Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta matarrese. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta matarrese. Mostra tutti i post

giovedì 26 marzo 2009

Matarrese fiducioso: «Eviteremo il commissariamento»

Nonostate manchi ancora l'accordo tra Serie A e Serie B sul nuovo regolamento e la nuova governance della Lega Calcio, Antonio Matarrese e' ''fiducioso'' sulla possibilita' di sciogliere tutti i nodi entro martedi' 31 marzo, termine ultimo per l'elezione del presidente. ''Puo' ancora succedere di tutto'', ha detto il presidente della Lega Calcio lasciando gli uffici di Via Rosellini dove oggi si e' riunito il consiglio seguito da una riunione informale dei presidenti del club di Serie A. ''E' naturale - ha minimizzato Matarrese - che ci si prenda un po' di tempo per sintonizzare le due categorie. Oggi c'e' stata una discussione molto accesa, ognuno vuole prevalere sull'altro. Ma voi - ha detto dimostrandosi ottimista con i giornalisti - sapete che questa Lega e' capace di trovare soluzioni all'ultimo momento''. Il problema, ha ricordato il numero uno della Lega Calcio, e' che ''la serie B ha bisogno di essere sostenuta finanziariamente e vuole capire l'entita' delle risorse necessarie per la sopravvivenza. E la serie A e' disponibile ad aiutarla''. Un ottimismo che spinge Matarrese a escludere l'ipotesi di un commissariamento della Lega: ''Macche' commissario - si e' sfogato - i commissari stanno in Polizia, non in Lega Calcio''.
Fonte: Asca

martedì 23 dicembre 2008

Matarrese: «bilancio 2008 ottimo»

La Lega Calcio si è rifatta il trucco alla grande: oggi a Milano, infatti, nella sede di via Rosellini 4, è stato presentato il nuovo sito ufficiale (l'indirizzo sarà lo stesso, www.lega-calcio.it) nato dalla partnership con la Panini, l'azienda che ha venduto oltre 180 miliardi di figurine in tutto il mondo, che ha due stabilimenti, uno a Modena, l'altro in Brasile, e che ha fatturato 543.000.000 di euro nell'ultimo anno. Tante le principali novità che verranno ospitate già dalle prossime settimane sul sito: ci saranno i risultati e le classifiche, in tempo reale, di tutte le partite di serie A, B, Supercoppa e Coppa Italia; i video dei gol di ogni giornata, che dovrebbero essere disponibili a partire dalla mezzanotte successiva al turno di campionato; le statistiche e le analisi a diversi livelli, pre e post gara; l'archivio dati, alimentato dalla storica Banca Dati Panini, da cui deriva anche l'Almanacco. «Il nuovo sito della Lega e le statistiche ufficiali non esauriscono, però, le novità che abbiamo intenzione di proporre insieme a Panini, visto che nei prossimi mesi lanceremo altre iniziative editoriali congiunte nelle quali crediamo molto», ha detto Antonio Matarrese, presidente di Lega. Dal canto suo Aldo Sallustro, amministratore delegato di Panini, ha dichiarato come l'azienda modenese «sia orgogliosa di questo importante accordo ottenuto con la Lega, che consolida e arricchisce una presenza nel mondo del calcio iniziata nel 1961 e costantemente cresciuta da allora».
A margine dell'incontro, Matarrese ha poi voluto fare un bilancio del 2008 e spiegare meglio quanto avvenuto ieri nell'ultimo Consiglio di Lega e dall'Assemblea generale: «Il bilancio del 2008 è ottimo, per tanti motivi. In primis, perché siamo riusciti a evitare la scissione tra serie A e serie B; e poi per l'accordo con Infront per la vendita dei diritti tv. Dal 2010 al 2016 saranno garantiti 900 milioni all'anno e credo che solo la Premier League, a questo punto, sia davanti a noi; ma di sicuro precediamo paesi come Germania e Francia». E poi ancora: «Quando entrerà in vigore il sistema della vendita centralizzata, cioè dal 2010, per quella data sarà necessario avere un Consiglio di Lega operativo. Il ruolo della Lega calcio a livello internazionale deve essere non sussidiario, ma complementare al ruolo della Federazione. La Lega Calcio professionisti non può essere portata a ramengo dietro l'attività della Federazione. Deve avere una forza politica». Per questo Matarrese ribadisce con fermezza che il «governo federale prossimo non può andare avanti come quello attuale, fermo restando la stima e il rispetto che nutro per Giancarlo Abete. Ma la Federazione deve riconoscere il peso politico della Lega, stabilire insomma il ruolo della Lega stessa e anche dell'Aic, l'Associazione italiana calciatori». Infine il presidente, ribadendo ancora una volta di nutrire preoccupazione per la situazione economica delle serie B, fa poi sapere che non gli dispiacerebbe affatto «il ritorno a una serie A formata da 18 squadre, ma se ne potrà parlare solo dopo il 2010. Per ora lasciamo le cose così come stanno, del resto noi viviamo di diritti televisivi».
Fonte: Agi
Nella foto, tratta da http://calciomalato.blogosfere.it, il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese

Matarrese: arriveranno 900mln annui per diritti tv

Il presidente non chiarisce però se intende ricandidarsi al vertice della Lega calcio

Aver evitato la scissione tra serie A e B, ma soprattutto l'accordo con l'advisor per la vendita dei diritti tv. Con queste due conquiste il presidente Antonio Matarrese giudica «ottimo» il bilancio della Lega calcio. L'accordo con Infront, sottolinea Matarrese, ''consente di programmare le entrate nel periodo dal 2010 al 2016, in cui sono garantiti 900 milioni di euro all'anno: restiamo dietro alla Premier League, ma stacchiamo i campionati tedesco e francese''. Per gestire queste risorse, continua, «servirà un Consiglio operativo, con membri che non saltino le sedute e lavorino». Di conseguenza Matarrese chiede anche che il prossimo governo della Federcalcio «metta le cose a posto: deve riconoscere il peso politico della Lega, mentre è contro natura la presenza dell'Assocalciatori nell'esecutivo della Figc». 
Insomma, Matarrese non chiarisce se intende ricandidarsi alla poltrona di via Rosellini, ma invoca «maggiore centralismo. Fino a poco tempo fa il calcio italiano erano Milan, Inter, Juventus e Roma, adesso la Lega torna al centro». Intanto, la svolta passa attraverso il nuovo sito, realizzato con la Panini, dove dalla ripresa del campionato saranno disponibili notizie e merchandising di tutti i club, le statistiche delle partite in tempo reale e, a distanza di due giorni, anche gli highlits di serie A e B.
Fonte: Ansa

mercoledì 10 dicembre 2008

Matarrese: voto ponderato è un fatto storico

''E' un passaggio storico per la Lega, la serie A ora deve prendere atto di questa prova di maturità della B e non voglio piu' sentir parlare di scissione finché resto qui''. Non ha dubbi il presidente della Lega calcio Antonio Matarrese sulla portata della scelta della categoria cadetta di accettare il sistema del voto ponderato. Quando la riforma entrerà a regime, e finché il format dei due tornei resterà questo, i voti dei club di A varranno 1,6 e quelli di B 0,7. ''La serie B ha riconosciuto l'importanza della A e l'influenza che ha sempre avuto'', ha commentato ancora Matarrese che punta a concludere l'iter di approvazione della delibera passando per il Consiglio del 17 dicembre (a Roma) e per l'assemblea generale del 22 a Milano. Matarrese ha confermato che la situazione di alcuni club cadetti ''è preoccupante'' e ha invitato a guardare ''non tanto agli introiti, quanto alle spese che vanno ridotte''. Ha dribblato la questione dell'Iva su Sky spiegando che ''l'esposizione della Lega potrebbe dare poca serenita'''. Quindi ha parlato della sua possibile rielezione alla presidenza della Lega. ''Sono orgoglioso e onorato di aver rappresentato i club in questi due anni. Decideranno loro se sono ancora utile, altrimenti - ha concluso con un sorriso - me ne vado a Roma''. E per chi pensasse a una sua candidatura per la Federcalcio, ha precisato subito: ''A casa''.
Fonte: Ansa
Nella foto, tratta da www.ju29ro.com, il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese

mercoledì 5 novembre 2008

Chi deve vergognarsi per i debiti del calcio

Riceviamo e pubblichiamo da Ettore Italo Di Pietramala del sito www.ju29ro.com

La riaffermata intenzione dell'Uefa di eliminare gradualmente la vergogna dei debiti nel calcio ha avuto recentemente sulla stampa nazionale un'eco davvero singolare: ci sono stati tanti articoli sul calcio inglese che, secondo l'audace titolo della Gazzetta dello Sport (del 9/10 a pag.19), sarebbe addirittura "nel baratro" e nessuno sul calcio italiano, nonostante i debiti di Inter e Roma per centinaia di milioni siano prepotentemente balzati all'onore della cronaca (vedi indagine sulla vicenda Saras e il conto col piano di rientro presentato da Unicredit alla famiglia Sensi con scadenza dicembre 2008). Il fatto è che il Presidente della Football Association in una conferenza stampa ha dato ragione all'Uefa, parlando di bilanci non trasparenti e di debiti fuori controllo mentre in Italia l'anatema di Platini ("Vergogna, vince chi bara") non ha apparentemente intaccato nè la flemma di Abete nè la spavalderia di Matarrese e così di conferenze stampa sull'argomento non s'è vista neppure l'ombra.
D'altra parte la reticenza, per non dire l'omertà, del nostro "sistema calcio" non sorprende perché se i bilanci di quasi tutte le società sono traballanti, con debiti "nascosti" nella controllante, o nelle controllate, ed anche falsi (in termini di ordinamento sportivo) le colpe sono diffuse e in tanti dovrebbero vergognarsi: non solo i registi finanziari che firmano i bilanci creativi ma in primo luogo la stampa che, da tempo, ha tradito la sua funzione di informazione e denuncia (mentre insabbia e disinforma) e, subito dopo, gli organismi FIGC di controllo e sanzionatori che, visti i risultati, si può ben dire che sono controllati e non controllano, è non sanzionano per non essere sanzionati.
Cominciamo dalla stampa e riprendiamo proprio l'articolo della Gazzetta secondo il quale il calcio inglese sarebbe nel baratro. E' noto che quasi tutte le società inglesi sono proprietarie degli impianti e quindi hanno sì fatto dei debiti ma si sono patrimonializzate; il Manchester United, per fare l'esempio più significativo, ha sì piu' di 700 milioni di debiti ma, grazie anche al suo stadio, chiude ogni anno il bilancio in attivo e può pagare gli interessi sul debito e le rate di mutuo. La serie A inglese attraversa da anni una fase molto positiva (altro che baratro) con incassi ai botteghini e dai diritti tv sempre in crescita, tant'è che ha attirato l'attenzione prima di finanzieri, magari d'assalto ma con idee chiare sul business del calcio, e più recentemente di sceicchi e petrodollari.
Nel nostro carrozzone, ma questo la Gazzetta non lo dice, è tutto il contrario perché stadi e patrimonio delle società stanno a zero, ai botteghini e per i diritti tv ci sono segni di crisi; l'Inter in due anni ha realizzato perdite per 350 milioni e a Roma la famiglia Sensi deve rientrare di 150 milioni con Unicredit oppure vendere la societ. Mentre oltre-Manica i debiti fanno parte del gioco, in Italia servono solo a gonfiare un pallone che rischia di scoppiare secondo l'allarme che molti esperti hanno suonato da tempo. Ecco perché la scarsa attenzione della nostra stampa tradizionale all'argomento bilanci è una colpa ed anche grave; semmai la Gazzetta, in risposta all'Uefa, avrebbe dovuto sollecitare una conferenza di Abete sui problemi di bilancio delle nostre società, altro che presentare su un quarto di pagina, come ha fatto, una tabella su "Tutti i debiti della Premier", compresi quelli del Wigan e del Hull City.
E non c'è da vergognarsi solo per la scarsa attenzione, perché quando poi un editorialista di grido come Mario Sconcerti affronta l'argomento, può succedere anche di peggio; succede per esempio che sul Corriere della Sera è stato possibile raccogliere in un mese queste due perle: dapprima (con l'editoriale "I miliardi degli emiri falsano le gerarchie ma non sono una novità") l'osservazione che i debiti elevati delle grandi società ci sono sempre stati e che il professionismo l'ha inventato Edoardo Agnelli (cioe' il bisnonno di John Elkann) e prevedeva gia' all'epoca un "indebitamento costante, quasi esponenziale"; e poi quando, volendo argomentare su "Cobolli sbaglia. Anche Moratti ha un progetto", ha scritto che "non e vero che l'Inter e' piena di debiti", aggiungendo che sì, la squadra perde tantissimo ma "le perdite sono continuamente ripianate". Ecco, sarebbe da chiedere a Sconcerti se del ripianamento s'è fatto un'idea da solo, leggendo e interpretando i bilanci dell'Inter, oppure s'è fidato della Gazzetta. Nel dubbio ci limitiamo solo a ricordare (avendo come fonte le ricerche del nostro sito sui bilanci e il Sole 24 Ore) che per coprire il buco di 350 milioni del biennio 2006-07 l'Inter per un parte ha deliberato aumenti di capitale e per la parte rimanente (tra i 150 e i 200 milioni) s'è affidata alla fantasia dei suoi registi finanziari che hanno inventato le finte plusvalenze relative alla compra-vendita del marchio e alla rivalutazione patrimoniale dell'intera società. Un finto ripianamento insomma , roba da retrocessione in termini di giustizia sportiva, che può durare fino a quando c'è speranza che la banca aumenti il fido e gli utilizzi; se poi in quella banca il presidente Moratti siede anche nel Comitato Esecutivo allora uno malizioso può pensare che si tratta di una speranza ben riposta.
Quanto,poi, al richiamo dei tempi andati lo capirebbe anche il "casalingo di Voghera" che è una giustificazione finta (come la compravendita del marchio), perchè dai tempi del senatore Agnelli il contesto normativo è cambiato, anzi, dopo la sentenza Bosman è stato rivoluzionato e con la legge 586/96 (non a caso detta proprio legge Bosman) si è dovuto correre ai ripari pensando proprio ai bilanci e ai debiti, ridisegnando il sistema dei controlli.
Era tanto importante quella legge che è ancora possibile trovare in rete la traccia di una riunione del Consiglio Nazionale del Coni del 23 marzo 2004 (per conferma Sconcerti potrebbe sentire Petrucci) con la quale si stabiliva che le società di calcio dovevano presentare alla FIGC, a cadenza trimestrale, "stato patrimoniale e conto economico con budget che garantisca equilibrio finanziario a consuntivo dell'esercizio".
L'equilibrio finanziario, in particolare, imponeva e impone che i debiti siano un sottomultiplo del fatturato; dato che dopo la sentenza Bosman le società di calcio si ritrovavano con il patrimonio azzerato, l'ordinamento sportivo si era giustamente preoccupato dei debiti, quelli che ai tempi del senatore Agnelli, assicura Sconcerti, crescevano in modo esponenziale (ma le società, all'epoca, possedevano il cartellino dei calciatori).
E siamo così arrivati ai controlli e alle sanzioni dove l'elenco di chi deve vergognarsi è lungo, perchè tutti sono d'accordo sul fatto che i bilanci delle società di calcio non sono "sani", e neppure "corretti", come imporrebbe la normativa, perchè tutti sanno che ci sono degli illeciti e che sono tollerati (vedi l'articolo del prof. Boeri su Repubblica del 3 settembre) ma, quando si prova a ragionare sulle responsabilità, scatta il gioco al rimpiattino: si comincia dalle responsabilità dei presidenti che non sono più i "ricchi scemi" di una volta, si lamentano sì delle perdite ma si tengono stretta la società, anzi, ci portano pure i figli o le figlie (con stipendi che arrivano anche ad un milione di euro all'anno; chiamali scemi!) e ad ogni campionato provano a spendere di più (senza, però, mettere mano al portafoglio).
Si passa alla Covisoc che controlla i bilanci, guarda sì la compra-vendita del marchio da padre in figlio ma "non può vedere" che è finta e fa aumentare i debiti (anche se può vederlo pure uno studente di prima ragioneria ripetente); si rimanda alla Figc (la "Confindustria" dei presidenti di calcio che non sono più ricchi e scemi) dove nessuno chiede rigore o denuncia irregolarità (sarebbe una specie di suicidio quasi collettivo); si finisce col contesto normativo e la specificità dello sport, che nessuno sa bene cos'è (e, infatti. tutti la chiamano in causa).
Dopo l'uscita, con tante polemiche, del prof. Uckmar dalla Covisoc, su queste benedette responsabiltà ci fu un lungo dibattito, che si può rintracciare in rete per ragionarci sopra. Leggendo il dibattito si scoprono due passaggi fondamentali: il primo in una paginata della Gazzetta dello Sport del 15 maggio 2002 (quando era ancora formato lenzuolo e non si limitava solo a "tutto il rosa della vita") e l'altro nell'audizione al Senato del prof. Uckmar del 23 aprile 2004.
Nell'articolo della Gazzetta c'è Carraro che, da politico consumato, chiama in causa il sentimento popolare (vi dice niente?); i bilanci irregolari sarebbero illeciti sportivi ma, si chiede Carraro (all'epoca presidente della Figc e contemporaneamente presidente anche del Mediocredito Centrale della Banca di Roma di Geronzi) "pensate che i tifosi italiani sarebbero in grado di accettare una penalizzazione dei propri club?". Tradotto dal politichese di Carraro e riferito ai nostri giorni sembra quasi che Abete e Matarrese possano avere questo dubbio: se mandiamo l'Inter in B per tutti gli illeciti sportivi che ha fatto, e continua a fare con i bilanci, siamo sicuri che poi i suoi ultras non buttino giù i motorini dalle gradinate di San Siro?
Nell'audizione al Senato, invece, il passaggio fondamentale è quello per cui la situazione dei controlli si sarebbe "ingarbugliata" quando il contesto normativo che doveva tener conto della specificità dello sport è stato riformulato, passando dalla legge 91/1981 alla 586/1996; quella del 1981 prevedeva che la Covisoc dovesse autorizzare le operazioni di carattere straordinario e potesse sindacare sui debiti bloccandoli; con quella del 1996 sono aumentati i controlli, ogni tre mesi le società devono documentare che la gestione è sana e corretta, devono anche indicare come rispettano il budget di inizio stagione (sembra incredibile ma è proprio cosi, c'è scritto nelle Norme Organizzative Interne Federali) ma di sindacare non se ne parla più e la Covisoc dovrebbe, invece, segnalare alla Procura Federale e questa deferire.
In effetti se una società di serie C2 paga le tasse con due gioni di ritardo scattano il deferimento e nell'arco di qualche mese anche le penalità (è successo ancora recentemente) mentre per i bilanci di alcune note società di serie A si arriva a parlare di illeciti tollerati ma di segnalazioni e deferimenti non si parla mai.
I riferimenti a Carraro e Uckmar sono datati 2002-2004. Sono passati solo pochi anni ma è come se fosse passato un secolo perchè, nel frattempo, nell'estate 2006 si è messo in piede il processo di calciopoli nel quale sono stati di nuovo chiamati in causa la specificità dello sport e il "sentimento popolare" ma non per tollerare un illecito che c'era (come si sta facendo per i bilanci sin dai tempi di Carraro), bensì per punire un illecito che non era previsto dalla normativa; il tutto sotto la regia a carattere straordinario di un professionista, il professor Guido Rossi, ex-consigliere dell'Inter e futuro consulente degli eredi di casa Agnelli. Un'offesa all'intelligenza di quanti sono ancora liberi di pensare con la propia testa, una conferma che le scusanti che vengono invocate per non doversi mettere in regola con i bilanci sono logore foglie di fico che non possono più nascondere le vergogne nè, tantomeno, camuffare gli svergognati. Che sono tanti: i "culi di pietra" che hanno occupato e occupano le poltrone di prima fila delle istituzioni sportive, la pletora di professionisti (giuristi di lungo corso, sopratutto) che si prestano a firmare sentenze sensa senso, i politicanti che a tempo perso si occupano anche di sport e poi quelli che nelle istituzioni sportive occupano, scodinzolando, le poltrone di seconda e terza fila e sbavano per scalare qualche posto.
Chi si deve vergognare, Azionisti e Presidenti oppure chi dovrebbe informare e non informa?
Ettore Italo Di Pietramala
(il testo originale è reperibile anche qui)

venerdì 10 ottobre 2008

Lega calcio: «Nessuna offerta valida» per la Tim cup

«Nessuna offerta valida» è giunta oggi alla Lega Calcio per i «diritti audiovisivi e radiofonici relativi alle partite della Tim Cup, da esercitare in chiaro o a pagamento, nel territorio italiano, stagioni 2008-2009 e 2009-2010». Lo ha comunicato la Lega che, a questo punto, «darà corso a singole ed autonome trattative nei confronti degli operatori della comunicazione e degli intermediari indipendenti che avranno manifestato la propria volontà di partecipare rispondendo al presente invito entro le ore 24» di domani. La base d'asta fissata dal presidente Antonio Matarrese per quella che un tempo si chiamava Coppa Italia era di 14 milioni per la tv e un milione per la radio. Cifre che non sono state evidentemente rispettate dalle emittenti concorenti.
La "Confindustria del pallone'' ha spiegato che «la trattativa avrà ad oggetto i diritti audiovisivi e radiofonici delle partite della Tim Cup da disputarsi dagli ottavi di finale in avanti alle condizioni coincidenti con quelle pubblicate nelle Linee Guida edite in data 31.07.2008». Si spera che il ricavato finale si avvicini il più possibile ai 14 milioni chiesti da Matarrese: sono necessari per definire i 65-70 milioni di mutualità per la serie B, concordati dalle assemblee di categoria nei giorni scorsi. Altrimenti partiranno nuovamente le proteste dei presidenti del "cadetti", incluso l'eventuale sciopero.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 1 ottobre 2008

Il Bari paga 2,73 milioni di debiti tributari in 59 rate

Il dato è emerso nell’analisi dei conti 2007 della squadra pugliese svolta da “il pallone in confusione”. La società della famiglia Matarrese, nella relazione sulla gestione, ha evidenziato che l’accordo per la dilazione è stato sottoscritto con l’Agenzia delle entrate nel dicembre 2006, a seguito di tre comunicazioni in cui si contestavano altrettante irregolarità. Contro di esse è stato proposto ricorso

Anche l’Associazione sportiva Bari, come altre società di calcio professionistiche, ha rateizzato i propri debiti fiscali. “Il pallone in confusione” lo ha notato analizzando l’ultimo bilancio disponibile in Camera di commercio al 31 dicembre 2007 della squadra di calcio della famiglia Matarrese, chiuso con una perdita di 5,22 milioni di euro in diminuzione dagli 8,04 milioni del 2006. Lo spiegano nella relazione sulla gestione i tre parenti del presidente della Lega calcio Antonio, in cui è evidenziato che «è regolarmente in ammortamento il pagamento delle rate concernenti la rateazione in 59 rate, sottoscritta con l’Agenzia delle entrate Ufficio di Bari 2 in data 19/12/2006». Nel documento non è stata comunicato l’anno in cui ha termine la rateizzazione, né la cadenza temporale del pagamento. L’operazione è stata garantita con polizza fidejussoria rilasciata il 15 dicembre 2006 da Assitalia (Gruppo Generali Assicurazioni) per il tramite di Rasini Viganò Assicurazioni. A fronte di questa garanzia, la società pugliese ha sottoscritto con Ina (sempre della Generali) nella stessa data un «contratto di capitalizzazione a premio unico – si legge nella nota integrativa che accompagna il bilancio – con rivalutazione annua del capitale collegata alla gestione patrimoniale Euro Forte». La consistenza iniziale della polizza Ina era di 1,65 milioni con un incremento annuo di poco più di 35mila euro. Sempre nella nota integrativa è indicato l’importo complessivo della rateizzazione pari a 2,73 milioni: esso è incluso nel paragrafo sui “debiti tributari”, che alla fine dell’anno scorso ammontavano a 3,32 milioni. In quest’ultimo, si legge nel documento contabile, «sono iscritti debiti per imposte ed addizionali, sui redditi da lavoro dipendente ed autonomo pari ad euro 492.419,88; Irap pari ad euro 547.794,95 ed il debito Iva che ammonta ad euro 122.833,75».
Il presidente Vincenzo, l’amministratore delegato Salvatore e il consigliere Salvatore Matarrese spiegano che la dilazione in 59 rate riguarda «la cartella di pagamento n.014/2006/00385350/43/000 notificataci come atto propedeutico all’accertamento che la stessa A.D.E. (Agenzia delle entrate ndr.) ha effettuato a seguito dell’accesso mirato presso la sede della nostra società sportiva nei giorni 22-23 febbraio 2006 al fine di verificare la corretta applicazione della normativa in materia di II. DD. (imposte dirette ndr.), Iva e Irap relativamente ai periodi di imposta 2004 e 2005». I Matarrese proseguono evidenziando che «l’Agenzia delle entrate ha notificato alla nostra società n.3 comunicazioni rappresentando la presenza delle seguenti irregolarità». Esse riguardano innanzitutto il «tardivo versamento di ritenute e addizionali su redditi di lavoro dipendente riguardante le mensilità da dicembre 2003 a dicembre 2004». Seguono gli «omessi versamenti dell’Iva periodica, dell’acconto e del saldo Iva riguardanti il periodo da gennaio 2004 a dicembre 2005». Infine, il fisco ha contestato gli «omessi versamenti di acconti e saldi Irpeg e Irap relativi alle annualità 01.07.2003 – 30.06.2004 e all’esercizio 01.07.2004 – 31.12.2004». Queste comunicazioni, si legge sempre nella relazione sulla gestione della società biancorossa, «contenevano l’invito a versare quanto dovuto entro il termine di giorni trenta dalla loro ricezione pena la perdita del beneficio della riduzione ad un terzo delle sanzioni». I tre Matarrese hanno «provveduto nei termini al versamento delle sanzioni ridotte limitatamente ai tardivi versamenti di ritenute e addizionali su redditi di lavoro dipendente riguardanti le mensilità da dicembre 2003 a dicembre 2004 per un ammontare pari al terzo della complessiva intera sanzione di euro 492.329,64». Inoltre, gli amministratori hanno proposto il ricorso contro «le citate comunicazioni per violazione dell’art.16 del D.Lgs.472/97», ma hanno «dovuto procedere alla sottoscrizione della rateizzazione per evitare ogni più grave e dannosa conseguenza esecutiva a nostro danno per la scadenza del ruolo notificatoci». Per porre fronte a queste omissioni, il presidente e i consiglieri sottolineano sempre nella relazione che è stato prudenzialmente collocato a bilancio «un fondo sanzioni e interessi ammontante ad euro 816.641,31, ritenuto congruo da questo consiglio anche sulla scorta del reale debito residuo, considerata pagata la rata scadente a marzo 2008». Gli interessi della rateazione del debito tributario costituiscono la quasi totalità della somma di 145.621 euro relativa alla voce “interessi su altri debiti”. Riguardo ai pagamenti delle scadenze, il collegio sindacale nella sua relazione ha «constatato il regolare pagamento».
Infine, il consiglio di amministrazione ha rammentato nella relazione sulla gestione «che per gli adempimenti previsti dai regolamenti della Figc, sotto il controllo della Covisoc, per l’iscrizione al campionato 2008/2009, non deve risultare presente alcun debito erariale corrente e non rateizzato, in pendenza con l’Amministrazione finanziaria, pena la non iscrivibilità al campionato». Il Bari ha sicuramente ottemperato a questi adempimenti, poiché ha ottenuto l’iscrizione al torneo di serie B, dove ha militato anche nel 2006.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

I tre contenziosi del Bari con il Comune per gli stadi

La società pugliese e l’ente pubblico hanno una serie di reciproche pretese risarcitorie e creditorie per l’utilizzo del “della Vittoria” e del “San Nicola”, il cui esito è al momento ancora incerto

«Allo stato attuale sono in essere tre distinti contenziosi con l’amministrazione comunale per la gestione dello stadio della Vittoria e dello stadio San Nicola». La notizia è stata riportata dal Bari nella parte “fondi per rischi e oneri” nella nota integrativa al bilancio 2007. E’ una vera e propria partita a “ping pong” tra la squadra di calcio della famiglia Matarrese e il Comune, il cui esito è al momento ancora incerto. La società biancorossa ha giocato gli incontri dei campionati nello vecchio stadio della Vittoria, costruito negli anni ’30, fino al 1990: in quell’anno si trasferì al nuovo impianto San Nicola, realizzato per i mondiali di calcio.
I giochi sono stati aperti alcuni anni fa dall’amministrazione del capoluogo regionale pugliese. «Il primo contenzioso nasce a seguito della richiesta avanzata dal Comune di Bari – raccontano i tre Matarrese componenti del consiglio di amministrazione – per il pagamento del corrispettivo relativo alla concessione in uso dello stadio della Vittoria nel periodo settembre 1979/settembre 1984, parzialmente soddisfatta con decreto ingiuntivo». A questa pretesa, i “galletti” pugliesi replicarono chiedendo «un risarcimento dei danni per la riduzione della capienza dello stadio disposta dalla Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo a decorrere dal 1° dicembre 1986».
Invece, per l’uso del nuovo impianto cittadino c’è un primo contenzioso. «Da una parte la pretesa creditoria avanzata dal Comune di Bari – proseguono i Matarrese – a titolo di pagamento dei canoni di concessione e di rimborso dei consumi per l’utilizzo dello Stadio San Nicola nel periodo maggio 1990/giugno 1994, per un importo complessivo di euro 726mila». Neanche in questo caso si è fatta attendere la risposta del club biancorosso. «Dall’altro, la pretesta creditoria avanzata dall’As Bari spa a titolo di pagamento del corrispettivo per la manutenzione dello stadio e degli impianti nel periodo 1° luglio 1991/30 giugno 1992, per un importo complessivo di euro 565mil (iscritto nei crediti)». Riguardo a queste pretese contrapposte «esiste un provvedimento giudiziario esecutivo, costituito dalla predetta sentenza del Tribunale di Bari n.113/2006 del 9 marzo 2006, con cui è stata parzialmente riconosciuta quella avanzata dal Comune per 181mila, oltre agli interessi legali a decorrere dal 2 marzo 1993».
Ma non è finita qui: il presidente Vincenzo e i due Salvatore Matarrese passano a illustrare l’ultima contesa con l’ente pubblico. «Esiste infine un ultimo contenzioso relativo alla corresponsione del canone di manutenzione dello stadio San Nicola. Il Comune di Bari richiede la restituzione della somma di euro 542mila, oltre interessi e maggior danno da svalutazione e spese processuali, corrisposta alla Società quale corrispettivo per la manutenzione dello stadio e degli impianti nel periodo 10 settembre 1990/30 giugno 1991. La Società avanza una pretesa creditoria per il medesimo importo, a titolo di ingiustificato arricchimento». Nel documento contabile si specifica che «è opportuno peraltro precisare che la pretesa creditoria del Comune di Bari è fondata su un titolo esecutivo (costituito dalla sentenze di 1° e 2° grado)».
Secondo la società calcistica «come evidenziato dai nostri consulenti legali, le pretese creditorie allo stato riconosciute in favore del Comune di Bari non risultano assistite da provvedimenti giudiziari definitivi e vengono quanto meno contrastate dalle pretese contro-creditorie avanzate dall’As Bari nel contenzioso insorto o in via di insorgenza». Di conseguenza è «difficoltoso prevedere l’esito del contenzioso – concludono i Matarrese nella nota integrativa – e quindi effettuare una stima attendibile di una eventuale passività potenziale».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati