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sabato 24 gennaio 2009

Ritocchi alla nave Genoa, grandi lavori nel cantiere Samp

Alla formazione rossoblù di Gasperini occorrerebbe un "vice Milito" e un centrocampista "rubapalloni". Al Doria mancherebbe ancora un uomo d’ordine a centrocampo e uno in difesa

Strategie diverse nel calciomercato invernale sotto la Lanterna. Per il Genoa si attendono soltanto alcuni ritocchi al suo scafo, irrobustito dopo la consistente campagna di 12 acquisti e 14 cessioni che è molto ben riuscita a giudicare dal quarto posto in classifica. Invece la Sampdoria è entrata in bacino di carenaggio per le necessarie riparazioni: se è stata soddisfacente la sua navigazione in Coppa Uefa, dove è approdata ai sedicesimi contro i sorprendenti ucraini del Metalist, non è stata altrettanto convincente quella in campionato dove occupa la quindicesima posizione a cinque punti dalla zona retrocessione.
Sulla sponda genoana non si attendono particolari arrivi col "botto". A meno che "l’ammiraglio" Preziosi, vista la necessità di trovare un "vice Milito", non voglia pensare a Saviola in rotta con il Real. Secondo il sito Transfermarkt.de la sua quotazione iniziale di mercato non è particolarmente cara, pari a 5 milioni, anche a causa del fatto che ha giocato in Liga appena 172 minuti: però la squadra madrilena probabilmente alzerà la posta al richiedente. Ad ogni modo, una delle idee della dirigenza del grifone è la ricerca di un sostituto del "Principe", o quanto meno di un altro attaccante da schierare titolare in modo opposto a Sculli: le voci di mercato hanno riferito del viola Semioli, ma non sembrano concretizzarsi. Negli ultimi anni la società rossoblù ha preferito pescare in Sudamerica i giocatori del reparto offensivo: era spuntata la pista Barrios, poi affievolitasi. In Argentina ci sono due nomi "papabili": il 21enne Viatri, capocannoniere con 7 reti del Boca Juniors nel torneo Apertura, quotazione 1,8 milioni, e quello (sempre con 7 gol) dell’Independiente Avellaneda, Nuñez (nella foto), di 24 anni. Le trattative di questa punta, che spazia di frequente la sua posizione da sinistra a destra del fronte d’attacco, partono da 2,1 milioni. Cifre non impossibili.
Un’altra esigenza del Genoa riportata da "radio mercato", forse con una priorità più alta, è quella di rintracciare un centrocampista capace di recuperare palloni e di contrastare la manovra avversaria. Ecco spiegato il possibile interesse verso Donadel, su cui c’è anche il Parma. La sua quotazione di mercato è di 9 milioni: forse potrebbe arrivare a fine stagione, visto che il contratto scadrà il 30 giugno prossimo. Ma c’è anche la pista Pelè: il 21enne giocatore del Porto, che ha giocato appena 23 minuti in campionato e 35 in Champions, potrebbe essere l’elemento di peso ideale per il settore mediano. La sua base d’asta è di 5 milioni. In difesa, il Genoa dovrà sciogliere il rebus Potenza (valore iniziale 1,5 milioni): Gasperini lo utilizzato solo per 199 minuti.
Intanto fervono i lavori nel cantiere navale Sampdoria, La campagna di rafforzamento "son palanche", come avrebbe detto il grande attore genovese Gilberto Govi: ma adesso "l’armatore" Garrone ha deciso di investire nella squadra. Dopo l’arrivo di un attaccante di peso, Pazzini (acquistato a 8 milioni, ne varrebbe già 10 milioni secondo Transerfmarkt.de), e di un buon difensore, Raggi, ci sono altre due esigenze. La prima è quella di trovare un altro difensore, dopo l’infortunio di Accardi. La società si starebbe orientando sul 31enne Zauri (in prestito dalla Lazio alla Fiorentina, valutazione iniziale 4 milioni) e a un eventuale scambio, come riporta Sampdorianews, tra il difensore Pratali dal Torino con il centrocampista Stankevicius. Forse al Doria potrebbe servire un giocatore che sappia ordinare la difesa: da Israele corre voce che il roccioso centrale nazionale bulgaro Topuzakov si sarebbe stancato di giocare nell’Hapoel Tel Aviv, dove ha disputato la Coppa Uefa. Potrebbe indossare la maglia blucerchiata per una somma probabilmente non elevata. Per adesso, come riporta ancora Sampdorianews.net, arriva dal Cesena in comproprietà Regini, un ventenne per il reparto arretrato.
"Radio mercato" riporta anche la necessità per la società blucerchiata di un uomo d’ordine per il centrocampo. Il titolare nel ruolo, Palombo, è reduce da un lungo infortunio e non è ancora in perfette condizioni fisiche. Sammarco, che avrebbe potuto sostituirlo, ha finora deluso le aspettative. Sul mercato i "registi" sono merce rara e chi ce li ha se li tiene molto stretti: come ad esempio il corteggiatissimo atalantino Cigarini, che presenta un prezzo iniziale di 7 milioni. Forse Marotta starà pensando a qualche alternativa estera. Si parla anche di Mozart (valore iniziale 3,8 milioni), ma sul giocatore dello Spartak Mosca insiste anche il Torino.
Marco Liguori
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Amarcord 07/08: Genoa 2 Catania 1 (da You tube)

Genova, stadio "Luigi Ferraris", domenica 3 febbraio 2008 ore 15
21a giornata campionato Serie A 2007/08

GENOA-CATANIA 2-1
GENOA: Scarpi; Konko, Bovo, Santos Criscito; M.Rossi (34' st Lucarelli), Paro, Juric, Danilo; Borriello (39' st Sculli), Figueroa (29' st Di Vaio). In panchina: Lanza, Ghinassi, Danilo, Vanden Borre. Allenatore: Gasperini
CATANIA: Polito; Sardo, Terlizzi, Stovini, Silvestri; Baiocco 6, Biagianti(8' st Izco), Tedesco (8' st Morimoto); Colucci, Spinesi (35' st Pià sv), Mascara . In panchina: G.Rossi, Gazzola, Sottil, Martinez. Allenatore. Baldini
ARBITRO: Velotto di Grosseto
RETI: 14' pt Danilo, 14' st Bovo (autogol), 27' st Borriello (rigore)
NOTE: giornata serena, terreno in brutte condizioni. Spettatori: Ammoniti: Colucci, Stovini, Biagianti, Baiocco. Angoli: 6-2 per il Catania. Recupero: 1' pt, 3' st.

Immagini Rai tratte da You tube

Amarcord 89/90: Napoli 3 Roma 1 (da You tube)

Napoli, stadio "San Paolo", 18 febbraio 1990
25a giornata campionato serie A 1989/90

NAPOLI-ROMA 3-1 (primo tempo 0-1)
Napoli: Giuliani, Ferrara, Corradini, Crippa, Alemao, Baroni (76° Bigliardi), Fusi (59° Mauro II), De Napoli, Careca, Maradona, Carnevale I. (12 Di Fusco, 15° Zola) Allenatore: Bigon.
Roma: Cervone, Tempestilli, Nela, Pellegrini III, Berthold, Comi, Gerolin, Di Mauro, Voller, Giannini, Rizzitelli (59° Piacentini). (12 Tontini, 14 Impalloneni, 15 Cucciari, 16 Baldieri).
Arbitro: Luci di Firenze
Reti: 4' Nela, 53' Maradona, 62' Careca, 72' Maradona

Immagini Rai tratte da You tube

Amarcord 88/89: Lecce-Torino 3-1 (da You tube)

Lecce, stadio "Via del mare", 25 giugno 1989 ore 16.30
34a giornata campionato serie A 1988/89

LECCE - TORINO 3-1 (primo tempo 1-0)
Lecce: Terraneo, Garzya (al 55' Miggiano), Baroni, Enzo, P.Benedetti, Vanoli, Moriero, Barbas, Pasculli, Levanto, Paciocco (all'85' Nobile). A disposizione: Negretti, Monaco W., Vincze. All.: Mazzone.
Torino: Marchegiani, Ferri, Farris, S.Benedetti, Cravero, Sabato, Skoro (al 33' Comi), Rossi, Muller, Fuser, Edu (al 55' Carbone). A disposizione: Lorieri, Brambati, Gallaccio. All.: Vatta.
Arbitro: Magni di Bergamo.
Reti: P.Benedetti 32' (L), Barbas 61' (L), Fuser 66' (L), Paciocco 74' (L)
Spettatori: 27.557 di cui 22.457 paganti e 5.100 abbonati.
Note: Ammoniti Sabato, Barbas, Paciocco, Moriero e Rossi. Espulso Ferri al 76' Il Torino retrocede in serie B per la seconda volta nella sua storia. All'aeroporto di Brindisi una comitiva di tifosi granata in attesa di tornare a Torino ha contestato ferocemente la squadra accolta a in malo modo all'arrivo nella notte a Caselle.
Dati tratti da www.archiviotoro.it

Immagini Rai tratte da You tube

venerdì 23 gennaio 2009

Perché Mansour non ha comprato una squadra italiana

Scarsi ricavi, stadi inospitali, normative contro la violenza ancora largamente inapplicate, abbondanza di leggi ad hoc e sanatorie per chi viola le regole: sono solo alcuni dei motivi che scoraggiano gli investitori esteri ad acquistare le società di calcio nostrane

di Tito Boeri e Fausto Panunzi

Ha offerto una cifra astronomica per il milanista Kakà. Ma allo sceicco costerebbe di meno acquistare un'intera squadra italiana. Non lo fa perché l'industria del calcio riproduce gli stessi fattori che allontano gli investitori esteri dalle aziende italiane. Ci sono le tifoserie organizzate che esigono una sorta di pizzo. Le normative sono complesse, inapplicate o comunque arbitrarie, esponendo gli stranieri a rischi difficilmente ponderabili. Abbondano leggi ad hoc e sanatorie per chi viola le regole. E poi c'è l'endemico conflitto di interessi del nostro paese.
Kakà resta al Milan! I tifosi milanisti (tra cui uno di noi) sono felicissimi perché si aspettavano che Kakà e il Milan non resistessero di fronte ai 110 milioni di euro che lo sceicco Mansour Bin Zayed (nella foto) aveva offerto al Milan e i 15 milioni l’anno promessi all’asso brasiliano. Lo sceicco si è consolato, si fa per dire, comprando Bellamy dal West Ham e si consolerà con altre offerte tra gennaio e l’estate. Ma c’è una domanda che nessuno sembra essersi posto: perché lo sceicco Mansour, invece di comprare un solo giocatore in Italia, non acquista un’intera squadra italiana? Gli costerebbe molto di meno e sarebbe una squadra in gran parte già fatta, cui apportare solo alcuni ritocchi per essere ben più competitiva del Manchester City. Per fare un esempio, la capitalizzazione di borsa della Juventus è di 170 milioni, quella della Roma di 85 milioni mentre la Lazio capitalizza solo 27 milioni. Le altre squadre non sono quotate in Borsa, ma il loro valore di mercato (in Italia coincide quasi solo con il parco giocatori) è probabilmente ancora più basso. Lo sceicco potrebbe fare shopping alla grande in Italia, di squadre prima ancora di giocatori, se solo lo volesse. Per la gioia di molti tifosi (uno di noi gli suggerisce caldamente l’acquisto del grande Toro).
Perché allora non lo fa? Ci sono due ragioni per le quali si acquista una società di calcio.

I RICAVI DELLE SQUADRE DI CALCIO IN ITALIA: UN TERNO AL LOTTO
La prima è quello più ovvia: per fare soldi. E’ vero, come ci ricordava un recente articolo del Corriere della Sera che alcune società inglesi non se la passano bene. La più prestigiosa, la squadra campione del mondo in carica, il Manchester United ha un indebitamento di 770 milioni di euro. Inoltre fronteggia la prospettiva di perdere il suo sponsor, la compagnia assicurativa AIG travolta dalla recente crisi finanziaria. Ancor peggio è messo il Chelsea, con un debito di 935 milioni di euro e un proprietario, Abramovich, che sembra essersi stancato di investire nel calcio. Anche Liverpool, Newcastle e il West Ham allenato da Zola sono in grave crisi. Ma se le squadre inglesi fanno scarsi guadagni, quelle italiane sono messe anche peggio. Per tante ragioni. L’ad del Milan Adriano Galliani ricorda spesso il regime fiscale che in Italia rende il “costo del lavoro” (gli ingaggi delle superstar) più elevato che nel resto d’Europa. Ma questo non è l’unico fattore di svantaggio competitivo. Di fronte a ingaggi fissati sul mercato internazionale, il calcio italiano ha debolezze nazionali sul lato dei ricavi. Gran parte delle entrate dei club viene dai diritti televisivi. In Italia le squadre di calcio ormai vivono solo di questi. Le loro fortune dipendono da trattative complesse, dall’esito molto incerto. Questo espone la proprietà a rischi più forti che altrove. In Inghilterra c’è molta più diversificazione nelle entrate: biglietti dello stadio, merchandising, sponsor e gestione degli stadi garantiscono fino al 70 per cento delle entrate. In Italia, stadi vecchi e poco ospitali scoraggiano la presenza di spettatori, specie durante i mesi invernali. Gli stadi non sono di proprietà dei club (solo la Juve si sta costruendo il suo) e ciò impedisce di ottenere ricavi derivanti dalla visita dell’impianto: al Bernabeu, per esempio, si fa la coda per visitarlo ogni giorno dell’anno. Il merchandising ha un valore ridotto dalla massiccia presenza di gadget “taroccati”, come accade del resto per la maggiore parte dei capi di abbigliamento di marca in Italia. In più, le squadre di calcio italiane sono spesso ostaggio della cosiddetta tifoseria organizzata, talvolta vere e proprie associazioni a delinquere che minacciano con le loro violenze di causare danni irreparabili ai patrimoni delle società. La timidezza con cui i presidenti delle squadre ricattate reagiscono alle violenze degli ultras, il fatto che ogni ministro degli Interni di turno faccia la voce grossa, ma le normative contro la violenza negli stadi siano ancora largamente inapplicate, garantendo un regime di impunità a ben identificabili bande di criminali, sono la dimostrazione evidente di questa malattia endemica del calcio italiano. Anche altrove ci sono i violenti, gli hooligans. Ma da noi la violenza è meno individuale; è organizzata per il conseguimento di fini economici, come la vendita dei biglietti omaggio e di oggetti di merchandising.
Per anni, le squadre si sono barcamenate scambiandosi calciatori e iscrivendoli a bilancio con valutazioni nettamente superiori a quelle del mercato per realizzare plusvalenze, portando in nero bilanci effettivamente in rosso e lasciando poi in eredità ammortamenti (dunque costi di esercizio) elevati. Decreti come il salvacalcio, varato sotto il precedente governo di un presidente di squadra di calcio, offrivano poi alle società la possibilità di svalutare il patrimonio calciatori, riducendo in questo modo gli ammortamenti, senza essere costrette a ricapitalizzare o fallire.
Insomma, in tutta la sua specificità, l’industria del calcio riproduce gli stessi fattori che allontano gli investitori esteri dalle aziende italiane. Le tifoserie organizzate non saranno come la mafia, la camorra o la ndrangheta, ma anche loro, in qualche modo, esigono un pizzo. I diritti di proprietà non sono difesi in modo efficace. Si fanno leggi ad hoc e abbondano le sanatorie per chi viola le regole.

I RITORNI DI IMMAGINE
Quindi in Italia non si compra una squadra di calcio per ottenerne direttamente profitti. Nella maggior parte dei casi, le squadre di calcio sono comprate per una seconda ragione, cioè per beneficiare di ritorni di immagine, connessioni e influenza politica. La Juventus è appartenuta da sempre al gruppo controllato dalla famiglia Agnelli. Il Milan appartiene a un impero mediatico come quello controllato dalla famiglia Berlusconi. Il Torino è controllato da un gruppo editoriale relativamente piccolo, quello di Cairo. Il Napoli è di proprietà di un gruppo che opera nel settore dei media, quello del presidente De Laurentis. Poi ci sono i petrolieri, come Moratti, Sensi, Garrone, la cui attività è molto influenzata da decisioni politiche come le norme sulla protezione ambientale, le accise sulla benzina e le varie Robin e Gheddafi tax. E non dimentichiamo che anche i due gruppi al centro degli scandali finanziari di qualche anno fa, Parmalat e Cirio, avevano due squadre di calcio. A prima vista si potrebbe pensare che questi benefici privati siano di scarsa rilevanza. Ma quanto ha influito il fatto che Tanzi e Cragnotti fossero proprietari di Parma e Lazio nelle decisioni di finanziamento delle banche verso questi gruppi? E che impatto ha il fatto che la famiglia Sensi possieda la Roma nella gestione del rientro del debito verso Unicredit?
Un’altra semplice prova del fatto che i benefici privati non sono trascurabili sta nel fatto che il presidente Berlusconi non ha certo pensato di dare ascolto ai tifosi che gli suggerivano di vendere il Milan e non Kakà. Probabilmente Berlusconi si aspetta un danno di immagine più forte se dovesse vendere la sua squadra a uno sceicco, soprattutto dopo aver difeso a spada tratta l’italianità di Alitalia. E ieri sera ha trovato il tempo per collegarsi personalmente con il Processo di Biscardi, Sky Sport 24 e Sport Mediaset Premium, e forse con altre emittenti, per dare al popolo milanista la buona novella relativa alla permanenza di Kakà. L’annuncio della possibile cessione era stato invece delegato al fido Galliani che si è beccato le contestazioni dello stadio.
Ma questi benefici privati sono rilevanti soprattutto per operatori economici che già operano in Italia, che hanno rapporti con la politica italiana o con i gruppi bancari italiani. Per lo sceicco Mansour sono del tutto irrilevanti. Ecco perché preferisce investire i suoi soldi nella Premier League. Come gli americani che hanno già investito nel Manchester United e nel Liverpool. Invece a Roma stanno ancora ridendo dell’americano Joe Tacopina che di soldi ne aveva pochi, ma di confusione ne ha fatta tanta.
Tratto da La Voce.info

La battaglia di Banda Bagaj per San Siro "a misura di tifoso"

Continua la civile protesta dell'Inter Club. Riceviamo questa loro lettera e pubblichiamo

A quanto pare le “crisi” dell’Inter durano 2/3 giorni.
Mercoledì sera abbiamo assistito alla grandissima prestazione dei ragazzi e, considerando che si trattava di un ottavo di Coppa Italia, grandissima partecipazione di pubblico.
Ma noi non siamo la gazzetta dello sport e ci tocca parlare di altro:

CAPITOLO 1
apprendiamo in questo momento che l’Inter si scusa…ops, si dice dispiaciuta per l’accaduto(ore e ore di coda per acquistare un biglietto presso le biglietterie dello stadio).
Noi su questo ci limitiamo a dirvi: andate a leggervi la mail che trovate in allegato e date un occhio a queste foto.
Forse era prevedibile e chi ha scritto quella mail, lo aveva previsto. CHE GENIO!!! J
CARISSIMO RESPONSABILE DELLE BIGLIETTERIE…
FOTO:
Questa e’ stata scattata alle 20,45. Esattamente nello stesso momento in cui veniva fischiato il calcio di inizio:









Questa invece e’ stata scattata esattamente un’ora dopo, alle 21.45, esattamente nello stesso momento in cui veniva fischiato l’inizio del 2° TEMPO :-O

Siamo a conoscenza di testimonianze, fatte da nostri soci e non (che ci hanno raggiunto proprio all’inizio del 2° tempo), che in 2 ore (due ore) di coda hanno visto centinaia e centinaia di tifosi abbandonare le code e tornare a casa imprecando:
-ma che cavolo ci regalano i biglietti a fare se poi ce li danno a fine partita?
-ecco la solita società disorganizzata
-Presidente Moratti, ma è obbligatorio dare incarichi così importanti a incompetenti: non sarebbe meglio utilizzare delle persone competenti e capaci?
chiaramente le dichiarazioni erano un pochino più pesanti ma vogliamo evitare volgarità.

CAPITOLO 2:
CARISSIMO RESPONSABILE PREZZI BIGLIETTI STADIO…
Ieri sera in occasione di un ottavo di tim cup, con un freddo porco, con la partita trasmessa in chiaro dalla tv, cosa ti fa il popolo nerazzurro!!!
Si presenta in massa allo stadio. E così, invece dei canonici 2 o 3 mila spettatori, ci ritroviamo in quasi 30.000, roba mai vista neanche in champions league.
Che sia solo una coincidenza che in champions league per un biglietto di curva ci vogliono 54.000 lire e invece ieri sera ci volevano solo 4 € ???
(noi usiamo lire o euro in base a come suona meglio, ma la sostanza non cambia).
Stai a vedere che i tanto maltrattati tifosi nerazzurri sono attaccati alla squadra molto di più di quello che si vuol far credere.
Forse chi attacca i tifosi nerazzurri per questo motivo sarebbe il caso che leggesse più attentamente le nostre mail e chiedesse lumi al
carissimo responsabile prezzi biglietti stadio…
RICORDIAMO che una curva Inter costa 54.000 lire e quella Milan 34.000 lire. Un 3° anello Inter 22 € e 3° Milan 11 € (paghiamo il doppio)


CAPITOLO 3
CARISSIMO RESPONSABILE TIFOSI OSPITI
Sappiamo che in società c’è giustamente un atteggiamento particolarmente ospitale con i tifosi avversari, e che ritiene poco rispettoso posizionarli al 3° blu.
Noi da tempo lo riteniamo eccessivamente ospitale per diversi motivi:
a) perchè gli ospiti devono essere trattati meglio dei tifosi interisti che invece al 3° anello ci vanno e spesso spendendo la stessa cifra degli ospiti che vanno al 1° blu?
b) Perché in tutti gli stadi in cui andiamo veniamo sempre posizionati nei posti più scomodi
c) Visto che il responsabile delle biglietterie ha dovuto sbattere il muso più volte per rendersi conto dei pasticci che stava facendo (vedi il CAPITOLO 1) e che gli stessi mass media e tifosi gli avevano fatto notare, dobbiamo attendere che il lancio di oggetti da parte delle tifoserie avversarie nei confronti dei tifosi interisti del 2° blu, 1° arancio o 1° rosso sia causa di qualche ferito grave prima che vengano adottate le giuste misure preventive come lo spostamento al 3° anello?
d) Visto e considerato quanto al punto c), dobbiamo prendere atto che la società F.C. INTERNAZIONALE mette su un piano privilegiato gli ospiti a discapito dei tifosi interisti, in particolare di quelli al 2° blu che tra l’altro risultano quasi tutti iscritti al centro coordinamento inter club?
Altra foto:
Quello che vedete è il fumo di una bomba carta fatta esplodere ieri dai tifosi romanisti. Niente di grave, per carità. Ma se un nostro iscritto viene diffidato perché trovato al 2° blu (per appendere lo striscione dell’Inter club di cui è vice presidente) con un biglietto di tribuna arancio, a questo tizio cosa gli diamo? La pena di morte?!
Ah, anche ieri, abbiamo assistito all’ennesimo tentativo di bruciarci lo striscione da parte dei tifosi ospiti.

CAPITOLO 4
DIFFIDA
C'è chi sostiene che la diffida (ufficialmente motivata con quel biglietto di tribuna arancio) non sarebbe altro che una punizione di qualcuno per farci pagare la nostra battaglia contro il caro biglietti. Noi non ci crediamo e pensiamo che non sia altro che una manifestazione di incompetenza da parte di un incompetente (sarà mica ROSSONERO!?!) che da tempo sta remando contro i tifosi nerazzurri e contro la società F.C. INTERNAZIONALE. Beh, che vada a lavorare con Berlusconi se è tanto attaccato al Milan…
Restiamo in attesa di sapere se partirà la diffida, da quando e per quanto. Così poi, ci assicura l’avvocato, ci faremo delle gran belle risate (basta documentarsi sul nostro sito http://www.bandabagaj.it/).
Per la gioia di alcuni (pochi) di voi, stiamo valutando l’idea di smettere di scrivere…
… e di lasciare ai nostri iscritti la possibilità di farlo. Così qualcuno si renderà conto di quanto sia molto meglio ricevere le mail solo dal presidente e vicepresidente della BB piuttosto che da tutti i loro iscritti…
Chiudiamo con un sogno. Si ricorda Presidente Moratti? WE HAVE A DREAM…
Ma questa è una storia tra la Banda Bagaj e il Presidente Moratti che, cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare.

Un abbraccio a tutti
Inter club Banda Bagaj
info@bandabagaj.it

PS: invitiamo gli Inter club e tifosi tutti che invece di comunicare a noi tutto il loro disappunto su queste tematiche, sarebbe meglio che scrivessero direttamente agli interessati. Nel sito dell’inter trovate l’organigramma della società e come tutti sanno, l’indirizzo mail di questi signori è: nome.cognome@inter.it

Iniziativa del Genoa Club Red 'n Blue Ladies per le donne Saharawi

Riceviamo dall'Associazione Club Genoani e pubblichiamo

Stefano Rebora, Presidente Associazione Onlus “Music for Peace Creativi della Notte” accompagnerà Tina Ottolini e Patrizia Calabrese, rappresentanti del Genoa Club Red’n Blue Ladies sabato 23 Febbraio al campo profughi di Tinduf. Lo scopo è il recupero delle 1000 bandiere confezionate a mano dalle donne Saharawi, dell’ Escuela 27 de Febrero, in cui è nata una piccola cooperativa di sartoria, grazie alle macchine da cucire consegnate nel luglio 2007 e luglio 2008 dai volontari di Music for Peace. Il ritorno è previsto per mercoledì 28 gennaio all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova alle ore 17.50. I manufatti saranno venduti ai tifosi e il ricavato sarà consegnato, a vendita conclusa, alla delegazione di donne Saharawi. Al ritorno dal viaggio sarà indetta una conferenza stampa in cui si espliciteranno luogo e data della consegna monetaria.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a
Genoasamp.com email info@genoasamp.com
Associazione Club Genoani email pcaricci@yahoo.it
Leggi anche Genoa-Palermo: vendita in beneficenza bandiere Saharawi
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
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