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martedì 23 settembre 2008

Quant’è cara San Siro per Moratti: 37mila euro da Saras all’Inter per i biglietti

La cifra è evidenziata nel bilancio 2007 della società di raffinazione esaminato da "il pallone in confusione": non è specificato se i tagliandi siano stati dati ai dipendenti oppure anche a terzi, né a quale ordine di posto si riferiscano. Nel prospetto della quotazione a Piazza Affari sono evidenziati i conflitti d’interesse con Banca Intesa e Jp Morgan

La perizia dei Pm del tribunale di Milano, riportata oggi dal quotidiano “La Repubblica”, ha evidenziato un valore gonfiato per la quotazione, avvenuta il 18 maggio 2006, in Borsa di Saras probabilmente destinati a coprire i debiti dell’Inter. L’esame dei bilanci e del prospetto dell’ammissione al listino dell’azienda di Massimo e Giammarco Moratti, svolto da "il pallone in confusione", evidenzia una serie di intrecci che rappresentano potenziali o dichiarati conflitti d’interesse, i quali, allo stato attuale della normativa, non hanno alcun rilievo penale. Esiste soltanto l’obbligo di evidenziarli per le società quotate a Piazza Affari. Ma anche nei bilanci di Telecom Italia, di cui Massimo Morati è stato azionista e consigliere di amministrazione, non mancano le sorprese. E in entrambi i casi c’entra anche la Fc Internazionale, posseduta sempre da Massimo Moratti.
Stando al bilancio consolidato 2007 del Gruppo Saras, la squadra nerazzurra è inclusa nel prospetto delle «transazioni intervenute con parti correlate». La società di raffinazione petroli della famiglia Moratti ha pagato 37mila euro all’Inter per «acquisto biglietti ingresso per manifestazioni sportive». La cifra pagata, anche se ha avuto uno scarso impatto economico sui conti Saras, pari allo 0,01%, è comunque cospicua. Identica percentuale anche nel 2006, per un importo di 35mila euro. Nel documento contabile non è specificato il tipo di posti dello stadio di San Siro. Inoltre, non è stato dichiarato se siano stati destinati a dipendenti del gruppo Saras o anche a soggetti terzi ad esso. Se fosse vera quest’ultima ipotesi, forse potrebbero essere stati elargiti per un atto di munificenza dal presidente dell’Inter ad alcuni fortunati.
Esiste anche un nesso tra Telecom Italia e Fc Internazionale. Massimo Moratti ne è stato consigliere di amministrazione della società di telefonia dal 6 maggio 2004 sino al 16 aprile 2007. L’Inter ha avuto una serie di rapporti correlati con Telecom, stando al bilancio consolidato 2007 di quest’ultima, all’epoca controllata da Marco Tronchetti Provera. Nel documento contabile è evidenziato che l’ex monopolista telefonico ha speso «euro 2 milioni (euro 2 milioni nell’esercizio 2006), a costi di sponsorizzazione e di “content provider” da F.C. Internazionale Milano S.p.A. - società correlata per il tramite del Dott. Moratti». Inoltre, Telecom aveva con la squadra nerazzurra 2 milioni per «debiti relativi ad attività di sponsorizzazione». Moratti ha lasciato la Telecom per scadenza del suo mandato: i rapporti con l’Inter sono proseguiti fino al 30 giugno 2007.
E giungiamo così all’operazione di quotazione, oggetto dell’indagine della Procura della Repubblica di Milano. A pagina 151 del prospetto informativo è evidenziato che i due fratelli, definiti «azionisti venditori» nel documento di offerta pubblica di vendita e sottoscrizione delle azioni Saras, all’epoca della quotazione erano soci di Banca Intesa. Il «responsabile del collocamento ovvero sponsor» dell’opv era Banca Caboto, facente parte proprio del Gruppo Intesa. Ma c’è di più. A pagina 44 del documento è stato dedicato un paragrafo sul «rischio relativo al conflitto di interessi con Banca Caboto e Banca Intesa». In esso è evidenziato che «Banca Caboto, che agisce in qualità di Co-Global Coordinator, sponsor responsabile del collocamento, in relazione all’offerta al pubblico indistinto, ed in qualità di Co-Lead Manager, in relazione all’offerta istituzionale, si trova in una situazione di conflitto d’interesse in quanto facente parte del Gruppo Intesa». Dopo questo chiaro preambolo, il prospetto spiega quali sono questi elementi che compongono il conflitto d’interesse. «Tra il Gruppo Intesa, Saras e le altre società del gruppo di appartenenza dell’emittente (ossia di Saras ndr), esistono consolidati rapporti di natura creditizia e commerciale. In particolare Banca Intesa ha in essere, alla data del 28 febbraio 2006, rapporti creditizi nei confronti dell’emittente e di altre società del gruppo di appartenenza pari a circa euro 103 milioni. Alla stessa data, i rapporti di natura creditizia con Sarlux erano pari a euro 49 milioni». In totale, alla data del collocamento, l’esposizione del gruppo Saras con il Gruppo Intesa era di 152 milioni. «Si evidenzia inoltre che è stato costituito un diritto di pegno – si legge sempre nel prospetto – sulle quote di Sarlux a favore e in garanzia di un pool di banche, tra le quali Banca Intesa, in relazione al project finance» acceso in favore di Sarlux. Esso è servito a finanziare la costruzione e gestione di un impianti di gasificazione integrata a ciclo combinato. Inoltre, riporta sempre il prospetto di quotazione, «il Gruppo Intesa presta servizi di natura creditizia a favore di Massimo Moratti, uno degli azionisti venditori. Banca Caboto si trova in una situazione di conflitto d’interesse in quanto garantirà insieme ad altri intermediari il collocamento delle azioni oggetto dell’offerta globale». Il rapporto con Intesa (adesso Intesa Sanpaolo), stando al bilancio al 31 dicembre 2007 del gruppo Saras, è proseguito ed è molto solido. La controllata Sarlux risulta avere un’esposizione con l’istituto milanese per 158,9 milioni: l’importo più elevato di tutto il gruppo su 293,9 milioni di indebitamento bancario complessivo. Infine, il prospetto evidenzia che Jp Morgan (coordinatore dell'offerta globale e Lead Manager del collocamento istituzionale), «si trova in potenziale conflitto d'interessi in quanto ha fornito ed intende eventualmente fornire in futuro servizi finanziari al Gruppo Saras nell'ambito della propria attività ordinaria».
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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