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giovedì 28 gennaio 2010

E’ NATA OGGI FEDERSUPPORTER IL “SINDACATO” DEI TIFOSI

E’ stata presentata oggi a Roma Federsupporter, l’associazione che tutela gli interessi dei tifosi e degli azionisti delle società sportive di tutte le discipline. All’incontro (svoltosi presso la sede di Federprofessional in via Ravenna 14) erano presenti i fondatori: Alfredo Parisi (presidente), Felice Pulici (vicepresidente e grande portiere della Lazio degli anni ‘70), Massimo Rossetti (responsabile legale), e Paolo Montemurro (relazioni esterne). E’ stato anche illustrato il sito dell’associazione ( http://www.federsupporter.it/) dove sono illustrate tutte le modalità per l’iscrizione. Federsupporter si avvarrà della consulenza dello Studio Legale Grassi di Roma per tutte le iniziative in favore dei propri soci.
L’associazione è un vero e proprio sindacato dei sostenitori.«Ci rivolgiamo agli abbonati, ai tifosi e agli azionisti delle società» ha detto il presidente Parisi. «Vogliamo dare risalto – ha proseguito
Parisi – ai diritti dei “prosumer” ossia dei tifosi che sono produttori e consumatori dello spettacolo sportivo. Per quanto riguarda il governo delle società di calcio quotate in borsa, puntiamo anche alla riforma del sistema dualistico, che è stato adottato dalla Lazio, poiché finora non ha sufficientemente garantito i diritti dei piccoli azionisti».
Felice Pulici ha voluto sottolineare che «il modello spagnolo fornisce una maggiore rappresentanza agli azionisti-tifosi a cui i presidenti sottopongono il proprio programma gestionale per un quadriennio». Un modello a cui tende Federsupporter. Pulici ha anche ricordato «l’importanza del settore giovanile per le società sportive e quelle di calcio in particolare. Va riformato il sistema: i club cercano giovani in Sudamerica invece di curare al meglio i propri vivai».
Paolo Montemurro ha auspicato «una forte collaborazione con l’Ordine dei giornalisti per organizzare corsi di informazione sulle delicate tematiche giuridiche e finanziarie connesse con il mondo sportivo».
Infine Massimo Rossetti ha spiegato che «Federsupporter vuole essere il punto di riferimento per fornire assistenza legale agli azionisti-tifosi che intendano adire le vie giudiziarie per il riconoscimento dei propri diritti». Ad esempio, «conoscere i quorum importi dalla legge per proporre l’azione di responsabilità per le squadre di calcio quotate in Borsa, Lazio, Roma e Juventus».

FEDERSUPPORTER
Indirizzo:
via T. Salvini 25
Roma cap 00197
Telefono:
06 45474435
Fax:
06 45477047
http://www.federsupporter.it/

venerdì 22 gennaio 2010

Giovedì 28 nasce a Roma Federsupporter

COMUNICATO STAMPA FEDERSUPPORTER
SARA’ COSTITUITA IL 25 GENNAIO P.V. FEDERSUPPORTER, LA PRIMA ASSOCIAZIONE DI RAPPRESENTANZA E TUTELA DEI DIRITTI E DEGLI INTERESSI DEI PICCOLI AZIONISTI DI
SOCIETA’ SPORTIVE, QUOTATE E NON QUOTATE, NONCHE’, PIU’ IN GENERALE, DEI SOSTENITORI DI TALI SOCIETA’ E DI ASSOCIAZIONI SPORTIVE, QUALI CONSUMATORI
FINALI DELLO SPETTACOLO AGONISTICO.

SCOPI, MODALITA’ ASSOCIATIVE, ORGANIZZAZIONE E INIZIATIVE DELL’ASSOCIAZIONE SARANNO DETTAGLIATAMENTE ILLUSTRATI IN UNA CONFERENZA STAMPA, A CUI
SONO INVITATI TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE (STAMPA, RADIO E TV) A CIO’ INTERESSATI, CHE SI TERRA’ IL 28 GENNAIO P.V., ALLE ORE 10.00 IN ROMA, VIA
RAVENNA 14, PRESSO LA SALA VERDE DI FEDERMANAGER (FEDERAZIONE NAZIONALE DIRIGENTI DI AZIENDE INDUSTRIALI).
SARA' PRESENTE IL COMITATO DEI SEI PROMOTORI: Felice Pulici (portiere della Lazio dello scudetto '74), Massimo Rossetti, Alfredo Parisi, Luigi Taralli, Paolo Montemurro
e Roberto Betti.

martedì 19 gennaio 2010

L’addio di Pandev e Ledesma costa 35,7 milioni alla Lazio

A tanto ammonta il danno stimato dai piccoli azionisti che sono pronti a preparare azioni legali contro la società per accertare le eventuali responsabilità del presidente Lotito e degli altri componenti del Consiglio di gestione

Piccoli azionisti Lazio sul piede di guerra contro il presidente e azionista di maggioranza Claudio Lotito. Dopo aver visto perdere Pandev attraverso la decisione del Collegio arbitrale Figc, che ha svincolato il giocatore acquisito a parametro zero dall’Inter, ora i soci minoritari temono la risoluzione analoga anche per Ledesma. Infatti, c’è il rischio concreto che il prossimo 26 gennaio il Collegio stabilisca lo “stato libero” del centrocampista argentino. In una sua recente nota, di cui “il pallone in confusione” ne è venuta in possesso in esclusiva, l’avvocato Massimo Rossetti quantifica la perdita. «E’ evidente l’impatto gravoso del lodo Pandev – scrive il legale – nonché di altro e analogo lodo (vedi caso Ledesma)». E a quanto ammonta il danno patrimoniale? «Consiste sia nel danno emergente (valore residuale di Pandev a bilancio al 30 giugno 2009 del calciatore 1.000.000 di euro circa; per Ledesma tale valore ammonta a circa euro 1.700.000) sia soprattutto nel lucro cessante consistente nel mancato introito alla società del prezzo di cessione del calciatore o dei calciatori ad altra(e) società». Rossetti specifica che «per stessa ammissione del presidente della Lazio, la quotazione di mercato di Pandev era stata valutata in euro 18.000.000 e di Ledesma in 15.000.000». Il totale così stimato ammonta a 35,7 milioni. Le cifre non comprendono «ulteriori importi a carico della società per risarcimento danni all’uno e all’altro dei sunnominati giocatori».

Anche nel caso in cui Ledesma rinunciasse all’arbitrato si potrebbe creare un danno per la società biancoceleste. «E’ opportuno osservare per quanto riguarda Ledesma – sottolinea l’avvocato – che pur ammesso che il calciatore dia il proprio assenso alla cessione del suo contratto nel mese di gennaio corrente anno a titolo oneroso ad altra società, rinunciando al procedimento arbitrale, tuttavia anche in questa ipotesi trattandosi quasi certamente di una “svendita”, considerata la situazione venutasi a creare, si determinerebbe in ogni caso un danno notevole per la Lazio e per i suoi azionisti». Nel caso in cui, prosegue l’avvocato, «trovasse definitiva conferma che i danni in parola siano stati causati da comportamenti illegittimi di chi amministra la società, l’amministratore o gli amministratori ne dovrebbe/dovrebbero rispondere sia alla società sia ai suoi azionisti». Il potere-dovere di controllo sostanziale sulla corretta amministrazione della Lazio, che ha scelto il sistema dualistico invece di quello tradizionale con il consiglio di amministrazione, spetta al Consiglio di sorveglianza. Proprio all’organismo di vigilanza lo scorso 28 settembre l’avvocato Rossetti e l’azionista Alfredo Parisi avevano spedito una raccomandata formulando «espressa e formale riserva di ogni diritto e azione, nella qualità di azionisti, nel caso in cui si fossero verificati i danni in questione a causa di atti e/o fatti addebitabili alla gestione societaria». Al Consiglio di sorveglianza compete di promuovere l’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti dei componenti del Comitato di gestione «ove si verifichino danni per effetto di una non corretta amministrazione» spiega Rossetti. L’azione di responsabilità può anche essere promossa dall’assemblea dei soci, convocata dai detentori di almeno il 2,5% del capitale sociale, poiché la Lazio è quotata a Piazza Affari. «L’azione, se deliberata con il voto favorevole di almeno 1/5, cioè il 20% del capitale sociale, comporta la revoca dall’ufficio degli amministratori contro i quali l’azione è proposta». La denuncia al Consiglio di sorveglianza di fatti censurabili può essere fatta da ciascun socio.

Da questo quadro emerge chiaramente, conclude Rossetti, «per gli azionisti di minoranza di una società quotata come la Lazio, per di più retta dal sistema dualistico che svuota, di fatto, di diritti e di poteri l’assemblea dei soci, l’esigenza di associarsi tra loro, aderendo alla costituenda Associazione Federsupporter che possa così rappresentare e tutelare al meglio i loro diritti e interessi».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da laziohellas.gr, Christian Ledesma

Per contattare Federsupporter: Alfredo Parisi alfredoparisi@virgilio.it

lunedì 11 gennaio 2010

I conti dell'Arsenal Holdings volano grazie al vecchio Highbury

Grazie alla vendita degli appartamenti dell'impianto trasformato in complesso residenziale, la capogruppo della squadra di calcio londinese ha chiuso con un utile in aumento del 37%

Il bilancio consolidato di Arsenal Holdings plc al 31 maggio 2009 è all’insegna dei record, con un fatturato di 313,3 milioni di sterline (circa 348 milioni di euro) in aumento del 40% su quello dell’anno precedente ed un utile netto di 35,2 milioni di sterline (circa 39 milioni di euro) con un incremento del 37% circa rispetto al 31 maggio 2008.
L’indebitamento netto complessivo del Gruppo è diminuito da 318,1 milioni di sterline (353,4 milioni di euro) a 297.7 milioni di sterline (330,7 milioni di euro).
La causa di questi dati record è l’inizio della vendita degli appartamenti di "Highbury Square", costruiti dove erano ubicate le tribune del vecchio glorioso stadio "Highbury", il cui campo di gioco è stato trasformato in un giardino. Il sito internet http://www.highburysquare.com/ pubblicizza tale progetto, che ha vinto il prestigioso "Premio Speciale della Giuria" al Mipim (la vetrina internazionale del real estate di Cannes). Tale premio, per quanto riguarda il mondo immobiliare, è l'equivalente dei premi Oscar.
Come sottolineato da Peter Hill-Wood, presidente non esecutivo, i profitti del Gruppo sono aumentati in ciascuno dei tre anni in cui "Emirates Stadium" è diventata la nuova "casa" dell’Arsenal, tuttavia lo stesso presidente ha sostenuto che, nonostante i buoni risultati contabili, l’obiettivo principale dell’Arsenal sarà sempre il conseguimento del successo sul campo. Questo consolerà Paul Ashworth, il professore ultras tifoso dell’Arsenal, protagonista del film "Febbre a 90°", interpretato da Colin Firth ed uscito dalla penna di Nick Hornby.
In questo bilancio consolidato emergono chiaramente due distinti settori di attività in cui operano le società del gruppo facente capo ad Arsenal Holdings plc, ossia l’attività calcistica (comprese le attività accessorie) e quella immobiliare.
L’attività calcistica ha contribuito con un fatturato di 225,1 milioni di sterline (250,1 milioni di euro) ed un risultato prima delle imposte positivo per 39,9 milioni di sterline (44,3 milioni di euro). Tale settore, al 31 maggio 2009, registra un aumento di fatturato di circa l’8,38% (nel 2008 ammontava a 207,7 milioni di sterline). La causa principale di questo aumento è stata il maggior numero di gare casalinghe disputate.
L’attività immobiliare ha contribuito con un fatturato di 88,3 milioni di sterline (98,1 milioni di euro) ed un utile lordo prima delle imposte pari a 5,6 milioni di sterline (6,2 milioni di euro). Al termine dell’esercizio 2008/09 era stata effettuata la vendita di soli 208 dei 655 appartamenti previsti dal progetto "Highbury Square". La crisi economica e le difficili condizioni di accesso al credito ipotecario hanno rallentato il ritmo delle vendite. Comunque dopo la chiusura dell'esercizio, si è proceduto al completamento di tutte le rimanenti opere di costruzione compreso il giardino centrale. La cerimonia ufficiale di apertura per Highbury Square si è tenuta il 24 settembre 2009 alla presenza di Arsène Wenger e di un certo numero di giocatori. Il numero di appartamenti venduti è salito a 445 con un fatturato cumulato del valore delle vendite di 172 milioni di sterline (191,1 milioni di euro) e il debito bancario contratto per la costruzione è stato ridotto a 47 milioni di sterline. In ogni caso il prestito contratto con Barclays Bank plc, la cui scadenza originaria era prevista per la fine di Aprile 2010, è stato rifinanziato, allungando la scadenza a dicembre 2010.
Per quanto riguarda l’assetto azionario del gruppo, durante l'anno ci sono stati una serie di cambiamenti nelle partecipazioni importanti in seno al gruppo: sia la Kroenke Sports Enterprises che la Red and White Securities hanno superato il livello del 25 per cento. Al 21 dicembre 2009, la Kroenke Sports Enterprises, che fa capo all’imprenditore americano Enos Stanley Kroenke, risultava possedere una quota di partecipazione pari al 29,7%, mentre Red & White Securities, che fa capo al miliardario russo Alisher Usmanov, possedeva una partecipazione del 26,07%.
Ivan Gazidis, proveniente dalla Major League Soccer, è entrato nel Gruppo in qualità di Chief Executive Officer dal 1° gennaio 2009. Secondo Ivan Gazidis dal punto di vista finanziario si prospetta un buon esercizio 2009/10, grazie al completamento delle vendite ad Highbury Square e alle cessioni di Adebayor e Kolo Touré. L’attività immobiliare, riguardante sia "Highbury Square" che il nuovo progetto "Queensland Road", continuerà a svolgere un ruolo importante nel corso dell’anno 2010.
Il 30 luglio 2009, il progetto immobiliare "Queensland Road" ha ricevuto il via libera. Questo progetto, che prende il nome dalla strada che delimita a sud l’Emirates Stadium, prevede la costruzione di uno nuovo edificio di sei piani, a sud della strada omonima, composto da 213 unità residenziali da destinare ad alloggi a prezzi accessibili oltre a locali da destinare ad attività commerciali. Una seconda costruzione è prevista a nord della stessa strada, con 516 unità residenziali, un centro per gli sport indoor gestito dal Club, locali ad uso della comunità locale, e parcheggi.
STATO PATRIMONIALE
Il totale delle attività del gruppo ammonta a 833,4 milioni di sterline (circa 926 milioni di euro) sostanzialmente in linea con l’anno precedente (834,3 milioni di sterline).
Le immobilizzazioni ammontanti complessivamente a 509,5 milioni di sterline (566,2 milioni di euro), sono composte da immobilizzazioni materiali per 440,3 milioni di sterline (489,3 milioni di euro); immobilizzazioni immateriali per 68,4 milioni di sterline (76 milioni di euro) e immobilizzazioni finanziarie per 730 mila sterline (811 mila euro).
Le attività correnti ammontanti complessivamente a 323,9 milioni di sterline (359,8 milioni di euro), sono composte dalle rimanenze fabbricati per 167 milioni di sterline (185,6 milioni di euro) con una riduzione dell’11,15%, in conseguenza delle vendite effettuate; rimanenze materiale di merchandising per 1,7 milioni di sterline (1,9 milioni di euro); crediti con scadenza entro l’esercizio successivo per 45,9 milioni di sterline (51 milioni di euro); crediti con scadenza oltre l’esercizio successivo per 9,5 milioni di sterline (10,5 milioni di euro); disponibilità liquide per 99,6 milioni di sterline (110,6 milioni di euro) in aumento del 6,81% rispetto all’esercizio precedente.
Il Patrimonio Netto è positivo per 194,3 milioni di sterline e registra un incremento del 22,14% rispetto ai 159,1 milioni di sterline dell’esercizio precedente.
I debiti a breve ammontano a 314,1 milioni di sterline (circa 349 milioni di euro), in riduzione del 6,03% rispetto all’anno precedente. I debiti a lungo termine evidenziano una cifra pari a 292,7 milioni di sterline (circa 325,2 milioni di euro) in riduzione del 5,63% rispetto all’esercizio precedente. Gli accantonamenti a fondi rischi ammontano a 32,2 milioni di sterline (circa 35,8 milioni di euro) con un aumento del 4,8%.
CONTO ECONOMICO
La composizione del fatturato netto del gruppo, ammontante a 313,3 milioni di sterline è la seguente:
- vendita biglietti partite per 100,1 milioni di sterline (111,2 milioni di euro) con un’incidenza percentuale sul fatturato totale del gruppo del 31,95%, mentre l’incidenza dei ricavi da biglietteria sul fatturato dell’attività calcistica è del 44%.. Tale voce registra un aumento del 5,81% rispetto all’esercizio precedente. La causa principale di questo aumento è stata il maggior numero di gare disputate. La presenza media nelle gare casalinghe è stata di 59.453 spettatori, nel 2008 era di 59.720, questo dato è dipeso anche dalla qualità degli avversari affrontati in FA Cup. Per la prima volta è stata superata la soglia di 100 milioni di sterline di incassi;
- diritti televisivi per 73,2 milioni di sterline (81,3 milioni di euro) con un’incidenza percentuale del 23,36% sul fatturato totale del gruppo, in aumento del 7,02% rispetto all’esercizio precedente. Se consideriamo solo il fatturato dell’attività calcistica, i ricavi da diritti TV hanno un’incidenza del 32,52% sul totale. L’aumento è dovuto soprattutto al raggiungimento della semifinale di Champions League, mentre la redistribuzione dei diritti da Premier League ha leggermente penalizzato il gruppo;
- ricavi da merchandising per 13,9 milioni di sterline (15,4 milioni di euro) con un’incidenza percentuale del 4,44% sul fatturato totale del gruppo, con un incremento del 6,92% rispetto all’esercizio precedente. L’incidenza dei ricavi da merchandising sul fatturato del settore calcistico è del 6,19%;
- ricavi da sponsorizzazioni per 34,2 milioni di sterline (38,0 milioni di euro) con un’incidenza percentuale del 10,92%, in aumento del 9,27% rispetto all’esercizio precedente. L’incidenza dei ricavi da sponsorizzazioni sul fatturato del settore calcistico è del 15,19%;
- ricavi da prestiti giocatori per 3,6 milioni di sterline (circa 4,0 milioni di euro), con un’incidenza percentuale del 1,15% sul fatturato totale del gruppo, in aumento rispetto alle 400 mila sterline dell’esercizio precedente.
- ricavi da proprietà immobiliari merce per 88,3 milioni di sterline (98,1 milioni di euro) con un’incidenza percentuale del 28,18% sul fatturato totale del gruppo, con un notevole incremento rispetto ai 15,2 milioni di sterline (16,9 milioni di euro) dell’esercizio precedente;
Le spese operative complessive ammontano a 274,8 milioni di sterline (305,3 milioni di euro) in aumento di circa il 40% rispetto ai 196,2 milioni di sterline (218 milioni di euro) registrati al 31 maggio 2008. Per quanto riguarda il settore calcistico, il costo del lavoro è salito a 104 milioni di sterline (nel 2008 era 101,3 milioni di sterline) e rappresenta il 46,2% dei ricavi di tale settore (nel 2008: 48,8%).
Il risultato operativo è positivo per 38,5 milioni di sterline (42,8 milioni di euro).
La differenza tra plusvalenze e minusvalenze derivanti dall’attività di compravendita di giocatori è positiva per 23,2 milioni di sterline (25,7 milioni di euro). Le maggiori plusvalenze sono state registrate per le cessioni di Alexander Hleb e Justin Hoyte.
Gli oneri finanziari netti ammontano a 16,6 milioni di sterline (18,5 milioni di euro), nel 2008 risultavano pari a16,9 milioni di sterline. L’importo di 14,8 milioni di sterline si riferisce agli oneri finanziari riguardanti il prestito obbligazionario a lungo termine e a tasso fisso relativo alla costruzione dello stadio. Gli oneri finanziari riguardanti i prestiti contratti per i progetti immobiliari "Highbury Square" e "Queensland Road" sono stati imputati nel valore delle rimanenze. Gli interessi attivi sulle disponibilità liquide del Gruppo sono stati pari a 2.7 milioni di sterline (2008 - 4,0 milioni di sterline). Questo dato è stato negativamente influenzato dalla riduzione dei tassi di interesse durante l'anno. Il risultato prima delle imposte è positivo per 45,5 milioni di sterline (50,6 milioni di euro).
Le imposte sul reddito ammontano a 10,2 milioni di sterline ( 11,4 milioni di euro).
Il risultato netto è positivo per 35,2 milioni di sterline (39,1 milioni di euro) in aumento del 37% circa rispetto al risultato dell’esercizio chiuso al 31/05/2007 pari a 25,7 milioni di sterline (28,6 milioni di euro).
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
L’indebitamento finanziario netto del gruppo ammontante a 297,7 milioni di sterline è dovuto principalmente al debito contratto per il finanziamento dello stadio. Alla data del 31 maggio 2009, tale prestito, che ha durata ultraventennale a tasso fisso, si è ridotto 250,2 milioni di sterline a 244,9 milioni di sterline, essendo stato effettuato un rimborso di 5,3 milioni di sterline.
Sempre alla stessa data, come già detto, il debito contratto per i progetti immobiliari si è ridotto da 139,3 milioni di sterline a 129,6 milioni di sterline. Questo debito, contratto a tasso variabile indicizzato al LIBOR più spread, è stato rifinanziato con scadenza dicembre 2010 e dovrebbe estinguersi senza problemi, con le vendite degli appartamenti.
I prestiti obbligazionari a lungo termine, invece sono passati da 26,1 milioni di sterline a 26,4 milioni di sterline.
A lenire questi debiti concorrono le disponibilità liquide che sono aumentate da 93,3 milioni di sterline a 99,6 milioni di sterline.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da http://www.europe-re.com il residence Highbury Square

giovedì 7 gennaio 2010

I conti da Champions League del Napoli

La società ha ottenuto nel 2008/09 il terzo bilancio in utile consecutivo dell’era De Laurentiis con 10,9 milioni: l’analisi de "il pallone in confusione" rileva l’assenza di indebitamento bancario e ricavi per oltre 108 milioni

Aurelio De Laurentiis esibisce ancora una volta conti da Champions League. Il Napoli ha inanellato nell’esercizio 2008/09 il terzo bilancio in utile dell’era del patron azzurro: un risultato eccellente che va a braccetto con gli 11 risultati utili conseguiti finora in campionato. Secondo l’analisi svolta da "il pallone in confusione" il risultato raggiunto nella stagione appena trascorsa è di 10,9 milioni di euro, un milione circa in meno dell’anno precedente: il calo è stato causato dal peggioramento dei proventi e oneri finanziari (-1,4 milioni su cui gravano 2,1 milioni di compartecipazioni) e dall’assenza di proventi e oneri finanziari. Ciò non inficia assolutamente sull’ottimo stato di salute dei conti della società azzurra, testimoniato dalla crescita del patrimonio netto (ossia i mezzi propri) passato da 13,8 a 24,8 milioni. Il consiglio di amministrazione ha una politica improntata alla massima prudenza: gli utili sono rivolti a irrobustire le riserve e non sono distribuiti alla controllante Filmauro. Ciò significa che la società si muove con le proprie gambe senza bisogno di interventi da parte della capogruppo: quest’ultima ha prestato garanzie alla Lega calcio per 25,4 milioni per gli impegni del calciomercato. Un elemento essenziale in vista dei futuri ulteriori investimenti per altri giocatori di alto livello. Il quadro economico/finanziario del Napoli corrisponde, come si vedrà dopo anche in dettaglio, al rispetto dei richiami svolti dal presidente dell’Uefa, Michel Platini, sulla necessità dell’equilibrio economico finanziario delle squadre che partecipano ai tornei continentali.
Il bilancio chiuso al 30 giugno scorso presenta due fatti molto importanti: il calo dei debiti totali del 22,4% (assestatisi a 55,3 milioni) e l’assenza dell’indebitamento bancario. Un ottimo risultato dovuto alle capacità di autofinanziamento del Napoli. Per contro si nota una diminuzione del 27% dei crediti da clienti (ammontati a 6,6 milioni): ciò è stato influenzato, si legge nella relazione sulla gestione, "dal default incorso durante l’esercizio a carico di uno dei maggiori sponsor della società". Il Napoli spiega ancora nella nota integrativa che "le perdite su crediti rilevate nell’esercizio in esame riguardano, prevalentemente, la perdita del credito vantato nei confronti di uno sponsor ammesso alla procedura di concordato preventivo". La società in questione è la Diadora: nessun problema per la società di De Laurentiis che ha inserito alla voce "perdite su crediti eccedenti il fondo svalutazione" 2,6 milioni. Da registare la consistente diminuzione del 18% dei debiti verso le altre società per le campagne acquisti.
L’oro del Napoli è costituito dall’incremento costante anno dopo anno del valore della produzione: quest’anno ha superato il 22% toccando i 108,2 milioni. Questo importo ha superato di oltre 20 milioni gli 88 milioni di costi, compensando ampiamente il loro aumento del 24%. Il boom dei ricavi è dovuto essenzialmente ai diritti tv (+17,8%, 51 milioni di cui 1,6 per competizioni Uefa), ai proventi da sponsorizzazioni (+11,3%, 20,7 milioni). Si è registrata un’altra esplosione, relativa agli incassi da merchandising e licensing passati da 640mila a 2,1 milioni: il Napoli punta molto sull’ulteriore sviluppo di questo settore. Sostanzialmente invariata la voce "proventi vari" dove spiccano 6,3 milioni per sfruttamento diritti d’immagine e 430mila euro per diritti radiofonici. I proventi da botteghino, abbonamenti e percentuale di incassi fuori casa hanno fatto registrare un +15%. Nel dettaglio si è registrato una diminuzione degli incassi dei biglietti (-11,2%, 5,7 milioni) compensata da quelli per le gare di Intertoto e Coppa Uefa pari a 2,5 milioni. Oltre a ciò la società azzurra ha incassato poco più di 10 milioni per le plusvalenze di 5 giocatori. Le transazioni più importanti riguardano Domizzi (3,6 milioni) all’Udinese, Calaiò (3,6 milioni) al Siena e Garics (2,7 milioni) all’Atalanta. A proposito della gestone calciatori, nel bilancio non sono riportate le operazioni di compravendita della scorsa estate poiché sono state effettuate dopo la chiusura dell’esercizio.
Riguardo ai costi sono tre le voci principali: le spese per servizi (+21,66%), il costo del lavoro (+16,27%) e quelle per gli ammortamenti (+22%, 31,3 milioni) che riguardano per la quasi totalità i valori dei diritti alle prestazioni (cartellini) dei giocatori. La voce stipendi per i tesserati è passata da 23 a 28 milioni: il monte stipendi dei 32,5 giocatori (media calcolata dal Napoli) è passato da 20,6 a 24,7 milioni. Un livello che resta basso, soprattutto se lo si paragona all’Inter prima in classifica (circa 200 milioni). Invece gli 8,83 allenatori hanno percepito 2,4 milioni.
Infine, per la prima volta da quando il presidente De Laurentiis ha preso il comando della corazzata Napoli, i cinque membri del cda hanno percepito un compenso di 240mila euro. Una piccolo riconoscimento per la "tripletta" consecutiva per i bilanci chiusi in utile.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE
Nella foto, tratta da www.justnapoli.it/, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

giovedì 24 dicembre 2009

Pandev: grave danno patrimoniale – ecco chi può contestarlo

Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Lenzi Presidente di Lazio Family
Non v’è dubbio che la risoluzione del contratto tra Pandev e la Lazio decisa dal Collegio Arbitrale costituisce un danno patrimoniale per la società bianco-celeste. Il valore del giocatore nel bilancio al 30 giugno 2009 è indicato ad 1 milione di euro (euro 999.989, per la precisione); questo valore è il risultato del costo di acquisizione di euro 4.000.500 nel 2006, dedotte le quote annuali di ammortamento. Con la risoluzione del contratto, la Lazio perde questo valore; inoltre, la società romana è stata condannata a pagare un indennizzo al giocatore di 160.000 euro, oltre al rimborso delle spese legali. Come dire che la Lazio ha perso 1.200.000 euro per effetto della sentenza del Collegio Arbitrale. In realtà il danno è ancora superiore se si considera che il Presidente Lotito aveva valutato in estate 18 milioni di euro il cartellino del giocatore e che si era parlato di offerte (non confermate) per circa 12 milioni di euro. Alle cifre del Presidente, la cessione del giocatore avrebbe fruttato una plusvalenza di 17 milioni di euro che è invece andata in fumo. Per valutare l’entità di questo danno basta ricordare che l’utile della Lazio nel bilancio al 30 giugno 2009 è stato di euro 1.336.576; quindi l’effetto della decisione del Collegio Arbitrale costa alla Lazio quasi quanto l’utile dello scorso esercizio, mentre la mancata plusvalenza è pari a quasi 13 volte l’utile dell’anno!
Ce ne sarebbe già abbastanza per ritenere che il comportamento del Presidente del Consiglio di Gestione, sig.
Claudio Lotito, abbia prodotto un danno rilevante alla società Lazio.
Va però ricordato che altri danni economici alla Lazio sono derivati molte volte da precedenti decisioni unilaterali e da comportamenti di Lotito. Vogliamo ricordare i giocatori tenuti fuori squadra ai quali è stato comunque pagato (in genere a seguito di decisioni della giustizia sportiva) lo stipendio senza fruire delle loro prestazioni, da Negro, a Dino Baggio, a Sereni, a Mutarelli (altro giocatore svincolatosi a seguito di sentenza sportiva con un costo per la Lazio di circa 1 milione di euro, tra valore contabile e indennizzo), per arrivare ai più recenti casi di Pandev, Ledesma, Firmani, Stendardo (gli ultimi due recentemente reintegrati in squadra), Manfredini, Bonetto, ecc.
Se si accertasse che il comportamento del Presidente ha determinato un danno alla Lazio, che, non dimentichiamolo, è una società quotata in Borsa, vari enti sono autorizzati ad avviare un’azione di responsabilità contro di lui.
Il Consiglio di Sorveglianza dovrebbe promuovere tale azione ai sensi della lettera d) del primo comma dell’art. 2409-terdecies del Codice Civile che recita: “Il Consiglio di Sorveglianza promuove l’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti dei componenti del Consiglio di Gestione”. Tale deliberazione va assunta dalla maggioranza dei componenti del Consiglio di Sorveglianza, cioè da 3 su 5; se tale maggioranza raggiunge i due terzi del Consiglio di Sorveglianza (cioè 4 componenti su 5) scatta la revoca dall’ufficio del Consigliere di Gestione contro cui è proposta l’azione di responsabilità e la sua immediata sostituzione.
L’azione di responsabilità può anche essere esercitata dai soci, cioè dai cosiddetti piccoli azionisti, che rappresentino almeno un quarantesimo, cioè il 2,5%, del capitale sociale come stabilito dagli articoli 2409-decies e 2393-bis del Codice Civile.
Infine, l’azione di responsabilità contro i consiglieri di gestione può anche essere proposta dalla società attraverso una delibera dell’assemblea degli azionisti, che, però, nell’attuale struttura societaria della Lazio, è quasi impossibile da realizzare.
Va ricordato che l’azione di responsabilità può essere proposta mentre il consigliere è in carica e fino a cinque anni dopo la cessazione dalla carica.
Paolo Lenzi
Presidente di Lazio Family
Pubblicato su Il Corriere dello Sport del 24.12.09

mercoledì 23 dicembre 2009

L’"abbaglio" di Bergonzi sul laser ha penalizzato il Napoli

Riceviamo in esclusiva per "il pallone in confusione" questo interessante commento da parte dell’avvocato Fabio Turrà di Napoli sul mancato accertamento dell’arbitro e dei suoi assistenti in merito all’impossibile utilizzo diurno da parte del pubblico partenopeo di apparecchiature laser durante la gara degli azzurri contro il Chievo

Nell’euforia generale per la vittoria sul Chievo Verona, per il decimo risultato utile, per le imminenti festività di fine anno, è passata in sordina la multa di 15.000,00 euro inflitta al Napoli dal Giudice Sportivo per il riferito utilizzo di apparecchiature laser da parte del pubblico di fede azzurra. Occorre precisare, però, l’abnorme anomalia procedurale con la quale si è giunti all’applicazione di tale sanzione. E’ ben noto che, negli ultimi tempi, durante gli incontri di calcio serali (cosiddetti posticipi), qualche buontempone – per non appellarlo con epiteti deteriori – ha iniziato a puntare tali raggi luminosi sui calciatori (in particolare sui portieri) per distrarli dall’azione di gioco e, a volte, per fargli commettere clamorosi errori (vedi anche l’errore dal dischetto dello juventino Diego). Premessa la grande difficoltà, da parte degli stewards e delle forze dell’ordine, di individuare ai varchi di accesso dello stadio i possessori di tali apparecchiature miniaturizzate (della grandezza di una penna, per intenderci), il che già rende odiosa e difficilmente sopportabile per questi casi la contestata norma sulla responsabilità oggettiva delle società di calcio, sarebbe auspicabile che il deprecabile utilizzo dei laser venisse accertato dagli addetti alla conduzione della gara (arbitri, guardalinee e quarto uomo), o dagli altri organi ufficiali presenti sul terreno di gioco (addetti della Procura FIGC e/o Commissari di Lega). Orbene, la grande anomalia cui facevo cenno innanzi consiste nel fatto che domenica pomeriggio, non appena il portiere del Chievo, Sorrentino, si è lamentato con Bergonzi per il fatto di essere accecato dalla luce a suo dire proveniente da raggi laser, l’arbitro – senza preventivamente accertare la veridicità di quanto riferito da tale giocatore – ha invitato gli addetti del Napoli a esortare il pubblico, con un annuncio a mezzo altoparlanti, a non utilizzare le apparecchiature laser. Voglio precisare che, per deformazione professionale, osservo più i particolari "tecnici" che le azioni di gioco e, poiché ero presente allo stadio, ho avuto modo di constatare, come potrà essere riscontrato in qualunque momento da chiunque, riguardando la registrazione della partita, che nessuno dei responsabili di cui sopra ha provveduto ad accertare l’effettivo utilizzo dei laser da parte del pubblico. E’ doveroso, a questo punto, ammettere che effettivamente il portiere del Chievo era accecato dalla luce, ma si trattava semplicemente di quella del sole che alle 15,34 circa si avviava basso al tramonto (guarda caso la gara, iniziata alle ore 15,00 è stata sospesa proprio al 34° minuto), visto che domenica a Napoli splendeva proprio dal lato opposto a quello in cui si trovava Sorrentino durante il primo tempo.
Inoltre, cosa non trascurabile, è impossibile puntare i raggi laser verso un obiettivo nelle ore diurne (come si pretenderebbe nel caso in esame), in quanto non si riesce ad indirizzarli e orientarli aiutandosi con la luce proiettata: ciò, a maggior ragione se il target è posto a centinaia di metri di distanza, ovvero da una curva alla porta sita dal lato opposto dello stadio.
Credo, infine, alla buona fede del Giudice Tosel, che sicuramente si è basato sul referto arbitrale di Bergonzi, ma per i prossimi incontri sarebbe auspicabile, ripeto, un più accurato e soprattutto immediato riscontro "sul campo" alle semplici lamentele da parte dei calciatori, anche per evitare che possano essere inflitte sanzioni più pesanti al Napoli, con grave ingiustizia per la possibile applicazione della "recidiva specifica" prevista dal codice di giustizia sportiva.
Fabio Turrà
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il pallone in confusione

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