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lunedì 6 aprile 2009
Crimi:«Entro l'estate il testo unico su impiantistica stadi»

La nuova sfida «per tornare competitivi» in Europa nel calcio passa anche dall' impiantistica sportiva, grazie in particolare a stadi di proprietà e modulari. È la strada imboccata per colmare il gap rispetto ai campionati europei più ricchi (in particolare Premier inglese e Liga spagnola). Un'inversione di tendenza che garantirebbe stadi più sicuri, minori costi di gestione e maggiori ricavi. Uno strumento importante anche per mettersi al passo con le big d'Europa (in termini di fatturato le migliori società italiane scivolate fra l'ottavo e il decimo posto). «Con lo stadio di proprietà - ha detto oggi a Milano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, partecipando al workshop organizzato da Coni e Coni Servizi dal titolo 'Gli stadi modulari: un'opportunità per il calcio italianò, alla presenza di Gianni Petrucci - le nostre società potranno competere meglio con i maggiori club europei. Milan, Roma, Inter e Juventus attualmente sono tra l'ottavo e il decimo posto in Europa in termini di fatturato. Rispetto al Real Madrid ad esempio la Juve ha 200 milioni in meno». Troppa dipendenza in termini percentuali (oltre il 60%) dai diritti tv e poca dai biglietti e dalle attività commerciali, dove le società italiane «incassano dieci volte meno delle altre maggiori squadre europee». Per sbloccare questa impasse, il governo ha deciso di «accelerare» l'iter parlamentare per l'approvazione del ddl, attualmente in Senato, sull'impiantistica: mercoledì la prima riunione del comitato ristretto. «C'è un'ampia convergenza tra le forze politiche - ha spiegato Crimi - Arriveremo a testo unico entro l'estate, forse anche prima, magari senza nemmeno andare in aula. Poi alla Camera l'iter sarà più veloce». Fondamentale però sarà l'apertura di un confronto con gli enti locali. «Ci aspettiamo proposte chiare e forti. Altrimenti l'iter di legge sarebbe rallentato». E potrebbe risentirne anche la candidatura italiana per gli Europei del 2016: «Non riusciremo ad avere stadi a norma - ha concluso Crimi - se non passasse la normativa sugli stadi». Da parte dei Comuni però è arrivato un primo segnale di disponibilità: «Gli stadi modulari? Noi siamo favorevoli», ha detto Roberto Pella dell'Anci. Tuttavia, una volta varata la nuova legge, si porrà poi il problema di una «gestione più virtuosa» delle società, che comprenda anche un contenimento delle spese per i calciatori. «Da anni imploriamo che si faccia qualcosa per ridare vitalità al calcio professionistico che ci rilanci in Europa», ha rilevato il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese. Molti club, il Milan primo fra tutti, invocano da tempo una riforma fiscale al passo con altri paesi come la Spagna. E su questo il Governo italiano è d'accordo, ma chiede «che siano uniformati i sistemi fiscali». «Con la nuova legge i club dovranno investire - ha concluso Matarrese - altrimenti saremmo colpevoli anche noi». Da qui la proposta di Coni Servizi per soluzioni flessibili «chiavi in mano» per impianti medio-piccoli (l'analisi riguarda gi stadi dalla serie B in giù fino all'Interregionale), con recinzioni mobili ed elevabili, videosorveglianza e quant'altro. «Ci siamo resi conto - ha sottolineato il presidente della Figc Giancarlo Abete - che servono risposte flessibili a esigenze diversificate. Lo strumento degli stadi modulari va verificato. Il progetto va approfondito e calibrato». Discorso a parte per i Dilettanti: «Ci vuole una legge- quadro per stabilire le competenze - ha lamentato il presidente della Lega Dilettanti Carlo Tavecchio - Oggi è il caos più assoluto».
Fonte: Ansa
sabato 4 aprile 2009
Preziosi, De Laurentiis e i "ronzii" del fantamercato

Ma vediamo nel dettaglio. Il Genoa è al quarto posto in classifica, l’ultima piazza valida per la Champions League. Da qualche settimana sono riprese veementi più che mai le voci di partenze eccellenti. Anzi, di due giocatori pronti a trasferirsi armi e bagagli altrove. Milito e Thiago Motta. In particolare, sul Principe dei cannonieri si sarebbero lanciati già da prima di Natale con regolarità Inter, Juventus, Olympique Lione e Tottenham. Anzi quest’ultima, avrebbe offerto 10 milioni: 4 in meno di quelli offerti l’estate scorsa. Ma nel calciomercato di gennaio non ha cambiato casacca. Analogo discorso per il giocatore brasiliano, sapiente ed elegante regista del centrocampo rossoblù: offerte ed interessamento dalla solita Inter e dalla Spagna. Di concreto: nulla. Solo la replica dura e determinata della società, che ha smentito qualsiasi voci di trattative. Giustamente qualcuno ha ipotizzato che Preziosi sia così ingenuo che, una volta approdato in Champions (o nella peggiore delle ipotesi in Coppa Uefa), inizi a vendere i suoi punti fermi su cui rafforzare la rosa. Davvero un bel ragionamento, degno del migliore fantacalcio. Bisogna inoltre aggiungere che, stando al bilancio 2007/08 della più antica società di calcio italiana, l’azionista di riferimento del Genoa, la Fingiochi cassaforte dell’industriale avellinese, ha sostenuto finanziariamente la squadra con 8,5 milioni, ripianando le perdite pregresse: inoltre ha garantito le fidejussioni per le campagne acquisti. Dunque, un azionista in grado di sopperire alle esigenze societarie.
E passiamo al Napoli. Da alcuni giorni è ripreso l’altro grande tormentone del calciomercato: Hamsik alla Juventus, un affare di cui se ne è parlato già nella scorsa stagione. La Vecchia Signora avrebbe offerto 20 milioni più eventuali contropartite tecniche: potrebbe esserci Raffaele Palladino, in comproprietà tra Juventus e Genoa. E' vero che Preziosi ha affermato di voler parlare riguardo all’attaccante di origini napoletane con il presidente azzurro: ma parlare non vuol dire necessariamente trattare. Invece, analizziamo un dato numerico. Secondo il sito Transefermarket.de il giocatore slovacco ha una valutazione iniziale di 15,5 milioni: opinabile o meno, rappresenta comunque un punto iniziale per un’ipotetica trattativa. Con questo prezzo, l’offerta bianconera sembrerebbe davvero minima. E poi ci sono le voci (se non i "ronzii") di mercato sulla possibile partenza di Lavezzi. Anche in questo caso un imprenditore avveduto e accorto come De Laurentiis, con una squadra da rafforzare per la prossima stagione verso traguardi più elevati, cosa fa? Vende i suoi giocatori su cui effettuare la rifondazione azzurra: non a caso ha anche chiamato un altro allenatore, Roberto Donadoni, per poter fare piazza pulita. Un’altra storia davvero molto divertente: ma che non ha alcun fondamento logico. Il Napoli non ha necessità di vendere: semmai di pagare un po’ di più i propri giocatori, visto che secondo l’ultimo bilancio disponibile (chiuso al 30 giugno 2008) presenta un monte ingaggi di 20,6 milioni di euro. Una "pinzillacchera", per dirla alla Totò, se paragonata ai 130 milioni dell’Inter. Ma la società ha i conti in ordine ed è in utile per il secondo anno di seguito: con un altro balzo dei ricavi (l’anno scorso fu del 114%, pari a 88,4 milioni) potrà tranquillamente farlo.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte
Visita anche il sito di Marco Liguori Pianetagenoa1893.net
venerdì 3 aprile 2009
Della Valle: i calciatori potrebbero tagliare ingaggi del 50%
«Il mondo del calcio dovrebbe ridimensionarsi per rispetto dell'attuale situazione economica. Dovrebbero iniziare a farlo i giocatori riducendosi l'ingaggio del 50%: guadagnano talmente tanto che sono convinto che se giocassero per la metà sarebbero lo stesso felici». Lo ha detto Diego Della Valle a margine della sua partecipazione al Precetto Pasquale officiato oggi a Firenze dall'arcivescovo, monsignor Giuseppe Betori a cui il patron della Fiorentina ha partecipato insieme a tutte le squadre della società viola. «È arrivato il momento di lanciare un segnale forte e i dirigenti devono insistere - ha continuato Della Valle -. Il calcio non è un mondo di marziani, allo stadio ci vanno tanti ragazzi che lavorano e faticano ad arrivare alla fine del mese. Anche per questo bisogna darsi una ridimensionata per rispetto dell'attuale situazione economica e per far sentire che anche questo ambiente è vicino a chi sta peggio».
Fonte: Ansa
Fonte: Ansa
giovedì 2 aprile 2009
Gea: la Procura della Repubblica impugna la sentenza
La Procura della Repubblica di Roma non è d'accordo sulla conclusione del processo che sino all'8 gennaio scorso ha visto sul banco degli imputati Luciano Moggi, suo figlio Alessandro e il 'verticè della Gea, la società che gestiva con ruolo di preminenza, l'attività di atleti e allenatori del calcio italiano. Perciò il pubblico ministero Luca Palamara ha presentato appello contro la decisione con la quale la decima sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Luigi Fiasconaro, ha condannato l'8 gennaio scorso Luciano Moggi e suo figlio Alessandro per violenza privata e tentativo di violenza privata rispettivamente a 1 anno e 6 mesi e ad 1 anno e 2 mesi, assolvendo poi con formula piena gli altri imputati cioè, Francesco Zavaglia, Davide Lippi, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo. Solo per quest'ultimo Palamara non ha presentato appello.
Moggi e il figlio furono assolti dall'accusa di associazione per delinquere (come gli altri) e da altri episodi di violenza privata, ma furono invece condannati per lo stesso reato nei confronti del calciatore Emanuele Blasi e di tentativo di violenza privata nei riguardi di due calciatori russi Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy. Piena assoluzione invece per tutti gli altri imputati. Decisione contro la quale ora Palamara ha presentato ricorso sollecitando anche per quanto riguarda Moggi e figlio la contestazione dell'associazione per delinquere nonchè della violenza privata nei confronti di un altro gruppo di calciatori: Davide Baiocco, Emanuele Blasi, Giovanni Tedesco, Fabio Gatti, Davide Trezeguet, Giorgio Chiellini, e Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy i due russi per i quali sono stati condannati Luciano Moggi e il figlio Alessandro. Contro la sentenza pronunciata dalla decima sezione penale del tribunale di Roma già avevano presentato appello i difensori dei Moggi, Marcello e Matteo Melandri, che nel processo davanti alla decima sezione li avevano assistiti.
Fonte: Adnkronos
Moggi e il figlio furono assolti dall'accusa di associazione per delinquere (come gli altri) e da altri episodi di violenza privata, ma furono invece condannati per lo stesso reato nei confronti del calciatore Emanuele Blasi e di tentativo di violenza privata nei riguardi di due calciatori russi Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy. Piena assoluzione invece per tutti gli altri imputati. Decisione contro la quale ora Palamara ha presentato ricorso sollecitando anche per quanto riguarda Moggi e figlio la contestazione dell'associazione per delinquere nonchè della violenza privata nei confronti di un altro gruppo di calciatori: Davide Baiocco, Emanuele Blasi, Giovanni Tedesco, Fabio Gatti, Davide Trezeguet, Giorgio Chiellini, e Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy i due russi per i quali sono stati condannati Luciano Moggi e il figlio Alessandro. Contro la sentenza pronunciata dalla decima sezione penale del tribunale di Roma già avevano presentato appello i difensori dei Moggi, Marcello e Matteo Melandri, che nel processo davanti alla decima sezione li avevano assistiti.
Fonte: Adnkronos
Pro Patria: Tribunale Busto Arsizio dichiara il fallimento
Il collegio del Tribunale di Busto Arsizio, sezione fallimentare, si è riunito per esaminare il caso della società calcistica Pro Patria e ha deciso per il fallimento della società. Il club, che gioca nel girone A della Prima Divisione della Lega Pro, è attualmente in testa al campionato insieme con il Cesena e in corsa per la promozione in serie B.
Ieri si era svolta un'udienza in cui il presidente Giuseppe Zoppo, tramite il suo legale, aveva chiesto di poter presentare un piano di rientro della situazione debitoria, mentre il sostituto procuratore Massimo Baraldo e i sette creditori si erano opposti sostenendo che si trattava di un espediente dilatorio. Secondo il presidente della società il debito si aggirava sui 180 mila euro, mentre la Procura di Busto ha calcolato un ammontare di 2 milioni di euro.
Fonte: Ansa
Ieri si era svolta un'udienza in cui il presidente Giuseppe Zoppo, tramite il suo legale, aveva chiesto di poter presentare un piano di rientro della situazione debitoria, mentre il sostituto procuratore Massimo Baraldo e i sette creditori si erano opposti sostenendo che si trattava di un espediente dilatorio. Secondo il presidente della società il debito si aggirava sui 180 mila euro, mentre la Procura di Busto ha calcolato un ammontare di 2 milioni di euro.
Fonte: Ansa
giovedì 26 marzo 2009
Matarrese fiducioso: «Eviteremo il commissariamento»
Nonostate manchi ancora l'accordo tra Serie A e Serie B sul nuovo regolamento e la nuova governance della Lega Calcio, Antonio Matarrese e' ''fiducioso'' sulla possibilita' di sciogliere tutti i nodi entro martedi' 31 marzo, termine ultimo per l'elezione del presidente. ''Puo' ancora succedere di tutto'', ha detto il presidente della Lega Calcio lasciando gli uffici di Via Rosellini dove oggi si e' riunito il consiglio seguito da una riunione informale dei presidenti del club di Serie A. ''E' naturale - ha minimizzato Matarrese - che ci si prenda un po' di tempo per sintonizzare le due categorie. Oggi c'e' stata una discussione molto accesa, ognuno vuole prevalere sull'altro. Ma voi - ha detto dimostrandosi ottimista con i giornalisti - sapete che questa Lega e' capace di trovare soluzioni all'ultimo momento''. Il problema, ha ricordato il numero uno della Lega Calcio, e' che ''la serie B ha bisogno di essere sostenuta finanziariamente e vuole capire l'entita' delle risorse necessarie per la sopravvivenza. E la serie A e' disponibile ad aiutarla''. Un ottimismo che spinge Matarrese a escludere l'ipotesi di un commissariamento della Lega: ''Macche' commissario - si e' sfogato - i commissari stanno in Polizia, non in Lega Calcio''.
Fonte: Asca
Fonte: Asca
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il pallone in confusione
Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
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Editore e direttore responsabile: Marco Liguori
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