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sabato 7 febbraio 2009

Trenitalia e il posto sull'Ic che non c'è


Venerdì 16 gennaio ho prenotato un posto sull'Intercity 160 da Genova a Savona. Mi era stato assegnato il posto numero 68 sulla carrozza 3 di seconda classe: prezzo 10,30 euro. Non appena sono salito sulla vettura, ho avuto una sgradita sorpresa: il posto non c'era, era soltanto virtuale. Ache altri numerosi viaggiatori saliti dal capoluogo ligure erano nelle mie stesse condizioni. Mi sono recato dal capotreno, chiedendo il perché di questa situazione "pirandelliana": mi ha rilasciato un attestato di suo pugno sul mio biglietto riguardo alla mia lamentela, marcandola con il suo timbro. In essa è scritto: «Nella vettura numero 3 il posto n° 68 NON ESISTE - CTR 87444 Pisa». Un altro ferroviere, che ritornava a casa dal lavoro, mi ha ceduto gentilmente il suo posto: altrimenti avrei dovuto viaggiare su uno strapuntino in corridoio oppure in piedi.
In mattinata mi era accaduto sulla carrozza numero 2 di prima classe dell'Ic 647 Milano-Genova di trovare i bagni in stato indecente. Alle mie rimostranze, il capotreno mi ha risposto che avrebbe fatto lui una segnalazione: ho insistito per far registrare una mia dichiarazione sul suo verbale, ma mi ha risposto che non era possibile. Ciò è inconcepibile visto che Trenitalia, gruppo Fs, è un'azienda pubblica controllata dal ministero dell'Economia: quindi deve registrare le lamentele dei viaggiatori.

Si invitano i tifosi, e anche gi altri pendolari "ordinari" che prendono il treno per lavoro, a segnalare i disservizi di Trenitalia sul link http://marcoliguori.blogspot.com/2009/01/tifosi-segnalate-il-pallone-in.html Se gli Ic presentano numerosi problemi, figuriamoci cosa accade sui convogli locali. La nostra "battaglia sulla rotaia" è una battaglia per viaggiare in modo civile sui treni.
Marco Liguori

lunedì 26 gennaio 2009

Il treno non fu devastato, l'inchiesta sarà archiviata

Dopo quella domenica scattò il divieto trasferte

Pochi giorni ancora - gli ultimi accertamenti sul piano investigativo - e una probabile richiesta di archiviazione. Cinque mesi dopo la trasferta all’Olimpico, quella costata tra l’altro la squalifica delle curve del San Paolo per tre giornate, è prossima alla chiusura l’inchiesta della Procura di Napoli. Indagini della Digos, intercettazioni, accertamenti incrociati. La verità sull’ultima domenica di agosto attende la firma del pm anticamorra Antonello Ardituro, che da anni indaga sulle frange estreme e violente del tifo azzurro. Sarà una richiesta di archiviazione motivata, ricca di particolari su quanto avvenuto a bordo di un Intercity partito il 31 agosto dalla stazione centrale di Napoli. Si parte da una premessa: a voler ripercorrere la ricostruzione della Digos del vicequestore Antonio Sbordone, la trasferta dei napoletani all’Olimpico era ad alto rischio. I fatti accaduti un anno prima, con scontri tra azzurri e giallorossi, anche in una normale area di servizio, lasciavano presagire il peggio. In secondo luogo, viene toccata la questione organizzativa. Una volta accordata la possibilità ai supporters napoletani di recarsi in gruppo a Roma - è il ragionamento fatto dagli inquirenti - sarebbe stato più oculato garantire mezzi a disposizione. Pochi giorni prima di Roma-Napoli, in occasione del match casalingo per i preliminari di Uefa, era partito infatti il tam tam delle curve: a Roma in treno, con tanto di striscioni e volantinaggio. Nessuno però ha giocato in anticipo per controllare l’esodo di tremila e passa supporters, tra cui anche elementi a rischio, a metà strada tra hooligan e crimine cittadino. Gli inquirenti di via Medina, coordinati dal pm Ardituro, entrano nel merito dell’ipotesi di devastazione, alla luce dei danni denunciati da Trenitalia nei vagoni diretti verso la Capitale. Nessun intento assolutorio, ma approfondimenti ad ampio raggio, con l’obiettivo di chiudere il cerchio attorno ai responsabili di una giornata di tensione, con danni, disservizi e un pessimo ritorno di immagine per il club partenopeo. Ma a determinare la probabile richiesta di archiviazione, l’impossibilità di circoscrivere le accuse alla sfera individuale. Ha agito il «branco» e risulta impossibile attribuire eventuali danneggiamenti a uno o più viaggiatori. L’ultimo tassello dell’inchiesta riguarda la stima dei danni arrecati all’Intercity partito da Napoli. Nelle prime ore si fece riferimento a una cifra - 500mila euro di danni - che le indagini non hanno potuto per il momento confermare. Tanto che una più recente denuncia di Trenitalia fa riferimento una cifra dimezzata: i danni, secondo una ricostruzione che attende gli ultimi passaggi investigativi, sarebbero di 250mila euro. Non mancano spunti sullo spessore dei viaggiatori dell’Intercity. Circa 800 tifosi avevano precedenti di polizia. Qualcuno era anche intercettato nel corso di altre indagini. In tanti erano noti per traffico di droga, estorsione, qualcuno anche per reati associativi e delitti di sangue. Tra i tifosi «attenzionati» anche un presunto killer degli scissionisti di Secondigliano. È il caso di Rito Calzone, arrestato alla fine dello scorso anno per l’omicidio di Antonio Pitirollo: Calzone viene immortalato alla stazione Termini mentre alza una bandada dal collo al mento, per coprire il volto prima dei fumogeni. Immagini che hanno provocato sanzioni e penalizzazioni, colpendo al cuore la parte pulita del tifo azzurro. A partire dal divieto di trasferte per tutto il campionato in corso, una decisione che ha probabilmente inciso sull’andamento incerto degli azzurri lontano dal San Paolo.
Leandro Del Gaudio
Tratto da "Il Mattino" sabato 24 gennaio 2009
Foto www.globalpress.it

Clicca qui per vedere i commenti di Canale 9 sulla notizia
Leggi l'articolo di Repubblica del 13 settembre 2008 Il giallo dell'Intercity sparito, indagini sui danni a Trenitalia
Su questo link il servizio: RaiNews24 presenta "La bufala campana"
Il video trovato da "il pallone in confusione": ESCLUSIVO: ecco il video della carica della polizia a Roma Termini
Articolo di Marco Travaglio Tanto fumo, niente arresti. Sul treno c'erano meno pregiudicati che in Parlamento

venerdì 2 gennaio 2009

Tifosi segnalate a "il pallone in confusione" i disservizi di Trenitalia

I tifosi possono segnalare a "il pallone in confusione" i disservizi subiti da Trenitalia durante i viaggi per seguire le loro squadre del cuore. Possono farlo iscrivendosi a questo sito di informazione e inserendo le proprie testimonianze cliccando il link "Posta un commento" collocato sotto questo post. Si raccomandano toni civili ed educati: le lettere con insulti ed improperi scurrili saranno immediatamente cancellate.
Leggi anche Un'odissea sull'Intercity Napoli-Savona costata 45 euro

Un'odissea sull'Intercity Napoli-Savona costata 45 euro

Impianto di riscaldamento guasto, bagni sporchi senza sapone e carta igienica, carrozze vetuste: ecco la cronaca minuto per minuto per minuto di un viaggio allucinante

Oggi "il pallone in confusione" non racconta di calcio, ma di un fatto di cui potrebbero essere vittime i tifosi nelle loro trasferte. Parliamo dei disservizi di Trenitalia: non quelli relativi ai treni locali, che colpiscono ripetutamente i poveri pendolari di tante zone d'Italia. Ci riferiamo all'Intercity Plus 538, diretto da Napoli Centrale a Ventimiglia, su cui viaggiavamo domenica 28 dicembre 2008. Fortunatamente dovevamo scendere alcune fermate prima: per la precisione a Savona.
Il nostro arrivo alle ore 13 nella stazione del capoluogo partenopeo, in una giornata fredda e piovosa (più da clima milanese che da paese "d'o sole e d'o mare"), rivela l'inadeguatezza del convoglio su cui avremmo dovuto trascorrere ben otto ore. Le carrozze di prima classe presentavano nell'aspetto esterno i segni del loro onorato e glorioso servizio: guarnizioni delle finestre lacere, vetri sporchi e vernice intaccata dagli agenti atmosferici. Proseguendo verso la seconda classe, notavamo vagoni completamente sporchi all'esterno, con presenza di ruggine su alcune fiancate. Saliti sulla carrozza numero 10, constatavamo che i sedili del nostro scompartimento erano anneriti in più punti: segno che non vedevano da tanto tempo gli aspirapolveri e gli stracci degli addetti alle pulizie. In compenso, era almeno stato svuotato il contenitore dei rifiuti.
La nostra "odisse ed ea" (per dirla con Totò) si inizia con il ritardo nella partenza, che sarebbe dovuta avvenire alle 13,24: il convoglio invece parte alle 13,36. Dopo alcuni minuti, sia noi, sia i nostri compagni di viaggio ci accorgiamo che nel nostro scompartimento fa molto freddo, nello stesso modo di prima della partenza. Chiediamo spiegazioni al capotreno: ci dice che l'impianto di riscaldamento della carrozza 10 «fa i capricci» e che il problema sarebbe stato sottoposto a un elettricista alla fermata di Roma Termini, di durata pari a 15 minuti circa. Insomma, tutti battevano i denti come i dannati immersi nel ghiaccio della Giudecca di dantesca memoria.
Arrivati nella capitale sale a bordo un altro capotreno, al quale ripetiamo l'impellenza della risoluzione del nostro problema, considerata la gelida e piovosa giornata invernale. Egli ci rassicura sulla prontezza dell'intervento. Intanto il convoglio parte in orario (ore 15,50), ma il gelo nello scompartimento continua ad attanagliare tutti noi poveri passeggeri. Sopratutto quelli come noi che erano seduti di fianco al finestrino: eravamo i "peccatori" meritevoli dei più aspri e duri castighi, visto che ci affliggeva l'aria gelida che usciva dalle feritoie del condizionatore non funzionante, proveniente dall'esterno. Per ovviare a ciò, abbiamo coperto le bocche dell'impianto con fogli di giornale. A questo bisogna aggiungere che il treno era partito da Napoli senza sapone e carta igienica nei bagni, almeno nella nostra carrozza. Le condizioni delle toilette lasciavano alquanto a desiderare.
Visto che il problema non era stato risolto, siamo andati dal capotreno, facendogli notare che «non era possibile proseguire il viaggio in queste condizioni». Il responsabile di Trenitalia rispondeva che «non posso farci nulla, non posso neppure spostarvi in altre carrozze poiché il treno è pieno: posso soltanto segnalare il problema». Abbiamo proseguito nella nostra civile, ma ferma protesta: «qui nessuno è responsabile dei controlli sui vagoni, nè lei, nè i suoi superiori, nè il consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato. Però noi passeggeri abbiamo pagato, ma non per viaggiare in queste condizioni». Dopo queste nostre affermazioni, il capotreno ha segnato dietro tutti i biglietti degli occupanti della carrozza 10 la dicitura "riscaldamento non funzionante" seguita dal suo numero di matricola. In questo modo potremmo ottenere un bonus per questo spiacevole inconveniente. Ma non è finita qui: il treno è arrivato a Savona alle 22,15, con oltre 30 minuti di ritardo sull'0rario previsto (ore 21,42). Il tutto pagato alla "modica" somma di 45,20 euro: tradotto nel vecchio conio, poco più di 87.500 lire.
A questo punto, visto che nelle Ferrovie vige il principio "i' mi sobbarco" di petrarchesca memoria, in base al quale nessuno è responsabile rivolgiamo comunque le seguenti domande. Le rivolgiamo anche al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in qualità di titolare del dicastero azionista unico del gruppo Fs.
1) Chi ha la responsabilità del controllo qualità sui convogli prima della partenza?
2) Viene davvero effettuata una verifica sugli impianti elettrici e di altro tipo?
3) A chi è affidato il servizio di pulizia, che dovrebbe essere svolto prima di ogni viaggio?
4) Può partire un treno in pieno inverno con un guasto all'impianto di riscaldamento e condizioni igieniche precarie? Un esercizio commerciale viene chiuso per molto meno.
5) Chi risponde delle eventuali malattie da raffreddamento contratte dai passeggeri lungo il percorso? Forse la risposta sta nel titolo di un film degli anni '80: «Mi faccia causa».
Marco Liguori
Clicca qui per raccontare la tua esperienza dei disservizi ferroviari
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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