La
Juventus è al centro di due temi ricorrenti in questi ultimi giorni. Il primo
riguardante gli effetti della squalifica del tecnico Antonio Conte. Il secondo
è il nesso tra la crisi Fiat e la società bianconera: entrambe sono controllate
da Exor spa al 30,05% e al 60%. “Il pallone in confusione” ne ha parlato con
l’avvocato Fabio Turrà, esperto di diritto sportivo.
Avvocato
ci può chiarire gli aspetti della squalifica di Conte? La controversia tra Antonio Conte e la Figc sul
Calcioscommesse sarà discussa, infatti, proprio domani, 21 settembre, dinanzi
al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (T.N.A.S.) che ha fissato per
le ore 12 l'udienza del collegio arbitrale. La decisione
definitiva dovrebbe essere emessa entro il 7 ottobre.
Ebbene, a prescindere dall'esito di tale ultimo grado di
giudizio, è utile sapere cosa stabilisce il Codice di Giustizia Sportiva in
relazione alla squalifica comminata ad Antonio Conte.
Ce lo può spiegare in dettaglio?
Il comma 8 dell’articolo 22 intitolato proprio all'esecuzione delle sanzioni prevede che «I
dirigenti, i tesserati delle società, i soci e non soci di cui all’art. 1,
comma 5, colpiti da provvedimenti disciplinari a termine non possono svolgere
alcuna attività sportiva nell'ambito della FIGC fino a quando non sia
regolarmente scontata la sanzione stessa, ai medesimi è, in ogni caso, precluso
l'accesso all'interno del recinto di giuoco e negli spogliatoi in occasione di
gare. La violazione dei divieti di cui al presente comma comporta
l’aggravamento della sanzione». Dal tenore letterale di tale norma si può
evincere, senza dubbio, che l'attuale allenatore della Juve non possa di fatto
"allenare" la sua squadra, ma neanche – durante la settimana – possa
programmare gli allenamenti, dare consigli, scegliere la formazione e/o
effettuare tutte quelle attività, pur minime, che siano connesse all'attività
sportiva con la propria squadra, per la quale è tesserato come tecnico
presso la F.I.G.C.
Dunque la squalifica fermerebbe completamente l’attività del
tecnico bianconero?
Proprio così. Un’interpretazione così restrittiva delle attività
inerenti la squalifica dell'allenatore sembra, infatti, emergere dalla lettura
del comma 7 dello stesso articolo del C.G.S., il quale espressamente
stabilisce: «I tecnici colpiti da squalifica non possono svolgere per tutta la
durata della stessa alcuna attività inerente alla disputa delle gare; in
particolare sono loro preclusi, in occasione di gare, la direzione con ogni
mezzo della squadra, l'assistenza alla stessa in campo e negli spogliatoi,
nonché l'accesso all'interno del recinto di giuoco e degli spogliatoi». Tutte
le attività predette, di fatto, sono inerenti alla disputa delle gare.
Ma la Juve sta risentendo o meno
della squalifica di Conte?
E’ evidente che la Juve sta giocando,
pressappoco, sugli stessi livelli agonistici e standard qualitativi dello
scorso anno, avendo cambiato poco o nulla della rosa rispetto allo scorso anno.
L’assenza di Conte (ma può parlarsi davvero di assenza? Siamo sicuri che egli
non stia – di fatto – realmente guidando la squadra, limitandosi, invece, a non
sedersi in panchina e a non scendere negli spogliatoi in occasione delle gare?
Ci sono dei controlli? E chi li fa durante la settimana?) in questo momento non
si nota.
Ci può parlare dell’eventuale
rapporto tra la crisi Fiat e la Juventus e della “vexata questio” della
presunta sudditanza arbitrale verso i bianconeri?
Quanto al fatto che è opinione diffusa
che la Juve goda di favori arbitrali, credo che (salvo rari casi) gli arbitri
siano in buona fede e possano sbagliare, essendo esseri umani.
Certo è che il calcio, a prescindere
dall’inquietante e deprecabile fenomeno delle scommesse illecite, muove ingenti
capitali. Vincere uno scudetto, ad esempio, può portare nelle casse di una
società enormi vantaggi economici, in relazione ai maggiori incassi dello
stadio, al più grande interesse degli sponsor, agli incrementi derivanti dalla
vendita dei diritti televisivi e del merchandising, oltre che, naturalmente ai
premi per l’accesso ai tornei internazionali.
Non è inimmaginabile che ci possano
essere soggetti (tra i tantissimi che agiscono solo per pura passione sportiva)
i quali sbagliano perché in mala fede. D’altra parte non voglio neanche pensare, come sostiene
qualche malpensante, essendo invece un appassionato dello Sport puro e non inquinato dagli
interessi economici, che la grave situazione che sta attraversando la Fiat,
dovuta alla crisi economica nazionale, possa influire – data la nota identità
soggettiva dei titolari di tale azienda e della Juventus – sul nostro
campionato di serie A: sarebbe davvero deludente per chi crede nella lealtà,
nella correttezza e nella probità, ovvero in quei principi sanciti proprio nell’art.1
del Codice di Giustizia Sportiva della F.I.G.C.
Marco Liguori
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