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lunedì 1 settembre 2008

Cesare Lanza: «Vedo il calcio come un romanzo popolare»

Il celebre giornalista ed autore televisivo spiega in esclusiva a “il pallone in confusione” come organizzerebbe un palisesto in chiaro. Esprime timori per il futuro dell’italica pedata, a causa della violenza del tifo, e critica la girandola di acquisti e cessioni del suo Genoa


Cesare Lanza ha accettato di essere intervistato a tutto campo in esclusiva da “il pallone in confusione”. Il popolare giornalista (indimenticato direttore de “La Notte”), autore televisivo (dopo il successo di “Buona Domenica” su Canale 5 si appresta ad affrontare la prestigiosa sfida del Festival di San Remo), scrittore (è appena stato pubblicato “Caldo argento” per Curcio Editore) e regista cinematografico (sta per uscire “La perfezionista”) è anche un amante oltre che un esperto di calcio. Giudica con senso critico la campagna acquisti della squadra di cui è acceso tifoso, il Genoa, ed esprime le sue preoccupazioni per il futuro dell’italica pedata. Dal 13 ottobre partirà la sua ultima attività: “Studio 254”, l’accademia di spettacolo e comunicazione.

E' equo il prezzo pagato dalla Rai (27.5 milioni nel 2008/09 e 28 per il 2009/10) per i diritti in chiaro alla Lega calcio oppure il calcio in chiaro non vale più nulla?
«Non saprei quantificare, ma il calcio in chiaro vale poco e sempre di più perderà valore. Credo che la stragrande maggioranza degli italiani interessati al calcio sia già abbonata o si abbonerà alle pay-tv».

Il calcio è ormai ridotto a uno spettacolo prettamente televisivo: non crede che si rischia sempre più la diminuzione della presenza del pubblico negli stadi?
«Se le cose vanno avanti così, allo stadio non andrà più nessuno. Se invece si blocca la violenza e lo stadio diventa, come già succede altrove, un luogo confortevole e di incontro, di aggregazione non solo per la partita, uno zoccolo duro durissimo di spettatori ci sarà sempre».

Ma la tv ha bisogno della coreografia: uno stadio vuoto mette solo tristezza.
«No. Penso che la televisione, con l’immensa quantità di proposte che può produrre, non risentirà di questa evidente “tristezza”: basterà non inquadrare gli spalti vuoti. Lo stadio virtuale è il video».

La torta dei diritti tv è stata spartita soprattutto tra le grandi del calcio, costringendo le piccole ad arrangiarsi: cosa si potrebbe fare per migliorare questo sistema?

«E’ un errore penalizzare le piccole. La prima partita di campionato mostra una classifica rovesciata rispetto alle nostre storiche abitudini: in alto le piccole, in basso le grandi. Mi sembra che nel futuro possa esserci questo scenario: campionato cosiddetto di Superlega, a livello europeo, tra le grandi: diciamo di sicuro Milan, Inter, Juventus, Roma, Fiorentina e forse Napoli, Lazio e altre due o tre… Serie A, con scudetto italiano, per tutte le altre, le grandi declassate, la sana provincia. E magari un incontro conclusivo tra la migliore della SuperLega e la scudettata della serie A rimanente».

Se le affidassero il palinsesto calcistico in chiaro di una tv generalista come lo organizzerebbe?
«Magari! La linea sarebbe:1. poco pochissimo di ciò che si è visto altrove. 2. i retroscena “umani” che potrebbero attirare il pubblico femminile, famiglie, mogli, vita quotidiana dei calciatori, tutto ciò che oggi non si vede – senza miele, ma drammi, emozioni, vigilie inquiete, crisi, ecc… un romanzo popolare. 3. proiezione sul futuro, con previsioni commenti non urlati – che tengano conto anche degli aspetti umani. 4. voci e spazio a tutto ciò che non è tecnico».

Passiamo al suo Genoa, è soddisfatto della campagna acquisti?
«Assolutamente no. Avevamo una buona squadra e un ritmo, un qualità di gioco inferiori solo a quelli della Roma! Non c’era motivo, se non per affaracci di mercato, di sconquassare e rivoluzionare tutto. Avevamo perduto Bovo, Konko e Borriello (i primi due e forse anche il terzo si potevano trattenere): si trattava di sostituirli con intelligenza mirata. E di acquisire un rinforzo importante. Invece: una girandola senza senso. Di alcuni acquisti (Palladino, Mesto e Modesto) già si intravedono i limiti… Spero di sbagliarmi. I dubbi su Figueroa non sono stati sciolti. Incomprensibile la cessione di Di Vaio, che alla prima partita nel Bologna ha fatto secco il Milan».

Quale obiettivo potrebbe prefigurarsi il Grifone per questa stagione?
«Sarà un campionato faticoso. Se riusciremo a evitare la serie B senza soffrire troppo sarò felice e mi accontenterò».

Qual è il ricordo più bello legato alla sua squadra?
«Il quarto posto in serie A e la concomitante semifinale in Coppa Uefa, nel Genoa allenato da Bagnoli, personaggio straordinario. Con un gioiello: la vittoria a Liverpool».

Com’è nato il suo nuovo romanzo “Caldo argento”? Si può definirlo come una rivisitazione della società milanese negli anni ’70?
«Sì. Lo scrissi alla fine degli anni settanta e non ebbi la sfrontatezza di pubblicarlo: molti personaggi erano riconoscibili, molti episodi chiacchierati. Dopo trent’anni, questo problema non esiste più».

Sta per uscire “La perfezionista” da lei diretto sul tema dell’eutanasia: perché lei è a favore della “dolce morte”?
«Molto semplice. Io mi definisco un liberale assoluto. Rispetto chi, per vari motivi, soprattutto religiosi, la pensa diversamente da te. Io penso di avere il diritto di scegliere quando e come congedarmi da questa valle di lacrime. E che debba essere rispettata la volontà di chi preferisca morire anziché vivere, a volte senza la minima coscienza e comunque senza la minima speranza, un’agonia straziante. La provocazione, nel film, è che nel racconto questo terribile nodo da scegliere è vissuto da una coppia di giovani innamorati. Uno dei due si ammala senza possibilità di guarigione, in modo irrimediabile, e…».

Tra poco partirà la sua accademia di comunicazione “Studio 254”: a chi si rivolge in particolare?

«A tutti coloro che vogliamo avvicinarsi, con strade concrete, al giornalismo e al mondo dello spettacolo: recitazione, sceneggiatori e autori televisivi, regia di cinema teatro e televisione, musica e canto, scenografia, conduzione, ecc. Sono orgoglioso di aver aggiunto un corso su “psicologia e successo”, che si propone di insegnare qualcosa di molto difficile da imparare: come gestire le alterne vicende di successi e insuccessi, senza stravolgersi la mente e la vita. E’ un corso che sarebbe utile a molti protagonisti dello show-system e sarà molto utile a chi vorrà trovare spazio in questo settore. Per la verità, la ricerca dell’equilibrio interiore è un tema che sta a cuore a chiunque, al di là dello scintillante ed effimero mondo dello spettacolo».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

Permettete una parola? - No ai "black block" del tifo calcistico

Riflessioni e consigli sugli incidenti demenziali di ieri a Napoli e Roma, ma anche sugli spiacevoli episodi accaduti sabato scorso a Torino e Genova

Permettete una parola? Sugli incidenti di ieri di Roma-Napoli si è scritto di tutto e di più. C’è chi se la prende con i tifosi napoletani considerandoli il male del calcio, chi con "i mascalzoni" oppure con "i vandali" che sfasciano i treni e riescono a far cacciare i poveri viaggiatori inermi. Insomma, ritornano le solite vecchie solfe (che ricorrono ormai tutti gli anni come una giaculatoria) della violenza degli stadi, delle indagini sociologiche, del calcolo dei costi degli ingenti danni, del perché e del percome. Risentiamo la litania del solito bla-bla che tra pochi giorni sarà completamente dimenticata per poter ritornare a parlare del "campionato più bello del mondo". Ma questo calcio, caratterizzato da questi periodici episodi di violenza, non ci piace e vorremmo che fosse cancellato. Ma si badi bene, non dimenticato nell’ "italico dimenticatoio": bisogna ricordare gli incidenti per evitarli.
Domani si terranno al Viminale le riunioni, annunciate ieri sera dal portavoce del ministro dell’Interno Isabella Votino, dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. In entrambe sarà presente Roberto Maroni, al quale vorremmo sommessamente fornire, da "quivis de populo" quale siamo (è lo spirito de "il pallone in confusione"), una serie di spunti di riflessione. E soprattutto poniamo alcuni quesiti, cui vorremmo che le autorità compenti potessero fornire delle risposte. Magari anche relazionando in Parlamento, che è il cuore pulsante della nostra democrazia.
Ieri il questore di Napoli, Antonino Puglisi (a cui va riconosciuto il massimo impegno nell’organizzazione della trasferta dei tifosi napoletani), ha dichiarato all’Ansa "Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente, i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla". Ciò potrebbe significare che molto probabilmente non c’è stata una sufficiente comunicazione tra Trenitalia, il ministero dell’Interno e la Questura del capoluogo campano. Martedì 26 agosto il Napoli aveva pubblicato sul suo sito (http://www.sscnapoli.com/) che erano "stati venduti 2.500 biglietti su 3.600 del Settore Ospiti". Dunque si sapeva perfettamente già da alcuni giorni quale sarebbe stato il numero dei tifosi: come anche si sapeva che domenica 31 agosto mezza Italia era in movimento per ritornare dalle vacanze. Se non c’erano posti sufficienti, perché non si è proibito ai tifosi di recarsi su una serie di treni a Roma assieme agli altri passeggeri? E’ perché Trenitalia non vuole organizzare treni speciali? Costano forse troppo rispetto ai normali convogli? I danni sono stati ugualmente provocati dai tifosi che hanno distrutto il treno di andata e danneggiato fortemente quelli di ritorno. Almeno si sarebbe evitato l’enorme disagio e l’umiliazione della "cacciata" agli altri viaggiatori: in primis alla povera mamma che portava suo figlio ammalato grave all’Ospedale Gaslini di Genova.
Non esiste il problema di una "etnia" riguardo alla provenienza del tifo violento. Gli incidenti prima e dopo Roma-Napoli sono stati i più eclatanti: ne sono stati responsabili in gran parte sostenitori della squadra azzurra. Ma bisogna doverosamente ricordarsi i seguenti episodi. Sabato notte c’è stata una razzia di un gruppo di tifosi dell’Inter in un’autogrill al ritorno dalla trasferta a Marassi. Sembrava di essere ritornati al Medioevo, quando le bande dei soldati di signorotti e feudatari lasciavano i loro "bravi" a depredare tutto ciò che trovavano attorno. Ieri sono stati denunciati a Torino nove "tifosi" leccesi che detenevano in un pulmino petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. Davvero un bell’arsenale, "normale" per chi si reca in uno stadio! Che facciamo per queste "brave" persone milanesi e pugliesi? Non vogliamo vietare anche le trasferte per costoro? Oppure esistono due pesi e due misure per le sanzioni?
E a proposito di chiavi inglesi, mazze (anche qui sembra di tornare al Medioevo), petardi e altri strumenti di offesa c’è un’altra osservazione da fare. Se un gruppo di ultrà si reca negli stadi con questo arsenale, magari ben mascherato da cappucci e passamontagna, viene da pensare che non sia un semplice fatto di teppismo gratuito, ma che ci sia una sorta di ipotetica preparazione paramilitare. Quasi come una vera e propria "intifada" da stadio. C’è forse una "mano" occulta che istruisce queste persone a colpire, picchiare e distruggere tutto ciò che incontra e con il tifo calcistico, anche se molto passionale e colorito, non c’entra proprio nulla? E magari questa "mano" vuole costringere lo Stato a emanare una legislazione d’urgenza che limiti le libertà civili, a cominciare da quella di circolazione? Questi personaggi sono forse i nuovi "black block" del calcio nostrano, provocatori professionali sullo stile di quelli del G8 a Genova? Tutto ciò rappresenta solo una pura e semplice ipotesi, che agghiaccia al solo pensiero: si spera che resti solo tale, come un brutto sogno.
Visti gli incidenti di ieri, come potranno le società di calcio trasformare gli stadi in impianti usufruibili per tutti i giorni della settimana? Si mettano attorno a un tavolo i ministeri competenti, la Figc e la Lega per debellare questa piaga vergognosa: si rischiano danni economici incalcolabili per il nostro pallone.
Vogliamo concludere con un elemento positivo della folle giornata di ieri. Ha funzionato bene l’attività di prevenzione delle Forze dell’ordine. E’ stato il caso delle perquisizioni effettuate da sabato scorso nelle zone adiacenti allo stadio Olimpico e a Firenze. Vorremmo che ce ne fossero sempre di più: prevenire è meglio che curare.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

Razzia all'autogrill dopo Samp-Inter: identificati i tifosi nerazzurri

Oltre alla domenica di follia, c'è stato anche lo spiacevole "antipasto" del sabato. Una cinquantina di persone, presenti a bordo di un pullman di tifosi dell'Inter che ritornavano dalla trasferta di Genova per l'anticipo di campionato contro la Sampdoria, sono stati identificati dagli agenti della Questura di Milano. Era stata segnalata la razzia da parte di un gruppo di loro in un autogrill dell'autostrada A7. E' accaduto durante la notte tra sabato e domenica scorsi nell'area di servizio Giovi Nord dell'arteria Genova-Milano.
Il pullman, scortato da una pattuglia della polizia, ha deviato dal percorso stabilito e si è fermato presso l'Autogrill di Giovi Nord. Durante la sosta, un nutrito gruppo di sostenitori nerazzurri ha consumato e prelevato numerosa merce dai banchi della zona ristoro senza pagare. Poi, come se nulla fosse accaduto, tutti sono risaliti con normalità e tranquillità sull'autobus che li ha riportati a Milano. Non appena giunti nel capoluogo, gli occupanti sono stati fermati dalla polizia e identificati. Adesso si dovrà valutare le eventuali responsabilità giuridiche dei sostenitori che hanno compiuto la razzia.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile solo dietro citazione della fonte)

domenica 31 agosto 2008

Fiorentina-Juventus: due fermati per vendita abusiva di ferri di cavallo

Non era un capello, ma un ferro di cavallo. In questo caso non c'entra la famosa canzone di Edoardo Vianello, ma uno spiacevole fatto di cronaca avvenuto prima del posticipo serale Fiorentina-Juventus. Due uomini sono stati fermati e accompagnati nelle Questura di Firenze dalla polizia che li ha sorpresi nei pressi dello stadio Franchi a vendere abusivamente su una bancarella una cinquantina di ferri di cavallo. I due sono stati identificati e successivamente denunciati per detenzione di armi improprie: è scattato per entrambi anche un Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) di due anni.
Ha funzionato bene il piano per la sicurezza nel capoluogo toscano, dove sono stati impegnati 300 uomini delle forze dell'ordine. Nell'intervallo della gara un centinaio di sostenitori bianconeri è sceso dagli spalti e, aprendo una porta anti-panico, ha cercato di far entrare otto compagni di tifo senza biglietto. Le forze dell'ordine li hanno sorpresi e impedito l'ingresso agli otto supporters privi di biglietto. Gli uomini della Digos, uniti a un gruppo di steward, durante l'intervallo sono saliti sugli spalti per rimuovere uno striscione non autorizzato con la scritta Viking.
E' stato denunciato un fiorentino dalla polizia municipale prima della partita: si era presentato con un permesso invalidi scaduto per accedere alla zona riservata con l'auto. Un altro tifoso viola è stato denunciato dalla polizia per essersi rifiutato per ben tre volte di fornire le proprie generalità. Al fischio finale i tifosi bianconeri sono stati accompagnati ai pullman e ai parcheggi. Nelle aree di prefiltraggio sono stati sequestrati numerosi accendini, bottigliette di plastica, lattine e altri oggetti, la cui introduzione nello stadio è vietata. Il questore Francesco Tagliente, ha ringraziato gli uomini delle forze dell'ordine sottolineando come «il loro impegno ha evitato qualsiasi problema».
Marco Liguori
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Torino-Lecce: denunciati nove tifosi pugliesi

Nove tifosi leccesi sono stati denunciati al termine della partita tra il Torino e il Lecce, svoltasi nel capoluogo piemontese. I supporter giallorossi viaggiavano su un pulmino che trasportava petardi, chiavi inglesi, bottiglie di vetro vuote e un gancio traino. La polizia ha perquisito il mezzo e ha ritrovato il materiale assieme ad alcune dosi di hashish e cocaina, che sono state immediatamente sequestrate. Prima della partita, dal pulmino perquisito i tifosi denunciati hanno lanciato un petardo verso un gruppo di tifosi del Torino, che hanno risposto con una sassaiola. L'intervento delle forze dell'ordine ha evitato lo scontro fisico tra i due gruppi.
Marco Liguori
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Incidenti Roma-Napoli: cronaca di una pomeriggio e una serata di ordinaria follia

Il ministro dell'Interno Maroni chiede al Questore di Napoli un rapporto dettagliato sui disordini acaduti alla stazione Centrale di Napoli. Il Sap: «La stagione del dialogo è finita. Punire i tifosi colpevoli e le società di calcio»

Dopo la giornata demenziale di incidenti a raffica, iniziata con i disordini alla partenza dei tifosi alla stazione Centrale di Napoli, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiesto «un rapporto dettagliato» al questore di Napoli, Antonio Puglisi. Si può immaginare che Maroni chiederà informazioni anche su quanto accaduto a Roma. Le parole del portavoce del ministro, Isabella Votino, lo lasciano presagire, poiché ha affermato che «martedì si riuniranno l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il nuovo Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive alla presenza del Ministro dell'Interno».
A ciò si è aggiunta poco fa la richiesta del Sindacato autonomo di polizia di sospendere le trasferte e punire le società. Il portavoce nazionale del Sap, Massimo Montebove, ha seccamente chiosato gli avvenimenti di Roma-Napoli, spiegando che «la stagione del dialogo è fallita ancor prima di cominciare e gli incidenti di questa prima giornata di campionato di calcio hanno dimostrato che con i violenti travestiti da tifosi la risposta dello Stato non puo' che essere durissima. Occorre, a nostro avviso, sospendere immediatamente tutte le trasferte, punire economicamente le società i cui supporters si sono resi protagonisti di violenze e devastazioni, ipotizzare anche penalizzazioni di tipo sportivo nelle attuali classifiche. Se il gioco si fa duro, bisogna essere duri. Soprattutto per i tifosi pacifici che sono la maggioranza». Montebove prosegue dicendo che «il Viminale e il ministro Maroni hanno fatto il possibile, ne diamo loro atto, ma per dialogare bisogna essere in due. E una parte delle tifoserie, complici anche alcuni presidenti di societa' di calcio le cui esternazioni aizzano il clima di violenza, non hanno alcuna intenzione di dialogare con lo Stato e le Forze dell'Ordine. Per questo, serve la linea dura e, nel contempo, occorre premiare anche società, come ad esempio la Fiorentina, i cui vertici da tempo fanno del fair play e del buon senso uno stile da imitare».
E a proposito dell'intercity Napoli-Torino su cui hanno viaggiato i sostenitori azzurri, si è registrata una sorpresa raccapricciante. Undici su quindici carrozze sono state danneggiate: secondo una prima sommaria stima i danni ammontano a oltre 500mila euro. Proprio a causa degli atti di vandalismo, il convoglio è stato addirittura fermato a Roma: non poteva più proseguire verso Torino. Nel corso del viaggio i tifosi hanno azionato il freno d'emergenza bloccando il viaggio del convoglio. I passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati trasbordati sull'Ic Plus Roma - Ventimiglia. Ma la cronaca dei viaggi ferroviari allucinanti non finisce qui. Sull'Eurostar Napoli - Milano, partito dal capoluogo campano alle 11.48, un tifoso napoletano che occupava abusivamente il posto prenotato da un altro viaggiatore ha aggredito il capotreno intervenuto per farlo spostare. Quest'ultimo, hanno spiegato le Fs, nonostante le forti contusioni riportate, ha continuato la propria attività per non bloccare il servizio e consentire agli altri passeggeri di proseguire il viaggio. Un lampo di civiltà e di senso del dovere, dentro tanta vergogna.
Ma ritorniamo alla cronaca di un pomeriggio di ordinaria (purtroppo, ripetuta come nel campionato passato) follia. I tifosi del Napoli sono usciti dallo stadio Olimpico verso le 19, dopo circa due ore dal termine della partita. Per evitare contatti con la tifoseria giallorossa, la Polizia ha "blindato" circa 2.000 tifosi partenopei all'interno dello stadio. Per il loro rientro verso Napoli, la Questura di Roma ha chiesto a Trenitalia di aggiungere carrozze a più di un convoglio diretto nel capoluogo partenopeo. Insomma, dirigere l'esodo verso il Sud.
Piccolo passo indietro. La confusione nel pomeriggio regnava sovrana sull'Olimpico. Lo testimonia la vicenda di un tifoso e' stato trasportato da un mezzo del 118 all'ospedale Santo Spirito in codice verde a causa di una coltellata ad una coscia. Sembrava che l'aggressione fosse avvenuta al termine del primo tempo, nella zona esterna allo stadio e che il ferito fosse un sostenitore del Napoli. Invece, quanlche ora dopo si apprende che quest'ultimo si era fatto male da solo scavalcando il cancello dell'impianto romano per evitare di pagare il biglietto della partita Roma-Napoli. Per questa sua bravata alla Batman è stato medicato all'ospedale Santo Spirito e giudicato guaribile in sette giorni.
Intanto, la Digos hanno arrestato tre tifosi e denunciati altri due nel corso dei servizi di controllo. Quattro di essi per possesso di petardi e uno perchè era stato sorpreso a rapinare un altro tifoso. Gli agenti hanno fermato tre persone poco prima dell'inizio della partita, insospettiti dal loro comportamento anomalo dei tre: sequestrati nove petardi. Sono stati colpiti dal provvedimento un tifoso della Roma S.L.A., romano, di 23 anni, con precedenti specifici è stato arrestato per possesso di petardi. Gli altri due giovani (uno tifoso della Roma e uno della Lazio) F.L., di 20 anni, e C.G., di 28 anni, sono stati denunciati a piede libero per possesso di artifizi pirotecnici. Ma il bollettino della battaglia nella Capitale non finisce qui. Gli agenti del commissariato Prati hanno arrestato per possesso di artifizi ed anche per resistenza a pubblico ufficiale un tifoso del Napoli, D.D. di 20 anni, giunto allo stadio verso la fine del primo tempo. Infine prima dell'incontro e' stato arrestato un tifoso della Roma, C.G. di 23 anni, sorpreso a rapinare un altro tifoso nei pressi dello Stadio.
Viste le premesse, il gran finale in serata non poteva non mancare. Alla Stazione Termini ci sono stati numerosi tafferugli tra tifosi napoletani e forze dell'ordine, dove c'è stata anche l'esplosione di un grosso petardo che ha costretto alla fuga numerosi ignari passeggeri. Mentre i tifosi si stavano dirigendo al binario 16 della stazione hanno lanciato il petardo e si è vista la gente correre e scappare a gambe levate verso le uscite di via Giolitti e via Marsala. I tafferugli sono scoppiati, secondo quanto si e' appreso, perche' i supporter partenopei non vogliono pagare il biglietto del treno. Essi sono circondanti della forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa e spesso, ci sono brevi e violenti contatti. In uno di questi, un tifoso è rimasto ferito ad una mano. Il primo treno è partito verso le 21.40. Ora sono giunti altri mille sostenitori partenopei alla stazione Termini. In attesa della partenza, polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa tra il binario 16 e il binario 19, le forze dell'ordine (come novelli legionari romani) sbattono i manganelli contro gli scudi in segno di avvertimento per evitare che i tifosi comincino a spingere il cordone. Tifosi, state buoni se potete!
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)

Roma-Napoli:quattro ferrovieri contusi a Napoli Centrale

I tifosi giunti a Termini: «Spacchiamo tutto»

Un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha imposto alle Ferrovie dello Stato, per motivi di ordine pubblico, la partenza alle ore 12.29 dalla stazione di Napoli Centrale del treno Intercity Plus 520 Napoli - Torino con i tifosi del Napoli diretti a Roma. Lo ha comunicato Trenitalia. Il convoglio è stato assediato per ore dai tifosi che hanno creato disagi e tensioni: sono stati contusi quattro ferrovieri. In un comunicato, Trenitalia ha ricostruito i fatti sottolineando che il convoglio era stato bloccato a Napoli Centrale dalle intemperanze di numerosi tifosi che volevano prendere il treno per Roma senza sottoporsi ai controlli della Polizia per verificare se avessero effettivamente i biglietti. In mattinata si sono poi aggiunti altri, provocando disordini e disagi in tutta la stazione. I tafferugli hanno raggiunto il culmine quando un folto gruppo, privo del biglietto di viaggio, ha tentato di salire in treno dopo aver forzato i cordoni di controllo predisposti dalle Ferrovie dello Stato, in stretta collaborazione con le Forze dell'ordine. Ciò ha provocato la contusione dei quattro dipendenti delle Fs.
Giunti alla stazione romana di Termini, i tifosi del Napoli hanno acceso fumogeni e due grossi petardi. Scesi dal treno hanno percorso correndo un corridoio di forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Molti, con i volti coperti da fazzoletti hanno gridato slogan offensivi, tra cui, ''Roma m...'', o ''Spacchiamo tutto'', hanno acceso i fumogeni ed i petardi ed innalzato bastoni di plastica e di legno. Il loro passaggio nella stazione Termini, durato in tutto una decina di minuti, e' stato immortalato da molti turisti che dal primo piano, a distanza di sicurezza, hanno scattato moltissime foto, osservando la scena con espressioni sbigottite ed incredule.
Marco Liguori
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il pallone in confusione

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