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venerdì 14 gennaio 2011

Trasferta a Napoli: la denuncia di un tifoso juventino

Pubblichiamo questa lettera su segnalazione del nostro lettore Andrea Delsanto tratta dal sito Giùlemanidallajuve.com
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=1326
Gent.ma redazione,ho deciso di scrivere questa nota con la speranza che tramite il canale televisivo e magari anche grazie ad una presa di posizione ufficiale da parte della società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la grottesca situazione che ho vissuto con circa un migliaio di tifosi juventini domenica sera in quel di NAPOLI.Premetto che con tanto di tessera del tifoso sottoscritta anche per i miei due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo partecipato con il nostro club di appartenenza (JUVENTUS CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA), alla trasferta napoletana con un pulman da 54 persone + un pulmino da 19 persone. Nel nostro pulman abbiamo ospitato amici juventini del club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo e si sono aggregati al nostro gruppo. Alle ore 17.30 circa giungiamo al casello autostradale di Napoli dove pensavamo di trovare un mezzo della polizia di stato da noi in precedenza avvertita del nostro arrivo. Dopo un'attesa di circa 40 minuti, pur senza incidenti, ma con qualche normale sfottò ricevuto da napoletani in transito veniamo raggiunti da un auto della polizia che ci accompagna qualche chilometro più avanti dove venivano raggruppati tutti i pulman provenienti da varie zone d'Italia. Fatti scendere, uno alla volta, filmati da una telecamera e sottoposti al capillare controllo su eventuali mezzi di offesa in nostro possesso sia in dosso, sia nel pulman, senza alcun controllo sul possesso della fantomatica tessera del tifoso, risaliamo sul pulman per essere "scortati" verso lo stadio.Da questo momento inizia la parte incredibile della vicenda. I pulman vengono accompagnati con tanto di sirene da mezzi della polizia, utilizzando la tangenziale per un tragitto completamente identico a quello fatto dai tifosi napoletani che si recano allo stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà loro, invece di andare verso lo stadio la carovana prosegue fino all'uscita Agnano da dove attraverso stradine piccolissime con auto parcheggiate su entrambi i lati che impediscono il normale passaggio dei pulman, sottoposti al pubblico ludibrio della tifoseria napoletana appostata sui lati della strada, si giunge finalmente nella zona stadio riservata agli ospiti.
A questo punto zelanti agenti di polizia con urla e chiari movimenti con le mani, invitano i tifosi a scendere dai pulman e correre in maniera dissennata, verso i cancelli dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse quale strada prendere e quale fosse il pericolo incombente sulle nostre teste. Tale fuga verso lo stadio viene effettuata già in una situazione di terrore e panico in quanto gli inviti minacciosi della polizia lasciano intendere di essere in una grave situazione di pericolo. Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e vi erano anche persone anziane con problemi fisici) della durata di circa 200 metri termina in un ammasso umano di persone che erano state bloccate da una serie di transenne poste proprio per impedire il passaggio. Dopo aver travolto queste transenne, terminiamo la corsa contro un cancello chiuso, in quanto l'accesso al settore era posto una decina di metri più in là.Scavalcando gli ostacoli, in un caos indescrivibile, senza che ad alcuno fosse controllato il biglietto, la tessera del tifoso o quant'altro (sono in possesso dei tre biglietti, mio e dei miei due figli, ancora completamente integri, senza che sia stata staccato nemmeno il talloncino di controllo con il codice a barre) entriamo nello stadio. Con quel sistema, nel settore ospiti sarebbe potuto entrare chiunque, tifoso juventino e non con grave rischio per tutti. Una volta "al sicuro", all'interno dello stadio, nella parte superiore del settore riservato ai tifosi ospiti, con inspiegabile divieto di accesso da parte della polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe stato alcun contatto con la tifoseria napoletana, veniamo sottoposti ad un incredibile fuoco di artiglieria con lancio di petardi o bombe al cui scoppio venivano divelti ogni volta addirittura i sediolini dello stadio. Di queste pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi juventini presenti ne avranno ricevute circa una trentina. Il lancio avveniva da parte di aspiranti uomo ragno che si inerpicavano fra le strutture in ferro dello stadio per raggiungere alle spalle i tifosi juventini e dopo aver bucato al rete di protezione con coltelli, lanciavano questi ordigni attraverso i buchi testè prodotti. Ho rivisto il giorno dopo, la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato e ho udito (senza mai vedere) chiaramente lo scoppio dei petardi che avveniva in maniera continua e ripetuta mettendo a grave repentaglio l'incolumità dei presenti.Per quale motivo nessun telecronista pur presente allo stadio ha fatto menzione di quello che accadeva? Per quale motivo nessuna testata giornalistica ha riportato questo a dir poco incivile comportamento della tifoseria napoletana? Perchè non vi è stata da parte di nessuna televisione neppure una inquadratura verso il settore occupato dai tifosi juventini sottoposti al bersaglio? Perchè il Giudice Sportivo sanziona la società Juventus di una multa di euro 6000 perchè i suoi tifosi hanno divelto dei seggiolini, che invece erano stati divelti dalla forza d'urto delle esplosioni dei petardi lanciati dai napoletani? Perchè la società Napoli viene multata solo di euro 20000 perchè "propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi verso la zona occupata dagli steward (???)" e non fa menzione di nemmeno un petardo lanciato verso i tifosi juventini? Dove erano questi steward quando venivano lanciate le bombe? Erano complici dei tifosi napoletani? Nel bollettino del giudice sportivo si menziona una attenuazione della sanzione verso la società Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in collaborazione con le forze dell'ordine ai fini preventivi e di vigilanza. Di cosa parliamo? Dove erano i poliziotti? Quali misure preventive sono state poste in essere? In che cosa è consistita la vigilanza? A Napoli queste cose vengono definite testualmente "puttanate"!!!Vi assicuro che per molto meno, la Juventus nello scorso anno ebbe l'interruzione della gara con il Parma e con il Bari oltre alla sanzione della gara da disputare a porte chiuse.La differenza sta nel fatto che a Torino il settore ospiti è inquadrato costantemente da telecamere e che certa stampa non si lascia sfuggire nessuna occasione per..............Comunque l'allucinante racconto non è ancora terminato! Qualche minuto prima del fischio finale, con il bombardamento in pieno corso (erano in possesso di un vero e proprio arsenale bellico), rinvigorito dalla trionfale vittoria, nel settore da noi occupato fanno per la prima volta presenza alcuni poliziotti che, in manier alquanto serafica, invitano i tifosi juventini ad abbandonare lo stadio prima del termine della gara. Tale comunicazione fatta ad alcuni, in maniera quasi confidenziale, provoca di fatto che una buona parte di tifosi lasci le gradinate. Personalmente noto che sta avvenendo questo abbandono, ma forte dell'esperienza maturata in molti stadi, rimanendo certo del fatto che senza comunicazioni ufficiali i tifosi ospiti rimangono nello stadio fino a quando non vi sono le condizioni per l'uscita degli stessi in sicurezza, penso che vi sia solo un ammassarsi verso la parte inferiore.Comunque, sentendo ancora lo scoppio di bombe e invitato da mio figlio, molto spaventato, scendo anch'io verso il basso, dove scopro che alcuni agenti di polizia stanno invitando i tifosi a correre verso i pulman in quanto - recito testualmente - "non siamo in grado di garantire la vostra sicurezza". Ad una mia richiesta di spiegazioni insieme all'invito di correre anch'io verso i pulman di appartenenza mi viene detto: "oggi, caro signore, vi è la possibilità di acquistare una semplice scheda e di starsene tranquilli a casa a vedere la partita! Per quale motivo lei ha preferito venire qui? Seppure allibito, capisco che non è il caso proprio di polemizzare con queste pseudo forze dell'ordine e accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa (circa 500 metri) fra le urla e le minacce dei poliziotti stessi fino a raggiungere il pulman dove tanti altri amici erano già. A questo punto, forse la cosa più incredibile!!! Altri poliziotti si affiancano agli autisti dei pulman invitandoli subito a ripartire in quanto la presenza in quel punto era ritenuta pericolosissima. I pulman sono pertanto ripartiti su ordine perentorio della polizia senza che tutti i passeggeri fossero ancora a bordo. Vane sono state le proteste da parte nostra. L'ordine impartito era perentorio. Ripartire senza preoccuparsi di chi manca!Nel frattempo la carovana dei pulman "quasi pieni" era ripartita con la scorta della polizia. Il nostro pulman leggermente attardatosi in attesa di qualche ritardatario era costretto ad inseguire la scorta che a quel punto precedeva abbondantemente il nostro pulman.Non sono in grado di dire che cosa è successo agli altri pulman. Posso solo dire che il nostro mezzo è rimasto fermo nei pressi dello svincolo autostradale fino all'una di notte, senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a gesti triviali da parte dei tifosi napoletani di passaggio, con il rischio di dar corso ad un pestaggio in piena regola qualora altri scalmanati si fossero fermati vicino al nostro pulman. In questa situazione abbiamo atteso, affinchè coloro che erano rimasti a terra potessero raggiungere in qualche modo il pulman e fare ritorno a casa tutti insieme. L'ultimo dei dispersi, ironia della sorte, è stato accompagnato da una volante della polizia. Al termine, mio figlio di 11 anni mi ha detto: "Papà, io a Napoli non voglio venire mai più!!". Gli ho risposto: "Anch'io!"
Ho voluto raccontare questa paradossale odissea che nella mia lunga esperienza di tifoso bianconero aveva avuto in termini di paura un solo altro caso: BRUXELLES - 29 maggio 1985. Non so se la stessa sarà ritenuta degna di cassa di risonanza e se ritenete opportuna diffonderla e renderla nota, ma una sola preghiera mi sento di rivolgere: Fate conoscere questa esperienza alla società, affinchè possa fare anche in maniera provocatoria ricorso verso la sanzione della multa di euro 6000 comminata per il comportamento incivile dei propri sostenitori. Quei 6000 euro che siano destinati ad un'opera benefica e non a questi "venditori di fumo" fra cui a Federazione, la Lega e il ministro Maroni!!!!
Con cordialità
ANDREA LEONETTI

mercoledì 20 ottobre 2010

Francesco Peccerillo sugli incidenti a Genova: «Il presidente del Consiglio si scusi con tutti gli italiani per non aver adottato contromisure»

Gent.le Direttore, vorrei tornare, brevemente, sugli scontri allo stadio di Genova durante la partita Italia-SerbiaSappiamo che il premier serbo si è scusato con il nostro presidente del Consiglio per i disagi arrecati dalla teppaglia ultrà. Il nostro Presidente, però, non ha pensato di doversi scusare con tutti gli italiani di non aver adottato tutte le contromisure affinchè gli scontri non avvenissero. Infatti non è scusabile che simili episodi avvengano nel nostro paese dove la sicurezza è messa al centro dell’attenzione del governo ed, inoltre, è destinataria della maggior parte delle risorse disponibili del bilancio pubblico. Ad essa si devono sacrificare, come ci viene spesso ripetuto, quelle destinate all’istruzione e alla sanità che, si dice, settori da privatizzare. Pertanto se la sicurezza è veramente la priorità delle nostre forze politiche al governo, costoro dovevano assolutamente informarsi, per tempo ed adeguatamente ,di quello che sarebbe potuto succedere allo Stadio Marassi e, di conseguenza, adottare le necessarie contromisure.
Se la sicurezza è invece un pretesto per individuare in figure deboli (zingari, ecc.) un nemico comune contro cui coalizzare il paese è, abbastanza palese, che ciò potrebbe funzionare, forse, ma conduce ad un pericoloso inbarbarbarimento della nostra società ed ad una progressiva chiusura, non adeguatamente supportata dal cosiddetto stato sociale.
Cordiali saluti
Francesco Peccerillo

sabato 7 novembre 2009

Juventus-Napoli: le testimonianze dei tifosi

Inseriremo su questo post le vostre lettere. Vi raccomandiamo di essere corretti e civili nell'esporre i fatti: le missive con insulti e minacce saranno cestinate

Non le racconto le violenze subite dai napoletani o dai tifosi napoletani, sia all’interno dello stadio Olimpico che all’esterno, queste verranno spiegate dettagliatamente da chi allo stadio era presente quel sabato.
Io sono nato a Torino da genitori napoletani e grazie a Dio tifo Napoli, come potrà capire quando il Napoli gioca in questa grigia città, io come la maggior parte dei tifosi Napoletani presenti alle trasferte non siamo soggetti alle limitazioni di quell’organo iniquo chiamato Casms e per questo non sopporto che in TV e sui giornali venga riportato con senso di schifo la nostra presenza senza nemmeno pensare che il Napoli ha tifosi in tutta la nazione e senza che questi siano nati per forza a Napoli. Se si continua così l’organo Maroniano farà in modo che i numerosissimi supporters del Napoli per le trasferte acquistino il biglietto solo dopo aver presentato diploma in dialetto locale e annesso albero genealogico a partire dal 1700 e se disgrazia vuole ti capita un parente di Gragnano sei perduto.
Io sono uno di quei tifosi che amerebbe andare allo stadio con la famiglia, e lo feci al primo anno di serie A andai a torino per vedere il mio Napoli con moglie (juventina) e con le due bimbe all’epoca di 9 e 6 anni e tutte due vollero che io gli acquistassi una maglietta del Napoli presso le bancarelle fuori l’olimpico, accedemmo così alla tribuna laterale est, il Napoli perdeva e non vi erano nervosismi particolari, eppure per una simulazione di Nedved l’arbitro non fischio il fallo. Fatto sta che un energumeno che si lamentava di non aver potuto accedere alla curva essendo uno dei Drughi (a suo dire) spinse mia figlia di 9 anni che venne trattenuta da una persona del sedile antistante e nel frattempo l’apostrofò con queste parole: «Putt**** zingara puzzolente napoletana devi morire tu e i tuoi sporchi simili». Non le nego che accennai ad una reazione ma altri tifosi sia juventini che napoletani lo avevano gia sistemato ed altri trattenuto me.
Spero che questa mia le abbia reso chiaro cosa e come sia difficile essere napoletano o identificarsi in esso in questo paesucolo chiamato Italia, dove il razzismo oramai sborda in ogni dove e il calcio non vuole le famiglie allo stadio. Intanto rivorrei la polizia negli impianti perché i ragazzini-steward non sono in grado di occuparsi di ordine pubblico.
Cordiali saluti
Giovanni Vuolo
vuolo.giovanni@alice.it

lunedì 2 febbraio 2009

Sapessi com'è strano non poter comprare i biglietti per Lecce-Inter a Milano

Riceviamo da Banda Bagaj e pubblichiamo

In seguito all’info pubblicata sul sito ufficiale del centro coordinamento Inter club:
comunicati
INFO BIGLIETTI LECCE-INTER
31 Gennaio - 07:36
MILANO – Si comunica che è già in corso la vendita dei biglietti del settore ospiti per la gara di campionato Lecce-Inter, in programma allo stadio “Via del Mare” di Lecce sabato 7 febbraio alle ore 18.00.
Il loro costo unitario è di euro 25,00 e il circuito di distribuzione è quello di Lottomatica (indirizzi rivendite abilitate alla vendita di eventi sportivi ricavabili dal sito:
www.listicket.it
Non essendoci alcuna limitazione indicata dall’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, la vendita avverrà secondo le consuete modalità previste dalla legge.
Siamo entrati nel sito in questione www.listicket.it.
Purtroppo però abbiamo verificato che le uniche città in cui sono messi in vendita sono:
Brindisi
Lecce
Roma
Napoli

Ora, diteci voi se quei pochissimi centinaia di migliaia di tifosi interisti residenti a MILANO (che ricordiamo è la città della società F.C. INTERNAZIONALE) e alcuni altri pochissimi centinaia di migliaia tifosi interisti spersi per l’italia, si devono prendere 2 giorni di ferie e farsi 2.000 km solo per andare in Puglia (o a Roma e Napoli) per andare presso un punto vendita listicket ABILITATO per acquistare il PROPRIO biglietto.
Ora, chiediamo al responsabile del centro coordinamento Inter club come dovremmo fare per acquistare i biglietti di Lecce-Inter (ricordiamo che questa partita non è assolutamente oggetto di restrizioni da parte dell’osservatorio).
Come? Cosa centra il responsabile del ccic?
Allora: noi siamo un Inter club. La notizia della vendita è apparsa sul sito ufficiale del Ccic
A CHI DOVREMMO RIVOLGERCI???
Non possiamo sempre scomodare gli alti dirigenti inter per risolvere piccoli problemi organizzativi di cui sono responsabili altri.
Se la persona che dovrebbe darci queste risposte non è FAUSTO SALA, saremmo molto felici di sapere a chi dobbiamo rivolgerci.
Intanto invitiamo tutti a fare una prova:
ACQUISTATE UN BIGLIETTO PER LECCE INTER SEGUENDO LE INDICAZIONI DEL SITO CCIC
Se ci riuscite, vi saremmo infinitamente grati nel momento in cui riusciate a darci delle indicazioni. Da Fausto Sala invece, sarebbe gradita una risposta in tempi brevi, visto che i biglietti sono in via di esaurimento
Grazie mille e buona giornata
Inter club Banda Bagaj
info@bandabagaj.it
http://www.bandabagaj.it/

venerdì 23 gennaio 2009

La battaglia di Banda Bagaj per San Siro "a misura di tifoso"

Continua la civile protesta dell'Inter Club. Riceviamo questa loro lettera e pubblichiamo

A quanto pare le “crisi” dell’Inter durano 2/3 giorni.
Mercoledì sera abbiamo assistito alla grandissima prestazione dei ragazzi e, considerando che si trattava di un ottavo di Coppa Italia, grandissima partecipazione di pubblico.
Ma noi non siamo la gazzetta dello sport e ci tocca parlare di altro:

CAPITOLO 1
apprendiamo in questo momento che l’Inter si scusa…ops, si dice dispiaciuta per l’accaduto(ore e ore di coda per acquistare un biglietto presso le biglietterie dello stadio).
Noi su questo ci limitiamo a dirvi: andate a leggervi la mail che trovate in allegato e date un occhio a queste foto.
Forse era prevedibile e chi ha scritto quella mail, lo aveva previsto. CHE GENIO!!! J
CARISSIMO RESPONSABILE DELLE BIGLIETTERIE…
FOTO:
Questa e’ stata scattata alle 20,45. Esattamente nello stesso momento in cui veniva fischiato il calcio di inizio:









Questa invece e’ stata scattata esattamente un’ora dopo, alle 21.45, esattamente nello stesso momento in cui veniva fischiato l’inizio del 2° TEMPO :-O

Siamo a conoscenza di testimonianze, fatte da nostri soci e non (che ci hanno raggiunto proprio all’inizio del 2° tempo), che in 2 ore (due ore) di coda hanno visto centinaia e centinaia di tifosi abbandonare le code e tornare a casa imprecando:
-ma che cavolo ci regalano i biglietti a fare se poi ce li danno a fine partita?
-ecco la solita società disorganizzata
-Presidente Moratti, ma è obbligatorio dare incarichi così importanti a incompetenti: non sarebbe meglio utilizzare delle persone competenti e capaci?
chiaramente le dichiarazioni erano un pochino più pesanti ma vogliamo evitare volgarità.

CAPITOLO 2:
CARISSIMO RESPONSABILE PREZZI BIGLIETTI STADIO…
Ieri sera in occasione di un ottavo di tim cup, con un freddo porco, con la partita trasmessa in chiaro dalla tv, cosa ti fa il popolo nerazzurro!!!
Si presenta in massa allo stadio. E così, invece dei canonici 2 o 3 mila spettatori, ci ritroviamo in quasi 30.000, roba mai vista neanche in champions league.
Che sia solo una coincidenza che in champions league per un biglietto di curva ci vogliono 54.000 lire e invece ieri sera ci volevano solo 4 € ???
(noi usiamo lire o euro in base a come suona meglio, ma la sostanza non cambia).
Stai a vedere che i tanto maltrattati tifosi nerazzurri sono attaccati alla squadra molto di più di quello che si vuol far credere.
Forse chi attacca i tifosi nerazzurri per questo motivo sarebbe il caso che leggesse più attentamente le nostre mail e chiedesse lumi al
carissimo responsabile prezzi biglietti stadio…
RICORDIAMO che una curva Inter costa 54.000 lire e quella Milan 34.000 lire. Un 3° anello Inter 22 € e 3° Milan 11 € (paghiamo il doppio)


CAPITOLO 3
CARISSIMO RESPONSABILE TIFOSI OSPITI
Sappiamo che in società c’è giustamente un atteggiamento particolarmente ospitale con i tifosi avversari, e che ritiene poco rispettoso posizionarli al 3° blu.
Noi da tempo lo riteniamo eccessivamente ospitale per diversi motivi:
a) perchè gli ospiti devono essere trattati meglio dei tifosi interisti che invece al 3° anello ci vanno e spesso spendendo la stessa cifra degli ospiti che vanno al 1° blu?
b) Perché in tutti gli stadi in cui andiamo veniamo sempre posizionati nei posti più scomodi
c) Visto che il responsabile delle biglietterie ha dovuto sbattere il muso più volte per rendersi conto dei pasticci che stava facendo (vedi il CAPITOLO 1) e che gli stessi mass media e tifosi gli avevano fatto notare, dobbiamo attendere che il lancio di oggetti da parte delle tifoserie avversarie nei confronti dei tifosi interisti del 2° blu, 1° arancio o 1° rosso sia causa di qualche ferito grave prima che vengano adottate le giuste misure preventive come lo spostamento al 3° anello?
d) Visto e considerato quanto al punto c), dobbiamo prendere atto che la società F.C. INTERNAZIONALE mette su un piano privilegiato gli ospiti a discapito dei tifosi interisti, in particolare di quelli al 2° blu che tra l’altro risultano quasi tutti iscritti al centro coordinamento inter club?
Altra foto:
Quello che vedete è il fumo di una bomba carta fatta esplodere ieri dai tifosi romanisti. Niente di grave, per carità. Ma se un nostro iscritto viene diffidato perché trovato al 2° blu (per appendere lo striscione dell’Inter club di cui è vice presidente) con un biglietto di tribuna arancio, a questo tizio cosa gli diamo? La pena di morte?!
Ah, anche ieri, abbiamo assistito all’ennesimo tentativo di bruciarci lo striscione da parte dei tifosi ospiti.

CAPITOLO 4
DIFFIDA
C'è chi sostiene che la diffida (ufficialmente motivata con quel biglietto di tribuna arancio) non sarebbe altro che una punizione di qualcuno per farci pagare la nostra battaglia contro il caro biglietti. Noi non ci crediamo e pensiamo che non sia altro che una manifestazione di incompetenza da parte di un incompetente (sarà mica ROSSONERO!?!) che da tempo sta remando contro i tifosi nerazzurri e contro la società F.C. INTERNAZIONALE. Beh, che vada a lavorare con Berlusconi se è tanto attaccato al Milan…
Restiamo in attesa di sapere se partirà la diffida, da quando e per quanto. Così poi, ci assicura l’avvocato, ci faremo delle gran belle risate (basta documentarsi sul nostro sito http://www.bandabagaj.it/).
Per la gioia di alcuni (pochi) di voi, stiamo valutando l’idea di smettere di scrivere…
… e di lasciare ai nostri iscritti la possibilità di farlo. Così qualcuno si renderà conto di quanto sia molto meglio ricevere le mail solo dal presidente e vicepresidente della BB piuttosto che da tutti i loro iscritti…
Chiudiamo con un sogno. Si ricorda Presidente Moratti? WE HAVE A DREAM…
Ma questa è una storia tra la Banda Bagaj e il Presidente Moratti che, cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare.

Un abbraccio a tutti
Inter club Banda Bagaj
info@bandabagaj.it

PS: invitiamo gli Inter club e tifosi tutti che invece di comunicare a noi tutto il loro disappunto su queste tematiche, sarebbe meglio che scrivessero direttamente agli interessati. Nel sito dell’inter trovate l’organigramma della società e come tutti sanno, l’indirizzo mail di questi signori è: nome.cognome@inter.it

lunedì 19 gennaio 2009

Oggi pomeriggio Banda Bagaj ospite da Don Mazzi su Sat2000tv

Riceviamo da Virgilio Motta del Club Inter Banda Bagaj e pubblichiamo

Per chi fosse interessato, oggi pomeriggio alle 17,10 circa, verra trasmessa l'intervista tv di Don Mazzi a me e max in merito alla mia spiacevole e deplorevole vicenda della diffida dagli stadi. (NDR: si legga San Siro: diffidato per assurdo e Lettera aperta di Banda Bagaj al responsabile Centro Coordinamento Inter Club)
E' possibile vederla su:
-Sat 2000
-sito internet di Sat 2000 http://www.sat2000.it/
-digitale terrestre
-Sky 801
ciao a tutti
Virgilio Motta
Banda Bagaj
Virgilio.Motta@a2a.eu

lunedì 12 gennaio 2009

San Siro: diffidato per assurdo

Riceviamo dal presidente del Club Inter Banda Bagaj e pubblichiamo
Ciao a tutti,
vi ricordate che in occasione della partita Inter-Anorthosis il nostro Virgilio Motta è stato invitato ad assistere alla partita al Primo Anello Arancio? Virgilio era entrato come accompagnatore dei bambini ed era in possesso di un regolare biglietto di PRIMO ANELLO ARANCIO che non consentiva di accedere al SECONDO ANELLO BLU.
Avrebbero dovuto multarlo per un importo che poteva variare da 100 a 500 euro.
Sabato a Virgilio è stato notificato che hanno avviato un procedimento di divieto d’accesso agli impianti sportivi (diffida) nei suoi confronti.
Di conseguenza ci stiamo attivando per presentare (ENTRO DOMANI) un Ricorso.
Chiunque avesse dei consigli da darci è invitato a contattarci appena possibile.
Grazie
Massimiliano Rizza
INTER CLUB
BANDA BAGAJ

info@bandabagaj.it

Nota de "Il pallone in confusione"
Questa vicenda ha dell'incredibile. E' come se un passeggero di un treno detentore di biglietto di prima classe fosse sanzionato con una multa perché si trova in seconda. Non sarebbe più opportuno usare il buon senso e chiudere bonariamente il tutto?

domenica 4 gennaio 2009

Volareweb lascia a terra un gruppo di tifosi genoani

Riceviamo da Riccardo Grossi, membro del direttivo dell'Associazione Club Genoani, e pubblichiamo. Riguarda la paradossale vicenda del volo per Brindisi organizzato in vista della trasferta del 18 gennaio a Lecce


Buonasera,
c è un gruppo di 44 persone, che rappresento, che ha prenotato con la compagnia Volareweb - Air Europe due voli da Malpensa a Brindisi a/r il 18.01.09.
Le prenotazioni sono state fatte via web ai primi di ottobre e pagate tramite CartaSi a metà novembre; il 25.11 un email ci segnalava i cambi di orario dei voli che ci avrebbero portato ad arrivare a Brindisi alle 16:50 e ripartire dopo mezz ora alle 17:20...in pratica una gita x visitare l'aeroporto di Brindisi!!! (e senza nemmeno il tempo tecnico del check-in!)
Contattato subito il call center (091 2551012) ci è stato detto che:
o ci sarebbero stati rimborsati i costi dei 2 voli
o saremmo stati ritracciati su voli compatibili con le ns necessità.

Non potendo avere contatti telefonici diretti con la compagnia (il call center è di una società esterna) squillando a vuoto il loro tel (0331 713706), abbiamo inviato 2 email all indirizzo customarecare@volareweb.com ed un fax allo 0331 713155 il tutto senza avere risposta alcuna.
Nella mattinata del 9/12 invece, sempre tramite il call center esterno, ci è stato comunicato che ci verrà rimborsato solo il viaggio di andata (in quanto lo scostamento d orario è superiore alle 5 ore) e non quello di ritorno (scostamento meno di 5 ore).
Tutto ciò è inammissibile e privo di ogni logica: se i voli fossero stati su giornate diverse nulla da dire, ma essendo nello stesso giorno è consequenziale che se non possiamo usufruire del primo è impossibile usufruire anche del secondo!
Nel frattempo inoltre, vista l'attesa nell'avere notizie in proposito, le tariffe su eventuali voli alternativi sono lievitate in modo tale da non permettere, alla quasi totalità delle 44 persone, di poter prendere in considerazione questi ultimi.
Solo il 31/12, dopo l'intervento dell'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) a cui ci siamo rivolti, sono stato finalmente contattato via email dal famoso customarecare, esso però ancora non dà la notizia del rimborso totale ma scrive che stanno vagliando le nostre posizioni...
A lei le opportune considerazioni del caso che è una cartina tornasole di quanto sia allucinante rapportarsi con alcune compagnie "low cost" (ma forse sono low cost in tutto...)
Le facciamo inoltre presente che, in caso di mancato rimborso totale, è nostra intenzione intraprendere nei confronti della compagnia ogni azione lecita tesa a soddisfare i nostri lesi interessi.
Distinti saluti.
Riccardo Grossi (Associazione Club Genoani)
ricky_genoa@yahoo.it

Aggiornamento
Riccardo Grossi ci informa che «stamane abbiamo finalmente avuto conferma che entro circa 30 gg avremo il totale rimborso degli importi spesi, ciò non toglie che al seguito della squadra invece di 44 persone saremo solo 5, no comment...»

venerdì 2 gennaio 2009

Tifosi segnalate a "il pallone in confusione" i disservizi di Trenitalia

I tifosi possono segnalare a "il pallone in confusione" i disservizi subiti da Trenitalia durante i viaggi per seguire le loro squadre del cuore. Possono farlo iscrivendosi a questo sito di informazione e inserendo le proprie testimonianze cliccando il link "Posta un commento" collocato sotto questo post. Si raccomandano toni civili ed educati: le lettere con insulti ed improperi scurrili saranno immediatamente cancellate.
Leggi anche Un'odissea sull'Intercity Napoli-Savona costata 45 euro

venerdì 5 dicembre 2008

Banda Bagaj: perché il Viminale non ammette i suoi errori?

Riceviamo da Inter Club Banda Bagaj e pubblichiamo
Bisognerebbe avere il coraggio nella vita di dire: “ci siamo sbagliati”.
E invece…
E invece, nonostante quanto accaduto l’anno scorso in occasione di Inter Napoli





















non ci crederete ma la storia si è ripetuta.
anche quest’anno i propositi di osservatorio, prefetti, questori (almeno in questo caso, la società inter non dovrebbe centrare niente)…
i tifosi napoletani c’erano nonostante i divieti (ASSURDI), e come l’anno scorso, invece di essere nel loro settore, erano mischiati con i tifosi interisti.
Oltre ai tifosi napoletani sparsi per lo stadio, gli steward hanno cercato di fare un cordone improvvisato nel 2° anello blu a pochi metri dal nostro settore. Anche quest’anno obbligando gli abbonati di quei posti a sloggiare... cortesemente ma a sloggiare.























…mentre il settore ospiti era chiuso…
A questo punto sorgono spontanee le seguenti domande:

1) Perché proibire agli abbonati dell’Inter di poter cedere abbonamento a residenti fuori milano? Per evitare di cederlo a tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. NOI ABBIAMO CEDUTO ALCUNI DEI NOSTRI A TIFOSI NAPOLETANI, RESIDENTI A MILANO MA NAPOLETANI.
2) Perché proibire la vendita dei biglietti on-line o in banca? Per evitare che li potessero comprare i tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. MOLTI AMICI TIFOSI NAPOLETANI (RESIDENTI A MILANO) LO HANNO ACQUISTATO COMUNQUE.
3) Perché tenere comunque chiuso il settore ospiti quando ci si è resi conto che le misure di “sicurezza” (ma sicurezza de che!?!) adottate non avevano impedito l’arrivo dei tifosi partenopei (cosa ampiamente prevedibile)?
4) Maroni dice che questo sistema funziona e non si torna indietro solo per permettere a qualche spettatore in più di accedere allo stadio. Beh, qui ci sono poche domande da fare. A noi un ministro che parla così ricorda tanto un periodo storico dell’inizio secolo scorso. A voi?
Ci rivolgiamo a tutti i giornalisti (molti di voi si sono anche adoperati ultimamente per dare una mano a noi tifosi per bene e al calcio) e soprattutto a OSSERVATORIO, GOVERNO, OPPOSIZIONE, PREFETTI, QUESTORI:
La fede calcistica non e’ una data di nascita, una citta’ nativa, un indirizzo di residenza. La fede calcistica prescinde da tutto questo. E cosi’ si verifica che tifosi napoletani residenti a Milano entrino allo stadio e tifosi interisti residenti a Lodi, Novara, Como, Lecco, Monza (solo per citare i comuni più vicini) non possano entrare.
MA SI PUO’ CONTINUARE COSI’???
SI PUO’ CONTINUARE A FAR FINTA DI NIENTE???
E poi, se anche non vi importa nulla, ma almeno volete salvare la faccia? Pensate che nessuno si accorga di niente? Siete mai stati all’estero? Avete mai chiesto cosa pensano di VOI e delle vostre assurde decisioni e dei vostri controproducenti provvedimenti?
Ma davvero non vi interessa di essere ricordati per coloro che volendo combattere la violenza, facevano mischiare fazioni di tifoserie opposte negli stessi settori lasciando completamente vuoti alcuni settori? E che per farlo tenevano fuori dagli stadi i tifosi per bene?
Rifletteteci un attimo: il calcio sta morendo a causa vostra.
Bisognerebbe avere il coraggio nella vita di dire: “ci siamo sbagliati”.
Buon lavoro
Virgilio Motta
Inter club Banda Bagaj
info@bandabagaj.it
Virgilio.Motta@a2a.eu

lunedì 1 dicembre 2008

Perché Mediaset condanna solo i fischi contro il Milan?

Riceviamo e pubblichiamo
Egr. sig. Liguori,
è davvero scandaloso come il signor Piccinini su Mediaset Premium, durante la telecronaca di Palermo Milan, abbia rimarcato il fatto che la gente di palermo fischiasse Ronaldinho. Erano già stati vergognosi i suoi commenti simili durante Lecce Milan, quando alcuni tifosi del Lecce fischiavarono i giocatori del Milan.
A questo punto mi chiedo, perchè il signor Piccinini sottolinea e condanna certi comportamenti, quando questi si verificano a Palermo, mentre non sottolinea i fischi che si sentono anche in altri stadi? Perchè Piccinini non condanna mai in diretta i cori beceri di molte tifoserie contro Napoli e i napoletani?
Cordiali saluti
Mario
mitico2@email.it

Risposta

Caro Mario,
non è il primo lettore che mi evidenzia il comportamento di Piccinini.
E' evidente che il Milan fa parte della famiglia Fininvest: quindi ha un occhio di riguardo da parte di Mediaset, la tv della galassia berlusconiana. E pensare che Piccinini si è scandalizzato per i fischi: se avesse sentito uno di quei cori, rivolto a Ronaldinho e soci, che spesso partono dalle gradinate degli stadi del Nord Italia contro il Napoli e i napoletani, che cosa avrebbe detto?
A parte tutto, il problema vero è che tutti i telecronisti dovrebbero stigmatizzare i comportamenti beceri delle tifoserie, di qualsiasi squadra esse siano. Purtroppo ciò non accade.
Un cordiale saluto
Marco Liguori

venerdì 21 novembre 2008

Scoppia un palloncino a San Siro? Succede il finimondo

Riceviamo e pubblichiamo
Io credo che la qualità di vita e le ingiustizie subite dai cittadini, soprattutto quelli milanesi (dal vostro punto di vista) riguardino si, la prefettura (che era naturalmente tra i destinatari), ma anche e soprattutto voi amministratori milanesi.
Chiedo scusa, ma insisto nel sostenere che da un paio d'anni a questa parte molti cittadini MILANESI e non solo vedono continuamente e quotidianamente calpestati i propri diritti e vengono trattati come dei delinquenti.
La situazione è talmente esasperata che un paio di domeniche fa mia figlia DI 5 ANNI è stata rimproverata per aver tirato un PERICOLOSISSIMO palloncino gonfiabile (parlo di quelli che si comprano in cartoleria, che si gonfiano a fiato e che non superano i 30 cm di diametro. peso del palloncino 0,0000000000000000000001 mg. velocità di caduta, 0,00000000000000000001 km/h. venti minuti di pianto. Morale: non vuole più venire allo stadio per paura di beccare l'uomo con la canottiera gialla.
E non ditemi che la responsabilità è di quel tizio. Chi ha esasperato quel ragazzo fino a quel punto???
Tutto questo accade nella nostra amatissima Milano con la vostra fantastica, esemplare, ammirevole e invidiabile amministrazione.
Probabilmente le colpe non sono vostre di ciò che accade, ma le spese le fanno i VOSTRI cittadini.
Telefonare al prefetto per chiedere spiegazioni e un cambio di rotta!?!?!?
buona giornata a tutti
Virgilio Motta
Milano
Virgilio.Motta@a2a.eu

Se andare allo stadio è più difficile che uscire a cena con Obama

Riceviamo e pubblichiamo da Virgilio Motta questo servizio di Tommaso Della Longa pubblicato sull'ultimo numero del mensile "La Voce del Ribelle" diretto da Massimo Fini.
Motta ha espresso nella sua email la sua esasperazione per i divieti imposti dal ministero dell'Interno, in particolare anche quelli stabiliti dal Prefetto di Milano per Inter-Napoli: «Vi giuro che sono al limite. Ora non vale più neanche l'abbonamento x acquistare i 2 biglietti». E aggiunge: «Ormai è più facile ottenere udienza dal Papa o uscire a cena con Obama piuttosto che entrare allo stadio»

Ultras e Stato di polizia

Oggi la repressione tocca le tifoserie e crea un precedente.
Chi saranno i prossimi a essere criminalizzati?


Servizio di Tommaso Della Longa
In Italia certe parole diventano puntualmente il simbolo paradigmatico di interi fenomeni. Si dice “il movimento” e si pensa subito agli studenti in lotta. Si usa l’aggettivo “estrema” vicino alla parola sinistra o destra, e il pensiero va subito a fazioni border-line che si muovono a metà strada fra il sistema democratico e l’eversione. Si parla del terrorismo internazionale e, in linea con l’equazione tanto cara a George W. Bush, se ne fa un tutt’uno con la religione islamica come se tutti i seguaci di Maometto fossero aspiranti uomini bomba. E poi, nel Belpaese angosciato dalla poca sicurezza e dalle mille emergenze quotidiane raccontate dai media, c’è una parola che adombra un pericolo costante: ultrà o ultras e subito la mente viene portata a teppismo, furti, devastazioni, guerriglia urbana. È proprio da qui, dall’accezione della parola “tifoso” in Italia, che bisogna partire per capire il motivo dell’interesse per il mondo delle
curve.
Sgombriamo subito il campo da un equivoco: gli ultras non sono una categoria, e ultras non è un’etichetta che si può affibbiare tout court a chiunque entri dentro un impianto sportivo per sostenere la propria squadra. Gli ultras non sono assimilabili a categorie sociali come quelle
degli operai, degli studenti, degli ingegneri o chissà cos’altro. Il tifoso, l’ultras, l’ultrà è solo uno qualsiasi di noi che mostra un attaccamento estremo, radicale alla propria squadra, alla propria città, ai proprio colori. E ovviamente tutto questo non significa che si tratti di una persona necessariamente violenta e pericolosa. L’ultras è il nostro vicino di casa, è l’operaio, l’avvocato, il giornalista, lo studente, il disoccupato, il papà, l’autista. Per dirla con un luogo comune, è l’uomo della porta accanto.
Allora, evidentemente, c’è qualcosa che non va. Se ultras lo può essere anche un libero professionista, l’accezione corrente è sbagliata. Forse, o probabilmente, è sbagliata in mala fede. E più avanti ne scopriremo anche il motivo. Di fatto, però, agli occhi della classica casalinga di Voghera avere una passione per la propria squadra appare un demerito. E quando
magari scopre che il “bravo ragazzo” che conosce da anni è un tifoso radicale, cambi immediatamente la sua valutazione. Non è più così “bravo”. È una specie di delinquente a piede libero, che chissà cosa combina o cosa potrebbe combinare. Non lo ripete, sempre, anche la televisione?
Ecco fatto: il tam tam mediatico ha funzionato, il lavaggio del cervello è andato  a segno. Proprio perché il mondo delle curve è stato dipinto come un luogo infernale popolato da reietti della società, l’ultras si ritrova a calamitare su di sé tutto il peggio, prestandosi inconsapevolmente a una strumentalizzazione continua. Che, come vedremo meglio più avanti, ha diverse manifestazioni e differenti scopi, di maggiore o minore portata, a breve o a lungo termine.
All’inizio della scala c’è la manipolazione spicciola, quella che è stata ben definita, anche in altri ambiti, “arma di distrazione di massa”. Per esempio: l’uso del tifo organizzato per non soffermarsi su altro, come nel caso della farsa mediatica dei tifosi napoletani in trasferta a Roma per la prima giornata di campionato, coi disordini gonfiati ad arte per monopolizzare l’attenzione e mettere in ombra l’avvio (si fa per dire, visto l’immediato rinvio per irregolarità procedurali) del processo per l’omicidio di Gabriele Sandri da parte dell’agente di polizia Luigi
Spaccarotella.
A un livello ben più alto c’è invece l’utilizzo degli ultras come pretesto per assumer provvedimenti di carattere generale, che investono o si preparano a investire l’intera società. Il processo mediatico e la condanna morale degli ultras che divengono, per dirla in termini giuridici, il “precedente” su cui basare leggi liberticide, anti-costituzionali e, addirittura, contro il senso comune. Una sorta di laboratorio in cui si cominciano a sperimentare le dinamiche autoritarie del Grande Fratello, giustificando in nome dell’ordine pubblico lo Stato di polizia e il controllo su tutto e tutti. Un esperimento che, essendo fatto innanzitutto sulla pelle della “peggio gioventù”, non alza polveroni e lascia mano libera, permettendo operazioni sotterranee che in seguito, però, potranno andare a colpire qualunque altro segmento della società.

Le leggi speciali che diventano la normalità
Ogni volta che si sente parlare di “leggi speciali”, soprattutto qui in Italia, bisognerebbe subito diffidare. Un provvedimento speciale, infatti, dovrebbe non solo essere legato a eventi particolari e di estrema gravità, ma restare comunque una misura eccezionale e temporanea, che viene abrogata non appena si è usciti dalla fase di massimo pericolo. Ma non è così. Un
esempio su tutti? Le leggi speciali approvate durante gli anni di piombo. Trenta anni dopo sono ancora vive e vegete. E soprattutto attivissime. Eppure, fortunatamente, per le strade della nostra nazione non ci si spara più per ragioni politiche. Non ci sono più attentati e agguati reciproci.
Ancora oggi, però, esistono divisioni della polizia politica che hanno sostanzialmente mano libera nel colpire chiunque non abbia posizioni moderate. Ci sono leggi che colpiscono esclusivamente le idee o i simboli. Ci sono, ancora, normative che danno carta bianca allo Stato nel controllare il cittadino.

La grande leva della paura
Entrati nel Terzo Millennio, per giustificare il controllo globale ci siamo trovati davanti a una vera e propria campagna mediatica mirata a instillare nei cittadini la paura, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Paura del terrorismo. Paura delle epidemie e delle nuove malattie. Paura del vicino di casa. Paura di camminare per la strada. Come è stato possibile tutto ciò? Semplice: continui richiami in televisione ad assassinii, a morti improvvise, a stupri, a rapine. Tutti modi per inculcare nella testa di ogni bravo cittadino l’idea, e il bisogno, di maggiore sicurezza, da ottenere a qualsiasi costo. Più controllo, più ordine. Nelle nostre strade, oggi, vediamo le mimetiche verdi dell’esercito. Ma forse è quello che non vediamo, la parte più preoccupante. E qui si torna ai famigerati ultras.
Come abbiamo già detto, i provvedimenti speciali hanno come incubatore preferito il mondo delle curve, quel mondo che difficilmente qualche politico o qualche istituzione pubblica difenderà mai. Ogni governo che è rimasto per più di qualche mese a Palazzo Chigi ha colpito il mondo del tifo. La prima operazione è stata la destrutturazione: colpire il tifo organizzato, gli esponenti dei gruppi, quelli che ogni settimana mettevano in piedi una macchina organizzativa fatta di riunioni, appuntamenti, coreografie, stadio. In pratica, si è incominciato a criminalizzare quelli che stavano dietro uno striscione specifico, che si prestava alla strumentalizzazione. Ecco le diffide, ecco le perquisizioni preventive. Siccome domani tu potresti fare chissà che cosa, io intanto stanotte vengo a casa tua, ti metto a soqquadro l’abitazione e ti faccio capire che è meglio stare attento. Oppure, io polizia ho una lista di nomi di persone che sono andate in trasferta in un certo posto, qualcuno ha creato problemi, e allora cosa faccio? Io Stato “diffido” tutti. La diffida, ovvero il Daspo, acronimo di “divieto di accedere a manifestazioni sportive”, esiste dal 1989.
Di cosa sia, di come venga usato, e del suo stesso fondato sospetto di incostituzionalità, parliamo diffusamente nell’intervista che segue, con l’avvocato Lorenzo Contucci. Basti dire, qui, che la diffida è un’arma con cui è stato colpito senza remore o distinzioni il mondo degli stadi. Uno strumento messo in mano alle questure e lasciato al loro libero arbitrio.
Le questure hanno carta bianca nel colpire chiunque. E se domani lo stesso provvedimento, la stessa logica fosse spostata nel campo delle manifestazioni politiche o sindacali?
Per non parlare poi dell’introduzione del famigerato “arresto in flagranza differita”: un controsenso in termini, visto che già la parola stessa di flagranza significa che qualcuno è stato colto con le mani nel sacco. L’aggiunta della “differita” è solo un modo, molto contestato dagli stessi giuristi, per colpire gli stadi, con la traduzione immediata in carcere, e chissà domani chi altro.
Ma non è finita qui. Dopo la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, sull’onda mediatica dello sdegno costruito a tavolino per gli scontri tra catanesi e palermitani, abbiamo assistito a un inasprimento delle misure contro gli ultras. Vietate la maggior parte delle trasferte.
Vietati gli striscioni non ignifughi (!?). Vietata la vendita dei biglietti se non dietro presentazione di un documento. Chiusura dei settori ospiti (creando una pericolosa vicinanza nei settori “normali” tra tifosi di fede opposta).

“Si comincia a stabilire chi può entrare negli stadi. Domani lo si potrà fare coi concerti. E poi coi raduni di ogni altro tipo”
Praticamente si è sancito il principio che una minoranza di facinorosi può decidere per tutta l’Italia e che, forse, conviene avere un po’ di violenza da mettere in prima pagina per tenere buoni gli italiani e indurli a sollecitare maggiore sicurezza. Ci sarebbe da chiedersi se tutto questo ragionamento possa essere applicato all’esterno. L’equazione sarebbe semplice. Visto che davanti alle discoteche ci sono le risse o in autostrada ci sono gli ubriachi che fanno gli incidenti, perché non introdurre le autostrade e le discoteche “a porte chiuse”? Oggi, in ogni
stadio italiano, per esporre uno striscione c’è bisogno del via libera della procura tramite un fax mandato almeno due giorni prima della partita.
Oggi, non possono più entrare i materiali preparati per le coreografie. Oggi, gli stadi italiani stanno diventando sempre più grigi e silenziosi. Il controllo e la repressione senza distinzioni stanno distruggendo dalle fondamenta il tifo organizzato, con due gravi conseguenze: la scomparsa dei gruppi strutturati, favorendo così gruppetti di cani sciolti incontrollabili, e l’allontanamento dagli stadi di famiglie e bambini. Se per andare allo stadio con mio figlio devo subire una trafila da controlli anti-terrorismo, finisce che lascio perdere.
E anche le ultime notizie che ci arrivano sono tutt’altro che confortanti. Dopo i fatti di Bulgaria-Italia (e ci sarebbe da chiedersi quali “fatti”, visto che la maggior parte delle foto che sono arrivate da noi erano di tifosi bulgari e non di italiani, come detto dai media e dagli
imbarazzatissimi politici), il presidente della Figc Giancarlo Abete ha fatto sapere che non ci sarebbero più stati biglietti per le partite dell’Italia all’estero. Ma come? Se pure fosse confermata la versione ufficiale, bastano 144 (il numero dei biglietti venduti a Sofia) facinorosi
per togliere a tutta l’Italia la possibilità di seguire i nostri azzurri?
Poi, la perla finale che avevamo anticipato sul numero scorso: la carta del tifoso. A cosa serve? È un sistema, spiegano dal Viminale, per “fidelizzare sempre più i tifosi ai loro club e, nello stesso tempo, per emarginare le frange più violente del tifo. Una specie di telepass che consente
l’ingresso agevolato negli stadi”. Peccato che non dicano a chiare lettere cosa si nasconde dietro a tutto questo. Per avere la “tessera” io normale cittadino devo fare richiesta alla società che, però, deve chiedere il permesso alla questura del luogo. A decidere chi sono i buoni e chi sono i
cattivi, dunque, non sono le società sportive. È la polizia. E se io sono già nella sua lista nera del Viminale, come faccio a uscirne?
Si comincia così. Si comincia a stabilire chi può entrare e chi non può entrare negli stadi. Domani lo si potrà fare coi concerti. E poi coi raduni di ogni altro tipo. E poi con gli spostamenti individuali. Vuoi andare da qualche parte? Chiedilo alla questura. Senti, preventivamente, se è d’accordo oppure no. O se è meglio che tu te ne resti a casa, in nome dei
supremi interessi dell’ordine pubblico.

Quando l’aggregazione giovanile fa paura
I giovani, si sa, fanno sempre paura a ogni sistema di potere. Ragazzi erano quelli di Budapest che nel ’56 hanno sfidato l’Urss, come studenti erano quelli che nel ’68 hanno combattuto per la libertà di Praga. Il movimento del ’68, le lotte del ’77, gli universitari degli ’80, i figli del riflusso e poi successivamente della caduta del Muro di Berlino del 1989. Per non parlare poi delle avanguardie culturali e di pensiero, come nel lampante caso del Futurismo e dell'impresa di Fiume o in quello della rivoluzione cubana capeggiata da Fidel Castro e Ernesto “Che” Guevara. Anche oggi dai giovani (molte volte anche ultras) partono le rivolte: a Budapest contro il premier liberal-liberista Ferenc Gyurcsány, a Belfast contro l’occupante britannico, a Parigi nelle banlieue, a Gaza contro i carri armati israeliani. Il minimo comun denominatore di tutti questi avvenimenti è la gioventù dei partecipanti alla rivolta, alla lotta, alla guerra, alla guerriglia, alla rivoluzione.
Ci sono state alcune generazioni che hanno combattuto per qualcosa in cui credevano. Generazioni che sono cresciute forti, sane e mentalmente libere. Comunque sia, con lo sguardo rivolto al futuro, con la faccia rivolta all’insù. Storicamente, invece, le generazioni di mezzo sono sempre state quelle frustrate, che non avevano nulla per cui lottare. Magari cresciute
nella pace e nella prosperità, ma di contro vissute nella luce, indiretta, dei racconti dei fratelli maggiori. Generazioni senza un punto cardine su cui costruire la propria vita. Basti pensare ai tanti dopoguerra, ai post-rivoluzionari, a quelli che sono nati in una situazione totalmente
“normalizzata”. Rabbia, frustrazione e soprattutto poca consapevolezza del futuro, con la scomparsa di una visione libera e d’insieme.

“Lo Stato reprime, comprime le spinte giovanili, pretende di normalizzare tutte le situazioni anomale.”
Dalla fine degli anni ’50 (e forse anche da prima) ai giorni nostri, esiste un solo movimento di aggregazione giovanile che ha continuato a vivere, a passarsi il testimone, ad avere nuovi capi e a poter contare su migliaia di presenze. Il mondo ultras. Ogni domenica, dal calcio all’hockey su
ghiaccio, le gradinate di stadi e palazzetti dello sport vengono riempite da giovani. Ragazzi con i propri eccessi, ma fedeli alla propria tribù. Con i propri riti, le proprie battaglie, fatte di feriti e prigionieri, il proprio codice d’onore, fatto di regole non scritte. Certo, sono tribù che si affrontano a viso aperto e senza troppi problemi. Gruppi che canalizzano la propria rabbia, simulando una guerra che non c’è più, una rivoluzione ormai tramontata da decenni. Ma quello che più importa è che sono ragazzi che vivono di passione, attaccamento alla bandiera, amicizia, fedeltà. Giornate passate a pensare slogan e produrre coreografie (quando si potevano fare). Piani per colorare la propria seconda casa, la curva. Serate passate a ridere e scherzare con tanto di “reduci” che raccontano le battaglie del passato, del presente e del futuro. Certo, qualcuno inorridirà davanti ad affermazioni di questo tipo, ma soprattutto oggi, nella società basata sul consumismo e la lobotomizzazione televisiva dei cervelli, chi ha il germe della ribellione sta dalla parte giusta. Il problema, semmai, sarebbe incanalare sulla strada corretta e con qualche eccesso in meno forze così importanti.
Lo Stato non può che aver paura di tutto questo. E allora – invece di infondere nei più giovani la fiducia nelle Istituzioni, invece di mostrare loro la buona amministrazione della res publica, invece di far capire che alla fine le forze di polizia possono essere veramente amiche del cittadino – lo Stato reprime, comprime le spinte giovanili, pretende di normalizzare tutte le situazioni anomale. Quando non fa di peggio, ovviamente: come cercare di insabbiare l’uccisione senza motivo di un ragazzo che viaggia dentro una macchina in autostrada, omettendo di punire per direttissima il colpevole solo perché porta la divisa. Come si può chiedere a un ragazzo di avere fiducia nel sistema?
L’impressione è che, anche nel caso del popolo delle curve, si tenti solamente di destrutturare da cima a fondo l’aggregazione giovanile che potrebbe portare più consapevolezza e, quindi, più problemi. Meglio generazioni di ragazzi che si istupidiscono davanti a chat, social network,
spot televisivi, magari accompagnando il tutto con un po’ di droga. Saranno sicuramente più innocui, più facili da manipolare, da neutralizzare, da asservire alla logica di chi detiene il potere. Saranno i cittadini ideali di questo Stato per niente ideale.

giovedì 13 novembre 2008

"Iene" e le irregolarità al San Paolo: parla uno steward napoletano

Riprendiamo la lettera di uno steward napoletano pubblicata su Calciotoscano.it che riprende quanto illustrato da una video-inchiesta di Elena di Cioccio delle “Iene” di Italia1 sulla criticità dell’ordine pubblico al San Paolo.

Caro CalcioToscano.it,

ieri sera 11/11/2008 ho visto con interesse il servizio delle "Iene", la fortunata trasmissione di Mediaset, ed io per primo sono rimasto molto stupito dal comportamento sicuramente amorale e scorretto da parte dello steward cui hanno chiesto il famoso favore di entrare in due con un solo biglietto.

Un gesto sicuramente fatto in cattiva fede perchè nel regolamento degli steward è proibito in maniera assoluta di far entrare allo stadio persone sprovviste di regolare abbonamento e/o biglietto e relativa documentazione.

Nel servizio hanno fatto vedere persone che scavalcavano le mura di cinta dello stadio San Paolo e si intravedeva un poliziotto (”uno soltanto in un settore dove si contano dalle 2 alle 3 mila persone”). E’ un gesto molto pericoloso, ma il servizio per l’antiscavalcamento agli steward è consentito effettuarlo solo all’interno dello stesso stadio e sui vari settori a loro assegnati.

Ora il problema è, perchè si va a vedere soltanto steward che fanno entrare 2 persone in un tornello quando poi ci sono organi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, siae,tributaria e quant’altro che fanno entrare interi gruppi familiari compresi di nonno al seguito?

Mi sembra abbastanza strano che le IENE abbiano visto solo quello che volevano far vedere!
Noi steward napoletani ogni volta che prestiamo servizio, siamo esposti a continue minacce ed insulti da parte di facinorosi TIFOSI (CHE TIFOSI NON SONO ASSOLUTAMENTE), e tutto questo per cosa??

Per la ridicola somma di 23€ a partita? No, non è per i soldi. Io amo la mia squadra e faccio di tutto perchè il mio servizio resti sempre immacolato e corretto ma quando vedo le cose girare nel verso sbagliato a me girano le scatole!
Parlano tanto di sicurezza negli stadi quando poi le Iene riescono ad entrare con una telecamera e di sicuro non sono stati gli steward a farli entrare.
Vi saluto affetuosamente

Lettera firmata

venerdì 3 ottobre 2008

Vicenda Intercity Roma-Napoli: sia fatta chiarezza!

Riceviamo da Giovanni Roma e pubblichiamo

Intanto, questa sera alle 20.00 andrà in onda un servizio sul canale satellitare RainNews 24, secondo cui l'assalto al treno per Roma sarebbe stato solo una montatura, un'esagerazione giornalistica. Del reportage sarà trasmessa un'anteprima dal TGR della Campania condotto da Antonello Perillo alle 19:30 su Raitre. Il giornalista Enzo Cappucci ha raccolto le tesimonianza di un sindacalista della Polizia, Tommaso Delli Paoli, del giudice Antonello Ardituro e del gironalista austriaco Jacob Rosenberg, che si trovava a bordo del treno e che smentisce categoricamente che i vagoni siano stati devastati.
CONFERMO HO VISTO IL SERVIZIO:SPLENDIDO E VERITIERO CON L'INTERVISTA AL GIORNALISTA AUSTRIACO CHE CONFERMA QUANTO DISSE UN MESE FA:NESSUN INCIDENTE E TUTTO ARTATAMENTE AMPLIFICATO ALL'ENNESIMA POTENZA..MARONI COME MINIMO DOVREBBE REVOCARE IL DIVIETO DI TRASFERTA AI TIFOSI IN TRASFERTA...BISOGNA DIVULGARE QUESTO SERVIZIO,OPPURE FINIRà NEL SILENZIO COME I PETARDI DEL DERBY DI MILANO O L'ACCOLTELLAMENTO A ROMA DEL TIFOSO REGGINO.DATEMI UNA MANO.

Ndr: consigliamo a lei e a tutti i lettori di vedere l'inchiesta di Raisat News sul link http://www.tuttonapoli.net/index.php?action=read&idnotizia=29438

martedì 16 settembre 2008

Noi tifosi bolognesi, secondi a nessuno per civiltà e correttezza

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera speditami da alcuni utenti del sito http://bolognanelcuore.leo.it
Il testo è opera di un tifoso con il nick "Big bang"
"il pallone in confusione" è aperto alle lettere di tutti coloro che vogliono intervenire nel dibattito sul blocco delle trasferte

Lo sappiamo tutti che ogni giornalista sportivo (e forse anche non sportivo) di Bologna legge il forum. Visto che spesso avete utilizzato quello che leggevate sul forum come spunto per scrivere articoli, per "tastare" il polso alla piazza, per avere scoop ed informazioni (Spinelli a Bologna da chi è stato scoperto?) spesso senza neanche citare la fonte delle vostre informazioni, credo che sia giunto il momento di fare voi un favore al tifo rossoblu. Sui giornali di oggi si sta tirando la volata al tifo della Fiorentina, dipingendolo come il migliore di Italia, il più corretto fantastico festoso e meraviglioso tifo che una società di calcio possa avere. Al tempo stesso però pare che la partita Fiorentina-Bologna sia a rischio. Essendo i viola cosi meravigliosi, appare abbastanza chiaro che quelli "pericolosi" siamo noi. Ecco, credo che sarebbe un bel gesto da parte del giornalismo bolognese cercare di far capire all'opinione pubblica e a chi di dovere che noi non abbiamo proprio nulla da invidiare ai tifosi della Fiorentina. Scrivete che noi l'anno scorso siamo andati in 8000 a Mantova, in 6000 a Verona, il 4500 a Ravenna, in 4000 a Rimini, in 2500 a Modena, in 2000 a Cesena, e non è mai e dico mai successo nulla. Scrivete che siamo andati in 5000 a Milano e nessuno si è accorto del nostro passaggio. Scrivetelo, che i bolognesi in trasfera sono una risorsa visto che danni non ne fanno ma riempiono ristoranti ed autogrill. Ditelo, fatevi sentire perchè se davvero Fiorentina-Bologna sarà vietata allora ancora una volta di più in Italia avrà ragione chi spacca, danneggia, rompe, distrugge, minaccia, spaventa. Cercate, almeno una volta, di farlo voi un favore al tifo rossoblu.
Cordiali saluti
Valentino Orsini di http://bolognanelcuore.leo.it

mercoledì 20 agosto 2008

La protesta dei “dissidenti” che non amano il calcio

La Repubblica di stamani riportava questa lettera di un gruppo di praticanti di arti marziali, che vorrebbero maggiore spazio sui media per gli sport seguiti solo ogni quadriennio olimpico. La si riprende in questo post per dare voce anche a chi non interessa nulla del calcio. Sarebbe interessante conoscere l’opinione al riguardo dei tifosi calciofili e anche di chi è perfettamente agnostico in materia di pallone, che desidererebbe anche che gli sport fossero confinati su specifici canali tematici, anche per la tv in chiaro.
Lasciate quindi i vostri commenti, cliccando come al solito il link “commenti” messo alla fine di questo post. Come sempre, saranno censurati quelli volgari e offensivi.
Marco Liguori


Siamo un gruppo di praticanti di arti marziali e sport da combattimento. Abbiamo deciso di scrivervi durante quella sana boccata d’aria che sono le Olimpiadi. Sana ma, purtroppo, assai rara e alla vigilia di una nuova stagione calcistica. Ci prepariamo infatti a sopportare altri dieci mesi buoni di discussioni su un rigore, lenzuolate di giornali sul mal di calcagno di un centrocampista qualsiasi, ore di tv in cui si analizza sostanzialmente il nulla. Dobbiamo poi aggiungere le partite “accomodate”, i ripetuti scandali, le risse e i morti domenicali. Non ha senso, a nostro avviso, che un business che possiamo chiamare intrattenimento, spettacolo, macchina per soldi ma non più sport, continui a occupare la sostanziale totalità dello spazio sportivo a disposizione, togliendolo a chi, invece, meriterebbe visibilità. E non vogliamo parlare soltanto del karate, del judo, del kick boxing, del kung fu e delle decine di altri arti marziali presenti in Italia e totalmente ignorate dai media. Ci piacerebbe vedere in televisione anche la scherma, la lotta grecoromana, la canoa e magari pure il pentathlon. Ci piacerebbe che i nostri figli sapessero di poter scegliere tra un ventaglio piuttosto ampio di discipline.
Chiediamo di ripensare la distribuzione degli spazi sui media, concedendone un po’ anche a chi, di solito nel silenzio e nel disinteresse, cerca di offrire un’alternativa al solito pallone. Crediamo che gli atleti che tante volte hanno fatto risuonare l’inno di Mameli in queste Olimpiadi lo meritino.
Maurizio Di Benedetto
Maestro di Arti marziali cinesi
Tratto da La Repubblica 20 agosto 2008 – Rubrica “Lettere, commenti & idee”

domenica 20 luglio 2008

Lettera aperta al Presidente della Covisoc

Riceviamo e pubblichiamo

http://www.ju29ro.com/altri-scandali/554-lettera-aperta-al-presidente-della-covisoc.html

... per scongiurare la fine del Titanic.
Preg.mo Presidente della Covisoc Dr. Bisoni,
venerdì 11 luglio, dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha lanciato l'allarme sul calcio-mercato ormai impazzito ("100 milioni di euro per Ronaldo") a fronte delle difficoltà di bilancio che caratterizzano sempre più tutte le società, anche le più blasonate - aggiungiamo noi - stante il livello del loro indebitamento autorevolmente definito "vergognoso"; all'indomani su Repubblica (pag. 47) abbiamo letto di 21 club a rischio iscrizione per il prossimo campionato ("La Covisoc blocca mezza Italia") con riferimento alle inadempienze di molte società di serie B e di quelle inferiori. La sensazione complessiva richiama quella suggerita dai racconti della fine del Titanic: in prima classe si suona allegramente e si continua a ballare (l'Inter deve a Mancini una penale di quattro anni di contratto a sei milioni netti l'anno? Nessun problema, lo spettacolo deve andare avanti ed ecco a voi Mourinho che di milioni netti ne prende sette); di sotto, in sala macchine, si comincia a temere la possibile catastrofe (Messina e Spezia sono alla disperata ricerca di un compratore, pena il fallimento).Evidentemente per scongiurare la fine del Titanic, l'ex-commissario tecnico della Nazionale indirizza il suo allarme alla Presidenza dell'Uefa ("Platini pensaci tu", titola la Gazzetta) e suggerisce come intervenire scrivendo: "Se desideriamo veramente un ambiente calcistico più credibile, serio e trasparente sarebbe fondamentale una maggiore severità nei controlli dei bilanci e rispetto delle norme vigenti. La Federazione e gli organi preposti devono mettere da parte buonismo e amicizia ed essere intransigenti". Suggerimento sicuramente condivisibile ma verosimilmente da decrittare: questo non è un appello al Presidente Platini ma un richiamo all'operatività della Covisoc da Lei presieduta che ha proprio il compito di controllare i bilanci, per far osservare equilibrio e corretta gestione nel rispetto, tra l'altro, di precisi parametri di patrimonializzazione e indebitamento. Ecco il motivo di questa "lettera aperta": dalla nostra scialuppa di navigatori del web avvertiamo nitidamente anche noi, come mister Sacchi, il pericolo di quello che può succedere, però, da appassionati di calcio, proviamo anche a suggerire qualche spunto operativo, di quelli che la Gazzetta non può fare forse perchè i suoi responsabili è come se fossero ospiti in prima classe sul Titanic a raccontarci la bellezza delle danze, intrattenendosi beatamente con nani e ballerine.Proviamo allora a decrittare l'appello di Sacchi e il suo richiamo all'intransigenza nei controlli per riferirli operativamente alle situazioni, per esempio, di Inter e Roma, cioè le prime due classificate dell'ultimo campionato. Da quest'anno, ricordiamo, tra gli obblighi a carico delle società previsti dalle Norme Organizzative Interne della Figc (artt. da 77 a 90ter ) c'è anche quello di redigere il bilancio consolidato che dovrebbe consentire alla Covisoc di monitorare, in particolare, la reale consistenza dell'indebitamento, comprendendovi anche quello delle controllate.Prendiamo allora il caso della Roma che, secondo quanto si legge sulle pagine economiche dei principali quotidiani, ha ancora debiti per 150 milioni (dei 370 complessivi del gruppo Italpetroli di cui tanto si parla) formalmente contratti non dalla A.S. Roma ma dal "sistema Roma", comprendente la controllante Roma 2000, la controllata che gestisce il marchio e l'altra che opera nell'immobiliare. L'intransigenza invocata da mister Sacchi sulla Gazzetta vorrebbe allora che, in base alla normativa che limita i debiti delle società parametrandoli al fatturato, la Covisoc , grazie al consolidato e/o altra documentazopme che ha diritto di richiedere (art. 80.1 delle NOIF), vincolasse la Roma a quanto previsto dall'art. 90.4. Non risulta, almeno a tutt'oggi e pubblicamente, che la Covisoc l'abbia fatto; risulta, invece, e lo attestano tutti i giornali, che il gruppo Unicredit ha preteso dalla Italpetroli un "piano di rientro" che ricomprende forzatamente anche l'attività della Roma, quasi sostituendosi alla Covisoc e alla Figc. Ancora più significativo è il caso dell'Inter che di fronte al nuovo obbligo di redigere il consolidato ha messo per iscritto il proprio rifiuto (punto 5.5 della Relazione della società di revisione sul bilancio di esercizio al 30/06/07 di FC Internazionale SpA), limitandosi a computare per la Covisoc i dati che dal consolidato dovrebbero invece formalmente discendere. Le chiediamo Dr. Bisoni:cosa ha fatto la Covisoc di fronte al rifiuto dell'Inter? Non si configura l'attività "elusiva" prevista dall'art. 8 del nuovo Codice di Giustizia Sportiva ("Violazioni in materia gestionale ed economica") e sanzionata, anche pesantemente, dal comma 4 dello stesso articolo?Oltre all'intransingenza nei controlli, nell'appello a Platini della Gazzetta dello Sport si arriva a chiedere all'Uefa di "obbligare ogni club a spendere solo per quanto i loro bilanci sportivi ed economici gli consentono. Se un club a fine stagione fa ricavi per 10 milioni dovrebbe poter investire soltanto per questa cifra". Questa per i frequentatori abituali delle suite del Titanic sarà sembrata una provocazione quasi che per godersi la crociera fossero obbligati a spendere solo il contante che hanno in tasca, senza poter adoperare assegni e carte di cerdito; più realisticamente, e avendo pazientemente scandagliato con la nostra scialuppa, navigando sul web, le insidie nascoste degli artifici di bilancio, noi pensiamo che una società di calcio può spendere anche più del suo fatturato, fermo restando che per la regolare iscrizione al campionato occorre documentare (alla Covisoc) che quel di più trova contropartita in risorse "vere" ai fini della quadratura di bilancio (aumenti di capitale, campagna acquisti in attivo, elargizioni a vario titolo dei soci) e non in risorse di carta, le famose plusvalenze che, l'esperiena insegna, per le nostre società calcistiche quasi sempre sono finte, costruite a tavolino e si sostanziano, poi, in un analogo aumento dei debiti.Già, le finte plusvalenze, ovvero il modo apparentemenete più comodo per tappare buchi di bilancio. Prima quelle relative alla compra-vendita dei giocatori e dal 2005 quelle della finta compra-vendita del marchio (che la Covisoc tentò invano di invalidare) e successivamente altre meno reclamizzate, come quelle relative a operazioni di lease-back immobiliari oppure scorpori e rivalutazioni di rami d'azienda; così, all'apparenza, i buchi sono stati tappati, tant'è che il Presidente della Lega, Matarrese, lo scorso anno ha detto che, per la prima volta, le società di serie A erano tutte a posto con i bilanci. Ha trascurato un piccolo particolare il Presidente Matarrese: che a fronte delle finte plusvalenze così realizzate le società sono costrette a contrarre debiti di pari importo con le banche (solo per il marchio per l'intera sarie A si può stimare un valore complessivo di nuovo indebitamento sicuramente vicino ai 500 milioni di euro a fronte di un fatturato complessivo inferiore ai 1.500 milioni); nel frattempo la lancetta dei tassi d'interesse ha segnato brutto tempo, il mercato finanziario attraversa una crisi che qualcuno definisce epocale e le banche potrebbero dover rientrare. Si potrebbero ripetere, cioè, tanti casi come quello della Roma dove non è più chiaro se la campagna acquisti la fa il direttore sportivo o il dirigente Unicredit addetto al recupero crediti; potrebbe, ancor più amaramente succedere, come la fine del Titanic, quello che la Gazzetta ha cercato di scongiurare con l'appello di Sacchi.Non a caso quando Inter Brand srl ha stipulato il mutuo di 120 milioni per il marchio, la banca ha preteso, a garanzia dello stesso, la sottoscrizione di appositi "covenants" che vincolano, in qualche modo, il bilancio della stessa Inter.Da un lato le plusvalenze di carta, dall'altro le spese vere che marciano a vele spiegate (sette milioni netti a Mourinho), in mezzo i debiti che, a monte o a valle delle società di calcio, devono necessariamente aumentare: è questo il perverso meccanismo che la Covisoc è chiamata a bloccare prima che sia troppo tardi, questo è l'iceberg che dalla nostra piccola scialuppa scorgiamo pericolosamente sulla rotta del nostro calcio.In proposito torniamo all'Inter per controllare anche noi l'ultimo bilancio sul quale la Covisoc è chiamata in questi giorni a pronunciarsi. Notiamo subito (e sicuramente è stato notato in Figc, da Lei e dai suoi collaboratori) che i bilanci della società del dr. Moratti hanno meritato lo scorso anno l'attenzione de "Il Sole 24 Ore" che, in data 24 aprile, ha annotato una serie di record e cioè: il maggior defict annuale di bilancio (181,5 milioni nel consolidato al 30 giugno 2006), perdite nette complessive in 11 anni per 661 milioni a fronte delle quali i soci hanno versato solo 476,6 milioni, debiti lordi al 30 giugno 2006 per 385 milioni, 423 milioni di plusvalenze per la cessione calciatori in undici anni di gestione (evidentemente molto "oculata"); quel Sole 24 Ore, oltretutto, ha anche autorevolmente accennato ad alcune operazioni del gennaio 2007 con questa annotazione: "una complessa manovra di scissioni e fusioni da cui è emerso un avanzo patrimoniale utile ad assorbire - almeno sulla carta - future perdite". Su questi records molto ci sarebbe da ridire pensando all'intransingenza dei controlli reclamata oggi sulla Gazzetta da Sacchi ma che, evidentemente, a suo tempo non c'è stata, in particolare sui 423 milioni di plusvalenze da calcio-mercato (questa, come battuta, neppure i barzellettieri del Titanic avrebbero avuto l'ardire di raccontarla). Ma non è su questo che invitiamo a riflettere anche perchè nel 2003 è arrivata la "salvacalcio" e più di recente l'Inter sull'argomento ha patteggiato e ci si è messa una pietra tombale sopra; l'interrogativo concerne la "complessa manovra" indicata dal Sole 24 Ore, visto che al termine della stessa il Sole ha scritto che sono spuntati "avanzi sulla carta" e noi temiamo proprio che si tratti delle ennesime finte plusvalenze, forse lecite per i profili di legge sulle società commerciali con fini di lucro ma sicuramente non accettabili da una applicazione della normativa FIGC intransingente, che "metta da parte buonismo e amicizie", come chiede la Gazzetta con l'appello di Arrigo Sacchi; anzi, non solo non accettabili ma verosimilmente configuranti un illecito, stante la serietà e la severita della normativa sui controlli.In soldoni l'Inter per l'esercizio 2006-07 aveva bisogno di altri 300 milioni di euro (da aggiungere ai 661 già bruciati negli undici anni precedenti): 180 per il vero deficit dell'esercizio precedente (al netto del "giochino" sul marchio), 118 per spesare l'ultima rata della salvacalcio e il resto per il deficit corrente.Visto il livello d'indebitamento (400 milioni di sbilancio debiti-crediti nel consolidato 2006), secondo la normativa FIGC doveva trattarsi di versamenti cash (aumenti di capitale, acconti, elargizioni, prestiti infruttiferi) ma, anche applicando i più potenti motori di ricerca, di tale cifra sul web non si trova conferma; si rintracciano circa 160 milioni di versamenti da luglio 2006 a dicembre 2007 mentre per 135,2 milioni il verbale d'assemblea di FC Internazionale spa del 27/12/2007 rimanda a riduzioni del capitale sociale e utilizzo di riserve. Riserve quali? Evidentemente quelle di carta richiamate dal 24 Ore del 24 aprile 2007; soldi finti, aggiungiamo noi, stampati a tavolino grazie a Inter Capital, nata nel luglio 2006 per trasferirvi il controllo di un'Inter rivitalizzata da una perizia ad hoc e poi incorporata nel gennaio 2007 dalla stessa Inter; finte plusvalenze che, a fronte di spese vere (ieri Mancini, oggi Mourinho), vogliono dire solo una cosa: i debiti dell'Inter sono ormai fuori controllo e necessitano di un intervento dei controllori della Covisoc. Caso strano, sui debiti delle grandi società s'è pronunciato recentemente Platini (proprio lui a cui la Gazzetta ha lanciato l's.o.s. di Sacchi) parlando, in occasione della finale di Champions, di "vergogna da eliminare". Il Corriere dello Sport ha presentato addirittura l'intervista al Presidente Uefa con il titolo "Vince chi bara". Noi, dalla nostra scialuppa, diamo un'altra interpretazione di quel s.o.s.: continuando a barare si perde tutti, la Covisoc può, anzi deve, fermare il meccanismo perverso, il calcio deve cambiare rotta altrimenti l'iceberg e lì e la nave può affondare davvero. Questo dispiacerebbe a tutti, in particolare ai navigatori del web che, dalle loro scialuppe, segnalano ostacoli e pericoli.Distinti Saluti.Ju29ro TeamP.S. 1Se abbiamo preso a riferimento l'Inter e la Roma è perchè crediamo nella saggezza del detto popolare per cui "il pesce puzza dalla testa". Crediamo, nello specifco, che il comportamento delle società più sulla "cresta dell'onda" è quello a cui, per imitazione, si ispirano poi tutte le altre (tant'è che alla finta compra-vendita del marchio hanno fatto ricorso quasi tutte le società; ben sette hanno negli ultimi due mesi patteggiato su vecchie plusvalenze; rivalutazioni di rami d'azienda, lease-back immobiliari, scorpori e fusioni si vanno diffondendo a macchia di leopardo). In particolare per quanto riguarda l'Inter, ricordiamo che: 1) ha fatto a suo tempo ricorso al condono tombale di Tremonti per mettere una pietra sopra a vecchie partite ancora aperte con il fisco 2) ha fatto ricorso alla famigerata "salvacalcio" svalutando il parco giocatori per l'incredibile cifra di 319 milioni, così sottintendendo che i suoi bilanci incorporavano finte plusvalenze di analogo importo 3) di recente ha infine pattaggiato (art. 23 del Nuovo CGS) ancora per problemi di finte plusvalenze anche dopo il 2003 (anno della legge prima richiamata). Si dice abitualmente che tre indizi fanno una prova; noi preferiamo riportare tre prove per ribadire alla Covisoc un solo interrogativo: non costituiscono un indizio sulla possibile "falsita'" anche dei bilanci 2007 del "sistema Inter" ai fini della regolare iscrizione al campionato?Non sarà anche per questo che nell'approvazione del bilancio 2007 di Internazionale Holding srl (che controlla il "sistema Inter") l'amministratore dottor Ghelfi ha fatto deliberare di essere manlevato da qualsiasi sanzione civile e/o amministrativa? Forse l'Inter non ha redatto il consolidato perchè la stessa Internazionale Holding (verbale d'assemblea del 27 dicembre 2007) ha registrato una perdita di quasi 200 milioni di euro rimasta scoperta per 109.159.420 euro?P.S. 2Mentre questa lettera stava per essere varato la Gazzetta dello Sport del 15 luglio, analizzando le "radici profonde" del possibile fallimento del Messina, ha scoperto che la società è gravata da 25 milioni di debiti, forse 30 o addirittura 35; la Gazzetta si chiede "Ma perchè vengono fuori solo adesso?". Appunto, i debiti. All'improvviso spuntano i debiti: con 30 milioni di debiti come ha fatto il Messina a superare il controllo della Covisoc per la regolare iscrizione agli ultimi campionati? Intanto sullo stesso giornale (a pag. 14) Platini ringrazia Sacchi per l'appello che gli ha rivolto; l'articolo ha questo titolo "Un tetto alle spese o si va verso il baratro", come se, mentre a noi veniva in mente la metafora del Titanic, anche i vertici dell'Uefa, e forse i responsabili della Gazzetta, hanno avuto lo stesso incubo.
Si ringrazia, per la collaborazione nello studio dei bilanci richiamati, l'amico Jstargio.

lunedì 2 giugno 2008

Moratti, Mancini e i tifosi interisti perplessi

Ricevo questa lettera da Flavio Zonca, convinto tifoso nerazzurro
Invito, per chi lo desiderasse, a lasciare la sua opinione in merito tra i commenti

Che dire? dove è finito il nostro raziocinio e la pragmaticità di un modo di intendere e valutare accadimenti che si tentava di imporre a quei fattori emozionali così coinvolgenti fino alla commozione tanto cari ma in verità tanto bistrattati e per la verità poco compresi da più interlocutori.
Si deve accettare quanto imposto, ed è proprio il verbo "dovere accettare " che disturba, che si frappone fra una logica e una infamia....perchè si deve? perchè per noi non c'è parola che valga, e dove il buongusto, la serietà, l'onestà intellettuale? dove l'interesse per tutti noi così come per tutti voi? In anni di denunce verbali e non solo, poco avete ricavato, niente per noi si dica sportivi Interisti, lesi ancora una volta, da vili menzogne e da ricatti , da false promesse e da biechi e circensi giochi di potere. Di quel potere che viene esternato e frainteso come bontà, passione.......tutto molto brutto , tutto molto triste. Si manifesti e si evidenzi la coltellata nella schiena ricevuta come d'uso per chi colpisce mai guardando dove il colpo crea danni non solo alla persona, ma a tutto un ideale sul quale si erano finalmente poste serie basi di un inizio: solo all'inizio, come sempre si interrompe la pellicola per quello che avrebbe potuto essere un lungometraggio. Si finirà un giorno per dimenticare, o non si terminerà di ricordare arroganti e blasfemi oltraggi. Forse e come sempre il tempo e il destino decideranno. Qualcuno ride e gioisce, nel trambusto, avversari e non. Non si è vinto niente come sempre, sig. Moratti, lei non vincerà mai quella partita della lealtà e della purezza di spirito e libertà d'animo, e si prepari nonostante la forza dei nervi e del denaro ritenga ancora possa risolvere comunque qualcosa, si prepari a quello cui ha già pensato ma che l'orgoglio cieco e vuoto l'abbiano mal ispirata...non è una novità , se ne faccia una ragione !
Il Sig Mancini ci lascia, non ridotto sul lastrico, certamente a questi livelli, non sono discorsi nemmeno da affrontare, ma lascia perchè costretto nel momento in cui si preparavano
ripartenze comunque ben auguranti. Ci lascia e in noi trova malinconia e apprezzamento per l'essere senza mistificazioni o artefatte carnevalesche esternazioni, sempre stato interista, cosa che pochi possono affermare senza un minimo di vergogna.....non saprei cosa l'attende, forse qualcosa meglio, ma il neroazzurro le donava. Si lasci malesseri e motivi di giusta rivalsa, lontano dal suo modo d'essere e se la imponga come " extrema ratio" ...il resto verrà da solo come in tutte le cose della vita.
Si dice che l'Inter rimane, ma in questi giorni perfino il tricolore sulla maglia si è schiarito un po' offeso, un po' tradito tanto da non essere quasi considerato vero........!.
Non è così ! Se lo ricordi sig. Mancini e grazie per tutto.
Flavio Zonca

giovedì 6 marzo 2008

Se il centenario vuol dire solo lucrare

Questa lettera è l'ennesima dimostrazione delle storture dell'era del calcio a scopo di lucro, inaugurata con la legge Veltroni (pardon, approvata d'urgenza con Decreto Legge) nel 1996. In base a questa legge è stato stabilito il principio cardine che tutto va pagato, anche le maglie: ciò vale anche (e soprattutto) per i tifosi.
Se l'Inter avesse prestato le maglie del centenario per una partita di calcio dei tifosi nerazzurri dei Muratidentro con quelli del Liverpool sarebbe stato un bel gesto: anzi, uno dei modi migliori di festeggiare la ricorrenza della nascita della "Beneamata". Sarebbe stata l'occasione per "benedire", magari attraverso una grande rilevanza d'immagine per il gesto fatto dal club, questa iniziativa di amicizia tra i tifosi: in fondo il calcio è un'occasione per le persone di conoscersi. Ciò sarebbe stato anche un riconoscimento verso i propri sostenitori che pagano ogni stagione i biglietti e agli abbonamenti per le pay tv e lo stadio. Invece no: la società non ha voluto prestare le proprie maglie per una sola serata. L'incontro è per lunedì prossimo: l'Inter può ancora ripensarci. 

Aggiornamento 7 marzo 2008
Luca Renoldi mi ha scritto, evidenziando che oggi pomeriggio l'Inter consegnerà in regalo ai tifosi di Muratidentro le maglie della Champions League dell'anno scorso per la partita con i supporters del Liverpool. La società ha compiuto un gesto molto importante, in coincidenza con il proprio "giubileo" del Centenario. Il gruppo Muratidentro ringrazia per l'interessamento la responsabile commerciale nerazzurra Katia Bassi.


caro Marco,
Ecco che ci risiamo. mentre un InterClub di Milano, organizza una partita di calcio tra una selezione di Inter Club Milanesi ed una squdra di tifosi del Liverpool, così per vivere il calcio in modo rilassato e in amicizia e si preoccupa di trovare il campo, gli arbitri e la copertura finanziaria per questa iniziativa...ecco mentre avviene tutto questo l'Inter, l'FC Internazionale alla quale erano state chieste con la formula del prestito, le maglie del centenario per disputare questa partita contro i rivali inglesi, non trova di meglio che comunicare attraverso un proprio dirigente: "... purtroppo la residua disponibilità di maglie sia del centenario che nerazzurre sarà tutta impiegata per le numerosissime iniziative previste per le celebrazioni della ricorrenza."
Beh immagino che a margine dei festeggiamenti ci siano decine di partite ad esempio tra i VIPS meneghini e quelli della Mersey; o che ogni personalità invitata alla festa riceverà una maglia del centenario, o che tutte le magliette del centenario con la data di fondazione errata messe in vendita con l'approvazione di qualche sprovveduto dirigente di Via Durini siano tutte finite in qualche inceneritore...immagino tutto questo, però credo che sia un'ennesima occasione persa.
A questo riguardo qualora l'Inter dovesse passare il turno di CL, sono già al lavoro per organizzare con la squadra dei tifosi dei prossimi avversari, una sfida in perfetto stile Rollerball, il film degli anni 70 diretto da Norman Jewinson nel quale due squadre rivali si menavano di santa ragione su una pista di pattinaggio con il solo scopo di sfogare la propria violenza repressa.
Probabilmente questa nuova iniziativa avrà il giusto risalto e l'apprezzamento di Brand e e Case Rosse, di registi e di fotografi...insomma di margnuffoni vari.
La partita comunque si farà ugualmente, si giocherà alle ore 21 di lunedì 10 marzo al centro sportivo Baggio 2^ in Via Olivieri 11 a Milano i tifosi della beneamata indosseranno le proprie maglie nerazzurre quelle che ognuno di loro custodisce negli armadi per i grandi eventi, per le grandi occasioni. Peccato però che indossandole per questa partita non potranno la sera del giorno successivo sfoggiarle sugli spalti di San Siro.

Luca Renoldi

IC Muratidentro
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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