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sabato 14 maggio 2011

ESCLUSIVO/Il Milan fa pace col fisco, ma pagherà di più grazie al premier/proprietario Berlusconi

L'Agenzia delle entrate ha notificato lo scorso dicembre alla società rossonera tre avvisi di accertamento ed un atto di contestazione per presunte violazioni tributarie. Il club ha presentato istanza di adesione per chiudere la questione: di recente però il governo ha aumentato le sanzioni da pagare nella legge di stabilità


Il fisco ha bussato alle porte della sede del Milan in via Turati. La notizia è riportata dalla società rossonera alle pagine 68 e 154 del documento di bilancio chiuso al 31/12/2010. Infatti nella nota integrativa del consolidato e del civilistico si spiega che nello scorso dicembre l’Agenzia delle entrate della Lombardia «a seguito del controllo della posizione fiscale di A.C. Milan spa relativa all’anno 2005, ha notificato tre avvisi di accertamento ed un atto di contestazione principalmente motivati da presunte violazioni consistenti in...» Il club controllato dalla Fininvest, la finanziaria del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, elenca di seguito le contestazioni. «Indebita deduzione di componenti negativi – prosegue la nota integrativa – a fini Irap; indebita detrazione Iva e mancata autofatturazione di operazioni rilevanti ai fini di quello stesso tributo; omessi effettuazione e versamento di ritenute su redditi di lavoro dipendente; violazioni riconducibili tutte alla riqualificazione come “fringe benefit” dei compensi corrisposti a procuratori sportivi, in massima parte nell’ambito di operazioni di trasferimento e/o rinnovo contrattuale di giocatori».

Il 16 febbraio scorso il Milan ha presentato istanza di adesione prevista dall’art. 6 comma 2 del Decreto Legislativo 218/97, risalente al governo Prodi in cui era ministro delle finanze Vincenzo Visco. La decisione del club rossonero è stata presa, si legge sempre nella nota integrativa, «contando di potersi avvalere – ai fini della riforma di tali atti – anche degli esiti del tavolo di lavoro istituito sulle stesse problematiche dalla Lega Calcio e dalla Direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate».

Ma che cos’è l’adesione? La Libera Associazione sindacale commercialisti spiega sul proprio sito che «è un istituto che consente sia al contribuente sia all’amministrazione finanziaria di concordare la maggiore imposta dovuta, a seguito di accessi, ispezioni e verifiche (art. 6 comma 1 D.Lgs. 218/97) ovvero in conseguenza alla notifica di un avviso di accertamento o atto similare (art. 6 comma 2 D.Lgs. 218/97). E’ quindi permesso al contribuente di definire con l’amministrazione finanziaria qualsiasi tipo di reddito per il quale non siano decorsi i tempi per l’accertamento». In pratica è un accordo tra fisco e contribuente per definire la pretesa con reciproci vantaggi. La legge istitutiva dell’adesione, sottolinea la Guida pratica del 31 gennaio scorso del quotidiano Il Sole 24 Ore, prevedeva «la riduzione a un quarto delle sanzioni applicate sul provvedimento di accertamento: essa è riconosciuta se l'accertamento con adesione giunge a buon fine». La pubblicazione del quotidiano rosa spiega anche che dopo l’introduzione delle modifiche previste dalla legge di stabilità 220/10 del governo Berlusconi, dallo scorso 1° febbraio l’adesione è meno conveniente in quanto la riduzione è elevata a un terzo. Dunque il Milan pagherà una somma più elevata all’Agenzia delle entrate a causa di un provvedimento approvato dall’esecutivo presieduto dal presidente del Consiglio che ne è anche il suo proprietario.

La società di via Turati conclude così la questione degli avvisi di accertamento fiscali. «L’indeterminatezza delle riprese, le evidenti contraddizioni logiche che gravano sui contenuti del processo verbale di constatazione e sugli atti in cui le sue risultanze sono confluite (prescindendo dall’analisi critica delle memorie difensive prodotte dalla società in osservanza delle disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente), inducono la società a non effettuare alcuno stanziamento per rischi in bilancio».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

giovedì 25 marzo 2010

Il Barcellona perde la partita contro il fisco spagnolo

A seguito di una sentenza della Corte Suprema, è stata notificata una cartella esattoriale per ritenute su lavoro dipendente non versate per 25 milioni di euro. Secondo i giudici il club catalano non sottoponeva a ritenuta la parte del compenso dei giocatori corrispondente ai diritti di immagine. L’utile netto al 30 giugno 2009 è in calo a 6,7 milioni dai precedenti 10,1

Secondo gli amministratori del Fútbol Club Barcelona il modello economico del Club ha dimostrato di essere "solido e sostenibile", sia in circostanze sportive favorevoli che sfavorevoli, ma anche in situazioni di diffusa crisi economica, come si è verificato durante la stagione 2008/2009. In effetti, nonostante la crisi economica, è stato esposto in bilancio un fatturato record di 365,9 milioni di euro,con un utile netto di 6,7 milioni di euro. L’Ebitda (utile calcolato prima di interessi, tasse e ammortamenti) è stato di 84,9 milioni di euro.
Per quanto riguarda il settore calcio, la "temporada" 2008/2009 è stata la stagione della "triplet històric", ossia il conseguimento dell’obiettivo massimo in tre competizioni: "Copa del Rei", "Liga" e "Uefa Champions League". Curiosamente, però, leggendo attentamente le note del bilancio, si può dare anche una definizione diversa della stagione 2008/2009, ossia: una stagione all’insegna del contenzioso legale sia civile, che tributario.
Durante la stagione 2008/09, il Fútbol Club Barcelona è stato al centro di complesse controversie in materia di diritti televisivi. Queste controversie, che riguardano la rivalsa sui diritti UEFA spettanti al gruppo Sogecable, e il pagamento di diritti televisivi nazionali da parte dello stesso gruppo, hanno esitato due sentenze contrapposte, la prima delle quali ha determinato l’accensione di un nuovo prestito bancario, ottenuto da "La Caixa". Il club catalano, dopo aver azzerato un vecchio prestito bancario, rimborsando i 13,5 milioni rimanenti, ha acceso un nuovo prestito bancario "ponte" per poter pagare Audiovisual Sport, S.L. (gruppo Sogecable), a causa di una sentenza sfavorevole. Ciò ha determinato l’esposizione della voce "debiti bancari", al 30 giugno 2009, per la cifra di 29,1 milioni. Quanto sopra è stato causato dalla sentenza del 12 gennaio 2009, che ha condannato Fútbol Club Barcelona a pagare Sogecable la somma di 57, 3 milioni, oltre alle spese legali. Il 2 marzo 2009 il club catalano ha onorato il pagamento previsto dalla sentenza. Invece, il 26 giugno 2009, per un’altra controversia, in materia di diritti televisivi nazionali, Audiovisual Sport, S.L. e la Televisione della Catalogna, come garante solidale, sono state condannate a pagare Fútbol Club Barcelona la cifra di 29,1 milioni di euro. La complessità del contenzioso in materia diritti televisivi è tale che è stata anche oggetto di un rilievo dei revisori della Deloitte.
In materia tributaria, l’11 dicembre 2008, a seguito di una sentenza della Corte Suprema, è stata notificata una cartella esattoriale per ritenute su lavoro dipendente non versate per 25 milioni di euro, compresi gli interessi. Nella sostanza il club catalano non sottoponeva a ritenuta la parte del compenso dei giocatori corrispondente ai diritti di immagine.
Al 30 giugno 2009, Fútbol Club Barcelona contava 163.763 soci. Questo dato è in continua crescita, si pensi che il numero dei soci per la stagione 2002/2003 era 106.135 unità.
Altro dato interessante è la distribuzione geografica dei soci: il 38,3% è di Barcellona città; il 49,3% è della Regione della Catalogna e il 12,4% fuori Catalogna.
Un altro dato che testimonia l’affetto dei tifosi del Barca, verso la propria squadra, è il numero dei visitatori del Museo del club, che dall’anno dell’apertura, avvenuta nel 1984, ha toccato la cifra di 18 milioni di visitatori.
Il contributo che Fútbol Club Barcelona ha dato alla sua fondazione per progetti di collaborazione con l’UNICEF e altre istituzioni delle Nazioni Unite, oltre che per propri progetti, è stato di 2,9 milioni (0,7% dei ricavi operativi). Per l’esercizio 2008/2009 sono stati adottati i nuovi principi contabili, come da Regio Decreto 1514/2007, e non sono stati riportati dati comparativi relativi all’esercizio precedente.
STATO PATRIMONIALE
Il totale delle attività ammonta complessivamente a 510 milioni, di cui 350 milioni per attivo non corrente e 160 milioni per attivo corrente. L’attivo non corrente è composto da immobilizzazioni immateriali per 125 milioni; immobilizzazioni materiali per 113,6 milioni; investimenti immobiliari in terreni per 20.401 migliaia di euro; immobilizzazioni finanziarie per 65,980 milioni, crediti per imposte differite per 24,7 milioni.
Le immobilizzazioni immateriali sportive al lordo degli ammortamenti ammontano complessivamente a 226,7 milioni (203,8 milioni nel 2008), di cui 219,4 milioni sono relative al settore calcio, 4,6 milioni al settore basket, 1,7 al settore pallamano e 956mila euro al settore hockey.
Gli incrementi più importanti sono relativi all’acquisto di Daniel Alves per 32,5 milioni, Alexander Hleb per 16,2 milioni, Seidou Keita per 14 milioni di euro e Henrique Adriano per 8,8 milioni.
Le cessioni dei giocatori più importanti sono state quelle di Ronaldinho (Milan) e di Oleguer (Ajax), che hanno generato plusvalenze per 15,4 milioni, le restanti plusvalenze segnano la cifra di 2,9 milioni. Inoltre si sono registrate minusvalenze per 629mila euro.
Le immobilizzazioni materiali lorde sono passate da 181,2 milioni del 30 giugno 2008 a 181.872 migliaia di euro. Si sono verificati incrementi per 5,6 milioni per lavori di ristrutturazione del Camp Nou e della Città Sportiva de Sant Joan Despí, mentre i decrementi si riferiscono al valore di una particella di terreno a Sant Joan Despí, che si intende vendere nell’esercizio successivo e che in base ai nuovi principi contabili è stata allocato nelle attività correnti alla voce "attività non correnti possedute per la vendita". La voce "investimenti immobiliari" riguarda terreni detenuti per fini speculativi, precisamente nelle Municipalità di Hospitalet de Llobregat e nella Municipalità di Viladecans.
I crediti per contenzioso sono stati oggetto di un rilievo da parte di Deloitte, per la loro natura incerta sia in termini di esito finale, sia in termini di "quantum" che in termini di probabilità di riscossione degli stessi. Il 25 marzo 2009, il club catalano ha presentato appello alla sentenza del 12 gennaio e la cifra esposta rappresenta, secondo il club catalano, l’importo non dovuto e pagato in più al gruppo Sogecable, in conseguenza dell’errata interpretazione contrattuale contenuta nella sentenza.
L’attivo corrente comprende: attività non correnti detenute per la vendita per 4.531 migliaia di euro; crediti commerciali per 134.012 migliaia di euro; crediti finanziari a breve per 7.531 migliaia di euro; ratei e risconti attivi a breve per 3.708 migliaia di euro; disponibilità liquide per 10.269 migliaia di euro. Da segnalare che in base all’applicazione dei nuovi principi il valore delle rimanenze, riguardante per lo più materiale di consumo sportivo, è stato giudicato nullo.
Tra i crediti verso enti sportivi entro l’esercizio successivo si trovano le due milanesi precisamente AC Milan spa per 666mila euro, riguardanti la cessione di Zambrotta e F.C: Internazionale Milano spa, che deve al club catalano 31mila euro per Ricardo Quaresma.
I crediti per contratti relativi alla cessione dei diritti televisivi comprendono l’importo di 29.126 migliaia di euro relativo ai pagamenti, per il 2007/08, inclusi nel contratto stipulato con Audiovisual Sport S.L. Il 25 settembre 2008, il Club ha citato in giudizio Audiovisual Sport SL e Televisione della Catalogna (come garante solidale del contratto), richiedendo il pagamento degli importi indicati. Con sentenza datata 26 giugno 2009, notificata 17 luglio, riguardante il procedimento di cui sopra, Audiovisual Sport, S.L. e Televisió de Catalunya sono state condannate a soddisfare congiuntamente il Club per un importo pari a 29.126 migliaia di euro, oltre gli interessi.
Il patrimonio netto del club è salito a 20,8milioni. Con i vecchi principi contabili, al 30 giugno 2008, risultava un patrimonio netto di 12,8 milioni, mentre con l’adeguamento ai nuovi principi contabili il dato di partenza diveniva 14,6 milioni, a causa di rettifiche contabili operate nelle riserve.
Le passività non correnti ammontano a 129,4 milioni. Esse sono composte da accantonamenti a fondi rischi a lungo termine per 61.131 migliaia di euro; debiti verso enti sportivi per 39,9 milioni; altre passività finanziarie per 4,1 milioni; debiti per imposte differite per 1,8 milioni e ratei e risconti passivi pluriennali per 22,4 migliaia di euro.
Tra i fondi rischi c’è un accantonamento per imposte dovute per il periodo 1996-1999, per un importo totale di 36,2 milioni inclusi interessi. L’anno precedente il fondo imposte era pari a 59,5 milioni. Il decremento è stato causato dall’utilizzo di parte di tale fondo per il pagamento degli importi dovuti per il 1990, 1991, 1992 e primo semestre 1993. Per tale periodo il club ha subito un accertamento che si è risolto favorevolmente in materia di imposte sul reddito, ma che ha prodotto un contenzioso sul trattamento dei diritti di immagine relativi alle prestazioni dei giocatori. Dopo una serie di vari gradi di giudizio, con sentenza del 1 luglio 2008 la Corte Suprema ha respinto il ricorso del club catalano e l’11 dicembre 2008 è stata notifica una cartella per ritenute Irpf (l’Irpef italiana) su redditi di lavoro dipendente non versate che ammonta complessivamente, compresi gli interessi, a 25,3 milioni. Al 30 giugno 2009, l’accantonamento previsto copre un atto di liquidazione, comprensivo di interessi, pari a 32,7 milioni, di cui 22,1 milioni per ritenute IRPF su redditi di lavoro dipendente, 10,1 milioni per IVA e 508mila euro per imposte sul reddito. Anche in questo caso l’atto di liquidazione delle imposte nasce dalla diversa interpretazione che l’agenzia tributaria spagnola ha dato al trattamento da riservare ai diritti di immagine dei giocatori.
Gli accantonamenti per altri rischi, ammontanti a 25 milioni, concernono il pagamento degli oneri di urbanizzazione per i terreni di Can Rigalt per 5.806 migliaia di euro (competenza 2004/05) e il contenzioso con Sogecable S.A., che ha costretto ad accantonare altre 6,5 milioni come rischio per la stagione 2007/08, non ancora giudicata dal tribunale.
Le passività correnti risultano pari a 359,9 milioni di euro. Il grosso di tali passività riguarda la voce debiti commerciali per 246,6 milioni. Le passività finanziarie a breve ammontano a 29,8 milioni. I ratei e risconti passivi a breve termine ammontano a 83,6 milioni.
I debiti commerciali sono composti da debiti verso fornitori per 70,5 milioni, crediti diversi per 4,9 milioni, debiti verso enti sportivi per 49.9 milioni, debiti verso il personale per 60.9 milioni, debiti tributari e previdenziali per 60,9 milioni.
Nella nota 15.3 del bilancio per quanto riguarda i debiti verso il personale viene specificato che il 3 luglio 2009 è stato deliberato il pagamento di 30,9 milioni di euro entro la fine del mese di luglio. Da questa informazione si può intuire che il club catalano paga gli stipendi con alcuni mesi di ritardo.
Le passività finanziarie a breve comprendono i debiti bancari ammontanti a 29,8 milioni. Il 18 febbraio 2009, il club ha formalizzato un accordo di prestito con "La Caixa ", pari a 29,1 milioni con scadenza 18 febbraio 2010, ad un tasso di interesse indicizzato all'Euribor maggiorato di uno spread e di una commissione dell'1% di apertura. Questo prestito è stato destinato a coprire il disavanzo di cassa causato dalla sentenza sulla controversia con Audiovisual Sport SL. Tale prestito è garantito da costituzione del diritto reale di pegno di diritti derivanti da contratto di sponsorizzazione firmato a partire dal 25 ottobre 2006 tra il Club e Nike Europe Operations Netherlands BV.
Il notevole importo dei risconti passivi, circa il 21% del capitale investito, ci induce ad affermare che il club catalano lavora molto con i ricavi anticipati, ma questa è anche una conseguenza del prestigio del club che induce gli sponsor a legarsi con contratti pluriennali, anticipandone anche il pagamento.
CONTO ECONOMICO
La composizione del fatturato, relativo alla stagione 2008/2009, ammontante complessivamente a 365,9 milioni, è stata la seguente:
- proventi per quote soci 17,7 milioni (17,1 milioni nel 2008), con un’incidenza del 4,84% sul totale del fatturato;
- ricavi da stadio per 77,8 milioni, con un’incidenza del 21,26% sul totale del fatturato;
- ricavi da diritti televisivi 135,6 milioni (116,2 milioni nel 2008), con un’incidenza del 37,05% sul totale del fatturato;
- ricavi da attività commerciale e pubblicità 111,9 milioni (85,9 milioni nel 2008), con un’incidenza del 30,60% sul totale del fatturato;
- altri ricavi operativi 22,9 milioni, con un’incidenza del 6,25% sul totale del fatturato;.
I ricavi da stadio sono composti, a loro volta, dalle seguenti voci:
- ricavi da gare per competizioni nazionali calcistiche 28,4 milioni;
- ricavi da gare per competizioni internazionali calcistiche 7,7 milioni;
- ricavi da amichevoli settore calcio 2,1 milioni;
- atri ricavi settore calcio 658mila euro;
- ricavi settore basket 1,4 milioni euro;
- ricavi settore pallamano 101mila euro;
- ricavi settore hockey 10mila euro;
- ricavi altri settori 9mila euro;
- altri ricavi 5,3 milioni;
- ricavi da abbonati 32,3 milioni.
Rispetto all’esercizio precedente il fatturato segna un incremento di 57,1 milioni di euro. Il contributo maggiore a tale incremento è stato dato dai nuovi contratti con Mediaproducción, S.L. (diritti TV) e Nike.
Il risultato della gestione compravendita giocatori ha generato un eccesso di plusvalenze sulle minusvalenze per 17.7 milioni. Il totale delle plusvalenze sulla vendita di giocatori è stato di 18,3 milioni, il 23% in meno rispetto alle 23,9 milioni dell'esercizio precedente.
I costi operativi hanno presentato una variazione di 45,2 milioni, infatti, sono passati da 317,2 milioni di euro registrati nella stagione 2007/08 a 362,4 milioni di euro contabilizzati nella stagione 2008/09. Tale aumento del 14,25% viene giustificato con l’aumento dei ricavi, infatti, se consideriamo unitamente i proventi ordinari e straordinari essi risultano aumentati del 15%, passando da 333,8 milioni a 384,8 milioni.
Il costo del personale ha segnato la cifra di 201,3 milioni, che rappresenta il 55,01% del fatturato. Nell’esercizio precedente il costo del personale è risultato inferiore di 32,9 milioni. La causa di questo aumento è da ricercare nella parte variabile di tale voce di costo legata ai risultati sportivi, che è passata da 25,9 milionidel 2007/08 a 58,3 milioni, infatti, nella stagione precedente, la prima squadra non ha vinto alcun titolo.
Da sottolineare che nella relazione sulla gestione, gli amministratori vantano il fatto che i costi salariali del personale sportivo incidono sul fatturato per il 54,18%, che è un risultato inferiore al 55% fissato come indicatore ottimale da Sports Business Group di Deloitte & Touche. Il numero medio di personale occupato durante l’anno è stato di 1.060 unità. Come riferisce la nota 19.4, bisogna anche considerare che nella voce "servizi esterni" sono allocati i costi per diritto di immagine pari a 15,6 milioni di euro, pari al 4,27% del fatturato. L’ammontare complessivo dei costi per servizi esterni è di 65,2 milioni di euro.
Gli ammortamenti risultano complessivamente pari a 62,5 milioni.
L'utile operativo è stato pari a 22,4 milioni di euro, in aumento del 35% rispetto alla stagione 2007/2008.
I proventi finanziari sono stati pari a 1,5 milioni, mentre gli oneri finanziari registrano la cifra negativa di 15,2 milioni (8,6 milioni nel 2007/08). La causa dell’aumento degli oneri finanziari è da imputare alla sentenza sfavorevole contro Sogecable e dall’accensione del prestito ponte di 29,1 milioni con "La Caixa". L’utile netto è stato pari a 6,7 milioni (10,1 milioni nel 2007/08).
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da fc.barcelona.com, lo stadio del Camp Nou del Barcellona

martedì 2 marzo 2010

La Procura di Torino invita Blanc e Cobolli Gigli a presentarsi

I due manager hanno ricevuto dai magistrati un invito «per illustrare la propria posizione in relazione all’ipotesi di violazioni fiscali in materia di Iva contestate per gli anni 2005, 2006 e 2007»

La "visita" della Guardia di Finanza nella sede della Juventus, conclusasi lo scorso 23 luglio, ha avuto una conseguenza molto importante. "Il pallone in confusione" ha scoperto che è riportata nel bilancio semestrale della Vecchia Signora chiuso al 31 dicembre 2009. «Nel corso del mese di gennaio 2010 – si legge nel paragrafo "controversie in corso" del documento contabile – l’ex presidente Giovanni Cobolli Gigli e l’attuale presidente Jean-Claude Blanc hanno ricevuto dalla Procura della Repubblica di Torino un invito a presentarsi per illustrare la propria posizione in relazione all’ipotesi di violazioni fiscali in materia di Iva contestate per gli anni 2005, 2006 e 2007». La società bianconera sottolinea che «si è trattato di un atto doveroso a seguito della comunicazione della verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica». Alla data di stesura del documento contabile (lo scorso 26 febbraio), «non è pervenuto alcun avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate» si legge ancora nella semestrale.
Riguardo ancora agli esiti dell’ispezione, nel documento si sottolinea che le Fiamme gialle hanno svolto «l’accertamento relativo alle annualità dal 2001/2002 al 2007/2008 (2002/2003 esclusa), rilasciando in pari data (NDR: 23 luglio 2009) il processo verbale di constatazione». In esso «sono state contestate pretese violazioni, per importi rilevanti, – prosegue la semestrale – delle norme fiscali su alcune operazioni relative ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, ai compensi corrisposti a prestatori di servizi nonché ad altre fattispecie minori».
Su tutta questo contenzioso con il fisco la Juventus e i suoi legali rappresentanti pro tempore dichiarano «di avere sempre ottemperato alle norme vigenti e si avvarranno dei diritti previsti dallo statuto del contribuente facendo valere, ove necessario, le loro difese nei modi e termini previsti dalla legge».
Ma la lunga partita tra i bianconeri e il fisco non finisce qui. Lo scorso 2 novembre l’Agenzia delle entrate ha presentato appello contro la sentenza della Commissione tributaria Provinciale di Torino. I giudici avevano «accolto il ricorso presentato da Juventus – si legge ancora nella semestrale – contro il diniego al rimborso di un credito Iva di 1,4 milioni di euro, relativo alle competizioni Uefa della stagione sportiva 2000/2001». «Il 23 dicembre 2009 la società ha presentato – conclude il documento contabile – le proprie controdeduzioni ed è in attesa che venga fissata l’udienza in Commissione Tributaria regionale».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

mercoledì 19 agosto 2009

ESCLUSIVO/Visita della Gdf alla Juve, contestati «importi rilevanti»

“Il pallone in confusione” lo ha scovato nel comunicato stampa del 9 agosto scorso della Vecchia Signora. In esso si riporta che le Fiamme Gialle hanno concluso il 23 luglio scorso l’accertamento iniziato un anno fa e hanno contestato «violazioni, per importi rilevanti, delle norme fiscali su alcune operazioni relative ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori» e «ai compensi corrisposti ad intermediari prestatori di servizi»

Dopo un anno, la Guardia di Finanza ha terminato la sua “visita” nella sede della Juventus. Per la precisione, essa era iniziata negli uffici di Corso Galileo Ferraris il 3 luglio scorso. “Il pallone in confusione” lo ha notato nel comunicato stampa della società bianconera del 6 agosto scorso sui dati di bilancio al 30 giugno 2009. Le Fiamme Gialle si legge nella nota bianconera, hanno «concluso in data 23 luglio 2009 l’accertamento relativo alle annualità dal 2001/2002 al 2007/2008, rilasciando in pari data il processo verbale di constatazione». In esso, si legge sempre nel comunicato della Vecchia Signora, «sono state contestate pretese violazioni, per importi rilevanti, delle norme fiscali su alcune operazioni relative ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, ai compensi corrisposti ad intermediari prestatori di servizi, nonché ad altre fattispecie minori». La Juventus non ha comunicato a quanto ammontano gli importi delle violazioni delle contestazioni della Gdf, nè le somme relative alle eventuali sanzioni pecuniarie e neppure quali tipi di tributi sarebbero stati eventualmente violati. Traducendo dal linguaggio burocratico, le presunte violazioni riguardano essenzialmente operazioni di calciomercato e le eventuali plusvalenze sulla vendita dei “cartellini” dei giocatori.
La Juventus aveva dato notizia dell’accertamento della Gdf già un anno fa nella relazione sulla gestione del bilancio chiuso al 30 giugno 2008. Nel documento evidenzia che «ha avuto luogo l’accesso» presso la sede sociale «al fine di eseguire una verifica sostanziale a carattere generale ai sensi e per gli effetti degli art. 32 e 33 del Dpr n.600/73, art. 51 e 52 del Dpr n.633/1972 e dell’art.35 della legge n.4/1929». Le leggi richiamate dalla società calcistica di Casa Agnelli riguardavano i poteri della Gdf sul controllo delle dichiarazioni dei redditi e su quella dell’Iva.
La vicenda sicuramente non finisce qui e avrà uno strascico presso le Commissioni Tributarie. La Vecchia Signora è infatti determinata a impugnare tutte le contestazioni mosse dai Finanzieri. «La società ritiene di avere sempre ottemperato alle norme vigenti – conclude il comunicato della Juve – e si avvarrà dei diritti previsti dallo statuto del contribuente (Legge 212/2000) facendo valere, ove necessario, le sue difese nei modi e termini previsti dalla legge».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita, anche in modo parziale, soltanto dietro citazione della fonte "il pallone in confusione")

Clicca qui per leggere l'articolo di un anno fa sulla visita della Gdf alla sede della Juventus

venerdì 20 marzo 2009

Lazio: fine anno con accertamento fiscale

Secondo il documento semestrale della società di Lotito, l’Agenzia delle entrate ha contestato il 29 dicembre 2008 in un avviso una somma totale per 4,46 milioni per Iva e altre imposte per due tipi di rilevi riguardanti costi che sarebbero "fringe benefits" per i calciatori da tassare diversamente. La società ha opposto immediatamente ricorso

Non c’è pace per la Lazio nei suoi rapporti con il fisco. Nella paragrafo "Problematiche di natura fiscale", contenente una serie di contenziosi tra la società biancoceleste e l’erario, incluso nella semestrale consolidata chiusa al 31 dicembre scorso chiusa con un utile di 6,19 milioni si evidenzia che «il 29 dicembre 2008 l’Agenzia delle Entrate-direzione regionale del Lazio (Ufficio Roma 3) ha notificato alla società un avviso di accertamento». Nel documento si spiega che l’avviso ha come «oggetto il controllo del trattamento tributario dei compensi per procuratori, ai fini Irpef ed Iva nell’esercizio 2003».
Due i rilievi contestati dalle autorità tributarie riguardo all’accertamento. Il primo, si legge sempre nella semestrale, riguarda il "recupero di redditi da lavoro dipendente, per euro 6,75 milioni, pari a imposte per circa euro 3,11 milioni". L’altro concerne il «recupero di Iva per euro 1,35 milioni». L’avviso tributaria punta sulla rettifica riguardante il fatto che «i costi in argomento costituiscano fringe benefit (ossia compensi corrisposti in natura ndr) per i calciatori e come tali siano da sottoporre a diverso regime di tassazione». Dunque l’Agenzia delle Entrate vorrebbe recuperare in totale 4,46 milioni tra Iva e imposte diverse. La Lazio si è opposta: nella semestrale si sottolinea che la società di Claudio Lotito ha presentato ricorso presso la Commissione tributaria provinciale di Roma «sostenendo l’illegittimità e l’infondatezza della pretesa tributaria».
La Lazio spiega che l’attivo è stato raggiunto grazie «al minore impatto delle imposte differite nel primo semestre», alla «quota di competenza del nuovo contratto con la Infront Italy srl per la cessione dei diritti commerciali» e alle plusvalenze calciatori. Invece, le plusvalenze ammontano a 10,5 milioni: 3,6 dalla cessione di Behrami al West Ham (su un ricavo pari a 6 milioni) e 6,9 milioni dal trasferimento di Mudingay al Bologna (ricavo 7 milioni). La società di Lotito ammette che il giro di affari consolidato, al netto dei proventi non ricorrenti, si è attestato a 36,95 milioni «ed è diminuito rispetto al medesimo periodo della stagione precedente di euro 13,48 milioni». Il consistente calo dei ricavi dei primi sei mesi è dovuto principalmente alla mancanza degli introiti dalla partecipazione alla Champions League, a cui la Lazio aveva partecipato un anno fa. Invece, si legge sempre nel documento di bilancio, i costi sono «aumentati di euro 1,16 milioni» ossia del 3,32% in più sul primo semetre 2007/08. L’analisi di questi ultimi vede una diminuzione di quelle del personale (attestatesi a 13,95 milioni) del 10,6%, ma un aumento degli «altri costi di gestione» (14,45 milioni) pari al 47,94% . L’incremento di questa voce è «conseguenza di maggiori costi per acquisizione temporanea di diritti alle prestazioni sportive» (erroneamente ancora chiamati "cartellini") di calciatori e «di maggiori costi per procuratori». In aumento del 19,58% anche gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori (6,16 milioni), causata dagli acquisti fatti nell’ultimo calciomercato.
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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