Ricerca personalizzata

mercoledì 3 settembre 2008

ESCLUSIVO: ecco il video della carica della polizia a Roma Termini

Nel filmato amatoriale trovato su You tube si ascolta lo scoppio di un petardo e si vede la successiva reazione degli agenti, che colpiscono con i manganelli gli ultras napoletani mentre fuggono

“Il pallone in confusione” ha trovato su You tube il video amatoriale della carica della polizia contro gli ultras del Napoli alla stazione ferroviaria di Roma Termini, dopo la partita Roma – Napoli di domenica scorsa. Lo si può vedere all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=-78X0dcBsdk e alla fine di questo articolo. L’operatore riprende la scena stando sul piano rialzato del salone della biglietteria. Nel filmato si nota l’ingresso dei poliziotti in assetto antisommossa che precedono i tifosi azzurri. Poco dopo alcuni di essi, mentre urlavano i soliti cori demenziali ed esecrabili contro Roma e i romani, espongono due striscioni con la scritta “spie”: evidentemente pensavano di essere ripresi da altri membri delle forze dell’ordine. Dopo l’ingresso dei “reduci” dallo stadio Olimpico, l’operatore si sposta verso l’altro lato del piano rialzato che si affaccia verso l’accesso ai binari. All’improvviso si sente un boato di un petardo. Immediatamente scatta la carica della Polizia: si vede chiaramente la fuga dei tifosi che vengono comunque raggiunti dagli agenti. Essi usano ripetutamente i manganelli colpendo indiscriminatamente a destra e a manca. Una voce urla: «Scappate». Ma la furia cieca dei poliziotti continua a percuotere: resta per terra un tifoso, intontito per i colpi ricevuti.
Se è vero che c’è stata la provocazione del petardo, perché c’è stata questa reazione violenta degli agenti? Forse l’esplosione ha colpito e contuso uno di essi? E perché non è stato arrestato nessuno degli ultras che si sono resi eventualmente responsabili del reato di oltraggio a pubblico ufficiale? Forse le autorità competenti dovrebbero fornire risposte in merito. E anche la principale forza di opposizione, il Partito Democratico che già ha presentato un’interrogazione al governo, potrebbe chiederne conto in Parlamento al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, dell’operato delle forze dell’ordine durante la folle giornata di domenica.
Ma restano al fondo interrogativi ancora non risolti da tre giorni. Perché è stata autorizzata la trasferta dei tifosi napoletani, se il sistema non poteva reggerne l’impatto e controllarla? Non sarebbe stato più opportuno usare la «tolleranza zero», come ha più volte detto il ministro Maroni, tramite un’opera di prevenzione con controlli nella tifoseria, in modo da bloccare numerosi personaggi indesiderati? Naturalmente non solo tra i napoletani, ma anche tra gli altri esponenti ultrà di altre squadre: domenica scorsa si sono resi protagonisti di episodi incresciosi alcuni sostenitori di Lecce, Inter e Juventus. Per non parlare della vendita di ferri di cavallo su un banchetto all’esterno dello stadio di Firenze, fortunatamente individuata bloccata dalla Polizia. Esistono formazioni paramilitari nel tifo organizzato, pericolose per l’ordine pubblico? Domande che forse resteranno senza risposta: ma questo governo non aveva proclamato tra i suoi primi obiettivi il recupero della piena sicurezza ai cittadini?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

martedì 2 settembre 2008

Permettete una parola? - Vietando le trasferte ai napoletani il governo equipara i tifosi pacifici ai violenti

Perché non usare subito il pugno duro, anche se proporzionato, anche contro le tifoserie di Lecce, Inter e Juventus? Alcuni loro esponenti si sono resi responsabili domenica scorsa di fatti ugualmente esecrabili come quelli accaduti in Roma - Napoli

Permettete una parola? Il discorso del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è stata la cronaca di una decisione annunciata. Era più che scontato che il Viminale vietasse le trasferte ai tifosi napoletani per tutto il campionato. Il clima da caccia alle streghe, instauratosi già da domenica sera dopo la serie di incidenti a Napoli e a Roma, ha avuto il suo effetto: gettare il bambino con l’acqua sporca, ossia unificare i sostenitori pacifici con gli ultras violenti. E come la mettiamo con i tifosi nerazzurri autori sabato scorso della razzia in un autogrill sull’autostrada A7, mentre ritornavano a Milano dopo aver visto Sampdoria – Inter? E come la mettiamo con la vicenda degli ultrà del Lecce denunciati domenica a Torino? I supporter giallorossi viaggiavano su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. E come se non bastasse, la polizia ha perquisito il mezzo e ha sequestrato anche alcune dosi di hashish e cocaina. E come vogliamo giudicare quel centinaio di sostenitori bianconeri che domenica sera è sceso nell’intervallo dagli spalti dell’"Artemio Franchi"a Firenze e, aprendo una porta anti-panico, ha cercato di far entrare otto compagni di tifo senza biglietto? Fortunatamente le forze dell'ordine li hanno sorpresi e impedito l'ingresso. Tutti questi "bravi" signori non hanno forse svolto azioni eclatanti, come gli ultras del Napoli alle stazioni di Napoli e Roma (ovviamente tutte assolutamente esecrabili), ma hanno comunque compiuto atti molto gravi. Per il Lecce e l’Inter non vale il diktat di stasera delle trasferte vietate? E ovviamente non è valido anche per quelli della Vecchia Signora? Forse si vuole attendere che i sostenitori di questi due squadre effettuino azioni ben peggiori, prima di provvedere. Quindi si usano due pesi e due misure: a casa i napoletani, gli altri in giro a scorazzare allegramente. E’ vero che il ministro ha annunciato la possibilità, per le partite ritenute a rischio, di disputare gli incontri a porte chiuse. Ma allora perché non punire anche le tifoserie resesi colpevoli di eventi gravi domenica scorsa? Magari con sanzioni proporzionate, ma necessarie per far capire bene a tutti la determinazione dello Stato.
E a proposito del divieto delle trasferte ai sostenitori azzurri, vogliamo raccontare un episodio raccontatoci da alcuni sostenitori nerazzurri. Stadio San Siro, domenica 7 ottobre 2007: si gioca nel posticipo serale Inter – Napoli. I nerazzurri conducono per 2-0: negli ultimi minuti segnano i partenopei. Al gol di Sosa si sente l’urlo di una nutrita componente di tifosi napoletani in tutti i settori dello stadio e non solo in quello riservato agli ospiti: i supporter nerazzurri ci riferirono di aver avuto paura che dopo il gol del Napoli potesse succedere il finimondo, ma per fortuna non c’è stato. Cos’era accaduto? Semplicemente questo: a Milano c’è una storica presenza di una nutrita colonia di napoletani. Si sarebbe dovuto proibire loro l’ingresso allo stadio oppure confinarli nel "recinto" per gli ospiti. Quindi questa eventualità potrebbe ripresentarsi durante questa stagione in occasione degli incontri con Inter e Milan: per questo motivo la misura di vietare le trasferte potrebbe essere rivelarsi completamente inefficace. A meno che non si faccia un paradossale esame dialettale a chi voglia comprare un biglietto a Milano. Lo stesso potrebbe riproporsi anche a Torino nelle due partite con i granata e la Juventus.
Maroni ha anche annunciato che sono stati previsti nella riunione al Viminale di oggi due anni di interdizione dai campi di calcio per quei tifosi individuati come responsabili degli incidenti nel corso della partita Roma-Napoli e incriminazione con l’accusa di associazione a delinquere per quanti si siano resi responsabili delle violenze. Provvedimenti giustissimi; ma non sarebbe stato meglio fermare i facinorosi già a Napoli, spegnendo loro ogni velleità provocatoria? E vogliamo aggiungere che le forze dell’ordine dovrebbero eventualmente indagare su eventuali "mani" che potrebbero aver manipolato i violenti. Andare allo stadio con i bastoni e incappucciati, come dimostrato nei filmati su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c e http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg, sembra proprio più un comportamento "paramilitare" da "intifada del pallone". E poi non esiste il biglietto nominativo per identificarli? Ma sicuramente neppure uno degli ultras ne era in possesso.
Infine il ministro invierà una direttiva ai prefetti "che dispone l'individuazione di tutti i tifosi che hanno partecipato al mucchio selvaggio" dei disordini. I funzionari delle forze dell’ordine non perdano tempo: si possono già individuare da oggi tramite i filmati presenti su you tube.
Vedremo ora se il governo ci ripenserà e introdurrà dei correttivi alle decisioni prese.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Roma-Napoli: un tifoso racconta la domenica infernale

La Polizia avrebbe infierito sui tifosi durante la scorsa sciagurata domenica nelle ore precedenti e seguenti l'incontro tra Roma e Napoli? Sul forum http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=60426&postdays=0&postorder=asc&start=0 appartenente al sito www.napolimagazine.com è riportata la testimonianza di un tifoso con il nick “Sivori 87”, che lascia molti dubbi in proposito. Dubbi che si vorrebbe che fossero sciolti dalle autorità competenti e da Trenitalia. Forse alcune risposte potrebbero essere date nelle riunioni di oggi alle ore 18 al Viminale dei rappresentanti dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e del nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, presiedute dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Riportiamo alcuni passi significativi di questa testimonianza.
Il tifoso arriva alle 10.05 alla stazione Centrale di Napoli: sceglie di prendere l’ “intercity maledetto” numero 520 delle 9,24 per Torino ancora fermo al binario 22. «Il treno Ic per Torino (ferma a Roma) – racconta il tifoso – parte dall’ultimo binario della stazione, proprio quello a ridosso dell’uscita della Vesuviana, dove il passaggio è assolutamente angusto. “L’ingorgo” è indistricabile, anche i normali passeggeri degli altri convogli fanno fatica a raggiungere i rispettivi treni». Sembra assurda la scelta di convogliare una massa ingente di persone in un luogo così angusto della stazione Centrale, dove sarebbe stato difficile controllare l’ordine per l’accesso al treno: inoltre in quella posizione da molto tempo c’è l’accesso temporaneo per i treni della Circumvesuviana. Era quindi un punto molto problematico. Nonostante ciò, il tifoso però spiega che «la situazione è relativamente tranquilla, nessuna carica, nessun segno di insofferenza». Ma, nonostante la calma, poco dopo arriva la prima inspiegabile sorpresa. «Poi, però, proprio a ridosso del cordone di caschi verdi succede qualcosa – prosegue Sivori 87 - e un ragazzo viene colpito con una manganellata al capo. Svenuto, o quasi, viene portato via dagli amici e soccorso al centro della stazione». Le cronache avevano invece riportato di un semplice malore di questo tifoso.
Le ore passano e il treno non parte. In un comunicato di Trenitalia, riportato dall’Ansa, si sottolinea che «sono stati circa 250 i passeggeri che a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli hanno dovuto deviare il loro rientro: hanno, cioè, dovuto lasciare l’Intercity plus 520 diretto a Torino e viaggiare a bordo di altri treni». Un successivo lancio Ansa delle 13.03 spiega che «Stanchi e provati dall'esperienza di stamane (''una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio'') ma soprattutto inferociti per essere stati in pratica sfrattati dal loro convoglio: i passeggeri che avrebbero dovuto partire da Napoli con l'intercity delle 9.24, diretti a Torino, commentano con rabbia l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri». Il tifoso riporta un’altra versione dei fatti. «Le cronache riportano di una presunta invasione di tifosi napoletani sul treno – spiega Sivori 87 – con conseguente sgombero dei passeggeri “civili”. Falso. Trenitalia, dopo aver impiegato ore per capire che in quella situazione sarebbe stato folle far salire tutti quei pazzi su un treno “normale” invita i passeggeri a scendere. Niente treno speciale? Bella idea. Finisce secondo pronostico. I tifosi del Napoli salgono a bordo del convoglio, ormai sgomberato». Il supporter azzurro chiosa chiedendosi: «E questo come lo chiamate se non “treno speciale”?». Ma c’è un particolare ancora più grave fornito dal supporter. «Da notare come, a compiere il controllo dei biglietti prima dell’ingresso sul treno, non sia né la polizia né alcun dipendente delle ferrovie. Due “Ultras”, grandi e grossi, organizzano il prefiltraggio facendo salire i loro compagni e dispensando schiaffi e cazzotti agli altri. Mi prendo la mia prima razione di giornata (infondo carezze rispetto al resto), e salgo sul treno». Ci sarebbe quindi stata una situazione paradossale: stando alla testimonianza, sarebbero stati gli stessi ultras facinorosi a mantenere l’ordine pubblico nel corso dell’accesso al treno di tutti i tifosi, con metodi poco civili.
Il treno parte poco dopo le 12,30 in condizioni a dir poco disumane. Il tifoso evidenzia che «siamo su un Ic in trasferta a Roma eppure sembra di essere su un treno degli anni ’30 in direzione Auschwitz…ammassati come bestie, perfino sugli scompartimenti per le valigie, aria condizionata ad intermittenza. Fa un caldo infernale». Prosegue sottolineando che «il treno si ferma non soltanto nelle stazioni ordinarie (Aversa, Formia, Latina) nonostante non ve ne fosse bisogno dato che non doveva scendere o salire nessuno ma anche in parecchie stazioni intermedie». «Che Trenitalia non ci venga a raccontare – protesta Sivori 87 – la storia del freno d’emergenza. Secondo voi, in ritardo di un’ora rispetto alla tabella di marcia e con un caldo intollerabile nei vagoni, eravamo così stupidi da voler fermare il treno? Sarebbe più onesto dire che il ritardo sia stato voluto».
Il treno giunge a Roma Termini verso le 15. Il tifoso racconta che «dal treno scende un fiume di persone, spuntano spranghe, fumogeni, riecheggiano botti fortissimi. Sembra Beirut. Al grido di “Bruciamo la Capitale” e sotto gli occhi increduli di centinaia di “civili” che guardano ai lati della stazione la disordinata invasione degli Unni, raggiungiamo i pullman dell’Atac». Tutto ciò è confermato da un video girato da un passeggero che ha assistito la scena sul piazzale antistante i binari della stazione della Capitale, visibile su http://it.youtube.com/watch?v=h4KQ8mOTV-c  su http://it.youtube.com/watch?v=xVczsnRuOyg e alla fine di questo articolo. Gli autobus messi a disposizione, sottolinea il tifoso, «è evidente che non sono sufficienti. Anche lì siamo assiepati come cani e vi assicuro che lo stadio non è vicino alla stazione. Anzi». All’arrivo all’ingresso ospiti, «non viene logicamente effettuato alcun controllo del biglietto» dice Sivori ‘87. E il prosieguo è un racconto da inferno dantesco: «Sono le 16, i tornelli vengono divelti, la gente si accalca nella stretta zona compresa tra il prefiltraggio e l’ingresso. Anche qui si rischia grosso, la calca è disumana, parecchi ragazzi cadono e rischiano di restare schiacciati dalla folla. Invadiamo gli spalti, siamo ben più dei 3000 annunciati. A fine partita restiamo per circa due ore all’interno dello stadio (nessun segno d’insofferenza, nessun tentativo di forzare i blocchi) poi usciamo e rientriamo nei pullman».
All’uscita, sempre secondo la testimonianza del tifoso, ci sarebbe stato un particolare molto strano. «Non mi è dato sapere come mai – riferisce Sivori ’87 - centinaia di tifosi napoletani, nonostante nessun pullman fosse ancora partito dallo stadio, fossero già alla stazione Termini, dove si consuma, secondo quanto apprendo dai giornali, una battaglia epocale contro la polizia. Su questo però glisso perché non sono informato. Intanto la notizia degli scontri giunge all’esterno dello stadio». Per evitare che un altro cospicuo numero di tifosi giunga a Termini, il supporter partenopeo spiega che «i pullman vengono bloccati fino a nuovo ordine. Passeranno ore prima che ripartono. La situazione è comunque tranquilla, tutti aspettano negli autobus».
Ma è a questo punto, nella calma apparente, che sarebbe scoppiata un’inaudita e inaspettata esplosione di violenza. Il tifoso evidenzia che «i poliziotti, forse per vendicarsi di quanto sta avvenendo alla stazione, combinano l’impossibile. In risposta a qualche gestaccio (un dito medio alzato, niente di più) caricano all’interno di alcuni pullman (su uno di questo ci sono anche io, e ti pareva). E’ un disastro. La scena è agghiacciante. In assetto antisommossa, i poliziotti entrano dalla prima delle tre porte del pullman e cominciano a volare manganellate contro gente inerme. Ovviamente tutti fuggono in fondo al pullman». Ma, prosegue sempre il sostenitore, la violenza prosegue con ulteriore veemenza: «A quel punto altri poliziotti, non contenti, cercano di entrare dall’ultima delle porte (dove si sono assiepati i tifosi) non riuscendo ad entrare perché gli ingressi sono bloccati dalla gente in fuga. Un poliziotto, in modo folle, sfonda il vetro della porta con una manganellata e a quel punto rischiamo di fare davvero la morte delle zoccole, aggrediti sia davanti che da dietro in uno spazio di 10 metri quadrati da queste persone inqualificabili che ci urlano “Adesso vi ammazziamo”, “ Non uscite vivi da Roma” ecc…». E a questo punto, Sivori87 tiene a specificare che «essendo tutti giovani e disarmati, nessuno di noi ha né provocato in maniera palese (se non con qualche gestaccio) né tanto meno reagito all’assalto. Abbiamo alzato le mani ma loro hanno continuato a picchiarci». Egli stesso sarebbe stato «colpito più volte alla schiena» da un agente, il quale avrebbe «cercato di colpirmi col manganello alla testa mentre ero quasi a terra. Non so come sono riuscito a fuggire….Un ragazzo aveva il muso spaccato, altri erano doloranti alla schiena, altri alle braccia». Il tifoso conclude con una chiosa emblematica: «I romanisti? Non pervenuti». Ciò vuol dire che i sostenitori giallorossi non si sarebbero proprio fatti vedere nei paraggi dove passavano i napoletani.
Si chiede ai rappresentanti dell’ordine pubblico: tutto ciò è vero oppure sono state semplici fantasie di un tifoso?
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Altra testimonianza reperibile su http://altocasertano.wordpress.com/2008/09/02/napoli-report-sulla-trasferta-dei-tifosi-napoletani-a-roma-la-verita-che-i-media-non-raccontano/




lunedì 1 settembre 2008

Calciomercato - Napoli: acquistato Aronica, ceduti Domizzi, De Zerbi e Lacrimini

Il Napoli ha ufficialmente acquistato poco fa Salvatore Aronica dalla Reggina. Il difensore arriva ha firmato un contratto in azzurro valevole quattro anni. 
Ma le notizie ufficiali dall'Ataquark non finiscono qui. Sul fronte cessioni la società azzurra ha ceduto in comproprietà il difensore Domizzi all'Udinese.  Inoltre, è stato dato De Zerbi in prestito all'Avellino, mentre Lacrimini e Grieco sono stati ceduti a titolo definitivo rispettivamente alla Cavese ed alla Juve Stabia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

Cesare Lanza: «Vedo il calcio come un romanzo popolare»

Il celebre giornalista ed autore televisivo spiega in esclusiva a “il pallone in confusione” come organizzerebbe un palisesto in chiaro. Esprime timori per il futuro dell’italica pedata, a causa della violenza del tifo, e critica la girandola di acquisti e cessioni del suo Genoa


Cesare Lanza ha accettato di essere intervistato a tutto campo in esclusiva da “il pallone in confusione”. Il popolare giornalista (indimenticato direttore de “La Notte”), autore televisivo (dopo il successo di “Buona Domenica” su Canale 5 si appresta ad affrontare la prestigiosa sfida del Festival di San Remo), scrittore (è appena stato pubblicato “Caldo argento” per Curcio Editore) e regista cinematografico (sta per uscire “La perfezionista”) è anche un amante oltre che un esperto di calcio. Giudica con senso critico la campagna acquisti della squadra di cui è acceso tifoso, il Genoa, ed esprime le sue preoccupazioni per il futuro dell’italica pedata. Dal 13 ottobre partirà la sua ultima attività: “Studio 254”, l’accademia di spettacolo e comunicazione.

E' equo il prezzo pagato dalla Rai (27.5 milioni nel 2008/09 e 28 per il 2009/10) per i diritti in chiaro alla Lega calcio oppure il calcio in chiaro non vale più nulla?
«Non saprei quantificare, ma il calcio in chiaro vale poco e sempre di più perderà valore. Credo che la stragrande maggioranza degli italiani interessati al calcio sia già abbonata o si abbonerà alle pay-tv».

Il calcio è ormai ridotto a uno spettacolo prettamente televisivo: non crede che si rischia sempre più la diminuzione della presenza del pubblico negli stadi?
«Se le cose vanno avanti così, allo stadio non andrà più nessuno. Se invece si blocca la violenza e lo stadio diventa, come già succede altrove, un luogo confortevole e di incontro, di aggregazione non solo per la partita, uno zoccolo duro durissimo di spettatori ci sarà sempre».

Ma la tv ha bisogno della coreografia: uno stadio vuoto mette solo tristezza.
«No. Penso che la televisione, con l’immensa quantità di proposte che può produrre, non risentirà di questa evidente “tristezza”: basterà non inquadrare gli spalti vuoti. Lo stadio virtuale è il video».

La torta dei diritti tv è stata spartita soprattutto tra le grandi del calcio, costringendo le piccole ad arrangiarsi: cosa si potrebbe fare per migliorare questo sistema?

«E’ un errore penalizzare le piccole. La prima partita di campionato mostra una classifica rovesciata rispetto alle nostre storiche abitudini: in alto le piccole, in basso le grandi. Mi sembra che nel futuro possa esserci questo scenario: campionato cosiddetto di Superlega, a livello europeo, tra le grandi: diciamo di sicuro Milan, Inter, Juventus, Roma, Fiorentina e forse Napoli, Lazio e altre due o tre… Serie A, con scudetto italiano, per tutte le altre, le grandi declassate, la sana provincia. E magari un incontro conclusivo tra la migliore della SuperLega e la scudettata della serie A rimanente».

Se le affidassero il palinsesto calcistico in chiaro di una tv generalista come lo organizzerebbe?
«Magari! La linea sarebbe:1. poco pochissimo di ciò che si è visto altrove. 2. i retroscena “umani” che potrebbero attirare il pubblico femminile, famiglie, mogli, vita quotidiana dei calciatori, tutto ciò che oggi non si vede – senza miele, ma drammi, emozioni, vigilie inquiete, crisi, ecc… un romanzo popolare. 3. proiezione sul futuro, con previsioni commenti non urlati – che tengano conto anche degli aspetti umani. 4. voci e spazio a tutto ciò che non è tecnico».

Passiamo al suo Genoa, è soddisfatto della campagna acquisti?
«Assolutamente no. Avevamo una buona squadra e un ritmo, un qualità di gioco inferiori solo a quelli della Roma! Non c’era motivo, se non per affaracci di mercato, di sconquassare e rivoluzionare tutto. Avevamo perduto Bovo, Konko e Borriello (i primi due e forse anche il terzo si potevano trattenere): si trattava di sostituirli con intelligenza mirata. E di acquisire un rinforzo importante. Invece: una girandola senza senso. Di alcuni acquisti (Palladino, Mesto e Modesto) già si intravedono i limiti… Spero di sbagliarmi. I dubbi su Figueroa non sono stati sciolti. Incomprensibile la cessione di Di Vaio, che alla prima partita nel Bologna ha fatto secco il Milan».

Quale obiettivo potrebbe prefigurarsi il Grifone per questa stagione?
«Sarà un campionato faticoso. Se riusciremo a evitare la serie B senza soffrire troppo sarò felice e mi accontenterò».

Qual è il ricordo più bello legato alla sua squadra?
«Il quarto posto in serie A e la concomitante semifinale in Coppa Uefa, nel Genoa allenato da Bagnoli, personaggio straordinario. Con un gioiello: la vittoria a Liverpool».

Com’è nato il suo nuovo romanzo “Caldo argento”? Si può definirlo come una rivisitazione della società milanese negli anni ’70?
«Sì. Lo scrissi alla fine degli anni settanta e non ebbi la sfrontatezza di pubblicarlo: molti personaggi erano riconoscibili, molti episodi chiacchierati. Dopo trent’anni, questo problema non esiste più».

Sta per uscire “La perfezionista” da lei diretto sul tema dell’eutanasia: perché lei è a favore della “dolce morte”?
«Molto semplice. Io mi definisco un liberale assoluto. Rispetto chi, per vari motivi, soprattutto religiosi, la pensa diversamente da te. Io penso di avere il diritto di scegliere quando e come congedarmi da questa valle di lacrime. E che debba essere rispettata la volontà di chi preferisca morire anziché vivere, a volte senza la minima coscienza e comunque senza la minima speranza, un’agonia straziante. La provocazione, nel film, è che nel racconto questo terribile nodo da scegliere è vissuto da una coppia di giovani innamorati. Uno dei due si ammala senza possibilità di guarigione, in modo irrimediabile, e…».

Tra poco partirà la sua accademia di comunicazione “Studio 254”: a chi si rivolge in particolare?

«A tutti coloro che vogliamo avvicinarsi, con strade concrete, al giornalismo e al mondo dello spettacolo: recitazione, sceneggiatori e autori televisivi, regia di cinema teatro e televisione, musica e canto, scenografia, conduzione, ecc. Sono orgoglioso di aver aggiunto un corso su “psicologia e successo”, che si propone di insegnare qualcosa di molto difficile da imparare: come gestire le alterne vicende di successi e insuccessi, senza stravolgersi la mente e la vita. E’ un corso che sarebbe utile a molti protagonisti dello show-system e sarà molto utile a chi vorrà trovare spazio in questo settore. Per la verità, la ricerca dell’equilibrio interiore è un tema che sta a cuore a chiunque, al di là dello scintillante ed effimero mondo dello spettacolo».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

Permettete una parola? - No ai "black block" del tifo calcistico

Riflessioni e consigli sugli incidenti demenziali di ieri a Napoli e Roma, ma anche sugli spiacevoli episodi accaduti sabato scorso a Torino e Genova

Permettete una parola? Sugli incidenti di ieri di Roma-Napoli si è scritto di tutto e di più. C’è chi se la prende con i tifosi napoletani considerandoli il male del calcio, chi con "i mascalzoni" oppure con "i vandali" che sfasciano i treni e riescono a far cacciare i poveri viaggiatori inermi. Insomma, ritornano le solite vecchie solfe (che ricorrono ormai tutti gli anni come una giaculatoria) della violenza degli stadi, delle indagini sociologiche, del calcolo dei costi degli ingenti danni, del perché e del percome. Risentiamo la litania del solito bla-bla che tra pochi giorni sarà completamente dimenticata per poter ritornare a parlare del "campionato più bello del mondo". Ma questo calcio, caratterizzato da questi periodici episodi di violenza, non ci piace e vorremmo che fosse cancellato. Ma si badi bene, non dimenticato nell’ "italico dimenticatoio": bisogna ricordare gli incidenti per evitarli.
Domani si terranno al Viminale le riunioni, annunciate ieri sera dal portavoce del ministro dell’Interno Isabella Votino, dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. In entrambe sarà presente Roberto Maroni, al quale vorremmo sommessamente fornire, da "quivis de populo" quale siamo (è lo spirito de "il pallone in confusione"), una serie di spunti di riflessione. E soprattutto poniamo alcuni quesiti, cui vorremmo che le autorità compenti potessero fornire delle risposte. Magari anche relazionando in Parlamento, che è il cuore pulsante della nostra democrazia.
Ieri il questore di Napoli, Antonino Puglisi (a cui va riconosciuto il massimo impegno nell’organizzazione della trasferta dei tifosi napoletani), ha dichiarato all’Ansa "Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente, i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla". Ciò potrebbe significare che molto probabilmente non c’è stata una sufficiente comunicazione tra Trenitalia, il ministero dell’Interno e la Questura del capoluogo campano. Martedì 26 agosto il Napoli aveva pubblicato sul suo sito (http://www.sscnapoli.com/) che erano "stati venduti 2.500 biglietti su 3.600 del Settore Ospiti". Dunque si sapeva perfettamente già da alcuni giorni quale sarebbe stato il numero dei tifosi: come anche si sapeva che domenica 31 agosto mezza Italia era in movimento per ritornare dalle vacanze. Se non c’erano posti sufficienti, perché non si è proibito ai tifosi di recarsi su una serie di treni a Roma assieme agli altri passeggeri? E’ perché Trenitalia non vuole organizzare treni speciali? Costano forse troppo rispetto ai normali convogli? I danni sono stati ugualmente provocati dai tifosi che hanno distrutto il treno di andata e danneggiato fortemente quelli di ritorno. Almeno si sarebbe evitato l’enorme disagio e l’umiliazione della "cacciata" agli altri viaggiatori: in primis alla povera mamma che portava suo figlio ammalato grave all’Ospedale Gaslini di Genova.
Non esiste il problema di una "etnia" riguardo alla provenienza del tifo violento. Gli incidenti prima e dopo Roma-Napoli sono stati i più eclatanti: ne sono stati responsabili in gran parte sostenitori della squadra azzurra. Ma bisogna doverosamente ricordarsi i seguenti episodi. Sabato notte c’è stata una razzia di un gruppo di tifosi dell’Inter in un’autogrill al ritorno dalla trasferta a Marassi. Sembrava di essere ritornati al Medioevo, quando le bande dei soldati di signorotti e feudatari lasciavano i loro "bravi" a depredare tutto ciò che trovavano attorno. Ieri sono stati denunciati a Torino nove "tifosi" leccesi che detenevano in un pulmino petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Davvero un bell’arsenale, "normale" per chi si reca in uno stadio! Che facciamo per queste "brave" persone milanesi e pugliesi? Non vogliamo vietare anche le trasferte per costoro? Oppure esistono due pesi e due misure per le sanzioni?
E a proposito di chiavi inglesi, mazze (anche qui sembra di tornare al Medioevo), petardi e altri strumenti di offesa c’è un’altra osservazione da fare. Se un gruppo di ultrà si reca negli stadi con questo arsenale, magari ben mascherato da cappucci e passamontagna, viene da pensare che non sia un semplice fatto di teppismo gratuito, ma che ci sia una sorta di ipotetica preparazione paramilitare. Quasi come una vera e propria "intifada" da stadio. C’è forse una "mano" occulta che istruisce queste persone a colpire, picchiare e distruggere tutto ciò che incontra e con il tifo calcistico, anche se molto passionale e colorito, non c’entra proprio nulla? E magari questa "mano" vuole costringere lo Stato a emanare una legislazione d’urgenza che limiti le libertà civili, a cominciare da quella di circolazione? Questi personaggi sono forse i nuovi "black block" del calcio nostrano, provocatori professionali sullo stile di quelli del G8 a Genova? Tutto ciò rappresenta solo una pura e semplice ipotesi, che agghiaccia al solo pensiero: si spera che resti solo tale, come un brutto sogno.
Visti gli incidenti di ieri, come potranno le società di calcio trasformare gli stadi in impianti usufruibili per tutti i giorni della settimana? Si mettano attorno a un tavolo i ministeri competenti, la Figc e la Lega per debellare questa piaga vergognosa: si rischiano danni economici incalcolabili per il nostro pallone.
Vogliamo concludere con un elemento positivo della folle giornata di ieri. Ha funzionato bene l’attività di prevenzione delle Forze dell’ordine. E’ stato il caso delle perquisizioni effettuate da sabato scorso nelle zone adiacenti allo stadio Olimpico e a Firenze. Vorremmo che ce ne fossero sempre di più: prevenire è meglio che curare.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

Razzia all'autogrill dopo Samp-Inter: identificati i tifosi nerazzurri

Oltre alla domenica di follia, c'è stato anche lo spiacevole "antipasto" del sabato. Una cinquantina di persone, presenti a bordo di un pullman di tifosi dell'Inter che ritornavano dalla trasferta di Genova per l'anticipo di campionato contro la Sampdoria, sono stati identificati dagli agenti della Questura di Milano. Era stata segnalata la razzia da parte di un gruppo di loro in un autogrill dell'autostrada A7. E' accaduto durante la notte tra sabato e domenica scorsi nell'area di servizio Giovi Nord dell'arteria Genova-Milano.
Il pullman, scortato da una pattuglia della polizia, ha deviato dal percorso stabilito e si è fermato presso l'Autogrill di Giovi Nord. Durante la sosta, un nutrito gruppo di sostenitori nerazzurri ha consumato e prelevato numerosa merce dai banchi della zona ristoro senza pagare. Poi, come se nulla fosse accaduto, tutti sono risaliti con normalità e tranquillità sull'autobus che li ha riportati a Milano. Non appena giunti nel capoluogo, gli occupanti sono stati fermati dalla polizia e identificati. Adesso si dovrà valutare le eventuali responsabilità giuridiche dei sostenitori che hanno compiuto la razzia.
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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