CALCIO:GENOA-FIORENTINA;PARI TRA SPETTACOLO E POLEMICHE
GENOVA, 15 FEB - Spettacolo, gol, polemiche. Ce' un po' di tutto un questo pirotecnico 3 a 3 tra Genoa e Fiorentina, capace di entusiasmare prima i tifosi rossoblu', pronti a stropicciarsi gli occhi vedendo la loro squadra esaltarsi nel gioco e nella manovra e mettere sotto la diretta concorrente per la Champions addirittura di tre reti a zero, e poi i sostenitori viola, quasi increduli nell'assistere ad una rimonta fantastica che si e' conclusa proprio sul fischio finale. Spettacolo di gioco, soprattutto nel primo tempo, con un Genoa praticamente perfetto ed una Fiorentina annichilita dalle manovre precise, dai dialoghi quasi ad occhi chiusi, dalla corsa, dalla concentrazione dei rossoblu'; spettacolo di gol, con una tripletta di Mutu ed una quasi doppietta (due assist ed un rigore realizzato) di Milito; fuochi d'artificio di emozioni, per l'incantevole volo rossoblu' dei primi 56 minuti e per la disperata rincorsa viola, conclusa con il 3-3 e le proteste di diversi giocatori del Genoa innervositi con l'arbitro. A condizionare il risultato, alla fine dei conti, e' stata l'espulsione di Biava, per doppia ammonizione, gia' alla mezz'ora del primo tempo, sul risultato minimo a vantaggio dei padroni di casa. Ridotti in 10 i genoani hanno raddoppiato gli sforzi, riuscendo persino a triplicare il punteggio, ma poi hanno pagato con gli interessi la fatica e complici alcune scelte non del tutto azzeccate di Gasperini (cambio di Palladino con Milanetto) e qualche intervento dubbio dell'arbitro Rizzoli (sotto gli occhi del designatore Collina) non sono piu' riusciti a rimanere in partita, subendo e soccombendo all'assedio viola. Alla fine, insieme all'amarezza per un pareggio che ad inizio ripresa pareva impensabile, ai rossoblu' e' rimasta anche la rabbia per un arbitraggio considerato a senso unico. E le polemiche si sono spostate dal campo alla tribuna, e poi negli spogliatoi. La gara degli uomini di Gasperini e' stata un capolavoro per 59 minuti. Con una difesa molto chiusa, un centrocampo mobilissimo, diretto da un Thiago Motta stratosferico, ed un attacco a tre, con Mesto e Palladino a supporto del 'principe' Milito, i padroni di casa hanno aggredito da subito gli avversari, annichilendoli sul piano della manovra e della velocita'. I due gol, bellissimi come fattura, hanno rappresentato il giusto premio per una supremazia netta in ogni zona del campo. La Fiorentina per tutto il primo tempo non e' mai entrata in partita, limitandosi a cercare con lanci lunghi i suoi attaccanti Gilardino e Mutu. Con Jovetic alle spalle delle due punte e Montolivo schierato nella sua naturale posizione di centrocampo, gli uomini di Prandelli hanno mostrato lentezza nella manovra e scarsa propensione alla precisione nelle (poche) conclusioni a rete. Il copione sembra identico ad inizio ripresa, quando Gasperini tenta di ovviare alla inferiorita' numerica richiamando in panchina Palladino (fino a quel momento brillante) ed inserendo un centrocampista in piu', Milanetto. La mossa ottiene pero' l'unico risultato di accorciare troppo la squadra, favorendo cosi' il ritorno degli ospiti. E' a questo punto che esplodono la classe di Mutu, la potenza e l'intelligenza tattica di Jovetic, scatenato nei suggerimenti e nelle conclusioni. Probabilmente caricati a mille dall'allenatore, i viola cominciano a premere con piu' veemenza verso il portiere Rubinho, dando avvio ad un autentico assedio al quale il Genoa non sa rispondere con efficacia. Milito, sebbene grandissimo nella protezione della palla, e' lasciato troppo solo in avanti e la formazione rossoblu' si rintana via via nella propria area, concedendo spazi e possibilita' ai viola. Il rigore su Gilardino, trasformato da Mutu, e' come il suono della tromba per una pattuglia di bersaglieri. La Fiorentina si riversa in massa verso la porta dei padroni di casa, rischiando anche di subire contropiedi che pero' nessuno dei genoani, stanchissimi per il gran correre, riesce ad innescare. Si gioca cosi' ad una sola porta, con la difesa di casa che, sotto la costante pressione viola, comincia a perdere lucidita'. La sfortunata deviazione di Thiago Motta (il migliore dei suoi) su una punizione di Mutu favorisce poi la rincorsa degli ospiti che a quel punto credono davvero all'impossibile rimonta. Tra i padroni di casa si fa contemporaneamente sempre piu' viva la paura e con le gambe rese molli dalla fatica e dal nervosismo i genoani si lasciano andare solo all'attesa del fischio finale, arrivato proprio nell'istante in cui Mutu alza le braccia al cielo per festeggiare la sua ultima prodezza ed il pareggio. Troppo tardi per il Genoa, almeno oggi, per mettere in cassaforte il sogno Champions.
Fonte: Ansa
CALCIO: GENOA-FIORENTINA; IN TRIBUNA SPINTONATA AIDA YESPICA
Momenti di tensione al termine della partita tra Genoa e Fiorentina. Aida Yespica, compagna di Matteo Ferrari e Giorgia Bonazzoli, moglie del centravanti della Fiorentina, inviate al Ferraris per la trasmissione Rai ''Quelli che il Calcio'', sono state accerchiate da alcuni tifosi genoani imbufaliti per l'arbitraggio. La Yespica sarebbe stata spinta ed e' caduta a terra riportando una contusione ad una gamba. La show girl si e' presentata in sala stampa, dolorante, con una borsa del ghiaccio sulla gamba. Sembra che a scatenare le ire dei tifosi sia stata la sciarpa viola al collo della signora Bonazzoli che ha cosi' raccontato l'episodio: ''Aida era vicina a me e mi ha difesa. Fortunatamente non e' successo nulla di grave ma sono rimasta stupita perche' le persone che inveivano contro di noi erano normalissimi signori di mezza eta'''.
Fonte: Ansa
Enrico Preziosi: «Arbitraggio di Rizzoli ancor più fastidioso di Banti contro il Catania»
Il presidente del Genoa Enrico Preziosi: "Probabilmente in undici iniziamo a fare un po' paura visto che è da qualche domenica che ci imbattiamo in espulsioni discutibili: in questo caso, non mi sembra ci fossero gli estremi per la seconda ammonizione a Biava. L'arbitraggio di Banti contro il Catania è stato fastidioso, quello di Rizzoli ancora di più. In tribuna c'era Collina: speriamo abbia visto. Queste disavventure, comunque, ci danno ancora più carica: godiamoci questo quinto posto nella speranza di avere ancora la chance per tornare quarti".
Fonte: Claudio Baffico per www.tuttomercatoweb.com
CALCIO: PRANDELLI, C'E' UN PO' DI FORTUNA QUANDO SI OTTIENE RISULTATO AL 94°
Genova, 15 feb. - "Quando riesci ad ottenere un risultato al 94° c'e' un po' di fortuna. Nel primo tempo abbiamo fatto di tutto per perderla, poi pero' i ragazzi hanno fatto di tutto per recuperare una partita difficile". Tira un sospiro di sollievo l'allenatore della Fiorentina, Cesare Prandelli, dopo il 3-3 con il Genoa raggiunto a tempo scaduto. "Nel primo tempo eravamo poco aggressivi quando perdevamo palla. Abbiamo sbagliato sul secondo gol, poi abbiamo preso il 3-0 e abbiamo tirato fuori il carattere e la personalita'. Da questo punto di vista sono soddisfatto -spiega il tecnico viola ai microfoni di SKY. La Fiorentina ha giocato in superiorita' numerica per diverso tempo ma non c'e' stata grande differenza. "In superiorita' numerica, la squadra che difende mantiene un attaccante e trovare gli spazi non e' facile. E' mancato Melo? Non soltanto lui, anche Jorgensen e Almiron". Prandelli non boccia Jovetic, ma gli chiede di piu'. "I tre attaccanti devono dare piu' profondita'. Quello che sbagliavamo nel primo tempo era il fatto che Adrian e Joventic venivano spesso incontro. E' un'esperienza che abbiamo fatto. Kuzmanovic? Ha bruciato le tappe, e' un momento di riflessione, e' un ragazzo molto serio, ma magari sta mancando un po' di lucidita'".
Fonte: Adnkronos
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domenica 15 febbraio 2009
Sintesi tv di Genoa-Fiorentina 3-3 (da You Tube)
Genova, stadio "Luigi Ferraris", domenica 15 febbraio 2009 ore 15
24a giornata campionato serie A
Genoa-Fiorentina 3-3 (primo tempo 2-0)
Genoa (3-4-3): Rubinho, Biava, Ferrari, Bocchetti, Rossi (32' st Vanden Borre), Thiago Motta, Juric, Criscito, Mesto (24' st Sokratis), Milito, Palladino (1' st Milanetto). (73 Scarpi, 23 Modesto, 17 Jankovic, 11 Olivera). All.: Gasperini
Fiorentina (4-2-1-2): Frey, Comotto (32' st Bonazzoli), Gamberini, Dainelli, Vargas, Kuzmanovic (8' st Semioli), Donadel, Montolivo, Jovetic, Gilardino, Mutu (13 Storari, 14 Zauri, 2 Kroldrup, 23 Pasqual, 19 Gobbi). All.: Prandelli 7
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: 12' pt Thiago Motta, 38' pt Palladino, 11' st Milito su rigore, 15' st Mutu su rigore, 35' st Mutu, 49' Mutu
Angoli: 5 a 4 per il Genoa
Ammoniti: Jovetic per simulazione, Juric per proteste, Bonazzoli, Vanden Borre, Donadel per gioco scorretto Espulsi: 30' pt Biava per doppia ammonizione Recupero: 2' e 3' Spettatori: 28.000 circa
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Sintesi tv di Genoa-Fiorentina 3-3 (immagini Mediaset Premium tratte da You Tube)
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24a giornata campionato serie A
Genoa-Fiorentina 3-3 (primo tempo 2-0)
Genoa (3-4-3): Rubinho, Biava, Ferrari, Bocchetti, Rossi (32' st Vanden Borre), Thiago Motta, Juric, Criscito, Mesto (24' st Sokratis), Milito, Palladino (1' st Milanetto). (73 Scarpi, 23 Modesto, 17 Jankovic, 11 Olivera). All.: Gasperini
Fiorentina (4-2-1-2): Frey, Comotto (32' st Bonazzoli), Gamberini, Dainelli, Vargas, Kuzmanovic (8' st Semioli), Donadel, Montolivo, Jovetic, Gilardino, Mutu (13 Storari, 14 Zauri, 2 Kroldrup, 23 Pasqual, 19 Gobbi). All.: Prandelli 7
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: 12' pt Thiago Motta, 38' pt Palladino, 11' st Milito su rigore, 15' st Mutu su rigore, 35' st Mutu, 49' Mutu
Angoli: 5 a 4 per il Genoa
Ammoniti: Jovetic per simulazione, Juric per proteste, Bonazzoli, Vanden Borre, Donadel per gioco scorretto Espulsi: 30' pt Biava per doppia ammonizione Recupero: 2' e 3' Spettatori: 28.000 circa
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sabato 14 febbraio 2009
Sintesi tv di Napoli-Bologna 1-1 (da You Tube)
Napoli, stadio San Paolo, sabato 14 febbraio 2009 ore 20.30
24a giornata campionato Serie A
NAPOLI-BOLOGNA 1-1 (primo tempo 1-1)
Napoli (3-5-2): Navarro, Cannavaro (26' st Russotto), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Pazienza, Datolo, Vitale, Lavezzi, Denis. (70 Bucci, 13 Santacroce, 4 Montervino, 8 Blasi, 18 Bogliacino, 12 Pià). All.: Reja
Bologna: (4-5-1): Antonioli, C. Zenoni, Moras, Britos (44' st Terzi), Lanna, Valiani , Mudingayi , Volpi, Mingazzini, Bombardini, Di Vaio (46' st Marazzina ). (15 Colombo, 84 Belleri, 4 Amoroso, 25 Mutarelli, 77 Coelho). All.: Mihajlovic 7
Arbitro: Banti di Livorno 5,5.
Reti: nel pt 19' Maggio, 22' Di Vaio
Angoli: 6-4 per il Napoli. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti: Pazienza, Moras e Valiani per scorrettezze. Spettatori: 30.000
Sintesi di Napoli-Bologna 1-1 (immagini Rai tratte da You tube)
24a giornata campionato Serie A
NAPOLI-BOLOGNA 1-1 (primo tempo 1-1)
Napoli (3-5-2): Navarro, Cannavaro (26' st Russotto), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Pazienza, Datolo, Vitale, Lavezzi, Denis. (70 Bucci, 13 Santacroce, 4 Montervino, 8 Blasi, 18 Bogliacino, 12 Pià). All.: Reja
Bologna: (4-5-1): Antonioli, C. Zenoni, Moras, Britos (44' st Terzi), Lanna, Valiani , Mudingayi , Volpi, Mingazzini, Bombardini, Di Vaio (46' st Marazzina ). (15 Colombo, 84 Belleri, 4 Amoroso, 25 Mutarelli, 77 Coelho). All.: Mihajlovic 7
Arbitro: Banti di Livorno 5,5.
Reti: nel pt 19' Maggio, 22' Di Vaio
Angoli: 6-4 per il Napoli. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti: Pazienza, Moras e Valiani per scorrettezze. Spettatori: 30.000
Sintesi di Napoli-Bologna 1-1 (immagini Rai tratte da You tube)
venerdì 13 febbraio 2009
Spagna: Barcellona supera il Real Madrid anche per valore calciatori
La valutazione della rosa del club azulgrana, primo in classifica nella Primera division, supera i 408 milioni di euro contro i 398 delle merengues che superano i cugini dell'Atletico. Ecco i valori di mercato degli assi iberici: Messi 55 milioni, Eto’o 42, Casillas 32, Aguero 30, Van Nistelrooy 28
Barcellona batte Real Madrid 408,5 milioni di euro a 398,5 milioni. E’ questo il risultato riguardante il valore di mercato delle rose calciatori delle prime due società della Primera division della Liga spagnola, evidenziato dalle stime di Transfermarkt.de. Sempre secondo i dati del sito tedesco, la massima divisione iberica è la seconda per valore in Europa con i suoi 2,5 miliardi, superata soltanto dalla Premier League (oltre 3 miliardi). Occupa invece la quarta posizione per numero di calciatori (513), superata da Premier League (560), dalla nostra Serie A (551) e dalla Ligue 1 francese (545). Tornando alla classifica delle quotazioni degli atleti del campionato spagnolo, al terzo posto si trova l’Atletico Madrid con 224,5 milioni, seguito dal Valencia (205,7 milioni) dal Siviglia (198,7 milioni) e dal Villareal (160,9 milioni). Nettamente distanziate il Real Betis Siviglia (116,5 milioni), l’Espanol Barcellona (95,8 milioni, è ultima nella Primera division assieme al Maiorca con 18 punti), l’Almeria (75 milioni), il Rancing Santander (74,9 milioni) e l’Atletico Bilbao (74,1 milioni). Ultima in graduatoria è lo Sporting Gijon con 33,3 milioni: il valore della sua rosa non rispecchia quello in classifica del campionato, dove occupa il 12° posto a 27 punti.
Chi desidera gli assi del secondo mercato giocatori più ricco d’Europa deve iniziare ad aprire subito il portafogli. Siccome molto probabilmente i quattrini a disposizione non basteranno, dovrà probabilmente contrarre un cospicuo prestito bancario e pagare una consistente cifra in interessi. Iniziamo dai primi tre calciatori per valore di mercato dell’intera Primera division: tutti indossano la maglia del Barcellona, che domina la classifica in beata solitudine. Ecco il pluricelebrato, nominato e desiderato attaccante argentino Lionel Messi (nella foto), cui la stampa specializzata internazionale dedica un articolo un giorno sì e l’altro pure. Qualcuno è pronto a mettere sul tavolo azulgrana 55 milioni solo per iniziare a trattare la sua cessione? Bene, altrimenti non ci provi neppure. Queste le prestazioni di Messi: in 19 partite di campionato, 1552 minuti giocati, 16 reti segnate (un gol ogni 97 minuti) e nove assist vincenti.
E quanto bisogna iniziare a stanziare per l’altro attaccante del Barca, il camerunense Samuel Eto’o? Possono bastare 42 milioni: solo così si può sperare di portare a casa l’attaccante centrale che ha segnato un gol per ciascuna delle 21 partite disputate in Primera division (uno ogni 82 minuti) ed effettuato due passaggi vincenti per i compagni. Se una squadra desidera un centrocampista di ottimo livello come il blaugrana Xavi, dovrà staccare un assegno da 40 milioni per la sua quotazione iniziale di mercato. E’ l’uomo assist della squadra catalana: ha imbeccato 12 volte i compagni verso la via del gol e ha segnato quattro reti.
C’è qualcuno disposto a fare follie per David Villa? Il 27enne attaccante del Valencia, sulle cui tracce si sono mossi in passato l’Inter il Real Madrid e il Barcellona, stando a Transfermarket ha una quotazione di mercato pari a 38 milioni. Ecco le sue performance: 17 marcature in 21 partite, 1858 minuti disputati (un gol ogni 109 minuti) e 4 passaggi vincenti. Alzi la mano chi è in cerca di un centrocampista offensivo centrale ed è disposto a spendere una cifra consistente: si parla di Andrés Iniesta del Barcellona, due gol e cinque assist in 15 gare.
C’è qualche club che non desidera il solito Buffon o Julio Cesar? Metta mano al libretto degli assegni e ne collochi uno da 32 milioni sul tavolo delle trattative con i dirigenti del Real Madrid per il suo portiere Iker Casillas. L’estremo difensore, pluripresente anche in nazionale, ha la media di 1,23 gol incassati su 22 gare disputate in campionato. Sicuramente c’è anche chi è alla ricerca di un difensore elegante ed efficace, possibilmente posizionato a destra e che abbia indossato numerose volte la maglia della nazionale spagnola: è l’identikit di Sergio Ramos, compagno di squadra di Casillas, che ha una valutazione iniziale di 32 milioni. Quando si parla di un centrocampista di fascia veloce e ficcante, si pensa subito a un altro giocatore che indossa la "camiseta blanca" del Real: è l’olandese Arjen Robben con cinque gol e cinque assist in 16 partite in Liga. Costo iniziale: "appena" 30 milioni. Ne occorrono altrettanti per Moratti se vorrà intavolare una trattativa con i dirigenti dell’Atletico Madrid per il suo goleador Kun Aguero: la punta argentina 20enne, da tempo oggetto del desiderio del presidente nerazzurro, ha segnato 10 gol in 21 partite (uno ogni 170 minuti). Sempre 30 milioni occorrono per iniziare a discutere per la cessione di Wesley Sneijder, forte centrocampista del Real Madrid: invece ne occorrono due in meno per Carles Puyol, 30enne esperto difensore del Barca. Infine, due pezzi pregiati da 28 milioni ciascuno: Ruud Van Nistelrooy, l’olandese volante nell’attacco delle merengues, e Dani Alves, difensore brasiliano di fascia destra del Barca.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
Chi desidera gli assi del secondo mercato giocatori più ricco d’Europa deve iniziare ad aprire subito il portafogli. Siccome molto probabilmente i quattrini a disposizione non basteranno, dovrà probabilmente contrarre un cospicuo prestito bancario e pagare una consistente cifra in interessi. Iniziamo dai primi tre calciatori per valore di mercato dell’intera Primera division: tutti indossano la maglia del Barcellona, che domina la classifica in beata solitudine. Ecco il pluricelebrato, nominato e desiderato attaccante argentino Lionel Messi (nella foto), cui la stampa specializzata internazionale dedica un articolo un giorno sì e l’altro pure. Qualcuno è pronto a mettere sul tavolo azulgrana 55 milioni solo per iniziare a trattare la sua cessione? Bene, altrimenti non ci provi neppure. Queste le prestazioni di Messi: in 19 partite di campionato, 1552 minuti giocati, 16 reti segnate (un gol ogni 97 minuti) e nove assist vincenti.
E quanto bisogna iniziare a stanziare per l’altro attaccante del Barca, il camerunense Samuel Eto’o? Possono bastare 42 milioni: solo così si può sperare di portare a casa l’attaccante centrale che ha segnato un gol per ciascuna delle 21 partite disputate in Primera division (uno ogni 82 minuti) ed effettuato due passaggi vincenti per i compagni. Se una squadra desidera un centrocampista di ottimo livello come il blaugrana Xavi, dovrà staccare un assegno da 40 milioni per la sua quotazione iniziale di mercato. E’ l’uomo assist della squadra catalana: ha imbeccato 12 volte i compagni verso la via del gol e ha segnato quattro reti.
C’è qualcuno disposto a fare follie per David Villa? Il 27enne attaccante del Valencia, sulle cui tracce si sono mossi in passato l’Inter il Real Madrid e il Barcellona, stando a Transfermarket ha una quotazione di mercato pari a 38 milioni. Ecco le sue performance: 17 marcature in 21 partite, 1858 minuti disputati (un gol ogni 109 minuti) e 4 passaggi vincenti. Alzi la mano chi è in cerca di un centrocampista offensivo centrale ed è disposto a spendere una cifra consistente: si parla di Andrés Iniesta del Barcellona, due gol e cinque assist in 15 gare.
C’è qualche club che non desidera il solito Buffon o Julio Cesar? Metta mano al libretto degli assegni e ne collochi uno da 32 milioni sul tavolo delle trattative con i dirigenti del Real Madrid per il suo portiere Iker Casillas. L’estremo difensore, pluripresente anche in nazionale, ha la media di 1,23 gol incassati su 22 gare disputate in campionato. Sicuramente c’è anche chi è alla ricerca di un difensore elegante ed efficace, possibilmente posizionato a destra e che abbia indossato numerose volte la maglia della nazionale spagnola: è l’identikit di Sergio Ramos, compagno di squadra di Casillas, che ha una valutazione iniziale di 32 milioni. Quando si parla di un centrocampista di fascia veloce e ficcante, si pensa subito a un altro giocatore che indossa la "camiseta blanca" del Real: è l’olandese Arjen Robben con cinque gol e cinque assist in 16 partite in Liga. Costo iniziale: "appena" 30 milioni. Ne occorrono altrettanti per Moratti se vorrà intavolare una trattativa con i dirigenti dell’Atletico Madrid per il suo goleador Kun Aguero: la punta argentina 20enne, da tempo oggetto del desiderio del presidente nerazzurro, ha segnato 10 gol in 21 partite (uno ogni 170 minuti). Sempre 30 milioni occorrono per iniziare a discutere per la cessione di Wesley Sneijder, forte centrocampista del Real Madrid: invece ne occorrono due in meno per Carles Puyol, 30enne esperto difensore del Barca. Infine, due pezzi pregiati da 28 milioni ciascuno: Ruud Van Nistelrooy, l’olandese volante nell’attacco delle merengues, e Dani Alves, difensore brasiliano di fascia destra del Barca.
Marco Liguori
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mercoledì 11 febbraio 2009
Liga spagnola: no tengo dinero, arriba el crac
“Il pallone in confusione” svela i risultati di uno studio del professor Gay dell’Università di Barcellona sui bilanci 2006/07 dei 20 club della Primera division. Preoccupante il sistema di finanziamento: per ogni 100 euro investite, 92 sono finanziate da debiti e soltanto otto da risorse proprie. La massa delle somme dovute ha raggiunto i 2,8 miliardi, mentre i costi superano i ricavi per 112 milioni
Per ogni 100 euro investite, 92 sono finanziate attraverso i debiti e soltanto otto con risorse proprie. E’ racchiuso in questo semplice calcolo lo stato di dissesto finanziario in cui versa il calcio spagnolo, oberato da 2,8 miliardi di euro di debiti: 1,5 miliardi nel lungo periodo e 1,3 miliardi entro un anno. E’ il risultato dello studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas” pubblicato di recente dal professor Josè Maria Gay dell’Universidad de Barcelona. Il docente ordinario di Economia Finanziaria (con un passato da consigliere di amministrazione dell’Espanol, squadra di cui è tifoso) ha spiegato a “il pallone in confusione” che «lo studio riguarda soltanto i 20 club della Primera division per la stagione 2006/07» ed è stato redatto attraverso i dati disponibili presso il Registro Mercantil. Nello studio è evidenziato che l’intera massa dell’attivo (composta dal patrimonio calciatori, da quello immobiliare, dagli stadi, dai crediti e dall’attivo corrente) pari a 3,03 miliardi, riesce a malapena a far fronte a quella debitoria. Invece, i ricavi totali per 1,3 milioni della Liga non potrebbero fronteggiarla. Nella ricerca è stato rilevato che c’è un altro segnale dell’”allarme rosso” finanziario del calcio spagnolo: l’attivo circolante (crediti più disponibilità di cassa) di tutte le società della massima serie, pari a 971,2 milioni, riesce soltanto a coprire il 76% dell’intera cifra dell’indebitamento a breve termine (1,3 miliardi).
Ma c’è di più. A questo poco confortante quadro iniziale fornito dallo studio del professor Gay bisogna aggiungere il fardello delle somme dovute al fisco. Secondo i dati resi noti dal governo Zapatero al Congresso, in risposta a un’interrogazione del Partito Popolare all’opposizione, al 31 ottobre scorso la somma complessiva dovuta all’erario ammontava a oltre 627 milioni di euro. Inoltre, l’ente di previdenza sociale reclama all’appello altri 4,9 milioni.
Tornando allo studio, la classifica dei debiti vede in testa il Real Madrid con 527,1 milioni seguita dai “cugini dell’Atletico con 430,4 milioni. Le “merengues” sono debitrici di 246,6 milioni sul lungo periodo e 280,5 milioni a breve. Situazione inversa per i biancorossi della capitale: 280,2 milioni entro un anno, 150,2 milioni oltre. Al terzo posto l’eterno rivale dei castigliani, il Barcellona con 388,8 milioni: 200,9 milioni a breve e 187,9 milioni a lungo. Segue il Valencia con 286,2 milioni di debiti complessivi, il Deportivo La Coruna con 226,2 milioni, il Villareal con 142 milioni, e il Racing Santander con 127,5 milioni. Il report sottolinea che il 47% (pario a 711 milioni) della massa degli 1,5 miliardi a lungo termine è costituita dalla voce “altri debiti”: seguono le somme dovute alle banche (23%, 340 milioni). Invece sul breve periodo, il 51% (662 milioni) è costituito da “altri debiti non commerciali”, il 27% (341 milioni) da “credito commerciali” mentre il 14% (175 milioni) da indebitamento bancario.
Se i debiti sono un pesante fardello al collo dei presidenti spagnoli, i costi non lo sono da meno. Nella stagione 2006/07 il volume delle spese, pari a 1,4 miliardi, ha subissato quello delle entrate, pari a 1,3 miliardi: il disavanzo è di circa 112 milioni. La distribuzione dei ricavi rende chiaro il quadro della sproporzione tra le 20 società della Primera Division. I due principali club, Real Madrid e Barcellona, possedevano due anni fa il 51% del totale dei ricavi complessivi: unito a quelli di Atletico Madrid, Villareal, Valencia e Siviglia il dato sale al 73%, contro il 27% delle altre 14 squadre. Ancor più evidente la forbice per le entrate da diritti televisivi, in un campionato dove queste ultime costituiscono in media il 35%, contro il 26% da sponsorizzazioni e merchandising e solo il 13% per quelle da botteghino. Le “merengues” e gli “azulgrana” posseggono rispettivamente il 26% e il 24% degli incassi delle trasmissioni delle partite in tv, pari a 114,8 milioni e 106,7 milioni: in pratica il 50% del mercato. Agli altri vanno soltanto le briciole: il Valencia incassa il 6% della torta, il Siviglia il 5% seguito con il 4% da Atletico Madrid, Espanol, Atletico Bilbao e Real Betis. Ma la situazione sembra destinata a peggiorare. «Questo è l’effetto – ha spiegato il professor Gay – della contrattazione soggettiva dei diritti televisivi: al contrario del sistema della Premier League inglese, ciascuna società contratta in proprio con le emittenti. L’imminente entrata in vigore dei nuovi contratti tv metterà alle strette molti club, che perderanno gran parte di questa importante componente delle loro entrate». Grazie alle laute entrate solo Real (350,9 milioni) e Barcellona (290,1) riescono a tenere il passo con le uscite: i castigliani hanno avuto costi per 322,8 milioni e una differenza attiva con i ricavi di 28,1 milioni, mentre i catalani 270,6 milioni con un attivo di 19,5 milioni. Gli stipendi dei calciatori sono al primo posto con il 57%, seguiti dagli altri costi (21%) e dagli ammortamenti dei diritti pluriennali (comunemente chiamati cartellini) alle prestazioni dei calciatori (16%). In particolare, il costo degli stipendi degli eroi del pallone sono il 21% del totale per il Real Madrid, seguito dal Barcellona (20%), dal Valencia (10%), dal Siviglia (6%) e dal Villareal (4%). «Tutto sommato, non credo che i grandi club risentiranno della crisi finanziaria – aggiunge Gay – poiché le grandi aziende li usano come veicolo per le loro campagne pubblicitarie».
Se questo è il desolante quadro d’insieme dei bilanci della Primera division, figuriamoci cosa potrebbe essere la Segunda division (l’equivalente della nostra serie B). E, soprattutto, si può pensare che nella stagione 2007/08 le cose possano essere peggiorate. Tirando le somme, la legge spagnola del 1990 che ha introdotto lo scopo di lucro nel calcio (sei anni prima di quella italiana), deve essere completamente rivista. «Credo che i club debbano trovare una nuova dimensione – conclude Gay – compresa a cavallo tra il calcio antico e romantico di un tempo e lo spettacolo di tipo nordamericano in cui tenta di trasformarsi. La trasformazione in società per azioni non ha portato benefici al sistema calcio spagnolo: anzi, quasi tutte si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Forse sarebbe meglio se restasse intatto il modello spagnolo del “club deportivo”, in cui ogni socio ha un voto e può scegliere di formare la giunta direttiva per la gestione societaria». La situazione del calcio spagnolo è simile a quella del pallone nostrano e a quella dell’Inghilterra: è il fallimento dell’idea dello “show business” puro, che ha arricchito solo i grandi club e ridotto al lastrico gli altri. Occorre dunque cambiare il sistema e, soprattutto, tagliare i costi.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
Tabelle (cliccare per ingrandire)
Fonte: studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas”
Attivo totale, patrimonio netto, debiti complessivi e passivo totale
Per ogni 100 euro investite, 92 sono finanziate attraverso i debiti e soltanto otto con risorse proprie. E’ racchiuso in questo semplice calcolo lo stato di dissesto finanziario in cui versa il calcio spagnolo, oberato da 2,8 miliardi di euro di debiti: 1,5 miliardi nel lungo periodo e 1,3 miliardi entro un anno. E’ il risultato dello studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas” pubblicato di recente dal professor Josè Maria Gay dell’Universidad de Barcelona. Il docente ordinario di Economia Finanziaria (con un passato da consigliere di amministrazione dell’Espanol, squadra di cui è tifoso) ha spiegato a “il pallone in confusione” che «lo studio riguarda soltanto i 20 club della Primera division per la stagione 2006/07» ed è stato redatto attraverso i dati disponibili presso il Registro Mercantil. Nello studio è evidenziato che l’intera massa dell’attivo (composta dal patrimonio calciatori, da quello immobiliare, dagli stadi, dai crediti e dall’attivo corrente) pari a 3,03 miliardi, riesce a malapena a far fronte a quella debitoria. Invece, i ricavi totali per 1,3 milioni della Liga non potrebbero fronteggiarla. Nella ricerca è stato rilevato che c’è un altro segnale dell’”allarme rosso” finanziario del calcio spagnolo: l’attivo circolante (crediti più disponibilità di cassa) di tutte le società della massima serie, pari a 971,2 milioni, riesce soltanto a coprire il 76% dell’intera cifra dell’indebitamento a breve termine (1,3 miliardi).
Ma c’è di più. A questo poco confortante quadro iniziale fornito dallo studio del professor Gay bisogna aggiungere il fardello delle somme dovute al fisco. Secondo i dati resi noti dal governo Zapatero al Congresso, in risposta a un’interrogazione del Partito Popolare all’opposizione, al 31 ottobre scorso la somma complessiva dovuta all’erario ammontava a oltre 627 milioni di euro. Inoltre, l’ente di previdenza sociale reclama all’appello altri 4,9 milioni.
Tornando allo studio, la classifica dei debiti vede in testa il Real Madrid con 527,1 milioni seguita dai “cugini dell’Atletico con 430,4 milioni. Le “merengues” sono debitrici di 246,6 milioni sul lungo periodo e 280,5 milioni a breve. Situazione inversa per i biancorossi della capitale: 280,2 milioni entro un anno, 150,2 milioni oltre. Al terzo posto l’eterno rivale dei castigliani, il Barcellona con 388,8 milioni: 200,9 milioni a breve e 187,9 milioni a lungo. Segue il Valencia con 286,2 milioni di debiti complessivi, il Deportivo La Coruna con 226,2 milioni, il Villareal con 142 milioni, e il Racing Santander con 127,5 milioni. Il report sottolinea che il 47% (pario a 711 milioni) della massa degli 1,5 miliardi a lungo termine è costituita dalla voce “altri debiti”: seguono le somme dovute alle banche (23%, 340 milioni). Invece sul breve periodo, il 51% (662 milioni) è costituito da “altri debiti non commerciali”, il 27% (341 milioni) da “credito commerciali” mentre il 14% (175 milioni) da indebitamento bancario.
Se i debiti sono un pesante fardello al collo dei presidenti spagnoli, i costi non lo sono da meno. Nella stagione 2006/07 il volume delle spese, pari a 1,4 miliardi, ha subissato quello delle entrate, pari a 1,3 miliardi: il disavanzo è di circa 112 milioni. La distribuzione dei ricavi rende chiaro il quadro della sproporzione tra le 20 società della Primera Division. I due principali club, Real Madrid e Barcellona, possedevano due anni fa il 51% del totale dei ricavi complessivi: unito a quelli di Atletico Madrid, Villareal, Valencia e Siviglia il dato sale al 73%, contro il 27% delle altre 14 squadre. Ancor più evidente la forbice per le entrate da diritti televisivi, in un campionato dove queste ultime costituiscono in media il 35%, contro il 26% da sponsorizzazioni e merchandising e solo il 13% per quelle da botteghino. Le “merengues” e gli “azulgrana” posseggono rispettivamente il 26% e il 24% degli incassi delle trasmissioni delle partite in tv, pari a 114,8 milioni e 106,7 milioni: in pratica il 50% del mercato. Agli altri vanno soltanto le briciole: il Valencia incassa il 6% della torta, il Siviglia il 5% seguito con il 4% da Atletico Madrid, Espanol, Atletico Bilbao e Real Betis. Ma la situazione sembra destinata a peggiorare. «Questo è l’effetto – ha spiegato il professor Gay – della contrattazione soggettiva dei diritti televisivi: al contrario del sistema della Premier League inglese, ciascuna società contratta in proprio con le emittenti. L’imminente entrata in vigore dei nuovi contratti tv metterà alle strette molti club, che perderanno gran parte di questa importante componente delle loro entrate». Grazie alle laute entrate solo Real (350,9 milioni) e Barcellona (290,1) riescono a tenere il passo con le uscite: i castigliani hanno avuto costi per 322,8 milioni e una differenza attiva con i ricavi di 28,1 milioni, mentre i catalani 270,6 milioni con un attivo di 19,5 milioni. Gli stipendi dei calciatori sono al primo posto con il 57%, seguiti dagli altri costi (21%) e dagli ammortamenti dei diritti pluriennali (comunemente chiamati cartellini) alle prestazioni dei calciatori (16%). In particolare, il costo degli stipendi degli eroi del pallone sono il 21% del totale per il Real Madrid, seguito dal Barcellona (20%), dal Valencia (10%), dal Siviglia (6%) e dal Villareal (4%). «Tutto sommato, non credo che i grandi club risentiranno della crisi finanziaria – aggiunge Gay – poiché le grandi aziende li usano come veicolo per le loro campagne pubblicitarie».
Se questo è il desolante quadro d’insieme dei bilanci della Primera division, figuriamoci cosa potrebbe essere la Segunda division (l’equivalente della nostra serie B). E, soprattutto, si può pensare che nella stagione 2007/08 le cose possano essere peggiorate. Tirando le somme, la legge spagnola del 1990 che ha introdotto lo scopo di lucro nel calcio (sei anni prima di quella italiana), deve essere completamente rivista. «Credo che i club debbano trovare una nuova dimensione – conclude Gay – compresa a cavallo tra il calcio antico e romantico di un tempo e lo spettacolo di tipo nordamericano in cui tenta di trasformarsi. La trasformazione in società per azioni non ha portato benefici al sistema calcio spagnolo: anzi, quasi tutte si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Forse sarebbe meglio se restasse intatto il modello spagnolo del “club deportivo”, in cui ogni socio ha un voto e può scegliere di formare la giunta direttiva per la gestione societaria». La situazione del calcio spagnolo è simile a quella del pallone nostrano e a quella dell’Inghilterra: è il fallimento dell’idea dello “show business” puro, che ha arricchito solo i grandi club e ridotto al lastrico gli altri. Occorre dunque cambiare il sistema e, soprattutto, tagliare i costi.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
Tabelle (cliccare per ingrandire)
Fonte: studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas”
Attivo totale, patrimonio netto, debiti complessivi e passivo totale
LEGENDA: activo total (attivo totale), patrimonio neto (patrimonio netto), deuda total (debito complessivi), pasivo total (totale stato passivo)
Ricavi complessivi
LEGENDA: competiciones (ricavi da stadio), socios/abonados (introiti da soci e abbonati), Retransm. tv (ricavi da diritti tv), Commercial y publicidad (ricavi marketing e pubblicità), otros ingresos (altri ricavi), ingresos explotacion (totale ricavi)
Tutti i costi
Tifosi Genoa: domenica prossima iniziativa per i civili di Gaza
La tifoseria organizzata del Genoa invita i sostenitori rossoblù, in occasione della partita Genoa-Fiorentina in programma domenica allo stadio Luigi Ferraris di Genova, a sostenere l'iniziativa di ''Music for Peace'' a favore dei civili di Gaza. I tifosi genoani sono invitati a consegnare nei punti raccolta fuori dagli ingressi dello stadio almeno uno dei generi di prima necessità tra alimentari (riso, farina, zucchero, sale, legumi, pelati, tonno, carne in scatola, biscotti, miele, marmellata) e medicinali (antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici). L'obiettivo della tifoseria organizzata rossoblù è quello di raggiungere 10 tonnellate di alimenti da inviare nella striscia di Gaza per le popolazioni civili colpite dalla guerra.
Fonte: Ansa
Fonte: Ansa
martedì 10 febbraio 2009
Roma-Genoa: l’aggressione dimenticata
Due tifosi rossoblù sono stati gravemente feriti su un treno nei pressi della fermata di Ostiense: i giornali nazionali non hanno riportato la notizia. E’ l’ennesimo episodio cruento compiuto nel corso del campionato ad opera di facinorosi giallorossi, che rischia di restare impunito. E intanto il giudice sportivo non sanziona la società della Capitale per i fumogeni accesi e per i comportamenti violenti avvenuti all’Olimpico
Domenica scorsa a Roma c’è stata l’ennesima aggressione compiuta a tifosi ospiti. Stavolta è toccato a quelli del Genoa: la notizia è stata riportata soltanto dai quotidiani locali. Invece, su quelli nazionali e sulle agenzie neanche una riga. Secondo quanto riportato questa mattina dal Secolo XIX, da Repubblica edizione Genova, dal Corriere Mercantile e anticipato domenica sera dall'emittente genovese "Primocanale", due giovani tifosi rossoblù sono state vittime di un agguato da parte di un gruppo di teppisti armati di spray urticanti e coltelli su un treno che li riportava a Civitavecchia, da dove avrebbero continuato il viaggio in auto per tornare a Genova. L’increscioso episodio sarebbe avvenuto nei pressi della stazione di Roma Ostiense. Uno di essi ha avuto un gravissimo taglio tra volto e collo e ha riportato 10 punti di sutura: l’altro è stato colpito a una gamba. Sulla vicenda sta indagando la Digos.
Si penserà: «Ma cosa sono andati a fare a Roma se la trasferta era pericolosa, visti i precedenti dello scorso campionato?». Occorre a questa domanda una precisazione doverosa: l’Ansa dello scorso 28 gennaio riportava che il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive per Roma-Genoa aveva soltanto stabilito la chiusura del settore ospiti. Il Casms non aveva stabilito limitazioni alla vendita dei biglietti. Non a caso, gran parte dei tifosi genoani aveva potuto acquistare a Civitavecchia i biglietti del settore “distinti nord” e recarsi regolarmente e tranquillamente allo stadio della Capitale. Tutti si erano comportati civilmente e si erano seduti nel settore dell’Olimpico loro assegnato tra i tifosi giallorossi: nessuno di essi li aveva provocati, né indirizzato cori insultanti la squadra giallorossa. Per precauzione, la polizia li ha spostati nel settore ospiti solo dopo alcuni minuti dall’inizio della gara. Insomma, si può dire che l’iniziale chiusura della parte dell’Olimpico riservata ai sostenitori avversari abbia peggiorato le cose, complicando la vita ai genoani e alle forze dell’ordine. Sarebbe quindi stato più opportuno sistemare i sostenitori del Genoa nel settore loro riservato: una misura di buon senso, oltre che di ordine pubblico.
C’è anche il grottesco nella tremenda domenica dei genoani. Un tifoso giallorosso, forse emulo dei suoi antenati che rubavano le insegne alle armate avversarie, ha strappato dalle mani una bandiera del grifone da un sostenitore “nemico” al termine della gara nei pressi dello stadio: è stato fermato e trovato in possesso di un taglierino. La Polizia lo ha denunciato per furto e possesso di arma da taglio. Per lui ed altri tre compagni di tifo, resisi responsabili di altri comportamenti illeciti, è scattato il Daspo. Nessun provvedimento è scattato per i genoani: è evidente che si sono comportati correttamente. C’è da dire che l’”impresa” dei tifosi del Grifone è stata salutata con simpatia e rispetto da parte di numerosi tifosi sul sito Asromaultras.it: ha voluto farsi sentire la parte rispettosa, e sicuramente numerosa, dei sostenitori della Capitale.
Ma non è la prima volta che alcuni di essi si rendono protagonisti di episodi di violenza. Il 20 settembre scorso un supporter della Reggina fu accoltellato nei pressi dell’Olimpico da un giallorosso ben noto alle forze dell’ordine per numerosi comportamenti violenti. La giustizia ordinaria fece il suo corso: quella sportiva non decise alcuna sanzione, nonostante l’aggressione fosse accaduta nei pressi dello stadio. A termini del Codice di giustizia sportiva la Roma andava sanzionata. Poche settimane prima, il 1° settembre, dopo Roma-Napoli erano stati arrestati due tifosi romanisti durante i controlli prepartita, mentre un altro era stato denunciato a piede libero. Anche quella volta non furono presi provvedimenti contro la Roma. Invece il Napoli fu punito con la chiusura delle curve dalla giustizia sportiva, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni stabilì il divieto di trasferta per i tifosi azzurri sull’onda emotiva della presunta demolizione del treno Napoli-Roma. L’inchiesta dei Pm napoletani, dopo aver derubricato il reato da distruzione a danneggiamenti, sta per essere archiviata.
Tornando ai fatti di domenica scorsa, nel comunicato di oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel non ha preso alcun provvedimento per l’aggressione ai due genoani: era ovvio, visto che l’aggressione è stata compiuta in un luogo lontano dall’Olimpico. Ma c’è di più. Tosel ha rilevato solo che «sostenitori della Soc. Roma accendevano due fumogeni e facevano esplodere tre petardi nel proprio settore»: ma siccome ricorrono le circostanze esimenti per la squadra capitolina, ha stabilito «di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti delle Società in ordine al comportamento dei loro sostenitori in premessa indicato». Riguardo agli episodi di cui si sono resi responsabili i quattro tifosi giallorossi contro quelli genoani nello stadio non c’è neppure un accenno.
Dunque per l’ennesima volta nei confronti della società giallorossa e dei suoi tifosi non sono stati provvedimenti. A ciò bisogna aggiungere che finora anche da parte dei tutori dell’ordine pubblico sono state prese misure blande nei loro confronti per la repressione dei fatti violenti. Due pesi e due misure: forse per intervenire occorre che ci sia un morto.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
Nella foto, tratta da Asromaultras.it, i tifosi genoani nel settore ospiti
Domenica scorsa a Roma c’è stata l’ennesima aggressione compiuta a tifosi ospiti. Stavolta è toccato a quelli del Genoa: la notizia è stata riportata soltanto dai quotidiani locali. Invece, su quelli nazionali e sulle agenzie neanche una riga. Secondo quanto riportato questa mattina dal Secolo XIX, da Repubblica edizione Genova, dal Corriere Mercantile e anticipato domenica sera dall'emittente genovese "Primocanale", due giovani tifosi rossoblù sono state vittime di un agguato da parte di un gruppo di teppisti armati di spray urticanti e coltelli su un treno che li riportava a Civitavecchia, da dove avrebbero continuato il viaggio in auto per tornare a Genova. L’increscioso episodio sarebbe avvenuto nei pressi della stazione di Roma Ostiense. Uno di essi ha avuto un gravissimo taglio tra volto e collo e ha riportato 10 punti di sutura: l’altro è stato colpito a una gamba. Sulla vicenda sta indagando la Digos.
Si penserà: «Ma cosa sono andati a fare a Roma se la trasferta era pericolosa, visti i precedenti dello scorso campionato?». Occorre a questa domanda una precisazione doverosa: l’Ansa dello scorso 28 gennaio riportava che il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive per Roma-Genoa aveva soltanto stabilito la chiusura del settore ospiti. Il Casms non aveva stabilito limitazioni alla vendita dei biglietti. Non a caso, gran parte dei tifosi genoani aveva potuto acquistare a Civitavecchia i biglietti del settore “distinti nord” e recarsi regolarmente e tranquillamente allo stadio della Capitale. Tutti si erano comportati civilmente e si erano seduti nel settore dell’Olimpico loro assegnato tra i tifosi giallorossi: nessuno di essi li aveva provocati, né indirizzato cori insultanti la squadra giallorossa. Per precauzione, la polizia li ha spostati nel settore ospiti solo dopo alcuni minuti dall’inizio della gara. Insomma, si può dire che l’iniziale chiusura della parte dell’Olimpico riservata ai sostenitori avversari abbia peggiorato le cose, complicando la vita ai genoani e alle forze dell’ordine. Sarebbe quindi stato più opportuno sistemare i sostenitori del Genoa nel settore loro riservato: una misura di buon senso, oltre che di ordine pubblico.
C’è anche il grottesco nella tremenda domenica dei genoani. Un tifoso giallorosso, forse emulo dei suoi antenati che rubavano le insegne alle armate avversarie, ha strappato dalle mani una bandiera del grifone da un sostenitore “nemico” al termine della gara nei pressi dello stadio: è stato fermato e trovato in possesso di un taglierino. La Polizia lo ha denunciato per furto e possesso di arma da taglio. Per lui ed altri tre compagni di tifo, resisi responsabili di altri comportamenti illeciti, è scattato il Daspo. Nessun provvedimento è scattato per i genoani: è evidente che si sono comportati correttamente. C’è da dire che l’”impresa” dei tifosi del Grifone è stata salutata con simpatia e rispetto da parte di numerosi tifosi sul sito Asromaultras.it: ha voluto farsi sentire la parte rispettosa, e sicuramente numerosa, dei sostenitori della Capitale.
Ma non è la prima volta che alcuni di essi si rendono protagonisti di episodi di violenza. Il 20 settembre scorso un supporter della Reggina fu accoltellato nei pressi dell’Olimpico da un giallorosso ben noto alle forze dell’ordine per numerosi comportamenti violenti. La giustizia ordinaria fece il suo corso: quella sportiva non decise alcuna sanzione, nonostante l’aggressione fosse accaduta nei pressi dello stadio. A termini del Codice di giustizia sportiva la Roma andava sanzionata. Poche settimane prima, il 1° settembre, dopo Roma-Napoli erano stati arrestati due tifosi romanisti durante i controlli prepartita, mentre un altro era stato denunciato a piede libero. Anche quella volta non furono presi provvedimenti contro la Roma. Invece il Napoli fu punito con la chiusura delle curve dalla giustizia sportiva, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni stabilì il divieto di trasferta per i tifosi azzurri sull’onda emotiva della presunta demolizione del treno Napoli-Roma. L’inchiesta dei Pm napoletani, dopo aver derubricato il reato da distruzione a danneggiamenti, sta per essere archiviata.
Tornando ai fatti di domenica scorsa, nel comunicato di oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel non ha preso alcun provvedimento per l’aggressione ai due genoani: era ovvio, visto che l’aggressione è stata compiuta in un luogo lontano dall’Olimpico. Ma c’è di più. Tosel ha rilevato solo che «sostenitori della Soc. Roma accendevano due fumogeni e facevano esplodere tre petardi nel proprio settore»: ma siccome ricorrono le circostanze esimenti per la squadra capitolina, ha stabilito «di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti delle Società in ordine al comportamento dei loro sostenitori in premessa indicato». Riguardo agli episodi di cui si sono resi responsabili i quattro tifosi giallorossi contro quelli genoani nello stadio non c’è neppure un accenno.
Dunque per l’ennesima volta nei confronti della società giallorossa e dei suoi tifosi non sono stati provvedimenti. A ciò bisogna aggiungere che finora anche da parte dei tutori dell’ordine pubblico sono state prese misure blande nei loro confronti per la repressione dei fatti violenti. Due pesi e due misure: forse per intervenire occorre che ci sia un morto.
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Nella foto, tratta da Asromaultras.it, i tifosi genoani nel settore ospiti
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Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati
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