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mercoledì 24 settembre 2008

Sanzioni tifosi Napoli: politici, se ci siete battete un colpo

Il vicepresidente della Provincia di Verona si lamenta del mancato inserimento nella lista dei "buoni" dei tifosi del Chievo con il direttore dell'Osservatorio, che così tornano in "paradiso". A quando una nota di protesta ufficiale di esponenti napoletani per le inique sanzioni a cui è sottoposta la tifoseria azzurra?

Poco fa l'Ansa ha battuto la notizia che per l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive del ministero dell'Interno la tifoseria del Chievo è ritornata tra quelle "buone". Anzi, per meglio precisare il direttore Domenico Mazzilli  ha scritto che «è sana e stimata» in una lettera al vicepresidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello. La "retromarcia" del numero uno dell'organismo del Viminale è arrivata dopo che l'esponente politico si era lamentato alcuni giorni fa riguardo alla mancata citazione dei supporters del Chievo nella graduatoria delle "buone tifoserie" nel rapporto sul tifo, dove sono presenti i sostenitori di Lazio e Fiorentina. Ma leggiamo il carteggio tra i due. «Questi tifosi - ha affermato Mazzilli nella missiva - sono citati quale mero esempio di successo: dopo le intemperanze degli anni passati, hanno intrapreso un positivo percorso di dialogo sia con le istituzioni, sia nei confronti dei sostenitori delle squadre avversarie. Tra quelle "buone" è da includere senza dubbio - ribadisce il direttore - la tifoseria del Chievo, insieme alla maggioranza dei tifosi di tutte le altre squadre». Pastorello ha risposto affermando di essere «soddisfatto della celerità con cui il presidente Mazzilli ha risposto è importante constatare che l'esempio positivo della tifoseria del Chievo abbia una evidenza nazionale».
Dunque è bastata una "raccomandazione" di un politico a certificare il "bollino blu" della bontà dei tifosi del Chievo. Forse non sarebbe neppure servita: a memoria d'uomo non si ricordano episodi truci in cui siano stati coinvolti i sostenitori degli "asini volanti". Ma è stato necessario l'intervento del vicepresidente della provincia. In teoria potrebbe accadere anche per i tifosi del Napoli, in modo da ottenere un provvedimento di clemenza, visto che, anche da quanto documentato da inchieste giornalistiche, esistono ancora numerosi punti oscuri su ciò che è accaduto nel corso della giornata di domenica 31 agosto. Le responsabilità dei tifosi sono ancora tutte da dimostrare. Tuttavia, a parte le dichiarazioni del sindaco Rosa Russo Iervolino e del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, non si sono sentite altre voci di politici napoletani in favore della squadra di De Laurentiis e della sua tifoseria: né dal centrodestra, né dal centrosinistra. Anzi, sarebbe stato più opportuno scrivere una lettera ufficiale di rimostranze al direttore dell'Osservatorio, come ha fatto Pastorello. Invece, non è accaduto nulla di tutto questo, purtroppo in una logica di indifferenza bipartisan. Neppure il Club Napoli Montecitorio, nato nel luglio 2007, ha dato segnali di vita. Intanto, il Napoli sta per terminare di scontare la squalifica delle curve del San Paolo chiuse e c'è stato il divieto di andare in trasferta a Genova per la partita con i "gemellati" rossoblù. Anzi, è vietato anche ai napoletani residenti in altre regioni, ad eccezione della Liguria, di recarsi allo stadio "Luigi Ferraris". A tutto ciò si aggiunge il divieto generale delle trasferte enunciato dal ministro Maroni. Politici napoletani, se ci siete, battete un colpo!
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

giovedì 4 settembre 2008

Permettete una parola? – Scuole e teatri non sono adatti a raccogliere le firme del Daspo

Permettete una parola? Oggi pomeriggio il ministro della Difesa e reggente di An, Ignazio La Russa, ha annunciato alcuni provvedimenti contro la violenza negli stadi nel disegno di legge sulla sicurezza attualmente all'esame del Senato. Lo ha fatto in una conferenza stampa convocata per ribadire «la stima del suo partito verso le forze dell'ordine». Premettiamo che abbiamo il massimo rispetto per gli agenti di Pubblica sicurezza, i Carabinieri e tutti i corpi di polizia giudiziaria: molti di essi rischiano l’incolumità fisica, se non spesso anche la vita, nello svolgimento del proprio dovere per poche migliaia di euro al mese.
I primi sono certamente condivisibili e più che appropriati dopo gli incidenti di domenica scorsa a Roma e a Napoli. Si introduce la tolleranza zero nei confronti dei violenti durante le manifestazioni sportive tramite l’inserimento di nuove norme, tra cui la firma obbligatoria per i tifosi colpiti da Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive, ossia divieto di acceso allo stadio).
E’ molto importante l’annuncio del ministro della volontà del suo schieramento politico di «reintrodurre il reato di oltraggio a pubblico ufficiale», con l’inasprimento delle pene per il reato di danneggiamento su cui «attualmente c’è l’arresto solo se avviene durante la partita e dentro lo stadio» ha spiegato La Russa. L’intenzione dell’esecutivo è di «estenderlo anche alle vicinanze dello stadio e a tutta la durata del trasporto verso la manifestazione sportiva». Perfetto.
Inoltre An vuole introdurre la firma obbligatoria per i tifosi colpiti da Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Anche questo è un concreto passo in avanti. Adesso però viene il bello. Secondo La Russa si potrebbe anche concedere ai prefetti la possibilità di ricorrere a luoghi alternativi alle caserme per la firma dei tifosi colpiti dal provvedimento, come «ad esempio anche scuole e teatri». Ciò vuol dire che alla domenica si dovranno tenere aperte anche i plessi scolastici, già oberati di problemi propri, per ospitare poliziotti e carabinieri che devono registrare che gli ultras non siano allo stadio. Non ha pensato il ministro che, nel caso in cui una scuola fosse adibita a questo compito e non essendo una caserma con sistemi di sorveglianza, potrebbe essere oggetto di un attacco da parte dei tifosi organizzati e armati, come le cronache degli ultimi giorni ci hanno mostrato? Se questi "paramilitari" armati di mazze, bastoni, catene, coltelli, tirapugni e petardi riescono ad assaltare uno stadio o una stazione ferroviaria, figuriamoci se hanno scrupolo nell’assaltare una povera scuola indifesa. Come potrebbero colpire anche i teatri, edifici ancor meno adatti a questo compito. Nei templi della commedia e della tragedia ci saranno forse persone in divisa. E dove saranno alloggiati questi ultime? Forse sui palcoscenici? Meglio lasciare tutto così com’è, con le forme da raccogliere nelle caserme.
Altra considerazione. Per costringere un tifoso con il Daspo, bisogna sottoporlo al fermo di polizia o arrestarlo. Se non è colto in fragranza di reato, è ben difficile acciuffarlo: il famoso biglietto nominativo ha fatto acqua da tutte le parti. I bagarini continuano a vendere i tagliandi fuori gli stadi: chi acquista i biglietti da loro entra comunque. Le cronache sono piene di gente entrata allo stadio con nomi fasulli e illustri come Giovanna D’Arco, Napoleone Bonaparte, Giulio Cesare. Questa importante riforma, introdotta con il Decreto Pisanu, avrebbe potuto funzionare in un solo modo: con l’introduzione obbligatoria della carta d’identità elettronica, da passare ai tornelli dei varchi degli impianti assieme al biglietto nominativo elettronico. In questo modo si è certi (o almeno quasi) dell’identità di chi entra: ovviamente, i dati sensibili introdotti nel sistema elettronico dovrebbero essere obbligatoriamente eliminati dopo qualche settimana dall’evento sportivo, in modo da non creare problemi di privacy.
Inoltre il ministro suggerisce anche di impiegare gli ultras in lavori socialmente utili nelle ore prima della partita, dandogli eventualmente la possibilità di guardare la squadra del cuore in televisione. Insomma, per dirla con il sommo poeta Dante, con un provvedimento "a miracol mostrare" i terribili tifosi organizzati come branchi di lupi si trasformerebbero in docili singoli agnellini. E se guardando la partita, si esagitassero comunque e sfasciassero, ad esempio, un centro sociale per anziani, chi pagherebbe dopo? Occorre prima che queste persone siano sottoposte a misura cautelare, per ribadire il concetto che chi sbaglia paga: principio base della "tolleranza zero" sbandierata dall'attuale governo in nome della plurinominata "sicurezza". Soltanto dopo si può ideare un percorso riabilitativo con il lavoro.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

mercoledì 23 luglio 2008

Ferretto (An): evitiamo tagli con recupero debiti società calcistiche

Secondo il consigliere della Regione Lombardia, la somma di 754 milioni va data alle forze di polizia. L'esponente politico concorde con le tesi del professor Uckmar: il fisco deve rivalersi sui campioni del pallone


Finalmente si leva una voce dalla politica che nota l'ingente stato debitorio dell'italica pedata. Il consigliere della Regione Lombardia, Silvia Ferretto Clementi, ha spiegato che «sono ben 754 i milioni di euro di debiti accumulati nel quinquennio 2000-2005 dalle società di calcio professionistiche, praticamente quanto dovrebbe essere tagliato alle forze di polizia». Ferretto ha una proposta molto semplice: «Recuperare questi 800 milioni "scarsi" di euro di debiti tributari delle societa' di calcio e destinarli alla sicurezza». L'esponente di An ricorda che «in alcuni casi, le società sono fallite e in altri sono in gravi difficoltà, ma non per questo si può pensare ad un condono. Nel primo caso ci si può affidare agli strumenti giuridici del fallimento e dell'eventuale bancarotta per gli amministratori. Negli altri, dato che in gran parte i tributi evasi sono le trattenute che le societa' calcistiche hanno effettuato sui salari dei calciatori, esiste, per legge, una responsabilita' solidale di questi ultimi». Ma cosa vuol dire ciò, tradotto dal "politichese"? «Significa - afferma la Ferretto Clementi - che ove le società non paghino, il fisco può e deve agire nei confronti dei singoli giocatori, i quali potranno, a loro volta, rivalersi nei confronti delle società inadempienti».
In sostanza, la consigliera regionale di An sottoscrive quello che ha affermato il professore Victor Uckmar in una sua intervista rilasciata lo scorso 12 dicembre a Liberomercato (http://marcoliguori.blogspot.com/2008/02/totti-e-buffon-pagate.html). E lo fa citando la suprema corte. «La Corte di Cassazione lo ha ripetutamente affermato - ha proseguito la Ferretto nel suo comunicato - il debitore principale nei confronti del Fisco è comunque sempre il percettore del reddito e non il sostituto d'imposta. Per questo - prosegue Silvia Ferretto- così come prevede la legge e come accade nel caso dei contribuenti "comuni", ai quali sono pignorati in alcuni casi persino gli strumenti di lavoro, si deve procedere nei confronti dei giocatori. Come stabilito dalla Costituzione i contribuenti sono tutti uguali davanti al Fisco e per questo non si possono usare due pesi e due misure».
Occorre quindi recuperare l'ingente somma del debito fiscale delle società fiscale per impiegarlo per l'operato delle forze di polizia. «E' evidente - conclude Ferretto - che prima di toccare un settore così delicato e già fortemente penalizzato, come dimostrato anche da uno studio dell'UGL secondo il quale il 61% di chi lavora nel settore della sicurezza vive con meno di 1.200 euro al mese e l'81% di loro si è indebitato per acquistare beni di consumo, occorre impegnarsi per recuperare quei debiti mai pagati che permetterebbero di non toccare i fondi per la sicurezza».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile con la citazione della fonte)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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