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lunedì 2 marzo 2015

ESCLUSIVA PG –I bilanci del Parma e della Eventi Sportivi: avvincenti come un romanzo giallo

Nel bilancio della Eventi Sportivi chiuso al 30 giugno 2014 c’è un risvolto riguardante il passaggio di proprietà da Tommaso Ghirardi a Rezart Taçi. Lo stesso elemento è contenuto nel documento contabile della controllata Parma Football Club, chiuso sempre nello scorso giugno con una perdita di 13,7 milioni e depositato in Camera di Commercio: entrambi sono stati approvati il 27 dicembre scorso. E’ un passo della relazione sulla gestione firmata dal presidente Ghirardi in data 19 dicembre 2014, giorno in cui avviene la cessione della maggioranza delle azioni della Eventi Sportivi alla Dastraso Holdings Ltd di Taçi: «E’ significativo rimarcare che, a seguito della cessione della maggioranza delle azioni della società Eventi Sportivi, avvenuta in data odierna mediante girata delle azioni certificata dal Notaio Giovanni Posio di Brescia e registrata ai numeri 21, 22. 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34 e 35 del registro delle girate dello stesso Notaio, il nuovo socio “Dastraso Holdings Ltd” ha confermato in sede di atto quanto segue: omissis…resta inteso tra le parti che, a seguito delle cessioni di cui al presente accordo, parte cessionaria si impegna a supportare, in modo continuativo e irrevocabile, dal punto di vista societario, finanziario e patrimoniale la società ceduta al fine di garantire la continuità aziendale tanto di questa quanto delle controllate Parma FC S.p.A. e Parma Brand S.r.l., consentendo alle stesse di poter regolarmente adempiere a tutte le obbligazioni sociali». In pratica, è un obbligo sottoscritto dalla Dastraso Holdings di sostenere la Eventi Sportivi e il Parma. Ghirardi aggiunge: «Su tali fondamentali basi, il presente bilancio è stato redatto nella prospettiva della continuità aziendale, che è stata considerata appropriata dagli Amministratori, alla luce delle previsioni formulate e del supporto economico e finanziario garantito dal nuovo socio». Nella relazione sulla gestione del Parma, datata sempre al 19 dicembre, Ghirardi fornisce un quadro del pagamento degli stipendi: «La Società ha regolarmente pagato, nel corso della stagione sportiva 2013/2014 gli emolumenti dovuti i tesserati mentre, a seguito di intervenute difficoltà di natura finanziaria ha provveduto a pagare solo parzialmente quanto dovuto per la stagione in corso».
Il 9 febbraio scorso, al termine delle assemblee dei soci della Eventi Sportivi e del Parma, Pietro Doca, il gioielliere piacentino scelto dal petroliere albanese Rezart Taci come presidente della Dastraso Holding, ha affermato: «Abbiamo operato per il bene della società – si legge su GazzettadiParma.it – Quanto è stata pagata la società? Un euro. Quanto l’abbiamo pagata noi. Perché il problema sono i debiti». Doca ha aggiunto: «Perché ci siamo ritirati? Abbiamo trovato una situazione molto più grave».
Perplessità riguardo alla continuità aziendale sono state espresse dal collegio sindacale e dalla società di revisione Audirevi nelle rispettive relazioni datate 27 dicembre 2014 all’interno del bilancio consolidato della Eventi Sportivi (chiuso con un rosso di 7,32 milioni e un patrimonio netto negativo per 21,2 milioni) e in quello del Parma Fc. Per entrambi l’Audirevi nella sua relazione ha adottato la seguente formula: «Segnaliamo i principali eventi, circostanze, limitazioni ed incertezze sui seguenti aspetti che indicano l’esistenza di un’incertezza significativa che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità dell’impresa di operare in continuità aziendale». Nello specifico caso del Parma, la società di revisione rileva: «A causa della perdita di esercizio pari ad Euro 13.695 migliaia, la società versa nelle condizioni previste dall’articolo 2446 del Codice Civile. Il permanere della situazione di squilibrio finanziario della società, tendenzialmente dovuta ad un generale sbilancio tra ricavi e costi e dal mancato raggiungimento dei risultati potenzialmente ottenibili nella campagna trasferimenti 2014, ha generato difficoltà di natura finanziaria che hanno determinato il mancato rispetto di alcune scadenze specifiche prevista dalla Lega Calcio». L’Audirevi spiega: «A causa degli effetti connessi alle incertezze descritte nel precedente paragrafo 3, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio del Parma Football Club Spa al 30 giugno 2014». Analoga conclusione è stata espressa per il bilancio consolidato di Eventi Sportivi.
Nelle due relazioni, il collegio sindacale (Presidente Mario Bastianon, Osvaldo Francesco Maria Riccobene e Francesco Sorlini) comune ad Eventi Sportivi e Parma Fc ribadisce: «Come precisato dal soggetto incaricato della revisione contabile del bilancio in esame e da noi condiviso, segnaliamo l’esistenza di un’incertezza significativa che potrebbe generare dubbi sulla capacità dell’impresa di operare in continuità aziendale». Come già scritto da Ghirardi, anche i sindaci sottolineano che «il nuovo socio di maggioranza della società controllante Eventi Sportivi Spa ha dichiarato, nell’atto di acquisizione della maggioranza delle azioni datato 19 dicembre 2014, il proprio impegno a supportare, in modo continuativo e irrevocabile, dal punto di vista societario, finanziario e patrimoniale la società Eventi Sportivi Spa al fine di garantire la continuità aziendale della stessa e delle società controllate Parma Fc Spa e Parma Brand Srl consentendo alle stesse di poter adempiere a tutte le obbligazioni sociali; su tali fondamentali basi, il bilancio di esercizio è stato redatto nella prospettiva della continuità aziendale che è stata considerata appropriata dagli Amministratori, alla luce delle previsioni formulate e del supporto economico e finanziario garantito dal nuovo socio». I sindaci, secondo quanto riportato nei verbali delle assemblee di Eventi Sportivi e del Parma, «hanno comunicato in data 19 dicembre le loro dimissioni in via irrevocabile».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE DELL'ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

giovedì 15 gennaio 2009

Plusvalenze: deferiti ex dirigenti Parma Stefano Tanzi e Luca Baraldi

Il procuratore Palazzi ha archiviato la posizione del Parma per prescrizione

Il Procuratore Federale Stefano Palazzi ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale Stefano Tanzi (nella foto) e Luca Baraldi. La notizia è stata pubblicata poco fa sul sito della Figc. Il rampollo dell'ex patron della Parmalat Calisto all’epoca dei fatti era presidente del Consiglio di Amministrazione del Parma ed è stato deferito «per aver sottoscritto alcuni contratti attinenti a diritti alle prestazioni sportive di alcuni calciatori, con abnorme e strumentale valutazione dei diritti stessi».
Invece Baraldi, all’epoca dei fatti amministratore delegato del Parma, è stato deferito «per la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza per aver contabilizzato nel bilancio chiuso al 30 giugno 2003 plusvalenze fittizie derivanti dalla stipula di contratti attinenti a diritti alle prestazioni di calciatori con corrispettivi di gran lunga superiori a quelli realmente attribuibili ai diritti medesimi». Palazzi ha invece archiviato la posizione del Parma per intervenuta prescrizione.
Marco Liguori

martedì 16 dicembre 2008

Settore Crociato organizza la festa per i 95 anni del Parma

Riceviamo da Settore Crociato e pubblichiamo

Buongiorno Parma, Buongiorno Crociati,
oggi la squadra di pallone che porta il nome della nostra terra e la rappresenta compie 95 anni. Andiamone orgogliosi. Ricordiamoci questa ricorrenza, con fierezza e vanto, durante la nostra vita quotidiana, con le nostre professioni e le nostre missioni, nell’ambito della nostra Comunità.
Il Parma Calcio, con la sua Maglia e la sua Bandiera, ci unisce tutti nel segno dello sport, il quale, attraverso le gesta, non solo sul campo da gioco, di giocatori e tifosi, diventa patrimonio culturale e sociale di una collettività.
E’ con questo spirito che vogliamo celebrare il compleanno del ‘club’ Crociato: tutti insieme. Con un’iniziativa pensata da noi, ma che deve essere, diventare e svilupparsi in una festa partecipata e vissuta, da protagonisti, da ogni sostenitore, da ogni cittadino di Parma e della sua provincia.
L’appuntamento è per SABATO 20 DICEMBRE ALLE ORE 11 NELLA SALA DELL’ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA, IN VICOLO DELLE ASSE (Laterale di Borgo Parmigianino).
Lo scopo deve essere comune: il Parma Calcio, la crescita e il consolidamento di un affetto avvertito attorno a esso. Saranno presentati i primi risultati di una proposta ancora allo stato embrionale, che attende di essere alimentata da tutti noi, quella del Museo del Parma allestito dalle emozioni che la gente di Parma ha nel proprio cuore e dai ricordi che conserva nei propri personali archivi come materiale e cimeli di ogni tipo, ma non solo. Per entusiasmarci come ogni volta che vediamo correre la Maglia Crociata, non devi mancare.
La presente comunicazione funge da invito per te e per chiunque vuoi portare.
Settore Crociato
settorecrociato@yahoo.it

giovedì 13 marzo 2008

francese a giudizio

LiberoMercato 23 dicembre 2007

Mina Djetou sui conti del Parma

Marco Liguori
C'è la futura incognita Djetou a pesare sui conti del Parma. Nella nota integrativa del bilancio chiuso al 30 giugno scorso è evidenziato il contenzioso giudiziario per circa 9 milioni di euro aperto dal calciatore francese con il club emiliano, dove giocò nella stagione 2001/02 e tornò nel 2005 senza disputare partite. Il 13 marzo scorso Djetou ha notificato un ricorso aperto davanti al giudice del lavoro di Parma, chiamando in giudizio la società del presidente Tommaso Ghirardi. In esso il calciatore chiede, si legge nella nota integrativa, "nuovamente il pagamento di n.5 mensilità (3 delle quali già oggetto di pronuncia del collegio arbitrale), il risarcimento del danno così come previsto nell'accordo collettivo e il danno derivante dalla perdita di chances, quantificando la propria pretesa in complessivi 8.951.817,12 euro". Le 3 mensilità riguardano quelle di settembre, ottobre e novembre 2004 "per complessivi 1.025.242,57 euro, oltre a interessi e spese legali" cui è stato condannato il Parma dal Collegio arbitrale della Lega calcio il 16 aprile 2007. "Nella stessa data il medesimo organo giudicante – si legge nella nota – ha altresì dichiarato improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse le ulteriori due vertenze aventi ad oggetto le richieste di risoluzione del contratto promosse da entrambe le parti".
Il Parma è passato al contrattacco e si è costituito in giudizio "chiedendo il rigetto di tutte le domande avversarie – prosegue la nota – in particolare per carenza di giurisdizione e/o competenza, e formulando domanda riconvenzionale con la quale ha richiesto la condanna di Djetou al pagamento della somma di 7.331.554 euro a titolo di risarcimento del danno prodotto a causa della risoluzione ante tempus del contratto di prestazione sportiva per fatto e colpa dello stesso calciatore". La società ha "effettuato stanziamenti adeguati in merito al contenzioso", ma ha anche chiesto "la condanna del calciatore al risarcimento del danno" per temerarietà della lite.
Il bilancio 2006/07 del Parma si è concluso con una perdita di 3,24 milioni, coperta mediante utilizzo di pari importo della riserva da conferimento. L'anno scorso si era registrato un attivo di 3 milioni per la plusvalenza di 14,7 milioni realizzata su Alberto Gilardino. Riguardo alla somma incassata per l'attaccante è tuttora in corso un contenzioso giudiziario tra il Verona (da cui proveniva il calciatore) e il Parma. Il club emiliano presenta ricavi per 35,55 milioni (47,99 milioni nel 05/06) e costi per 39,71 milioni (47,73) con uno squilibrio di 4,16 milioni (4,11): senza plusvalenze (4,92 milioni) e minusvalenze (346mila) calciatori, che per i criteri civilistici sono componenti straordinarie, i ricavi ammontano a 30,62 milioni (26,04 milioni in 05/06), i costi a 39,37 milioni (47,14 milioni) e la differenza negativa per 8,75 milioni (-21,1 milioni).

fritto misto alla parmigiana

http://qn.quotidiano.net/calcio_mercato/2007/03/22/1835-Amministratori_delegati_calciatori_crediti_nuova_proprieta.shtml

I CONTI NEL PALLONE
Amministratori delegati, calciatori, crediti e la nuova proprietà
La struttura amministativa del Parma FC


Marco Liguori

AMMINISTRATORI DELEGATI
Ricoprire l’incarico di amministratore delegato del Fc Parma è molto remunerativo, anche se la società è stata per circa due anni in risanamento. Secondo le visure della Camera di Commercio, Luca Baraldi è stato “top manager” dal 25 giugno 2004 al 1° luglio 2005. Secondo quanto riportato a pagina 54 della nota integrativa al bilancio 04/05, Baraldi è stato l’unico componente retribuito del consiglio di amministrazione con la cifra di 312.128 euro. Niente male, se si considera che quell’esercizio si chiuse con una perdita di 10,32 milioni.
Anche il suo successore, Alberto Peroglio Longhin, non può lamentarsi. Visure alla mano, egli ha ricoperto l’incarico di amministratore delegato dal 13 luglio 2005 all’assemblea del 15 settembre 2005. In quella data Peroglio è stato confermato: si è dimesso il successivo 6 dicembre. Secondo l’ultimo bilancio, alla voce “compensi amministratore delegato”, Peroglio ha ricevuto 356.709 euro.
Gli altri membri del cda, in carica tutto l’esercizio, hanno dovuto spartirsi una cifra complessiva di 30mila euro: il presidente Antonio Angiolini ha ricevuto 100mila euro. Nel documento contabile non è riportata la retribuzione del direttore generale, Carlo Maria Berruti, nominato il 31 marzo 2006.

CALCIATORE
Nella relazione sulla gestione al bilancio al 30 giugno scorso si racconta la storia particolare dell’attaccante Francesco Ruopolo. Il ventitreenne giocatore era stato ceduto il 15 luglio 2005 a titolo temporaneo al Lokomotiv Mosca per 130mila euro, collezionando 7 presenze e non segnando gol. Rientrato a Parma il 2 gennaio dell’anno scorso, il giocatore vi resta sino agli inizi dell’estate seguente, disputando 6 partite senza avere segnato reti. Il 14 luglio 2006 è venduto alla Triestina a titolo definitivo con accordo di comproprietà, per l’“altisonante” cifra di 1000 euro: un vero e proprio crollo verticale della sua valutazione pari al 99,24%. Il Parma ha anche perso denaro in questa operazione. Nella nota integrativa si spiega che “si è proceduto alla svalutazione e alla creazione di apposito fondo di euro 123.858 relativa al giocatore Ruopolo Francesco, in quanto è stato ceduto nei primi giorni di luglio 2006 ed ha generato una minusvalenza di pari importo”.
CREDITI
Nel bilancio del Parma al 30 giugno scorso i crediti (43,14 milioni –0,19% rispetto al 2004/05) hanno superato i debiti (30,10 milioni, -37,83%) di oltre 13 milioni. La maggior parte dei crediti (38,74 milioni, +8%), gestiti dalla Lega Calcio, è vantato nei confronti di società calcistiche: gli importi maggiori sono verso il Milan (15,7 milioni), la Fiorentina (6,4 milioni), la Juventus (6 milioni), e il Palermo (4,6 milioni). Invece, i crediti verso clienti sono risultati pari a 2,79 milioni, in calo del 42,18% rispetto ai 4,83 del 2004/05. Da registrare l’incremento del fondo svalutazione crediti, passato a oltre 321mila euro a 1,08 milioni, compreso nel conto totale. Nella nota integrativa si spiega che vi sono inclusi i 254mila euro versati “a fronte del rischio di potenziale insolvenza crediti con Champion Europe per la stagione sportiva 2004/05”. Inoltre vi sono state inclusi oltre 759mila euro, sempre per lo stesso motivo, per il 2005/06 con l’ex sponsor tecnico. Marco Liguori

NUOVA PROPRIETA’ PARMA
Il 25 gennaio scorso si è insediata la nuova proprietà del Fc Parma, controllata dalla Eventi Sportivi srl. “La società Eventi Sportivi è controllata al 40% da me, al 40% da Angelo Medeghini, e al 20% dalla Banca del Monte di Parma” ha spiegato Tommaso Ghirardi, amministratore unico della controllante del Parma e neo presidente di quest’ultima. Spulciando gli elenchi soci in Camera di Commercio si nota però che il pacchetto di maggioranza (pari al 40,01%) della Eventi Sportivi è detenuto da due persone: da Ghirardi, tramite la Pasfin con il 20%, e da sua madre, Gabriella Pasotti, con il 20,01%. Madre e figlio sono in totale concordia sul controllo della società. Il 40% è detenuto da Angelo Medeghini, tramite la Damas, della omonima famiglia proprietaria della Industria Agricola Casearia Medeghini. Il 19,99% è invece posseduto dalla Banca del Monte di Parma (di cui è secondo azionista il Mps).

plusvalenza fondamentale

http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/06/25/1667-cosi_gilardino_salvato.shtml

I CONTI DEL PALLONE

Così Gilardino ha salvato
il Parma dal disastro


La cessione dell'attaccante al Milan ha consentito di sistemare una situazione che minacciava di risultare irrimediabile.Tutti i numeri del club emiliano. La grande inchiesta curata da Marco Liguori

Il Fc Parma deve ringraziare Alberto Gilardino per aver chiuso il bilancio al 30 giugno scorso con un utile di 3,01 milioni di euro, un salto in avanti rispetto al rosso di 10,32 milioni dell’esercizio precedente. Infatti, la società nata nel giugno 2004 dal conferimento del ramo aziendale dell’Ac Parma posto in amministrazione straordinaria dalla Legge Marzano emanata dopo il dissesto del gruppo Parmalat, ha conseguito una plusvalenza di 14,7 milioni di euro dalla cessione dell’attaccante al Milan. Senza di essa, la stagione si sarebbe chiusa con una perdita di circa 8,99 milioni.

Il Parma, di recente ceduto a una cordata facente capo agli industriali Tommaso Ghirardi e Angelo Medeghini ( vedi box a seguire ), ha conseguito complessivamente 21,94 milioni di plusvalenze con le cessioni di Simplicio (4,3 milioni), Frey (2,5), Carotti (330mila euro) e altri giocatori (7mila euro) in netto aumento rispetto agli appena 7,41 milioni della stagione precedente. Di contro ha subito minusvalenze per appena 591mila euro. Come l’Inter, anche la squadra ducale ha il “vizietto” di porre queste componenti tra i ricavi (plusvalenze) e i costi (minusvalenze).

Nella nota integrativa, firmata dal presidente Enrico Bondi, allegata al bilancio disponibile in Camera di Commercio ciò è stato giustificato con l’applicazione della struttura del bilancio prevista dall’articolo 84 delle Norme organizzative federali. Peccato però che il Codice Civile preveda diversamente, poiché i calciatori sono un bene aziendale: la loro cessione è una componente straordinaria e non ordinaria. Con l’applicazione dell’articolo 84 delle Noif risulta positiva per 4,11 milioni: invece per il Codice le spese superano le entrate per 17,24 milioni.

Sempre riguardo al conto economico, si nota che i proventi radiotelevisivi sono diminuiti dai precedenti 29,89 a 12,60 milioni: è svanito “l’effetto Tanzi”. Nell’era del calcio a scopo di lucro, avere un grande gruppo industriale alle spalle è indispensabile per strappare contratti favorevoli con i media. Sono anche crollati gli incassi delle partite del campionato (da oltre 2 milioni nel 04/05 a 1,31 milioni nel 05/06) e degli abbonamenti (da 2,96 milioni a 2,40 milioni).

Ma al Parma mancano soprattutto gli incassi delle coppe europee: nel 2004/05, quando arrivò sino in semifinale di Coppa Uefa, ottenne oltre 557mila euro, mentre nella passata stagione ha partecipato alla sola Coppa Italia, introitando appena 52mila euro. Riguardo allo stato patrimoniale, si segnala un calo dei debiti tributari (-58,82%) che hanno toccato i 3,5 milioni: la gran parte sono ritenute su redditi di lavoratori dipendenti (2,78 milioni).

Però sui conti del Parma oscilla una spada di Damocle. Essa riguarda la causa civile intentata dall’Hellas Verona “al fine di far valere l’efficacia – si legge nella nota integrativa – di una asserita scrittura nella quale il Parma Ac avrebbe riconosciuto al Verona in caso di trasferimento del calciatore Gilardino metà dell’importo corrisposto alla eventuale società cessionaria”.

Questo documento fu sottoscritto nel 2002 dai dirigenti dell’epoca: per l’Ac Parma dal direttore sportivo Arrigo Sacchi e dal patron Calisto Tanzi, per il Verona dall’ex presidente e proprietario Giovambattista Pastorello. Gilardino sarebbe stato ceduto gratuitamente dall'Hellas a patto che, in caso di sua successiva cessione, il Parma avesse corrisposto la metà della somma al Verona.

La vertenza è iniziata nel novembre 2005: se il Verona fosse vittorioso, al Parma non resterebbe che versare 12 dei 24 milioni corrisposti dal Milan per l’attaccante della nazionale, anche perché la sentenza di primo grado è subito esecutiva. In questo caso, il risultato in attivo del 2005/06 sparirebbe d’incanto. Anche se gli amministratori del Parma nel bilancio affermano che “ritengono non probabile la condanna della società nel contenzioso”, la causa prosegue. Ma c’è forse uno spiraglio per la sua soluzione.

“Nell’udienza del 24 gennaio scorso – afferma il legale del Verona, Mario Giannotta – le parti hanno chiesto concordemente il rinvio, che il giudice ha concesso al 12 giugno prossimo. Le nuove proprietà di Verona e Parma hanno intenzione di trovare un accordo per risolvere la questione”. Ma i guai legali del Parma non finiscono qui. Nel bilancio al 30 giugno è riportato un accantonamento a fondo rischi di 4,77 milioni, su un totale di 7,98 milioni, “l’eventuale onere ritenuto probabile” relativo anche ai ricorsi intentati dal difensore Martin Djetou e dal Parma dinanzi al Collegio arbitrale della Lega Calcio, riguardanti il contratto quinquennale sottoscritto nel 2001.

Il giocatore francese giocò a Parma solo nel 2001/2002, collezionando 23 presenze e segnando due gol: dopo essere ceduto al Fulham, tornò a Parma nel gennaio 2005, ma non disputò alcuna partita. L’accordo prevedeva un compenso annuo netto di 2 milioni di dollari: il Collegio nel novembre 2004 ha condannato la società parmigiana a pagare al calciatore francese 699.360 euro lordi e ha deliberato nel gennaio 2005 la risoluzione del contratto. Intanto il calciatore ha anche inoltrato un’istanza alla Direzione provinciale del lavoro per il tentativo di conciliazione: se fallisse, ci potrebbe essere un’ulteriore giudizio civile per il Parma.

La società ha inoltrato un ricorso al Tar dell’Emilia Romagna per ottenere l’annullamento del certificato di idoneità agonistica del giocatore, rilasciato dalla Commissione Regionale. Ma ci sono anche problemi bancari. Banca Italease-Factorit ha trascinato in giudizio la Lega Calcio per il pagamento di 8,8 milioni di crediti dell’Ac Parma in amministrazione straordinaria, a sua volta ceduti da quest’ultima all’istituto bancario per un rapporto di factoring.

Da Banca Italease si limitano a dire che “la vertenza prosegue”. Secondo la nota integrativa, la Lega ha cercato di coinvolgere il nuovo Fc Parma nel procedimento: il giudice si è riservato di decidere in merito. Invece, si è risolta la vertenza riguardante Mps Gestione Crediti: quest’ultima è una società del gruppo Mps, secondo azionista della Banca del Monte di Parma, a sua volta possessore dal 19 gennaio scorso del 19,99% della Eventi Sportivi che controlla il Fc Parma. Mps Gestione Crediti aveva esperito un’azione giudiziaria contro la Lega Calcio per recuperare 2,69 milioni di crediti ceduti dal vecchio Parma.

A sua volta, la Lega ha “avanzato pretese risarcitorie nei confronti del Fc Parma”. Interpellato in merito, il Monte dei Paschi ha spiegato che “è stata raggiunta una soddisfacente transazione con la Lega Calcio, perfezionata il 22 dicembre scorso con Fc Parma”.
di Marco Liguori

laurea o non laurea?

il manifesto 20 febbraio 2004

Un supermanager vi seppellirà


di Marco Liguori e Salvatore Napolitano

A Roma, come del resto in Italia, un titolo di dottore non si nega a nessuno: nemmeno a Luca Baraldi, il supermanager che da mesi viene indicato da più parti come unico salvatore possibile per il disastrato calcio italiano. L'ex amministratore delegato della Lazio, tornato al Parma da poche settimane, compare appunto con questa qualifica in tutte le comunicazioni ufficiali della società biancoceleste alla Borsa. Come, ad esempio, la trimestrale al 31 marzo 2003, il bilancio al 30 giugno 2003 e il prospetto informativo dell'aumento di capitale dell'estate scorsa. E anche nei contratti firmati con i calciatori laziali il timbro recante il suo nome contiene la sigla di dottore: «Sono laureato in economia e commercio», ha spiegato al telefono. Ma non ha voluto rivelare né l'Università, né l'anno di laurea: «Questione di principio», ha detto. Alla Lazio riferiscono di non avergli mai chiesto il titolo di studio, ma di supporre che fosse laureato, visto il ruolo che occupava.
E allora bisogna andare molto a ritroso nel tempo. Ne ha fatta di strada, e non solo nel mondo del calcio, quel giovane difensore dai piedi ruvidi di cui qualcuno conserva ancora memoria a Modena. Era la fine degli anni Settanta, periodo in cui i «canarini» retrocessero dalla serie B alla C1. Da allora, Baraldi non ha più sbagliato una mossa: soprattutto il 2003 è stato il suo anno. E' arrivato alla Lazio dopo una folgorante ascesa: partì dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna, dove era arrivato a dirigere l'agenzia di Collecchio e da cui uscì nel 1994. Passò poi all'istituto di credito francese Indosuez, prima dell'approdo alla Banca del Monte di Parma, dove divenne in breve vice direttore generale: andò via nel maggio 2001, e un paio di mesi dopo fu cooptato da Calisto Tanzi al Parma Calcio come direttore generale, e, successivamente, catapultato nella Capitale per salvare la Lazio. Alla Popolare dell'Emilia Romagna lo ricordano, documenti ufficiali alla mano, come ragioniere: stesso discorso alla Banca del Monte di Parma. Si sarà dunque laureato dopo il maggio 2001 tra il salvataggio del Parma e quello della Lazio.
Proprio i dieci mesi trascorsi a Formello, dove è approdato il 3 gennaio 2003 per andarsene il 3 novembre, sono stati un vero capolavoro: per lui, non per la società biancoceleste. E' tutto scritto nei bilanci: sotto la sua guida, la Lazio ha chiuso con un rosso di 121,86 milioni. Nell'esercizio precedente, l'ultimo sotto la guida di Sergio Cragnotti, le perdite erano state inferiori, perché pari a 103,05 milioni. E' vero che Baraldi ha preso la guida a metà dell'esercizio 2002-2003 e che si è imbattuto in crediti inesigibili iscritti a bilancio dalla precedente gestione, o addirittura mai sorti come un famoso credito di 17 milioni e 648mila euro verso l'Erario, contestato dal collegio sindacale, ma è altrettanto vero che ha potuto sfruttare l'ineffabile legge 27, meglio conosciuta come «spalma perdite», che ha consentito di abbattere il valore del patrimonio calciatori, ripartendo in dieci anni la perdita emergente. Un risparmio considerevole, dal momento che la Lazio ha effettuato una svalutazione di circa 213 milioni, e ha applicato la legge seguendo l'interpretazione della Lega calcio e non quella dell'O.I.C., l'Organismo italiano di contabilità, che certo doveva avere una valenza maggiore: ciò ha prodotto un risparmio ulteriore di 54milioni e 400mila euro.
E il progetto con il quale la società biancoceleste sarebbe uscita fuori dal tunnel, pomposamente denominato come «piano Baraldi»? Una comica: l'ex amministratore delegato biancoceleste asserisce di aver dimezzato il monte stipendi. Lo ha ribadito anche nelle ultime settimane. Persino uno svogliato studente di ragionieria reputerebbe sbagliata questa affermazione: il piano prevede che il 55% dello stipendio sia pagato subito, e il restante 45% in 36 rate mensili di pari importo con decorrenza primo luglio 2005 o dalla data di scadenza del contratto se antecedente. Altro che dimezzamento. Il costo resta assolutamente invariato: ciò che cambia è solo la natura del debito, una parte del quale diventa di lungo periodo. Il «piano Baraldi» consta anche di altri elementi: la conversione in azioni dell'equivalente di cinque mesi di stipendio dei calciatori e la richiesta di rateizzazione in dieci anni dei debiti verso l'Erario per l'Irpef sui redditi dei calciatori. Per quanto riguarda la conversione, per ora è saltata perché non è stata approvata dall'assemblea dei soci entro la prevista scadenza del 20 dicembre. Quanto alla rateizzazione, la legge impone come obbligatorie le garanzie bancarie che la Lazio non è riuscita a ottenere. Non a caso, l'Agenzia delle Entrate non ha ancora risposto alla richiesta, fatta il 18 luglio. Per il suo operato, Baraldi ha ricevuto poco meno di sei milioni di euro lordi. Un milione e 477mila in qualità di amministatrore delegato, 4 milioni e 512mila come direttore generale. Di questa somma fa parte anche un bonus di 2 milioni e 96mila euro, legato al raggiungimento dell'obiettivo di diminuire il monte stipendi laziale del 25%. E chi è stato a giudicare centrato il risultato? Naturalmente, i vertici dirigenziali, tra cui spicca l'amministratore delegato: ossia proprio Baraldi. E' il motivo per cui la Lazio vorrebbe recuperare quel bonus.
Non è tutto. Baraldi è evidentemente ubiquo: poche settimane dopo essere giunto nella Capitale, a fine gennaio 2003 è stato nominato consigliere di amministrazione di Parmatour e il 14 marzo consigliere di Telemec, società editrice di alcune televisioni locali del parmigiano e del piacentino: entrambe le aziende facevano capo alla famiglia Tanzi. In ogni caso, Baraldi ha un fiuto sopraffino: poco prima dello scoppio della bufera Parmalat, precisamente a luglio, è uscito dal cda di Parmatour. I motivi? Perché ha «contestato dei verbali» e perché aveva «troppi impegni a Roma». Ma li aveva anche quando accettò la nomina. E a metà gennaio 2004, in concomitanza con la sua nomina ad amministratore delegato del Parma, si è dimesso anche dal suo incarico alla Telemec. Ora è in corsa per sostituire l'ex presidente del Parma, Stefano Tanzi, come vicepresidente della Lega calcio. La scalata continua.
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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