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martedì 28 aprile 2009

Sportform: corso per avvocati a Napoli sul contenzioso sportivo

Sportform, l'associazione presieduta dall'avvocato Tommaso Mandato, organizza il corso di diritto sportivo per avvocati organizzato in collaborazione e con il patrocinio del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli, della Fondazione dell'Avvocatura Napoletana per l'Alta Formazione e della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II di Napoli.
Sono previsti 5 incontri che si svolgeranno presso l’Università Federico II Facoltà di Giurisprudenza Aula A/2 Via Nuova Marina 33, Napoli nei seguenti giorni: 14 - 19 - 21 - 26 - 28 maggio dalle h 14,30 alle 17,30

Modalità d’iscrizione:
La prenotazione al corso può essere effettuata dal 4 Maggio 2009 fino all’esaurimento dei 150 posti disponibili, di cui 100 prenotabili via internet per gli iscritti che sono già in possesso del tesserino magnetico e password personale, accedendo on-line all’area riservata del sito www.ordineavvocati.napoli.it alla voce “Formazione Prof.le Permanente tasto Collegamento”. Gli ulteriori 50 posti prenotabili con apposito modulo da ritirare e successivamente consegnare presso la segreteria della Associazione Sportform ubicata in Napoli al Centro Direzionale is. B3 o inviare a mezzo fax al n.ro 081.19562657 .

La partecipazione al presente Corso – che fa parte Piano Formativo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli — verificata la frequenza e l’attività svolta , consentirà l’ottenimento di crediti formativi.

Per ulteriori informazioni e per il calendario completo degli incontri didattici, consultare il sito www.sportform.it

venerdì 24 aprile 2009

Il nostro calcio non è il "nonno" d’Europa

Il titolo spetta alla Superliga portoghese con un’età media di 29,825. La serie A è però inserita nel "club dei 27 anni" assieme a Spagna e Inghilterra da cui è separata da alcuni decimi di punto. All’Olanda la palma dei più giovani. Il Milan è la squadra più anziana tra i campionati d’elite del Vecchio continente, assieme alla Vecchia Signora bianconera, ben distante dai giovanotti del Tsg 1899 Hoffenheim

Sorpresa! Contrariamente a quanto si crede non è il calcio italiano ad avere l’età media più elevata tra i campionati più importanti d’Europa. Secondo le statistiche calcolate da Transfermarket.de, la Superliga portoghese si fregia il titolo di "nonno" del Vecchio continente con una media di 29,825 per i suoi 425 giocatori suddivisi in 16 squadre. La nostra serie A è soltanto quarta con una media di 27,185 per i suoi 544 giocatori che militano nelle 20 società. Però c’è da sottolineare che il nostro massimo campionato è inserito nel gruppo del "club dei 27" che è preceduto soltanto dalla massima competizione lusitana: ossia il suo dato è inferiore a quello di Spagna e Inghilterra per qualche decimo di punto. La Premier League è infatti la seconda nella graduatoria con un dato di 27,675 per 546 atleti in 20 squadre: segue di un’incollatura la Spagna con 27,315 per i suoi 510 calciatori per un analogo numero di club.
Decisamente più bassa l’età negli ultimi tre campionati dell’elite continentale. La Bundesliga ha una media di 26,083 per i suoi 494 giocatori militanti nelle 18 squadre che la compongono. E’ ancor più bassa per i 555 atleti che giocano nella francese Ligue 1, pari a 25,595: composta da 20 società. Infine, la più giovane di tutte è l’Olanda: i 500 giocatori delle 18 società del massimo campionato presentano un dato pari a 25,027. L’età è uno dei fattori, oltre ovviamente al livello tecnico, che determinano la crescita e l’importanza futura di un movimento calcistico: gli arancioni, assieme a tedeschi e francesi, sembrano quindi abbastanza favoriti rispetto ai loro colleghi italiani, spagnoli, inglesi e, soprattutto, portoghesi, per una maggiore possibilità di ricambio generazionale.
All’interno dell’ambito europeo considerato, la squadra "nonna" è il Milan: i suoi 29 calciatori hanno una consistente media di 29,3 anni. Da segnalare che nel nostro campionato la Juventus, con i suoi 29,1 anni per la sua rosa di 26 elementi, è poco distante dai rossoneri: a buon diritto si fregia il titolo di Vecchia Signora. Ritornando tra i club più vecchi d’Europa, l’inglese Fulham presenta una media di 28,4 anni per i suoi 24 calciatori. Poco distante la spagnola Malaga (28,3): segue il club portoghese Pacos de Ferreira (28,1). La francese Valenciennes è a 27,7, mentre i tedeschi dell’Energie Cottbus sono a 27,7. Chiude questa graduatoria del "gerontocomio" del Vecchio continente il Nac Breda con 26,8.
Al contrario, la rosa più giovane d’Europa si trova in Germania: è quella del Tsg 1899 Hoffenheim con una media di 23,5 anni. Il club della Bundesliga ha superato al fotofinish l’Ajax Amsterdam che presenta un dato pari a 23,6. A braccetto al terzo posto ci sono l’inglese Middlesbrough e la portoghese Nacional Funchal con 23,7. Segue la formazione francese del Monaco (24). La nostra Udinese è la penultima società più giovane dell’elite del calcio continentale con la sua media di 25 anni: chiude la spagnola Almeira con 26,4.
Infine, un’occhiata alla nostra serie A. Dopo l’Udinese, è il Cagliari la squadra più giovane con una media di 25,1 anni: segue la Reggina con 25,5. Il derby della Lanterna è vinto dalla Sampdoria (quarta squadra più giovane) che possiede un’età media di 25,6 contro i 26,3 del Genoa (sesta squadra più giovane). La stracittadina della capitale è vinta dalla Lazio (quinto club più giovane): 25,7 contro 28,4 della Roma (sesta squadra più vecchia). Il derby della Mole è vinto dal Toro (quinta squadra più vecchia): 28,5 contro il 29,1 dei bianconeri. Questi i dati e le posizioni delle altre big del massimo campionato: l’Inter è la quarta squadra più vecchia con 28,8. Il Napoli e la Fiorentina sono nel centro classifica, rispettivamente con medie di 27,6 e 27,4.
Marco Liguori
Riproduzione riservata consentita soltanto dietro citazione della fonte

mercoledì 22 aprile 2009

As Roma: nessun «interesse diretto della famiglia Flick»

La società As Roma e la controllante Italpetroli della famiglia Sensi ribadiscono che non è stato sottoscritto alcun contratto o concluso alcun accordo per la cessione del pacchetto della società calcistica e, in merito a quanto pubblicato oggi sulla stampa, di non conoscere «un interesse diretto della famiglia Flick» di imprenditori tedeschi. «I contatti attualmente in corso - si legge nella nota - con i soggetti che hanno manifestato il proprio interesse sono, allo stato attuale, in una fase di verifica dell'esistenza dei presupposti per poter valutare eventuali operazioni». Qualsiasi scelta dovesse essere assunta in futuro, precisa Italpetroli, «terrà debitamente conto, come sempre in passato, degli interessi di As Roma e dei soci di minoranza e che, in ogni caso, non si prevede un disimpegno della famiglia Sensi da As Roma».
Fonte: Ansa

Milano Finanza: Volker Flick interessato all'acquisto della Roma

Il tedesco Volker Flick, appartenente alla famiglia già azionista della Daimler che ha liquidato nel 1986 gran parte delle sue partecipazioni, raccogliendo 2,5 mld usd, e' interessato a rilevare dalla famiglia Sensi il controllo della As Roma.
Il finanziere tedesco, secondo il quotidiano Milano Finanza, fa parte di una cordata che, in gran segreto, alcuni mesi fa ha preso contatto con i Sensi tramite l'avvocato Gianroberto de Giovanni, legale di fiducia della famiglia, per sondare la possibilità di una cessione della squadra. Insieme con Flick fanno parte della cordata anche alcuni imprenditori italiani capeggiati dall'ex procuratore sportivo Vinicio Fioranelli.
Quanto al possibile closing, non è stata ancora firmata alcuna intesa, ma i colloqui sono in fase molto avanzata e sono stati portati avanti con l'ausilio di un altro studio legale romano, oltre a quello di de Giovanni (Lovells). La cifra in discussione sembrerebbe più alta di quella discussa in passato con la Inner Circle, per conto del fondo d'investimento facente capo a George Soros.
Fonte: MF Dow Jones - News Italia
http://www.borsaitaliana.it/borsa/area-news/news/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=589476&lang=it

martedì 21 aprile 2009

La Consob multa per 530mila euro Lotito per il patto occulto sulla Lazio

La Consob ha deliberato una sanzione di complessivi 530.000 euro al patron della SS Lazio Claudio Lotito e di 330.000 euro all'imprenditore Roberto Mezzaroma colpevoli, secondo la Commissione, di aver siglato nel giugno 2005 un patto parasociale occulto sulle azioni della società calcistica. La decisione della Commissione si rifà così alla delibera emessa nel giugno 2008 (pendente al Consiglio di Stato dopo l'annullamento da parte del Tar) che aveva bloccato i diritti di voto avendo accertato, a partire almeno dal 30 giugno 2005, la «stipulazione di un patto parasociale stipulato tra Claudio Lotito e Roberto Mezzaroma, sull'acquisto di concerto di azioni ordinarie della SS Lazio, pari a circa il 14,61% del capitale della società». La Commissione ha così inflitto a Lotito una sanzione di 250.000 euro per la mancata comunicazione del patto, di 80.000 euro per il mancato conseguente lancio dell'opa e di 200.000 euro per aver esercitato i diritti di voto in quattro occasioni (circostanza non contestata a Mezzaroma).
Fonte: Ansa

lunedì 20 aprile 2009

Gup plusvalenze Juve: Zavaglia ascoltato come testimone

Gli avvocati di Giraudo, Bettega e Moggi dovrebbero chiedere il rito abbreviato

Con l'audizione del procuratore sportivo Franco Zavaglia è ripresa oggi a Torino l'udienza preliminare per l'inchiesta sui conti della vecchia gestione della Juventus. I tre indagati sono Antonio Giraudo, Roberto Bettega e Luciano Moggi, i cui legali, a quanto si apprende, sono orientati a chiedere il rito abbreviato. L'indagine riguardava il fenomeno delle cosiddette''plusvalenze'' realizzate sulla compravendita di calciatori. La deposizione di Zavaglia (che ha parlato di aspetti legati alletrattative per l'acquisto, la cessione o la valutazione di trebianconeri, Zidane, Maresca e Miccoli), è stata giudicata ''soddisfacente'' dagli avvocati degli ex dirigenti.
Fonte: Ansa

sabato 18 aprile 2009

I problemi di Mondo Juve per la Vecchia Signora

Secondo l’ultima semestrale della Juventus, la Campi di Vinovo ceduta alla Costruzioni Generali Gilardi rischia di ritornare alla società bianconera. Se quest’ultima dovesse esercitare il pegno sulle azioni, si dovrebbe accollare i costi della realizzazione del centro commerciale probabilmente raddoppiati rispetto ai preventivati 100 milioni del 2001

Il presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, e l’amministratore delegato Jean Claude Blanc hanno un problema che forse rischia di esplodere tra un po’ di tempo. L’esonero o la conferma di Ranieri sulla panchina? No. Forse una corposa campagna acquisti reclamata a gran voce dai tifosi? Nemmeno. Dopo aver propagandato il progetto dello Stadio Delle Alpi, i validi ed esperti manager della squadra bianconera quotata a Piazza Affari sono attanagliati dal pensiero dominante della Campi di Vinovo spa. Quest’ultima è la società, controllata un tempo dalla Juve che aveva ceduto il 31 marzo 2006 alla Costruzioni Generali Gilardi le opzioni per l’acquisto in due tranche del 69,8% della stessa Campi di Vinovo, detentrice dei terreni a sud di Torino su cui dovrebbe sorgere il centro commerciale Mondo Juve con un’estensione di 500mila metri quadri. La realizzazione materiale di quest’ultimo fu abbandonata a causa dell’elevato costo di realizzazione (stimato in oltre 100 milioni nel 2002): ma, stando a quanto riportato nella semestrale al 31 dicembre 2008, potrebbe ritornare al mittente con pesanti conseguenze sui conti societari.
Per capire meglio questa "telenovela" bisogna però ritornare a circa 8 anni fa. Il progetto immobiliare Mondo Juve, assieme a quello dello stadio "Delle Alpi", era stato inserito nel prospetto di quotazione, avvenuta nel dicembre 2001, della società della Famiglia Agnelli al paragrafo "strategie e ricavi futuri". Sarebbe stato il trionfo della filosofia dell’allora amministratore delegato Antonio Giraudo, strenuo fautore della trasformazione immobiliare juventina: egli ipotizzava che la costruzione sarebbe terminata tra la primavera e l’autunno del 2004. Siamo arrivati all’aprile 2009 e dei cantieri a Vinovo non c’è neanche l’ombra: bisogna aggiungere che la "telenovela" è stata caratterizzata da un lunghissimo iter dei permessi autorizzativi. Il progetto fu poi abbandonato probabilmente a causa dell’alto costo di realizzazione e di quello della manutenzione. Fu decisa dunque, già negli ultimi mesi della gestione Giraudo, la cessione delle opzioni alla Costruzioni Generali Gilardi. Con questa operazione molto abile, la Juve avrebbe ricevuto i ricavi dalla vendita del proprio merchandising nel nuovo centro commerciale ottenendo anche una potenziale plusvalenza dalla cessione della Campi di Vinovo, senza addossarsi gli oneri della realizzazione centro commerciale. Ma nella "Relazione intermedia sulla gestione" e nel paragrafo "Rischio di credito" della semestrale sono riportati gli ultimi intoppi. «Il 27 dicembre 2008 Costruzioni Generali Gilardi ha comunicato a Juventus – si legge nel documento di bilancio – che la società terza con cui aveva sottoscritto un accordo per lo sviluppo del centro commerciale "Mondo Juve" ha manifestato la volontà di non dare esecuzione al contratto». Stando sempre a quanto spiega la società bianconera nella semestrale, questa infausta circostanza «non ha pertanto consentito a Costruzioni Generali Gilardi di provvedere al pagamento entro il 31 dicembre 2008 delle somme previste dagli accordi stipulati con Juventus il 26 luglio 2007 (euro 12,5 milioni)». A seguito dell’espressa richiesta della società di costruzioni «Juventus e Cgg hanno quindi sottoscritto – si legge ancora nella semestrale – il 5 febbraio 2009 una scrittura privata novativa e integrativa dei precedenti accordi al fine di modificare i termini di pagamento della rata scaduta il 31 dicembre 2008». La nuova intesa prevede il pagamento di 4 milioni entro il 20 febbraio 2009, che sono stati regolarmente versati dalla Gilardi alla società di corso Galileo Ferraris, e i rimanenti 8,5 milioni entro il 20 dicembre prossimo. Quest’ultimo termine potrà essere prorogato dalle parti con riconoscimento degli interessi alla Juve. Il contratto prevede due ulteriori scadenze di 12,5 milioni e di 17,4 milioni che la Cgg dovrà onorare rispettivamente dopo un anno e due anni dall’apertura di Mondo Juve.
Ma non è ancora finita qui. La società bianconera ricorda nel documento di bilancio che i «crediti originatisi dall’operazione di cessione della Campi di Vinovo spa a Costruzioni Generali Gilardi spa» sono «assistiti da garanzia reale» ossia da un pegno a favore della Juve sulle azioni della società detentrice dei terreni vinovesi. Cosa potrebbe accadere se la Gilardi non riuscisse a onorare le restanti rate? Lo spiega sempre la Vecchia Signora nella semestrale. «In considerazione della negativa congiuntura economica che ha impattato su tale operazione non si può allo stato attuale escludere che in futuro per l’incasso di tali crediti la società (NDR: la Juve) si venga a trovare nella condizione di dover accordare ulteriori dilazioni di pagamento alla controparte, in linea con i tempi di sviluppo del progetto, o, attraverso l’esercizio del pegno possa trovarsi nella condizione di dover sviluppare in proprio l’iniziativa». Tradotto in parole semplici: se non dovesse bastare un’ulteriore rateizzazione alla Gilardi, la Juventus esercita il pegno e si riprende la Campi di Vinovo. In quest’ultimo caso però dovrà realizzare Mondo Juve da sola, accollandosi gli oneri della sua realizzazione, che dopo 9 anni dalla quotazione in Borsa sono probabilmente quantomeno raddoppiati: l’impatto sui conti sarebbe devastante.
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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