Il primo cittadino a Radio Marte: «Ce l'hanno con De Laurentiis». D'accordo con la tesi del "trappolone" anche gli ultras azzurri
La tesi della trappola ai tifosi del Napoli è ipotizzata anche dal primo cittadino di Napoli, Rosa Iervolino Russo. Il sindaco ha dichiarato dai microfoni dell'emittente napoletana Radio Marte Stereo che «le decisioni prese sono state ingiuste; occorre punire chi delinque ma non si può impedire a tante persone perbene di seguire la propria squadra del cuore. Non so se sia stata una trappola o meno ma non posso escluderlo». La sindaca ha un sospetto: «Ce l'hanno con De Laurentis. Aurelio è stato coraggiosissimo a prendere il Napoli in un momento di grande difficoltà portandolo a livelli internazionali. E' chiaro che ci sia invidia verso di lui, per quello che è riuscito fare. Voglio dire al presidente del Napoli di non mollare perchè la città ha bisogno di lui».
Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, invece auspica un ripensamento del numero uno azzurro. «Il presidente De Laurentis non metterà in atto il proposito - ha affermato Abete - di abbandonare il mondo del calcio». Nel corso della conferenza stampa a Pordenone, prima della partita Italia-Georgia, Abete ha ribadito che il calcio italiano ha bisogno «di dirigenti capaci, appassionati che proiettino il loro territorio in un contesto nazionale e internazionale, esattamente com'è riuscito a fare, in così poco tempo, il presidente del Napoli». Abete ha però aggiunto che «è chiaro che la dirigenza rimane soltanto se ci sono comportamenti virtuosi da parte dei supporter. Resta se pensa che i delinquenti non rovinino l'immagine e l'equilibrio societario».
Il sospetto del "trappolone" (com'era stato definito a "il pallone in confusione" dall'avvocato Lorenzo Contucci) serpeggia anche tra la tifoseria organizzata azzurra. Un ultras ha dichiarato all'Ansa di non sapere «ancora cosa faremo domenica, siamo ancora disorientati perchè non credo che per 3600 persone debbano pagare due curve di 30mila persone». C'è grande amarezza per la decisione del Giudice sportivo, Giampaolo Tosel, di chiudere le due curve in occasione di Napoli-Fiorentina di domenica prossima. Alessandro, uno dei responsabili del gruppo ultrà racconta che «Su quel treno c'erano persone che assistono alle partite non solo dalle curve ma anche dai distinti e dalle tribune e persone che mai sono state allo stadio. Riteniamo che sia stata fatta un'ingiustizia alla gente di Napoli, al popolo visto che nelle curve ci va chi non ha troppe possibilità economiche». Per fare maggiore luce sui fatti e i danneggiamenti causati sull'Intercity Plus Napoli-Torino, partito dal capolugo campano con tre ore di ritardo, Alessandro chiede che «il Napoli dovrebbe documentarsi ascoltando chi era su quel treno. Non ci saremmo mai sognati di bruciarci la possibilità di poter seguire la squadra. E' stato messo in campo un disegno contro di noi, è una trappola. Non siamo delinquenti ma persone prigioniere di una fede senza misura».
Intanto l'avvocato della società azzurra, Mattia Grassani, ha chiesto la chiusura di una sola curva in modo da poter sistemare nell'altra i circa 12mila abbonati dei due settori popolari. Soluzione che fu adottata dall'Atalanta quando incorse nella squalifica della curva del proprio stadio. In questo modo, il Napoli potrà evitare gli eventuali ricorsi ai tribunali ordinari degli abbonati, cui potrebbero chiedere il rimborso del prezzo pagato.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
cronache dalla casta del calcio con varie ed eventuali
quotidiano telematico
la balle dans la confusion - the football in confusion - топка в неловко положение
den ball in verwirrung - la pelota en la confusión - a bola em confusão - der bal in verwarring
την μπάλα στη σύγχυση - мяч в путанице - 혼란에 공 - 混乱のボール - 球在混亂
Ricerca personalizzata
martedì 9 settembre 2008
Osservatorio: stop trasferta tifosi per Napoli-Fiorentina
Scongiurata la chiusura dello stadio San Paolo: la gara di Uefa col Benfica è però indicata a massimo rischio. Stesso divieto del Viminale anche per Fiorentina-Bologna e Inter-Catania
L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha indicato la partita di coppa Uefa Napoli-Benfica come gara a massimo livello di rischio. Adesso la palla passa al Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive che dovrà decidere quali provvedimenti dovranno essere adottati per questa partita.
Invece, è stato scongiurato la possibile chiusura del San Paolo per domenica prossima. Secondo il rappresentante Figc nell'Osservatorio, Antonio Di Sebastiano, è stato deliberato il divieto ai tifosi ospiti di recarsi in trasferta per Napoli-Fiorentina. Stesso provvedimento per Inter-Catania. Apertura, ma con limitazioni alla vendita dei biglietti, per Fiorentina-Bologna, salvo fatti emergenti. Anche in questo caso l'ultima parola spetta al Casms. Di Sebastiano ha spiegato che la proposta di vietare la trasferta dei tifosi catanesi a Milano è stata decisa per le difficoltà di gestione del rientro dei tifosi a Catania. E' stata inoltre proposta la chiusura alle tifoserie ospiti anche per Latina-Sora, Legnano-Pro Patria e Foggia-Cavese.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha indicato la partita di coppa Uefa Napoli-Benfica come gara a massimo livello di rischio. Adesso la palla passa al Comitato di analisi per la sicurezza nelle manifestazioni sportive che dovrà decidere quali provvedimenti dovranno essere adottati per questa partita.
Invece, è stato scongiurato la possibile chiusura del San Paolo per domenica prossima. Secondo il rappresentante Figc nell'Osservatorio, Antonio Di Sebastiano, è stato deliberato il divieto ai tifosi ospiti di recarsi in trasferta per Napoli-Fiorentina. Stesso provvedimento per Inter-Catania. Apertura, ma con limitazioni alla vendita dei biglietti, per Fiorentina-Bologna, salvo fatti emergenti. Anche in questo caso l'ultima parola spetta al Casms. Di Sebastiano ha spiegato che la proposta di vietare la trasferta dei tifosi catanesi a Milano è stata decisa per le difficoltà di gestione del rientro dei tifosi a Catania. E' stata inoltre proposta la chiusura alle tifoserie ospiti anche per Latina-Sora, Legnano-Pro Patria e Foggia-Cavese.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Questa sera "il pallone in confusione"ad Antenna 3
Stasera alle 20.30 sarò ospite ad Antenna 3 nel programma "Azzurro Italia"
Si può interagire tramite l'email calcio@azzurroitalia.it
Tumulti dopo morte Gabriele Sandri: Pm chiede 20 rinvii a giudizio
Il magistrato romano Pietro Saviotti ha ipotizzato dieci reati per gli imputati
Pugno di ferro della magistratura per i tumulti seguiti a Roma nel giorno in cui fu ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri, l'11 novembre 2007, in un'area di servizio della A1 presso Arezzo. La procura di Roma ha infatti richiesto stamattina il rinvio a giudizio di venti persone riguardo, in un'area di se all'inchiesta su una struttura criminale formata da soggetti di estrema destra e ultrà. I reati ipotizzati dal Pubblico ministero Pietro Saviotti, a seconda delle posizioni degli imputati, sono ben dieci: associazione per delinquere, lesioni, invasione di terreni o edifici, tentato incendio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio, violazione della legge sulle armi, danneggiamento. L'udienza preliminare è stata fissata al prossimo 20 ottobre.
Tra i numerosi fatti addebitati a vario titolo sono stati inclusi gli assalti alla caserma della Polizia "Maurizio Giglio", di via Guido Reni, a quella dell'ex commissariato Porta del Popolo, della Bulgarella, sede del reparto carabinieri Segredifesa e alla stazione di Ponte Milvio, i danneggiamenti alle porte di accesso e agli arredi interni del Coni. Oltre a questi episodi, sono stati addebitati anche l'irruzione al concerto della Banda Bassotti nel parco di Villa Ada del 29 giugno, quando vennero feriti alcuni spettatori, il tentato incendio di una baracca in un campo nomadi in via Walter Procaccino «per finalità di xenofobia nei confronti dei cittadini romeni», l'occupazione di un immobile dell'Atac in viale Etiopia, l'incursione da persone travisate e armate di spranghe, manganelli telescopici in ferro e bottiglie di vetro, nel locale "Sally Brown", in via degli Etruschi, nel corso della quale vennero prelevati numerosi compact disc, cimeli calcistici e altri oggetti.
Marco Liguori
lunedì 8 settembre 2008
"il pallone in confusione" stasera alle 19 su Telelombardia sulla chiusura curve del San Paolo
Questa sera alle ore 19 parlerò in collegamento su Telelombardia riguardo alla chiusura delle curve dello Stadio San Paolo. Per i telespettatori che non sono della Lombardia, potranno collegarsi sul canale 901 della piattaforma Sky.
Marco Liguori
«Le curve chiuse? E’ una sentenza ingiusta e inappropriata contro il Napoli»
Il noto esperto di diritto sportivo, l’avvocato Domenico Latino, spiega a “il pallone in confusione” che la decisione del giudice sportivo non risolve il problema della violenza negli stadi
«La sentenza è ingiusta, inappropriata e non aiuta a risolvere il problema della violenza negli stadi. Inoltre, la norma sulla responsabilità oggettiva delle società va radicalmente riformata perché espone le società calcistiche ai ricatti della cosiddetta “tifoseria organizzata”». Così Domenico Latino, noto avvocato milanese esperto di diritto sportivo, esprime le sue critiche a “il pallone in confusione” riguardo alla sentenza del Giudice sportivo Giampaolo Tosel, che ha stabilito la chiusura delle curve dello stadio San Paolo dopo i disordini della partita Roma-Napoli. Latino aggiunge che «è umanamente e moralmente comprensibile lo sfogo del presidente Aurelio De Laurentiis di voler lasciare il mondo del calcio». Il legale preannuncia che oltre al danno della sentenza della giustizia sportiva, il Napoli potrebbe subire anche la beffa dei ricorsi degli abbonati: proprio poco fa è stata diffusa la notizia che, Carlo Cincotti, avvocato partenopeo sottoscrittore di un abbonamento in curva B, ha annunciato ricorso al Tar.
Avvocato cosa accade con questo provvedimento di chiusura delle curve all’impianto di Fuorigrotta?
«Ho letto poco fa la sentenza e se ne deduce che gli ultrà irrispettosi del vivere civile e fomentatori di violenza si potranno tranquillamente annidare nelle altre parti aperte dello stadio San Paolo. Il giudice sportivo ha penalizzato in modo eccessivo la società, senza poter ottenere l’effetto preventivo di cui parla».
Questa sentenza è figlia della responsabilità oggettiva?
«Ormai questa disposizione è completamente anacronistica. Paradossalmente questa norma avrebbe dovuto essere un deterrente: invece, la persistenza di fatti di violenza la fa diventare inutile e nociva. Andrebbe rivista poiché alcune frange di tifosi, che probabilmente non lo sono poiché sono forse delinquenti comuni, con i loro atti violenti potrebbero alzare il tiro per ricattare le società».
Può spiegarsi meglio?
«Questi facinorosi potrebbero dire alle società: visto che sei sotto scacco delle penalizzazioni sportive, o ci date ciò che vogliamo oppure rincariamo le azioni violente. Per questo motivo, la norma è paradossalmente pericolosa perché potrebbe mettere ancora più in difficoltà le società. Queste ultime non possono impedire scontri e tafferugli che iniziano fuori dello stadio, com’è successo nella domenica di Roma – Napoli nelle stazioni di Napoli Centrale e Roma Termini: i club non hanno poteri di intervento nell’ordine pubblico e non è loro compito gestirlo».
Sarebbe più opportuno stabilire lo svolgimento di una gara a porte chiuse?
«Sarebbe più logica, poiché gli stadi sono eventualmente i luoghi dove si possono maggiormente commettere atti di violenza. Di conseguenza, si impedisce a tutto il pubblico complessivamente di entrare allo stadio e ai tifosi scalmanati di creare disordini. Ma se, come nel caso del Napoli, si chiude soltanto una parte dello stadio, si spingono i delinquenti a dirigersi verso i distinti e le curve per agire indisturbati: è un’assurdità».
Si corre anche il rischio che, con la chiusura delle curve, gli abbonati si rivalgano sulla società?
«Certo, lo potranno fare. In questo caso scatta la responsabilità oggettiva piena: il Napoli ha venduto un servizio che, per problemi della società, il tifoso non può usufruirne. Quindi, quest’ultimo può chiedere il rimborso. Anche questo è un altro aspetto paradossale della sentenza del Giudice sportivo: oltre a penalizzare la società, diminuendo la capienza del San Paolo e la possibilità di vendere biglietti, non si dà la possibilità agli abbonati che si comportano correttamente di poter vedere lo spettacolo calcistico».
Dunque, oltre al danno anche la beffa?
«Esatto».
Adesso l’Osservatorio delle manifestazioni sportive potrebbe ancora infierire sul Napoli?
«Dopo il divieto di trasferta dei tifosi napoletani, l’organismo del Viminale, che è competente solo per le questioni di ordine pubblico, potrebbe impedire ai sostenitori ospiti di venire al San Paolo. Potrebbe quindi accadere che il Napoli giocherà in casa solo davanti ai propri tifosi, ma quando gioca fuori di non avere il loro sostegno».
Dopo la sentenza, ha ragione De Laurentiis a mollare tutto?
«E’ molto comprensibile poiché da un lato c’è una frangia di tifosi che vuole fare di tutto per far precipitare Napoli e il Napoli nei problemi. Va detto che la parte di tifoseria corretta che non denuncia quelli facinorosi per metterli in condizione di non nuocere. Inoltre, il sistema dell’ordine pubblico e quello della giustizia sportiva sono totalmente inadeguati: sembra che vogliano gettare le colpe unicamente contro la città e la sua squadra. Ciò è ingiusto: Napoli ha i suoi problemi, ma sotto l’aspetto della violenza presenta gli stessi problemi di Milano, Torino, Firenze e Roma e di altre piazze calcistiche».
Cosa bisognerebbe fare?
«Queste frange di esagitati dovrebbero essere individuati, come accade in Inghilterra, e collocati sin dal sabato sera in un luogo dove siano messi in condizioni di non nuocere fino al lunedì mattina. In modo tale che la domenica non possano andare negli stadi per sfasciare tutto»
Marco Liguori
Avvocato cosa accade con questo provvedimento di chiusura delle curve all’impianto di Fuorigrotta?
«Ho letto poco fa la sentenza e se ne deduce che gli ultrà irrispettosi del vivere civile e fomentatori di violenza si potranno tranquillamente annidare nelle altre parti aperte dello stadio San Paolo. Il giudice sportivo ha penalizzato in modo eccessivo la società, senza poter ottenere l’effetto preventivo di cui parla».
Questa sentenza è figlia della responsabilità oggettiva?
«Ormai questa disposizione è completamente anacronistica. Paradossalmente questa norma avrebbe dovuto essere un deterrente: invece, la persistenza di fatti di violenza la fa diventare inutile e nociva. Andrebbe rivista poiché alcune frange di tifosi, che probabilmente non lo sono poiché sono forse delinquenti comuni, con i loro atti violenti potrebbero alzare il tiro per ricattare le società».
Può spiegarsi meglio?
«Questi facinorosi potrebbero dire alle società: visto che sei sotto scacco delle penalizzazioni sportive, o ci date ciò che vogliamo oppure rincariamo le azioni violente. Per questo motivo, la norma è paradossalmente pericolosa perché potrebbe mettere ancora più in difficoltà le società. Queste ultime non possono impedire scontri e tafferugli che iniziano fuori dello stadio, com’è successo nella domenica di Roma – Napoli nelle stazioni di Napoli Centrale e Roma Termini: i club non hanno poteri di intervento nell’ordine pubblico e non è loro compito gestirlo».
Sarebbe più opportuno stabilire lo svolgimento di una gara a porte chiuse?
«Sarebbe più logica, poiché gli stadi sono eventualmente i luoghi dove si possono maggiormente commettere atti di violenza. Di conseguenza, si impedisce a tutto il pubblico complessivamente di entrare allo stadio e ai tifosi scalmanati di creare disordini. Ma se, come nel caso del Napoli, si chiude soltanto una parte dello stadio, si spingono i delinquenti a dirigersi verso i distinti e le curve per agire indisturbati: è un’assurdità».
Si corre anche il rischio che, con la chiusura delle curve, gli abbonati si rivalgano sulla società?
«Certo, lo potranno fare. In questo caso scatta la responsabilità oggettiva piena: il Napoli ha venduto un servizio che, per problemi della società, il tifoso non può usufruirne. Quindi, quest’ultimo può chiedere il rimborso. Anche questo è un altro aspetto paradossale della sentenza del Giudice sportivo: oltre a penalizzare la società, diminuendo la capienza del San Paolo e la possibilità di vendere biglietti, non si dà la possibilità agli abbonati che si comportano correttamente di poter vedere lo spettacolo calcistico».
Dunque, oltre al danno anche la beffa?
«Esatto».
Adesso l’Osservatorio delle manifestazioni sportive potrebbe ancora infierire sul Napoli?
«Dopo il divieto di trasferta dei tifosi napoletani, l’organismo del Viminale, che è competente solo per le questioni di ordine pubblico, potrebbe impedire ai sostenitori ospiti di venire al San Paolo. Potrebbe quindi accadere che il Napoli giocherà in casa solo davanti ai propri tifosi, ma quando gioca fuori di non avere il loro sostegno».
Dopo la sentenza, ha ragione De Laurentiis a mollare tutto?
«E’ molto comprensibile poiché da un lato c’è una frangia di tifosi che vuole fare di tutto per far precipitare Napoli e il Napoli nei problemi. Va detto che la parte di tifoseria corretta che non denuncia quelli facinorosi per metterli in condizione di non nuocere. Inoltre, il sistema dell’ordine pubblico e quello della giustizia sportiva sono totalmente inadeguati: sembra che vogliano gettare le colpe unicamente contro la città e la sua squadra. Ciò è ingiusto: Napoli ha i suoi problemi, ma sotto l’aspetto della violenza presenta gli stessi problemi di Milano, Torino, Firenze e Roma e di altre piazze calcistiche».
Cosa bisognerebbe fare?
«Queste frange di esagitati dovrebbero essere individuati, come accade in Inghilterra, e collocati sin dal sabato sera in un luogo dove siano messi in condizioni di non nuocere fino al lunedì mattina. In modo tale che la domenica non possano andare negli stadi per sfasciare tutto»
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)
Lo sfogo di De Laurentiis: «Basta, mollo tutto e vado via»
Clamorosa dichiarazione a caldo del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis subito dopo la notizia della chiusura delle curve decisa dal Giudice Sportivo. In diretta dai microfoni dell'emittente napoletana Radio Marte il numero uno azzurro, raggiunto telefonicamente, ha affermato: «Ora basta, a questo punto mollo tutto e vado via». Il Napoli potrebbe comunque ricorrere in appello contro la decisione di Tosel.
Marco Liguori
Iscriviti a:
Post (Atom)
il pallone in confusione
Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori
Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.
Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati
Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati