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martedì 7 ottobre 2008

Chi trova un nemico trova un tesoro

di Marco Liguori
"La Juventus non ha potere, è una società che ha chiuso il bilancio sempre in attivo e non ha mai chiesto soldi alla proprietà". Parole e musica di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, rilasciate nell’intervista alla tramissione televisiva Ballarò il 27 giugno scorso. Ma in quello che ha detto "big Luciano" c’è più di un argomento che non quadra. Innanzitutto la società bianconera ha chiuso gli esercizi 2003/2004 e 2004/2005 rispettivamente con un rosso di 18,5 milioni e 3 milioni di euro. Ma sono le somme percepite in anticipo dai diritti tv a far comprendere quanto la Juve sia un potere forte. La società ha incassato con un anticipo di due anni i diritti televisivi satellitari criptati delle partite casalinghe, oltre al corrispettivo di alcuni contratti commerciali: il beneficio economico, rilevabile alla voce "risconti passivi" nel 2002/2003 è ammontato a 165,34 milioni, mentre nel 2001/2002 è stato di 151 milioni. Il bilancio chiuso al 30 giugno 2005 evidenzia un dimezzamento (71,32 milioni) dei risconti passivi dai 140 milioni della stagione precedente: la loro quasi totalità è costituita dalla cessione in anticipo dei diritti ceduti a Sky per la stagione 2005/06 e "dalla fatturazione anticipata dei proventi derivanti dalla cessione dei diritti tv per la diffusione via digitale terrestre" per le partite casalinghe della stagione 2005/06. Questi ultimi importi derivano da Mediaset. La spiegazione di questo "grazioso regalo" è contenuta a pagina 10 del prospetto informativo della quotazione in borsa della Juve, datata dicembre 2001. In esso si sottolinea che il club bianconero fa parte del "gruppo di società facenti capo alla società Giovanni Agnelli &C". Il passo più importante è però questo: "Ove la società non facesse più parte del gruppo, i vantaggi connessi a tale appartenenza potrebbero venire meno con possibili ricadute sull’operatività e sui progetti di sviluppo della società e, quindi con possibili effetti negativi sui risultati economico-finanziari". Tradotto dal "borsese", ciò significa che i trattamenti di favore alla Juve derivano soltanto dalla sua appartenenza al gruppo Agnelli. Moggi ha parlato anche del "sistema Milan" e del potere di chi possiede le tv, ossia Mediaset (controllata dalla Fininvest). Anche qui Lucianone ha dimenticato un particolare. Una delle prove evidenti del "patto d’acciaio" Juve-Milan, ossia tra Agnelli-Berlusconi, è sottolineato dal diritto di prima negoziazione sottoscritta da Mediaset con i bianconeri. Questa clausola era contenuta nell’accordo siglato il 28 giugno 2004, ossia due giorni prima della chiusura del bilancio Juve, e consiste nel diritto per la società del gruppo Fininvest di sedersi per prima al tavolo con la Juve pagando 20 milioni di euro e pagandone invece soltanto 12 milioni (ossia 4 all'anno) per le stagioni 2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 per i diritti digitale terrestre, cavo e Adsl. Il motivo di quei 20 milioni versati da Mediaset è presto spiegato: si sono potuti contabilizzare subito nell'esercizio 2003/04, riducendo così proprio di 20 milioni le perdite della società bianconera. Invece, i restanti 4 annui si possono contabilizzare soltanto in ciascun esercizio successivo. Con questo trattamento di favore, la Juve ha ridotto in quell'anno le perdite chiudendo l'esercizio con un rosso di soli 17 milioni di euro. L’Antitrust, il 28 giugno scorso, ha però censurato la clausola di prima negoziazione insieme a tutti gli accordi stipulati per il calcio. "Con la stipulazione dei contratti di licenza e delle scritture private relative ai diritti calcistici - scrive l’Autorità - sottoscritte tramite RTI nell'estate del 2004, ha infatti violato il divieto di abuso di posizione dominante".
Tratto da "La Voce della Campania" luglio 2006

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