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mercoledì 20 agosto 2008

La protesta dei “dissidenti” che non amano il calcio

La Repubblica di stamani riportava questa lettera di un gruppo di praticanti di arti marziali, che vorrebbero maggiore spazio sui media per gli sport seguiti solo ogni quadriennio olimpico. La si riprende in questo post per dare voce anche a chi non interessa nulla del calcio. Sarebbe interessante conoscere l’opinione al riguardo dei tifosi calciofili e anche di chi è perfettamente agnostico in materia di pallone, che desidererebbe anche che gli sport fossero confinati su specifici canali tematici, anche per la tv in chiaro.
Lasciate quindi i vostri commenti, cliccando come al solito il link “commenti” messo alla fine di questo post. Come sempre, saranno censurati quelli volgari e offensivi.
Marco Liguori


Siamo un gruppo di praticanti di arti marziali e sport da combattimento. Abbiamo deciso di scrivervi durante quella sana boccata d’aria che sono le Olimpiadi. Sana ma, purtroppo, assai rara e alla vigilia di una nuova stagione calcistica. Ci prepariamo infatti a sopportare altri dieci mesi buoni di discussioni su un rigore, lenzuolate di giornali sul mal di calcagno di un centrocampista qualsiasi, ore di tv in cui si analizza sostanzialmente il nulla. Dobbiamo poi aggiungere le partite “accomodate”, i ripetuti scandali, le risse e i morti domenicali. Non ha senso, a nostro avviso, che un business che possiamo chiamare intrattenimento, spettacolo, macchina per soldi ma non più sport, continui a occupare la sostanziale totalità dello spazio sportivo a disposizione, togliendolo a chi, invece, meriterebbe visibilità. E non vogliamo parlare soltanto del karate, del judo, del kick boxing, del kung fu e delle decine di altri arti marziali presenti in Italia e totalmente ignorate dai media. Ci piacerebbe vedere in televisione anche la scherma, la lotta grecoromana, la canoa e magari pure il pentathlon. Ci piacerebbe che i nostri figli sapessero di poter scegliere tra un ventaglio piuttosto ampio di discipline.
Chiediamo di ripensare la distribuzione degli spazi sui media, concedendone un po’ anche a chi, di solito nel silenzio e nel disinteresse, cerca di offrire un’alternativa al solito pallone. Crediamo che gli atleti che tante volte hanno fatto risuonare l’inno di Mameli in queste Olimpiadi lo meritino.
Maurizio Di Benedetto
Maestro di Arti marziali cinesi
Tratto da La Repubblica 20 agosto 2008 – Rubrica “Lettere, commenti & idee”

sabato 16 agosto 2008

Museo del Napoli: sì dal 78% dei tifosi

Il 78% dei tifosi che ha partecipato al sondaggio "Volete il museo del Napoli?" ha risposto in modo quasi plebiscitario per la sua istituzione.
Adesso si aspetta una risposta dal Napoli e dalle istituzioni.

Volete il museo del Napoli?
Sì (78%)

No (21%)

venerdì 8 agosto 2008

Incredibile: i tifosi non vogliono il museo del Napoli. Ma resta il dubbio sul risultato

Il 51% ha risposto "No" all'iniziativa. Strano, poiché fino a mercoledì scorso c'era l'85% dei votanti a favore

Risultato a sorpresa, ma molto strano, sul sondaggio "Volete il museo del Napoli?" chiuso stamattina. I "No" hanno superato i "Sì", anche se per poco: 51% a 48%, su un campione di 300 votanti.
La cosa strana è che fino a mercoledì scorso i voti a favore dell'eventuale iniziativa culturale avevano una maggioranza schiacciante: 85% contro appena il 15% dei contrari.
Probabilmente ha votato un consistente gruppo di tifosi che con il Napoli non c'entra nulla.
Chiedo dunque ai sostenitori azzurri se vogliono la riapertura del sondaggio: potete lasciare i vostri commenti e il vostro "Sì" oppure "No" sui commenti a questo post.
Marco Liguori

Risultato sondaggio "Volete il museo del Napoli?"
(48%)

No (51%)

mercoledì 6 agosto 2008

Vllaznia-Napoli in diretta su Conto Tv

Conto Tv ha acquistato i diritti televisivi della gara di Coppa Uefa del 14 agosto a Scutari tra Vllaznia e Napoli. Lo ha annunciato oggi in diretta a Radio Goal su Kiss Kiss Napoli l'editore di Conto Tv Marco Crispino.
Il costo per l'acquisto dell'evento per gli abbonati Sky è di 20 euro (15 euro in prevendita fino a due giorni prima della gara). La partita sarà trasmessa in Pay per View sul canale ContoTV 1 sul satellite (lista canali SKY 985) e sul digitale terrestre nelle zone coperte dal segnale. Il costo per l'acquisto dell'evento per i possessori di una SmartCard ContoTV (modalità a consumo) è di 5 Euro (500 Tokens senza prevendita). La partita sarà anche trasmessa in WebTV (Pay x View al costo di 20 Euro senza prevendita) sul sito http://www.conto.tv/. Maggiori informazioni e Punti Vendita sul sito www.conto.tv o chiamando il numero 199 24 88 24.

lunedì 4 agosto 2008

Il Vllaznia Scutari si presenta al Napoli

La squadra albanese, che incontrerà gli azzurri il 14 e 28 agosto, ha tre nazionali: la punta Sinani è il vicecapocannoniere dello scorso campionato

Il Klubi Sportiv Vllaznia è la squadra di Scutari (in lingua albanese Shkodër) fondata nel 1919 con il nome di KS Bashkimi Scutari, milita nella Kategoria Superiore (la serie A albanese). Vanta un palmarès nazionale di tutto rispetto: nove scudetti (l’ultimo nel 2001), due supercoppe (1998 e 2001) e sei coppe d’Albania. L’ultima di esse è stata conquistata nella stagione appena trascorsa, dopo un’attesa di ben 21 anni, e ha permesso alla squadra rossoblù di partecipare alla Coppa Uefa e di incontrare il Napoli al secondo turno preliminare, dopo aver eliminato il Koper (Capodistria in italiano) vincendo 2-1 in Slovenia e pareggiando 0-0 in casa. Il Vllaznia, giunto al settimo posto nell’ultimo campionato 2007/08, gioca nello stadio “Loro Boriçi” di 16mila spettatori: il nome deriva da un suo celebre calciatore degli anni ’40 e ’50, che ha militato anche nella Lazio dal 1941 al 1943, anni in cui l’Albania era occupata dagli italiani.

Come gioca
Il prossimo avversario del Napoli è una squadra praticamente autarchica. Su una rosa di 24 calciatori, soltanto quattro sono stranieri: l’anno scorso erano due. Tre sono arrivati nella campagna acquisti estiva. Essi sono il difensore croato Marko Basic (prelevato dal Zrinjski Mostar), il centrocampista del Kosovo (regione autonoma della Serbia) Illir Nallbani (dall’Elbasani), e l’attaccante ceco Miroslav Kousal (dal Kladno). L’ultimo calciatore non albanese è il centrocampista Delain Sasa (ex Bayer Leverkusen), proveniente dalla Repubblica democratica del Congo.
L’allenatore è il cinquantunenne Agim Canaj che ha un figlio d’arte, Lorik, che gioca nella squadra francese del Marsiglia. La squadra è schierata solitamente con un 4-4-2 che agisce molto bene in contropiede, ispirati da Amarildo Belisha, giocatore dai “piedi buoni” che sa lanciare gli attaccanti con passaggi smarcanti a centrocampo. Non a caso i due gol segnati dall’attaccante Xhevair Sukhaj contro il Koper sono nati da azioni di rimessa.
A proposito della stella della nazionale Under 21 albanese, Tuttonapoli.net ha dato la notizia “bomba” della sua cessione al Gençlerbirligi, militante nella massima divisione della Turchia, avvenuta proprio il giorno del sorteggio Uefa. Al momento, non si conosce la cifra con cui Sukhaj, inseguito peraltro da alcune squadre europee, sia stato venduto: probabilmente sarà consistente, visto che il Vllaznia, come del resto la maggior parte delle società albanesi, non naviga nell’oro. In due stagioni al Vllaznia, Sukhaj ha disputato 59 partite tra campionato e coppa nazionale, realizzando 18 reti. Per sostituirlo, Canaj potrà utilizzare Vioresin Sinani, che è titolare nella nazionale albanese: nella scorsa stagione è stato il secondo miglior cannoniere del campionato con 12 gol, con un solo gol in meno del vincitore Pero Pejic della Dinamo Tirana, la “Juventus” d’Albania. Al suo fianco in attacco potrebbe esserci il nuovo promettente acquisto dal Flamurtari Vlore, Nevian Cani.
Anche a motivi economici dovrebbe essere ricondotta il recente passaggio del forte difensore di fascia destra Admir Teli all’Alki Larnaca di Cipro. Nel reparto difensivo si segnala il centrale ventottenne Elvin Beqiri, che oltre a giocare in nazionale possiede una consistente esperienza internazionale: ha giocato a lungo in Ucraina, nell’Arsenal Kiev, nel Metalurg Donetsk, e in Israele nel Maccabi Tel Aviv. Nella nazionale under 21 milita il portiere titolare Olsi Bishani.
Canaj a volte muta la manovra con un 4-4-1-1, con Albert Kaçi oppure proprio con Belisha a sostegno dell’unica punta. In questo caso, risultano insidiosi i cross dalle fasce dei due cursori di centrocampo Safet Osja e Gilman Lika. Ad ogni modo, il Napoli dovrà temere soprattutto nella partita d’andata del 14 agosto a Scutari la buona tenuta fisica del Vllaznia, che potrebbe mettere in difficoltà gli azzurri. Da non trascurare l’età media degli albanesi, che si aggira sui 26 anni.

I precedenti in Europa
Il Vllaznia ha partecipato 11 volte alle coppe europee: una in Coppa Coppe, tre in Champions League, quattro in Coppa Uefa (compresa l’attuale partecipazione), e due in Intertoto. Non ha mai incontrato una formazione italiana.
La prima partecipazione alle coppe fu nella stagione 1978/79 in Coppa dei Campioni: la squadra albanese sconfisse 2-0 in casa l’Austria Vienna (che arrivò in semifinale), ma al ritorno fu eliminata con un sonoro 4-1. Il Vllaznia ha ottenuto la qualificazione al secondo turno solo tre volte, oltre a quella di quest’anno. La prima fu nella stagione 2001/2002 della Champions League: dopo aver eliminato gli islandesi del Kr Reykjavik (1-0, 1-2) fu sconfitta dalla formazione turca del Galatasaray (1-4, 0-2). La qualificazione al secondo turno avvenne nelle edizioni 2004 e 2007 dell’Intertoto: nella prima superò gli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva (1-2, 3-0) per poi essere sbattuta fuori dai croati dello Slaven Belupo (1-0, 0-2). L’anno scorso il Vlaznia eliminò a sorpresa (1-0, 1-2) lo Zagabria, una delle formazioni più titolate della Croazia: disastrosa l’esclusione contro i turchi del Trabzonspor (0-4, 0-6).
La vincente tra Napoli e Vllaznia disputerà il primo turno della Coppa Uefa: andata 18 settembre, ritorno 2 ottobre. La competizione è una vera gara di resistenza: i vincitori parteciperanno alla successiva fase a gironi.

Dove si trova Scutari
La cittadina è situata nella zona nord-ovest del “paese delle aquile” (traduzione letterale italiana del nome albanese “Squiperia” della nazione illirica) non lontano dal confine con il Montenegro. Per i tifosi napoletani che desiderassero recarsi, l’ideale sarebbe soggiornarvi qualche giorno prima della partita: oltre agli eventuali voli charter organizzati verso la capitale Tirana con trasferimento in autobus, c’è anche il passaggio in traghetto da Brindisi al porto albanese di Valona con auto al seguito. Quest'ultimo è il collegamento via mare più vicino: ce ne sono altri anche da Bari e Ancona. 
Scutari sorge sulle sponde dell’omonimo lago, il più grande dei Balcani con i suoi 370 chilometri quadrati, e nelle vicinanze dei fiumi Kir, Drin e Buna. Presenta un paesaggio molto bello e caratteristico, denso di boschi, con attorno i monti Cukal (1.722 metri), Maranaj (1.576 metri). La cittadina, che conta complessivamente oltre 82mila abitanti, sorge ai piedi della rocca fortificata fondata dai veneziani nel XV secolo che possiede ancora testimonianze d’epoca, nonostante la successiva occupazione dei turchi che la tennero fino al 1913.
Finora non è stata ancora prevista una diretta della partita dalle tv d’Albania. Nel caso in cui Vllaznia-Napoli fosse trasmessa in chiaro, i tifosi napoletani in vacanza nel Salento, e in particolare sulla costa che si affaccia sull’Adriatico, avrebbero un grande vantaggio. I canali televisivi albanesi si ricevono quasi perfettamente nella zona compresa tra San Cataldo, Otranto e Santa Maria di Leuca.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto con la citazione della fonte. Partecipate al sondaggio posto sulla colonna a sinistra “Volete il museo del Napoli?”)

Piantina della zona di Scutari (Shkodër)



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venerdì 1 agosto 2008

Un museo per il grande Napoli

Dopo il ritorno in serie A e in Coppa Uefa è giunto il momento di istituire una mostra permanente della storia della più importante squadra del Sud

Il Napoli è stato fondato il 1° agosto 1926 sotto l’egida del grande presidente Giorgio Ascarelli: ha compiuto 82 anni. Si chiamava Associazione Calcio Napoli: assunse l’attuale denominazione (Società Sportiva Calcio Napoli) nel 1964. Esattamente due anni fa ricorreva l’ottantesimo compleanno. Probabilmente a causa della militanza in serie inferiori (la squadra era fresca di promozione dalla C1 alla B) dovute alle tristi vicende del fallimento, avvenuto il 31 luglio 2004, nessuno pensò di festeggiare quell’evento particolare. Solo il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha ricostituito la società dopo il dissesto sotto il nome di Napoli Soccer, pensò di onorare la ricorrenza riacquistando i trofei e l’antica denominazione di Ssc Napoli. Adesso la situazione è cambiata: la società azzurra è tornata trionfalmente sia in serie A, sia nelle competizioni europee, con la recente qualificazione al secondo turno preliminare di Coppa Uefa. E con un bilancio sano, ribadito dai più che positivi conti dei primi sei mesi del 2007/2008. E’ quindi giunto il momento di pensare a creare un museo sulla sua lunga e gloriosa storia, sulla falsariga di quelli celebri del Barcellona e del Manchester United. E anche dei tre attualmente esistenti in Italia: il museo sito nello stadio San Siro a Milano, quello a Grugliasco del Torino fondato e gestito dall’Associazione memoria storica granata, e la mostra “Football - L’età dei pionieri 1898-1908” organizzata dalla Fondazione Genoa, proprietaria di una quota dell’omonima società, la cui tifoseria è gemellata con quella azzurra. Essa rappresenta il primo nucleo del museo permanente della prima società di calcio nata in Italia nel 1893, che sarà inaugurato nel prossimo autunno.
Chi scrive ha visitato la mostra a Genova. In essa vi sono una serie di sale tematiche che illustrano la storia della città ligure tra la fine del ‘800 e quella del ‘900 assieme a quelle del Genoa. Il tutto corredato da antiche maglie da calcio, come la prima divisa genoana bianco-azzurra a strisce verticali, coppe, fotografie d’epoca e testimonianze filmate. Tra queste, il ricordo in una trasmissione Rai degli anni ’60 di Edoardo Pasteur (parente del chimico e biologo francese Luigi), vincitore del primo campionato italiano del 1898, che spiega che le righe del campo erano tracciate prima della gara e le porte non avevano le reti. Si può prendere spunto da questa formula: la storia di Napoli e della sua squadra sono un corpo unico. E come per il Genoa, anche la società azzurra ha un legame con il porto e l’Inghilterra. Infatti, la prima squadra che nacque nel golfo a cavallo tra il 1904 e il 1905 si chiamava Naples (il nome inglese di Napoli). Tra i suoi “papà”, riporta il sito della Ssc Napoli, oltre all’italiano Enrico Lambruschini, c’era anche un inglese, William Poths, impiegato della Cunard Line, compagnia marittima commerciale britannica che aveva gli uffici al porto. Nel 1921 ci fu la fusione con l’Internazionale, che diede vita prima all’Internaples: cinque anni dopo si trasformerà in Ac Napoli.
Sono tre i problemi per questa iniziativa. Il primo riguarda la sua costituzione giuridica: potrebbe istituita una Fondazione culturale, sul modello di quella genoana, con l’eventuale partecipazione del Comune “padrone di casa” dello stadio San Paolo. A ciò va aggiunta la scelta della sede. Trovare uno spazio abbastanza ampio per raccogliere foto, coppe, maglie e antichi cimeli probabilmente non sarà semplice: forse potrebbero essere utilizzati i locali sotterranei dello stadio “Arturo Collana” al Vomero, che fu negli anni ’50 il secondo campo di gioco della società azzurra dopo il “Vesuvio” al Rione Luzzatti, prima dell’attuale San Paolo, nato nel 1959 come “Stadio del Sole”. Il terzo problema è la ricerca storica e iconografica: occorrerà un lavoro il più possibile accurato che riguardi non solo il Napoli, ma anche la città. Occorrerà ritrovare e recuperare cimeli gloriosi, come quelli dell’«era Maradona»: una maglia col numero 10 del divino Diego della stagione 1987-88 con lo scudetto e il cerchietto della coppa Italia è esposta al museo di San Siro a Milano, il cui materiale è di proprietà del direttore Onorato Arisi. Il museo potrebbe costituire la riscoperta delle radici culturali dell’orgoglio calcistico e culturale napoletano. Ma sarebbe anche un’ottima occasione di business, necessario nell’era attuale del calcio a scopo di lucro: al termine del percorso di visita potrebbe essere inserita la vendita del merchandising. Per dare un’idea dell’importanza mostrata all’estero nei confronti dei musei calcistici, basterà riportare un dato italiano: quello di Milano tocca i 100mila visitatori annui, di cui circa 90 mila stranieri. In maggioranza sono olandesi, inglesi e giapponesi a riprova dell’attenzione dei visitatori stranieri verso queste strutture, già presenti in diversi paesi europei. Il museo azzurro potrebbe quindi offrire un’altra possibilità per il turismo del capoluogo campano.
Adesso la parola passa alla società, al Comune e soprattutto ai tifosi. Sono proprio loro che dovrebbero esprimere la loro opinione sull’eventuale istituzione del museo sulla gloriosa storia del Napoli, per cui impazziscono e soffrono durante ogni partita.
Marco Liguori
Il pallone in confusione http://marcoliguori.blogspot.com
(Riproduzione riservata, consentita soltanto con la citazione della fonte)
Partecipate al sondaggio “Volete il museo del Napoli?” collocato sulla sinistra
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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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