichiara che «non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione»


1. Risultato del trimestre e dell’esercizio
Il terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si chiude con una perdita di Euro 1,6 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 2,84 milioni. La relazione al bilancio spiega che la flessione nei risultati del trimestre deriva “principalmente dall’aumento dei diritti alle prestazioni sportive, nonché dall’aumento dei costi retributivi dei tesserati quale conseguenza delle operazioni di mercato condotte sia nella sessione estiva che in quella invernale”. Il risultato dei 9 mesi fino al 31 marzo 2010 è positivo per Euro 1,82 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 9,02 milioni. Dai dati suddetti risulta un peggioramento dei risultati economici dell’esercizio 2009/2010, sia se si guarda a 9 mesi complessivi sia se si guarda all’ultimo trimestre.
2. Fatturato
Il fatturato (tecnicamente, il “valore della produzione”) del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attesta ad Euro 21,19 milioni (in linea con il risultato del terzo trimestre dell’esercizio precedente). Il fatturato progressivo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attesta ad Euro 64,03 milioni, contro Euro 58,8 milioni dell’esercizio precedente (+9%).

3. Costi
I costi operativi del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 17,65 milioni contro Euro 13,47 milioni dell’esercizio precedente con un aumento del 31%. I costi operativi del periodo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attestano ad Euro 50,27 milioni contro Euro 41,93 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 20%. La componente più rilevante dei costi operativi è rappresentata dai costi per il personale che ammontano nei 9 mesi del periodo fino al 31 marzo 2010 ad Euro 10,06 milioni contro Euro 6,29 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 60%. La relazione al bilancio spiega che “l’aumento del costo del personale è dovuto principalmente all’incremento e miglioramento della rosa della prima squadra”. Gli ammortamenti del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 5,38 milioni contro Euro 3,38 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 59%.Gli ammortamenti del periodo di 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 15,57 milioni contro Euro 11,16 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente con un aumento del 39%. La relazione al bilancio spiega che l’incremento degli ammortamenti “è conseguenza degli acquisti fatti durante la campagna di trasferimenti estiva ed invernale, tesi al rafforzamento ed al ringiovanimento della rosa di prima squadra”. In altre parole, i costi operativi in generale e, in particolare, i costi relativi ai tesserati (per retribuzioni, oneri previdenziali, ammortamento del valore dei cartellini, ecc.) è in netta crescita; l’incremento dei ricavi (vedi punto 2) non è sufficiente a coprire i maggiori costi e da ciò consegue la perdita nel trimestre chiuso al 31 marzo 2010 e il regresso nel risultato del periodo di nove mesi.

4. L’attività sportiva e l’attività commerciale
I risultati dell’attività sportiva nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 mostrano una perdita di Euro 5,8 milioni, a fronte di un utile di Euro 1,1 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. L’attività commerciale presenta un utile nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 di Euro 7,6 milioni, a fronte di un utile di Euro 7,9 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente.

5. Il patrimonio giocatori
Il valore del patrimonio giocatori al 31 marzo 2010 ammonta ad Euro 47,22 milioni (contro Euro 47,5 milioni al 31 dicembre 2009).

6. I contenziosi
La relazione al bilancio afferma che “il Gruppo Lazio è parte, attiva e passiva, in alcuni procedimenti giudiziari di cognizione ordinaria e d’ingiunzione, aventi ad oggetto alcuni rapporti commerciali e, in particolare: rapporti con tesserati, ex dipendenti, procuratori, fornitori e consulenti”.

7. Problematiche fiscali
La relazione al bilancio ricorda la transazione effettuata con l’Agenzie delle Entrate il 20 maggio 2005 per la rateizzazione di Irpef ed IVA dovute al 31 dicembre 2004. In proposito attesta che “sulla base di quanto previsto dai piani societari la Società sarà in grado di far fronte agli impegni finanziari derivanti dalla dilazione concessa dal fisco” e ricorda che gli importi delle rate a scadere “sono garantiti dalla cessione pro solvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria”. Nessun cenno si ritrova nella relazione al bilancio al 31 marzo 2010 di quanto segnalato nel bilancio al 31 dicembre 2009 e relativo ad Euro 3,4 milioni di disponibilità bancarie della Lazio vincolate a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento delle rate della transazione. La relazione al bilancio menziona anche due altre vertenze di natura fiscale inerenti i rapporti con i calciatori:- la prima riguarda il presunto obbligo di assoggettamento ad Irap delle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, che la Lazio non ha effettuato; ne sono derivati avvisi di accertamento contro i quali la Società ha presentato ricorso; il primo di questi ricorsi è stato respinto dalla Commissione Tributaria Provinciale di Roma;- la seconda riguarda la problematica dei compensi pagati ai procuratori che, secondo l’Agenzia delle Entrate, rappresentano costi di competenza dei giocatori che andavano assoggettati a ritenuta d’acconto. Ne derivano rilievi dell’Agenzia delle Entrate quantificati in circa Euro 4,5 milioni per ritenute d’acconto ed IVA relativi al 2003; la Società ha ricevuto una prima cartella esattoriale, a titolo provvisorio, di Euro 2,5 milioni.

8. Debiti scaduti
La relazione al bilancio indica in Euro 18,6 milioni il totale dei debiti scaduti al 31 marzo 2010 (erano Euro 12,86 al 30 giugno 2009). Lo scaduto nei confronti del personale ammonta ad Euro 3,89 milioni (era di Euro 1,84 milioni al 30 giugno 2009).

9. Piano industriale
La relazione esplicitamente dichiara che “non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione”. Si tratta di un’affermazione (peraltro già esistenti nelle relazioni precedenti) molto grave e preocccupante per chiunque si occupi di gestione aziendale: come si fa a programmare e a gestire senza fare dei piani? Si gestisce con l’improvvisazione? Vista la situazione della Lazio sembra che si possa tranquillamente dire di sì,

10. Licenza UEFA
L’8 maggio 2010 la SS Lazio SpA ha ottenuto la licenza UEFA per la stagione sportiva 2010/2011. Peccato che, sul piano sportivo, questo riconoscimento non serva a nulla, visto che la Lazio l’anno prossimo non parteciperà ad alcuna manifestazione UEFA.

11. Risultati sportivi
La relazione afferma che il 9 maggio 2010, cioè dopo la vittoria a Livorno nella penultima giornata di campionato, la Lazio “ha confermato il diritto alla disputa del prossimo campionato di serie A, che genera i relativi potenziali ricavi conseguenti.” In questa affermazione colgo una soddisfazione che, visto l’andamento della stagione, non mi sembra affatto pertinente; o forse c’è la soddisfazione per lo scampato pericolo della retrocessione?
Paolo Lenzi - presidente di Lazio Family
Per gentile concessione dell'autore

martedì 16 marzo 2010

Il Fisco blocca 3,5 milioni di euro alla Lazio

Il bilancio della Lazio ha sempre qualche sorpresa da mostrare. Quello al 31 dicembre 2009 pubblica una novità a dir poco sorprendente: il Fisco ha bloccato 3,5 milioni di euro sul conto bancario della Lazio! Questa notizia è pubblicata alla pagina 57 del bilancio che si trova sul sito della Lazio dove, parlando delle disponibilità liquide in banca, si dice: «Si segnala che l’importo di Euro 3.437 migliaia è vincolato a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento delle rate della transazione».
Di questo vincolo non si è mai parlato prima e non risulta neppure nella descrizione della transazione con il Fisco alla pagina 11 del bilancio. Allora, di cosa si tratta? E’ una notizia che è stata tenuta nascosta fino ad ora o è un fatto nuovo? Perché il fisco ha ottenuto questa garanzia di cui non si aveva conoscenza? Sarebbe utile che la Lazio lo spiegasse.
Sul sito di Lazio Family (http://www.laziofamily.it/) nella sezione “Studi, ricerche e approfondimenti” c’è un ampio commento al bilancio della Lazio.
Paolo Lenzi (dal sito www.laziofamily.it)
Per gentile concessione dell'autore

giovedì 11 marzo 2010

Caccia al tesoro della Lazio

Il Corriere dello Sport di ieri ha denunciato l’esistenza di una indagine della Procura Federale sui bilanci della Lazio (di cui la Lazio ha però dichiarato di non essere a conoscenza) in relazione alle commissioni apparentemente riconosciute a due società di intermediazione, la Van Dijk BV, olandese, e la Pluriel Limited, inglese, rispettivamente legate agli acquisti di Cruz (2,15 milioni di euro) e Zarate (14,95 milioni di euro).

Ci siamo domandati dove possono essere registrati questi compensi nel bilancio della Lazio ed allora abbiamo avviato una specie di caccia al tesoro. Naturalmente, in presenza soltanto di notizie giornalistiche e senza aver avuto accesso ad alcun documento, quelle che seguono sono solo ipotesi di scuola ricercando possibili risposte alle domande di tutti i lettori. Ecco i risultati della …. caccia al tesoro.

Il compenso di euro 2,15 milioni di euro legato all’acquisto di Cruz è registrato nel bilancio della Lazio al 30 settembre 2009 nella voce “Diritti pluriennali prestazioni calciatori” e viene ammortizzato sulla durata del rapporto contrattuale con il giocatore che è fino al 30 giugno 2011. Analogo trattamento si trova nel bilancio al 31 dicembre 2009 (vedi commento nella sezione “Studi, ricerche e approfondimenti” sul sito www.laziofamily.it). Vediamo la logica di questo trattamento: se il costo di euro 2,15 milioni è un costo accessorio all’acquisto del cartellino di Cruz (come potrebbe essere nel caso di un compenso per una mediazione per il trasferimento di un calciatore) è giusto classificarlo come ha fatto la Lazio.

Ed ora passiamo al compenso legato all’acquisto di Zarate. Il costo di acquisto di Zarate è rilevato nei bilanci al 30 giugno, al 30 settembre e al 31 dicembre 2009 della Lazio per euro 20,2 milioni, ammortizzato su cinque anni di contratto. E’ sempre stato detto che si trattava del prezzo pagato per la risoluzione del contratto del giocatore con l’Al Sadd. Se la Lazio ha riconosciuto alla Pluriel una commissione per il trasferimento alla Lazio del giocatore e ipotizzando un trattamento contabile come quello seguito per Cruz, l’importo riconosciuto di 14,95 milioni di euro dovrebbe essere parte del maggior importo di euro 20,2 milioni; sarebbe ancora più difficile spiegare in tal caso l’entità della commissione (14,95 milioni su un costo totale di 20,2 milioni).
Altra spiegazione potrebbe essere questa: la Lazio ha utilizzato la Pluriel per canalizzare parte dei fondi necessari all’acquisto di Zarate; in questo caso non si tratterebbe di una commissione, ma di un servizio reso dalla Pluriel (anche se indubbiamente un compenso dovrebbe essere stato riconosciuto alla Pluriel per questa attività). E’ una pura ipotesi dato che sulle modalità di acquisto di Zarate zone oscure ci sono sempre state (ricordiamo quanto scritto da Lazio Family sul proprio sito all’epoca).
L’articolo del Corriere dello Sport dice anche che il compenso di euro 14,95 milioni di euro è pagabile in 5 anni. Se si tratta di un compenso per l’intermediazione all’acquisto del calciatore pagabile in tale arco di tempo avrebbe dovuto essere comunque capitalizzato assieme all’importo di euro 20,2 milioni di euro (o essere ricompreso in questa cifra, come sopra detto).
Se si tratta di un compenso professionale che, per qualche ragione a noi non nota, possa essere imputato al conto economico della società anno per anno nel corso del citato quinquennio, sarebbe inserito nella voce di costo denominata “Costi specifici tecnici”, nella quale sono classificati i compensi ai procuratori sportivi. Vale appena la pena di precisare che questa voce si è incrementata considerevolmente negli anni: era 1,3 milioni nel bilancio al 30 giugno 2007, è salita a 2,7 milioni nel 2008 e a 4,4 milioni nel 2009; nei sei mesi dal primo luglio al 31 dicembre 2009 è stata addirittura di euro 3,4 milioni. Un quinto di euro 14,95 milioni, cioè circa 3 milioni potrebbe essere compreso nella voce di cui qui si tratta (anche se sfugge al momento una valida ragione per rilevare questo costo anno per anno).
Infine, se dovesse trattarsi di un “ulteriore compenso per il giocatore” (ipotesi fatta dal Corriere), il che potrebbe spiegare la diluizione su cinque anni, si potrebbe essere in presenza addirittura di pagamenti in nero, con evasione di contributi previdenziali e di imposte; ma questa ipotesi non vogliamo neppure prenderla in considerazione perché sarebbe la negazione dei principi di moralizzazione che Lotito ha sempre dichiarato essere alla base di tutti i suoi comportamenti!
Paolo Lenzi - Lazio Family
Per gentile concessione dell'autore
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

giovedì 24 dicembre 2009

Pandev: grave danno patrimoniale – ecco chi può contestarlo

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Lenzi Presidente di Lazio Family
Non v’è dubbio che la risoluzione del contratto tra Pandev e la Lazio decisa dal Collegio Arbitrale costituisce un danno patrimoniale per la società bianco-celeste. Il valore del giocatore nel bilancio al 30 giugno 2009 è indicato ad 1 milione di euro (euro 999.989, per la precisione); questo valore è il risultato del costo di acquisizione di euro 4.000.500 nel 2006, dedotte le quote annuali di ammortamento. Con la risoluzione del contratto, la Lazio perde questo valore; inoltre, la società romana è stata condannata a pagare un indennizzo al giocatore di 160.000 euro, oltre al rimborso delle spese legali. Come dire che la Lazio ha perso 1.200.000 euro per effetto della sentenza del Collegio Arbitrale. In realtà il danno è ancora superiore se si considera che il Presidente Lotito aveva valutato in estate 18 milioni di euro il cartellino del giocatore e che si era parlato di offerte (non confermate) per circa 12 milioni di euro. Alle cifre del Presidente, la cessione del giocatore avrebbe fruttato una plusvalenza di 17 milioni di euro che è invece andata in fumo. Per valutare l’entità di questo danno basta ricordare che l’utile della Lazio nel bilancio al 30 giugno 2009 è stato di euro 1.336.576; quindi l’effetto della decisione del Collegio Arbitrale costa alla Lazio quasi quanto l’utile dello scorso esercizio, mentre la mancata plusvalenza è pari a quasi 13 volte l’utile dell’anno!
Ce ne sarebbe già abbastanza per ritenere che il comportamento del Presidente del Consiglio di Gestione, sig.
Claudio Lotito, abbia prodotto un danno rilevante alla società Lazio.
Va però ricordato che altri danni economici alla Lazio sono derivati molte volte da precedenti decisioni unilaterali e da comportamenti di Lotito. Vogliamo ricordare i giocatori tenuti fuori squadra ai quali è stato comunque pagato (in genere a seguito di decisioni della giustizia sportiva) lo stipendio senza fruire delle loro prestazioni, da Negro, a Dino Baggio, a Sereni, a Mutarelli (altro giocatore svincolatosi a seguito di sentenza sportiva con un costo per la Lazio di circa 1 milione di euro, tra valore contabile e indennizzo), per arrivare ai più recenti casi di Pandev, Ledesma, Firmani, Stendardo (gli ultimi due recentemente reintegrati in squadra), Manfredini, Bonetto, ecc.
Se si accertasse che il comportamento del Presidente ha determinato un danno alla Lazio, che, non dimentichiamolo, è una società quotata in Borsa, vari enti sono autorizzati ad avviare un’azione di responsabilità contro di lui.
Il Consiglio di Sorveglianza dovrebbe promuovere tale azione ai sensi della lettera d) del primo comma dell’art. 2409-terdecies del Codice Civile che recita: “Il Consiglio di Sorveglianza promuove l’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti dei componenti del Consiglio di Gestione”. Tale deliberazione va assunta dalla maggioranza dei componenti del Consiglio di Sorveglianza, cioè da 3 su 5; se tale maggioranza raggiunge i due terzi del Consiglio di Sorveglianza (cioè 4 componenti su 5) scatta la revoca dall’ufficio del Consigliere di Gestione contro cui è proposta l’azione di responsabilità e la sua immediata sostituzione.
L’azione di responsabilità può anche essere esercitata dai soci, cioè dai cosiddetti piccoli azionisti, che rappresentino almeno un quarantesimo, cioè il 2,5%, del capitale sociale come stabilito dagli articoli 2409-decies e 2393-bis del Codice Civile.
Infine, l’azione di responsabilità contro i consiglieri di gestione può anche essere proposta dalla società attraverso una delibera dell’assemblea degli azionisti, che, però, nell’attuale struttura societaria della Lazio, è quasi impossibile da realizzare.
Va ricordato che l’azione di responsabilità può essere proposta mentre il consigliere è in carica e fino a cinque anni dopo la cessazione dalla carica.
Paolo Lenzi
Presidente di Lazio Family
Pubblicato su Il Corriere dello Sport del 24.12.09

giovedì 17 dicembre 2009

Dalle epurazioni al mercato: Lotito, i conti non tornano

Ho conosciuto personalmente il Presidente Lotito nell’estate del 2004 in coincidenza con il suo ingresso nel capitale della S.S. Lazio. Era il tempo in cui mi occupavo dell’azionariato popolare come Segretario Generale dell’Associazione Lazionista guidata in maniera impareggiabile dal Presidente Gian Chiarion Casoni. Lotito mi apparve subito un uomo molto deciso, accompagnato dai suoi telefonini e da pochissimi collaboratori, convulso nella gestione delle sue giornate tanto da far accumulare per ore persone in attesa di incontro nelle varie sale di Villa San Sebastiano. All’epoca ebbi tre riunioni con lui, sempre assieme a Gian Chiarion Casoni, per concordare le migliori modalità di utilizzo per la Lazio di quel milione e seicento mila euro che Lazionista, grazie all’opera infaticabile di tanti amici, animati solo da buona volontà e da amore per i colori biancocelesti, aveva raccolto nella città di Roma e in giro per la Regione e anche fuori. Gli proponemmo, tra l’altro, di destinare quella somma alla gestione del vivaio utilizzando una formula che proprio in quei mesi era stata introdotta nel Codice Civile e cioè la costituzione di un “patrimonio destinato” in via esclusiva al sostegno e allo sviluppo del vivaio. Avrebbe rappresentato un importante diretto collegamento tra i tifosi-azionisti, la squadra e il suo futuro. La proposta non fu accettata e la somma raccolta diventò comunque patrimonio generale della società. Inutile ricordare a chi sottoscrisse quelle azioni ad un euro di quanto il loro valore si è oggi ridotto.
Nel tempo, l’uomo Lotito si è confermato per quello che mi era sembrato: molto sicuro di sé, determinato, desideroso di decidere sempre da solo. E tutto questo si è riflesso nella sua gestione della Lazio, una società che lui ha preso al funerale, come ama dire, per resuscitarla e che ha ora riportato in uno stato di estrema difficoltà.
Da consulente e uomo d’azienda e di bilanci, voglio provare a dire la mia su quello che poteva essere e non è stato e su quello che mi permetto umilmente di suggerire per un futuro Laziale migliore.

Intanto occorrerebbe che la Lazio avesse una struttura sociale adeguata, con persone ai vari posti chiave ed un Presidente che faccia da motore e da coordinatore. Una società ad alta visibilità e quotata in borsa non può non avere una tale struttura. Il grande imprenditore non è quello che fa tutto da solo ma è quello che si sa circondare di collaboratori validi e capaci nei rispettivi campi di attività. È naturale che una struttura di questo tipo possa costare qualche soldo in più, ma, sicuramente, sarebbero soldi spesi bene.
Una struttura adeguata potrebbe permettere di avere il giusto collegamento con i giocatori e, forse, eviterebbe di dover procedere anno dopo anno a epurazioni (ricordo i vari Negro, Sereni, Baggio, Di Canio, Mutarelli, Zauri, Ballotta, Peruzzi, ecc.). La maggior parte di queste epurazioni è risultata estremamente costosa per la Lazio; si pensi agli stipendi pagati in passato a Negro, a Sereni e a Baggio senza farli giocare, esattamente come sta succedendo ora con Ledesma, Pandev e altri; oppure si pensi alle penali ed alle perdite di valore del cartellino di giocatori come Mutarelli, svincolatosi a seguito di vertenza.
Questi anni di gestione Lotito hanno anche dimostrato l’assenza di un vero progetto di sviluppo societario e della squadra, con frequenti cambiamenti di programma o tardivi interventi riparatori. Si pensi alla mancanza di campagna acquisti nell’anno di partecipazione alla Champions League (2007-2008) che espose la squadra ad una precoce eliminazione con un danno economico rilevante per non aver acquisito l’accesso alle fasi successive; a gennaio 2008 si cercò di riparare con gli acquisti di Rozenhal, di Radu, di Bianchi e di Dabo. Nella campagna acquisti dell’estate scorsa si è puntualmente ripetuto l’errore (forse anche indotto da una sopravalutazione della vittoria di Pechino) e la squadra è andata incontro ad una precoce eliminazione nella Europa League e annaspa in campionato; a gennaio sarà nuovamente necessario fare quelle operazioni di acquisto che non si sono fatte in estate.
Inoltre, nel tempo, tutti i possibili segni di Lazialità sono stati allontanati dalla società e si è creato un distacco sempre più netto dalla tifoseria. E non mi riferisco a quelle individualità che possano essere state colpite dal taglio di benefici e agevolazioni di cui parla spesso Lotito, ma soprattutto alla massa alla quale sono stati sottratti punti di riferimento, obiettivi ed entusiasmo. È di questa massa che il Presidente deve preoccuparsi per far sì che si ricostituisca quella essenziale cinghia di trasmissione tra tifosi, squadra e società.

Dal punto di vista economico, il Presidente Lotito ha ereditato nel 2004 una situazione fortemente compromessa con un indebitamento abnorme ed una squadra da ricostruire. Naturalmente, al momento dell’acquisizione, Lotito già conosceva questa situazione; gli va comunque riconosciuto il grande merito dell’operazione di sistemazione del bilancio. Ma anche in questa attività sono stati fatti molti errori e, a mio giudizio, sprechi di risorse. Mi riferisco alla perdite economiche connesse alla gestione del parco giocatori sopra descritte, ma non solo. La Lazio ha un marchio di valore e, ciò nonostante, da quattro anni non ha uno sponsor sulle maglie né per il campionato, né per la Champions League, né per l’Europa League. A una mia precisa domanda nel corso dell’ultima Assemblea degli Azionisti, Lotito ha dichiarato che non intende svilire il valore del marchio; ciò vuol dire che, siccome non riesce a trovare sponsor disposti a pagare le cifre da lui richieste, preferisce rimanere senza sponsor. Ma questo è sicuramente un danno economico per la società; basti pensare che la Fiorentina incassa dalla Toyota 4,25 milioni di euro l’anno e il Napoli ne incassa 5,2 l’anno da Acqua Lete. Ad essere prudenti si può dire che la Lazio rinuncia annualmente ad almeno 4 milioni di euro per la mancanza di sponsor, che, in 4 campionati, equivalgono a 16 milioni di euro.
Per non parlare del danno patrimoniale derivante dalla situazione di Pandev e Ledesma; i due giocatori sono stati valutati dal Presidente in estate 33 milioni di euro. Ad oggi non sappiamo quale sarà l’esito delle vertenze in corso e non sappiamo se, dalla eventuale cessione dei due giocatori (qualora non si svincolassero a seguito delle vertenze in corso), la Lazio ricaverà un compenso. Mi azzardo a prevedere che possa essere al massimo di qualche milione di euro determinando quindi un altro grosso danno economico alla società.

Nel tempo ho anche conosciuto un’altra caratteristica di Lotito: quella di vedere un nemico, uno che lo attacca, in ogni persona che analizza i suoi comportamenti o non li condivide o, addirittura, si permette di criticarli. Presidente, non me ne voglia, queste note sono solo delle riflessioni serene e costruttive di un innamorato di Lazio che ha un solo obiettivo: il bene e i successi della sua Lazio!
Paolo Lenzi
Corriere dello Sport del 17 dicembre 2009

mercoledì 9 dicembre 2009

Arbitrato Pandev: Caruso in chiaro conflitto d'interessi

Una vicenda dai mille colpi di scena quella riguardante il Processo Goran Pandev. Alle ore 18 di oggi il Collegio Arbitrale dovrà decidere se accogliere o meno l'istanza presentata dalla Lazio che ha ricusato l'Avv. Mario Fezzi come presidente del Collegio che dovrà giudicare nella vertenza Pandev-Lazio.
La cosa sorprendente è che il Presidente Anziano del Collegio Arbitrale che quest'oggi emetterà il verdetto è Corrado Caruso, che riveste anche la carica di Presidente del Consiglio di Sorveglianza della S.S. Lazio SpA. La conferma arriva anche dall'Avvocato di Goran Pandev, Mattia Grassani, che ha già presentato una memoria sull'argomento.
Nell'udienza di questa sera è ragionevole attendersi che Corrado Caruso rinunci a giudicare su una vertenza che lo vedrebbe in chiaro conflitto d'interessi.
Paolo Lenzi e Giorgio Capodaglio
Per gentile concessione degli autori, tratto da www.laziofamily.it

mercoledì 25 novembre 2009

Sorpresa: Cruz non è stato acquistato a parametro zero

Leggendo il bilancio intermedio consolidato della Lazio al 30 settembre 2009 si può notare a pag. 22 la tabella del costo di acquisizione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori della prima squadra, cioè il prezzo pagato per l’acquisizione dei cosiddetti cartellini. Ebbene, sulla riga di Julio Cruz si legge che il costo di acquisto è stato di Euro 2,15 milioni e che Cruz ha un contratto con scadenza al 30 giugno 2011. Quindi non sembra rispondere al vero la notizia circolata a suo tempo che l’acquisizione era avvenuta a costo zero. Questa è una delle notizie che si scoprono leggendo il bilancio della Lazio per il primo trimestre della stagione in corso.

Campagna acquisti e plusvalenze
Dal bilancio si apprende inoltre che è stato di Euro 8,2 milioni il costo complessivo dei quattro giocatori acquistati nell’ultima campagna acquisti, Bizzarri, Cruz, Eliseu e Matuzalem. Come detto, Euro 2,15 milioni sono stati pagati per Cruz, Euro 5,31 milioni sono stati pagati per Matuzalem ed Euro 1 milione è stato pagato per Eliseu; Bizzarri è stato acquistato a parametro zero. Ricordo che Zàrate risulta acquistato prima del 30 giugno 2009 e quindi il costo del suo acquisto (Euro 20,2 milioni) è già inserito nel bilancio al 30 giugno 2009. Iil prestito di cinque giocatori effettuato nell’ultima campagna acquisti ha determinato un risparmio di retribuzioni per Euro 2,06 milioni per l’intera stagione.
Si apprende inoltre che la Lazio ha realizzato una plusvalenza di Euro 8,16 milioni attraverso la cessione di Rozenhal e De Silvestri.
Il valore dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori della prima squadra ammonta al 30 settembre 2009 ad Euro 52,61 milioni.

Utile, ricavi e costi
L’utile netto del trimestre è di Euro 5,84 milioni, contro Euro 5,20 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, quindi, sostanzialmente, immutato.
Il valore dei ricavi consolidati del trimestre ammonta ad Euro 22,31 milioni con un incremento del 25% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Esso è costituito da ricavi da gare per Euro 2,66 milioni, diritti TV ed altre concessioni per Euro 11,60 milioni, sponsorizzazioni, pubblicità e royalties per Euro 6,24 milioni, altri ricavi per Euro 1,81 milioni.
I costi per il personale aumentano del 17,1%, da Euro 7,74 milioni a Euro 9,07 milioni; l’incremento è dovuto principalmente ai premi individuali riconosciuti ai calciatori per la qualificazione alla Europa League, ottenuta nella stagione precedente.

Sintesi
In sintesi, il bilancio del primo trimestre della stagione corrente mostra un leggero miglioramento rispetto al bilancio dello stesso periodo della stagione precedente. A tale risultato contribuiscono in maniere determinante le plusvalenze sulle cessioni dei giocatori (Euro 8,16 milioni quest’anno ed Euro 9,76 milioni nella stagione precedente, per le plusvalenze sulle cessioni di Behrami e Mudingay), senza le quali sia il bilancio 2008-2009, sia il bilancio ora in esame si sarebbero chiusi in perdita.
La relazione al bilancio afferma infine che si può “ragionevolmente affermare che l’esercizio (2009-2010) si chiuderà in linea con il risultato conseguito nei primi mesi della stagione”, quindi con un utile.
Paolo Lenzi - Per gentile concessione dell'autore - Fonte www.laziofamily.it

lunedì 23 novembre 2009

Nasce l'associazione piccoli azionisti e tifosi società di calcio

UN CONVEGNO VIVISEZIONA IL MONDO DEL CALCIO E DA’ L’AVVIO ALLA COSTITUZIONE DI UN’ASSOCIAZIONE DI PICCOLI AZIONISTI E DI TIFOSI DELLE SOCIETA’ DI CALCIO

I bilanci delle Società di calcio quotate: governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders” questo il titolo del Convegno tenutosi il 20 novembre 2009 in Roma, Via Ravenna 14, presso Federprofessional (Associazione rappresentativa e di promozione, sostegno e tutela dei consulenti indipendenti e di ex dirigenti e quadri aziendali oggi impegnati in attività autonome. L’Associazione è affiliata a Federmanager, Organizzazione rappresentativa dei dirigenti industriali italiani), con inizio dei lavori dalle ore 9.30 e con prosecuzione degli stessi fin oltre le 14,00. Il Convegno è stato organizzato da Federprofessional e da CRITERIA RICERCHE Srl, Società con sede operativa in Roma, Via Tommaso Salvini 25, che svolge attività di consulenza aziendale e di formazione manageriale.

Il Convegno è stato presieduto dal Prof. Sergio Cherubini, docente della facoltà di Economia dell’Università di Roma, Tor Vergata, Direttore del Master in Sport Management presso la suddetta Facoltà e moderato dal dr. Marco Liguori, giornalista economico che si è, in particolare, dedicato all’economia applicata allo sport e coautore del libro, edito nel 2004, “Il pallone nel burrone”.

I relatori sono stati: il dr. Alfredo Parisi,docente universitario,attuale amministratore di CRITERIA RICHERCHE Srl, che ha svolto un’analisi critica comparativa dei dati di bilancio al 30/6/2009 delle Società calcistiche quotate (Roma, Juventus e Lazio) e non ( Milan e Inter),richiamando le strategie di governance adottate dalle società analizzate oltreché il ruolo e l’attività della Consob nell’ottica della tutela del mercato ; il dr. Paolo Lenzi, dottore commercialista e Presidente di Lazio Family srl, che ha svolto un’analisi critica dei principali assett patrimoniali-economici delle Società ,soffermandosi in particolare sulle iniziative in corso relative agli stadi di proprietà; l’Avv. Massimo Rossetti,già Direttore Generale di Federmanager ,che ha ricoperto la responsabilità di Direttore degli Affari Legali in importanti società multinazionali,e che si è occupato degli aspetti e delle problematiche principali del quadro normativo di settore, sia sotto il profilo dei rapporti tra ordinamento sportivo e ordinamento comune, con richiami in tema di governo societario, sia, infine, sotto quello dei rapporti tra le società calcistiche ed i calciatori e procuratori; l’Avv. Roberto Betti, giudice tributario e Presidente di Federprofessional, che ha posto in evidenza taluni aspetti critici della fiscalità nel rapporto di lavoro dei calciatori e dei procuratori; il Dr. Giacomo Mazzocchi, giornalista sportivo ed esperto in comunicazione, che ha raccontato alcune sue esperienze.

Il Convegno, dopo le esposizioni dei relatori illustrate dalla proiezione di slides e accompagnate dalla consegna ai partecipanti di ampia e copiosa documentazione, si è concluso con un intenso e prolungato dibattito che ha consentito ai partecipanti stessi (piccoli azionisti, stakeholders, studenti, professionisti, giornalisti e opinionisti) di porre quesiti e di avanzare proposte.

In particolare merita di essere richiamata la proposta di Marcel Vulpis ( Direttore dell’istituto di ricerca Sporteconomy) e di Felice Pulici,, ed alla quale hanno aderito numerosi altri partecipanti, di dar vita a una Associazione che, oltre a rappresentare e tutelare i piccoli azionisti e, più in generale, i tifosi, quali consumatori, possa supportare il mondo del calcio con idonee attività formative in materia di organizzazione e gestione manageriale, finanziaria, amministrativa, comunicativa, giuridica, economica, a favore degli operatori del settore, considerato che, come ha rilevato il Prof. Cherubini, il calcio e, in genere, lo sport devono avviare un sempre più indispensabile, intenso e urgente processo di aziendalizzazione che deve sviluppare un “circuito virtuoso” onde poter adeguatamente gestire un triplo mercato:rivolto alle persone, alle imprese ed alle Istituzioni.

Aziendalizzazione e triplo mercato che richiedono l’abbandono di gestioni societarie familistiche improntate a modelli accentrati, autoritari, non trasparenti, autorereferenziali e tendenzialmente chiusi e ostili nei confronti dei mass media e, più in generale, del mondo dell’informazione (vedasi i diffusi e ripetuti, quanto illegali, anzi illeciti, oltre che controproducenti, “silenzi stampa” su cui si è soffermato, in particolare, nella sua relazione, l’Avv. Rossetti).

Inoltre, la costituenda Associazione dovrebbe farsi ideatrice e portatrice di proposte regolamentari e legislative volte a superare anacronismi e storture del settore calcistico, quali, per esempio: una diversa qualificazione del rapporto di lavoro dei calciatori, da lavoro dipendente a lavoro autonomo; una migliore e più definita qualificazione giuridica dei procuratori e dei loro rapporti con le Società e con i calciatori; benefici e garanzie a favore di quelle Società che favoriscano al proprio interno l’addestramento e la formazione dei giovani per avviarli alla professione di calciatore, impedendosi o penalizzandosi attività e comportamenti slealmente “predatori” su tali giovani da parte di altre Società concorrenti.

Gli Enti organizzatori del Convegno ed i relatori, preso atto della proposta di cui sopra e di quanto emerso dal dibattito, si sono impegnati a studiare e a mettere a punto nei prossimi giorni modalità e strumenti costitutivi, regolamentativi e organizzativi, inclusivi di particolari e specifiche opportunità, benefici e vantaggi da offrire agli associati, e un manifesto di programma della costituenda Associazione: modalità, strumenti e programma che verranno illustrati prossimamente all’opinione pubblica in una conferenza stampa che verrà appositamente indetta e di cui si darà preventiva e tempestiva comunicazione a tutti i mass media.

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il pallone in confusione

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