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venerdì 25 marzo 2011

Napoli, radiografia di una storia di successo

“Il pallone in confusione” ha analizzato in dettaglio il bilancio 2009/10 della società azzurra: i 111 milioni di ricavi hanno coperto i 107 milioni di costi e consentito il rafforzamento della rosa. Incremento record del 118% per merchandising e licensing grazie al consistente apporto dei tifosi

«Oj vita, oj vita mia, oj core ‘e chistu core». Il Napoli è giunto al suo quarto anno con un bilancio in utile. Al 30 giugno 2010 l’attivo è stato pari a 343mila euro risultato che consente alla società di Aurelio De Laurentiis di avere un patrimonio netto positivo per 25,1 milioni: l’ultimo esercizio a cui ha partecipato, sia pure soltanto per tre mesi, l’ex direttore generale Pierpaolo Marino. Numeri che consentono di sostenere con tranquillità i costi e l’indebitamento per la campagna di rafforzamento del parco calciatori. Punto di forza della società azzurra sono i 111 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2008/09) che consentono di sostenere i 107 milioni di euro di costi incrementatisi di circa 20 milioni: la differenza è positiva per 3,2 milioni. E’ questa la fotografia dell’equilibrio economico che permette la politica di rafforzamento della rosa calciatori caratterizzata da 44,1 milioni di ammortamenti e che riesce ad assorbire l’aumento pari al 25,19% degli stipendi. Non solo: il buon stato della gestione caratteristica consente per l’ennesimo anno l’assenza di indebitamento bancario. «L’incremento dei costi della produzione registrato è fisiologico – si legge nella relazione sulla gestione – sostenibile e legato ad una precisa scelta strategica di investimento della società». Non solo: la situazione consente ulteriori investimenti futuri, considerato anche che la squadra ha percorso un cammino lusinghiero in Europa League nei primi sei mesi dell’esercizio attuale che valgono ulteriori entrate. E a proposito di competizioni europee, occorre una premessa: gli introiti mancanti da esse pesano per il 2,3% sul totale complessivo dei ricavi. Ma passiamo ad esaminare le cifre in dettaglio.

QUANTO CONTA L’AMORE DEI TIFOSI

E’ nota la passione dei napoletani per seguire la propria squadra del cuore allo stadio San Paolo, dotato di 60.240 posti a sedere. Quanto vale? Ben 15,7 milioni tra biglietti venduti (9,8 milioni) e abbonamenti (5,9 milioni). Vanno aggiunti 1,3 milioni per la percentuale sugli incassi per le gare fuori casa, per un totale complessivo di 17,2 milioni. Ma non c’è soltanto lo stadio. Citando una celebre canzone di Peppino di Capri, il Napoli è «’na malatia» e i suoi tifosi “jesceno pazzi” per i prodotti su cui sono impressi i marchi azzurri. Sciarpe, maglie, cappelli, caffettiere, pupazzetti e tanti altri oggetti sono ambitissimi e rientrano nelle voci di bilancio merchandising e licensing (in cui rientrano le aziende che hanno diritto allo sfruttamento dei marchi) che hanno conseguito un vero e proprio boom. Per la prima voce il Napoli ha incassato 432mila euro (+185%): ben più elevato l’introito per il licensing pari a 3,7 milioni (+120%). Assieme ai 438mila euro per “altri proventi commerciali” l’incasso totale è di 4,6 milioni (+118%).

DIRITTI TV E RADIO

Nonostante il calo del 5%, i diritti tv restano una componente molto importante dei ricavi azzurri con 48,2 milioni che pesa per il 49% sul totale dei ricavi. La cifra è composta da 41,6 milioni di diritti casalinghi e da 6,6 milioni derivanti da squadre ospitanti. La suddivisione è l’ultima svolta con il vecchio sistema: dalla stagione in corso sarà svolta con il sistema centralizzato previsto dalla legge Melandri/Gentiloni. La relazione sulla gestione spiega che la diminuzione è dovuta «in particolare dalla mancata partecipazione della squadra alle competizioni internazionali». Invariati i proventi radiofonici a 430mila euro.

SPONSOR E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE

Lo sfruttamento dei diritti d’immagine sta diventando anno per anno uno dei “cavalli di battaglia” del Napoli. La cifra introitata è di 7,4 milioni con un incremento pari al 18%. In aumento anche le sponsorizzazioni (+1,4%) che hanno raggiunto il totale di 20,9 milioni: spiccano i 3,6 milioni degli sponsor istituzionali che hanno fruttato un aumento di 480mila euro in più.

PROVENTI LEGA SERIE A E GESTIONE CALCIATORI

Il sesto posto conquistato dal Napoli lo scorso campionato è valso, oltre alla qualificazione in Europa League, anche 2,7 milioni in contributi erogati dalla Lega di Serie A con un incremento monstre del 296%. Invece la gestione netta del parco calciatori ha ottenuto un risultato positivo per 7,78 milioni. Si segnala la plusvalenza complessiva, pari a 6,6 milioni, per le cessioni di Daniele Mannini alla Sampdoria (4,9 milioni) e Matteo Contini al Saragozza (1,7).

COSTI: STIPENDI E AMMORTAMENTI

Due sono le voci di costo più importanti in un bilancio di una società di calcio: stipendi e ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (cosiddetti “cartellini”). Questi ultimi hanno raggiunto i 40,4 milioni (+45%): anche questo incremento è dovuto al potenziamento della rosa. I salari dei tesserati (calciatori e allenatori) si sono attestati a 35,1 milioni (+25%) Il dato è così scomposto: il monte stipendi dei calciatori è di 29 milioni con 985mila euro per la quota variabile legata ai risultati sportivi. Gli allenatori hanno introitato 4,2 milioni con 569mila euro per gli obiettivi raggiunti. Nonostante l’incremento, per dirla con Totò, sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’ammontare versato dalle tre big del nostro campionato. L’Inter ha pagato in totale 222 milioni (146 milioni per i calciatori, 25,1 milioni per i tecnici più 51 milioni per premi rendimento), mentre i cugini del Milan nel bilancio chiuso al 31/12/2009 164,1 milioni (149 milioni per compensi calciatori, 7,2 milioni per gli allenatori più 4,3 milioni per la quota in base ai risultati conseguiti e 3,6 milioni per compensi istruttori e tecnici). Meno spendacciona è la Juventus che ha versato 114,2 milioni in stipendi più premi variabili per 1,1 milioni e altri compensi per 4,5 milioni.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da www.casertace.it la curva B dello stadio San Paolo

Per chi volesse approfondire, cliccare qui per leggere il bilancio 2009 del Milan

venerdì 14 gennaio 2011

Trasferta a Napoli: la denuncia di un tifoso juventino

Pubblichiamo questa lettera su segnalazione del nostro lettore Andrea Delsanto tratta dal sito Giùlemanidallajuve.com
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=1326
Gent.ma redazione,ho deciso di scrivere questa nota con la speranza che tramite il canale televisivo e magari anche grazie ad una presa di posizione ufficiale da parte della società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la grottesca situazione che ho vissuto con circa un migliaio di tifosi juventini domenica sera in quel di NAPOLI.Premetto che con tanto di tessera del tifoso sottoscritta anche per i miei due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo partecipato con il nostro club di appartenenza (JUVENTUS CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA), alla trasferta napoletana con un pulman da 54 persone + un pulmino da 19 persone. Nel nostro pulman abbiamo ospitato amici juventini del club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo e si sono aggregati al nostro gruppo. Alle ore 17.30 circa giungiamo al casello autostradale di Napoli dove pensavamo di trovare un mezzo della polizia di stato da noi in precedenza avvertita del nostro arrivo. Dopo un'attesa di circa 40 minuti, pur senza incidenti, ma con qualche normale sfottò ricevuto da napoletani in transito veniamo raggiunti da un auto della polizia che ci accompagna qualche chilometro più avanti dove venivano raggruppati tutti i pulman provenienti da varie zone d'Italia. Fatti scendere, uno alla volta, filmati da una telecamera e sottoposti al capillare controllo su eventuali mezzi di offesa in nostro possesso sia in dosso, sia nel pulman, senza alcun controllo sul possesso della fantomatica tessera del tifoso, risaliamo sul pulman per essere "scortati" verso lo stadio.Da questo momento inizia la parte incredibile della vicenda. I pulman vengono accompagnati con tanto di sirene da mezzi della polizia, utilizzando la tangenziale per un tragitto completamente identico a quello fatto dai tifosi napoletani che si recano allo stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà loro, invece di andare verso lo stadio la carovana prosegue fino all'uscita Agnano da dove attraverso stradine piccolissime con auto parcheggiate su entrambi i lati che impediscono il normale passaggio dei pulman, sottoposti al pubblico ludibrio della tifoseria napoletana appostata sui lati della strada, si giunge finalmente nella zona stadio riservata agli ospiti.
A questo punto zelanti agenti di polizia con urla e chiari movimenti con le mani, invitano i tifosi a scendere dai pulman e correre in maniera dissennata, verso i cancelli dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse quale strada prendere e quale fosse il pericolo incombente sulle nostre teste. Tale fuga verso lo stadio viene effettuata già in una situazione di terrore e panico in quanto gli inviti minacciosi della polizia lasciano intendere di essere in una grave situazione di pericolo. Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e vi erano anche persone anziane con problemi fisici) della durata di circa 200 metri termina in un ammasso umano di persone che erano state bloccate da una serie di transenne poste proprio per impedire il passaggio. Dopo aver travolto queste transenne, terminiamo la corsa contro un cancello chiuso, in quanto l'accesso al settore era posto una decina di metri più in là.Scavalcando gli ostacoli, in un caos indescrivibile, senza che ad alcuno fosse controllato il biglietto, la tessera del tifoso o quant'altro (sono in possesso dei tre biglietti, mio e dei miei due figli, ancora completamente integri, senza che sia stata staccato nemmeno il talloncino di controllo con il codice a barre) entriamo nello stadio. Con quel sistema, nel settore ospiti sarebbe potuto entrare chiunque, tifoso juventino e non con grave rischio per tutti. Una volta "al sicuro", all'interno dello stadio, nella parte superiore del settore riservato ai tifosi ospiti, con inspiegabile divieto di accesso da parte della polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe stato alcun contatto con la tifoseria napoletana, veniamo sottoposti ad un incredibile fuoco di artiglieria con lancio di petardi o bombe al cui scoppio venivano divelti ogni volta addirittura i sediolini dello stadio. Di queste pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi juventini presenti ne avranno ricevute circa una trentina. Il lancio avveniva da parte di aspiranti uomo ragno che si inerpicavano fra le strutture in ferro dello stadio per raggiungere alle spalle i tifosi juventini e dopo aver bucato al rete di protezione con coltelli, lanciavano questi ordigni attraverso i buchi testè prodotti. Ho rivisto il giorno dopo, la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato e ho udito (senza mai vedere) chiaramente lo scoppio dei petardi che avveniva in maniera continua e ripetuta mettendo a grave repentaglio l'incolumità dei presenti.Per quale motivo nessun telecronista pur presente allo stadio ha fatto menzione di quello che accadeva? Per quale motivo nessuna testata giornalistica ha riportato questo a dir poco incivile comportamento della tifoseria napoletana? Perchè non vi è stata da parte di nessuna televisione neppure una inquadratura verso il settore occupato dai tifosi juventini sottoposti al bersaglio? Perchè il Giudice Sportivo sanziona la società Juventus di una multa di euro 6000 perchè i suoi tifosi hanno divelto dei seggiolini, che invece erano stati divelti dalla forza d'urto delle esplosioni dei petardi lanciati dai napoletani? Perchè la società Napoli viene multata solo di euro 20000 perchè "propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi verso la zona occupata dagli steward (???)" e non fa menzione di nemmeno un petardo lanciato verso i tifosi juventini? Dove erano questi steward quando venivano lanciate le bombe? Erano complici dei tifosi napoletani? Nel bollettino del giudice sportivo si menziona una attenuazione della sanzione verso la società Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in collaborazione con le forze dell'ordine ai fini preventivi e di vigilanza. Di cosa parliamo? Dove erano i poliziotti? Quali misure preventive sono state poste in essere? In che cosa è consistita la vigilanza? A Napoli queste cose vengono definite testualmente "puttanate"!!!Vi assicuro che per molto meno, la Juventus nello scorso anno ebbe l'interruzione della gara con il Parma e con il Bari oltre alla sanzione della gara da disputare a porte chiuse.La differenza sta nel fatto che a Torino il settore ospiti è inquadrato costantemente da telecamere e che certa stampa non si lascia sfuggire nessuna occasione per..............Comunque l'allucinante racconto non è ancora terminato! Qualche minuto prima del fischio finale, con il bombardamento in pieno corso (erano in possesso di un vero e proprio arsenale bellico), rinvigorito dalla trionfale vittoria, nel settore da noi occupato fanno per la prima volta presenza alcuni poliziotti che, in manier alquanto serafica, invitano i tifosi juventini ad abbandonare lo stadio prima del termine della gara. Tale comunicazione fatta ad alcuni, in maniera quasi confidenziale, provoca di fatto che una buona parte di tifosi lasci le gradinate. Personalmente noto che sta avvenendo questo abbandono, ma forte dell'esperienza maturata in molti stadi, rimanendo certo del fatto che senza comunicazioni ufficiali i tifosi ospiti rimangono nello stadio fino a quando non vi sono le condizioni per l'uscita degli stessi in sicurezza, penso che vi sia solo un ammassarsi verso la parte inferiore.Comunque, sentendo ancora lo scoppio di bombe e invitato da mio figlio, molto spaventato, scendo anch'io verso il basso, dove scopro che alcuni agenti di polizia stanno invitando i tifosi a correre verso i pulman in quanto - recito testualmente - "non siamo in grado di garantire la vostra sicurezza". Ad una mia richiesta di spiegazioni insieme all'invito di correre anch'io verso i pulman di appartenenza mi viene detto: "oggi, caro signore, vi è la possibilità di acquistare una semplice scheda e di starsene tranquilli a casa a vedere la partita! Per quale motivo lei ha preferito venire qui? Seppure allibito, capisco che non è il caso proprio di polemizzare con queste pseudo forze dell'ordine e accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa (circa 500 metri) fra le urla e le minacce dei poliziotti stessi fino a raggiungere il pulman dove tanti altri amici erano già. A questo punto, forse la cosa più incredibile!!! Altri poliziotti si affiancano agli autisti dei pulman invitandoli subito a ripartire in quanto la presenza in quel punto era ritenuta pericolosissima. I pulman sono pertanto ripartiti su ordine perentorio della polizia senza che tutti i passeggeri fossero ancora a bordo. Vane sono state le proteste da parte nostra. L'ordine impartito era perentorio. Ripartire senza preoccuparsi di chi manca!Nel frattempo la carovana dei pulman "quasi pieni" era ripartita con la scorta della polizia. Il nostro pulman leggermente attardatosi in attesa di qualche ritardatario era costretto ad inseguire la scorta che a quel punto precedeva abbondantemente il nostro pulman.Non sono in grado di dire che cosa è successo agli altri pulman. Posso solo dire che il nostro mezzo è rimasto fermo nei pressi dello svincolo autostradale fino all'una di notte, senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a gesti triviali da parte dei tifosi napoletani di passaggio, con il rischio di dar corso ad un pestaggio in piena regola qualora altri scalmanati si fossero fermati vicino al nostro pulman. In questa situazione abbiamo atteso, affinchè coloro che erano rimasti a terra potessero raggiungere in qualche modo il pulman e fare ritorno a casa tutti insieme. L'ultimo dei dispersi, ironia della sorte, è stato accompagnato da una volante della polizia. Al termine, mio figlio di 11 anni mi ha detto: "Papà, io a Napoli non voglio venire mai più!!". Gli ho risposto: "Anch'io!"
Ho voluto raccontare questa paradossale odissea che nella mia lunga esperienza di tifoso bianconero aveva avuto in termini di paura un solo altro caso: BRUXELLES - 29 maggio 1985. Non so se la stessa sarà ritenuta degna di cassa di risonanza e se ritenete opportuna diffonderla e renderla nota, ma una sola preghiera mi sento di rivolgere: Fate conoscere questa esperienza alla società, affinchè possa fare anche in maniera provocatoria ricorso verso la sanzione della multa di euro 6000 comminata per il comportamento incivile dei propri sostenitori. Quei 6000 euro che siano destinati ad un'opera benefica e non a questi "venditori di fumo" fra cui a Federazione, la Lega e il ministro Maroni!!!!
Con cordialità
ANDREA LEONETTI

venerdì 9 luglio 2010

De Laurentiis a LunaSport: “Punto su Mazzarri, faremo a breve qualcosa di interessante”

Il presidente del Napoli da Roma in esclusiva alle reti Lunaset: “Non voglio rivoluzionare la rosa, appena avremo ceduto qualche esubero faremo i colpi”

“Inizia la settima stagione targata De Laurentiis con grande fiducia e soprattutto con Mazzarri sin dall’inizio. Veniamo da un campionato in cui abbiamo fatto un grande recupero dopo l’handicap iniziale di 7 gare. Se Mazzarri fosse venuto da giugno 2009 ad allenare il Napoli probabilmente il 2° o il 3° posto non ce l’avrebbe tolto nessuno, con o senza gli errori arbitrali che ci hanno pur danneggiato”. Così parlò Aurelio De Laurentiis, intervistato in esclusiva a Roma da LunaSport e TvLuna, reti del Gruppo Lunaset. Nel corso degli ultimi giorni di riprese di “Amici Miei, come tutto ebbe inizio…” in corso a Cinecittà, il presidente del Napoli ha parlato anche di mercato e di progetti futuri. “Ho il dovere assoluto di dire che non voglio cambiare molto. Quello che sto cercando di fare è di dare una corretta impostazione che duri nel tempo: se io ho fatto bene l’altro anno, non devo sfasciare tutto e tutti. Con tutti i giocatori in esubero che abbiamo noi potremmo fare tre squadre: molti di essi non sono più da Napoli. Nella gestione passata sono stati sbagliati i contratti che ci hanno appesantito il bilancio, per questo ora stiamo cercando di fare pulizia. Noi abbiamo un allenatore che opera bene e che ha la sua filosofia: se l’ho ingaggiato devo sposare anche le sue tecnicalità, le sue modalità e Mazzarri mi ha sempre detto: “Guardi De Laurentiis, non mi dia più di 16-17 giocatori se dobbiamo fare al massimo il campionato italiano, 21-22 nel caso di una competizione europea”. Ora – ha aggiunto il patron degli azzurri a LunaSport - devo cercare di dargli quelle pedine che gli siano realmente utili”. De Laurentiis spiega la sua filosofia di mercato: “A fronte delle entrate ci devono essere delle uscite. Quando alcuni giocatori andranno via saranno senz’altro rimpiazzati. I Mondiali ci hanno insegnato che va avanti il gruppo e non le individualità stile Argentina o Brasile. C’è bisogno di darsi una calmata e comprendere che il mondo del calcio si è modificato e che ci sono dei parametri da rispettare, che non possiamo fare il circo ad uso e consumo dei Platini e dei Blatter”.
L’intervista integrale, di circa mezzora, andrà in onda sull’intero circuito Lunaset domani (sabato 9) e dopodomani (domenica 10) ai seguenti orari: sabato su TvLuna alle ore 20; su LunaSport alle ore 12, 19, 21 e 23.15; su Lunasat Sky 852 ore 20.20; su Telenostra ore 19.10; su Tvluna2 ore 14.30; su TeleBenevento ore 16.10. Domenica: su TvLuna ore ore 23; su LunaSport ora 12.30, 14.30, 17.30 e 22.30; su Lunasat Sky 852 ore 22; su Telenostra ore 17.30; su TvLuna2 ore 21.00, su TeleBenevento ore 20. Infine sui progetti futuri: “Nessuno si deve dimenticare che un pezzo di carta mi è costato 32 milioni di euro. E da lì siamo partiti. E mi sono meravigliato che 8 mesi fa ho scoperto che le mie giovanili non sono così forti così come dovevano essere. Adesso la Primavera giocherà con lo stesso modulo: il nuovo allenatore Miggiano prenderà indicazioni direttamente da Mazzarri. Abbiamo preso gli osservatori che prima non avevamo e grazie a loro prenderemo giovani talenti. Ho un grande rispetto dei tifosi, ma le tifoserie – ha concluso a LunaSport - devono essere ragionevoli perché il mondo sta cambiando e cambierà ancora di più. E con esso dobbiamo confrontarci. In ogni caso dico loro: state sereni, perché presto il Napoli qualcosa di interessante lo farà”.

venerdì 26 marzo 2010

Il "cappotto" del Napoli alla Juventus provinciale

En plein del Napoli in questa stagione contro la Juve: due vittorie sonanti degli azzurri all’Olimpico e al San Paolo che fruttano sei punti d’oro. Insomma un "cappotto" fuori stagione che però resterà negli annali della storia della società partenopea. La memoria del cronista va alla stagione del primo scudetto: correva la stagione di grazia 1986/87 e il Ciuccio battè la Zebra 3-1 a Torino per poi ripetersi 2-1 tra le mura casalinghe di Fuorigrotta. La vittoria di ieri sera per 3-1 ha però un connotato particolare: gli uomini di Mazzarri hanno praticamente fatto tutto da soli, mentre la Vecchia Signora (più vecchia del solito per i suoi tantissimi malanni) è stata praticamente a guardare. A cominciare dal gol dell’effimero vantaggio bianconero: sull’angolo di Camoranesi Del Piero è stato libero di porgere la palla al centro, così come Chiellini è stato franco da marcature. Gli juventini ringraziano e praticano un 4-4-2 che si trasforma via via che scorrono i minuti in un 5-5-0. Il Napoli annaspa e dimentica di fare il…Napoli con le giocate del suo trio offensivo Hamsik-Quagliarella-Lavezzi. La squadra azzurra presenta una manovra con poco costrutto lungo tutto il primo tempo: si ingolfa la fascia destra, l’unica dove si tenta (tramite Maggio) di portare scompiglio agli avversari. Si nota una scarsa propensione degli attaccanti a entrare in area di rigore.
Nell’intervallo c’è stata la "cura" Mazzarri. Il tecnico cambia le carte in tavola allargando Quagliarella e Hamsik sulle fasce, aiutati in sovrapposizione a turno da Maggio a destra, Campagnaro e Zuniga a sinistra. Risultato: il Napoli è completamente trasformato e attacca in modo tambureggiante. In più viene applicato un pressing asfissiante, soprattutto sul portatore di palla: cosa che mette in grande imbarazzo Madama Juve che perde completamente la trebisonda. E così si arriva al netto rigore su Quagliarella. Gli azzurri pareggiano? Neanche per idea: si vuole ancora tenere in suspense la tifoseria del San Paolo. E così Hamsik sbaglia dal dischetto. Ma l’errore non toglie la voglia di giungere all’1-1. Anzi, con il passare dei minuti si vede una Juve sempre più chiusa e catenacciara, senza più idee in fase offensiva, che spera di portare via la vittoria con un golletto. Il suo tecnico Zaccheroni ha fatto però i conti senza l’oste: Hamsik pareggia e inizia la fine per i bianconeri. L’allenatore di Meldola sostituisce Del Piero, che avrebbe dovuto essere espulso per somma di ammonizioni ma che l’arbitro Rizzoli ha graziato, con Grygera. Un difensore per un attaccante: il segnale è chiaro, la Vecchia Signora ha finito la benzina e tenta di portare via disperatamente un punticino proprio come una provinciale qualsiasi che tenta di scampare alla retrocessione. In campo si vedono ben cinque difensori dietro la palla. Ma il Napoli è un martello: arriva l’uno-due micidiale di Quagliarella e Lavezzi e la partita si chiude in trionfo.
I tifosi della curva B avevano lanciato il vaticinio prima dell’inizio della partita: «Noi ci crediamo!» avevano scritto su uno striscione riferendosi alla qualificazione alle coppe europee. E a fine gara alcuni di loro imploravano: «Seppelliteci qui». Ma non è il caso: il bello del Napoli è probabilmente appena iniziato.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto, tratta da Tuttonapoli.net, il gol del pareggio di Hamsik

giovedì 25 febbraio 2010

Ecco i valori delle rose: l’Inter regina, seguono Milan, Juventus e Roma

Alla chiusura del calciomercato di gennaio si ribalta la classifica dell’anno scorso: i nerazzurri sono primi con 354,5 milioni di euro. Al quinto posto la Fiorentina, mentre il Napoli è sesto

Josè Mourinho può essere tranquillo per il momento, poiché la sua Inter ha conquistato un primato su Milan e Juventus. Si tratta del valore di mercato delle rose della serie A: "il pallone in confusione" su dati del sito Transfermakt.de ha trovato che la società nerazzurra è la prima con un totale di 354,5 milioni di euro. Il valore è calcolato al termine della sessione del calciomercato di gennaio: seguono i bianconeri con 266,4 milioni, terzi i rossoneri con 259,8 milioni. La società nerazzurra ha sovvertito la graduatoria dell’anno scorso, quando si era piazzata al secondo posto dietro al Milan: terza la Vecchia Signora. Al quarto posto si trova la Roma con 237,1 milioni, seguita da Fiorentina (197,8), Napoli (129,7), Udinese (119,2), Genoa (116,4), Lazio (109,3) e Palermo (105,4).
Sotto la soglia dei 100 milioni in "cartellini" dei giocatori si trovano la Sampdoria (90 milioni), Cagliari (68,6) Parma (62,8), Atalanta (57,7), Bari (55,7), Catania (53,5), Bologna (47,5). Chiudono la classifica Livorno (39,6), Siena (37,6) e Chievo (35,4).
Il top dei valori di mercato spetta a Eto’o con 40 milioni: il suo compagno di reparto Milito "appena" 24. Importante chiarimento: il valore di mercato è la cifra necessaria per sedersi a trattare con la società proprietaria del "cartellino". Cifra che può naturalmente crescere nel corso della trattativa in base a una serie di fattori. In questa speciale graduatoria dei giocatori dal costo plurimilionario la piazza d’onore va al giallorosso De Rossi con 38 milioni. Terzo è il milanista Pato: a soli 20 anni vale 35 milioni, mentre il suo compatriota Ronaldinho 27,5 milioni. "Soltanto" quarto è Buffon: occorre un assegno da 30,5 milioni solo per sedersi a trattare per il portierone della Juve e della Nazionale. Per trovare un altro giocatore in graduatoria che non sia della "triade" Milan-Inter-Juve occorre scendere all’undicesimo posto dove si trova il fuoriclasse del Napoli "Marekiaro" Hamsik con 24 milioni: "El pocho" Lavezzi ne vale 19. Nei primi 20 figurano i viola Gilardino e Mutu (20 milioni): steso valore per il giallorosso Mexes, mentre il suo compagno Vucinic 18,5 milioni.
Infine, un’occhiata a due giocatori oggetto del desiderio di tanti club: Ranocchia e Bonucci. Il primo difensore 22enni è in comproprietà tra Bari e Genoa, l'altro è interamente rossoblù: per il primo occorre mettere sul tavolo delle trattative un assegno di 7,5 milioni per poter parlare con Preziosi e Matarrese. Per Bonucci ne occorre uno da 5 milioni.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

giovedì 7 gennaio 2010

I conti da Champions League del Napoli

La società ha ottenuto nel 2008/09 il terzo bilancio in utile consecutivo dell’era De Laurentiis con 10,9 milioni: l’analisi de "il pallone in confusione" rileva l’assenza di indebitamento bancario e ricavi per oltre 108 milioni

Aurelio De Laurentiis esibisce ancora una volta conti da Champions League. Il Napoli ha inanellato nell’esercizio 2008/09 il terzo bilancio in utile dell’era del patron azzurro: un risultato eccellente che va a braccetto con gli 11 risultati utili conseguiti finora in campionato. Secondo l’analisi svolta da "il pallone in confusione" il risultato raggiunto nella stagione appena trascorsa è di 10,9 milioni di euro, un milione circa in meno dell’anno precedente: il calo è stato causato dal peggioramento dei proventi e oneri finanziari (-1,4 milioni su cui gravano 2,1 milioni di compartecipazioni) e dall’assenza di proventi e oneri finanziari. Ciò non inficia assolutamente sull’ottimo stato di salute dei conti della società azzurra, testimoniato dalla crescita del patrimonio netto (ossia i mezzi propri) passato da 13,8 a 24,8 milioni. Il consiglio di amministrazione ha una politica improntata alla massima prudenza: gli utili sono rivolti a irrobustire le riserve e non sono distribuiti alla controllante Filmauro. Ciò significa che la società si muove con le proprie gambe senza bisogno di interventi da parte della capogruppo: quest’ultima ha prestato garanzie alla Lega calcio per 25,4 milioni per gli impegni del calciomercato. Un elemento essenziale in vista dei futuri ulteriori investimenti per altri giocatori di alto livello. Il quadro economico/finanziario del Napoli corrisponde, come si vedrà dopo anche in dettaglio, al rispetto dei richiami svolti dal presidente dell’Uefa, Michel Platini, sulla necessità dell’equilibrio economico finanziario delle squadre che partecipano ai tornei continentali.
Il bilancio chiuso al 30 giugno scorso presenta due fatti molto importanti: il calo dei debiti totali del 22,4% (assestatisi a 55,3 milioni) e l’assenza dell’indebitamento bancario. Un ottimo risultato dovuto alle capacità di autofinanziamento del Napoli. Per contro si nota una diminuzione del 27% dei crediti da clienti (ammontati a 6,6 milioni): ciò è stato influenzato, si legge nella relazione sulla gestione, "dal default incorso durante l’esercizio a carico di uno dei maggiori sponsor della società". Il Napoli spiega ancora nella nota integrativa che "le perdite su crediti rilevate nell’esercizio in esame riguardano, prevalentemente, la perdita del credito vantato nei confronti di uno sponsor ammesso alla procedura di concordato preventivo". La società in questione è la Diadora: nessun problema per la società di De Laurentiis che ha inserito alla voce "perdite su crediti eccedenti il fondo svalutazione" 2,6 milioni. Da registare la consistente diminuzione del 18% dei debiti verso le altre società per le campagne acquisti.
L’oro del Napoli è costituito dall’incremento costante anno dopo anno del valore della produzione: quest’anno ha superato il 22% toccando i 108,2 milioni. Questo importo ha superato di oltre 20 milioni gli 88 milioni di costi, compensando ampiamente il loro aumento del 24%. Il boom dei ricavi è dovuto essenzialmente ai diritti tv (+17,8%, 51 milioni di cui 1,6 per competizioni Uefa), ai proventi da sponsorizzazioni (+11,3%, 20,7 milioni). Si è registrata un’altra esplosione, relativa agli incassi da merchandising e licensing passati da 640mila a 2,1 milioni: il Napoli punta molto sull’ulteriore sviluppo di questo settore. Sostanzialmente invariata la voce "proventi vari" dove spiccano 6,3 milioni per sfruttamento diritti d’immagine e 430mila euro per diritti radiofonici. I proventi da botteghino, abbonamenti e percentuale di incassi fuori casa hanno fatto registrare un +15%. Nel dettaglio si è registrato una diminuzione degli incassi dei biglietti (-11,2%, 5,7 milioni) compensata da quelli per le gare di Intertoto e Coppa Uefa pari a 2,5 milioni. Oltre a ciò la società azzurra ha incassato poco più di 10 milioni per le plusvalenze di 5 giocatori. Le transazioni più importanti riguardano Domizzi (3,6 milioni) all’Udinese, Calaiò (3,6 milioni) al Siena e Garics (2,7 milioni) all’Atalanta. A proposito della gestone calciatori, nel bilancio non sono riportate le operazioni di compravendita della scorsa estate poiché sono state effettuate dopo la chiusura dell’esercizio.
Riguardo ai costi sono tre le voci principali: le spese per servizi (+21,66%), il costo del lavoro (+16,27%) e quelle per gli ammortamenti (+22%, 31,3 milioni) che riguardano per la quasi totalità i valori dei diritti alle prestazioni (cartellini) dei giocatori. La voce stipendi per i tesserati è passata da 23 a 28 milioni: il monte stipendi dei 32,5 giocatori (media calcolata dal Napoli) è passato da 20,6 a 24,7 milioni. Un livello che resta basso, soprattutto se lo si paragona all’Inter prima in classifica (circa 200 milioni). Invece gli 8,83 allenatori hanno percepito 2,4 milioni.
Infine, per la prima volta da quando il presidente De Laurentiis ha preso il comando della corazzata Napoli, i cinque membri del cda hanno percepito un compenso di 240mila euro. Una piccolo riconoscimento per la "tripletta" consecutiva per i bilanci chiusi in utile.
Marco Liguori
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Nella foto, tratta da www.justnapoli.it/, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

martedì 17 novembre 2009

E' nato nato Napolitube: 40 anni di storia azzurra sul web

E' nato a Napoli, su iniziativa di un gruppo di giornalisti e programmatori informatici, il primo portale web interamente dedicato agli highlights delle partite del Calcio Napoli degli ultimi decenni. L'indirizzo temporaneo è http://www.facebook.com/l/ef400; www.Napoli-tube.blogspot.com, ma gli organizzatori hanno gia' registrato il dominio e tra pochi giorni sarà visibile all'indirizzo web http://www.facebook.com/l/ef400; www.napolitube.eu. "Il video più antico, al momento, risale all'incontro Avellino - Napoli 1 a 1 stagione 1978-79 - spiegano i promotori Paolo Trapani, giornalista, e Fabio Copellino, webmaster - e l'idea di questo portale nasce dalla volonta' di mettere a disposizione degli utenti il piu' vasto ed approfondito archivio video telematico del Calcio Napoli. In pratica è come sfogliare un grande album video dei ricordi con le partite dell'undici azzurro degli ultimi decenni. L'idea ci è venuta perché ci siamo accorti che sulla rete esistono decine e decine di video delle partite del Napoli ed abbiamo pensato di metterle in ordine". Sul sito è possibile vedere circa 300 partite e si possono fare ricerche cronologiche, per scontri diretti ed addirittura per marcatori. Tra i video visibili, ovviamente, e' possibile trovare le memorabili partite del Napoli di Diego Armando Maradona, dagli scudetti '87 e '90 alla Coppa Uefa vinta nel 1989. Su Facebook è poi subito nato il gruppo denominato "Napolitube" che vanta circa 200 iscritti.
Fonte: Il Velino Campania

sabato 7 novembre 2009

Juventus-Napoli: le testimonianze dei tifosi

Inseriremo su questo post le vostre lettere. Vi raccomandiamo di essere corretti e civili nell'esporre i fatti: le missive con insulti e minacce saranno cestinate

Non le racconto le violenze subite dai napoletani o dai tifosi napoletani, sia all’interno dello stadio Olimpico che all’esterno, queste verranno spiegate dettagliatamente da chi allo stadio era presente quel sabato.
Io sono nato a Torino da genitori napoletani e grazie a Dio tifo Napoli, come potrà capire quando il Napoli gioca in questa grigia città, io come la maggior parte dei tifosi Napoletani presenti alle trasferte non siamo soggetti alle limitazioni di quell’organo iniquo chiamato Casms e per questo non sopporto che in TV e sui giornali venga riportato con senso di schifo la nostra presenza senza nemmeno pensare che il Napoli ha tifosi in tutta la nazione e senza che questi siano nati per forza a Napoli. Se si continua così l’organo Maroniano farà in modo che i numerosissimi supporters del Napoli per le trasferte acquistino il biglietto solo dopo aver presentato diploma in dialetto locale e annesso albero genealogico a partire dal 1700 e se disgrazia vuole ti capita un parente di Gragnano sei perduto.
Io sono uno di quei tifosi che amerebbe andare allo stadio con la famiglia, e lo feci al primo anno di serie A andai a torino per vedere il mio Napoli con moglie (juventina) e con le due bimbe all’epoca di 9 e 6 anni e tutte due vollero che io gli acquistassi una maglietta del Napoli presso le bancarelle fuori l’olimpico, accedemmo così alla tribuna laterale est, il Napoli perdeva e non vi erano nervosismi particolari, eppure per una simulazione di Nedved l’arbitro non fischio il fallo. Fatto sta che un energumeno che si lamentava di non aver potuto accedere alla curva essendo uno dei Drughi (a suo dire) spinse mia figlia di 9 anni che venne trattenuta da una persona del sedile antistante e nel frattempo l’apostrofò con queste parole: «Putt**** zingara puzzolente napoletana devi morire tu e i tuoi sporchi simili». Non le nego che accennai ad una reazione ma altri tifosi sia juventini che napoletani lo avevano gia sistemato ed altri trattenuto me.
Spero che questa mia le abbia reso chiaro cosa e come sia difficile essere napoletano o identificarsi in esso in questo paesucolo chiamato Italia, dove il razzismo oramai sborda in ogni dove e il calcio non vuole le famiglie allo stadio. Intanto rivorrei la polizia negli impianti perché i ragazzini-steward non sono in grado di occuparsi di ordine pubblico.
Cordiali saluti
Giovanni Vuolo
vuolo.giovanni@alice.it

Tifosi azzurri mandate a "il pallone in confusione" le vostre testimonianze sulle aggressioni su Juve-Napoli

Sul forum di Napolimagazine.com http://www.napolimagazine.info/forum/viewtopic.php?t=99692 è stato ripreso il link del mio editoriale riguardante le aggressioni durante Juventus-Napoli. I tifosi azzurri possono inviare le loro circostanziate testimonanianze a marco_liguori@katamail.com: saranno pubblicate sul mio blog-giornale. Raccomando a tutti di essere civili e di non spedire email con insulti e minacce che saranno immediatamente cestinati.
Vi aspetto numerosi.

martedì 3 novembre 2009

Juventus-Napoli, tifosi napoletani aggrediti: chi paga?

Permettete una parola? Siamo alle solite: la Juventus, come tutte le altre grandi squadre del calcio italiano non si toccano. La riprova? Sabato scorso, al termine della splendida e meritata vittoria del Napoli a Torino, ci sono state alcune aggressioni ai danni di tifosi azzurri. Ne ha dato notizia il sito Pianetanapoli.it: «Vergognosa caccia al tifoso napoletano si è verificata nei settori dello stadio Olimpico di Torino al termine del match tra Juventus e Napoli. In particolare ci sono state segnalate aggressioni ad un padre con il figlio ed a una coppia di fidanzati che hanno avuto la sola sciagura di esultare ai gol azzurri. Altro che pace, gli juventini non hanno tollerato la vittoria del Napoli e subito si sono sfogati con i tifosi azzurri presenti nei loro settori di competenza; prima spazio ai soliti insulti ed improperi razzisti, subito dopo si è passato al linciaggio materiale con gli steward presenti impassibili di fronte a quanto accadeva».
Il lunedì successivo il quotidiano "Il Mattino" riportava una lettera di un tifoso napoletano che vive a Torino in cui denunciava di aver subito un’aggressione da parte di sostenitori bianconeri. Gaetano Senatore racconta che «già durante la partita venivo aggredito verbalmente dalle persone presenti in tribuna con frasi razziste; ormai a conoscenza dopo 10 anni del livello intellettivo dei piemontesi sorvolavo. Alla fine della partita però, sul varco dal settore W1 della tribuna, venivo aggredito da supporter juventini e solo la mia stazza fisica mi permetteva di divincolarmi rimettendoci solo la mia sciarpa AZZURRA». Il tifoso prosegue spiegando che "la polizia interveniva solo tardivamente per permettere ai tifosi napoletani che aspettavano all'interno e che dopo il mio episodio si erano fermati di uscire". Ma non finisce qui: Senatore sottolinea un fatto ancor più grave. «Tuttavia notavo – scrive il tifoso – l'ASSOLUTA ASSENZA di personale di sicurezza della società Juventus F.C. (i cosiddetti steward) tanto ligi all'inizio della partita nel sequestrare gli accendini (i tifosi juventini fumano in tribuna irrispettosi dei vicini e dei divieti) ma che si erano completamente dissolti quando era necessario che svolgessero il loro compito di sorveglianza chiamando le forze dell'ordine che invece sono state richiamate dal sottoscritto». Insomma, era stato lasciato in balia dei suoi aggressori. E pensare che l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il Casms avevano disposto la chiusura del settore ospiti, dimenticando però due cose. Primo: i "cattivoni" non sono solo tra i tifosi del Napoli. Secondo: i sostenitori azzurri sono residenti in molte regioni del Nord. Come facciano in questo caso gli organismi del Viminale a vietare l’ingresso a questi ultimi, è un mistero: anzi, com’è già accaduto in altre occasioni, non l’hanno vietato affatto e si sono mescolati i napoletani con i tifosi della squadra di casa (ricordo la gara con l’Inter nell’ottobre 2007). Anzi, rammento a questo proposito anche che lo scorso campionato i tifosi del Genoa erano andati a Roma per seguire la partita contro i giallorossi, nonostante la chiusura del settore ospiti, sedendosi in altre zone dell’Olimpico. Essi si erano inseriti tra i supporter avversari in modo ordinato e disciplinato, senza creare problemi. Al ritorno però alcuni di essi hanno subito un’aggressione in treno da alcuni personaggi armati di coltello: ancora oggi non si conoscono i nomi dei responsabili.
Come ho già scritto più volte, suggerisco una "prova di tifo", in modo che si possa impedire l’accesso allo stadio. Battute a parte, ci si chiede: dov’è la tanto decantata sicurezza? E soprattutto a questo punto ci si attendono misure drastiche da parte del ministero dell’Interno: ma se non ci sono denunce, è improbabile che si possano prendere. Gaetano Senatore ha scritto di riservarsi «nei prossimi giorni di valutare con i miei legali se l'assenza degli steward che ha reso possibile la mia aggressione può comportare una responsabilità della società Juventus F.C. ed una denuncia all'autorità giudiziaria». Sarebbe l’occasione migliore per dimostrare che gli atteggiamenti violenti non sono solo della tifoseria napoletana. Inoltre si potrebbe anche vedere se Osservatorio e Casms infliggano una severa ed esemplare punizione ai tifosi bianconeri. Magari un divieto di trasferta per un determinato periodo.
Dal piano dell’ordine pubblico passiamo a quello della giustizia sportiva. Oggi il giudice sportivo non ha assolutamente fatto menzione degli incresciosi episodi accaduti sabato sera all’Olimpico. Si dirà: la quaterna degli ufficiali di gara, i commissari di campo e i collaboratori della Procura federale devono riportarli nei loro verbali. Possibile mai che nessuno di essi abbia visto o sentito nulla? La settimana scorsa è stato segnalato da alcuni di essi il comportamento esecrabile dei tifosi napoletani che hanno disturbato il portiere del Milan Dida con un laser: è arrivata la diffida per il Napoli che potrebbe subire la squalifica del San Paolo. Stavolta, invece, non è successo nulla: eppure dai racconti di Pianetanapoli e di Gaetano Senatore sembre che si sia verificato un tafferuglio molto concitato, che non è sfociato in rissa solo per miracolo. E che dire dei cori razzisti con cui, secondo quanto affermato da Senatore, la tifoseria juventina «ha accolto i tifosi napoletani e la squadra del Napoli per tutta la durata della partita, anche quando la loro squadra era in vantaggio». Questi cori sono sempre purtroppo ripetuti come litanie demenziali in molti altri stadi di squadre settentrionali. Si domanda all’arbitro Damato e a tutti i responsabili federali presenti a Torino: ma questo comportamento non è severamente punito dal Codice di giustizia sportiva? Oppure esistono i soliti due pesi e due misure tra squadre di diverse aree geografiche della nostra Penisola? Insomma, siamo alle solite: nel nostro campionato esistono figli e figliastri.
Marco Liguori
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lunedì 28 settembre 2009

***MARINO E' ENTRATO NELLA SEDE FILMAURO PER INCONTRARE DE LAURENTIIS***

Il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, è giunto da pochi minuti nella sede della Filmauro a Roma per incontrare il presidente della squadra partenopea Aurelio De Laurentiis. Ieri il patron del Napoli aveva rilasciato un'intervista televisiva facendo chiaramente capire l'intenzione di interrompere il rapporto con il suo direttore generale, nonostante questi abbia un contratto per le prossime quattro stagioni, oltre a quella attuale.
Fonte: Ansa

domenica 26 luglio 2009

E' morto l'ex giocatore del Napoli, Italo Romagnoli

E' morto a Portici, in provincia di Napoli, all'età di 94 anni Italo Romagnoli, ex calciatore di Napoli, Fiorentina, Lazio e Pescara degli anni 40'. Romagnoli ha giocato in tutti i reparti ricoprendo addirittura il ruolo di portiere quando il regolamento non prevedeva ancora le sostituzioni. Ha indossato la maglia azzurra dal 38' al 40' e a fine carriera nella stagione 1946/47.
Fonte: Tuttonapoli.net

venerdì 24 luglio 2009

De Laurentiis e Lavezzi: fine di un idillio?

Cosa accade all’ombra del Vesuvio? No, non sta esplodendo il celebre e temuto vulcano: è invece deflagrata la rottura tra il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e uno dei suoi giocatori più noti e amati dal pubblico, Ezequiel Lavezzi. Dopo un idillio durato due anni, ecco forse che sul film del campione argentino si sta per scrivere la parola “fine”. Un finale triste e amaro, che forse in tanti non si attendevano: ma, come si dice, tanto tuonò che piovve. Ci sono state altre occasioni in cui De Laurentiis aveva tuonato – come Giove Pluvio – contro il campione argentino: sembrava tutto finito e, invece, non è stato così. Considerata la “reprimenda” lanciata dal numero uno azzurro nella conferenza stampa di giovedì scorso, vorrei fare alcune ipotesi riguardo alle cause. Congetture del tutto personali, dettate più dalla ragione, che, per dirla con Edoardo Bennato «mi ha un po’ preso la mano», che da vere e proprie notizie raccolte qua e là, che peraltro sono molto difficili da reperire. Insomma, cercherò di dare una spiegazione a questo “giallo” napoletano.
Innanzitutto, non credo affatto che la sfuriata di De Laurentiis possa essere stata dettata da motivazioni irrazionali o da semplici comportamenti più o meno irriguardosi di Lavezzi. Invece, potrebbe essere accaduto che il fantasista avesse già un eventuale accordo con un'altra società: magari il presidente potrebbe averlo scoperto ed essere andato su tutte le furie. E tutto ciò potrebbe essere avallato da ipotetiche condizioni contrattuali, che consentirebbero al campione di poter lasciare il Napoli con relativa facilità. Non a caso in queste ultime ore si sono infittite le voci riguardanti l’interessamento di Milan e Inter. Si dirà: ma c’era già stato quello di Juventus e Liverpool, poi finito nel nulla. Però stavolta, alla luce del discorso di De Laurentiis, la situazione è diversa: è difficile, ma forse non impossibile, la riconciliazione. Tutto ciò è alla base dello sfogo di giovedì che umanamente è comprensibile: forse il presidente si è sentito “tradito” dal comportamento del suo giocatore e ha inveito contro di lui. Probabilmente sarebbe stato meglio “lavare i panni sporchi” in famiglia, chiudendo (se proprio fosse questa l’intenzione) la vicenda con un comunicato laconico in cui si annunciava la cessione di Lavezzi alla società “x” per la cifra “y”. Si sarebbe scatenata la caccia alle motivazioni, ma almeno la vicenda non avrebbe avuto il suo triste “the end”.
I tifosi sono al fianco del presidente, che ha dimostrato autorevolezza e decisione nella vicenda: per molti, il richiamo di De Laurentiis ai doveri contrattuali deve diventare un obbligo per tutti i suoi giocatori. Forse, aggiungo io, avrebbe dovuto già farlo in precedenza, quando Lavezzi aveva già dato segni d’insofferenza nel corso del campionato appena concluso: chissà, è sopraggiunto il fatto nuovo che ho spiegato in precedenza. Dunque, non ha più voluto transigere, così come forse non ha voluto cedere a ulteriori richieste economiche. Il giocatore percepisce 1,1 milioni di euro ed è legato contrattualmente alla società azzurra sino al 2013: nella media della serie A non è una cifra eccessiva. Su questo punto avanzerei una considerazione: il presidente avrebbe potuto usare la politica del bastone e della carota, magari utilizzando il pugno di ferro sul rispetto del vincolo, ma elevando (senza eccedere) la paga dell’argentino.
A molti sostenitori azzurri l’eventuale addio di Lavezzi recherà un gran dispiacere: è stato il giocatore che, dopo Maradona, ha fatto sognare i napoletani con le sue giocate fantasiose e le accelerazioni improvvise…a cosa penseranno, vedendolo giocare con un’altra maglia, magari contro il Napoli? Tutto ciò non fa bene all’atmosfera del gruppo che Donadoni sta cercando faticosamente di creare nel ritiro austriaco, amalgamando anche i nuovi acquisti, che fanno ben sperare per la prossima stagione. I due contendenti possono ancora ripensarci e fare un passo indietro. E’ quello che i tifosi, nonostante tutto, sperano.
Marco Liguori
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domenica 24 maggio 2009

Il romanzo della convenzione tra il Napoli e il Comune generoso per lo stadio

Questo è il romanzo, dettaglio per dettaglio, della convenzione stipulata il 7 novembre 2005 tra il Comune di Napoli e la rinata Società sportiva calcio Napoli (denominata fino al maggio 2006 Napoli Soccer) per l'uso da parte di quest'ultima dello stadio San Paolo. Mi sono occupato di questo tema nel 2007 per Quotidiano.net: ora torna di attualità poiché alla fine di questa stagione calcistica l’intesa (che ha valore retroattivo dalla stagione 2004/05) scadrà. Sei mesi prima del suo termine, ossia alla fine del prossimo giugno, la società di Aurelio De Laurentiis avrebbe dovuto spedire una raccomandata a/r per esercitare il rinnovo per altre cinque stagioni "ai medesimi patti e condizioni" come recita l’articolo 4. E vista la generosità del padrone di casa, ossia del Comune, c’è da immaginare che sia l’abbia fatto. Infatti, l’ente non ha preteso l'affitto dall'inquilino per il primo anno e gli ha concesso una forma di pagamento del canone di locazione particolarmente vantaggiosa per gli altri quattro: in più gli ha pagato l'acqua calda, l'elettricità e il riscaldamento e gli ha già messo per iscritto un rinnovo alle stesse condizioni per i successivi cinque anni. La convenzione concede l'uso esclusivo alla società calcistica del terreno di gioco, di gran parte della tribuna centrale e il parcheggio da 250 posti posto nelle vicinanze dello Stadio. Inoltre, il Napoli ha ottenuto anche il servizio bouvette e ristorazione nelle tribune d'onore, vip e autorità: vi è stato inclusa anche l'apertura di spazi commerciali.
Il documento, prima della firma definitiva apposta dal presidente della società azzurra, Aurelio De Laurentiis, e dal dirigente del Servizio Gestione Grandi Impianti Sportivi del Comune di Napoli, Bruno Giacomo Pierro, è stato oggetto di lunghe trattative tra il Napoli e l'ente locale. Al termine di queste, la prima Giunta del sindaco Rosa Iervolino Russo, con il voto favorevole di 14 assessori su 17 (tre assenti), deliberò il 4 marzo 2005 il testo della convenzione. Il Consiglio Comunale approvò il 28 giugno 2005, con una serie di emendamenti, il documento definitivo alla presenza di 34 consiglieri su 60. In quella seduta si registrarono assenze eccellenti di alcuni esponenti di rilievo della politica napoletana: come quella del leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, di Gennaro Migliore, allora consigliere di Rifondazione Comunista, e di Antonio Martusciello, esponente di spicco di Forza Italia. Il documento passò con una larga maggioranza bipartisan tra centrodestra e centrosinistra: gli unici a votare contro furono Alessandro Fucito e Raffaele Carotenuto di Rifondazione comunista. Si astennero il presidente del Consiglio Giovanni Squame e il consigliere Antonio Funaro. Nel verbale dei lavori che accompagna il testo sottoposto all'approvazione si nota un certo nervosismo: votare contro o astenersi significava assumersi la responsabilità politica di non far giocare il Napoli nello stadio di proprietà comunale.
Durante le dichiarazioni di voto finale, ci fu un "mal di pancia" tra le fila di An: il consigliere Vincenzo Moretto preannunciò "il voto contrario del gruppo di An". Ribattè subito il capogruppo Pietro Diodato affermando che "i consiglieri Laboccetta e Moretto parlano a titolo personale, i vertici di An sono a favore del provvedimento". Non sembrava troppo convinto della convenzione Ciro Fiola dello Sdi: nel verbale è riportato "sostiene che voterà a favore soltanto per disciplina di maggioranza".
Stando al testo della convenzione, il Napoli dovrà versare un canone al Comune a seconda del campionato in cui milita: il 3% in serie C, il 4% in serie B, il 6% in serie A. La quota è elevata dello 0,5% nel caso in cui il Napoli rilevi il servizio di bouvette dell'intero stadio, per effetto della scadenza dell'attuale concessione. Le percentuali valgono singolarmente sia per i biglietti venduti in ciascuna partita, che per gli abbonamenti stagionali venduti. Ma qui c'è il primo atto di generosità del padrone di casa. "Per incassi netti si intendono gli introiti derivanti – si legge nella convenzione – dalla vendita di biglietti unitari a pagamento al netto dell'Iva, dei diritti Siae, dei diritti di prevendita, dei costi di biglietteria e di controlleria, della percentuale spettante alla squadra ospite, della percentuale spettante alla Lega Nazionale Figc ed eventualmente all'Uefa e alla Fifa". Ciò vuol dire che il Comune, proprietario dell'impianto, è l'ultimo creditore ad essere soddisfatto sugli incassi totali: ottiene soltanto le rimanenti briciole. Le stesse tipo di percentuali e modalità di calcolo sono state accordate anche per gli abbonamenti, con in aggiunta tre tetti massimi di 25mila, 50mila e 100mila a seconda del campionato disputato.
Torniamo un attimo indietro. L'attenzione cade sul preambolo della delibera di Giunta in cui si fa accenno alla "bozza di convenzione inviata dalla Napoli Soccer e ricevuta in data 28/2/2005". In essa, la società presieduta da De Laurentiis aveva evidenziato 11 richieste. A questo proposito, l'amministrazione Iervolino rispose che "ritiene di dover procedere all'approvazione dello schema di convenzione, così come inizialmente concordato tra le parti, senza tenere conto delle ulteriori richieste avanzate dalla Napoli Soccer, che giammai possono essere accolte in quanto lesive degli interessi di cui l'ente è portatore". Peccato che, come si evince dalla successivo testo della delibera, la Giunta ha accettato sette proposte della società azzurra. Il primo punto accettato dal Comune riguarda la "rinunzia per i corrispettivi dovuti" relativi ai canoni, "dovuti fino alla sottoscrizione del contratto, non deve essere per il periodo intercorrente fino alla firma del contratto, ma solo per la stagione in corso 2004/05". Invece, la Giunta aveva deliberato che "espressamente rinuncia ai corrispettivi che fino alla data di sottoscrizione risulteranno dovuti a qualsiasi titolo dalla Napoli Soccer per l'utilizzo dell'impianto": un emendamento in Consiglio ha riportato all'originario testo voluto dal Napoli. Ma c'è di più: il Napoli ha ottenuto gratuitamente lo stadio per tutta la stagione 2004/05, in cui militava in serie C1. Infatti, l'articolo 7 della convenzione prevede che "qualunque imposta e/o canone sulla pubblicità, qualora la squadra calcistica della Napoli Soccer militi nel campionato di serie C, resta definitivamente assorbita, e quindi virtualmente assolta, nel corrispettivo di concessione". Siccome quest'ultimo per il 2004/05 non era dovuto, ne consegue che la società presieduta da De Laurentiis non ha versato un solo euro al comune. Ma c’è di più. Ai sensi dell'articolo 14 della convenzione, il Comune ha posto a suo carico la manutenzione ordinaria e straordinaria e la pulizia delle parti non concesse in uso esclusivo alla società azzurra. L'ente si è assunto anche l'onere della derattizzazione e bonifica, l'erogazione dell'acqua calda, dell'energia elettrica e del riscaldamento "dell'intero compendio immobiliare".
Riguardo alla gestione della pubblicità in serie B e in serie A, il Napoli deve rispettivamente al Comune "l'importo forfettizzato di 25.000 euro per ciascuna stagione calcistica" e "la corresponsione di un importo pari al 4% degli introiti del concessionario per la vendita unicamente della pubblicità fissa con un minimo garantito di 45.000 euro all'anno".
Il club azzurro aveva richiesto "l'esclusione dal calcolo di quota percentuale del corrispettivo al Comune di Napoli alla Napoli Soccer di importanti spazi destinati alla pubblicità fissa (maxischermi panoramici sugli spalti e pubblicità all'interno delle aree coperte)". Ciò è stato accettato in gran parte nell'articolo 7.5 della delibera di Giunta, modificata dal Consiglio comunale solo in un punto. Nel testo si prevede che, dal calcolo del 4% previsto per la militanza in Serie A resti esclusa la vendita della pubblicità nelle aree coperte del San Paolo, compresa anche quella proiettata sui maxi schermi panoramici che, secondo l'emendamento consiliare, avrebbero dovuti essere installati dal Napoli "entro e non oltre l'anno solare in corso", ossia quello di firma della convenzione. Degli schermi finora non c'è traccia. Dal calcolo del 4% restano escluse "tutte le entrate del concessionario per sponsorizzazioni a qualunque titolo" e anche "la vendita di tutta la pubblicità al di fuori degli impianti pubblicitari fissi allestiti o allestendi nelle aree scoperte poste all'intero dello stadio San Paolo".
La società azzurra ha avuto anche un altro grazioso regalo. Esso riguarda il fatto che "sono espressamente escluse ed esentate dal pagamento di qualunque imposta o canone sulla pubblicità le partite di calcio organizzate dalla Fifa, dall'Uefa e quelle organizzate, anche nell'ambito di minitornei, con il patrocinio del Comune di Napoli, tanto che sia impegnata la squadra calcistica della Napoli Soccer quanto non lo sia, così come pure le partite che dovessero giocare nell'impianto squadre di calcio rappresentative Nazionali". Quindi se il Napoli dovesse partecipare alla Coppa Uefa o alla Champions League non dovrà pagare le imposte sulla pubblicità al Comune.
Il Comune ha anche accettato l'installazione "da parte del concessionario di tabelloni e/o rotor e altri impianti pubblicitari di qualunque natura e genere ovunque all'interno dell'impianto, anche sulla pista di atletica leggera e su qualunque struttura degli spalti ad essi attigua". Inoltre, le parti hanno convenuto che nulla è dovuto dal Napoli (che lo ha espressamente richiesto) per lo sfruttamento mediatico dell'impianto.
Il Ragioniere generale del Comune, Maria Rosaria Nedi, in una sua lettera del 19 aprile 2005, indirizzata al dirigente del Servizio segreteria della Giunta, segnalò una serie di perplessità riguardo alla proposta di convenzione da poco approvata dalla Giunta Iervolino. In particolare, il Ragioniere segnalò che il dirigente del Servizio grandi Impianti Sportivi, Bruno Giacomo Pierro, aveva evidenziato che "dalla convenzione derivano minori entrate rispetto a quelle derivanti dalla convenzione con la Società Sportiva Calcio Napoli", ossia con il vecchio Napoli fallito nel 2004. Inoltre, sottolineava all’epoca la massima dirigente contabile, "in relazione alle spese che derivano dalla proposta è necessaria che venga assicurata la stessa copertura", poiché per il Ragioniere generale non è possibile "procedere alla compensazione con le entrate, come previsto all'articolo 12.2 dello schema di convenzione". Considerate le caratteristiche della convenzione, c’è da chiedersi se alla Corte dei Conti e agli altri organi preposti al controllo sugli atti comunali conoscono il contenuto di questa convenzione.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

venerdì 24 aprile 2009

Il nostro calcio non è il "nonno" d’Europa

Il titolo spetta alla Superliga portoghese con un’età media di 29,825. La serie A è però inserita nel "club dei 27 anni" assieme a Spagna e Inghilterra da cui è separata da alcuni decimi di punto. All’Olanda la palma dei più giovani. Il Milan è la squadra più anziana tra i campionati d’elite del Vecchio continente, assieme alla Vecchia Signora bianconera, ben distante dai giovanotti del Tsg 1899 Hoffenheim

Sorpresa! Contrariamente a quanto si crede non è il calcio italiano ad avere l’età media più elevata tra i campionati più importanti d’Europa. Secondo le statistiche calcolate da Transfermarket.de, la Superliga portoghese si fregia il titolo di "nonno" del Vecchio continente con una media di 29,825 per i suoi 425 giocatori suddivisi in 16 squadre. La nostra serie A è soltanto quarta con una media di 27,185 per i suoi 544 giocatori che militano nelle 20 società. Però c’è da sottolineare che il nostro massimo campionato è inserito nel gruppo del "club dei 27" che è preceduto soltanto dalla massima competizione lusitana: ossia il suo dato è inferiore a quello di Spagna e Inghilterra per qualche decimo di punto. La Premier League è infatti la seconda nella graduatoria con un dato di 27,675 per 546 atleti in 20 squadre: segue di un’incollatura la Spagna con 27,315 per i suoi 510 calciatori per un analogo numero di club.
Decisamente più bassa l’età negli ultimi tre campionati dell’elite continentale. La Bundesliga ha una media di 26,083 per i suoi 494 giocatori militanti nelle 18 squadre che la compongono. E’ ancor più bassa per i 555 atleti che giocano nella francese Ligue 1, pari a 25,595: composta da 20 società. Infine, la più giovane di tutte è l’Olanda: i 500 giocatori delle 18 società del massimo campionato presentano un dato pari a 25,027. L’età è uno dei fattori, oltre ovviamente al livello tecnico, che determinano la crescita e l’importanza futura di un movimento calcistico: gli arancioni, assieme a tedeschi e francesi, sembrano quindi abbastanza favoriti rispetto ai loro colleghi italiani, spagnoli, inglesi e, soprattutto, portoghesi, per una maggiore possibilità di ricambio generazionale.
All’interno dell’ambito europeo considerato, la squadra "nonna" è il Milan: i suoi 29 calciatori hanno una consistente media di 29,3 anni. Da segnalare che nel nostro campionato la Juventus, con i suoi 29,1 anni per la sua rosa di 26 elementi, è poco distante dai rossoneri: a buon diritto si fregia il titolo di Vecchia Signora. Ritornando tra i club più vecchi d’Europa, l’inglese Fulham presenta una media di 28,4 anni per i suoi 24 calciatori. Poco distante la spagnola Malaga (28,3): segue il club portoghese Pacos de Ferreira (28,1). La francese Valenciennes è a 27,7, mentre i tedeschi dell’Energie Cottbus sono a 27,7. Chiude questa graduatoria del "gerontocomio" del Vecchio continente il Nac Breda con 26,8.
Al contrario, la rosa più giovane d’Europa si trova in Germania: è quella del Tsg 1899 Hoffenheim con una media di 23,5 anni. Il club della Bundesliga ha superato al fotofinish l’Ajax Amsterdam che presenta un dato pari a 23,6. A braccetto al terzo posto ci sono l’inglese Middlesbrough e la portoghese Nacional Funchal con 23,7. Segue la formazione francese del Monaco (24). La nostra Udinese è la penultima società più giovane dell’elite del calcio continentale con la sua media di 25 anni: chiude la spagnola Almeira con 26,4.
Infine, un’occhiata alla nostra serie A. Dopo l’Udinese, è il Cagliari la squadra più giovane con una media di 25,1 anni: segue la Reggina con 25,5. Il derby della Lanterna è vinto dalla Sampdoria (quarta squadra più giovane) che possiede un’età media di 25,6 contro i 26,3 del Genoa (sesta squadra più giovane). La stracittadina della capitale è vinta dalla Lazio (quinto club più giovane): 25,7 contro 28,4 della Roma (sesta squadra più vecchia). Il derby della Mole è vinto dal Toro (quinta squadra più vecchia): 28,5 contro il 29,1 dei bianconeri. Questi i dati e le posizioni delle altre big del massimo campionato: l’Inter è la quarta squadra più vecchia con 28,8. Il Napoli e la Fiorentina sono nel centro classifica, rispettivamente con medie di 27,6 e 27,4.
Marco Liguori
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sabato 4 aprile 2009

Preziosi, De Laurentiis e i "ronzii" del fantamercato

Permettete una parola? Si stanno curiosamente rincorrendo voci di mercato riguardo due società, le cui tifoserie sono gemellate e i due presidenti sono in ottimi rapporti: Genoa e Napoli. Da alcuni giorni i giornali riportano incessantemente voci riguardanti le partenze dei pezzi pregiati delle due società: non si può che sorridere a fronte di voci di presunte trattative e di cifre gettate, più o meno, a caso. Milioni e milioni di euro pronti dalle solite Inter e Juventus: ma non si è detto che il calcio italiano risente della crisi economica e che il prossimo calciomercato, incluso quello delle grandi, sarà magro? Forse qualcuno ipotizza che Enrico Preziosi e Aurelio De Laurentiis si siano travestiti anzitempo da "Babbi Natale" e che intendano vendere, se non addirittura svendere, i propri gioielli. Nulla di più sbagliato.
Ma vediamo nel dettaglio. Il Genoa è al quarto posto in classifica, l’ultima piazza valida per la Champions League. Da qualche settimana sono riprese veementi più che mai le voci di partenze eccellenti. Anzi, di due giocatori pronti a trasferirsi armi e bagagli altrove. Milito e Thiago Motta. In particolare, sul Principe dei cannonieri si sarebbero lanciati già da prima di Natale con regolarità Inter, Juventus, Olympique Lione e Tottenham. Anzi quest’ultima, avrebbe offerto 10 milioni: 4 in meno di quelli offerti l’estate scorsa. Ma nel calciomercato di gennaio non ha cambiato casacca. Analogo discorso per il giocatore brasiliano, sapiente ed elegante regista del centrocampo rossoblù: offerte ed interessamento dalla solita Inter e dalla Spagna. Di concreto: nulla. Solo la replica dura e determinata della società, che ha smentito qualsiasi voci di trattative. Giustamente qualcuno ha ipotizzato che Preziosi sia così ingenuo che, una volta approdato in Champions (o nella peggiore delle ipotesi in Coppa Uefa), inizi a vendere i suoi punti fermi su cui rafforzare la rosa. Davvero un bel ragionamento, degno del migliore fantacalcio. Bisogna inoltre aggiungere che, stando al bilancio 2007/08 della più antica società di calcio italiana, l’azionista di riferimento del Genoa, la Fingiochi cassaforte dell’industriale avellinese, ha sostenuto finanziariamente la squadra con 8,5 milioni, ripianando le perdite pregresse: inoltre ha garantito le fidejussioni per le campagne acquisti. Dunque, un azionista in grado di sopperire alle esigenze societarie.
E passiamo al Napoli. Da alcuni giorni è ripreso l’altro grande tormentone del calciomercato: Hamsik alla Juventus, un affare di cui se ne è parlato già nella scorsa stagione. La Vecchia Signora avrebbe offerto 20 milioni più eventuali contropartite tecniche: potrebbe esserci Raffaele Palladino, in comproprietà tra Juventus e Genoa. E' vero che Preziosi ha affermato di voler parlare riguardo all’attaccante di origini napoletane con il presidente azzurro: ma parlare non vuol dire necessariamente trattare. Invece, analizziamo un dato numerico. Secondo il sito Transefermarket.de il giocatore slovacco ha una valutazione iniziale di 15,5 milioni: opinabile o meno, rappresenta comunque un punto iniziale per un’ipotetica trattativa. Con questo prezzo, l’offerta bianconera sembrerebbe davvero minima. E poi ci sono le voci (se non i "ronzii") di mercato sulla possibile partenza di Lavezzi. Anche in questo caso un imprenditore avveduto e accorto come De Laurentiis, con una squadra da rafforzare per la prossima stagione verso traguardi più elevati, cosa fa? Vende i suoi giocatori su cui effettuare la rifondazione azzurra: non a caso ha anche chiamato un altro allenatore, Roberto Donadoni, per poter fare piazza pulita. Un’altra storia davvero molto divertente: ma che non ha alcun fondamento logico. Il Napoli non ha necessità di vendere: semmai di pagare un po’ di più i propri giocatori, visto che secondo l’ultimo bilancio disponibile (chiuso al 30 giugno 2008) presenta un monte ingaggi di 20,6 milioni di euro. Una "pinzillacchera", per dirla alla Totò, se paragonata ai 130 milioni dell’Inter. Ma la società ha i conti in ordine ed è in utile per il secondo anno di seguito: con un altro balzo dei ricavi (l’anno scorso fu del 114%, pari a 88,4 milioni) potrà tranquillamente farlo.
Marco Liguori
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lunedì 23 marzo 2009

De Laurentiis: «C'era il gol, ma occorreva la moviola in campo»

«Ci sono tutti i presupposti perché si crei un ottimo rapporto tra squadra e tecnico. E il fallimento c'è quando si portano i libri in tribunale, non quando si fallisce l'accesso alla Coppa Uefa». Dopo il pareggio a reti inviolate di ieri sera con il Milan, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, si dice soddisfatto dell'apporto del nuovo tecnico Donadoni e pronto a non drammatizzare una eventuale esclusione dall'Europa. Tornando allo 0-0 del posticipo di ieri del San Paolo, il patron dei partenopei ammette che il gol annullato ad Hamsik era regolare, senza pero' aprire un nuovo fronte di polemiche con la classe arbitrale. «Il gol c'era, era valido -le parole di De Laurentiis all'entrata dell'Hilton Rome Airport per l'Assemblea elettiva della Figc - ma solo con la moviola in campo sarebbe stato possibile accertarlo. Non facciamo degli arbitri gli unici capri espiatori, dobbiamo convivere con gli errori umani. Sono cose che non capitano solo a noi: queste sono le regole e dobbiamo accettarle». E, sull'aggressione di ieri sera ad Adriano Galliani: "Sono dispiaciuto moltissimo. E' stato un segno di inciviltà. Ieri sera solo cinquanta tifosi non sono stati all'altezza».
Fonte: Agi

sabato 21 febbraio 2009

Napoli-Genoa, il “derby del mare” passaporto per l’Europa

Entrambe le squadre di scena al San Paolo vogliono vincere: gli azzurri per riagganciare la zona Uefa, i rossoblù per lottare verso le posizioni che valgono la Champions League



Napoli-Genoa è una partita decisiva per verificare le ambizioni europee di entrambe. Nel “derby delle città di mare” ci sarà grande cordialità sugli spalti tra le tifoserie gemellate (prevista la presenza di un migliaio di genoani) che urleranno reciprocamente il nome dell’avversario (magari fosse così in ogni gara di campionato!), tra l’allenatore azzurro Reja (un ex) e il rossoblù Gasperini, tra i presidenti De Laurentiis e Preziosi, legati da antica amicizia. Ma in campo le squadre si batteranno a viso aperto e con la massima determinazione per un unico obiettivo: la vittoria. Sulla carta, a nessuna delle due interessa pareggiare. Ai padroni di casa sono necessari i tre punti per poter riagguantare la zona Uefa, da cui sono scivolati a causa dei due soli punti conquistati in sei partite dopo aver anche assaporato nei mesi scorsi il piazzamento in Champions League. Potrebbero anche riavvicinarsi a quest’ultima, se ci fosse una concomitante rosa di risultati positivi. Il risultato pieno occorre al Genoa per tenere il passo con le due dirette rivali, ossia Fiorentina e Roma, per la qualificazione al massimo torneo continentale. Senza contare che a soli quattro punti c’è il Milan, cui il Grifone ha strappato una vittoria e un pareggio: il terzo posto, occupato attualmente dai rossoneri, darebbe il diritto di affrontare avversari più malleabili nei turni preliminari della Champions.
La posta in palio è dunque molto alta. All’importantissimo appuntamento del San Paolo vi giungeranno un Napoli in crisi di gioco e di risultati e un Genoa deluso e amareggiato per il pareggio nello scontro diretto casalingo contro la Fiorentina. Reja ha il problema di recuperare il centrocampo, chiave di volta del suo schieramento 3-5-2, che ha garantito il buon rendimento nella prima parte del campionato. Fin quando ha funzionato, il settore mediano è stato un vero “schiacciasassi”: riusciva a bloccare il gioco avversario e contemporaneamente costruire palloni in attacco per Lavezzi e Denis (e anche per Zalajeta). Adesso la squadra è in crisi soprattutto nel suo stato fisico: era prevedibile, visto che gioca a ciclo quasi continuo dall’inizio di luglio, con la partecipazione all’Intertoto. Circostanza aggravata anche dal fatto che Reja non dispone un’ampia rosa per sostituire i giocatori stanchi. Dalle ultime notizie che trapelano dal fortino del Napoli (in silenzio stampa), sembra che il tecnico goriziano voglia far giocare Vitale sulla fascia sinistra invece di Datolo. Alcuni osservatori ritengono che sia una scelta dettata dall’esigenza di contenere le fiammate offensive dei genoani. Ciò potrebbe anche nascondere un’altra ipotesi: probabilmente Datolo non può sostituire Mannini, squalificato (almeno momentaneamente) dal Tas. Non potendo schierare altri uomini nel ruolo, Reja ha giocoforza optato per Vitale. Contro il Bologna il neo acquisto argentino non ha convinto. Resta un incognita Denis, che necessita di essere imbeccato dai compagni per poter essere efficace. Per fortuna di Reja, torna Hamsik che potrebbe dare una scossa in fase offensiva: ci sarà Blasi, che sarà utile per i contrasti a centrocampo e disturbare la regia del “cervello” rossoblù Thiago Motta. Un altro rebus del Napoli è Lavezzi: da circa un mese sta offrendo prestazioni discontinue. Si spera in un suo pronto recupero, per mettere in difficoltà con le sue galoppate improvvise la difesa a tre genoana.
E passiamo ai Grifoni. Gasperini non avrà problemi in difesa a sostituire lo squalificato Biava con Papastathopoulos, autore di un’eccellente prestazione all’andata a Marassi: sarà affincato dal napoletano Bocchetti e da Ferrari. A centrocampo invece mancherà a Gasperson il giocatore-diga, Juric. Potrebbe optare per la soluzione Vandenborre: il belga, pur avendo caratteristiche diverse dal croato, è molto abile nel possesso di palla e in fase di interdizione del gioco avversario. Il tecnico potrebbe anche scegliere di schierare due registi, Milanetto e Thiago Motta, sfruttando molto le fasce con Mesto (o Rossi) a destra e Criscito a sinistra. In questo modo potrebbe costringere i corrispondenti giocatori del Napoli, Maggio e Vitale, a svolgere solo un lavoro di copertura. In attacco non ci saranno problemi nella conferma del trio Jankovic-Milito-Sculli. Ne potrebbe avere invece la difesa del Napoli, visto che i due esterni (Jankovic e Sculli o in alternativa Palladino) si scambiano spesso di posizione correndo da destra a sinistra del fronte di attacco, cercando di aprire varchi per l’”ariete” Milito oppure per servigli palloni con scambi stretti in velocità.
Qualsiasi sia il risultato, la partita nello stadio di Fuorigrotta sarà una festa. Si spera soltanto che l’arbitro Orsato e i suoi assistenti non offrano l’ennesima conduzione mediocre: il Napoli e il Genoa, pur se con toni composti, reclamano con decisione una maggiore equità nel metro delle decisioni arbitrali.
Marco Liguori
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Nella foto, il gol di Faccenda in Napoli-Genoa 2-2 del 16 maggio 1982

venerdì 20 febbraio 2009

Massimo Donelli: la leggenda del regalo di Krol

Il direttore di Canale 5, supertifoso del Genoa, rivela a "il pallone in confusione" un particolare inedito della sfida del 1982 che sancì il gemellaggio tra i tifosi rossoblù e quelli del Napoli

Chissà se è vero oppure se una semplice leggenda, il racconto riguardante il grande Ruud Krol, che nel 1982 indossava la maglia del Napoli, che lo vorrebbe "mediatore" della salvezza del Genoa. Lo narra in esclusiva a "il pallone in confusione" Massimo Donelli, supertifoso accesissimo del Genoa e direttore di Canale 5. In passato è stato a capo di testate prestigiose come Epoca, La Notte, Sorrisi e Canzoni tv: ha anche ricoperto incarichi importanti a Il Giornale, Panorama e a Il Secolo XIX. Vanta anche un'esperienza napoletana: ha lavorato per tre anni a Il Mattino e parla di quel periodo con nostalgia. 

Quali sono i suoi ricordi di quel lontano 16 maggio 1982, quando nacque il gemellaggio tra i tifosi di Napoli e Genoa?
«Ero a Milano, in un appartamento che si affacciava su un cortile chiuso ai quattro lati. Mio fratello e io ascoltavamo "Tutto il calcio minuto per minuto" e quando arrivò la notizia del gol di Faccenda tirammo un urlo che fece affacciare le poche persone in quel momento a casa (era un pomeriggio caldissimo). Solo dopo scoprii le incredibili dinamiche dell'azione (Castellini che butta la palla in angolo etc.). E solo moltissimo tempo dopo mi fu spiegato (chissà se è vero?) che quel...regalo era dovuto alla regia del grande, immenso Krol. Narra la leggenda (nessuna prova, solo leggenda, appunto) che Krol avesse fatto da mediatore nel passaggio del suo connazionale Peters al Genoa. E se il Genoa fosse retrocesso Peters non sarebbe potuto arrivare (allora in B non c'erano stranieri) e Krol non avrebbe incassato la mediazione... Sarà vero? Mah... Fatto sta che io venivo da tre anni meravigliosi di vita a Napoli. E che più che mai quel giorno mi sentii parte...genovese e partenopeo...»

Ci sono alcuni tifosi napoletani e genoani che auspicano su internet la nascita di un inno comune delle due squadre, sull'esempio di "You'll never walk alone" comune a Liverpool e Celtic: che ne pensa?

«Napoli e Genova sono le due capitali della canzone leggera (e non solo) italiana. O sole mio è nato a Napoli, Fratelli d'Italia a Genova: sono il doppio inno nazionale... Si, bella idea: vedrei bene Pino Daniele e quel matto di Baccini a scriverlo insieme.

Il gemellaggio è una forma di rispetto sportivo tra due tifoserie che può ancora esistere nell'era del calcio a scopo di lucro, dove dominano i soldi e le tv?

«C'è più umanità e saggezza sugli spalti che negli uffici della Lega calcio...»

Alla luce delle ultime prestazioni di Napoli e Genoa, come interpreta la gara di domenica prossima?
«Il Genoa di Preziosi e Gasperini gioca sempre per vincere. E su ogni campo assicura emozioni, spettacolo, nel gioco. All'andata fu una partita bellissima. Lo sarà anche stavolta».

Quale giocatore ammira in particolare tra gli avversari?
«Impazzirei per vedere Lavezzi assieme a Milito!»

Reja e Gasperini, due filosofie di gioco differenti a confronto: quali sono i pregi e i difetti?
«Massimo rispetto per Reja, ma se potessi mi terrei Gasperini tutta la vita!»

Cosa bolle nella pentola di Massimo Donelli, direttore di Canale 5? Forse nuovi programmi tv? Oppure un libro o una commedia sul Genoa sullo stile di quelle di Gilberto Govi?
«Vorrei fare un musical tratto da Govi, con musiche di Gino Paoli e sul palcoscenico Luca e Paolo. Ma fuori da Canale 5, giusto per fare un omaggio al grande Gilberto e alla nostra meravigliosa Superba».
Marco Liguori
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Mimmo Carratelli: vi racconto la nascita del gemellaggio tra città di mare

Il celeberrimo giornalista e scrittore napoletano narra a "il pallone in confusione" tutti i retroscena della notte precedente al 16 maggio 1982, quando si giocò Napoli-Genoa

Il primo gemellaggio tra genoani e napoletani nacque a casa sua, la notte prima di Napoli-Genoa, in una cena tra colleghi con una beneagurante bevuta finale di whisky alla salvezza del Grifone: e salvezza fu. Mimmo Carratelli, celeberrimo giornalista e scrittore napoletano, racconta a "il pallone in confusione" i retroscena della notte precedente al 16 maggio 1982, quando fu sancita la "santa alleanza" tra i tifosi azzurri e rossoblù. Tornando ai giorni nostri, confessa anche un suo sogno segreto: scrivere un romanzo su Diego Armando Maradona.

Quali sono i suoi ricordi di quel lontano 16 maggio 1982, quando nacque il gemellaggio tra i tifosi di Napoli e Genoa?
«La sera prima della partita facemmo una gran baldoria a casa mia con gli amici venuti da Genova, capeggiati da Gian Luigi Corti. C’era già un gemellaggio di cuore fra noi giornalisti di due città di mare. Ricordo Orlando Caserza, Piero Sessarego, Elio Domeniconi, Sandro Castellano, Peppe Barnao, Giorgio Viglino e un fantastico Giorgio Cimbrico. Quel sabato arrivò da Genova una nave carica di tifosi. Gian Luigi Corti portò una nutrita riserva di whisky e brindammo alla salvezza del Genoa. Facemmo l’alba giocando a una roulette casalinga. Arbitrò Agnolin, niente scherzi. Un pomeriggio di maggio e una primavera di buoni sentimenti. Segnò subito Briaschi, geometra e cavallino leggero dell’attacco genoano. Il secondo tempo cominciò in ritardo per un festival di fumogeni. Forse fu un artificio dei tifosi napoletani perché si conoscessero in anticipo i risultati del Cagliari, del Milan e del Bologna. Con queste squadre il Genoa si giocava la salvezza. Il Napoli di Krol, allenato da Rino Marchesi, autentico gentiluomo delle panchine, era quarto in classifica e non doveva chiedere nulla al match con i rossoblù. Ma pareggiò e passò in vantaggio. A quel punto il Genoa allenato da Gigi Simoni, amico carissimo, era retrocesso. A dieci minuti dalla fine entrò Mario Faccenda, ischitano con una foresta di capelli ricci, l’ultima carta giocata da Simoni. A cinque minuti dalla fine, Giaguaro Castellini (che il cielo gliene renda merito) sbagliò il passaggio a un compagno facendo scivolare la palla in corner. Il pallone scagliato dall’angolo superò il mischione in area e Faccenda in spaccata lo buttò in rete. Il pareggio salvò il Genoa. Bontà di Napoli e salvezza genoana firmata da un ragazzo d’Ischia. Si sarebbe commossa anche Matilde Serao. Erano ancora tempi di un calcio romantico che si concedeva ai sentimenti. Quel giorno nacque il sodalizio fra le due tifoserie confermato due anni fa a Marassi nel festoso pomeriggio del ritorno in serie A di Genoa e Napoli».

Ci sono alcuni tifosi napoletani e genoani che auspicano su internet la nascita di un inno comune delle due squadre, sull'esempio di "You'll never walk alone" comune a Liverpool e Celtic: che ne pensa?
«Difficile mettere insieme Pino Daniele e Paolo Conte, più difficile Gigi D’Alessio e Gino Paoli. Il vero inno del Napoli è ‘O surdato nnamurato (oje vita, oje vita mia, si stato ‘o primm’ammore, ‘o primmo e ll’ultimo sarraje pe’ me). Sarebbe fantastica una traduzione in genovese.»

Il gemellaggio è una forma di rispetto sportivo tra due tifoserie che può ancora esistere nell'era del calcio a scopo di lucro, dove dominano i soldi e le tv?
«Il gemellaggio fra le tifoserie di Napoli e Genoa è nato su basi solide in un pomeriggio di ansia, tensione, solidarietà e festa. Può resistere al mondo del calcio diventato arido e violento».

Alla luce delle ultime prestazioni di Napoli e Genoa, come interpreta la gara di domenica prossima?
«Il Napoli è in difficoltà. Il Genoa ha gioco, ritmo e grinta. E’ lanciatissimo verso la Champions. Il pronostico è suo. Il Napoli dovrebbe compiere un miracolo per uscire dal tunnel di risultati avversi, orrori e paure. Nelle condizioni attuali, giocare al “San Paolo” significa più tensione per il Napoli e potrebbe non essere più un vantaggio».

Quale giocatore ammira in particolare tra gli avversari?
«Naturalmente, Milito. Lavezzi e Milito, la coppia sfuggita prima al Genoa e poi al Napoli, avrebbero fatto un tandem pirotecnico».

Reja e Gasperini, due filosofie di gioco differenti a confronto: quali sono i pregi e i difetti?
«Più pregi che difetti. L’audacia di Gasperini (51 anni), la saggezza di Reja (64 anni). Il primo, avvantaggiato oggi dalle strepitose condizioni di forma della squadra. Il secondo alle prese con la lunga crisi della sua formazione».

Dopo i successi de "La grande storia del Napoli" e del romanzo "L'ombra del leopardo" sta preparando un altro volume calcistico? Oppure forse debutterà come sceneggiatore cinematografico oppure teatrale, magari sulla vita di Maradona e della sua era in azzurro...
«Il sogno è un romanzo su Maradona, protagonista del nostro tempo al di là del calcio. Altare e polvere. Vizi e virtù. Generoso, ribelle. Uno Scorpione, segno di vita e di morte, aizzato da Marte e sfiorato da Nettuno, pianeta infausto. Troppo grandi il talento, la fortuna, il cuore per non pagare tutto. Ingannò mediani, dribblò terzini, beffò portieri. E’ stato la felicità del gioco del calcio. Ma quando affrontò la partita con la vita, perse il dono del dribbling e smarrì la fantasia. Cadde contro il tackle duro della cocaina. Una vita da romanzo, le origini umili, il successo, la caduta, un eroe disperato, un ribelle umiliato, un ragazzo solo sotto le luci accecanti della ribalta, un uomo che sta risalendo la china tra l’amore di chi gli vuole bene e lo scetticismo dei malevoli che non gli hanno mai risparmiato nulla. Ma ci vorrebbe la penna di Osvaldo Soriano, di Eduardo Galeano, di Vargas Llosa, di Jorge Amado. E Mimì Rea non è più tra noi».
Marco Liguori
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Non perderti la nascita del gemellaggio su Massimo Donelli: la leggenda del regalo di Krol e Amarcord gemellaggio: sintesi tv Napoli-Genoa 2-2 (da You Tube) 
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il pallone in confusione

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