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martedì 7 ottobre 2008

Cda Roma: compensi solo per Rosella e Silvia Sensi e Di Martino

L’amministratore delegato ha incassato un gettone di 1,1 milioni di euro, mentre la sorella consigliere 250mila: il vice presidente ne ha ottenuto 4mila

Soltanto quattro sui 10 membri del consiglio di amministrazione sono detentori di azioni della Roma. Nel progetto di bilancio al 30 giugno scorso emerge che il presidente e amministratore delegato Franco Sensi (deceduto nello scorso agosto) possedeva indirettamente tramite società controllate 156.939 titoli e altri 220.515 come «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite del coniuge in società controllate». L’amministratore delegato Rosella Sensi aveva 15.025.300 azioni: anch’essa per «possesso indiretto di piena proprietà per il tramite di società controllate». Altre 15.024.552 sono di Silvia Sensi, detenute con la stessa motivazione della sorella. Invece, il consigliere Renato Bernardini ne ha tra le sue mani soltanto 2.320.
Riguardo alla tabella dei compensi (pubblicata a pagina 115) solo tre componenti del cda li hanno ricevuti. Essi sono Ciro Di Martino (4mila euro per altri compensi), Rosella Sensi (1,1 milioni) e Silvia Sensi (250mila euro). L’unico dirigente con responsabilità strategiche è Cristina Mazzoleni che ha percepito 229mila euro in totale: 171mila per la carica, 35mila per bonus e altri incentivi, 23mila per altri compensi.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Le smentita della Roma e di Unicredit all'articolo di Repubblica su proroga debito e nuovi soci

As Roma: nessuna richiesta proroga a Unicredit nè nuovi soci
Compagnia Italpetroli non ha richiesto alcuna proroga dei termini di rimborso del debito concordato con Unicredit e non ha allo studio operazioni sul capitale finalizzate all'ingresso di nuovi soci. E' quanto precisa una nota congiunta della Compagnia Italpetroli e della As Roma, replicando cosi' alle notizie diffuse da organi di informazione.
Compagnia Italpetroli, si legge nel comunicato, ''non ha chiesto alcuna proroga dei termini del rimborso del debito concordati con Unicredit Banca di Roma con l'accordo sottoscritto nel luglio scorso, ne' alcuna pressione, finalizzata ad un'accelerazione del rimborso stesso, e' stata fatta dall'istituto di credito con il quale vige un clima di serena collaborazione''. In merito, peraltro, prosegue la nota Italpetroli e AS Roma precisano che quest'ultima societa' non e' parte dell'accordo con Unicredit Banca di Roma e non ha verso tale istituto di credito alcun obbligo di rimborso. ''Allo stesso modo si precisa che nessun pressing e' stato esercitato da Unicredit Banca di Roma per la cessione della partecipazione in AS Roma''. Quanto gli assetti proprietari di AS Roma, inoltre, ''Compagnia Italpetroli precisa che non sono allo studio operazioni sul capitale finalizzate all'ingresso di nuovi soci e di non essere a conoscenza di incarichi di terzi a studi legali volti a mettere a punto progetti di acquisto di partecipazioni al capitale di AS Roma. Parimenti prive di fondamento - afferma la nota - sono le notizie che riferiscono di contatti intervenuti con il Dottor Adriano Galliani e con il Cavaliere del Lavoro Dottor Silvio Berlusconi perche' esercitino pressione sul Dottor Alessandro Profumo, o facciano alcunche' in merito alla ricerca di possibili partner di Compagnia Italpetroli e/o di AS Roma''. (Ansa)

AS ROMA: UNICREDIT, NESSUN PRESSING SU FAMIGLIA SENSI
''Non c'e' nessun pressing da parte di UniCredit sui Sensi e nessun irrigidimento di rapporti con la famiglia''. Cosi' UniCredit Banca di Roma ha commentato le notizie diffuse da alcuni organi d'informazione. ''Il piano di rientro del debito - prosegue la nota - rimane saldamente nelle mani della famiglia Sensi con la quale i rapporti restano ottimi''.
(Ansa)

La Roma ringrazia Mediaset e Rai per gli utili 2008

Secondo il progetto di bilancio della società giallorossa, sono affluiti dalle due società televisive 20,5 milioni non ricorrenti che hanno contribuito molto ai risultati di esercizio positivi di 18,7 milioni per la capogruppo e 19,2 per il consolidato. Debiti tributari attestatisi a 24,9 milioni a fine giugno e a 22,8 milioni in agosto

La Roma deve ringraziare Mediaset e la Rai se ha potuto concludere l’esercizio 2007/08 con un doppio utile consistente: sia per la capogruppo (18,7 milioni di euro +85,1% rispetto all’anno precedente) sia per il consolidato (19,2 milioni +37%), che include la partecipata Soccer sas cui sono stati trasferiti i marchi nel 2006/07. Lo si legge nel progetto di bilancio della squadra giallorossa, in cui si evidenzia anche il patrimonio netto positivo: 189 milioni per la spa (110,3 milioni al 30 giugno 2007) e 10,4 milioni per tutto il gruppo (negativo per 8,8 milioni). Sono proprio i vertici societari a sottolineare che il risultato del consolidato «al netto delle componenti non ricorrenti» si «presenterebbe pressoché stabile nei due esercizi a confronto, pari a 4,4 ed a 4,7 milioni di euro, rispettivamente al 30 giugno 2008 e 2007». Le due televisioni hanno infatti contribuito con proventi non ricorrenti per 20,5 milioni a sostenere i conti societari su un totale ricavi di 169,9 milioni per la capogruppo (+14,9%) e 189 milioni consolidati (+20%). In particolare, si legge nel documento, la Roma ha incassato 5,5 milioni «per gli esiti dell’accordo transattivo raggiunto nel mese di agosto con Rai per la titolarità dei diritti di utilizzo e di sfruttamento da parte della stessa delle immagini delle partite casalinghe di As Roma, disputate dalla prima squadra sino alla data di sottoscrizione del contratto ed a tutto quanto direttamente inerente ad esse». Di minore peso, ma sempre ascrivibili ai proventi non ricorrenti, sono i 500mila euro incassati dall'Uefa come rimborso per la partecipazione dei quattro calciatori giallorossi (Aquilani, De Rossi, Panucci e Perrota) con la Nazionale all'Europeo dello scorso giugno.

La società della famiglia Sensi ha anche ottenuto 15 milioni «relativi ai diritti di opzione concessi a Rti (gruppo Mediaset ndr) nel marzo 2006 e prudenzialmente sospesi nell’esercizio precedente, in applicazione ai principi Ias/Ifrs, sino al momento dell’avvenuto esercizio (nel mese di febbraio) degli stessi da parte dell’emittente televisiva». La stessa Roma spiega che questi 15 milioni erano prima inclusi nei risconti passivi (ossia anticipi di ricavi futuri) decrementatisi di 20,1 milioni: essi erano «proventi relativi ai diritti di opzione e prima negoziazione concessi a Rti». Sarebbe interessante cosa ne pensa al riguardo l’Antitrust che in un’istruttoria del 28 giugno 2006, ossia in piena Calciopoli, esaminò le scritture private tra le squadre e Mediaset che conferiscono a quest’ultima «i diritti di prima negoziazione e di prelazione per l’eventuale acquisizione in licenza dei diritti di trasmissione televisiva su tutti i mezzi di diffusione del segnale televisivo». Il presidente Antonio Catricalà stabilì che «la stipula dei contratti di licenza e delle scritture private, sottoscritti dal Gruppo Mediaset tramite Rti nell’estate del 2004, configura una violazione del divieto di abuso di posizione dominante». Inoltre «le società del Gruppo Mediaset (Fininvest spa., Mediaset spa. e Rti spa.) debbano astenersi dal porre in essere in futuro comportamenti che possano avere un oggetto o un effetto analoghi a quelli accertati nel presente procedimento». Nel mirino dell’Authority erano finiti i contratti di licenza stipulati da Rti-Mediaset con Milan, Inter, Sampdoria, Livorno, Messina, Roma, Atalanta e Juventus. Il gruppo della galassia Fininvest «con separata scrittura privata – si legge nell’istruttoria – ha altresì acquisito i diritti di prima negoziazione e di prelazione relativi ai diritti di trasmissione dei medesimi eventi sportivi delle citate società, ad eccezione dell’Atalanta e del Messina». La Roma ha incassato 104,2 milioni per i diritti tv: 65 milioni da Sky e Mediaset (+18,8%) per le migliori condizioni economiche dei contratti. Invece, la partecipazione alla Champions League (altro provento non ricorrente) ha fruttato in totale circa 30 milioni: 16,8 milioni per il "market pool" di competenza della "magica", in calo dell’11%, mentre è in lieve crescita il bonus Uefa da 12,2 a 12,5 milioni. Se da un lato si è registrato l’aumento del fatturato, anche i costi operativi hanno subito un consistente incremento: 138,2 milioni a livello di capogruppo (+16%) e 146,9 milioni per quelli di gruppo (+20%). Fra essi spiccano le spese per il personale, lievitate da 75,8 a 94,5 milioni (+24,68%): la parte principale spetta a quelle per i tesserati, che hanno subito un vero e proprio boom passando da 64 a 80,2 milioni. A ciò si aggiungono i premi per 9,96 milioni (7,6 nel 2006/07) per il raggiungimento di obiettivi (secondo posto in campionato con qualificazione alla Champions, qualificazione sino ai quarti di finale in quest’ultimo torneo, vittoria nella Tim Cup).

Riguardo allo stato patrimoniale, si nota un miglioramento riguardo al rapporto tra attività e passività non correnti (con scadenza oltre l’anno) della As Roma spa (172,8 milioni contro 162,2 milioni) e del consolidato (pari a 49,5 milioni contro i 37,3 milioni). Invece, quello tra le attività e le passività correnti peggiora per la capogruppo (negativo per 81,02 milioni contro –79,9 milioni) e resta negativo in quello di gruppo (–77,7 milioni contro i precedenti –79,7 milioni). I debiti tributari restano uno dei nodi cruciali per ottenere il risanamento della "magica". Secondo l’ultima situazione finanziaria mensile al 31 agosto scorso, essi ammontano a quella data a 22,8 milioni, mentre alla fine dell’esercizio 2007/08 avevano toccato i 24,9 milioni. La Roma ha in corso tre rateizzazioni di somme dovute al fisco. Invece una quarta riguardante l’Irap è stata «ripresentata in marzo alla Concessionaria della Riscossione territorialmente competente, alla luce della modificata normativa di riferimento» per una cartella di 4,2 milioni. A causa della procedura tuttora in atto, «l’esigibilità della cartella è di oggi sospesa».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Tabella debiti tributari As Roma
(cliccare sopra per ingrandire)







Fonte: Situazione finanziaria mensile As Roma al 31 agosto 2008

Chi trova un nemico trova un tesoro

di Marco Liguori
"La Juventus non ha potere, è una società che ha chiuso il bilancio sempre in attivo e non ha mai chiesto soldi alla proprietà". Parole e musica di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, rilasciate nell’intervista alla tramissione televisiva Ballarò il 27 giugno scorso. Ma in quello che ha detto "big Luciano" c’è più di un argomento che non quadra. Innanzitutto la società bianconera ha chiuso gli esercizi 2003/2004 e 2004/2005 rispettivamente con un rosso di 18,5 milioni e 3 milioni di euro. Ma sono le somme percepite in anticipo dai diritti tv a far comprendere quanto la Juve sia un potere forte. La società ha incassato con un anticipo di due anni i diritti televisivi satellitari criptati delle partite casalinghe, oltre al corrispettivo di alcuni contratti commerciali: il beneficio economico, rilevabile alla voce "risconti passivi" nel 2002/2003 è ammontato a 165,34 milioni, mentre nel 2001/2002 è stato di 151 milioni. Il bilancio chiuso al 30 giugno 2005 evidenzia un dimezzamento (71,32 milioni) dei risconti passivi dai 140 milioni della stagione precedente: la loro quasi totalità è costituita dalla cessione in anticipo dei diritti ceduti a Sky per la stagione 2005/06 e "dalla fatturazione anticipata dei proventi derivanti dalla cessione dei diritti tv per la diffusione via digitale terrestre" per le partite casalinghe della stagione 2005/06. Questi ultimi importi derivano da Mediaset. La spiegazione di questo "grazioso regalo" è contenuta a pagina 10 del prospetto informativo della quotazione in borsa della Juve, datata dicembre 2001. In esso si sottolinea che il club bianconero fa parte del "gruppo di società facenti capo alla società Giovanni Agnelli &C". Il passo più importante è però questo: "Ove la società non facesse più parte del gruppo, i vantaggi connessi a tale appartenenza potrebbero venire meno con possibili ricadute sull’operatività e sui progetti di sviluppo della società e, quindi con possibili effetti negativi sui risultati economico-finanziari". Tradotto dal "borsese", ciò significa che i trattamenti di favore alla Juve derivano soltanto dalla sua appartenenza al gruppo Agnelli. Moggi ha parlato anche del "sistema Milan" e del potere di chi possiede le tv, ossia Mediaset (controllata dalla Fininvest). Anche qui Lucianone ha dimenticato un particolare. Una delle prove evidenti del "patto d’acciaio" Juve-Milan, ossia tra Agnelli-Berlusconi, è sottolineato dal diritto di prima negoziazione sottoscritta da Mediaset con i bianconeri. Questa clausola era contenuta nell’accordo siglato il 28 giugno 2004, ossia due giorni prima della chiusura del bilancio Juve, e consiste nel diritto per la società del gruppo Fininvest di sedersi per prima al tavolo con la Juve pagando 20 milioni di euro e pagandone invece soltanto 12 milioni (ossia 4 all'anno) per le stagioni 2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 per i diritti digitale terrestre, cavo e Adsl. Il motivo di quei 20 milioni versati da Mediaset è presto spiegato: si sono potuti contabilizzare subito nell'esercizio 2003/04, riducendo così proprio di 20 milioni le perdite della società bianconera. Invece, i restanti 4 annui si possono contabilizzare soltanto in ciascun esercizio successivo. Con questo trattamento di favore, la Juve ha ridotto in quell'anno le perdite chiudendo l'esercizio con un rosso di soli 17 milioni di euro. L’Antitrust, il 28 giugno scorso, ha però censurato la clausola di prima negoziazione insieme a tutti gli accordi stipulati per il calcio. "Con la stipulazione dei contratti di licenza e delle scritture private relative ai diritti calcistici - scrive l’Autorità - sottoscritte tramite RTI nell'estate del 2004, ha infatti violato il divieto di abuso di posizione dominante".
Tratto da "La Voce della Campania" luglio 2006

Tanto fumo, niente arresti. Sul treno c'erano meno pregiudicati che in Parlamento

Tg e giornali annunciarono che ultras napoletani avevano assaltato l'Intercity "Modigliani" Napoli-Torino devastandolo, malmenando i controllori e sequestrando passeggeri. Fonte della presunta notizia: un comunicato di Trenitalia

di Marco Travaglio

Tratto da L'Unità/voglioscendere.ilcannocchiale

Un sondaggio commissionato su 2 mila persone dall’Ordine dei giornalisti Lombardia rivela che gl’italiani hanno un’immagine pessima (32%) o cattiva (23%) dei giornalisti. Ma va? Il 31 agosto, prima giornata di campionato, tg e giornali annunciarono che un’orda di ultras napoletani in partenza per Roma avevano assaltato l’Intercity “Modigliani” Napoli-Torino devastandolo, malmenando i controllori e sequestrando decine di passeggeri terrorizzati. Unica fonte della presunta notizia: un comunicato di Trenitalia che parlava di “treno interamente vandalizzato, danni ingenti a 11 carrozze, azionato più volte il freno d’emergenza, prima stima dei danni circa 500 mila euro”. Meglio del Vangelo.
Tg1: “Intercity per Roma, a bordo solo ultras: danni per 500 mila euro”. Tg2: “Caos alle stazioni di Napoli e Roma: i tifosi partenopei assaltano treno”. Tg3: “Tifosi del Napoli padroni del treno, inferno nella stazione di Napoli, 300 passeggeri in ostaggio, devastate le stazioni”. Studio Aperto: “Guerriglia, panico tra i passeggeri cacciati dal treno, 4 ferrovieri feriti”. Corriere della sera: “Assalto ultrà ai treni: danni e caos”. La Repubblica: “Assalto ultrà al treno, passeggeri cacciati dai tifosi”. Il Mattino: “Napoli, assalto ultrà al treno”. La Stampa: “Gli ultras distruggono il treno”. L’Unità: “Il treno della paura: Intercity in ostaggio dei tifosi napoletani”. Il Giornale: “Ultrà napoletani ‘rubano’ il treno: c’è la partita, cacciati i passeggeri” (segue commento: “Gomorra pallonara”). Qualcuno parla addirittura di “bombe carta” esplose all’arrivo alla stazione Termini. Poi governo e Polizia, sommersi dalle critiche per non aver saputo prevenire un evento piuttosto prevedibile, buttano lì che gli ultras erano camorristi travestiti e dediti al “terrorismo”. Altri titoloni a fotocopia: “200 pregiudicati sul treno degli ultras”. “Non ultras, ma camorristi e terroristi”. “Che fanno i giudici?”. “Tolleranza zero”.”Certezza della pena”. Il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese propone di arrestarne qualche migliaio e recluderli direttamente negli stadi, come faceva il buon Pinochet.
Che ne è di quel po’ po’ di casino a un mese di distanza? L’ha spiegato l’altra sera, in un’illuminante inchiesta dal titolo “La bufala campana”, l’inviato di Rainews24 Enzo Cappucci sulla scorta delle conclusioni del pm che segue il caso, Antonello Ardituro. Tanto rumore per nulla. Nessun arresto, nessuna devastazione. Solo alcuni episodi di danneggiamento. Nessuna bomba carta, al massimo qualche petardo e bengala. Delle lesioni ai controllori, per ora, nessuna traccia: Rainews ha chiesto invano i referti medici. Delle 11 carrozze “vandalizzate”, Trenitalia ne ha messe a disposizione degl’inquirenti solo 4: le altre continuano tranquillamente a viaggiare. E i “danni per 500 mila euro”? Nemmeno l’ombra. Digos e Carabinieri parlano di 80 tendine danneggiate, qualche sedile tagliato, due vetri rotti e un water divelto (ma che abbiano fatto tutto gli ultras è da provare, viste le condizioni in cui versano i treni anche senza ultras): roba da qualche migliaio di euro, non di più.
E gli “assalti alle due stazioni?”. Altra bufala: normali immagini di ordinaria tifoseria domenicale. Rainews mostra le sequenze dei tifosi veronesi che lasciano Napoli un paio d’anni fa, insultando poliziotti e napoletani nella solita nuvola di fumogeni (allora, però, sui giornali non uscì nemmeno un trafiletto). Cappucci intervista alcuni testimoni oculari. Tommaso Delli Paoli, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil: “Gli ultras non sono angioletti, ma non è accaduto niente di quel che si è voluto raccontare. Normali tensioni tra gli ultras con biglietti e documenti, che volevano raggiungere lo stadio di Roma, e i responsabili di Trenitalia che han bloccato il treno prima in stazione e poi di nuovo in aperta campagna. Non credo che abbiano tirato il freno d’emergenza, avevano fretta di arrivare a Roma. Pare che il treno mostrato in tv non fosse quello vero”. Violenze sul personale, sugli agenti e sui passeggeri? Due giornalisti sportivi austriaci, anch’essi sul treno incriminato, non han visto “nessuna violenza o scontro. Devastazioni? No, il treno era troppo pieno perché qualcuno potesse muoversi. L’unica paura è stata quella di perderci la partita, visto che il treno non partiva”. E la camorra? E il terrorismo? Qualche decina di pregiudicati c’erano: meno comunque di quelli presenti in Parlamento. Magari finirà con Trenitalia che ringrazia gli ultras: i loro cori potrebbero aver messo in fuga le zecche e i pidocchi.

lunedì 6 ottobre 2008

Pianura, 10 mesi dopo: arrestato Giorgio Nugnes, assessore del Comune di Napoli

Arrestati anche 16 ultras dei gruppi "Niss" e "Teste matte"

La Digos della Questura di Napoli sta eseguendo numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei violenti, coinvolti negli scontri dello scorso gennaio a Pianura, quando ci fu la protesta contro la riapertura della discarica. In manette anche un assessore del Comune di Napoli, Giorgio Nugnes. Complessivamente gli arresti effettuati sono 35.
Tra le persone arrestate nel corso dell’operazione, relativa alle indagini sugli scontri di Pianura del gennaio scorso, vi è anche l’assessore alla Protezione civile e ai Cimiteri del Comune di Napoli, Giorgio Nugnes. Nugnes è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Napoli che hanno coadiuvato la Digos nell’operazione. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta e arrestate dalla Digos vi è anche un consigliere comunale, Marco Nonno. Complessivamente gli arresti effettuati sono 35.
LA DIFESA Giorgio Nugnes, l’assessore del comune di Napoli arrestato dalla polizia, in una nota al sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo si dice “assolutamente sereno e totalmente estraneo a quanto mi viene contestato” e si autosospende da ogni incarico. “Questa mattina - scrive Nugnes nella nota al sindaco - alle 5,15 la Dia mi ha notificato un avviso di garanzia ed un’ ordinanza di custodia agli arresti domiciliari inerenti ai disordini avvenuti a Pianura nel gennaio 2008. Sono assolutamente sereno e totalmente estraneo a quanto mi viene contestato. Per l’altissimo senso delle istituzioni che anche tu mi hai insegnato, ti chiedo di sospendermi dagli attuali incarichi che ricopro nell’ambito della Giunta Municipale”. (unionesarda.ilsole24ore.com)
Tratto da http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2008/10/06/pianura-10-mesi-dopo-arrestato-giorgio-nugnes-assessore-del-comune-di-napoli/

Sedici dei 35 arrestati sono ultras appartenenti ai "Niss" e alle "Teste Matte". Tra questi anche i capi dei due gruppi, tra i più violenti delle due curve dello stadio San Paolo. Le indagini, coordinate dalla procura di Napoli, sono durate circa nove mesi, sono state eseguite dagli agenti della questura di Napoli. In tutto questo tempo la polizia ha visionato i filmati degli incidenti avvenuti a Pianura, foto e ascoltato testimoni. Nel corso delle indagini sono stati individuati anche gli autori delle minacce a commercianti della zona, che all'epoca dei fatti furono costretti a chiudere gli esercizi commerciali per diversi giorni. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere, alla devastazione e interruzione di pubblico servizio. (www.repubblica.it)

domenica 5 ottobre 2008

Statistiche Genoa-Napoli: rossoblù vittoriosi, ma di poco superiori

Genoa soltanto di poco superiore al Napoli, anche se si è reso più pericoloso sotto porta. Questo è il responso delle statistiche elaborate a fine partita da Panini Digital - Lega Calcio. L'indice di pericolosità che determina la maggiore produzione offensiva di una squadra (determinato da capacità di mantenere il possesso palla, capacità di verticalizzare, capacità di giungere al tiro, capacità di creare occasioni da rete) mostra un miglior rendimento in attacco da parte dei rossoblù con il 56% contro il 52,3% dei partenopei. Scomponendo il dato, il Napoli è stato superiore nella capacità di attacco alla porta: 49,4% contro il 45% degli avversari. Bene anche gli azzurri i tiri nello specchio della porta (6 contro 5) su 14 totali (solo 8 quelli genoani). Ha tirato di più Denis con 5 tentativi, seguito da Lavezzi (3) e Gargano (2). Nella classifica compare solo Juric (2) tra i genoani.
Nel possesso palla, la superiorità del Genoa (53% contro 47%) è stata decisiva, così come la supremazia territoriale: 10 minuti e 49 secondi contro i poco oltre 7 minuti del Napoli.
Nonostante i tre gol subiti, la difesa azzurra si è ben comportata in difesa: l'indice di protezione area è stato del 55% contro appena 50,6% della squadra di Gasperini.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita solo dietro citazione della fonte)
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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