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martedì 16 settembre 2008

Noi tifosi bolognesi, secondi a nessuno per civiltà e correttezza

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera speditami da alcuni utenti del sito http://bolognanelcuore.leo.it
Il testo è opera di un tifoso con il nick "Big bang"
"il pallone in confusione" è aperto alle lettere di tutti coloro che vogliono intervenire nel dibattito sul blocco delle trasferte

Lo sappiamo tutti che ogni giornalista sportivo (e forse anche non sportivo) di Bologna legge il forum. Visto che spesso avete utilizzato quello che leggevate sul forum come spunto per scrivere articoli, per "tastare" il polso alla piazza, per avere scoop ed informazioni (Spinelli a Bologna da chi è stato scoperto?) spesso senza neanche citare la fonte delle vostre informazioni, credo che sia giunto il momento di fare voi un favore al tifo rossoblu. Sui giornali di oggi si sta tirando la volata al tifo della Fiorentina, dipingendolo come il migliore di Italia, il più corretto fantastico festoso e meraviglioso tifo che una società di calcio possa avere. Al tempo stesso però pare che la partita Fiorentina-Bologna sia a rischio. Essendo i viola cosi meravigliosi, appare abbastanza chiaro che quelli "pericolosi" siamo noi. Ecco, credo che sarebbe un bel gesto da parte del giornalismo bolognese cercare di far capire all'opinione pubblica e a chi di dovere che noi non abbiamo proprio nulla da invidiare ai tifosi della Fiorentina. Scrivete che noi l'anno scorso siamo andati in 8000 a Mantova, in 6000 a Verona, il 4500 a Ravenna, in 4000 a Rimini, in 2500 a Modena, in 2000 a Cesena, e non è mai e dico mai successo nulla. Scrivete che siamo andati in 5000 a Milano e nessuno si è accorto del nostro passaggio. Scrivetelo, che i bolognesi in trasfera sono una risorsa visto che danni non ne fanno ma riempiono ristoranti ed autogrill. Ditelo, fatevi sentire perchè se davvero Fiorentina-Bologna sarà vietata allora ancora una volta di più in Italia avrà ragione chi spacca, danneggia, rompe, distrugge, minaccia, spaventa. Cercate, almeno una volta, di farlo voi un favore al tifo rossoblu.
Cordiali saluti
Valentino Orsini di http://bolognanelcuore.leo.it

lunedì 15 settembre 2008

Galliani a Telelombardia:«Mai pensato di sostituire Ancelotti»

«Nè la proprietà nè tantomeno il sottoscritto hanno mai pensato di sostituire l'allenatore». Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del Milan, in un'intervista a Telelombardia e Antenna3 dopo l'incontro odierno con Carlo Ancelotti, ha voluto seccamente smentire le voci riguardanti l'eventuale esonero del tecnico.
«L'incontro è andato bene - ha proseguito Galliani - non era solo con il nostro allenatore, ma anche con il preparatore atletico Tognaccini e con Jean Pierre Meersseman. Abbiamo parlato di tutto, abbiamo affrontato tutti i problemi per piu' di due ore e la vita continua». Il giornalista di Telelombardia ha domandato se il problema del Milan sia più fisico o psicologico. «Non lo so ha risposto Galliani - non credo sia psicologico. Domani faremo tutta una serie di test, di analisi e continuiamo». Saranno decisive le prossime quattro partite? ''Non c'e' nulla di decisivo, ho sentito adesso altre televisioni che dicevano cose incredibili e false, quindi non esiste. Ne' la proprieta' ne' tanto meno il sottoscritto hanno mai pensato di sostituire l'allenatore''. Bisognerà vedere cosa accadrà nel ciclo di risultati fino al derby con l'Inter.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Tutto Moggi in un Cd

In occasione della trasmissione de La 7 "L'infedele" di Gad Lerner su Giuliano Tavaroli, riproponiamo l'articolo che lo riguarda di indiscreto.it

Indiscreto http://www.indiscreto.it/ 21/12/2006

Tutto Moggi in un cd

di Marco Liguori
Giuliano Tavaroli ha vuotato il sacco sul sistema Moggi. L’11 ottobre scorso l’ex responsabile della security del gruppo Telecom Italia ha dichiarato a verbale, davanti ai Pubblici ministeri di Milano che indagano sui dossier illegali, nuove circostanze che fanno comprendere come già quattro anni fa i vertici dell’Inter fossero perfettamente a conoscenza della "rete" di rapporti di potere dell’ex direttore generale della Juventus. "Alla fine del 2002 dopo essere stato contattato dalla segreteria di Massimo Moratti – ha raccontato Tavaroli nella sua deposizione davanti ai Pm – incontrai Moratti e Facchetti presso la sede della Saras. Facchetti rappresentò a me e a Moratti di essere stato avvicinato da un arbitro della delegazione di Bergamo che in più incontri aveva rappresentato un sistema di condizionamento delle partite di calcio facente capo a Moggi ed avente come perno l’arbitro Massimo De Santis". Tavaroli ha subito precisato che "Facchetti non fece il nome dell’arbitro che lo aveva avvicinato anche se successivamente emerse che si trattava di Nucini". L’ex capo della sicurezza Telecom ha riferito nei verbali altre dichiarazioni del defunto presidente dell’Inter. Quest’ultimo ha raccontato a Tavaroli che il "misterioso" arbitro, cioè Danilo Nucini, era stato avvicinato da De Sanctis nel corso del raduno di Sportilia. In quella occasione De Sanctis gli aveva fatto presente che vi era un modo per avanzare nella graduatoria degli arbitri e che chi aveva contatti con Facchetti arbitrava prevalentemente in serie B.Tavaroli ha proseguito nella sua esposizione davanti ai magistrati, riferendo altri dettagli che sarebbero stati dichiarati da Nucini a Facchetti. De Sanctis avrebbe spiegato allo stesso Nucini che se avesse voluto dirigere incontri in serie A, che comportavano rimborsi più consistenti, doveva seguire i suoi suggerimenti. "De Sanctis gli aveva altresì raccontato – ha sottolineato Tavaroli – di aver migliorato la sua posizione economica e di aver acquistato una bella casa a Roma e un’auto di lusso". Stando sempre alle parole dell’ex capo della security Telecom, l’arbitro bergamasco aveva confidato a Facchetti di aver accettato il consiglio di De Sanctis. E qui il racconto di Tavaroli si arricchisce di un episodio degno di una spy-story di John Le Carrè. Infatti, dopo alcuni giorni Nucini fu prelevato da un’automobile dopo aver lasciato il cellulare nella sua vettura. "Dopo un lungo giro in città fatto per disorientarlo – ha proseguito Tavaroli nel suo racconto – arrivò in un albergo di Torino dove incontrò Luciano Moggi che gli chiese la disponibilità a favorire la Juventus penalizzando le squadre avversarie nelle partite giocate prima di affrontare la Juve. L’arbitro accettò e ricevette da Moggi un cellulare sicuro e diversi numeri dove poteva essere chiamato".Tavaroli ha aggiunto altri particolari alla sua ricostruzione e riferisce che "Facchetti mi disse che l’arbitro gli aveva raccontato i fatti in cambio di un favore da parte dell’Inter, un posto nella società nerazzurra, aggiungendo che era disposto a denunciare". L’ex presidente nerazzurro si mise d’accordo con Nucini per un nuovo incontro. E qui l’ex dirigente del colosso della telefonia arricchisce la sua versione dei fatti con altri dettagli da romanzo giallo. "Facchetti mi disse di aver registrato su un cd – ha sottolineato Tavaroli – i suoi colloqui con l’arbitro Nucini e mi chiese di fare delle verifiche su De Sanctis. Concordammo di dare l’incarico a Cipriani (anch’egli arrestato per la vicenda delle intercettazioni). Chiesi ad Adamo Bove (ex funzionario di polizia passato a Telecom e morto a suicida a Napoli) di verificare i numeri dati da Moggi all’arbitro per vedere se fossero riconducibili a personaggi del mondo del calcio. Bove confermò. Cipriani redasse un report: "Operazione ladroni"". Tavaroli ha poi raccontato di aver dato un consiglio all’ex numero uno dell’Inter. "Io proposi a Facchetti due opzioni: presentarsi in Procura o collaborare come confidente delle forze dell’ordine senza esporsi subito. Facchetti preferì la seconda opzione. Ne parlai con il maggiore Chittaro comandante del nucleo informativo dei Carabinieri di Milano. Di fatto Facchetti non diede seguito a tale sua disponibilità". Tavaroli ha concluso la sua deposizione davanti ai Pm spiegando che Facchetti presentò un esposto in Procura il cui contenuto non fu poi confermato da Nucini. Questi fatti sono ormai diventati cronaca da tempo. I magistrati hanno chiesto a Tavaroli come mai il report su "Operazione ladroni" fu pagato con 50mila euro a Cipriani. Tavaroli ha risposto che "non so se il report che mi esibite è quello con tutta l’attività".Alla luce anche delle dichiarazioni rilasciate al settimanale L’Espresso da Massimo Moratti, ritornato da pochi mesi alla guida dell’Inter dopo l’interregno di Giacinto Facchetti durato dal gennaio 2004 sino all’ottobre di quest’anno, si devono fare alcune considerazioni e domande. "A un certo punto – ha detto Moratti nell’intervista a L’Espresso – mi ero rassegnato. Capivo che, ad andare bene, con quel sistema lì saremmo sempre arrivati secondi. E allora ho pensato seriamente di mollare". Il presidente dell'Inter, ha poi confessato di essere andato molto vicino a cedere il club nerazzurro. "Attorno ad aprile di quest’anno – ha raccontato Moratti – non ce la facevo più a vedere quello che succedeva nell'indifferenza generale. Non speravo che sarebbe venuta fuori la verità, almeno in tempi brevi. Ero davvero stufo". Dall’insieme di queste dichiarazioni sembrerebbe che il patron dell’Inter abbia confermato ciò che ha detto Tavaroli negli interrogatori: Moratti sapeva del sistema Moggi, visto che nella famosa riunione del 2002 negli uffici della Saras era presente con Facchetti e Tavaroli. Ma allora, se sapeva del maneggi di Moggi, perché non ha presentato un esposto alla giustizia sportiva? Però, nel caso in cui ne fosse stato a conoscenza e non lo avesse denunciato, avrebbe violato l'articolo 6 comma 7 del codice di giustizia sportiva, quello che riguarda il dovere di denunciare l’illecito sportivo. C’è da aggiungere che, considerati i fatti lontani nel tempo, potrebbe già essere scattata la prescrizione. Quindi, forse a questa domanda non ci sarà più risposta. Altro quesito: perché l’arbitro Nucini non ha voluto più confermare ciò che aveva dichiarato a Facchetti? Paura, rimorso, dovuti magari a un "avvertimento" di qualcuno, o chissà quale altro motivo recondito? E, ultima domanda, ma non per questo non meno importante: che fine ha fatto il cd su cui Facchetti ha inciso le dichiarazioni di Nucini? Visto che l’ex gloria della Nazionale e della società nerazzurra era al vertice dell’Inter si suppone che ne avesse custodita una o più copie. Sono domande a cui forse solo i magistrati della Procura di Milano, se ne ravvedessero l’opportunità per le loro indagini sulle intercettazioni abusive, potrebbero dare un’esauriente risposta.
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Oltre 10800 firme per la petizione "Berlusconi vendi il Milan"

Dopo il "raffredamento" dovuto all'acquisto di Ronaldinho, la sconfitta contro il Genoa ha fatto ripartire la petizione rivolta al numero uno rossonero

E' arrivata a 10884 firme la petizione "Berlusconi vendi il Milan" reperibile sul sito http://www.firmiamo.it/berlusconivendiilmilan Il testo è stato inserito il 2 luglio scorso sul sito www.firmiamo.it da un gruppo di tifosi rossoneri. La protesta contro il proprietario del Milan aveva perso di intensità verso la fine di luglio, quando era stato acquistato Ronaldinho dal Barcellona. Ma dopo la disfatta di ieri contro il Genoa e la messa in discussione di Ancelotti sulla panchina rossonera, sembra che abbia ripreso vigore.
Nel testo i promotori spiegano che «chi ama il Milan non può non capire la situazione difficile di questi anni a livello di mercato. Galliani nelle sue interviste manifesta continuamente la mancanza di risorse economiche,la differenza di introiti, di fisco e di cultura calcistica nei confronti di Spagna e Inghilterra e questo ci fa pensare ad un futuro piuttosto che sereno. Oltretutto il nostro presidente non ha più intenzione di investire nella società e da quando è in politica il Milan non è più competitivo economicamente in Europa». I tifosi sottolineano che «questo succede (oltre ai fattori che cita Galliani nelle interviste) per il famoso conflitto di interessi. Un patron di una società non può governare l'Italia per cercare di risollevarla e poi spendere fior fior di euro per la stessa. In effetti questo ragionamento è logico e va bene per tutti, ma non per noi. Non possono essere i milanisti a pagare per risollevare le sorti dell'Italia e degli Italiani». 
Il gruppo di sostenitori rossoneri non risparmiano dalle loro critiche anche la holding berlusconiana. «Oltretutto c'è una politica assurda di Fininvest che è quella di non investire più con forza nel Milan. Tutto questo dovrebbe metterci i brividi, dovrebbe farci riflettere tutti. Siamo grati al presidente per tutto quello che ha fatto per il Milan e per noi tifosi,ma la verità è che negli ultimi anni 2 anni quello che abbiamo vinto è frutto di un miracolo della squadra».
Gli autori della petizione ricordano che «poiché non si vive sempre di miracoli e di fortuna, io chiedo a tutti i tifosi che come me hanno a cuore le sorti del Diavolo: se sono questi i presupposti potrà esserci un futuro degno di questi colori? Fuori gli attributi popolo rossonero, facciamoci sentire in modo serio, per una petizione forte e manifestiamo liberamente le nostre delusioni». Il testo si conclude con un appello accorato: «Firmiamo e cerchiamo di ridare al Milan la dignità che gli spetta. Per il bene di tutti ma specialmente del Milan, caro presidente vendi e restituiscici l'orgoglio di essere milanisti!!!!!»
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Quattro laziali denunciati per aggressione a tifoso Sampdoria

Aggressione ieri a Roma al termine di Lazio-Sampdoria. Poco dopo le 18, durante l'uscita del pubblico dai cancelli dello stadio Olimpico, in Piazza Maresciallo Giardino, quattro tifosi laziali, che viaggiavano a bordo di un'automobile, hanno incrociato all'altezza di un semaforo due tifosi della Sampdoria appiedati. Uno dei sostenitori biancocelesti è sceso dalla vettura e ha colpito con calci alla schiena uno dei due genovesi. Sono subito intervenuti due agenti del commissariato ''Prati'', addetti proprio al servizio di prevenzione per il deflusso delle tifoserie. Alla vista dei poliziotti, gli aggressori hanno cercato di dileguarsi ma dopo un breve tratto sono stati bloccati: è stato inoltre trovato a terra un coltello a scatto gettato dagli occupanti dell'autovettura. Tutti sono stati portati al Commissariato ''Prati'' dove i quattro giovani romani sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di arma da taglio: l'aggressore e' stato denunciato per percosse. Nei confronti dei quattro, incensurati, verra' inoltrata proposta per l'applicazione del Daspo, ossia provvedimento di divieto d'accesso nei luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)

Statistiche Reggina-Torino: pareggio giusto

Pareggio giusto tra Reggina e Torino, almeno per quanto riguarda la maggiore pericolosità delle due squadre. La differenza riguardo a questo indice è davvero minima tra le due formazioni, pari a 1,5% in più per gli amaranto calabresi. Il dato riassume la capacità di tenere il possesso di palla, verticalizzare, giungere al tiro e creare occasioni da rete. 
Invece, riguardo ai singoli dati si nota una maggiore superiorità della Reggina (+14,8%) riguardo alla maggiore capacità di attaccare la porta avversaria. Ancora più marcata la superiorità difensiva della squadra di Orlando (pari a circa il 15%). La formazione di De Biase ha compensato con un numero maggiore di palle giocate (566 contro 480) e possesso palla (53% contro 47%). Il Toro ha avuto un maggior rendimento nei tiri nello specchio della porta: 5 su 7 totali, mentre la Reggina ha ottenuto un 4 su 12.
In attacco, l'attaccante reggino Corradi ha battuto l'ex Amoruso con 2 tiri: quest'ultimo è stato raggiunto da Barillà e Carmona.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)


Le statistiche di Reggina-Torino
(Fonte Panini Digital-Lega Calcio)





Statistiche Napoli-Fiorentina: azzurri più pericolosi

Gli azzurri sono stati più pericolosi (+3,5%) dei viola, che hanno avuto maggior possesso palla, tiri in porta e superiorità territoriale, ma un rendimento inferiore

Anche le statistiche evidenziano la superiorità del Napoli contro la Fiorentina. La squadra allenata da Eddy Reja è riuscita ad ottenere un maggiore grado di pericolosità, indicato da un 3,6% in più, rispetto ai viola di Prandelli. Questo indice, calcolato da Panini Digital per la Lega calcio, raggruppa una serie di variabili, come la capacità di tenere il possesso di palla, verticalizzare, giungere al tiro e creare occasioni da rete. Quest'ultima è riassunto nella voce "capacità di attacco alla porta", in cui il Napoli ha superato dell'8,4% la Fiorentina. Il dato coincide con la variazione percentuale della "protezione area": ciò può significare che la squadra azzurra ha costruito il suo successo partendo da una solida difesa. Non ha caso, ieri il reparto ha concesso poco all'avversario, tranne nell'occasione del gol di Mutu. Da segnala che in attacco Denis ha effettuato lo stesso numero di tiri di Pazzini e Mutu (4), ma ha avuto meno fortuna e rendimento.
La Fiorentina ha avuto un maggior possesso della palla, numero di palle giocate, numero di tiri in porta e supremazia territoriale (ossia maggior tempo totale di possesso palla di una squadra nella metà campo avversaria). Tutto ciò però significa che il rendimento dei toscani è stato più basso dei napoletani, che hanno meritatamente vinto la gara.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, possibile soltanto dietro citazione della fonte)


Le statistiche di Napoli-Fiorentina
(Fonte Panini Digital-Lega Calcio)





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il pallone in confusione

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