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mercoledì 20 ottobre 2010

Francesco Peccerillo sugli incidenti a Genova: «Il presidente del Consiglio si scusi con tutti gli italiani per non aver adottato contromisure»

Gent.le Direttore, vorrei tornare, brevemente, sugli scontri allo stadio di Genova durante la partita Italia-SerbiaSappiamo che il premier serbo si è scusato con il nostro presidente del Consiglio per i disagi arrecati dalla teppaglia ultrà. Il nostro Presidente, però, non ha pensato di doversi scusare con tutti gli italiani di non aver adottato tutte le contromisure affinchè gli scontri non avvenissero. Infatti non è scusabile che simili episodi avvengano nel nostro paese dove la sicurezza è messa al centro dell’attenzione del governo ed, inoltre, è destinataria della maggior parte delle risorse disponibili del bilancio pubblico. Ad essa si devono sacrificare, come ci viene spesso ripetuto, quelle destinate all’istruzione e alla sanità che, si dice, settori da privatizzare. Pertanto se la sicurezza è veramente la priorità delle nostre forze politiche al governo, costoro dovevano assolutamente informarsi, per tempo ed adeguatamente ,di quello che sarebbe potuto succedere allo Stadio Marassi e, di conseguenza, adottare le necessarie contromisure.
Se la sicurezza è invece un pretesto per individuare in figure deboli (zingari, ecc.) un nemico comune contro cui coalizzare il paese è, abbastanza palese, che ciò potrebbe funzionare, forse, ma conduce ad un pericoloso inbarbarbarimento della nostra società ed ad una progressiva chiusura, non adeguatamente supportata dal cosiddetto stato sociale.
Cordiali saluti
Francesco Peccerillo

Avvocato Turrà: incidenti Genova, ecco quali sanzioni rischia l’Italia

Il pallone in confusione ospita il parere di un noto esperto in materia di diritto sportivo che spiega i motivi di una possibile sanzione ad opera dell’Uefa anche contro la Figc, a seguito dell’incontro Italia-Serbia interrotto a pochi minuti dall'inizio


A seguito della sospensione della gara di qualificazione a UEFA EURO 2012 tra Italia e Serbia di martedì scorso allo stadio Luigi Ferraris di Genova, dovuta alle intemperanze dei tifosi della squadra ospite, iniziate ancor prima dell’avvio dell’incontro e proseguite per molte ore al di fuori dell’impianto sportivo, la UEFA ha emesso un comunicato dichiarando di aver aperto un'inchiesta disciplinare completa e a tutto campo sugli incidenti e i seri disordini che si sono verificati.
Essa si baserà sull’analisi dei referti dell’arbitro (che in prima persona prese la decisione di sospendere la partita) e del delegato UEFA presente allo stadio: sarà poi la Commissione Disciplinare e di Controllo UEFA nella riunione di giovedì 28 ottobre a decidere se e a chi comminare eventuali sanzioni.
Anche l’Italia rischia una sanzione: lo prevede il combinato disposto degli articoli 6 (Responsabilità) e 14 (Misure disciplinari) del Regolamento Disciplinare UEFA, edizione 2008, ancora vigente.
Esse sono ricalcate in Italia dal nostro Codice di Giustizia Sportiva, che prevede una analoga "responsabilità oggettiva" a carico della società che ospita l’incontro di calcio nel proprio impianto sportivo (anche se lo stadio non sempre è di sua proprietà), avvalendosi dei propri stewards e della propria organizzazione.
Tale regola, dai più invisa ed anzi considerata ingiusta, ha la propria ragion d’essere nel tentativo di responsabilizzare le società ospitanti nella prevenzione degli incidenti, attraverso una fitta e rigorosa rete di controlli, sia prima che durante e dopo il match.
Nel caso di Genova gli scarsi controlli (mancate perquisizioni) all’ingresso dello stadio sono stati conseguenza del tentativo di ridurre i danneggiamenti dei tifosi serbi alle auto e a i negozi, lungo il percorso che conduce allo stadio, affrettandone l’ingresso nell’impianto sportivo.
Tornando al Regolamento Disciplinare UEFA, in particolare l’art. 6 dispone che l’associazione o club ospitante è responsabile per l'ordine e la sicurezza sia all'interno che intorno allo stadio prima, durante e dopo la partita ed è responsabile per gli incidenti di qualsiasi natura, e pertanto può essere oggetto di misure disciplinari.
L’art.14 del Regolamento, invece, elenca quali misure possono essere imposte, a norma dell'articolo 53 dello statuto UEFA: esse vanno da provvedimenti meno gravi, quali l’avvertimento, la nota di biasimo, l’ammenda, ad altri che incidono sulla gara o sul torneo, quali l'annullamento di una partita, l’ordine di rigiocarla, la detrazione di punti, l'aggiudicazione di una gara "a tavolino", la disputa di una partita a porte chiuse, fino alle conseguenze estreme quali la chiusura dello stadio, la disputa dell’incontro in un paese terzo, l'interdizione dalle gare in corso e/o l'esclusione dai campionati futuri, la revoca di un titolo o addirittura di una licenza. Ad esse può essere aggiunta anche l’irrogazione di sanzioni pecuniarie.
Infine l’art. 15 del Regolamento Disciplinare UEFA dispone che la sanzione possa essere sospesa per un periodo (cosiddetto di prova) per verificare se si evidenzino recidive.
A mio avviso nei confronti dell’Italia potrebbero essere presi, al più, provvedimenti minimi.
In primo luogo, per quanto affermato dal presidente Figc Giancarlo Abete ovvero "è la prima volta in 100 anni di storia della Federazione che succede una cosa del genere"; inoltre per le scarse (qualcuno ipotizza addirittura errate?) informazioni fornite dalle autorità serbe prima dell’incontro; ancora per il comportamento esemplare tenuto dal pubblico italiano, che non ha minimamente reagito alle provocazioni; infine perché il servizio d’ordine ha evitato conseguenze più gravi ed ha anche arrestato alcuni dei colpevoli degli incidenti.
La federazione serba rischia, invece, pesanti sanzioni, ai sensi dell’art. 11 del Regolamento UEFA, per il comportamento dei propri sostenitori, tra cui il tentativo di invasione del campo di gioco, il lancio di oggetti, l'accensione di fumogeni, l'utilizzo di gesti, parole, oggetti ed altri mezzi per trasmettere messaggi politici, provocatori ed offensivi, nonché per tutti gli atti di danneggiamento.
Fabio Turrà
fabio_turra@libero.it
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE
http://marcoliguori.blogspot.com/

lunedì 18 ottobre 2010

Arsenal, modello da imitare

La holding di controllo dei gunners ha prodotto negli ultimi 5 anni utili per 152 milioni di euro. Nel bilancio chiuso al 31 maggio scorso spicca la drastica riduzione del 54,4% dell'indebitamento finanziario netto

Quando si parla di conti dell’Arsenal, bisogna parlarne sempre in termini positivi: potremmo anche osare definire l’Arsenal come modello da imitare. Negli ultimi 5 anni, dal 2006 al 2010, il Gruppo ha prodotto utili netti per 132,7 milioni di sterline (circa 152 milioni di euro, ad un cambio: 1 EUR= 0,8731 GBP), con un fatturato di 1,2 miliardi di sterline (1,37 miliardi di euro). La squadra di calcio in questi anni si è sempre classificata tra le prime quattro della Premier League e per quanto riguarda la Uefa Champions League, oltre a disputare la finale nel 2006, negli altri anni ha raggiunto la semifinale una volta e i quarti per due volte. Senza contare il fatto che, in questi cinque anni, è entrata a regime l’operazione stadio nuovo. Al 31 maggio 2010, il debito per la costruzione dell’Emirates Stadium residua a 239,3 milioni di sterline (256 milioni di euro) e tale debito rappresenta il 43,4% di tutti i debiti del gruppo ed ha una durata media di circa 20 anni.
"Questo club esiste per i suoi tifosi" ha affermato Gazidis, CEO di Arsenal Holdings Plc. Per questo motivo è stata avviata una campagna definita "Arsenalisation" volta a fidelizzare maggiormente i tifosi arricchendo il nuovo stadio di vecchi simboli dell’Arsenal (lo "spirito di Highbury"), come l’introduzione dell’orologio tetto a sud dello stadio, la personalizzazione degli abbonamenti, l’inserimento del nome di 13.000 tifosi in Armoury Square. Sempre secondo Gazidis, l'Arsenal è in grado di rispettare le nuove norme del Fair Play Finanziario dell’UEFA.
Secondo Wisely, C.F.O. di Arsenal Holdings plc, i risultati finanziari per l'anno 2009/10 sono stati eccellenti e hanno permesso una riduzione significativa del livello di indebitamento del Gruppo. E, di certo non gli si può dar torto. L'indebitamento finanziario netto a fine anno è sceso a 135,6 milioni di sterline (155,3 mln €) da 297,7 milioni (341 mln €) del 31 maggio 2009. La riduzione notevole del 54,4% è dovuta essenzialmente al rimborso, effettuato nell’anno, di prestiti con relativi oneri per 135,2 milioni di sterline (154,8 mln €) e ad un aumento delle disponibilità liquide per circa 27,9 milioni di sterline (31,9 mln €), risultato di una buona gestione.
Il fatturato complessivo, riguardante sia la gestione sportiva che immobiliare, è aumentato da 313,3 milioni di sterline (358,8 mln €) a 379,9 milioni (435,1 mln €), segnando un incremento del 21,23%.
Il fatturato del settore sportivo è stato di 222,9 milioni di sterline (255,3 milioni di euro). Esso risulta in lieve calo rispetto ai 225 milioni (257,7 mln €) dell’esercizio precedente. Il fatturato del settore immobiliare è esploso, aumentando del 77,73%, passando a 156,9 milioni di sterline (179,7 in euro) da 88,3 milioni (101,1 in euro) del 2009. Nel corso dell’esercizio chiusosi al 31/05/2010, sono stati venduti 362 appartamenti (nel 2009 - 208) del complesso residenziale di Highbury Square. Tale vendita ha generato un fatturato di 133,6 milioni di sterline (153 in euro).
Il totale degli appartamenti venduti al 31/05/2010 sale a 570 su 655 costruiti. Il margine di utile per la vendita degli appartamenti di Highbury Square è aumentato, ed il prestito contratto per il progetto immobiliare è stato estinto, pertanto le vendite degli appartamenti restanti rappresenteranno esclusivamente ricavi che generano liquidità.
Per quanto riguarda il complesso residenziale di Queensland Road (via che costeggia a sud l’Emirates Stadium), destinato ad alloggi popolari, il fatturato è stato di 23,2 milioni di sterline (26,6 in euro). La vendita è stata fatta nel mese di febbraio 2010 all’acquirente Newlon Housing Trust, che ha anche effettuato un pagamento cash per 11.900.000 sterline, in considerazione del fatto che si è accollato le spese di demolizione e bonifica dell'intero sito, comprese le opere necessarie per eventualmente spostare la strada a sud. In termini contabili tale vendita non ha comportato utili o perdite, ma ha permesso ad una società del gruppo, la Ashburton Trading Limited, di rimborsare completamente il suo prestito in banca, azzerando i suoi debiti. 
L’azzeramento del debito significa che, come per Highbury Square, ogni futura attività di vendita permetterà di realizzare eccedenze di liquidità.
Nel dettaglio il fatturato del settore calcistico si compone nel seguente modo:
-Vendita biglietti: 93,9 milioni di sterline (100,1 nel 2009), con un’incidenza del 42,13% sul totale di settore;
-Diritti radiotelevisivi: 84,6 milioni di sterline (73,2 nel 2009), con un’incidenza del 37,94% sul totale di settore;;
-Vendite al dettaglio: 12,6 milioni di sterline (13,8 nel 2009), con un’incidenza del 5,66% sul totale di settore;
-Attività commerciale: 31,4 milioni di sterline (34,3 nel 2009), con un’incidenza del 14,07% sul totale di settore;
-Altri ricavi: 0,4 milioni di sterline (3,5 nel 2009), con un’incidenza dello 0,21% sul totale di settore.
Il decremento maggiore in valore assoluto (-6,2 milioni di sterline) si è registrato a livello di vendita di biglietti, a causa di 5 partite in meno disputate in casa.
Le spese operative sono passate da 274,8 milioni di sterline (314,7 in euro) a 344,3 milioni (394,3 in euro) con un incremento del 25,28%. Il rapporto tra spese operative e fatturato è passato dall’87,71% al 90,64%, questo significa che nell’esercizio precedente per ogni 100 sterline di fatturato si registravano 87,71 sterline di costi operativi, mentre nell’esercizio chiuso al 31 maggio 2010 sono occorse 90,64 sterline per generare lo stesso fatturato.
Le spese operative del settore immobiliare ammontano a 141,6 milioni di sterline (162,2 mln €) e mostrano un aumento del 77,73%.
Le spese operative del settore sportivo, invece, registrano la cifra di 202,7 milioni di sterline (232,2 mln €), esponendo un incremento del 3,99%.
L’incidenza delle spese operative del settore sportivo sul fatturato dello stesso settore è del 90,91%.
Come al solito, la voce più importante tra le spese operative del settore sportivo riguarda il costo del personale, che ammonta a 110,7 milioni di sterline (126,8 mln €). Tale costo segna un aumento del 6,50%. Un indicatore della bontà della gestione economica di un club calcistico è il rapporto tra costo del personale e fatturato. In questo caso, l’incidenza del costo del personale sul fatturato della gestione sportiva è del 49,67%, che possiamo giudicare positivamente, anche in considerazione dell’aumento del numero medio delle unità impiegate che sono passate da 384 del 2009 a 416.
L’ammortamento della rosa giocatori ammonta a 25 milioni di sterline (23,8 nel 2009), pari a circa 28,6 milioni di euro.
Se sommiamo tale voce al costo del personale, l’incidenza dei due costi sul fatturato sale al 60,90%.
L’eccedenza delle plusvalenze relativa alla cessione di giocatori è notevolmente aumentata, passando da 23,2 milioni di sterline (26,6 mln €) a 38,1 milioni (43,6 mln €). L’aumento di 14,9 milioni di sterline è stato pari al 64,55% e le cessioni più importanti che hanno determinato plusvalenze sono state quelle di Emmanuel Adebayor e Kolo Toure.
Gli oneri finanziari netti sono aumentati da 16,6 milioni di sterline (19 mln €) a 18,2 milioni (20,8 mln €).
L’utile lordo segna un forte incremento. Al 31/05/2010, si registra un utile al lordo delle imposte pari a circa 55,9 milioni di sterline (64 mln €) con un aumento del 22,97%, mentre l’utile netto esposto è di 60,9 milioni di sterline (69,8 mln €) superiore di 25,7 milioni (29,4 mln €) rispetto all’esercizio precedente. Possiamo affermare che l’incremento dell’utile lordo dell’esercizio è dovuto principalmente all’eccedenza delle plusvalenze sulla cessione dei giocatori. 
L’utile lordo generato dal settore immobiliare è stato 15 milioni di sterline. 
Il meccanismo del calcolo delle imposte ha determinato un risultato positivo di 5 milioni di sterline (5,7 mln €), nell’esercizio precedente tale risultato era negativo per 10,3 milioni (11,8).
In particolare, tra le imposte sul reddito, al 31 maggio 2010, è evidenziato un importo positivo di 18,6 milioni di sterline (21,3 mln €) per rettifica di oneri fiscali relativi agli anni precedenti.
Una buona notizia per i club inglesi deriva dal fatto che la finanziaria per l’anno 2010 (Finance Act 2010) prevede la riduzione dell’aliquota della "corporation tax" (la nostra Ires) dal 28% al 27%, con decorrenza dal 1 aprile 2011. A livello di imposte differite questa riduzione genererà rettifiche positive per imposte differite, già calcolate, per circa 1,3 milioni di sterline (1,5 mln €).
Le immobilizzazioni nette sono diminuite da 509,5 milioni di sterline (583,6 mln €) a 496,2 milioni (568,3 mln €), con una riduzione del 2,62%.
Il valore lordo della rosa giocatori ammonta a 143,9 milioni di sterline (164,8 mln €), mentre al netto degli ammortamenti effettuati si ha un valore a bilancio di 60,6 milioni di sterline (68,4 nel 2009), pari a circa 69,4 milioni di euro, che rappresenta il 12,22% del valore delle immobilizzazioni nette a bilancio. Un valore di bilancio, quello della rosa dell’Arsenal, che permetterà di registrare altre plusvalenze, basta pensare a Cesc Fabregas.
Le attività correnti sono diminuite da 323,8 milioni di sterline a 240,5 milioni, soprattutto a causa delle riduzione delle rimanenze dove viene allocato il valore degli immobili merce, ossia di quelli destinati alla rivendita. A causa di una notevole vendita degli stessi, le rimanenze relative agli immobili merce passano da 167 milioni di sterline (191,3 mln €) a 45,8 milioni (52,5 mln €), con un decremento del 72,60%. Gli immobili destinati alla rivendita vengono iscritti a bilancio al minore valore tra costo e valore netto di realizzo. Gli amministratori di Arsenal Holdings Plc ritengono che, nel loro caso, il valore netto di realizzo di queste rimanenze sia superiore al loro valore di libro.
Sia i crediti a breve che le disponibilità liquide registrano aumenti. I crediti a breve passano da 45,9 milioni di sterline (52,6 mln €) a 62,3 milioni (71,3 mln €), mentre le disponibilità liquide segnano la cifra di 127,6 milioni di sterline (146,1 mln €), evidenziando un aumento del 28,10% sull’esercizio precedente. Tra i crediti a breve sono esposti 13,9 milioni di sterline (15,9 mln €) per Corporation Tax e 17,9 milioni di sterline (20,5 mln €) per crediti verso altri club derivanti dal trasferimento dei giocatori.
La variazione di disponibilità liquide è stata positiva per 27,9 milioni di sterline (31,9 mln€). In base alle condizioni di emissione dei prestiti obbligazionari, il gruppo è tenuto a mantenere determinati importi in banca in depositi a garanzia contro i futuri pagamenti di interessi e capitale.
I debiti a breve sono in forte calo, passando da 314 milioni di sterline (359,6 mln €) a 154,8 milioni (177,3 mln €), con un decremento del 50,7%. Tra le note positive bisogna sottolineare la scomparsa dei debiti bancari a breve garantiti, che nell’esercizio precedente ammontavano a 129,2 milioni di sterline (148 mln €). L’importo delle obbligazioni a tasso fisso da rimborsare entro l’esercizio successivo ammonta a 5,2 milioni di sterline (5,9 mln €). La voce che ha maggiore incidenza tra i debiti a breve riguarda i risconti passivi per 110,8 milioni di sterline (121,1 nel 2009), pari a circa 126,9 milioni di euro.
I debiti a lungo termine ammontano a 283,8 milioni di sterline (292,7 nel 2009), pari a circa 325 milioni di euro. Essi sono composti da obbligazioni garantite a tasso fisso per 178,4 milioni di sterline (204,3 mln €), obbligazioni garantite a tasso variabile per 53,1 milioni (60,8 mln €), obbligazioni non garantite per 26,4 milioni (30,2 mln €), altri debiti per 6,9 milioni (7,9 mln €), altri finanziamenti per 4,3 milioni (4,9 mln €) e risconti passivi pluriennali per 14,7 milioni (16,8 mln €).
Tra i prestiti non garantiti ritroviamo obbligazioni dal valore nominale di 14.438.000 sterline (16,5 mln €), che sono rimborsabili alla pari, dopo 132 anni senza interessi e troviamo anche un altro prestito obbligazionario del valore nominale di 10.224.000 sterline (11,7 mln €) rimborsabile su richiesta in 18 anni al tasso del 2,75% annuo.
Le obbligazioni garantite a tasso fisso sono state contratte ad un tasso del 5,1418%.
Le obbligazioni garantite a tasso variabile sono state contratte ad un tasso composto dal LIBOR a 3 mesi con uno spread del 0,22%. Ovviamente per proteggersi dal rischio tasso sono stati stipulati dei contratti derivati.
Il pagamento delle rate delle obbligazioni a tasso fisso e titoli a tasso variabile sono garantite da alcuni membri del Gruppo e da Ambac Assurance UK Limited. Per quanto riguarda Ambac Assurance UK Limited, trattasi di polizza fideiussoria con premi annuali calcolati sul capitale residuo da rimborsare ad un tasso dello 0,50% per le obbligazioni a tasso fisso e dello 0,65% per le obbligazioni a tasso variabile. Inoltre, tali obbligazioni sono garantite con ipoteche su beni immobili e impianti del gruppo, da depositi vincolati presso banche per 46,5 milioni di sterline.La durata media delle obbligazioni garantite a tasso fisso è di 19 anni, quella delle obbligazioni a tasso variabile è di 20 anni.
Gli accantonamenti registrano la cifra di 42,6 milioni di sterline (32,2 nel 2009). L’importo maggiore riguarda le imposte differite per 35,2 milioni di sterline (40,3 mln €).
Il patrimonio netto oltre che essere positivo è in aumento. Infatti, passa da 194,3 milioni di sterline (222,5 mln €) a 255,3 milioni (292,4 mln €), con un incremento del 31,39%.
Il patrimonio netto rappresenta il 34,66% del capitale investito e il 51,45% dell’attivo non corrente.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
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giovedì 14 ottobre 2010

Federsupporter sollecita la Consob sugli andamenti anomali della Lazio in Borsa

Federsupporter, costituita per atto pubblico il 25 gennaio 2010, (Rep.n.89151,Racc.n.26421- Notaio Riccardo de Corato- Reg.in Roma 4/02/2010 n. 3858) è l’Associazione che rappresenta e tutela i diritti e gli interessi diffusi dei sostenitori di società sportive, quali azionisti delle stesse e quali consumatori dello spettacolo prodotto e offerto dalle suddette società e, più in generale, da associazioni sportive.
E’, pertanto, nell’interesse dei piccoli azionisti della SS Lazio spa che chiede a Codesta Commissione quanto segue.
A far data dalla metà del mese di settembre u.s. e fino ad oggi si è registrato un incremento del prezzo del titolo Lazio di oltre il 61% a fronte di un volume di azioni scambiate, sempre nel periodo richiamato, pari a circa n. 16.000.000 che rappresentano oltre il 23 % del capitale sociale .
L’analisi delle compravendite intervenute nel suddetto periodo evidenzia una movimentazione dei titoli del tutto anomala rispetto al passato e assolutamente non in linea con l’andamento del mercato e, in particolare, del settore di appartenenza.
Peraltro, l’anomalo andamento evidenziato desta maggiore perplessità poiché, nonostante l’elevato numero e l’elevata percentuale dei titoli scambiati, non risulta, almeno finora, che vi sia stata comunicazione a codesta Commissione ed al mercato della comparsa di soci rilevanti ( titolari di azioni oltre il 2% del capitale sociale) e/o di patti parasociali intervenuti tra soci individualmente titolari di azioni non oltre la soglia del 2% .
D’altronde, risulta poco spiegabile e plausibile che vi sia stata o vi sia una così forte inversione di tendenza., in assenza, come rilevato, di elementi e circostanze relativi all’andamento del mercato, al settore di appartenenza della società ed alla società stessa, tali da giustificare una improvvisa e consistente immissione e acquisizione sul mercato stesso di titoli di cui, per lungo tempo, vi era stata scarsa disponibilità e che avevano suscitato scarso interesse al loro acquisto, in un così breve lasso di tempo.
Aggiungasi che il fenomeno appare tanto più anomalo in quanto, come noto, la SS Lazio spa è tecnicamente incontendibile ( l’attuale socio di maggioranza controlla circa il 67% del capitale sociale ) ed in quanto lo stesso socio di maggioranza ha, ripetutamente e pubblicamente, dichiarato di non aver alcuna intenzione di cedere il proprio pacchetto di controllo.
Sussistono, pertanto, ad avviso della scrivente, tutti i presupposti e tutte le condizioni affinché codesta Commissione, come sicuramente ha già fatto e farà, svolga una tempestiva, attenta, intensa e rigorosa attività di vigilanza , di controllo e di indagine, dando pronta comunicazione al mercato dell’esito di tale attività, onde prevenire e scongiurare eventuali abusi sotto forma di insider trading o di manipolazione del mercato.

martedì 12 ottobre 2010

Richiamo della Consob ai club calcistici quotati

La Commissione di controllo "ha individuato alcune aree di miglioramento dell'informativa da rendere al mercato da parte delle società calcistiche quotate, con particolare riferimento ai compensi riconosciuti e/o da riconoscere agli intermediari e ai calciatori" La Consob, pur riconoscendo ''le specifiche peculiarità delle società di calcio'', ha chiesto ai club di fornire informazioni più chiare sui compensi di intermediari e calciatori ''tenuto conto della significatività che l'ammontare di tali compensi spesso assume''. La raccomandazione, precisa la Consob nella newsletter settimanale, ''non introduce obblighi normativi ulteriori rispetto all'attuale disciplina'' ma richiama l'attenzione delle società di calcio quotate sull'opportunità di fornire ''una migliore informativa circa i criteri di contabilizzazione seguiti nel caso in cui i contratti stipulati dalla società calcistica con gli intermediari prevedano che il pagamento del corrispettivo a favore di questi ultimi sia soggetto ad alcune condizioni, quali ad esempio la permanenza del calciatore presso la societa' ('contratti con compensi condizionati') ovvero nel caso in cui i contratti in esame non prevedano tale condizione ('contratti con compensi non condizionati')''. Inoltre, la Commissione rileva ''l'opportunita' di integrare l'informativa delle societa' calcistiche quotate in merito al trattamento contabile dei compensi variabili eventualmente previsti nei contratti sottoscritti con i calciatori, tenuto conto sia della rilevanza che tali compensi possono assumere, sia del maggiore ricorso a tali previsioni contrattuali riscontrato nell'attuale prassi operativa''.Per la Consob, le informazioni che i club dovrebbero precisare nelle relazioni finanziarie sono: i contratti con compensi non condizionati sottoscritti con gli intermediari; i contratti con compensi condizionati sottoscritti con gli intermediari; i contratti con compensi variabili sottoscritti dalle società con i calciatori. Infine, la Commissione ribadisce ''la necessita' che le società usino la massima prudenza nel rilasciare dichiarazioni in relazione alle trattative di calcio-mercato, tenendo conto che il preannuncio al mercato di notizie riguardanti accordi vari, che non siano ancora sufficientemente definiti, è utile solo nel caso in cui sia necessario garantire la parità informativa. Al di fuori di tale contesto, comunicazioni di questa natura possono alterare il regolare funzionamento del mercato''.
Fonte Stageup

Se l'Eni sbaglia la lettura del gas

Stavolta non si parla di calcio, ma di un tema che interessa tutti i cittadini-tifosi
Ho ricevuto per l’ennesima volta una bolletta dall’Eni recante l’indicazione errata della lettura del gas. Nel documento è riportata una lettura stimata dalla società al 5 agosto scorso di 129 metri cubi: faccio presente che a tutt’oggi la mia lettura è di 106 metri cubi e che l’ho regolarmente segnalata alla società attraverso il suo sistema telefonico. Inoltre, i letturisti possono in qualsiasi momento controllare il contatore poiché è collocato sulla scala del palazzo: aggiungo anche che l’Eni ha già stabilito sulla stessa bolletta che in settembre "si presume che, a condizioni climatiche normali, il contatore gas segnerà 129". Il 21 settembre scorso ho segnalato al call center questo grave errore, ma non mi è stata data alcuna rassicurazione in merito. La suddetta bolletta di 53,02 euro è già stata riscossa presso la mia banca. Chiedo pertanto la restituzione della cifra non dovuta: non è corretto pretendere i pagamenti dai clienti sulla base di letture completamente inesatte e arbitrarie.
Marco Liguori

mercoledì 6 ottobre 2010

Le problematiche dell'impresa sportiva affrontate in un convegno a Genova

Le problematiche della trasformazione delle società sportive in imprese sono state esaminate in un convegno a Genova tenuto ieri presso la sede di Confindustria Liguria. “Dalla società sportiva all’impresa sportiva” è il titolo dell’incontro organizzato da Federprofessional, Federsupporter e Criteria Ricerche. Ha aperto i lavori Alfredo Parisi, presidente di Federsupporter e amministratore di Criteria Ricerche srl, che ha evidenziato che in particolare nel mondo del calcio italiano soltanto la Juventus finora ha adottato nella sua gestione criteri d’impresa. A differenza delle altre realtà internazionali, come ad esempio quella inglese, le società italiane dipendono oggi in larga parte dai ricavi da diritti tv (40,7% sul totale), mentre le suddette realtà internazionali presentano introiti provenienti in maggior parte da biglietteria e merchandising.Il direttore della comunicazione di Banca Carige, Antonello Amato, ha parlato dell’importanza delle sponsorizzazioni sportive, che oggi sono intese come atti di liberalità, e che invece, sempre nella logica di impresa, dovranno essere sempre più viste come investimenti da parte degli sponsor per incrementare la commercializzazione dei loro prodotti e servizi.Il reggente della Fondazione Genoa 1893, prof. Andrea D’Angelo, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del “capitale umano” costituito dai tifosi. D’Angelo ha spiegato il modello partecipativo rappresentato dalla Fondazione che, al di là sinora poco felici esiti di esperienze di azionariato popolare e diffuso, può rappresentare un giusto punto d’incontro tra l’esigenza di salvaguardare una gestione efficiente della società con l’esigenza di garantire forme di partecipazione dei tifosi alla vita societaria.Felice Pulici, consigliere di Federsupporter e noto ex portiere della Lazio campione d’Italia 1974, si è soffermato sul calcio giovanile e l’importanza dei vivai. Pulici ha proposto una diversa regolamentazione dei campionati giovanili che faciliti il progressivo passaggio all’attività professionistica e permetta maggiori possibilità ai giovani calciatori di formarsi, non solo tecnicamente, giocando un maggior numero di partita.Diego Tarì, direttore pianificazione e sviluppo dell’Istituto Ligure Mobiliare, si è occupato degli stadi come strumento di accrescimento patrimoniale e di incremento dei ricavi delle società calcistiche, evidenziando come la costruzione di nuovi stadi polifunzionali, che pure presenta elementi positivi, non sia una componente risolutiva per il risanamento finanziario delle società stesse come spesso erroneamente si vuole far credere. In ogni caso, secondo Tarì, la costruzione di nuovi stadi che non necessariamente devono essere di proprietà delle società non può costituire il pretesto per far diventare lo stadio un accessorio per eventuali speculazioni immobiliari.L’avvocato Roberto Betti, tributarista e consigliere di Federsupporter, si è soffermato sulle problematiche di carattere fiscale che sono state finora molto sottovalutate dalle società sportive e che, se non prese nella dovuta considerazione, possono avere nel tempo effetti dirompenti sui bilanci delle suddette società. All’intervento dell’avvocato Betti si è agganciato quello dell’avvocato Massimo Rossetti, responsabile dell’area giuridica di Federsupporter, il quale ha parlato di alcune specifiche questioni attinenti al rapporto di lavoro dello sportivo professionista, evidenziando l’anacronismo e le contraddizioni a cui può dar luogo il mantenimento della qualificazione di tale rapporto come lavoro dipendente. Inoltre, l’avv. Rossetti si è soffermato su alcune problematiche relative alla tessera del tifoso.Il dottor Davide Scapini, agente Fifa di calciatori, ha parlato della necessità di meglio regolamentare l’attività di agente, anche per evitare opacità e abusi che si verificano, preoccupandosi di rendere omogenea e compatibile la disciplina Fifa in materia con le norme generali del nostro ordinamento, tenuto conto della qualificazione del rapporto di lavoro subordinato.L’avvocato Gianpaolo Maraini, dello studi D’Angelo, ha evidenziato l’importanza del fatto che le società sportive si adeguino alla normativa del decreto legislativo 231/2001 per evitare che eventuali reati commessi dagli esponenti delle stesse società possano comportare gravi conseguenze per queste ultime, non solo sul piano civilistico ma anche sul piano di eventuali sanzioni sportive.Il dottor Luca Barabino, consigliere del Genoa cfc e presidente della Barabino & Partners, si è occupato del valore del marchio sportivo e della sua valorizzazione nell’ottica d’impresa per cui mentre oggi sono le società che guardano al mercato, in futuro sia sempre di più il mercato a guardare le società. Ha concluso i lavori il prof. D’Angelo sottolineando lo spessore professionale degli interventi, il successo di partecipazione al convegno e l’auspicio che tali iniziative possano ripetersi e riscuotere l’attenzione delle istituzioni sportive e politiche.
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il pallone in confusione

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