Domenica prossima il campionato di serie A di pallacanestro partirà senza il Napoli Basket, protagonista indiscussa degli ultimi anni. La società versava in grave difficoltà economica: risultato negativo di esercizio per 4,16 milioni di euro con debiti a 5,33 milioni. E’ questa la fotografia, scattata dall’analisi compiuta da “il pallone in confusione”, dell’ultimo bilancio 2006/07 disponibile in Camera di Commercio della società posseduta (tramite la Meda Invest che ne esercita la direzione e il coordinamento) e presieduta da Mario Maione, di recente esclusa dal massimo campionato per una serie di inadempienze. Esauriti i gradi della giustizia sportiva, al Napoli non resta che il ricorso al Tar per provare le proprie ragoni ed essere riammesso.
L’analisi è svolta sulle sole cifre: non entra quindi nel merito delle disposizioni dei regolamenti Fip sull’ammissione ai campionati, che cambiano ogni anno. Il risultato finale in rosso della stagione in cui la squadra azzurra ha partecipato all’Eurolega è stato superiore di circa il 60% su quello registrato al 30 giugno 2006 (2,6 milioni). La società, stando alla relazione del collegio sindacale, si è quindi trovata nelle «condizioni di cui all’art. 2482 ter» del codice civile, ossia con la perdita di un terzo del capitale diminuito al disotto del minimo legale. Il patrimonio netto (ossia i mezzi propri) era infatti negativo per oltre 319mila euro. Esso è stato ripianato nell’assemblea del 29 ottobre di un anno fa. Nel verbale dell’assise sociale si legge che il risultato negativo è stato coperto «mediante l’utilizzo totale dell’apposito fondo copertura perdite ammontante, al 30 06 2007 ad euro 3.591.050 e, per la differenza pari ad euro 569.222, mediante l’utilizzo parziale del versamenti effettuati successivamente al 30 06 2007». Nella relazione sulla gestione il consiglio di amministrazione evidenziava che dopo il 30 giugno 2007 «sono stati effettuati dai soci versamenti in conto copertura perdite per un totale di euro 601.830». Dunque la Meda Invest di Maione ha provveduto sicuramente nei mesi successivi alla chiusura del bilancio a sostenere il Napoli Basket. Forse questi mezzi non sono bastati purtroppo a reggere la dissanguante competizione con i big del canestro italiano e continentale: un aspetto che fa rassomigliare sempre più il basket al calcio, dove solo chi ha un gruppo alle spalle capace di investire in continuazione cifre esorbitanti può permettersi di gareggiare senza problemi ad alti livelli. Insomma, una preoccupante “selezione darwiniana”, che genererà altre esclusioni eccellenti: già negli anni scorsi ne furono vittime due club gloriosi, la Virtus Bologna e la Scavolini Vittoria Pesaro.
All’origine delle difficoltà c’è innanzitutto un forte squilibrio tra i debiti (aumentati del 113% rispetto ai precedenti 2,5 milioni) e i crediti (ammontanti a 2,68 milioni) pari a oltre 2,65 milioni. Nello stato passivo emerge l’enorme incremento del 112% dei debiti tributari (pari a 606mila euro) in gran parte costituiti da ritenute alla fonte. Nella nota integrativa, la società spiega di aver prudenzialmente approntato un fondo rischi per 680mila euro «quale accantonamento per mancati e insufficienti versamenti di imposte, ritenute alla fonte e contributi». Si nota inoltre l’esplosione delle somme dovute verso le banche, attestatesi a 2,06 milioni contro i precedenti 248mila euro: esse comprendevano 363mila euro per scoperti di conto corrente e debiti per mutui di 1,7 milioni. Quest’ultima somma, contratta con la Banca Popolare di Ancona, è stata estinta in anticipo dal socio Maifin – Gruppo industriale Maione. Invece risultavano in calo del 26,15% i debiti verso gli istituti di previdenza (580mila euro), che sono stati oggetto del contendere davanti alla giustizia sportiva sino alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. L’Enpals era il maggiore creditore con 519mila euro.
Passando ai crediti, è evidenziata la cifra di 1,9 milioni «per fatture emesse». Probabilmente questa somma potrebbe essere la principale componente degli 1,83 milioni sostenuti, si legge nella nota integrativa, per le «migliorie su beni in fitto apportate al fine di adeguare il palazzetto dello sport alle norme dell’Eurolega». E che probabilmente dovevano essere restituiti alla società dal Comune di Napoli. Quest’ultimo era debitore verso il Napoli Basket di 48mila euro «per rivalsa spese palazzotto» e altri 52mila euro «per contributi». Molto consistenti le disponibilità liquide, costituite in prevalenza da depositi bancari e postali per 1,27 milioni.
Il conto economico presenta ricavi per 3,76 milioni e costi per 7,7 milioni: lo squilibrio è di 3,94 milioni. Nel valore della produzione (+25%) spiccano 651mila euro per abbonamenti e 278mila per vendita biglietti. Consistente l’introito da sponsorizzazioni, pari a 1,87 milioni: i ricavi Lega ed Eurolega sono ammontati ad appena 416mila euro. Curiosamente manca una voce esplicita riguardo alle entrate dai diritti televisivi criptati, ossia dalle riprese delle partite casalinghe effettuate da Sky.
Riguardo ai costi spiccano i 4,9 milioni pagati al personale, in aumento del 98% e pari al 64% del totale complessivo delle uscite: un aumento vertiginoso probabilmente dovuto al raggiungimento dell’obiettivo della qualificazione in Eurolega, alla seminale dei play off scudetto, e alla conquista della Coppa Italia. Vittorie costate molto ai conti societari. Hanno inciso sull’11% del totale dei costi la pur ragguardevole cifra di 831mila euro in commissioni versate agli agenti sportivi. I fitti e locazioni varie, in cui sono probabilmente inclusi anche quelli del Palabarbuto, hanno raggiunto i 369mila euro: le spese per la gestione del palazzetto sono state pari a 81mila euro.
Marco Liguori
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