Non c’è pace per la Lazio nei suoi rapporti con il fisco. Nella paragrafo "Problematiche di natura fiscale", contenente una serie di contenziosi tra la società biancoceleste e l’erario, incluso nella semestrale consolidata chiusa al 31 dicembre scorso chiusa con un utile di 6,19 milioni si evidenzia che «il 29 dicembre 2008 l’Agenzia delle Entrate-direzione regionale del Lazio (Ufficio Roma 3) ha notificato alla società un avviso di accertamento». Nel documento si spiega che l’avviso ha come «oggetto il controllo del trattamento tributario dei compensi per procuratori, ai fini Irpef ed Iva nell’esercizio 2003».
Due i rilievi contestati dalle autorità tributarie riguardo all’accertamento. Il primo, si legge sempre nella semestrale, riguarda il "recupero di redditi da lavoro dipendente, per euro 6,75 milioni, pari a imposte per circa euro 3,11 milioni". L’altro concerne il «recupero di Iva per euro 1,35 milioni». L’avviso tributaria punta sulla rettifica riguardante il fatto che «i costi in argomento costituiscano fringe benefit (ossia compensi corrisposti in natura ndr) per i calciatori e come tali siano da sottoporre a diverso regime di tassazione». Dunque l’Agenzia delle Entrate vorrebbe recuperare in totale 4,46 milioni tra Iva e imposte diverse. La Lazio si è opposta: nella semestrale si sottolinea che la società di Claudio Lotito ha presentato ricorso presso la Commissione tributaria provinciale di Roma «sostenendo l’illegittimità e l’infondatezza della pretesa tributaria».
La Lazio spiega che l’attivo è stato raggiunto grazie «al minore impatto delle imposte differite nel primo semestre», alla «quota di competenza del nuovo contratto con la Infront Italy srl per la cessione dei diritti commerciali» e alle plusvalenze calciatori. Invece, le plusvalenze ammontano a 10,5 milioni: 3,6 dalla cessione di Behrami al West Ham (su un ricavo pari a 6 milioni) e 6,9 milioni dal trasferimento di Mudingay al Bologna (ricavo 7 milioni). La società di Lotito ammette che il giro di affari consolidato, al netto dei proventi non ricorrenti, si è attestato a 36,95 milioni «ed è diminuito rispetto al medesimo periodo della stagione precedente di euro 13,48 milioni». Il consistente calo dei ricavi dei primi sei mesi è dovuto principalmente alla mancanza degli introiti dalla partecipazione alla Champions League, a cui la Lazio aveva partecipato un anno fa. Invece, si legge sempre nel documento di bilancio, i costi sono «aumentati di euro 1,16 milioni» ossia del 3,32% in più sul primo semetre 2007/08. L’analisi di questi ultimi vede una diminuzione di quelle del personale (attestatesi a 13,95 milioni) del 10,6%, ma un aumento degli «altri costi di gestione» (14,45 milioni) pari al 47,94% . L’incremento di questa voce è «conseguenza di maggiori costi per acquisizione temporanea di diritti alle prestazioni sportive» (erroneamente ancora chiamati "cartellini") di calciatori e «di maggiori costi per procuratori». In aumento del 19,58% anche gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori (6,16 milioni), causata dagli acquisti fatti nell’ultimo calciomercato.
Marco Liguori
Due i rilievi contestati dalle autorità tributarie riguardo all’accertamento. Il primo, si legge sempre nella semestrale, riguarda il "recupero di redditi da lavoro dipendente, per euro 6,75 milioni, pari a imposte per circa euro 3,11 milioni". L’altro concerne il «recupero di Iva per euro 1,35 milioni». L’avviso tributaria punta sulla rettifica riguardante il fatto che «i costi in argomento costituiscano fringe benefit (ossia compensi corrisposti in natura ndr) per i calciatori e come tali siano da sottoporre a diverso regime di tassazione». Dunque l’Agenzia delle Entrate vorrebbe recuperare in totale 4,46 milioni tra Iva e imposte diverse. La Lazio si è opposta: nella semestrale si sottolinea che la società di Claudio Lotito ha presentato ricorso presso la Commissione tributaria provinciale di Roma «sostenendo l’illegittimità e l’infondatezza della pretesa tributaria».
La Lazio spiega che l’attivo è stato raggiunto grazie «al minore impatto delle imposte differite nel primo semestre», alla «quota di competenza del nuovo contratto con la Infront Italy srl per la cessione dei diritti commerciali» e alle plusvalenze calciatori. Invece, le plusvalenze ammontano a 10,5 milioni: 3,6 dalla cessione di Behrami al West Ham (su un ricavo pari a 6 milioni) e 6,9 milioni dal trasferimento di Mudingay al Bologna (ricavo 7 milioni). La società di Lotito ammette che il giro di affari consolidato, al netto dei proventi non ricorrenti, si è attestato a 36,95 milioni «ed è diminuito rispetto al medesimo periodo della stagione precedente di euro 13,48 milioni». Il consistente calo dei ricavi dei primi sei mesi è dovuto principalmente alla mancanza degli introiti dalla partecipazione alla Champions League, a cui la Lazio aveva partecipato un anno fa. Invece, si legge sempre nel documento di bilancio, i costi sono «aumentati di euro 1,16 milioni» ossia del 3,32% in più sul primo semetre 2007/08. L’analisi di questi ultimi vede una diminuzione di quelle del personale (attestatesi a 13,95 milioni) del 10,6%, ma un aumento degli «altri costi di gestione» (14,45 milioni) pari al 47,94% . L’incremento di questa voce è «conseguenza di maggiori costi per acquisizione temporanea di diritti alle prestazioni sportive» (erroneamente ancora chiamati "cartellini") di calciatori e «di maggiori costi per procuratori». In aumento del 19,58% anche gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori (6,16 milioni), causata dagli acquisti fatti nell’ultimo calciomercato.
Marco Liguori
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