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venerdì 26 marzo 2010

Il "cappotto" del Napoli alla Juventus provinciale

En plein del Napoli in questa stagione contro la Juve: due vittorie sonanti degli azzurri all’Olimpico e al San Paolo che fruttano sei punti d’oro. Insomma un "cappotto" fuori stagione che però resterà negli annali della storia della società partenopea. La memoria del cronista va alla stagione del primo scudetto: correva la stagione di grazia 1986/87 e il Ciuccio battè la Zebra 3-1 a Torino per poi ripetersi 2-1 tra le mura casalinghe di Fuorigrotta. La vittoria di ieri sera per 3-1 ha però un connotato particolare: gli uomini di Mazzarri hanno praticamente fatto tutto da soli, mentre la Vecchia Signora (più vecchia del solito per i suoi tantissimi malanni) è stata praticamente a guardare. A cominciare dal gol dell’effimero vantaggio bianconero: sull’angolo di Camoranesi Del Piero è stato libero di porgere la palla al centro, così come Chiellini è stato franco da marcature. Gli juventini ringraziano e praticano un 4-4-2 che si trasforma via via che scorrono i minuti in un 5-5-0. Il Napoli annaspa e dimentica di fare il…Napoli con le giocate del suo trio offensivo Hamsik-Quagliarella-Lavezzi. La squadra azzurra presenta una manovra con poco costrutto lungo tutto il primo tempo: si ingolfa la fascia destra, l’unica dove si tenta (tramite Maggio) di portare scompiglio agli avversari. Si nota una scarsa propensione degli attaccanti a entrare in area di rigore.
Nell’intervallo c’è stata la "cura" Mazzarri. Il tecnico cambia le carte in tavola allargando Quagliarella e Hamsik sulle fasce, aiutati in sovrapposizione a turno da Maggio a destra, Campagnaro e Zuniga a sinistra. Risultato: il Napoli è completamente trasformato e attacca in modo tambureggiante. In più viene applicato un pressing asfissiante, soprattutto sul portatore di palla: cosa che mette in grande imbarazzo Madama Juve che perde completamente la trebisonda. E così si arriva al netto rigore su Quagliarella. Gli azzurri pareggiano? Neanche per idea: si vuole ancora tenere in suspense la tifoseria del San Paolo. E così Hamsik sbaglia dal dischetto. Ma l’errore non toglie la voglia di giungere all’1-1. Anzi, con il passare dei minuti si vede una Juve sempre più chiusa e catenacciara, senza più idee in fase offensiva, che spera di portare via la vittoria con un golletto. Il suo tecnico Zaccheroni ha fatto però i conti senza l’oste: Hamsik pareggia e inizia la fine per i bianconeri. L’allenatore di Meldola sostituisce Del Piero, che avrebbe dovuto essere espulso per somma di ammonizioni ma che l’arbitro Rizzoli ha graziato, con Grygera. Un difensore per un attaccante: il segnale è chiaro, la Vecchia Signora ha finito la benzina e tenta di portare via disperatamente un punticino proprio come una provinciale qualsiasi che tenta di scampare alla retrocessione. In campo si vedono ben cinque difensori dietro la palla. Ma il Napoli è un martello: arriva l’uno-due micidiale di Quagliarella e Lavezzi e la partita si chiude in trionfo.
I tifosi della curva B avevano lanciato il vaticinio prima dell’inizio della partita: «Noi ci crediamo!» avevano scritto su uno striscione riferendosi alla qualificazione alle coppe europee. E a fine gara alcuni di loro imploravano: «Seppelliteci qui». Ma non è il caso: il bello del Napoli è probabilmente appena iniziato.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da Tuttonapoli.net, il gol del pareggio di Hamsik

giovedì 25 marzo 2010

Il Barcellona perde la partita contro il fisco spagnolo

A seguito di una sentenza della Corte Suprema, è stata notificata una cartella esattoriale per ritenute su lavoro dipendente non versate per 25 milioni di euro. Secondo i giudici il club catalano non sottoponeva a ritenuta la parte del compenso dei giocatori corrispondente ai diritti di immagine. L’utile netto al 30 giugno 2009 è in calo a 6,7 milioni dai precedenti 10,1

Secondo gli amministratori del Fútbol Club Barcelona il modello economico del Club ha dimostrato di essere "solido e sostenibile", sia in circostanze sportive favorevoli che sfavorevoli, ma anche in situazioni di diffusa crisi economica, come si è verificato durante la stagione 2008/2009. In effetti, nonostante la crisi economica, è stato esposto in bilancio un fatturato record di 365,9 milioni di euro,con un utile netto di 6,7 milioni di euro. L’Ebitda (utile calcolato prima di interessi, tasse e ammortamenti) è stato di 84,9 milioni di euro.
Per quanto riguarda il settore calcio, la "temporada" 2008/2009 è stata la stagione della "triplet històric", ossia il conseguimento dell’obiettivo massimo in tre competizioni: "Copa del Rei", "Liga" e "Uefa Champions League". Curiosamente, però, leggendo attentamente le note del bilancio, si può dare anche una definizione diversa della stagione 2008/2009, ossia: una stagione all’insegna del contenzioso legale sia civile, che tributario.
Durante la stagione 2008/09, il Fútbol Club Barcelona è stato al centro di complesse controversie in materia di diritti televisivi. Queste controversie, che riguardano la rivalsa sui diritti UEFA spettanti al gruppo Sogecable, e il pagamento di diritti televisivi nazionali da parte dello stesso gruppo, hanno esitato due sentenze contrapposte, la prima delle quali ha determinato l’accensione di un nuovo prestito bancario, ottenuto da "La Caixa". Il club catalano, dopo aver azzerato un vecchio prestito bancario, rimborsando i 13,5 milioni rimanenti, ha acceso un nuovo prestito bancario "ponte" per poter pagare Audiovisual Sport, S.L. (gruppo Sogecable), a causa di una sentenza sfavorevole. Ciò ha determinato l’esposizione della voce "debiti bancari", al 30 giugno 2009, per la cifra di 29,1 milioni. Quanto sopra è stato causato dalla sentenza del 12 gennaio 2009, che ha condannato Fútbol Club Barcelona a pagare Sogecable la somma di 57, 3 milioni, oltre alle spese legali. Il 2 marzo 2009 il club catalano ha onorato il pagamento previsto dalla sentenza. Invece, il 26 giugno 2009, per un’altra controversia, in materia di diritti televisivi nazionali, Audiovisual Sport, S.L. e la Televisione della Catalogna, come garante solidale, sono state condannate a pagare Fútbol Club Barcelona la cifra di 29,1 milioni di euro. La complessità del contenzioso in materia diritti televisivi è tale che è stata anche oggetto di un rilievo dei revisori della Deloitte.
In materia tributaria, l’11 dicembre 2008, a seguito di una sentenza della Corte Suprema, è stata notificata una cartella esattoriale per ritenute su lavoro dipendente non versate per 25 milioni di euro, compresi gli interessi. Nella sostanza il club catalano non sottoponeva a ritenuta la parte del compenso dei giocatori corrispondente ai diritti di immagine.
Al 30 giugno 2009, Fútbol Club Barcelona contava 163.763 soci. Questo dato è in continua crescita, si pensi che il numero dei soci per la stagione 2002/2003 era 106.135 unità.
Altro dato interessante è la distribuzione geografica dei soci: il 38,3% è di Barcellona città; il 49,3% è della Regione della Catalogna e il 12,4% fuori Catalogna.
Un altro dato che testimonia l’affetto dei tifosi del Barca, verso la propria squadra, è il numero dei visitatori del Museo del club, che dall’anno dell’apertura, avvenuta nel 1984, ha toccato la cifra di 18 milioni di visitatori.
Il contributo che Fútbol Club Barcelona ha dato alla sua fondazione per progetti di collaborazione con l’UNICEF e altre istituzioni delle Nazioni Unite, oltre che per propri progetti, è stato di 2,9 milioni (0,7% dei ricavi operativi). Per l’esercizio 2008/2009 sono stati adottati i nuovi principi contabili, come da Regio Decreto 1514/2007, e non sono stati riportati dati comparativi relativi all’esercizio precedente.
STATO PATRIMONIALE
Il totale delle attività ammonta complessivamente a 510 milioni, di cui 350 milioni per attivo non corrente e 160 milioni per attivo corrente. L’attivo non corrente è composto da immobilizzazioni immateriali per 125 milioni; immobilizzazioni materiali per 113,6 milioni; investimenti immobiliari in terreni per 20.401 migliaia di euro; immobilizzazioni finanziarie per 65,980 milioni, crediti per imposte differite per 24,7 milioni.
Le immobilizzazioni immateriali sportive al lordo degli ammortamenti ammontano complessivamente a 226,7 milioni (203,8 milioni nel 2008), di cui 219,4 milioni sono relative al settore calcio, 4,6 milioni al settore basket, 1,7 al settore pallamano e 956mila euro al settore hockey.
Gli incrementi più importanti sono relativi all’acquisto di Daniel Alves per 32,5 milioni, Alexander Hleb per 16,2 milioni, Seidou Keita per 14 milioni di euro e Henrique Adriano per 8,8 milioni.
Le cessioni dei giocatori più importanti sono state quelle di Ronaldinho (Milan) e di Oleguer (Ajax), che hanno generato plusvalenze per 15,4 milioni, le restanti plusvalenze segnano la cifra di 2,9 milioni. Inoltre si sono registrate minusvalenze per 629mila euro.
Le immobilizzazioni materiali lorde sono passate da 181,2 milioni del 30 giugno 2008 a 181.872 migliaia di euro. Si sono verificati incrementi per 5,6 milioni per lavori di ristrutturazione del Camp Nou e della Città Sportiva de Sant Joan Despí, mentre i decrementi si riferiscono al valore di una particella di terreno a Sant Joan Despí, che si intende vendere nell’esercizio successivo e che in base ai nuovi principi contabili è stata allocato nelle attività correnti alla voce "attività non correnti possedute per la vendita". La voce "investimenti immobiliari" riguarda terreni detenuti per fini speculativi, precisamente nelle Municipalità di Hospitalet de Llobregat e nella Municipalità di Viladecans.
I crediti per contenzioso sono stati oggetto di un rilievo da parte di Deloitte, per la loro natura incerta sia in termini di esito finale, sia in termini di "quantum" che in termini di probabilità di riscossione degli stessi. Il 25 marzo 2009, il club catalano ha presentato appello alla sentenza del 12 gennaio e la cifra esposta rappresenta, secondo il club catalano, l’importo non dovuto e pagato in più al gruppo Sogecable, in conseguenza dell’errata interpretazione contrattuale contenuta nella sentenza.
L’attivo corrente comprende: attività non correnti detenute per la vendita per 4.531 migliaia di euro; crediti commerciali per 134.012 migliaia di euro; crediti finanziari a breve per 7.531 migliaia di euro; ratei e risconti attivi a breve per 3.708 migliaia di euro; disponibilità liquide per 10.269 migliaia di euro. Da segnalare che in base all’applicazione dei nuovi principi il valore delle rimanenze, riguardante per lo più materiale di consumo sportivo, è stato giudicato nullo.
Tra i crediti verso enti sportivi entro l’esercizio successivo si trovano le due milanesi precisamente AC Milan spa per 666mila euro, riguardanti la cessione di Zambrotta e F.C: Internazionale Milano spa, che deve al club catalano 31mila euro per Ricardo Quaresma.
I crediti per contratti relativi alla cessione dei diritti televisivi comprendono l’importo di 29.126 migliaia di euro relativo ai pagamenti, per il 2007/08, inclusi nel contratto stipulato con Audiovisual Sport S.L. Il 25 settembre 2008, il Club ha citato in giudizio Audiovisual Sport SL e Televisione della Catalogna (come garante solidale del contratto), richiedendo il pagamento degli importi indicati. Con sentenza datata 26 giugno 2009, notificata 17 luglio, riguardante il procedimento di cui sopra, Audiovisual Sport, S.L. e Televisió de Catalunya sono state condannate a soddisfare congiuntamente il Club per un importo pari a 29.126 migliaia di euro, oltre gli interessi.
Il patrimonio netto del club è salito a 20,8milioni. Con i vecchi principi contabili, al 30 giugno 2008, risultava un patrimonio netto di 12,8 milioni, mentre con l’adeguamento ai nuovi principi contabili il dato di partenza diveniva 14,6 milioni, a causa di rettifiche contabili operate nelle riserve.
Le passività non correnti ammontano a 129,4 milioni. Esse sono composte da accantonamenti a fondi rischi a lungo termine per 61.131 migliaia di euro; debiti verso enti sportivi per 39,9 milioni; altre passività finanziarie per 4,1 milioni; debiti per imposte differite per 1,8 milioni e ratei e risconti passivi pluriennali per 22,4 migliaia di euro.
Tra i fondi rischi c’è un accantonamento per imposte dovute per il periodo 1996-1999, per un importo totale di 36,2 milioni inclusi interessi. L’anno precedente il fondo imposte era pari a 59,5 milioni. Il decremento è stato causato dall’utilizzo di parte di tale fondo per il pagamento degli importi dovuti per il 1990, 1991, 1992 e primo semestre 1993. Per tale periodo il club ha subito un accertamento che si è risolto favorevolmente in materia di imposte sul reddito, ma che ha prodotto un contenzioso sul trattamento dei diritti di immagine relativi alle prestazioni dei giocatori. Dopo una serie di vari gradi di giudizio, con sentenza del 1 luglio 2008 la Corte Suprema ha respinto il ricorso del club catalano e l’11 dicembre 2008 è stata notifica una cartella per ritenute Irpf (l’Irpef italiana) su redditi di lavoro dipendente non versate che ammonta complessivamente, compresi gli interessi, a 25,3 milioni. Al 30 giugno 2009, l’accantonamento previsto copre un atto di liquidazione, comprensivo di interessi, pari a 32,7 milioni, di cui 22,1 milioni per ritenute IRPF su redditi di lavoro dipendente, 10,1 milioni per IVA e 508mila euro per imposte sul reddito. Anche in questo caso l’atto di liquidazione delle imposte nasce dalla diversa interpretazione che l’agenzia tributaria spagnola ha dato al trattamento da riservare ai diritti di immagine dei giocatori.
Gli accantonamenti per altri rischi, ammontanti a 25 milioni, concernono il pagamento degli oneri di urbanizzazione per i terreni di Can Rigalt per 5.806 migliaia di euro (competenza 2004/05) e il contenzioso con Sogecable S.A., che ha costretto ad accantonare altre 6,5 milioni come rischio per la stagione 2007/08, non ancora giudicata dal tribunale.
Le passività correnti risultano pari a 359,9 milioni di euro. Il grosso di tali passività riguarda la voce debiti commerciali per 246,6 milioni. Le passività finanziarie a breve ammontano a 29,8 milioni. I ratei e risconti passivi a breve termine ammontano a 83,6 milioni.
I debiti commerciali sono composti da debiti verso fornitori per 70,5 milioni, crediti diversi per 4,9 milioni, debiti verso enti sportivi per 49.9 milioni, debiti verso il personale per 60.9 milioni, debiti tributari e previdenziali per 60,9 milioni.
Nella nota 15.3 del bilancio per quanto riguarda i debiti verso il personale viene specificato che il 3 luglio 2009 è stato deliberato il pagamento di 30,9 milioni di euro entro la fine del mese di luglio. Da questa informazione si può intuire che il club catalano paga gli stipendi con alcuni mesi di ritardo.
Le passività finanziarie a breve comprendono i debiti bancari ammontanti a 29,8 milioni. Il 18 febbraio 2009, il club ha formalizzato un accordo di prestito con "La Caixa ", pari a 29,1 milioni con scadenza 18 febbraio 2010, ad un tasso di interesse indicizzato all'Euribor maggiorato di uno spread e di una commissione dell'1% di apertura. Questo prestito è stato destinato a coprire il disavanzo di cassa causato dalla sentenza sulla controversia con Audiovisual Sport SL. Tale prestito è garantito da costituzione del diritto reale di pegno di diritti derivanti da contratto di sponsorizzazione firmato a partire dal 25 ottobre 2006 tra il Club e Nike Europe Operations Netherlands BV.
Il notevole importo dei risconti passivi, circa il 21% del capitale investito, ci induce ad affermare che il club catalano lavora molto con i ricavi anticipati, ma questa è anche una conseguenza del prestigio del club che induce gli sponsor a legarsi con contratti pluriennali, anticipandone anche il pagamento.
CONTO ECONOMICO
La composizione del fatturato, relativo alla stagione 2008/2009, ammontante complessivamente a 365,9 milioni, è stata la seguente:
- proventi per quote soci 17,7 milioni (17,1 milioni nel 2008), con un’incidenza del 4,84% sul totale del fatturato;
- ricavi da stadio per 77,8 milioni, con un’incidenza del 21,26% sul totale del fatturato;
- ricavi da diritti televisivi 135,6 milioni (116,2 milioni nel 2008), con un’incidenza del 37,05% sul totale del fatturato;
- ricavi da attività commerciale e pubblicità 111,9 milioni (85,9 milioni nel 2008), con un’incidenza del 30,60% sul totale del fatturato;
- altri ricavi operativi 22,9 milioni, con un’incidenza del 6,25% sul totale del fatturato;.
I ricavi da stadio sono composti, a loro volta, dalle seguenti voci:
- ricavi da gare per competizioni nazionali calcistiche 28,4 milioni;
- ricavi da gare per competizioni internazionali calcistiche 7,7 milioni;
- ricavi da amichevoli settore calcio 2,1 milioni;
- atri ricavi settore calcio 658mila euro;
- ricavi settore basket 1,4 milioni euro;
- ricavi settore pallamano 101mila euro;
- ricavi settore hockey 10mila euro;
- ricavi altri settori 9mila euro;
- altri ricavi 5,3 milioni;
- ricavi da abbonati 32,3 milioni.
Rispetto all’esercizio precedente il fatturato segna un incremento di 57,1 milioni di euro. Il contributo maggiore a tale incremento è stato dato dai nuovi contratti con Mediaproducción, S.L. (diritti TV) e Nike.
Il risultato della gestione compravendita giocatori ha generato un eccesso di plusvalenze sulle minusvalenze per 17.7 milioni. Il totale delle plusvalenze sulla vendita di giocatori è stato di 18,3 milioni, il 23% in meno rispetto alle 23,9 milioni dell'esercizio precedente.
I costi operativi hanno presentato una variazione di 45,2 milioni, infatti, sono passati da 317,2 milioni di euro registrati nella stagione 2007/08 a 362,4 milioni di euro contabilizzati nella stagione 2008/09. Tale aumento del 14,25% viene giustificato con l’aumento dei ricavi, infatti, se consideriamo unitamente i proventi ordinari e straordinari essi risultano aumentati del 15%, passando da 333,8 milioni a 384,8 milioni.
Il costo del personale ha segnato la cifra di 201,3 milioni, che rappresenta il 55,01% del fatturato. Nell’esercizio precedente il costo del personale è risultato inferiore di 32,9 milioni. La causa di questo aumento è da ricercare nella parte variabile di tale voce di costo legata ai risultati sportivi, che è passata da 25,9 milionidel 2007/08 a 58,3 milioni, infatti, nella stagione precedente, la prima squadra non ha vinto alcun titolo.
Da sottolineare che nella relazione sulla gestione, gli amministratori vantano il fatto che i costi salariali del personale sportivo incidono sul fatturato per il 54,18%, che è un risultato inferiore al 55% fissato come indicatore ottimale da Sports Business Group di Deloitte & Touche. Il numero medio di personale occupato durante l’anno è stato di 1.060 unità. Come riferisce la nota 19.4, bisogna anche considerare che nella voce "servizi esterni" sono allocati i costi per diritto di immagine pari a 15,6 milioni di euro, pari al 4,27% del fatturato. L’ammontare complessivo dei costi per servizi esterni è di 65,2 milioni di euro.
Gli ammortamenti risultano complessivamente pari a 62,5 milioni.
L'utile operativo è stato pari a 22,4 milioni di euro, in aumento del 35% rispetto alla stagione 2007/2008.
I proventi finanziari sono stati pari a 1,5 milioni, mentre gli oneri finanziari registrano la cifra negativa di 15,2 milioni (8,6 milioni nel 2007/08). La causa dell’aumento degli oneri finanziari è da imputare alla sentenza sfavorevole contro Sogecable e dall’accensione del prestito ponte di 29,1 milioni con "La Caixa". L’utile netto è stato pari a 6,7 milioni (10,1 milioni nel 2007/08).
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da fc.barcelona.com, lo stadio del Camp Nou del Barcellona

mercoledì 24 marzo 2010

Sito Federsupporter: nuova sezione per chiarimenti

Nella "Sezione Contattaci" puoi trovare un’area dove richiedere chiarimenti sull’Associazione, sulle informazioni e sugli eventi riportati nel sito www.federsupporter.it e fornire suggerimenti per migliorare i nostri servizi o per sollecitare l’esame e l’approfondimento di un tema particolare.
Come Associato, puoi aiutarci ad informare i lettori sottoponendoci un tuo scritto che, con il parere favorevole del Consiglio Direttivo, in coerenza con gli obiettivi dell’Associazione, potrà essere pubblicato a Tuo nome sul sito e sui documenti che Federsupporter dovesse pubblicare o presentare nei Convegni.
 
HAI SVOLTO UNA ATTIVITA’ SPORTIVA PROFESSIONISTICA? CONTATTACI
Puoi aiutarci a comprendere meglio i problemi dei rapporti con i tifosi e costruire insieme una categoria forte, omogenea e rappresentativa, necessaria all’esistenza stessa dello Sport: i sostenitori e gli appassionati dello spettacolo sportivo.
UNITI e INSIEME si può

Corte di giustizia europea: un principio a tutela dei giovani calciatori

In occasione del convegno "I bilanci delle società di calcio quotate: governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders", organizzato da Federprofessional, tenuto il 20 novembre 2009 in Roma e da cui ha preso le mosse la costituzione di Federsupporter, Felice Pulici sollevò la questione circa una vera e propria attività predatoria svolta da alcune società di calcio nei confronti di altre società sui giovani calciatori neo-professionisti.
Il 28 gennaio 2010, in sede di conferenza stampa di presentazione di Federsupporter, lo stesso Felice Pulici ebbe modo di rimarcare nuovamente che, tra gli scopi dell’Associazione, vi era, in particolare, quello di proporre e promuovere l’adozione di provvedimenti, a livello nazionale ed internazionale, incentivanti e di favore per quelle società che si dedichino all’addestramento ed alla formazione dei giovani sportivi professionisti.
Il 16 marzo c.a. la Corte di Giustizia Europea ha emanato una sentenza che ha deciso il caso del calciatore francese Olivier Bernard il quale, addestrato e formato dal Lione, era poi passato al Newcastle, sancendo un importante principio.
Più precisamente, la Corte ha stabilito che, pur non potendosi imporre l’obbligo di firmare un contratto con una società piuttosto che con un'altra, l’indennità di formazione va tutelata, in quanto volta ad incoraggiare le società a formare giovani calciatori professionisti e che tale indennità, da corrispondersi quando questi sottoscrivono il loro primo contratto professionale con altra società, deve tenere conto delle spese sostenute per detta formazione.
Alla luce di questo principio si possono formulare alcune considerazioni.
La prima è che l’attività che si è definita predatoria sui giovani calciatori professionisti non può essere impedita dall’imposizione dell’obbligo di sottoscrizione del primo contratto da professionista con la società che ha addestrato e formato il giovane calciatore, in quanto non consentito dalla normativa comunitaria in materia di libera circolazione dei lavoratori che deve essere garantita sia nel territorio di ogni singolo Stato membro sia nei territori di tutti gli altri Stati membri.
La seconda è che il riconoscimento di una indennità di formazione a favore della società che abbia formato il giovane calciatore, nel caso in cui quest’ultimo sottoscriva il suo primo contratto da professionista con altra società, non solo è del tutto legittimo, ma è idoneo a incoraggiare le società ad addestrare e formare giovani calciatori.
La terza è che tale indennità deve essere commisurata alle spese sostenute per l’attività di addestramento e formazione.
Quest’ultimo aspetto è quello che, a mio avviso, presenta o può presentare difficoltà applicative e, anche, suscitare qualche perplessità.
Sembra, infatti, piuttosto difficile poter quantificare, in termini di puro costo, l’entità economica di una attività multiforme, articolata e complessa, come quella di addestramento e formazione, per di più, di un calciatore, nonché lascia perplessi che, riconosciuta la legittimità di un indennizzo, anzi, la sua finalità sociale meritevole di tutela (incoraggiamento della formazione di giovani calciatori), lo si voglia, tuttavia, limitare al solo risarcimento di un danno emergente (la diminuzione patrimoniale dovuta ai costi di addestramento e formazione), con esclusione del lucro cessante (perdita di occasione di guadagno). E’ pacifico, infatti, che, sia nell’ordinamento italiano sia in quello comunitario, la nozione di danno è unitaria ed inscindibile, sia sotto il profilo del danno emergente, sia sotto il profilo del lucro cessante.
Non si comprende, quindi, la ragione per cui (né la sentenza lo spiega), il risarcimento (l’indennizzo) dovrebbe, in questo caso, limitarsi al danno emergente: vale a dire ai puri costi di addestramento e formazione, limitazione che, indubbiamente, depotenzierebbe in maniera sensibile la funzione di deterrenza dell’indennizzo nei confronti di quei comportamenti definiti predatori.
Funzione di deterrenza che, invece, deve caratterizzare l’indennità in parola, proprio perché essa, come riconosce la sentenza in questione, essendo idonea ad incoraggiare l’attività di addestramento e formazione,
non può, poi, essere, contraddittoriamente, svilita nella suddetta sua funzione, determinandosene una misura solo parziale, insufficiente o che rischia, addirittura, di risultare irrisoria (come è oggi nell’ordinamento calcistico nazionale).
Bisogna, altresì, tenere presente che, se è vero che la normativa comunitaria riconosce e garantisce la libera circolazione dei lavoratori all’interno e tra gli Stati membri, è pur vero che la medesima normativa vieta comportamenti concorrenziali scorretti, quale è sicuramente la predazione di giovani calciatori professionisti.
La soluzione del problema andrebbe, perciò, cercata in un equo contemperamento e bilanciamento del principio di libera circolazione dei lavoratori con il principio di correttezza del mercato e della concorrenza.
Soluzione che potrebbe sussistere nell’accoglimento di una nozione, in senso lato, di "spese" di addestramento e formazione equitativamente commisurabili, non solo in base al puro costo, peraltro di difficile quantificazione pratica, soprattutto se riferibile a ciascun singolo calciatore, bensì anche in relazione allo sviluppo di carriera professionale del calciatore, quale elemento misuratore del valore dell’addestramento e della formazione ricevuti.
In altre parole, l’indennità dovrebbe essere considerata in senso non puramente valutario ma in senso prevalentemente valoriale.
D’altra parte, va sottolineato che la sentenza in esame circoscrive la quantificazione dell’indennizzo ai soli costi per addestramento e formazione, limitatamente all’indennizzo relativo al primo contratto da professionista, ove stipulato con società diversa da quella che ha addestrato e formato il calciatore, la qual cosa sembra non escludere che, ove nel prosieguo della carriera, il calciatore passi ad altra o altre società, con corresponsione di indennizzo o indennizzi alla o alle società cedenti il contratto di lavoro che lo riguarda, una parte di tale indennizzo possa essere destinata, quale ulteriore risarcimento del valore dell’addestramento e della formazione ricevuti, alla società che lo ha addestrato e formato.
Se così fosse, allora, per esempio, l’indennità potrebbe essere commisurata in cifra fissa accresciuta da percentuali decrescenti sugli indennizzi relativi ai primi due contratti da professionista stipulati dal calciatore immediatamente successivi al primo contratto in un arco temporale di un quinquennio dall’inizio della sua attività professionale. Le percentuali si applicherebbero alla differenza in più tra l’ultimo indennizzo e quello immediatamente precedente.
Il sistema, sempre a titolo esemplificativo, potrebbe così funzionare: se il calciatore passa dalla società che lo ha addestrato e formato ad altra società, sottoscrivendo il suo primo contratto da professionista, alla società che lo ha addestrato e formato andrebbe un indennizzo in cifra fissa; se il calciatore nell’arco del quinquennio successivo, passa ad un'altra società, sottoscrivendo il suo secondo contratto da professionista, sull’eventuale maggiore indennizzo ricevuto dalla società cedente, quest’ultima dovrebbe corrispondere alla società che lo ha addestrato e formato una percentuale X; se il calciatore, sempre nell’arco del quinquennio, passa ad un'altra società, sottoscrivendo il suo terzo contratto da professionista, sull’eventuale maggiore indennizzo ricevuto dalla società cedente quest’ultima dovrebbe versare alla società che lo ha addestrato e formato una percentuale XY inferiore a quella X.
Ma al di là di questa personale ipotesi di lavoro che vuole costituire solo uno spunto di riflessione e uno stimolo al confronto ed al dibattito su un tema di indubbia importanza, resta fermo che Federsupporter si impegnerà a studiare, formulare e proporre ipotesi di soluzione del problema: sia su un piano più generale, legislativo, sia su un piano, più specifico, di regolamentazione sportiva.
Il Consigliere Responsabile dell’Area Legale di Federsupporter
Avvocato Massimo Rossetti

martedì 16 marzo 2010

Il Fisco blocca 3,5 milioni di euro alla Lazio

Il bilancio della Lazio ha sempre qualche sorpresa da mostrare. Quello al 31 dicembre 2009 pubblica una novità a dir poco sorprendente: il Fisco ha bloccato 3,5 milioni di euro sul conto bancario della Lazio! Questa notizia è pubblicata alla pagina 57 del bilancio che si trova sul sito della Lazio dove, parlando delle disponibilità liquide in banca, si dice: «Si segnala che l’importo di Euro 3.437 migliaia è vincolato a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento delle rate della transazione».
Di questo vincolo non si è mai parlato prima e non risulta neppure nella descrizione della transazione con il Fisco alla pagina 11 del bilancio. Allora, di cosa si tratta? E’ una notizia che è stata tenuta nascosta fino ad ora o è un fatto nuovo? Perché il fisco ha ottenuto questa garanzia di cui non si aveva conoscenza? Sarebbe utile che la Lazio lo spiegasse.
Sul sito di Lazio Family (http://www.laziofamily.it/) nella sezione “Studi, ricerche e approfondimenti” c’è un ampio commento al bilancio della Lazio.
Paolo Lenzi (dal sito www.laziofamily.it)
Per gentile concessione dell'autore

giovedì 11 marzo 2010

Federsupporter: lettera alla Consob sui decreti ingiuntivi della Lazio

Cliccare sull'immagine per leggere il testo

Caccia al tesoro della Lazio

Il Corriere dello Sport di ieri ha denunciato l’esistenza di una indagine della Procura Federale sui bilanci della Lazio (di cui la Lazio ha però dichiarato di non essere a conoscenza) in relazione alle commissioni apparentemente riconosciute a due società di intermediazione, la Van Dijk BV, olandese, e la Pluriel Limited, inglese, rispettivamente legate agli acquisti di Cruz (2,15 milioni di euro) e Zarate (14,95 milioni di euro).

Ci siamo domandati dove possono essere registrati questi compensi nel bilancio della Lazio ed allora abbiamo avviato una specie di caccia al tesoro. Naturalmente, in presenza soltanto di notizie giornalistiche e senza aver avuto accesso ad alcun documento, quelle che seguono sono solo ipotesi di scuola ricercando possibili risposte alle domande di tutti i lettori. Ecco i risultati della …. caccia al tesoro.

Il compenso di euro 2,15 milioni di euro legato all’acquisto di Cruz è registrato nel bilancio della Lazio al 30 settembre 2009 nella voce “Diritti pluriennali prestazioni calciatori” e viene ammortizzato sulla durata del rapporto contrattuale con il giocatore che è fino al 30 giugno 2011. Analogo trattamento si trova nel bilancio al 31 dicembre 2009 (vedi commento nella sezione “Studi, ricerche e approfondimenti” sul sito www.laziofamily.it). Vediamo la logica di questo trattamento: se il costo di euro 2,15 milioni è un costo accessorio all’acquisto del cartellino di Cruz (come potrebbe essere nel caso di un compenso per una mediazione per il trasferimento di un calciatore) è giusto classificarlo come ha fatto la Lazio.

Ed ora passiamo al compenso legato all’acquisto di Zarate. Il costo di acquisto di Zarate è rilevato nei bilanci al 30 giugno, al 30 settembre e al 31 dicembre 2009 della Lazio per euro 20,2 milioni, ammortizzato su cinque anni di contratto. E’ sempre stato detto che si trattava del prezzo pagato per la risoluzione del contratto del giocatore con l’Al Sadd. Se la Lazio ha riconosciuto alla Pluriel una commissione per il trasferimento alla Lazio del giocatore e ipotizzando un trattamento contabile come quello seguito per Cruz, l’importo riconosciuto di 14,95 milioni di euro dovrebbe essere parte del maggior importo di euro 20,2 milioni; sarebbe ancora più difficile spiegare in tal caso l’entità della commissione (14,95 milioni su un costo totale di 20,2 milioni).
Altra spiegazione potrebbe essere questa: la Lazio ha utilizzato la Pluriel per canalizzare parte dei fondi necessari all’acquisto di Zarate; in questo caso non si tratterebbe di una commissione, ma di un servizio reso dalla Pluriel (anche se indubbiamente un compenso dovrebbe essere stato riconosciuto alla Pluriel per questa attività). E’ una pura ipotesi dato che sulle modalità di acquisto di Zarate zone oscure ci sono sempre state (ricordiamo quanto scritto da Lazio Family sul proprio sito all’epoca).
L’articolo del Corriere dello Sport dice anche che il compenso di euro 14,95 milioni di euro è pagabile in 5 anni. Se si tratta di un compenso per l’intermediazione all’acquisto del calciatore pagabile in tale arco di tempo avrebbe dovuto essere comunque capitalizzato assieme all’importo di euro 20,2 milioni di euro (o essere ricompreso in questa cifra, come sopra detto).
Se si tratta di un compenso professionale che, per qualche ragione a noi non nota, possa essere imputato al conto economico della società anno per anno nel corso del citato quinquennio, sarebbe inserito nella voce di costo denominata “Costi specifici tecnici”, nella quale sono classificati i compensi ai procuratori sportivi. Vale appena la pena di precisare che questa voce si è incrementata considerevolmente negli anni: era 1,3 milioni nel bilancio al 30 giugno 2007, è salita a 2,7 milioni nel 2008 e a 4,4 milioni nel 2009; nei sei mesi dal primo luglio al 31 dicembre 2009 è stata addirittura di euro 3,4 milioni. Un quinto di euro 14,95 milioni, cioè circa 3 milioni potrebbe essere compreso nella voce di cui qui si tratta (anche se sfugge al momento una valida ragione per rilevare questo costo anno per anno).
Infine, se dovesse trattarsi di un “ulteriore compenso per il giocatore” (ipotesi fatta dal Corriere), il che potrebbe spiegare la diluizione su cinque anni, si potrebbe essere in presenza addirittura di pagamenti in nero, con evasione di contributi previdenziali e di imposte; ma questa ipotesi non vogliamo neppure prenderla in considerazione perché sarebbe la negazione dei principi di moralizzazione che Lotito ha sempre dichiarato essere alla base di tutti i suoi comportamenti!
Paolo Lenzi - Lazio Family
Per gentile concessione dell'autore
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il pallone in confusione

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