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giovedì 10 giugno 2010

Manchester United Merchandising Limited: un affare da 24 milioni

La società che controlla il merchandising del celebre club inglese, gestita dalla Nike, ha ottenuto al 31 maggio 2009 un incremento del 14% del fatturato


Nike ha garantito 93 milioni di sterline al Manchester United per il periodo che va dall’1 luglio 2006 al 30 giugno 2010. La stessa Nike oltre ad essere sponsor tecnico, gestisce il merchandising, il licensing e le operazioni di vendita al dettaglio, tramite la società Manchester United Merchandising Limited, alla quale ha concesso una sublicenza in relazione a tali diritti. Manchester United Merchandising Limited è una società, con sede nel Regno Unito, controllata dalla società statunitense Nike Inc.

Manchester United Merchandising Limited è impegnata in tre attività principali, vale a dire: la vendita al dettaglio nel Regno Unito di prodotti con il marchio Manchester United; la concessione di licenze per la produzione, distribuzione e vendita di tali beni in tutto il modo e la gestione, sempre a livello mondiale, delle scuole calcio del Manchester United.

Sulla scia di un anno record di vendite, registrato nel 2008, la società ha continuato a crescere, conseguendo un altro record di vendite nel 2009. Ovviamente, i successi del Manchester United sono stati la “chiave” per poter conseguire questi risultati importanti.

Il fatturato per l’esercizio chiusosi il 31 maggio 2009 è stato di 20,1 milioni di sterline, che, considerando un cambio di un euro a 0,8271sterline, equivalgono a circa 24,3 milioni di euro. Nell’esercizio precedente il fatturato è stato pari a 17,6 milioni di sterline (circa 21,3 milioni di euro). L’incremento registrato è stato del 13,86%. Dal punto di vista geografico il fatturato è così suddiviso: 18,5 milioni di sterline nel Regno Unito (+ 11,9% rispetto al 2008); 1,6 milioni di sterline nel resto del mondo (+42,59% rispetto al 2008).

Dal punto di vista delle “aree business” il fatturato è suddiviso in tre grandi settori: Retail; Licensing; Soccer Schools.

Il settore Retail, ossia la vendita al dettaglio, registra un fatturato di 13,6 milioni di sterline, pari a 16,4 milioni di euro. Tale settore, nell’esercizio precedente, ha registrato la cifra di 12,1 milioni di sterline pari 14,7 milioni di euro. L’incremento registrato è stato dell’11,82%.

Il settore Licensing, ossia la concessione di licenze relative all’uso del marchio, segna un fatturato di 4,8 milioni di sterline, pari a 5,8 milioni di euro. Questo settore, al 31 maggio 2008, ha registrato la cifra di 4 milioni di sterline pari 4,8 milioni di euro. L’aumento registrato è stato dell’18,67%.

Il settore Soccer Schools, ossia la gestione delle scuole calcio del Manchester United, riporta un fatturato di 1,7 milioni di sterline, pari a 2,1 milioni di euro. Tale settore, nel 2008, ha registrato la cifra di 1,5 milioni di sterline pari 1,8 milioni di euro. L’incremento registrato è stato dell’17,59%.

Il costo del personale ammonta a 2,1 milioni di sterline pari a circa 2,5 milioni di euro. Tale costo segna un incremento del 12,46%. Le unità impiegate sono passate da 46 a 50. In occasione delle gare casalinghe del Manchester United sono state ingaggiate altre 88 unità con contratti di prestazione occasionale (nel 2008: 66 unità) e in più con le stesse modalità “precarie” sono stati ingaggiati 32 allenatori per le scuole calcio (30 nel 2008).

L’utile lordo prima delle tasse è pari a 0,8 milioni di sterline (1 milione di euro), con un decremento del 16,16% rispetto all’esercizio precedente, quando il risultato era stato pari a 1 milione di sterline circa pari 1,2 milioni di euro.

Lo stato patrimoniale presenta un attivo di 11,7 milioni di sterline (14,2 milioni di euro), con 0,4 milioni di sterline relative a immobilizzazioni materiali, 0,9 milioni di sterline relative a rimanenze, 10 milioni di sterline di crediti e 0,4 milioni di sterline di disponibilità liquide. Le passività espongono debiti a breve per 7,9 milioni di sterline. Il patrimonio netto ammonta a 3,8 milioni di sterline (4,6 milioni di euro) e risulta in aumento del 20,64%. Da segnalare che i crediti comprendono 7,5 milioni di sterline (9,1 milioni di euro) di crediti verso imprese del gruppo.

Luca Marotta

jstargio@gmail.com

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martedì 8 giugno 2010

AIGOL: Nasce a Roma l’Associazione Italiana Editori On Line

Obiettivo primario il riconoscimento giuridico dell’editoria web. In autunno le prime attività per un disegno di legge. bipartisan. Nasce l'Associazione Italia Giornali On-Line (AIGOL). (nella foto l'immagine del logotipo dell'Associazione nazionale).

E’ nata ufficialmente a Roma l’Associazione Italiana Giornali On-Line (AIGOL) dall’unione di sette “soci fondatori”, tutti editori attivi sulla piattaforma web.

Si tratta di L&V Editrice (proprietaria del marchio e dell’agenzia stampa Sporteconomy.it), di Atleticom.it, di Sailbiz.it (dei giornalisti Walter Mei e Alberto Morici), EdiWebRoma (proprietaria della testata VignaClarablog.it), di Mediagol.it, di PianetaGenoa1893.net e di Il pallone in confusione (editore Marco Liguori) e di Nextmediaweb (proprietaria del portale Calciomercato.it).

AIGOL nella prima assemblea ha scelto come consiglieri gli editori Camillo Franchi Scarselli (Atleticom), Alessandro Santandrea (Calciomercato), Fabrizio Giorgio Azzali (Vignaclarablog) e William Anselmo (Mediagol.it). Marco Liguori e William Anselmo sono stati scelti, inoltre, come “delegati” per la Liguria/Campania e la Sicilia.

Marcel Vulpis, editore di Sporteconomy.it, coprirà il doppio ruolo di consigliere e presidente della giovane associazione italiana, che intende, entro i prossimi 18 mesi, diventare il punto di riferimento per gli editori online. Potranno diventare “soci” solo testate giornalistiche con almeno un anno di vita e che presentino la figura del direttore responsabile.

“L’informazione giornalistica veicolata attraverso il web deve avere la stessa dignità e valore di quella cartacea o televisiva”, ha dichiarato il presidente di AIGOL. “Il riconoscimento e tutela giuridica della nostra professione è il primo punto su cui lotteremo nei prossimi mesi. E’ giunto il momento che in questo Paese ci si accorga dell’industria on-line e del suo impatto economico sul mercato del giornalismo. Abbiamo scelto il web perché è il presente e il futuro, adesso puntiamo ad ottenere gli stessi diritti dei nostri “cugini” della carta e della tv. In America questa distinzione non esiste più, in Italia, invece, c’è chi ha interesse che si rimanga figli di un Dio minore. Questo non è più accettabile!”.

I prossimi passi sono nella direzione di un disegno di legge condiviso dal maggior numero di parlamentari per ottenere finalmente il riconoscimento giuridico della nostra attività. Per settembre sarà pronto anche il sito ufficiale dell’associazione e le prime iniziative di lobbying in ambito parlamentare. Nel frattempo è stato scelto il claim dell’Associazione con sede a Roma: AIGOL-EDITORI IN RETE.

Per ulteriori informazioni:

AIGOL

Sede operativa c/o Atleticom srl – Roma – viale Tiziano 19

Tel: 393.3330928 aigol.info@gmail.com

Marco Liguori delegato per Liguria e Campania

marco_liguori@katamail.com

lunedì 7 giugno 2010

Il Milan aumenta i ricavi nel 2009 e ringrazia Kakà, Rai e Mediaset

Gli introiti sono lievitati di 89 milioni sul 2008: nel bilancio però non c’è traccia della suddivisione degli introiti derivanti da una transazione con la tv di Stato e con la società del gruppo Fininvest. I costi superano le entrate di 35,6 milioni e sono lievitati dai 287,1 del 2007 a 317,6 milioni. In particolare, gli stipendi dei calciatori presentano un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009

Il bilancio chiuso al 31 dicembre scorso dal Milan si è chiuso con una perdita a livello di gruppo pari a 9,8 milioni di euro (66,8 nel 2008), mentre il “rosso” civilistico (riguardante la sola squadra di calcio) è ammontato a 18,9 milioni (76,9 milioni nel 2008). Il miglioramento del risultato negativo è avvenuto a causa del consistente rafforzamento dei ricavi: a livello di gruppo 327,6 milioni contro i precedenti 237,9, a livello civilistico 307,7 milioni rispetto ai 218,7 milioni del 2008. Ciò è dovuto a tre voci: plusvalenze calciatori, ricavi da Champions League e componenti non ricorrenti dovuti agli accordi di transazione con Mediaset e Rai. Lo spiega nelle relazioni sulle gestioni il vicepresidente vicario e amministratore delegato Adriano Galliani: il «valore della produzione include le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni dei giocatori ammontanti a euro 74 milioni per il 2009 e a euro 20,5 milioni per il 2008». La parte del leone nella prima voce spetta a Kakà, la cui plusvalenza per la cessione al Real Madrid ammontata a 62,7 milioni, seguito da Gourcuff venduto al Bordeaux con plusvalenza di 11,2 milioni.

Riguardo agli accordi con Mediaset e Rai, Galliani spiega in maggior dettaglio a pagina 106 del documento contabile che ammontano a «euro 20,3 milioni per i proventi non ricorrenti relativi alle transazioni con il gruppo Rai e con la società Rti spa (Gruppo Mediaset) per la titolarità dell’archivio delle immagini delle partite casalinghe di Ac Milan relative a specifiche stagioni sportive (cd. “Library Milan”) e per lo sfruttamento nel tempo di tale archivio». Sembra davvero strana la formula adottata con una società facente parte dello stesso gruppo finanziario, ossia la Fininvest: non si capisce quale sia la necessità di sottoscrivere un accordo transattivo. L’unica spiegazione può essere questa: una sorta di “par condicio” con la Rai. Nel bilancio del Milan non c’è traccia della suddivisione tra la parte degli introiti derivante dalla tv di Stato e quella proveniente dalla società del gruppo Mediaset. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la società di via Turati non ha obblighi di maggior trasparenza, cosa invece dovuta per le aziende quotate in Borsa. Quanto ai maggiori proventi da partecipazione alle competizioni Uefa, si segnalano i proventi da diritti tv della Champions League pari a 20,4 milioni (7,4 milioni nel 2008). Pressoché invariati i ricavi complessivi per i diritti tv (Sky e Mediaset) pari a 107,2 milioni. Risultano incrementati da 5,3 a 6,5 milioni i ricavi derivanti dall’attività di merchandising e licencing del Gruppo Milan. Tutto ciò fa comprendere che il Milan è una società sempre più dipendente da tv, Champions League e plusvalenze calciatori: nella composizione dei ricavi il merchandising occupa appena il 10% contro il 40% dei proventi televisivi, il 23% delle plusvalenze e il 18% delle coppe internazionali. Ancora più bassi gli introiti da sponsor, pari al 9%. Tuttavia, grazie alla potenza del suo azionista di riferimento, non sarà un problema neppure la prossima ripartizione collettiva dei diritti televisivi prevista dalla legge Melandri-Gentiloni, il cui meccanismo è riportato sinteticamente nella relazione sulla gestione, che dovrebbe portare un decremento di questo introito nelle casse del club rossonero e in quello delle altre grandi del calcio nostrano in favore delle piccole.

Anche se non costituiscono fonte di preoccupzione, a causa del costante apporto di “mamma” Fininvest, i costi dell’Ac Milan spa sono lievitati in modo esponenziale dal 2007 al 2009. Tre anni fa, ammontavano a 287,1 milioni, nel 2008 erano 307,5 mentre l’anno scorso sono lievitati a 317,6. La spiegazione la fornisce sempre Galliani nella relazione sulla gestione: «Tale incremento si riferisce in particolare per 3,8 milioni alla voce salari e stipendi tesserati principalmente a seguito di premi erogati a fronte delle prestazione sportive; per 4,1 milioni alla voce “costi per servizi”». Insomma, è l’effetto di un circolo vizioso: se aumentano i ricavi attraverso risultati sportivi soddisfacenti, si incrementano anche i costi dovuti ai premi dovuti alle stelle rossonere Ronaldinho, Pato e compagnia. Tuttavia, scendendo nel dettaglio delle ultime tre stagioni si nota che anche il costo degli stipendi per i calciatori presenta un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009. Insomma, se si hanno giocatori di grido bisogna pagarli profumatamente, ma i ricavi non riescono a compensare i costi: l’anno scorso lo squilibrio riguardante l’Ac Milan spa ha raggiunto i 9,9 milioni. Chissà se alla società posseduta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ascolteranno le parole pronunciate ieri dal ministro della Semplificazione amministrativa Roberto Calderoli: «Le società di calcio ridimensionino gli ingaggi dei calciatori». Ciò però contrasta con il desiderio dei tifosi rossoneri che vogliono che la società investa molto, acquisendo fuoriclasse per rafforzare la squadra e puntare a nuove vittorie.

Il bilancio civilistico del Milan presentava alla fine dell’anno scorso un forte squilibrio finanziario: debiti per 463,1 milioni (di cui 163,7 milioni con le banche) contro 157 milioni di crediti. Il patrimonio netto, ossia i mezzi propri, è positivo per 26,9 milioni: a livello di gruppo è negativo per 71,9 milioni, ma ciò non comporta interventi di ricapitalizzazione. Tutto questo non rappresenta fonte di preoccupazione per una società coperta dalle robuste spalle del suo azionista al 99,92973%. Innanzitutto il club rossonero è coperto dal rischio di liquidità poiché «gode di un adeguato ammontare di linee di credito committed – spiega Galliani nelle relazioni sulla gestione – a fronte di lettere di “patronage” della controllante Fininvest spa per ammontare di euro 390,0 milioni». L’anno scorso l’importo garantito dalla holding della famiglia Berlusconi presso le banche era leggermente inferiore: 329,9 milioni. In più la Fininvest ha versato in conto capitale 18,5 milioni per sostenere il proprio “figlio”: inoltre, nello scorso gennaio «a richiesta della società (NDR il Milan) ha provveduto a convertire – si legge nella relazione sulla gestione - parte di un finanziamento oneroso per 1,7 milioni in versamento in conto capitale e/o copertura perdite». In virtù dell’adesione alla normativa sul consolidato fiscale, il Milan ha trasferito alla capogruppo una «remunerazione dei vantaggi fiscali» sotto forma «di perdite fiscali», si legge nella nota integrativa, pari a 16,6 milioni. Insomma, competere con una realtà così è praticamente impossibile per gran parte delle squadre del nostro campionato (o meglio della nuova Lega di Serie A) che sono costrette a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Lo strapotere rossonero è evidenziato anche da altre due voci. La prima riguarda debiti verso società di factoring per 103,7 milioni «per anticipazioni di crediti futuri – si legge ancora nella nota integrativa – in riferimento a contratti di natura commerciale». A ciò si aggiungono 22,7 milioni di risconti passivi per «fatturazione anticipata dei diritti televisivi – spiega il documento di bilancio rossonero – per la trasmissione a pagamento delle partite casalinghe di campionato della stagione 2009/10, di alcuni contratti commerciali, alle quote della campagna abbonamenti campionato – edizione 2009/2010 incassate al 31 dicembre 2009 di competenza del periodo 1 gennaio 2010 – 30 giugno 2010». In totale 126,4 milioni già anticipati e riscossi. Dulcis in fundo, Galliani spiega nella relazione sulla gestione di aver sottoscritto «nuovi contratti commerciali che decorreranno dalla stagione sportiva 2010/2011 del complessivo valore di minimi garantiti di euro 32,7 milioni per ogni stagione sportiva e con ultima scadenza nel 2017».

Marco Liguori

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venerdì 28 maggio 2010

Federsupporter sollecita la Consob per tutelare gli azionisti della Lazio

La scrivente Federsupporter, in nome e per conto, nella fattispecie, dei piccoli azionisti della SS Lazio spa, con lettere raccomandate A.R., anticipate via fax del 10 e 30 marzo 2010 ( di tali lettere e relativi allegati si unisce copia alla presente per comodità di riferimento), chiedeva a codesta Commissione di intervenire in merito a rilevanti fatti, atti, comportamenti concernenti la suddetta Società.
Nonostante il lungo spazio di tempo ormai trascorso e pur comprendendo la numerosità e la gravosità degli impegni di codesta Commissione, a tutt’oggi, non risulta che a tale richiesta sia stato dato alcun seguito ed alcun riscontro.
Pertanto,con la presente, si rivolge, sia pure con spirito amichevole, un formale sollecito a codesta Commissione affinchè voglia diligentemente e tempestivamente esercitare i molteplici e penetranti poteri-doveri che la legge ad essa attribuisce onde assicurare la tutela sostanziale degli investitori: in questo caso,dei piccoli azionisti della SS Lazio spa.
Azionisti che, così come significato nella citata lettera del 30 marzo 2010, in pratica, non possono contare su nessun altro tutore istituzionale, almeno in sede amministrativa, se non la Consob.
Come noto,infatti, la SS Lazio spa, unica tra le spa calcistiche quotate, ha adottato e mantiene il sistema dualistico di governo societario, con l’unico o prevalente scopo ed effetto di totale esclusione dei soci di minoranza dalla vita della Società : sia pure sotto il minimale profilo informativo.
Scelta che appare del tutto opportunistica e come frutto di un vero e proprio abuso di diritto, se si tiene conto che il capitale sociale è largamente concentrato nelle mani di un solo socio il quale, inoltre, da sempre, svolge anche la funzione dirigente della Società e che da sempre ha mostrato e mostra una evidente, totale, assoluta insofferenza al dibattito assembleare e ad ogni confronto con la minoranza, in specie per quanto attiene ai bilanci.
Bilanci che, almeno ad avviso della scrivente, non sembrano informati a quel fondamentale principio di chiarezza voluto dalla legge onde assolvere compiutamente alla funzione informativa dei bilanci stessi : al punto che giurisprudenza di merito e di legittimità ha sancito essere nulle le deliberazioni approvative di bilanci non chiari .
Laddove un effetto paradossale della suddetta scelta di governo societario è che, di fatto, il Consiglio di Sorveglianza ed il Consiglio di Gestione si trovano, rispettivamente, nella oggettiva e di certo non voluta dalla legge condizione di controllante/controllato e di controllato/controllore.
Con fiducia in un tempestivo riscontro, nel frattempo, si porgono distinti saluti.
Il Presidente
Dr. Alfredo Parisi

lunedì 24 maggio 2010

Bilancio Lazio: nove mesi in netta flessione

Secondo l'analisti svolta da Lazio Family peggiorano i risultati del club biancoceleste. In particolare, la società dichiara che «non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione»


1. Risultato del trimestre e dell’esercizio
Il terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si chiude con una perdita di Euro 1,6 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 2,84 milioni. La relazione al bilancio spiega che la flessione nei risultati del trimestre deriva “principalmente dall’aumento dei diritti alle prestazioni sportive, nonché dall’aumento dei costi retributivi dei tesserati quale conseguenza delle operazioni di mercato condotte sia nella sessione estiva che in quella invernale”. Il risultato dei 9 mesi fino al 31 marzo 2010 è positivo per Euro 1,82 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 9,02 milioni. Dai dati suddetti risulta un peggioramento dei risultati economici dell’esercizio 2009/2010, sia se si guarda a 9 mesi complessivi sia se si guarda all’ultimo trimestre.
2. Fatturato
Il fatturato (tecnicamente, il “valore della produzione”) del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attesta ad Euro 21,19 milioni (in linea con il risultato del terzo trimestre dell’esercizio precedente). Il fatturato progressivo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attesta ad Euro 64,03 milioni, contro Euro 58,8 milioni dell’esercizio precedente (+9%).

3. Costi
I costi operativi del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 17,65 milioni contro Euro 13,47 milioni dell’esercizio precedente con un aumento del 31%. I costi operativi del periodo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attestano ad Euro 50,27 milioni contro Euro 41,93 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 20%. La componente più rilevante dei costi operativi è rappresentata dai costi per il personale che ammontano nei 9 mesi del periodo fino al 31 marzo 2010 ad Euro 10,06 milioni contro Euro 6,29 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 60%. La relazione al bilancio spiega che “l’aumento del costo del personale è dovuto principalmente all’incremento e miglioramento della rosa della prima squadra”. Gli ammortamenti del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 5,38 milioni contro Euro 3,38 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 59%.Gli ammortamenti del periodo di 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 15,57 milioni contro Euro 11,16 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente con un aumento del 39%. La relazione al bilancio spiega che l’incremento degli ammortamenti “è conseguenza degli acquisti fatti durante la campagna di trasferimenti estiva ed invernale, tesi al rafforzamento ed al ringiovanimento della rosa di prima squadra”. In altre parole, i costi operativi in generale e, in particolare, i costi relativi ai tesserati (per retribuzioni, oneri previdenziali, ammortamento del valore dei cartellini, ecc.) è in netta crescita; l’incremento dei ricavi (vedi punto 2) non è sufficiente a coprire i maggiori costi e da ciò consegue la perdita nel trimestre chiuso al 31 marzo 2010 e il regresso nel risultato del periodo di nove mesi.

4. L’attività sportiva e l’attività commerciale
I risultati dell’attività sportiva nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 mostrano una perdita di Euro 5,8 milioni, a fronte di un utile di Euro 1,1 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. L’attività commerciale presenta un utile nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 di Euro 7,6 milioni, a fronte di un utile di Euro 7,9 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente.

5. Il patrimonio giocatori
Il valore del patrimonio giocatori al 31 marzo 2010 ammonta ad Euro 47,22 milioni (contro Euro 47,5 milioni al 31 dicembre 2009).

6. I contenziosi
La relazione al bilancio afferma che “il Gruppo Lazio è parte, attiva e passiva, in alcuni procedimenti giudiziari di cognizione ordinaria e d’ingiunzione, aventi ad oggetto alcuni rapporti commerciali e, in particolare: rapporti con tesserati, ex dipendenti, procuratori, fornitori e consulenti”.

7. Problematiche fiscali
La relazione al bilancio ricorda la transazione effettuata con l’Agenzie delle Entrate il 20 maggio 2005 per la rateizzazione di Irpef ed IVA dovute al 31 dicembre 2004. In proposito attesta che “sulla base di quanto previsto dai piani societari la Società sarà in grado di far fronte agli impegni finanziari derivanti dalla dilazione concessa dal fisco” e ricorda che gli importi delle rate a scadere “sono garantiti dalla cessione pro solvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria”. Nessun cenno si ritrova nella relazione al bilancio al 31 marzo 2010 di quanto segnalato nel bilancio al 31 dicembre 2009 e relativo ad Euro 3,4 milioni di disponibilità bancarie della Lazio vincolate a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento delle rate della transazione. La relazione al bilancio menziona anche due altre vertenze di natura fiscale inerenti i rapporti con i calciatori:- la prima riguarda il presunto obbligo di assoggettamento ad Irap delle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, che la Lazio non ha effettuato; ne sono derivati avvisi di accertamento contro i quali la Società ha presentato ricorso; il primo di questi ricorsi è stato respinto dalla Commissione Tributaria Provinciale di Roma;- la seconda riguarda la problematica dei compensi pagati ai procuratori che, secondo l’Agenzia delle Entrate, rappresentano costi di competenza dei giocatori che andavano assoggettati a ritenuta d’acconto. Ne derivano rilievi dell’Agenzia delle Entrate quantificati in circa Euro 4,5 milioni per ritenute d’acconto ed IVA relativi al 2003; la Società ha ricevuto una prima cartella esattoriale, a titolo provvisorio, di Euro 2,5 milioni.

8. Debiti scaduti
La relazione al bilancio indica in Euro 18,6 milioni il totale dei debiti scaduti al 31 marzo 2010 (erano Euro 12,86 al 30 giugno 2009). Lo scaduto nei confronti del personale ammonta ad Euro 3,89 milioni (era di Euro 1,84 milioni al 30 giugno 2009).

9. Piano industriale
La relazione esplicitamente dichiara che “non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione”. Si tratta di un’affermazione (peraltro già esistenti nelle relazioni precedenti) molto grave e preocccupante per chiunque si occupi di gestione aziendale: come si fa a programmare e a gestire senza fare dei piani? Si gestisce con l’improvvisazione? Vista la situazione della Lazio sembra che si possa tranquillamente dire di sì,

10. Licenza UEFA
L’8 maggio 2010 la SS Lazio SpA ha ottenuto la licenza UEFA per la stagione sportiva 2010/2011. Peccato che, sul piano sportivo, questo riconoscimento non serva a nulla, visto che la Lazio l’anno prossimo non parteciperà ad alcuna manifestazione UEFA.

11. Risultati sportivi
La relazione afferma che il 9 maggio 2010, cioè dopo la vittoria a Livorno nella penultima giornata di campionato, la Lazio “ha confermato il diritto alla disputa del prossimo campionato di serie A, che genera i relativi potenziali ricavi conseguenti.” In questa affermazione colgo una soddisfazione che, visto l’andamento della stagione, non mi sembra affatto pertinente; o forse c’è la soddisfazione per lo scampato pericolo della retrocessione?
Paolo Lenzi - presidente di Lazio Family
Per gentile concessione dell'autore

sabato 22 maggio 2010

Il mistero delle Isole Cayman nel controllo del Liverpool

Nella prima puntata sui conti del Liverpool si evidenzia la presenza della Kop Football (Cayman) Ltd con sede nel famoso paradiso fiscale. I revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo che Kop Football (Holdings) Limited, con sede in Inghilterra, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale


"You’ll never walk alone" è il motto che campeggia nel logo del Liverpool F.C., ed in questo momento il club di calcio ha bisogno della compagnia di nuovi proprietari nel suo cammino. Oggetto di questa esposizione sarà la descrizione del bilancio consolidato al 31 luglio 2009 di Kop Football (Holdings) Limited, l’ultima controllante, con sede nel Regno Unito, del gruppo, nel cui perimetro di consolidamento rientra il club di calcio professionistico conosciuto come: "Liverpool F.C.". Dalla lettura di quanto segue, si potrà ben comprendere come gli attuali proprietari del club abbiano deciso di porlo in vendita. L’investimento fatto con soldi presi a prestito, nonostante gli aumenti di fatturato, non ha generato quella redditività in grado di ripagare il prestito, inoltre a causa della chiusura dei rubinetti da parte delle banche, la proprietà è stata costretta, a sua volta, a prestare ingenti somme di danaro al club, che fruttano ulteriori interessi da pagare ad una società con sede nelle Isole Cayman, che fa capo sempre ai proprietari americani Hicks e Gillet. Bisogna anche aggiungere che la proprietà ha anche prestato garanzie per 110 milioni di sterline, necessario per il rifinanziamento del prestito bancario scaduto nel 2009. Il 16 aprile 2010, la proprietà del gruppo ha reso noto a mezzo di un comunicato, apparso sul sito internet ufficiale Liverpoolfc.tv, la volontà di cedere il club, nominando Martin Broughton, già presidente di British Airways PLC, come presidente della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, con un preciso mandato a vendere.
Il punctum dolens della situazione al 31 luglio 2009, è rappresentato dall’enorme costo del debito finanziario, che determina una situazione economica in perdita, la quale, a sua volta, aggrava ulteriormente la situazione patrimoniale già deficitaria. Infatti, le passività superano le attività determinando un patrimonio netto abbondantemente negativo e il 2008/2009 è il terzo esercizio consecutivo con un patrimonio netto negativo. Il quadro è completato dall’aumento dell’indebitamento finanziario netto che è passato da 299,8 milioni di sterline a 351,4 milioni di sterline. E i revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo nella relazione, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale.
Per quanto riguarda il caso Liverpool vi sono delle analogie con il caso Manchester United. La prima è la modalità di acquisto dei due club, la seconda è la nazionalità statunitense dei proprietari. Infatti, in entrambi i casi è avvenuto l’acquisto del club di calcio ad opera di imprenditori statunitensi, con un’operazione di Leverage Buy-Out, ossia si è utilizzata una società indebitata con le banche per acquistare il club di calcio. Nel caso del Liverpool, la società veicolo utilizzata è stata: Kop Football Limited. Il 23 marzo 2007, Kop Football Limited acquisì il 100% della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, per un corrispettivo in contanti di 175 milioni di sterline, a cui sono stati aggiunti costi di acquisizione per 8,5 milioni di sterline, valorizzando l'investimento a 183,5 milioni di sterline. Questa operazione era supportata dalla convinzione che la redditività del club sarebbe stata in grado di ripagare il costo del debito oltre che rimborsare il debito stesso.
Secondo gli amministratori di Kop Football (Holdings) Limited, gli elementi chiave della strategia del Gruppo per la crescita sono: il rafforzamento della squadra di calcio, lo sfruttamento del marchio, e il finanziamento per la costruzione del nuovo stadio.
Dal punto di vista sportivo la stagione 2008/2009 ha visto il conseguimento del secondo posto in Premier League ed il raggiungimento dei quarti di finale in Champions League, con l’eliminazione subita ad opera del Chelsea. Il secondo posto in campionato ha permesso di aumentare il fatturato derivante dai diritti TV.
La struttura del Gruppo
La struttura del gruppo che controlla il Liverpool Football Club è piuttosto complessa. La holding finale risiede negli Stati Uniti, ma la proprietà passa poi, tramite una società con sede nelle Isole Cayman, denominata: "Kop Fottball (Cayman) Limited". Questa società, residente nel "paradiso fiscale" delle Isole Cayman, controlla, a sua volta, la holding del gruppo con sede nel Regno Unito, denominata: "Kop Football (Holdings) Limited".
La catena di controllo dall’alto verso il basso è la seguente: Kop Investment LLC (USA); Kop Football (Cayman) Ltd (Isole Cayman); Kop Football (Holdings) Ltd (UK); Kop Football Ltd (UK); Liverpool Football Club & Athletic Grounds Ltd. (UK).
La società: "Kop Investment LLC", con sede a Dallas, risulta registrata nello stato del Delaware (USA), forse per ragioni fiscali, tale società è la holding di controllo, che è di proprietà congiunta di George N. Gillett e Thomas O. Hicks. Questa società controlla Kop Football (Cayman) Ltd.
Kop Football (Cayman) Ltd, è una società, di cui si sa poco, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Cayman. Essa controlla Kop Football (Holdings) Ltd.
Kop Football (Holdings) Ltd è la società capogruppo del Regno Unito e ha presentato i conti consolidati derivanti dalle sue due controllate: Kop Football Ltd e Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited.
Kop Football Ltd è la società indebitata, che è stata utilizzata per l'acquisto del club di calcio. Tale società di fatto è solo una subholding, in quanto come attività possiede solo la società Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited. Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited è la società meglio conosciuta come "Liverpool FC". Questa è la società che è stata venduta da David Moores a Gillett e Hicks e che ora è di loro proprietà attraverso una serie di holding come sopra descritto. (1 - continua)

Luca Marotta
jstargio@gmail.com

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

sabato 15 maggio 2010

I tifosi del Bologna scrivono al presidente Menarini

Riceviamo e pubblichiamo
Grazie al contributo volontario degli utenti dei siti di tifosi del Bologna Forumrossoblu, Federossoblu, Tifarebologna, Bologna nel cuore, nella giornata di oggi, abbiamo comprato una pagina del quotidiano sportivo Stadio-Corriere dello Sport - edizione di Bologna, per ribadire che l'attuale gestione del Bologna F.C. è improntata all'improvvisazione, che è cosa diversa dall'avere poche risorse, che la sbandierata vicinanza dell'azionista di maggioranza Geom. Menarini con Luciano Moggi offende ogni sportivo rossoblu e che non riteniamo che il 17° posto ottenuto per il secondo anno di seguito sia un obiettivo in linea con la storia e il nome della città rappresentati dalla società sprtiva Bologna F.C.

Riteniamo che vada fatta chiarezza sui reali obiettivi degli azionisti di maggioranza nel detenere la società e lasciarla galleggiare alla deriva, vorremmo che i media mantenessero alta la vigilanza sulle vicende societarie e che chiarissero senza mezzi termini che il Bologna non può perennemente vivacchiare tra prestiti e umiliazioni e, se lo fa, non potrà pretendere di ricevere applausi. Il pubblico si è ancora una volta stretto attorno alla squadra per amore di maglia non per gioia del risultato.
Siamo all'inizio dell'estate e non è tardi, se ci sarà compattezza e volontà di spronare la proprietà del Bologna F.C. per chiedere trasparenza e programmi.
Alleghiamo il comunicato facendo notare che si tratta di un gesto spontaneo, costoso e concreto di manifestare la nostra preoccupazione e insoddisfazione.
Ripetiamo una iniziativa già presa lo scorso anno quando fummo, purtroppo, facili profeti.
Manuel Gulmanelli
coordinatore dell'iniziativa per i 4 siti di tifosi
Clicca l'immagine per leggere il comunicato



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il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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