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martedì 23 aprile 2013

Dopo la Roma, uno sceicco anche per la Lazio?


 Comunicato Federsupporter
Dopo la Roma, uno sceicco anche per la Lazio?
Con riferimento alla notizia diffusa dal quotidiano “La Repubblica”, edizione romana, con articolo a firma di Giulio Cardone, ripresa da vari siti web ed emittenti radiofoniche che si occupano della Lazio, circa un’asserita offerta di 80 milioni di euro per l’acquisizione del 66,692% delle azioni della Società, al fine di evitare vicende simili a quelle che si sono già verificate nel caso della Roma, Federsupporter, primo sindacato di tutela dei tifosi di società sportive, ha chiesto, in data odierna, con il fax che si pubblica, l’intervento della Consob. Si allega in calce alla presente il testo.


Roma, 22 aprile 2013
 
Spett.le CONSOB
 
Divisione Emittenti
Ufficio Controlli Societari
Fax: 06 8477519
 
Divisione Mercati
Ufficio Informazione Mercati
Fax: 06 8416703
 Via G.B. Martini, 3
00198 Roma
Oggetto: Diffusione di notizie circa un’offerta per l’acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza della SS Lazio Spa.
La scrivente Associazione, in nome e per conto dei propri soci, piccoli azionisti della SS Lazio Spa, espone e chiede quanto segue.
Sul quotidiano “La Repubblica”, edizione romana, è comparso un articolo, a firma di Giulio Cardone, nel quale si afferma che un facoltoso imprenditore saudita sarebbe interessato all’acquisizione del 66,692% delle azioni della predetta Società, mediante un’offerta di 80 milioni di euro.
Tale notizia, peraltro, è stata ripresa e riportata da numerosi siti web ed emittenti radiofoniche che si occupano della Lazio.
Ciò premesso, poiché la notizia in questione ha natura di informazione privilegiata, ai sensi dell’art. 181 del vigente Testo Unico in materia di Intermediazione Finanziaria (TUF), che, una volta resa pubblica, può influire in modo sensibile sul prezzo delle azioni della Lazio, si chiede a codesta Commissione di volersi immediatamente attivare, affinché l’emittente quotata e i soggetti che la controllano comunichino ufficialmente, senza indugio, agli azionisti e al mercato, ai sensi dell’art. 114 del TUF, se tale notizia risponda al vero, oppure sia destituita di fondamento.
Nel contempo, si chiede a codesta Commissione di voler verificare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 187 ter del TUF, se vi sia stata eventuale diffusione di informazioni, voci o notizie false o fuorvianti, tali da fornire o suscettibili di fornire indicazioni false ovvero fuorvianti in merito al titolo Lazio che, in data odierna, all’apertura dei mercati, ha registrato un valore di 0,40 euro per azione.
Distinti Saluti
Il Presidente
Dr. Alfredo Parisi

martedì 9 aprile 2013

Effetto Sirtaki sui titoli di Stato italiani


Questo articolo trae spunto da uno scambio di opinioni con Marco Liguori, giornalista, e Mario Galli, autore del sito Mercati e Futuro; a loro va il mio ringraziamento per avermi stimolato ad approfondire l’argomento.
A partire da quest’anno i risparmiatori che hanno investito in titoli di Stato potrebbero essere soggetti a una decurtazione di capitale esattamente come è successo in Grecia e senza nemmeno saper chi ringraziare.
Questo è l’effetto del decreto 96717 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che non fa altro che riprendere una norma del Trattato di Istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) sottoscritto dai 17 paesi dell’Eurozona.
Ma cosa si dice in questo decreto e per quale motivo è rimasto sinora pressoché ignorato dagli organi di informazione?
La ragione di tanto silenzio può ritrovarsi nel cambio di paradigma a cui è soggetto l’investimento in titoli di Stato, finora ritenuti fra gli investimenti più sicuri. In pratica dall’1 gennaio 2013 tutte le emissioni di titoli di Stato italiani con durata superiore a un anno sono soggetti a delle Clausole di Azione Collettiva (CACs), con quale effetto?
Queste Clausole prevedono che i termini e le condizioni dei titoli di Stato possono essere modificati mediante un accordo tra l’Emittente (lo Stato o Ente collegato) e una percentuale di detentori (gli investitori). Le percentuali sono a seconda dei casi 75%, 66 e 2/3%, e in alcune occasioni 50%; una volta raggiunte tali percentuali le modifiche di termini e condizioni si applicano a tutti i detentori.
Vediamo le modifiche possibili, almeno le più rilevanti:
  • La data dei pagamenti di cedole o rimborsi. Ad esempio: il titolo scade nel 2017? La scadenza viene spostata al 2022. Slittamento possibile anche per le cedole periodiche.
  • La riduzione dei pagamenti e del rimborso. Ad esempio: il titolo valeva 1.000 euro? Ne verranno rimborsati solo 500. Stesso discorso per le cedole periodiche.
  • Il cambio del metodo per calcolare i pagamenti. Ad esempio: il titolo dava un rendimento connesso all’inflazione? Verrà corrisposta solo una frazione della rivalutazione derivante dal variare del costo della vita, oppure non verrà corrisposta affatto.
  • Il cambio della valuta e del luogo di pagamento. Ad esempio: il titolo era emesso in euro? Può essere rimborsato in lire, naturalmente nemmeno il valore di cambio costituisce una certezza.
  • La modifica della seniority. In pratica l’ordine di preferenza con cui il titolo viene rimborsato rispetto ad altri creditori.
Il decreto si addentra in una serie di tecnicalità, ma la sostanza in definitiva è che tutti i titoli di Stato con durata superiore a un anno emessi a partire dal 2013 possono essere modificati a piacere al fine di rispondere alle necessità di cassa dell’Emittente.
Le percentuali di accordo da raggiungere non sono in genere un problema, l’abbiamo visto in Grecia, inoltre dopo il lancio delle operazioni di rifinanziamento della BCE (LTRO) in cui vengono prestati denari alle banche a tasso agevolato, queste sono state incoraggiate a impegnare buona parte di tali somme in titoli di Stato della propria nazione. Si è così verificato un lento spostamento della composizione degli investitori verso una detenzione nazionale dei propri titoli di Stato, diminuendo nel contempo l’effetto sistemico nel caso di una ristrutturazione (default) del debito.
In una situazione a regime di questo tipo, in cui le banche nazionali potrebbero diventare le principali detentrici del debito di uno Stato; a loro volta le banche stesse in caso di difficoltà verrebbero salvate dallo Stato con i soldi della collettività. E’ facile a tal punto comprendere che in occorrenza di un default la “moral suasion” dello Stato potrebbe facilitare il raggiungimento delle percentuali necessarie a far scattare le Clausole di Azione Collettiva rendendo obbligatorie per tutti le modifiche delle condizioni di pagamento dei titoli di Stato.
Come già avvenuto in Grecia, anche le famose agenzie di rating innesterebbero un ridicolo balletto, nel momento di annuncio dell’haircut (la riduzione dei pagamenti dei titoli di Stato) porterebbero il rating nazionale a selective default per poi attribuire una settimana dopo un nuovo rating, magari migliore di prima, visto che una parte del fardello di debito è stato accollato agli investitori.
Ed è così che i risparmiatori, sapientemente orientati a investire sui titoli di Stato, grazie a emissioni dedicate (i titoli di Stato patriottici che riconoscono anche un premio fedeltà) e una tassazione più clemente (differenza di tassazione fra i titoli di Stato e gli altri investimenti) si troverebbero a quel punto ricompensati di tanta fiducia con una bella perdita.
L’Unione Europea ha mostrato di reagire lentamente alle sfide dei mercati, ma quando riesce a trovare una soluzione tende a replicarla su vasta scala; ecco che la soluzione delle le Clausole di Azione Collettiva sperimentata in Grecia è stata adottata per tutti i Paesi grazie al Trattato di Istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM).
Allo stesso modo, malgrado la smentita del Presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem fresco di nomina, non vi è dubbio nel pensare che il prelievo forzoso ai conti correnti di Cipro potrà costituire un modello esportabile agli altri paesi in difficoltà.
Riassumendo:
  • Dopo la nazionalizzazione della banca olandese SNS e l’azzeramento del capitale subordinato degli obbligazionisti, le obbligazioni bancarie non sono più sicure.
  • Dopo il prelievo forzoso dai conti correnti di Cipro, tralasciando la vicenda italiana del 1992, i soldi lasciati in conti correnti e conti di deposito non sono più sicuri.
  • Dopo il decreto sulle Clausole di Azione Collettiva, che abbiamo qui commentato, anche l’investimento in titoli di Stato non può più essere considerato sicuro.
Cambiano i tempi e le certezze vengono meno… risparmiatore avvisato mezzo salvato.
Maurizio Mazziero
Tratto da http://www.mazzieroresearch.com/effetto-sirtaki-sui-titoli-di-stato-italiani/

giovedì 20 settembre 2012

Esclusiva - Avvocato Fabio Turrà: «Crisi Fiat e Juve, un binomio pericoloso?»


La Juventus è al centro di due temi ricorrenti in questi ultimi giorni. Il primo riguardante gli effetti della squalifica del tecnico Antonio Conte. Il secondo è il nesso tra la crisi Fiat e la società bianconera: entrambe sono controllate da Exor spa al 30,05% e al 60%. “Il pallone in confusione” ne ha parlato con l’avvocato Fabio Turrà, esperto di diritto sportivo.

Avvocato ci può chiarire gli aspetti della squalifica di Conte? La controversia tra Antonio Conte e la Figc sul Calcioscommesse sarà discussa, infatti, proprio domani, 21 settembre, dinanzi al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (T.N.A.S.) che ha fissato per le ore 12 l'udienza del collegio arbitrale. La decisione definitiva dovrebbe essere emessa entro il 7 ottobre.
Ebbene, a prescindere dall'esito di tale ultimo grado di giudizio, è utile sapere cosa stabilisce il Codice di Giustizia Sportiva in relazione alla squalifica comminata ad Antonio Conte.

Ce lo può spiegare in dettaglio?
Il comma 8 dell’articolo 22 intitolato proprio all'esecuzione delle sanzioni prevede che «I dirigenti, i tesserati delle società, i soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5, colpiti da provvedimenti disciplinari a termine non possono svolgere alcuna attività sportiva nell'ambito della FIGC fino a quando non sia regolarmente scontata la sanzione stessa, ai medesimi è, in ogni caso, precluso l'accesso all'interno del recinto di giuoco e negli spogliatoi in occasione di gare. La violazione dei divieti di cui al presente comma comporta l’aggravamento della sanzione». Dal tenore letterale di tale norma si può evincere, senza dubbio, che l'attuale allenatore della Juve non possa di fatto "allenare" la sua squadra, ma neanche – durante la settimana – possa programmare gli allenamenti, dare consigli, scegliere la formazione e/o effettuare tutte quelle attività, pur minime, che siano connesse all'attività sportiva con la propria squadra, per la quale è tesserato come tecnico presso la F.I.G.C.

Dunque la squalifica fermerebbe completamente l’attività del tecnico bianconero?
Proprio così. Un’interpretazione così restrittiva delle attività inerenti la squalifica dell'allenatore sembra, infatti, emergere dalla lettura del comma 7 dello stesso articolo del C.G.S., il quale espressamente stabilisce: «I tecnici colpiti da squalifica non possono svolgere per tutta la durata della stessa alcuna attività inerente alla disputa delle gare; in particolare sono loro preclusi, in occasione di gare, la direzione con ogni mezzo della squadra, l'assistenza alla stessa in campo e negli spogliatoi, nonché l'accesso all'interno del recinto di giuoco e degli spogliatoi». Tutte le attività predette, di fatto, sono inerenti alla disputa delle gare.

Ma la Juve sta risentendo o meno della squalifica di Conte?
E’ evidente che la Juve sta giocando, pressappoco, sugli stessi livelli agonistici e standard qualitativi dello scorso anno, avendo cambiato poco o nulla della rosa rispetto allo scorso anno. L’assenza di Conte (ma può parlarsi davvero di assenza? Siamo sicuri che egli non stia – di fatto – realmente guidando la squadra, limitandosi, invece, a non sedersi in panchina e a non scendere negli spogliatoi in occasione delle gare? Ci sono dei controlli? E chi li fa durante la settimana?) in questo momento non si nota.

Ci può parlare dell’eventuale rapporto tra la crisi Fiat e la Juventus e della “vexata questio” della presunta sudditanza arbitrale verso i bianconeri?
Quanto al fatto che è opinione diffusa che la Juve goda di favori arbitrali, credo che (salvo rari casi) gli arbitri siano in buona fede e possano sbagliare, essendo esseri umani.
Certo è che il calcio, a prescindere dall’inquietante e deprecabile fenomeno delle scommesse illecite, muove ingenti capitali. Vincere uno scudetto, ad esempio, può portare nelle casse di una società enormi vantaggi economici, in relazione  ai maggiori incassi dello stadio, al più grande interesse degli sponsor, agli incrementi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi e del merchandising, oltre che, naturalmente ai premi per l’accesso ai tornei internazionali.
Non è inimmaginabile che ci possano essere soggetti (tra i tantissimi che agiscono solo per pura passione sportiva) i quali sbagliano perché in mala fede. D’altra parte non voglio neanche pensare, come sostiene qualche malpensante, essendo invece un appassionato dello Sport puro e non inquinato dagli interessi economici, che la grave situazione che sta attraversando la Fiat, dovuta alla crisi economica nazionale, possa influire – data la nota identità soggettiva dei titolari di tale azienda e della Juventus – sul nostro campionato di serie A: sarebbe davvero deludente per chi crede nella lealtà, nella correttezza e nella probità, ovvero in quei principi sanciti proprio nell’art.1 del Codice di Giustizia Sportiva della F.I.G.C.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE DELL'ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

sabato 26 maggio 2012

Ciao Virgi!

Sono ancora attonito e incredulo per il suicidio di un mio caro amico, Virgilio Motta, tifoso dell'Inter e membro del club Banda Bagaj (ragazzi in dialetto mlanese). Virgi era stato aggredito nel febbraio 2009 durante un derby e gli era stato disintegrato un occhio con un pugno da un ultrà milanista. Il suo avvocato ha spiegato il suo stato di profonda prostrazione per il prosieguo della vicenda giudiziaria: «Le sue condizioni psicologiche sono peggiorate perché gli imputati condannati per quegli scontri non gli hanno versato i 140 mila euro che gli dovevano come risarcimento e con i quali lui voleva andare all'estero per provare a curarsi». Per Virgi era iniziato un lungo e doloroso calvario terminato purtroppo in un tragico, e voglio sottolineare, epilogo. Ci siamo sentiti telefonicamente alcuni mesi fa e ci scrivevamo spesso tramite email e Facebook: nonostante le sue tante difficoltà dovute a causa della menomazione, nulla faceva presagire questa sua terribile decisione.
Ho tanti ricordi di Virgi e di tutti i suoi amici di Banda Bagaj, come il presidente Massimiliano Rizza impegnati nel sociale. E, soprattutto, a portare i bambini allo stadio e a insegnare loro i valori autentici del tifo: incitare la propria squadra a squaciagola, ma rispettando sempre e comunque l'avversario. Ricordo il modo in cui l'avevo conosciuto: mi spedì una lettera nel novembre 2008 in cui sottolineava il clima esasperato che già regnava allora a San Siro con un episodio che aveva visto come protagonista sua figlia Alice, la luce dei suoi occhi. «La situazione è talmente esasperata che un paio di domeniche fa mia figlia DI 5 ANNI - scriveva Virgi - è stata rimproverata per aver tirato un PERICOLOSISSIMO palloncino gonfiabile (parlo di quelli che si comprano in cartoleria, che si gonfiano a fiato e che non superano i 30 cm di diametro. peso del palloncino 0,0000000000000000000001 mg. velocità di caduta, 0,00000000000000000001 km/h. venti minuti di pianto. Morale: non vuole più venire allo stadio per paura di beccare l'uomo con la canottiera gialla. E non ditemi che la responsabilità è di quel tizio. Chi ha esasperato quel ragazzo fino a quel punto??? Tutto questo accade nella nostra amatissima Milano con la vostra fantastica, esemplare, ammirevole e invidiabile amministrazione». Il mese dopo mi spedì un comunicato del suo club sulla tragicomica situazione creatasi durante Inter-Napoli: «i tifosi napoletani c’erano nonostante i divieti (ASSURDI), e come l’anno scorso, invece di essere nel loro settore, erano mischiati con i tifosi interisti». Banda Bagaj prese due decisioni che piacquero tantissimo ai tifosi e agli organi di informazione della città partenopea: «Perché proibire agli abbonati dell’Inter di poter cedere abbonamento a residenti fuori Milano? Per evitare di cederlo a tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. NOI ABBIAMO CEDUTO ALCUNI DEI NOSTRI A TIFOSI NAPOLETANI, RESIDENTI A MILANO MA NAPOLETANI. Perché proibire la vendita dei biglietti on-line o in banca? Per evitare che li potessero comprare i tifosi napoletani? DECISIONE SBAGLIATA. MOLTI AMICI TIFOSI NAPOLETANI (RESIDENTI A MILANO) LO HANNO ACQUISTATO COMUNQUE».
In basso inserisco un link al mio blog dove ci sono tutti i comunicati e le lettere spedite da Virgilio che sognava (nonostante tutto) un mondo del calcio tranquillo e sereno. Ciao Virgi, mando un abbraccio forte a te che sei nell'anello d'onore di San Siro, assieme a Peppino Prisco, a Giacinto Facchetti, Armando Picchi, i genoani, i napoletani e a tutti i tifosi delle altre squadre. Sperando che cambi qualcosa in questo mondo pallonaro, tanto bello quanto assurdo.
Marco Liguori
Clicca qui per leggere tutti i comunicati e le lettere di Virgilio Motta

L'ultimo saluto della Banda Bagaj a Virgi



Ho sempre pensato che le cose belle costino molto, e nella mia vita, pur di godere a pieno di ogni cosa bella che mi sia capitata, sono sempre stato disposto a pagarne il prezzo. E per quanto mi riguarda ho sempre pagato.

Sei anni fa, ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino un uomo che ha stravolto una parte della mia vita permettendomi di realizzare un sogno e di vivere delle emozioni uniche, meravigliose ed indimenticabili. Un sogno che abbiamo dapprima pensato e poi costruito insieme all'aiuto di tutti voi,mattoncino per mattoncino. Un sogno che abbiamo condiviso e che ci ha legati come due fratelli. Quell’uomo era Virgi.

In poco tempo le nostre vite si sono intrecciate e come per incanto l’unione delle mie e delle sue qualità hanno generato un qualcosa di straordinario. Eravamo straordinariamente complementari. Insieme, a volte… siamo stati devastanti.

Strano come da una passione futile, quale quella per il calcio, si sia riusciti a tirar fuori una valanga di emozioni. Quello che ho provato in questi anni, le soddisfazioni, le gratificazioni, le gioie, gli affetti, gli amori, le amicizie, le paure, le sofferenze, la solidarietà, la voglia di ribellione, la genialità, l’entusiasmo e tanto altro, sono emozioni che non hanno prezzo. E per tutto questo, oltre che tutti voi, l’uomo che devo ringraziare maggiormente per avermi aiutato a vivere con estrema passione questa avventura è proprio Virgi.

Nella vita, lungo il nostro cammino, incontriamo tante persone, alcune rimangono vicine a noi per sempre, altre magari ci fanno compagnia solo per una parte del percorso, per poi seguire la loro strada. Da queste condivisioni, a volte solo temporanee, lungo il viaggio della nostra vita, possono nascere legami ed esperienze di un’intensità fuori dal comune. Non è la durata di un rapporto che conta, ma l’intensità con cui lo si vive.

So che tanti di voi, hanno vissuto con passione la vita nella Banda. Tanti di voi si sono lasciati coinvolgere nel turbinio di emozioni che ci ha accompagnati fino ad ora, andando oltre alla semplice aggregazione in occasione di una partita, immergendosi nei sentimenti e nelle sensazioni che, chi voleva, poteva trovare nel nostro gruppo. Maggiore è stato il vostro coinvolgimento emotivo nei bagaj e maggiori sono le emozioni che avete provato in questi anni e la loro intensità.

Lunedì, per tutto questo, il destino ci ha presentato il conto. Un conto di sicuro salatissimo… troppo salato…

Un conto tanto più caro per ciascuno di noi, quanto più alto è stato il grado di coinvolgimento che ognuno di noi ha vissuto.

Oggi la vita mi chiede di affrontare questa tragedia. Anzi non me lo chiede, mi obbliga a farlo, senza che io possa esimermi. Oggi mi si chiede di dire delle cose in merito a quanto successo.

Per come la penso oggi, a pochi giorni dall'accaduto,vi posso dire che ci sono cose, che non si possono capire, che forse è meglio non capire o forse è giusto non capire. Ci sono cose che non si possono condividere, che non si devono condividere e contro le quali si deve con determinazione e con fermezza dire NO!!! Ci sono cose che non si possono e non si devono giustificare mai!!!

Ognuno di noi fa delle scelte… Virgi ha fatto una scelta che nessuno si può permettere di giudicare. Ma è diritto di ognuno, prenderne le distanze. La vita è un dono e come tale va rispettata sempre ed a qualunque costo. Anche la propria.

Tutto questo però non deve nemmeno minimamente intaccare i sentimenti che abbiamo provato per Virgi e non cambia il suo spessore umano. L’amore, l’affetto, la stima, il rispetto, l’ammirazione e quant’altro abbiate provato per lui devono rimanere sempre vivi dentro ciascuno di voi. Se li è conquistati lottando con tutte le sue forze e spendendosi per ognuno di noi fin quando ha avuto l’energia per farlo. Chi di voi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, sa di quali sentimenti e di quanta forza era capace. Sa quanto fosse travolgente e con quanta passione e coinvolgimento era solito vivere i rapporti ed in generale la sua vita.

In questi anni, per vari motivi, diverse volte mi è toccato assistere alle sue innumerevoli partenze per le trasferte (…e quanto l’ho invidiato :-) ). Quante volte mi è toccato accompagnarlo in aeroporto, quante volte ho visto partire un furgone con lui a bordo pronto a guidare i bagaj verso l’ennesima impresa dei nostri campioni. Spesso nonostante questa infame malattia lo logorasse, senza che nessuno di voi sapesse niente, ha stretto i denti pur di essere da esempio a chi lo accompagnava, con il solo obiettivo di sostenere i ragazzi in campo e di colorare gli spalti, portando così i bagaj a diventare l’emblema di un tifo passionale colorato e non violento.

Sabato insieme a tutti voi avrò modo di salutarlo ed accompagnarlo alla partenza per questa sua ultima eterna trasferta…

io non so se esiste un aldilà, ma se dovesse esistere è meglio che si preparino… perché non hanno idea di cosa stia per capitare da quelle parti…

Virgi, io ti porterò sempre nel mio cuore, e non posso che esserti grato per sempre per tutto ciò che abbiamo condiviso in questi anni e per la splendida amicizia che ci ha legati.

Ma proprio da uno dei tuoi più cari amici... lasciatelo dire…

vaffanculo!!!

Max (il moro)

I funerali si terranno presso la chiesa Santa Maria Ausiliatrice a San Donato Milanese in via Mario Greppi 5 oggi alle ore 15.00 
Tratto dal sito ufficiale della Banda Bagaj http://www.bandabagaj.it

lunedì 21 maggio 2012

Analisi del trionfo azzurro in Coppa Italia


Dopo circa 23 anni, la squadra partenopea torna a vincere qualcosa. L'atavica fame di riscatto, intimamente incastonata nelle maglie azzurre e in una cultura tutta intera, torna a saziarsi per una notte. Si torna a vincere, e si vince contro una Juventus forte, fresca campione d'Italia, simbolo nazionale della «squadra vincente». E la vittoria proprio per questo ha un gusto di maturità e di profezia per gli anni a venire. Il Napoli quindi, si presenta dinanzi alla storia, con veste nuova. Quel Napoli vincente di 23 anni fa, si esaltava dietro la bacchetta di un mago argentino che riusciva a accellerare le menti ed i corpi dei compagni come degli avversari. Si era rapiti da un totem, eroe di popolo. Oggi, il Napoli vince, si fa applaudire, esalta, in Champions come in campionato, con una programmazione pulita, coerente, seria, iniziata dalle ceneri del 2004. Da quelle ceneri, e con l'aiuto di un ambizioso presidente, la squadra partenopea ha ripreso una forma dignitosa, elaborando con contegno ed umiltà, l'umiliazione di militare in categorie calcistiche inferiori.
Risorgimento napoletano, quindi, dopo 8 anni si gioisce di un trofeo, che ha un valore altamente simbolico, perché sancisce la bontà di una programmazione, inedita nella storia della gestione « Calcio Napoli ». Programmazione che incarna un modello di vittoria, senza l'urgenza salvifica dell'eroe. Un modello che potrebbe essere valido per lo sviluppo delle potenzialità dell'intera città-cultura, le quali vivono in un'equazione simbolico-affettiva,da anni.
Infatti, pur avendo tre grandi campioni, questa coppa Italia, alzata al cielo, è frutto del sudore di un collettivo unito e disciplinato. De Laurentis a tal proposito dirà : « É il trofeo dei giocatori. Nel 2004 siamo rinati. Abbiamo riportato la coscienza che Napoli esiste, Napoli è viva e Napoli sa vincere». Un collettivo che si è rinforzato di anno in anno, seguendo logiche societarie razionali e lucide. In questa nuova veste organizzativa, dove la passione si sposa al raziocinio e all'intelletto, emergono sempre di più l'ebrezza e il valore del rinascimento di una squadra-cultura-città, vissuto anche come rivitalizzazione delle « radici identitarie ». Tante luci in una serata di sport, però oscurate da quei fischi provenienti apparentemente dal settore del tifo napoletano, durante il canto dell'inno nazionale. Tristi fischi. Il fatto di sentire visceralmente il proprio Sé nella cultura napoletana non dovrebbe minacciare o delegittimare quell'unità nazionale a cui si appartiene come popolo italiano. Allora, si tenti di far « co-esistere » nella coscienza della propria identità la voce di Partenope e il bel volto dell'Italia. E se anche, ci si sente più «partenopei», si esprima in maniera civile, creativa e nuova, questa appartenenza senza violenza e senza forme volgari di contro-razzismo. Proprio sull'esempio di questa modernissima, elegante e vincente società sportiva che si chiama «SSC Napoli».
Dr Alfonso SANTARPIA


Ph.D, psicologo
Sigmund Freud Institute Paris

giovedì 19 aprile 2012

Le proposte di Federsupporter per modificare la responsabilità oggettiva

Gli sviluppi delle vicende relative al così detto “calcioscommesse” stanno portando prepotentemente alla ribalta il tema della responsabilità oggettiva delle società calcistiche per illeciti commessi da propri tesserati.
In materia, l’Avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area Giuridico-Legale di Federsupporter, ha prodotto il 19 marzo ed il 12 aprile scorsi due documenti pubblicati sul sito (www.federsupporter.it) che contengono una approfondita analisi tecnico-giuridica della responsabilità oggettiva in generale ed una proposta di modifica delle vigenti regole dell’ordinamento sportivo calcistico che prevedono e disciplinano tale forma di responsabilità.
Federsupporter, nel fare proprie le suddette analisi e proposta, le offre all’attenzione, all’apprezzamento ed alla discussione delle Istituzioni sportive, dei mass media e dell’opinione pubblica, quale utile e costruttivo contributo per giungere a soluzioni chiare, trasparenti, che, lungi dal diminuire il coinvolgimento e la responsabilità delle società, coniugano l’autonomia e la specificità riconosciute all’ordinamento sportivo con l’indispensabile rispetto da parte di quest’ultimo di principi e norme fondamentali, di rango costituzionale, dell’ordinamento statale cui, pur nella riaffermata autonomia e specificità, il primo ordinamento deve sottostare.
Si condivide, peraltro, quanto espresso dal Presidente del CONI, dr. Petrucci, circa l’inopportunità che la Lega Calcio di Serie A, soggetto rappresentativo di società che, o sono già coinvolte o potrebbero essere coinvolte nel così detto “calcioscommesse”, su richiesta di alcune di queste ( cfr. Comunicato Ufficiale n. 207 del 12 aprile 2012 Ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A convocata per domani 20 aprile), abbia posto all’ordine del giorno di una propria riunione assembleare “ una nuova definizione del principio della responsabilità oggettiva delle Società sportive”.
E’ evidente, infatti, che ciò possa configurare un palese conflitto di interessi, in contrasto con l’art.10 ( Prevenzione dei conflitti di interessi ) del Codice di Comportamento Sportivo approvato dal CONI il 2 febbraio scorso.
E’, invece, opportuno e doveroso che della materia si occupi, con spirito e con contributi costruttivi, un soggetto rappresentativo dei sostenitori sportivi, quale è Federsupporter, poiché, è bene sottolinearlo, i più danneggiati da una rigida applicazione della regola della responsabilità oggettiva finiscono per essere proprio i sostenitori stessi.
Questi ultimi, infatti, oltre ad essere danneggiati per aver pagato per assistere a gare truccate e, dunque, per essere stati frodati, sarebbero ulteriormente danneggiati, sul piano morale ma anche economico, essendo i principali finanziatori, diretti ed indiretti, delle società cui venissero inflitte, per responsabilità oggettiva, penalizzazioni, magari con conseguente esclusione dalla partecipazione a prestigiose e lucrose competizioni europee, senza contare eventuali retrocessioni.
Al riguardo, bisogna tenere a mente l’antico ma pur sempre valido principio (summum jus summa iniuria) secondo cui l’applicazione troppo rigida di una norma può essere frutto di ingiustizia.

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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