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mercoledì 16 aprile 2008

Unicredit sempre più presente nel calcio

Liberomercato 16 aprile 2008 pagina 10

Intreccio club-istituti

I doppi incarichi degli sceriffi del calcio italiano

Cesare Bisoni, numero uno Covisoc, è anche
vicepresidente di Unicredit Private Banking

Marco Liguori
Qual è il legame che unisce l’Unicredit alla Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche? In apparenza nessuno: invece un nesso c’è e riguarda il presidente della Covisoc, Cesare Bisoni, riconfermato nell’ottobre 2007 dal consiglio federale Figc dopo la sua prima nomina risalente al 20 novembre 2003. Egli è anche presidente della Commissione di primo grado delle licenze Uefa: sono un requisito obbligatorio per le squadre di serie A, oltre ai piazzamenti in campionato determinati dai regolamenti vigenti, per la partecipazione alla Champions League e alla Coppa Uefa. Stando alle visure della Camera di Commercio, egli è il vicepresidente e membro del comitato esecutivo di Unicredit Private Banking dal 20 aprile 2006 fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2008: quest’ultima, secondo il bilancio 2007 del gruppo bancario guidato da Alessandro Profumo, possiede interamente la Cordusio Fiduciaria. Nelle sue stanze ovattate sono custoditi alcuni misteri dell’italica pedata, come l’azionista di riferimento (al 98%) della Reggina Service, proprietaria del marchio della Reggina Calcio. Quest’ultima possiede anche 2,6 milioni di obbligazioni Unicredit, acquistate nel 2006. Cordusio Fiduciaria detiene il 33,3% della Bs Servizi, una delle due società in cima alla catena di controllo del Frosinone. Inoltre, nella relazione sulla gestione sul bilancio di Unicredit si legge che «entro la fine del primo semestre 2008» nella fiduciaria milanese sarà fusa per incorporazione Romafides. Nella fiduciaria romana è schermato il possessore del 90% della Filmauro, che controlla a sua volta integralmente il Napoli. La visura camerale di Unicredit Private Banking spiega che il consiglio di amministrazione «può delegare al comitato esecutivo poteri propri e attribuzioni ed in particolare ogni potere in materia di concessione di crediti, con facoltà di ulteriore subdelega».
In qualità di presidente della Covisoc, oltre a esercitare secondo l’art.36 dello Statuto Figc «funzioni di controllo sull’equilibrio economico finanziario e sul rispetto dei principi della corretta gestione delle società di calcio professionistiche», Bisoni ha l’obbligo di denunciare eventuali illeciti sportivi. Il dovere è imposto dall’articolo 7 del Codice di giustizia sportiva. Stando alla norma, egli dovrebbe riferire alla Procura federale Figc su comportamenti scorretti di tesserati, anche se soltanto tentati. Ad esempio dovrebbe farlo se dietro il velo, perfettamente lecito per la legge ordinaria, della Cordusio Fiduciaria si nascondesse l’ipotetico trasgressore dell’articolo 16 delle Norme organizzative interne federali, in cui si stabilisce che «non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale». Questa la sanzione prevista per le società nel Codice di giustizia sportiva per la violazione di questa disposizione: almeno due punti di penalizzazione e l’ammenda da 10mila a 50mila euro.
Le visure della Camera di Commercio riportano l’esistenza di intrecci bancari anche per tre membri della Covisoc e della Commissione I grado licenze Uefa. Marco Cardia, figlio del presidente Consob, è anche consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio della provincia di Viterbo che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo: è anche socio al 98% e procuratore della società immobiliare Emmeci Consult. Bruno Rossignoli è presidente della Intesa Sec Npl, società di cartolarizzazione crediti posseduta al 60% da Intesa Sanpaolo e al 40% dall’olandese Stichting Viridis. Domenico De Leo è sindaco di Unicredit Banca: inoltre ricopre anche l’incarico di consigliere della Lbo Italia Investimenti, società finanziaria controllata al 100% da Europe Capital Partners V. Quest’ultima, secondo il Journal Officiel del Lussemburgo, è posseduta dalla Europe Capital Partners V Lp con sede ad Hamilton, capitale delle Bermuda.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Adesso si capisce perche nonostante tutti i bilanci bucati peggio di un emmental, le squadre riuscissero sempre a scampare i parametri Covisoc.

Povero professor Uckmar...

piccolo dubbio: a quanto pare le Noif vietano di avere anche un minimo controllo della stessa persona in due societa' professionistiche.
ma sbaglio o risulta che Moratti detiene ancora il 10% dell' AC Spezia?

marco liguori ha detto...

L'inter possiede soltanto il 10% dello Spezia. Non costituisce quindi un controllo della società, secondo quanto stabilito dalle vigenti norme federali. Le riporto l'art.16 bis delle Noif, che ho citato nel mio articolo di oggi. «Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale

mario ha detto...

Grazie per la risposta.

quindi, per assurdo, lo stesso soggetto potrebbe detenere il 49% di controllo di quante societa' vuole, e non infrangerebbe la regola 16 delle Noif?

Sempre a proposito dello Spezia, leggevo un Suo articolo scritto per Indiscreto.it, dove si faceva riferimento alla catena di controllo della societa' attraverso la piramide di fiduciarie.
Si e' poi scoperto a chi apparteneva il 99% della Fiduciaria Emiliana?

marco liguori ha detto...

Il 49% non è un controllo, ma lo è il 51%. Il dettato dell'articolo 16 bis sembra comunque molto stringente. «1. Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale.
2. Ai fini di cui al comma 1, un soggetto ha una posizione di controllo di una società o
associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono
riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero
un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari
vincoli contrattuali». E' stato però dimenticato l'uso, perfettamente lecito per le leggi ordinarie, delle fiduciarie: potrà mai la Figc spulciare nelle carte depositate nelle loro stanze ovattate? Ai posteri l'ardua sentenza.

marco liguori ha detto...

Dimenticavo...il 99% della Fiduciaria Emiliana non si è mai saputo e non lo si saprà mai, essendo tenuta al più rigoroso segreto d'ufficio: credo che, se anche lo avessi saputo, non avrei potuto rivelare in un articolo, poiché avrei violato la legge che tutela la riservatezza della fiduciaria. Se va nella sezione dedicata allo Spezia, troverà che comunque la Fiduciaria ora non c'è più.

mario ha detto...

Si, ho letto recentemente che e' stato ceduto il controllo ad una cordata di tifosi piu' o meno illustri, per tentare di salvare la societa', in attesa di trovare un finanziatore solido.

per tornare alla sua domanda (retorica), lei davvero crede che la Figc di Giancarlo Abete voglia davvero fare chiarezza nel mondo bancario/finanziario che la sostiene?

perche' mai dovrebbe scatenare una guerra in famiglia?

Mi sembra evidente che il mondo bancario ha piazzato i propri uomini al posto giusto per evitare che tutto il carrozzone salti in aria e si perdano cosi' tutti gli investimenti...

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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