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lunedì 1 settembre 2008

Razzia all'autogrill dopo Samp-Inter: identificati i tifosi nerazzurri

Oltre alla domenica di follia, c'è stato anche lo spiacevole "antipasto" del sabato. Una cinquantina di persone, presenti a bordo di un pullman di tifosi dell'Inter che ritornavano dalla trasferta di Genova per l'anticipo di campionato contro la Sampdoria, sono stati identificati dagli agenti della Questura di Milano. Era stata segnalata la razzia da parte di un gruppo di loro in un autogrill dell'autostrada A7. E' accaduto durante la notte tra sabato e domenica scorsi nell'area di servizio Giovi Nord dell'arteria Genova-Milano.
Il pullman, scortato da una pattuglia della polizia, ha deviato dal percorso stabilito e si è fermato presso l'Autogrill di Giovi Nord. Durante la sosta, un nutrito gruppo di sostenitori nerazzurri ha consumato e prelevato numerosa merce dai banchi della zona ristoro senza pagare. Poi, come se nulla fosse accaduto, tutti sono risaliti con normalità e tranquillità sull'autobus che li ha riportati a Milano. Non appena giunti nel capoluogo, gli occupanti sono stati fermati dalla polizia e identificati. Adesso si dovrà valutare le eventuali responsabilità giuridiche dei sostenitori che hanno compiuto la razzia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

domenica 31 agosto 2008

Fiorentina-Juventus: due fermati per vendita abusiva di ferri di cavallo

Non era un capello, ma un ferro di cavallo. In questo caso non c'entra la famosa canzone di Edoardo Vianello, ma uno spiacevole fatto di cronaca avvenuto prima del posticipo serale Fiorentina-Juventus. Due uomini sono stati fermati e accompagnati nelle Questura di Firenze dalla polizia che li ha sorpresi nei pressi dello stadio Franchi a vendere abusivamente su una bancarella una cinquantina di ferri di cavallo. I due sono stati identificati e successivamente denunciati per detenzione di armi improprie: è scattato per entrambi anche un Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) di due anni.
Ha funzionato bene il piano per la sicurezza nel capoluogo toscano, dove sono stati impegnati 300 uomini delle forze dell'ordine. Nell'intervallo della gara un centinaio di sostenitori bianconeri è sceso dagli spalti e, aprendo una porta anti-panico, ha cercato di far entrare otto compagni di tifo senza biglietto. Le forze dell'ordine li hanno sorpresi e impedito l'ingresso agli otto supporters privi di biglietto. Gli uomini della Digos, uniti a un gruppo di steward, durante l'intervallo sono saliti sugli spalti per rimuovere uno striscione non autorizzato con la scritta Viking.
E' stato denunciato un fiorentino dalla polizia municipale prima della partita: si era presentato con un permesso invalidi scaduto per accedere alla zona riservata con l'auto. Un altro tifoso viola è stato denunciato dalla polizia per essersi rifiutato per ben tre volte di fornire le proprie generalità. Al fischio finale i tifosi bianconeri sono stati accompagnati ai pullman e ai parcheggi. Nelle aree di prefiltraggio sono stati sequestrati numerosi accendini, bottigliette di plastica, lattine e altri oggetti, la cui introduzione nello stadio è vietata. Il questore Francesco Tagliente, ha ringraziato gli uomini delle forze dell'ordine sottolineando come «il loro impegno ha evitato qualsiasi problema».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)

Torino-Lecce: denunciati nove tifosi pugliesi

Nove tifosi leccesi sono stati denunciati al termine della partita tra il Torino e il Lecce, svoltasi nel capoluogo piemontese. I supporter giallorossi viaggiavano su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. La polizia ha perquisito il mezzo e ha ritrovato il materiale assieme ad alcune dosi di hashish e cocaina, che sono state immediatamente sequestrate. Prima della partita, dal pulmino perquisito i tifosi denunciati hanno lanciato un petardo verso un gruppo di tifosi del Torino, che hanno risposto con una sassaiola. L'intervento delle forze dell'ordine ha evitato lo scontro fisico tra i due gruppi.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)

Incidenti Roma-Napoli: cronaca di una pomeriggio e una serata di ordinaria follia

Il ministro dell'Interno Maroni chiede al Questore di Napoli un rapporto dettagliato sui disordini acaduti alla stazione Centrale di Napoli. Il Sap: «La stagione del dialogo è finita. Punire i tifosi colpevoli e le società di calcio»

Dopo la giornata demenziale di incidenti a raffica, iniziata con i disordini alla partenza dei tifosi alla stazione Centrale di Napoli, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiesto «un rapporto dettagliato» al questore di Napoli, Antonio Puglisi. Si può immaginare che Maroni chiederà informazioni anche su quanto accaduto a Roma. Le parole del portavoce del ministro, Isabella Votino, lo lasciano presagire, poiché ha affermato che «martedì si riuniranno l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive alla presenza del Ministro dell'Interno».
A ciò si è aggiunta poco fa la richiesta del Sindacato autonomo di polizia di sospendere le trasferte e punire le società. Il portavoce nazionale del Sap, Massimo Montebove, ha seccamente chiosato gli avvenimenti di Roma-Napoli, spiegando che «la stagione del dialogo è fallita ancor prima di cominciare e gli incidenti di questa prima giornata di campionato di calcio hanno dimostrato che con i violenti travestiti da tifosi la risposta dello Stato non puo' che essere durissima. Occorre, a nostro avviso, sospendere immediatamente tutte le trasferte, punire economicamente le società i cui supporters si sono resi protagonisti di violenze e devastazioni, ipotizzare anche penalizzazioni di tipo sportivo nelle attuali classifiche. Se il gioco si fa duro, bisogna essere duri. Soprattutto per i tifosi pacifici che sono la maggioranza». Montebove prosegue dicendo che «il Viminale e il ministro Maroni hanno fatto il possibile, ne diamo loro atto, ma per dialogare bisogna essere in due. E una parte delle tifoserie, complici anche alcuni presidenti di societa' di calcio le cui esternazioni aizzano il clima di violenza, non hanno alcuna intenzione di dialogare con lo Stato e le Forze dell'Ordine. Per questo, serve la linea dura e, nel contempo, occorre premiare anche società, come ad esempio la Fiorentina, i cui vertici da tempo fanno del fair play e del buon senso uno stile da imitare».
E a proposito dell'intercity Napoli-Torino su cui hanno viaggiato i sostenitori azzurri, si è registrata una sorpresa raccapricciante. Undici su quindici carrozze sono state danneggiate: secondo una prima sommaria stima i danni ammontano a oltre 500mila euro. Proprio a causa degli atti di vandalismo, il convoglio è stato addirittura fermato a Roma: non poteva più proseguire verso Torino. Nel corso del viaggio i tifosi hanno azionato il freno d'emergenza bloccando il viaggio del convoglio. I passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati trasbordati sull'Ic Plus Roma - Ventimiglia. Ma la cronaca dei viaggi ferroviari allucinanti non finisce qui. Sull'Eurostar Napoli - Milano, partito dal capoluogo campano alle 11.48, un tifoso napoletano che occupava abusivamente il posto prenotato da un altro viaggiatore ha aggredito il capotreno intervenuto per farlo spostare. Quest'ultimo, hanno spiegato le Fs, nonostante le forti contusioni riportate, ha continuato la propria attività per non bloccare il servizio e consentire agli altri passeggeri di proseguire il viaggio. Un lampo di civiltà e di senso del dovere, dentro tanta vergogna.
Ma ritorniamo alla cronaca di un pomeriggio di ordinaria (purtroppo, ripetuta come nel campionato passato) follia. I tifosi del Napoli sono usciti dallo stadio Olimpico verso le 19, dopo circa due ore dal termine della partita. Per evitare contatti con la tifoseria giallorossa, la Polizia ha "blindato" circa 2.000 tifosi partenopei all'interno dello stadio. Per il loro rientro verso Napoli, la Questura di Roma ha chiesto a Trenitalia di aggiungere carrozze a più di un convoglio diretto nel capoluogo partenopeo. Insomma, dirigere l'esodo verso il Sud.
Piccolo passo indietro. La confusione nel pomeriggio regnava sovrana sull'Olimpico. Lo testimonia la vicenda di un tifoso e' stato trasportato da un mezzo del 118 all'ospedale Santo Spirito in codice verde a causa di una coltellata ad una coscia. Sembrava che l'aggressione fosse avvenuta al termine del primo tempo, nella zona esterna allo stadio e che il ferito fosse un sostenitore del Napoli. Invece, quanlche ora dopo si apprende che quest'ultimo si era fatto male da solo scavalcando il cancello dell'impianto romano per evitare di pagare il biglietto della partita Roma-Napoli. Per questa sua bravata alla Batman è stato medicato all'ospedale Santo Spirito e giudicato guaribile in sette giorni.
Intanto, la Digos hanno arrestato tre tifosi e denunciati altri due nel corso dei servizi di controllo. Quattro di essi per possesso di petardi e uno perchè era stato sorpreso a rapinare un altro tifoso. Gli agenti hanno fermato tre persone poco prima dell'inizio della partita, insospettiti dal loro comportamento anomalo dei tre: sequestrati nove petardi. Sono stati colpiti dal provvedimento un tifoso della Roma S.L.A., romano, di 23 anni, con precedenti specifici è stato arrestato per possesso di petardi. Gli altri due giovani (uno tifoso della Roma e uno della Lazio) F.L., di 20 anni, e C.G., di 28 anni, sono stati denunciati a piede libero per possesso di artifizi pirotecnici. Ma il bollettino della battaglia nella Capitale non finisce qui. Gli agenti del commissariato Prati hanno arrestato per possesso di artifizi ed anche per resistenza a pubblico ufficiale un tifoso del Napoli, D.D. di 20 anni, giunto allo stadio verso la fine del primo tempo. Infine prima dell'incontro e' stato arrestato un tifoso della Roma, C.G. di 23 anni, sorpreso a rapinare un altro tifoso nei pressi dello Stadio.
Viste le premesse, il gran finale in serata non poteva non mancare. Alla Stazione Termini ci sono stati numerosi tafferugli tra tifosi napoletani e forze dell'ordine, dove c'è stata anche l'esplosione di un grosso petardo che ha costretto alla fuga numerosi ignari passeggeri. Mentre i tifosi si stavano dirigendo al binario 16 della stazione hanno lanciato il petardo e si è vista la gente correre e scappare a gambe levate verso le uscite di via Giolitti e via Marsala. I tafferugli sono scoppiati, secondo quanto si e' appreso, perche' i supporter partenopei non vogliono pagare il biglietto del treno. Essi sono circondanti della forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa e spesso, ci sono brevi e violenti contatti. In uno di questi, un tifoso è rimasto ferito ad una mano. Il primo treno è partito verso le 21.40. Ora sono giunti altri mille sostenitori partenopei alla stazione Termini. In attesa della partenza, polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa tra il binario 16 e il binario 19, le forze dell'ordine (come novelli legionari romani) sbattono i manganelli contro gli scudi in segno di avvertimento per evitare che i tifosi comincino a spingere il cordone. Tifosi, state buoni se potete!
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)

Sky Sport 24: incidenti tra tifosi prima di Torino-Lecce

La prima giornata di campionato fa registrare un altro spiacevole episodio. Secondo Sky Sport 24 un gruppo di ultras del Torino avrebbero assaltato due pullman di tifosi del Lecce, che sono nel capoluogo piemontese per la partita di campionato Torino-Lecce. I facinorosi sarebbero stati armati di spranghe e coltelli e si sarebbero scagliati contro i due pullman. Ci sarebbero gravi danni ai due autobus, ma fortunatamente nessun ferito tra i supporters pugliesi.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)

martedì 1 aprile 2008

Napoli-Swindon Town, un giorno di ordinaria follia

Questo articolo l'ho scritto poco più di due anni fa per http://www.indiscreto.it/, dopo un demenziale Napoli-Roma di Coppa Italia in cui era accaduto di tutto, grazie alla furia distruttiva di un consistente numero di ultras. E' il brutto ricordo, purtroppo indelebile, della mia prima volta allo stadio San Paolo per assistere a una partita del Napoli. Era la finale del 1970 di Coppa Anglo-Italiana con la squadra inglese dello Swindon Town, terminata con la guerriglia di una parte della tifoseria: all'epoca non esistevano gli ultras, ma la violenza e l'imbecillità gratuita purtroppo sono sempre esistite. Lo ripropongo oggi, dopo l'ennesima uccisione di un tifoso avvenuta domenica scorsa prima di Juventus-Parma.
Per gli amanti della storia (che però continua a non insegnare mai nulla) e consiglio su http://marcoliguori.blogspot.com/2008/03/pompei-nocera-incidenti-e-squalifiche.html la lettura di un celeberrimo passo degli annali di Tacito riguardante gli incidenti tra pompeiani e nocerini dopo uno spettacolo di gladiatori.

Tratto da http://www.indiscreto.it/indiscreto.nsf/ae8140bf6cc31ac3c12569a300629c7f/aebda8cb9d2ede31c12570d40040d542?OpenDocument

Domenica 11 dicembre 2005

Migliorato l'anglo e peggiorato l'italiano

di Marco Liguori

Napoli–Swindon Town, giovedì 28 maggio 1970, finale del torneo Anglo-italiano. Una testimonianza del passato, con la quale si può rammentare che il teppismo e l’imbecillità gratuita allo stadio esisteva già in anni lontani. Questa data è stata purtroppo rimossa dalla memoria collettiva, non solo dei napoletani, ma anche da chi si occupa di calcio: eppure dovrebbe essere ricordata, a causa dei gravi fatti che accaddero in quella occasione, per evitare che si ripeta in futuro. All’epoca non esistevano ancora gli ultras o quantomeno non esisteva nulla di paragonabile al fenomeno odierno del tifo organizzato: fu probabilmente una vera "insorgenza" o, per dirla con Karl Von Clausewitz, una "guerra di popolo". La tifoseria azzurra non era nuova ad esplosioni di violenza: nell’ultima giornata del campionato di 1962/63 di serie A il Modena vinse a Napoli 2 a 0, condannando i partenopei retrocessione in B. Ci fu un’invasione di campo e furono completamente distrutte le due porte. Purtroppo questa demenza collettiva è proseguita ininterrotta fino ai giorni nostri, come ricordano gli ultimi episodi di violenza sui campi nostrani. La mia prima volta allo Stadio San Paolo di Napoli coincise proprio con quella partita maledetta. Ero un bimbo, ma ricordo ogni particolare: era un pomeriggio di tiepido sole ‘e maggio napoletano, un’occasione di festa tra gli striscioni e le bandiere inneggianti al "ciuccio". Rammento bene la forte e dolce mano di mio padre dall’ingresso sino al momento in cui giungemmo alla tribuna. E, non appena seduto, vidi il colpo d’occhio del grande anello del San Paolo: all’epoca della sua inaugurazione (correva l’anno 1957) era stato inizialmente chiamato (non a caso) Stadio del Sole. Secondo le cronache dell’epoca, gli spettatori erano 55mila: la folla attendeva l’incontro con la sua calda passione vesuviana, incitando con cori e canti i propri beniamini, come se fosse stato la finale di Coppa dei Campioni. Ma come avrebbero detto i due famosi padri della moviola, i giornalisti della Rai Carlo Sassi ed Heron Vitaletti, "torniamo un attimo indietro" per capire brevemente come erano arrivate il Napoli e la squadra inglese dello Swindon Town a quella finale, rivelatasi poi sciagurata.

Il torneo Anglo-italiano era stato ideato nel 1969 da Gigi Peronace, calabrese di Soverato, indimenticato talent scout trasferitosi in Inghilterra negli anni ’50, anello di congiunzione tra il calcio del Belpaese e quello britannico. A lui si deve l’arrivo in Italia di campioni del calibro di John Charles, Denis Law, Jimmy Greaves, Joe Baker e Liam Brady. Il suo genio risolse una situazione di imbarazzo per l’Uefa: lo Swindon Town aveva conquistato nel 1969 la coppa di Lega inglese, ma era una società militante nella terza divisione britannica. In teoria, con questa sua vittoria, il club avrebbe dovuto partecipare alla Coppa delle Fiere (la progenitrice dell’attuale Coppa Uefa): ma a causa della sua "bassa militanza" lo Swindon Town non ne aveva diritto. Tuttavia, il traguardo raggiunto dalla società della omonima cittadina (un centro industriale che contava oltre 100mila abitanti a fine anni ’60) posta a 130 chilometri ad ovest di Londra non poteva restare inosservato: fu così che Peronace partorì questa particolare competizione. Alla prima edizione parteciparono sei squadre italiane e sei squadre inglesi, incluse le due vincitrici delle rispettive coppe nazionali: la Roma e, appunto, lo Swindon Town. L’Anglo-italiano non deve confondersi con la Coppa di Lega Anglo-italiana, che prevedeva una sfida con partite di andata e ritorno tra le due vincitrici della Coppa di Lega inglese e della Coppa Italia: nel 1969 l’aveva vinta lo Swindon Town superando la Roma (2 a 1 per i giallorossi all’Olimpico, 4 a 0 al ritorno per gli inglesi). Tra le altre partecipanti, per la parte britannica c’erano il Middlesbrough, lo Sheffield Wednesday, il Sunderland, il West Bromwich Albion e il Wolverhampton. La rappresentanza italiana era composta dalla Juventus, dal Lanerossi Vicenza, dalla Lazio e dalla Fiorentina. La macchinosa formula dell’Anglo-italiano prevedeva tre gruppi composti da squadre di entrambe le nazioni: i risultati conseguiti erano però inseriti in due classifiche distinte, una per le italiane e una per le inglesi. Il regolamento prevedeva un criterio di classificazione completamente differente dal parametro classico dell’epoca, che prevedeva per la vittoria due punti, per il pareggio un punto e per la sconfitta: al punteggio erano sommati anche i gol segnati. Era dunque premiata la squadra che segnava di più. Il primo raggruppamento era composto da Juventus, Napoli, Swindon Town e Sheffield Wednesday; il secondo da Lanerossi Vicenza, Roma, Middlesbrough e West Bromwich Albion; il terzo da Lazio, Fiorentina, Sunderland e Wolverhampton Wanderers. Il regolamento prevedeva che, dopo la prima fase a gironi, si sfidassero in finale le due prime classificate italiana e inglese, sul campo del squadra che avesse ottenuto il maggior numero di punti più gol segnati. Il Napoli, classificatosi primo tra le italiane, aveva conseguito una somma di 14 contro i 13 dello Swindon Town, il primo club inglese: la partita decisiva tra le due si sarebbe disputata al San Paolo il 28 maggio 1970.

Torniamo ora a quella giornata maledetta. Il Napoli aveva già affrontato la formazione inglese: gli azzurri avevano vinto a Swindon 2 a 1 e avevano perso in casa per 1 a 0. Nella formazione partenopea mancavano le due stelle, Dino Zoff e Antonio Juliano: entrambi erano stati convocati in Nazionale dal commissario tecnico Ferruccio Valcareggi per i mondiali di Messico ’70. A sostituire in porta il Dino nazionale (in quel periodo riserva di Enrico Albertosi) c’era Trevisan. Ad eccezione dei due nazionali e di Altafini, Hamrin e Barison, il "ciuccio" non aveva grandi nomi nella sua formazione, a causa delle croniche difficoltà economiche. C’erano anche Ottavio Bianchi, che aveva fatto faville nel suo ruolo a centrocampo nel campionato 1969/70 ma non era stato convocato in Nazionale per la spedizione messicana, e Gianni Improta, all’epoca giovane promessa, amatissimo dai tifosi. Gli altri erano erano Floris, Monticolo, Zurlini, Panzanato e Montefusco. Dall’altra parte c’era lo Swindon Town, che, nonostante la squillante vittoria con la Roma nella Coppa Anglo-italiana, restava sulla carta una formazione più debole, considerata la sua perdurante militanza nella terza serie inglese. I suoi undici nomi (Jones, Thomas, Trollope, Butler, Burrows, Harland, Smith, Smart, Horsfield, Noble, Rogers) non erano certo al livello dei mostri sacri dell’allora formazione nazionale (come Bobby Moore, Jack Charlton e Geoffrey Hurst) che si accingeva a difendere in Messico il titolo mondiale conquistato a Wembley nel 1966. Eppure, sin dalle prime battute dell’incontro si vide che lo Swindon era una formazione molto agile e compatta: il suo allenatore, Fred Ford, aveva creato un gruppo vincente che dava filo da torcere agli avversari. Il Napoli, oltre alle sue lacune difensive, soffriva la mancanza del suo capitano Juliano, che sapeva guidare il gioco della squadra: mancando il suo faro di centrocampo la formazione napoletana piombò ben presto nella notte più nera. Invece la forza della squadra inglese era evidente proprio nella linea mediana: e così dopo soli 24 minuti Noble segna la prima rete per gli inglesi. La reazione degli azzurri è impacciata e incosistente: all’epoca non erano ancora consentite le sostituzioni, che sarebbero state introdotte ufficialmente ai mondiali messicani. L’allenatore Giuseppe Chiappella non avrebbe potuto quindi porre rimedi dal punto di vista tattico. Viste le premesse del primo tempo non si poteva pretendere che nella ripresa il Napoli potesse fare miracoli: così giunse la disfatta. Lo Swindon Town realizzò altri due gol: al 58' ancora con Noble e al 63' con Horsfield solo davanti a Trevisan: fu il giusto coronamento della netta superiorità della squadra inglese, contro un Napoli formato vacanza da fine stagione. Intanto, sugli spalti la situazione stava progressivamente degenerando. I tifosi montarono una feroce contestazione, che passò dai fischi, dalle urla e dalle invettive lanciati dopo i primi due gol inglesi, alle vie di fatto più vergognose della storia del "ciuccio". Proprio dopo il terzo gol, mio padre intuì quel tremendo clima di rabbia: "Marco andiamo!" esclamò prendendomi ancora per mano, ma stavolta in modo fermo e deciso. Quella decisione improvvisa, ma provvidenziale, mi risparmiò la visione dell’avvilente e denigrante spettacolo che si sarebbe scatenato poco dopo.

Secondo la ricca (e purtroppo unica, tranne qualche accenno sui siti di storia del Napoli) documentazione presente sul sito dello Swindon Town (http://www.swindon-town-fc.co.uk/) a poco più di 10 minuti dalla fine al San Paolo si scatenò l’inferno. Come novelli cavernicoli del XX secolo, i tifosi napoletani divelsero le panche di travertino, dov’erano seduti, poste nella parte bassa delle due curve e dei distinti e le frantumarono in piccoli pezzi: così iniziarono un fitto lancio di pietre verso il campo, accompagnato (come se non fosse bastato) da bottiglie di vetro. Le eloquenti fotografie presenti sul sito del club inglese testimoniano la follia di quei momenti. Fu una sarabanda infernale. Correva il 79° minuto: l’arbitro austriaco Paul Schiller decise di interrompere la partita e mandò subito le squadre negli spogliatoi. Nonostante la pronta disposizione del direttore di gara, Horsfield, autore del terzo gol, fu centrato sulla coscia da una pietra e riportò una brutta ferita. Secondo le cronache dei quotidiani inglesi, il lancio del travertino dagli spalti durò a lungo, anche durante la carica della polizia, che riuscì a domare la rivolta dei tifosi soltanto dopo molto tempo. Intanto, nel "bunker" degli spogliatoi l’arbitro decideva la sospensione definitiva e l’assegnazione della coppa del torneo allo Swindon Town. La battaglia sugli spalti e all’esterno dello stadio proseguiva tra la folla rabbiosa e le forze dell’ordine: alla fine si conteranno 40 feriti tra i poliziotti e 60 tra i tifosi. Le persone arrestate furono 30, quelle fermate 11. Secondo le stime rese note dal quotidiano inglese "The Evening Advertiser" i danni arrecati allo stadio San Paolo ammontarono a oltre 20mila sterline dell’epoca. Terminati i disordini, fu assegnata la coppa dal vice presidente della Figc, Orfeo Pianelli. Sul sito dello Swindon sono presenti anche una serie di fotografie non "bellicose", che ritraggono i calciatori della squadra inglese che festeggiano la conquista della coppa con alcuni napoletani. Ford l’allenatore effettuò un giro del campo con il trofeo: un onore dovutogli, considerata l’elevata qualità del gioco espressa dai suoi ragazzi. Ma la vergogna degli incidenti restava purtroppo indelebile.

C’è da dire che l’abitudine del pubblico napoletano di frantumare i sedili di travertino si è ripetuta anche in tempi recenti. Basta leggere sul sito http://www.grandenapoli.it/ la cronaca del dopo partita di Napoli – Bologna 1-5 del campionato 2000-2001: "Un inferno: la pioggia di pietre ricavate dai sedili di travertino, gli agenti che svolgevano opera di contenimento per evitare la peggio agli spettatori. Cento facinorosi contro circa 150 tra poliziotti e carabinieri". Insomma, questi tristi avvenimenti potrebbero ripetersi ancora. E’ mai possibile che un pugno di "brave persone" possa mettere sotto scacco l’ordine pubblico e cancellare lo splendido spettacolo di un partita di calcio? La storia sembra non insegnare mai nulla: questo paese ha una memoria troppo corta. Non a caso l’8 dicembre scorso, in occasione della partita di Coppa Italia Napoli-Roma, il teppismo ha superato ogni limite, con due "attacchi" mai accaduti finora: negli incidenti del dopo partita sono stati assaltati il commissariato di Polizia e la sede del quotidiano Cronache di Napoli, situati nelle adiacenze del San Paolo. Dopo questi ultimi fatti di "guerra di popolo" viene alla mente una considerazione di tipo economico: come si potrà trasformare gli stadi italiani in strutture polifunzionali, con esercizi commerciali e multisala cinematografiche, se c'è un pugno di teppisti capace di sfasciare tutto? Chi pagherebbe i danni in quei casi? C’è da scommettere che nessuno aprirebbe un’attività commerciale in uno stadio, considerato l’elevatissimo rischio costituito dal potenziale distruttivo degli ultras. Sicuramente, dopo la solita sequela di sdegno e di analisi sociali, anche gli ultimi incidenti accaduti nel capoluogo campano saranno posti in tutta fretta nell’italico dimenticatoio. Come suol dirsi a Napoli: "Scurdammece ‘o passato!".

lunedì 31 marzo 2008

Pompei-Nocera: incidenti e squalifiche d'altri tempi, ma attuali

Questo passo degli Annali di Tacito sembra scritto ai nostri giorni. Al posto dei gladiatori ci sono i calciatori, ma la deemenza degli spettatori è rimasta intatta dopo 2000 anni: probabilmente è stata sepolta anch'essa dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.c.
Tuttora quando ci sono partite di calcio tra le squadre dell'area vesuviana e quelle dell'agro nocerino-sarnese i disordini sono la regola fissa, ma non solo in questa zona! Il fenomeno, come si nota ormai troppo spesso, si ripete in tutti gli stadi italiani: come domenica scorsa, prima di Juventus-Parma.

Tratto da http://www.latin.it/autore/tacito/annales/!14!liber_xiv/17.lat


Tacito - Annales - Liber XIV - 17

[17] Sub idem tempus levi initio atrox caedes orta inter colonos Nucerinos Pompeianosque gladiatorio spectaculo, quod Livineius Regulus, quem motum senatu rettuli, edebat. quippe oppidana lascivia in vicem incessente[s] probra, dein saxa, postremo ferrum sumpsere, validiore Pompeianorum plebe, apud quos spectaculum edebatur. ergo deportati sunt in urbem multi e Nucerinis trunco per vulnera corpore, ac plerique liberorum aut parentum mortes deflebant. cuius rei iudicium princeps senatui, senatus consulibus permisit. et rursus re ad patres relata, prohibiti publice in decem annos eius modi coetu Pompeiani collegiaque, quae contra leges instituerant, dissoluta; Livineius et qui alii seditionem conciverant exilio multati sunt.

TRADUZIONE LETTERALE
17. Pressappoco in quel periodo, futili incidenti diedero origine a violenti scontri, con morti, tra gli abitanti di Nocera e quelli di Pompei, durante uno spettacolo di gladiatori, organizzato da Livineio Regolo, espulso, come già riferito, dal senato. Cominciarono, con l'intemperanza tipica delle cittadine di provincia, a scambiarsi insulti, poi sassi, per finire col mettere mano alla spada; ebbero la meglio quelli di Pompei, presso i quali si dava lo spettacolo. Molti di Nocera furono riportati nella loro città col corpo mutilato o segnato da ferite, e parecchi piangevano la morte di figli o genitori. Il principe affidò l'inchiesta sugli incidenti al senato e il senato ai consoli. Poi, quando la faccenda ritornò al senato, ai Pompeiani furono vietate per dieci anni simili riunioni e vennero sciolte le associazioni costituitesi in modo illegale. A Livineio e a quanti avevano provocato i disordini fu comminato l'esilio.

TRADUZIONE CON RIFERIMENTI STORICI
In quel medesimo tempo (durante il principato di Nerone, nel 59 d.C.) futili incidenti diedero origine a violenti scontri, con morti, tra gli abitanti di Nocera e quelli di Pompei, durante uno spettacolo di gladiatori, organizzato da Livineio Regolo, che ho già detto essere stato espulso dal senato. Cominciarono, con l’intemperanza tipica delle cittadine di provincia, a scambiarsi insulti, poi sassi, per finire col mettere mano alla spada; ebbero la meglio quelli di Pompei, presso i quali si dava lo spettacolo. Molti di Nocera furono riportati nella loro città col corpo mutilato o segnato da ferite, e parecchi piangevano la morte di figli o genitori. Il principe affidò l’inchiesta sugli incidenti al senato e il senato ai consoli. Poi, quando la faccenda ritornò al senato, ai Pompeiani furono vietate per dieci anni simili riunioni e vennero sciolte le associazioni costituitesi in modo illegale. A Livineio e a quanti avevano provocato i disordini fu comminato l’esilio.
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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