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domenica 15 febbraio 2009

Sintesi tv di Genoa-Fiorentina 3-3 (da You Tube)

Genova, stadio "Luigi Ferraris", domenica 15 febbraio 2009 ore 15
24a giornata campionato serie A

Genoa-Fiorentina 3-3 (primo tempo 2-0)
Genoa (3-4-3): Rubinho, Biava, Ferrari, Bocchetti, Rossi (32' st Vanden Borre), Thiago Motta, Juric, Criscito, Mesto (24' st Sokratis), Milito, Palladino (1' st Milanetto). (73 Scarpi, 23 Modesto, 17 Jankovic, 11 Olivera). All.: Gasperini
Fiorentina (4-2-1-2): Frey, Comotto (32' st Bonazzoli), Gamberini, Dainelli, Vargas, Kuzmanovic (8' st Semioli), Donadel, Montolivo, Jovetic, Gilardino, Mutu (13 Storari, 14 Zauri, 2 Kroldrup, 23 Pasqual, 19 Gobbi). All.: Prandelli 7
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: 12' pt Thiago Motta, 38' pt Palladino, 11' st Milito su rigore, 15' st Mutu su rigore, 35' st Mutu, 49' Mutu
Angoli: 5 a 4 per il Genoa
Ammoniti: Jovetic per simulazione, Juric per proteste, Bonazzoli, Vanden Borre, Donadel per gioco scorretto Espulsi: 30' pt Biava per doppia ammonizione Recupero: 2' e 3' Spettatori: 28.000 circa
Vedi anche Tifoso Genoa in coma: tutta la vicenda minuto per minuto

Sintesi tv di Genoa-Fiorentina 3-3 (immagini Mediaset Premium tratte da You Tube)


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sabato 14 febbraio 2009

Sintesi tv di Napoli-Bologna 1-1 (da You Tube)

Napoli, stadio San Paolo, sabato 14 febbraio 2009 ore 20.30
24a giornata campionato Serie A

NAPOLI-BOLOGNA 1-1 (primo tempo 1-1)
Napoli (3-5-2): Navarro, Cannavaro (26' st Russotto), Rinaudo, Contini, Maggio, Gargano, Pazienza, Datolo, Vitale, Lavezzi, Denis. (70 Bucci, 13 Santacroce, 4 Montervino, 8 Blasi, 18 Bogliacino, 12 Pià). All.: Reja
Bologna: (4-5-1): Antonioli, C. Zenoni, Moras, Britos (44' st Terzi), Lanna, Valiani , Mudingayi , Volpi, Mingazzini, Bombardini, Di Vaio (46' st Marazzina ). (15 Colombo, 84 Belleri, 4 Amoroso, 25 Mutarelli, 77 Coelho). All.: Mihajlovic 7
Arbitro: Banti di Livorno 5,5.
Reti: nel pt 19' Maggio, 22' Di Vaio
Angoli: 6-4 per il Napoli. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti: Pazienza, Moras e Valiani per scorrettezze. Spettatori: 30.000

Sintesi di Napoli-Bologna 1-1 (immagini Rai tratte da You tube)

venerdì 13 febbraio 2009

Ecco la storia di Ciuccariello

"Il pallone in confusione” ha esaminato attraverso le visure della Camera di Commercio l’attività dell’imprenditore che vuole acquistare il Torino da Cairo

Chi è Raffaele Ciuccariello che aspira all’acquisto del Torino da Urbano Cairo? Qual è la storia dell’imprenditore nato 68 anni fa a Lucera? “Il pallone in confusione” ha cercato di ricostruirla attraverso le visure della Camera di Commercio. Presso gli archivi camerali sono presenti quattro aziende in cui è presente il suo nome: una ditta individuale, due società in nome collettivo e una società a responsabilità limitata di recente costituzione. Sono stati richiesti anche i loro bilanci: ma l’ente camerale risponde che finora non risulta alcun deposito. Non c’è quindi alcun documento contabile disponibile: non si può quindi verificare lo stato economico-finanziario passato e presente delle sue società.
In principio Ciuccariello aveva un’impresa individuale, denominata con il proprio nome e cognome, impegnata nell’autotrasporto di merci su strada con sede a Torino. E’ stata costituita il 19 febbraio 2006 e cancellata dalla Camcom il 24 gennaio 2001, in seguito alla sua cessazione avvenuta nel dicembre 2000.
Il 1° luglio 2003 l’aspirante acquirente della società granata costituisce una società in nome collettivo: “Il paradiso dei regnanti snc di Di Munno Rosa & c.”. Ciuccariello ne risulta socio amministratore assieme a Rosa Di Munno: ciascuno di essi aveva conferito alla società una somma di 250 euro, per un patrimonio complessivo di 500 euro. Le visure riportano un oggetto sociale abbastanza composito: dalla produzione e vendita al minuto e all’ingrosso di pizza da asporto, alla «somministrazione di cibi alimenti e bevande» fino a compiere «qualsiasi operazione mobiliare e immobiliare» e «l’assunzione di mutui passivi con la concessione delle richieste garanzie anche reali e la prestazione di garanzie reali e personali». Pochi giorni dopo la sua costituzione, il 3 luglio, la società acquista dalla “Regnanti snc di Sorintano Pasquale e Ciuccariello Norbert”, dove è impegnato un figlio di Ciuccariello, un ramo d’azienda: quest’ultimo il 20 ottobre 2005 il percorso inverso.
Il 24 ottobre 2003 Ciuccariello dà vita alla “Il paradiso dei regnanti 2 snc di Ciuccariello Raffaele e Sorintano Pasquale” con sede ancora a Torino. Capitale sociale sempre i soliti 500 euro (250 per socio): oggetto sociale gemello con quello della precedente snc. Anche in questo caso la società effettua un’acquisizione di ramo d’azienda a pochi giorni dalla sua costituzione. Visure alla mano, il 29 ottobre 2003 lo compra da “Il merendone di Amitrano Silvana & C.snc”: il 5 dicembre 2003 il ramo aziendale ritorna al suo precedente padrone.
Nel frattempo “Il paradiso dei regnanti snc di Di Munno Rosa & c.”, “Regnanti snc di Sorintano Pasquale e Ciuccariello Norbert” sono state dichiarate fallite dal tribunale di Torino. Le visure camerali riportano che per la prima snc i giudici hanno emesso la sentenza il 27 aprile 2006: inoltre hanno sancito il fallimento «in proprio di Di Munno Rosa e Ciuccariello Raffaele». Lo stesso tribunale ha dichiarato chiuso il fallimento il 6 novembre 2006 «per l’ipotesi n.4 dell’art. 118 L.F.», ossia quando non può essere proseguita la procedura per insufficienza di attivo. L’11 ottobre 2004 è stata dichiarata fallita la “Regnanti snc di Sorintano Pasquale e Ciuccariello Norbert” assieme ai due soci. I magistrati del capoluogo piemontese hanno decretato il 26 ottobre 2004 la chiusura della procedura fallimentare della società «per l’ipotesi di cui al n.3 dell’articolo 118 L.F.» cioè «quando è compiuta la ripartizione finale dell’attivo». Inoltre, è stata stabilita anche la conclusione del fallimento del socio del figlio di Ciuccariello, Pasquale Sorintano: anche in questo caso perché «non possa essere utilmente continuata la procedura per insufficienza di attivo».
Infine, il 29 gennaio scorso è stata fondata la Royal srl, sede sempre a Torino e un capitale sociale di 10mila euro. Ne sono soci: Norbert Ciuccariello (50%), il papà Raffaele (25%) e Carlo Saccomando (25%) che ne è amministratore unico. L’oggetto sociale è molto vasto: dalla costruzione e demolizione di immobili di qualsiasi genere, alla conduzione di strutture turistico-alberghiere, edizione e distribuzione di libri, riviste e giornali, fino alla costituzione di scuole per modelle. Le visure riportano che la società «potrà svolgere tutte le operazioni immobiliari, commerciali, bancarie e finanziarie che si rendessero necessarie e opportune per il conseguimento dello scopo sociale». Tra queste c’è anche l’acquisto del Torino? Il mistero è più fitto che mai.
Marco Liguori
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La visura de "Il paradiso dei regnanti snc" e de "Il paradiso dei regnanti 2 snc"



Spagna: Barcellona supera il Real Madrid anche per valore calciatori

La valutazione della rosa del club azulgrana, primo in classifica nella Primera division, supera i 408 milioni di euro contro i 398 delle merengues che superano i cugini dell'Atletico. Ecco i valori di mercato degli assi iberici: Messi 55 milioni, Eto’o 42, Casillas 32, Aguero 30, Van Nistelrooy 28

Barcellona batte Real Madrid 408,5 milioni di euro a 398,5 milioni. E’ questo il risultato riguardante il valore di mercato delle rose calciatori delle prime due società della Primera division della Liga spagnola, evidenziato dalle stime di Transfermarkt.de. Sempre secondo i dati del sito tedesco, la massima divisione iberica è la seconda per valore in Europa con i suoi 2,5 miliardi, superata soltanto dalla Premier League (oltre 3 miliardi). Occupa invece la quarta posizione per numero di calciatori (513), superata da Premier League (560), dalla nostra Serie A (551) e dalla Ligue 1 francese (545). Tornando alla classifica delle quotazioni degli atleti del campionato spagnolo, al terzo posto si trova l’Atletico Madrid con 224,5 milioni, seguito dal Valencia (205,7 milioni) dal Siviglia (198,7 milioni) e dal Villareal (160,9 milioni). Nettamente distanziate il Real Betis Siviglia (116,5 milioni), l’Espanol Barcellona (95,8 milioni, è ultima nella Primera division assieme al Maiorca con 18 punti), l’Almeria (75 milioni), il Rancing Santander (74,9 milioni) e l’Atletico Bilbao (74,1 milioni). Ultima in graduatoria è lo Sporting Gijon con 33,3 milioni: il valore della sua rosa non rispecchia quello in classifica del campionato, dove occupa il 12° posto a 27 punti.
Chi desidera gli assi del secondo mercato giocatori più ricco d’Europa deve iniziare ad aprire subito il portafogli. Siccome molto probabilmente i quattrini a disposizione non basteranno, dovrà probabilmente contrarre un cospicuo prestito bancario e pagare una consistente cifra in interessi. Iniziamo dai primi tre calciatori per valore di mercato dell’intera Primera division: tutti indossano la maglia del Barcellona, che domina la classifica in beata solitudine. Ecco il pluricelebrato, nominato e desiderato attaccante argentino Lionel Messi (nella foto), cui la stampa specializzata internazionale dedica un articolo un giorno sì e l’altro pure. Qualcuno è pronto a mettere sul tavolo azulgrana 55 milioni solo per iniziare a trattare la sua cessione? Bene, altrimenti non ci provi neppure. Queste le prestazioni di Messi: in 19 partite di campionato, 1552 minuti giocati, 16 reti segnate (un gol ogni 97 minuti) e nove assist vincenti.
E quanto bisogna iniziare a stanziare per l’altro attaccante del Barca, il camerunense Samuel Eto’o? Possono bastare 42 milioni: solo così si può sperare di portare a casa l’attaccante centrale che ha segnato un gol per ciascuna delle 21 partite disputate in Primera division (uno ogni 82 minuti) ed effettuato due passaggi vincenti per i compagni. Se una squadra desidera un centrocampista di ottimo livello come il blaugrana Xavi, dovrà staccare un assegno da 40 milioni per la sua quotazione iniziale di mercato. E’ l’uomo assist della squadra catalana: ha imbeccato 12 volte i compagni verso la via del gol e ha segnato quattro reti.
C’è qualcuno disposto a fare follie per David Villa? Il 27enne attaccante del Valencia, sulle cui tracce si sono mossi in passato l’Inter il Real Madrid e il Barcellona, stando a Transfermarket ha una quotazione di mercato pari a 38 milioni. Ecco le sue performance: 17 marcature in 21 partite, 1858 minuti disputati (un gol ogni 109 minuti) e 4 passaggi vincenti. Alzi la mano chi è in cerca di un centrocampista offensivo centrale ed è disposto a spendere una cifra consistente: si parla di Andrés Iniesta del Barcellona, due gol e cinque assist in 15 gare.
C’è qualche club che non desidera il solito Buffon o Julio Cesar? Metta mano al libretto degli assegni e ne collochi uno da 32 milioni sul tavolo delle trattative con i dirigenti del Real Madrid per il suo portiere Iker Casillas. L’estremo difensore, pluripresente anche in nazionale, ha la media di 1,23 gol incassati su 22 gare disputate in campionato. Sicuramente c’è anche chi è alla ricerca di un difensore elegante ed efficace, possibilmente posizionato a destra e che abbia indossato numerose volte la maglia della nazionale spagnola: è l’identikit di Sergio Ramos, compagno di squadra di Casillas, che ha una valutazione iniziale di 32 milioni. Quando si parla di un centrocampista di fascia veloce e ficcante, si pensa subito a un altro giocatore che indossa la "camiseta blanca" del Real: è l’olandese Arjen Robben con cinque gol e cinque assist in 16 partite in Liga. Costo iniziale: "appena" 30 milioni. Ne occorrono altrettanti per Moratti se vorrà intavolare una trattativa con i dirigenti dell’Atletico Madrid per il suo goleador Kun Aguero: la punta argentina 20enne, da tempo oggetto del desiderio del presidente nerazzurro, ha segnato 10 gol in 21 partite (uno ogni 170 minuti). Sempre 30 milioni occorrono per iniziare a discutere per la cessione di Wesley Sneijder, forte centrocampista del Real Madrid: invece ne occorrono due in meno per Carles Puyol, 30enne esperto difensore del Barca. Infine, due pezzi pregiati da 28 milioni ciascuno: Ruud Van Nistelrooy, l’olandese volante nell’attacco delle merengues, e Dani Alves, difensore brasiliano di fascia destra del Barca.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

mercoledì 11 febbraio 2009

Liga spagnola: no tengo dinero, arriba el crac

“Il pallone in confusione” svela i risultati di uno studio del professor Gay dell’Università di Barcellona sui bilanci 2006/07 dei 20 club della Primera division. Preoccupante il sistema di finanziamento: per ogni 100 euro investite, 92 sono finanziate da debiti e soltanto otto da risorse proprie. La massa delle somme dovute ha raggiunto i 2,8 miliardi, mentre i costi superano i ricavi per 112 milioni

Per ogni 100 euro investite, 92 sono finanziate attraverso i debiti e soltanto otto con risorse proprie. E’ racchiuso in questo semplice calcolo lo stato di dissesto finanziario in cui versa il calcio spagnolo, oberato da 2,8 miliardi di euro di debiti: 1,5 miliardi nel lungo periodo e 1,3 miliardi entro un anno. E’ il risultato dello studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas” pubblicato di recente dal professor Josè Maria Gay dell’Universidad de Barcelona. Il docente ordinario di Economia Finanziaria (con un passato da consigliere di amministrazione dell’Espanol, squadra di cui è tifoso) ha spiegato a “il pallone in confusione” che «lo studio riguarda soltanto i 20 club della Primera division per la stagione 2006/07» ed è stato redatto attraverso i dati disponibili presso il Registro Mercantil. Nello studio è evidenziato che l’intera massa dell’attivo (composta dal patrimonio calciatori, da quello immobiliare, dagli stadi, dai crediti e dall’attivo corrente) pari a 3,03 miliardi, riesce a malapena a far fronte a quella debitoria. Invece, i ricavi totali per 1,3 milioni della Liga non potrebbero fronteggiarla. Nella ricerca è stato rilevato che c’è un altro segnale dell’”allarme rosso” finanziario del calcio spagnolo: l’attivo circolante (crediti più disponibilità di cassa) di tutte le società della massima serie, pari a 971,2 milioni, riesce soltanto a coprire il 76% dell’intera cifra dell’indebitamento a breve termine (1,3 miliardi).
Ma c’è di più. A questo poco confortante quadro iniziale fornito dallo studio del professor Gay bisogna aggiungere il fardello delle somme dovute al fisco. Secondo i dati resi noti dal governo Zapatero al Congresso, in risposta a un’interrogazione del Partito Popolare all’opposizione, al 31 ottobre scorso la somma complessiva dovuta all’erario ammontava a oltre 627 milioni di euro. Inoltre, l’ente di previdenza sociale reclama all’appello altri 4,9 milioni.
Tornando allo studio, la classifica dei debiti vede in testa il Real Madrid con 527,1 milioni seguita dai “cugini dell’Atletico con 430,4 milioni. Le “merengues” sono debitrici di 246,6 milioni sul lungo periodo e 280,5 milioni a breve. Situazione inversa per i biancorossi della capitale: 280,2 milioni entro un anno, 150,2 milioni oltre. Al terzo posto l’eterno rivale dei castigliani, il Barcellona con 388,8 milioni: 200,9 milioni a breve e 187,9 milioni a lungo. Segue il Valencia con 286,2 milioni di debiti complessivi, il Deportivo La Coruna con 226,2 milioni, il Villareal con 142 milioni, e il Racing Santander con 127,5 milioni. Il report sottolinea che il 47% (pario a 711 milioni) della massa degli 1,5 miliardi a lungo termine è costituita dalla voce “altri debiti”: seguono le somme dovute alle banche (23%, 340 milioni). Invece sul breve periodo, il 51% (662 milioni) è costituito da “altri debiti non commerciali”, il 27% (341 milioni) da “credito commerciali” mentre il 14% (175 milioni) da indebitamento bancario.
Se i debiti sono un pesante fardello al collo dei presidenti spagnoli, i costi non lo sono da meno. Nella stagione 2006/07 il volume delle spese, pari a 1,4 miliardi, ha subissato quello delle entrate, pari a 1,3 miliardi: il disavanzo è di circa 112 milioni. La distribuzione dei ricavi rende chiaro il quadro della sproporzione tra le 20 società della Primera Division. I due principali club, Real Madrid e Barcellona, possedevano due anni fa il 51% del totale dei ricavi complessivi: unito a quelli di Atletico Madrid, Villareal, Valencia e Siviglia il dato sale al 73%, contro il 27% delle altre 14 squadre. Ancor più evidente la forbice per le entrate da diritti televisivi, in un campionato dove queste ultime costituiscono in media il 35%, contro il 26% da sponsorizzazioni e merchandising e solo il 13% per quelle da botteghino. Le “merengues” e gli “azulgrana” posseggono rispettivamente il 26% e il 24% degli incassi delle trasmissioni delle partite in tv, pari a 114,8 milioni e 106,7 milioni: in pratica il 50% del mercato. Agli altri vanno soltanto le briciole: il Valencia incassa il 6% della torta, il Siviglia il 5% seguito con il 4% da Atletico Madrid, Espanol, Atletico Bilbao e Real Betis. Ma la situazione sembra destinata a peggiorare. «Questo è l’effetto – ha spiegato il professor Gay – della contrattazione soggettiva dei diritti televisivi: al contrario del sistema della Premier League inglese, ciascuna società contratta in proprio con le emittenti. L’imminente entrata in vigore dei nuovi contratti tv metterà alle strette molti club, che perderanno gran parte di questa importante componente delle loro entrate». Grazie alle laute entrate solo Real (350,9 milioni) e Barcellona (290,1) riescono a tenere il passo con le uscite: i castigliani hanno avuto costi per 322,8 milioni e una differenza attiva con i ricavi di 28,1 milioni, mentre i catalani 270,6 milioni con un attivo di 19,5 milioni. Gli stipendi dei calciatori sono al primo posto con il 57%, seguiti dagli altri costi (21%) e dagli ammortamenti dei diritti pluriennali (comunemente chiamati cartellini) alle prestazioni dei calciatori (16%). In particolare, il costo degli stipendi degli eroi del pallone sono il 21% del totale per il Real Madrid, seguito dal Barcellona (20%), dal Valencia (10%), dal Siviglia (6%) e dal Villareal (4%). «Tutto sommato, non credo che i grandi club risentiranno della crisi finanziaria – aggiunge Gay – poiché le grandi aziende li usano come veicolo per le loro campagne pubblicitarie».
Se questo è il desolante quadro d’insieme dei bilanci della Primera division, figuriamoci cosa potrebbe essere la Segunda division (l’equivalente della nostra serie B). E, soprattutto, si può pensare che nella stagione 2007/08 le cose possano essere peggiorate. Tirando le somme, la legge spagnola del 1990 che ha introdotto lo scopo di lucro nel calcio (sei anni prima di quella italiana), deve essere completamente rivista. «Credo che i club debbano trovare una nuova dimensione – conclude Gay – compresa a cavallo tra il calcio antico e romantico di un tempo e lo spettacolo di tipo nordamericano in cui tenta di trasformarsi. La trasformazione in società per azioni non ha portato benefici al sistema calcio spagnolo: anzi, quasi tutte si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Forse sarebbe meglio se restasse intatto il modello spagnolo del “club deportivo”, in cui ogni socio ha un voto e può scegliere di formare la giunta direttiva per la gestione societaria». La situazione del calcio spagnolo è simile a quella del pallone nostrano e a quella dell’Inghilterra: è il fallimento dell’idea dello “show business” puro, che ha arricchito solo i grandi club e ridotto al lastrico gli altri. Occorre dunque cambiare il sistema e, soprattutto, tagliare i costi.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte


Tabelle (cliccare per ingrandire)
Fonte: studio “Fùtbol & Finanzas: la economia de la Liga de las Estrellas”

Attivo totale, patrimonio netto, debiti complessivi e passivo totale

LEGENDA: activo total (attivo totale), patrimonio neto (patrimonio netto), deuda total (debito complessivi), pasivo total (totale stato passivo)

Ricavi complessivi

LEGENDA: competiciones (ricavi da stadio), socios/abonados (introiti da soci e abbonati), Retransm. tv (ricavi da diritti tv), Commercial y publicidad (ricavi marketing e pubblicità), otros ingresos (altri ricavi), ingresos explotacion (totale ricavi)


Tutti i costi

LEGENDA: consumos (spese da materiale di consumo), gastos personale (stipendi calciatori), am. jugadores (ammortamenti diritti alle prestazioni calciatori), otros gastos (altre spese), otras amortiz. (altri ammortamenti), provisiones (pagamenti vari), gastos explotacion (totale costi)

Tifosi Genoa: domenica prossima iniziativa per i civili di Gaza

La tifoseria organizzata del Genoa invita i sostenitori rossoblù, in occasione della partita Genoa-Fiorentina in programma domenica allo stadio Luigi Ferraris di Genova, a sostenere l'iniziativa di ''Music for Peace'' a favore dei civili di Gaza. I tifosi genoani sono invitati a consegnare nei punti raccolta fuori dagli ingressi dello stadio almeno uno dei generi di prima necessità tra alimentari (riso, farina, zucchero, sale, legumi, pelati, tonno, carne in scatola, biscotti, miele, marmellata) e medicinali (antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici). L'obiettivo della tifoseria organizzata rossoblù è quello di raggiungere 10 tonnellate di alimenti da inviare nella striscia di Gaza per le popolazioni civili colpite dalla guerra.
Fonte: Ansa

martedì 10 febbraio 2009

Roma-Genoa: l’aggressione dimenticata

Due tifosi rossoblù sono stati gravemente feriti su un treno nei pressi della fermata di Ostiense: i giornali nazionali non hanno riportato la notizia. E’ l’ennesimo episodio cruento compiuto nel corso del campionato ad opera di facinorosi giallorossi, che rischia di restare impunito. E intanto il giudice sportivo non sanziona la società della Capitale per i fumogeni accesi e per i comportamenti violenti avvenuti all’Olimpico

Domenica scorsa a Roma c’è stata l’ennesima aggressione compiuta a tifosi ospiti. Stavolta è toccato a quelli del Genoa: la notizia è stata riportata soltanto dai quotidiani locali. Invece, su quelli nazionali e sulle agenzie neanche una riga. Secondo quanto riportato questa mattina dal Secolo XIX, da Repubblica edizione Genova, dal Corriere Mercantile e anticipato domenica sera dall'emittente genovese "Primocanale", due giovani tifosi rossoblù sono state vittime di un agguato da parte di un gruppo di teppisti armati di spray urticanti e coltelli su un treno che li riportava a Civitavecchia, da dove avrebbero continuato il viaggio in auto per tornare a Genova. L’increscioso episodio sarebbe avvenuto nei pressi della stazione di Roma Ostiense. Uno di essi ha avuto un gravissimo taglio tra volto e collo e ha riportato 10 punti di sutura: l’altro è stato colpito a una gamba. Sulla vicenda sta indagando la Digos.
Si penserà: «Ma cosa sono andati a fare a Roma se la trasferta era pericolosa, visti i precedenti dello scorso campionato?». Occorre a questa domanda una precisazione doverosa: l’Ansa dello scorso 28 gennaio riportava che il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive per Roma-Genoa aveva soltanto stabilito la chiusura del settore ospiti. Il Casms non aveva stabilito limitazioni alla vendita dei biglietti. Non a caso, gran parte dei tifosi genoani aveva potuto acquistare a Civitavecchia i biglietti del settore “distinti nord” e recarsi regolarmente e tranquillamente allo stadio della Capitale. Tutti si erano comportati civilmente e si erano seduti nel settore dell’Olimpico loro assegnato tra i tifosi giallorossi: nessuno di essi li aveva provocati, né indirizzato cori insultanti la squadra giallorossa. Per precauzione, la polizia li ha spostati nel settore ospiti solo dopo alcuni minuti dall’inizio della gara. Insomma, si può dire che l’iniziale chiusura della parte dell’Olimpico riservata ai sostenitori avversari abbia peggiorato le cose, complicando la vita ai genoani e alle forze dell’ordine. Sarebbe quindi stato più opportuno sistemare i sostenitori del Genoa nel settore loro riservato: una misura di buon senso, oltre che di ordine pubblico.
C’è anche il grottesco nella tremenda domenica dei genoani. Un tifoso giallorosso, forse emulo dei suoi antenati che rubavano le insegne alle armate avversarie, ha strappato dalle mani una bandiera del grifone da un sostenitore “nemico” al termine della gara nei pressi dello stadio: è stato fermato e trovato in possesso di un taglierino. La Polizia lo ha denunciato per furto e possesso di arma da taglio. Per lui ed altri tre compagni di tifo, resisi responsabili di altri comportamenti illeciti, è scattato il Daspo. Nessun provvedimento è scattato per i genoani: è evidente che si sono comportati correttamente. C’è da dire che l’”impresa” dei tifosi del Grifone è stata salutata con simpatia e rispetto da parte di numerosi tifosi sul sito Asromaultras.it: ha voluto farsi sentire la parte rispettosa, e sicuramente numerosa, dei sostenitori della Capitale.
Ma non è la prima volta che alcuni di essi si rendono protagonisti di episodi di violenza. Il 20 settembre scorso un supporter della Reggina fu accoltellato nei pressi dell’Olimpico da un giallorosso ben noto alle forze dell’ordine per numerosi comportamenti violenti. La giustizia ordinaria fece il suo corso: quella sportiva non decise alcuna sanzione, nonostante l’aggressione fosse accaduta nei pressi dello stadio. A termini del Codice di giustizia sportiva la Roma andava sanzionata. Poche settimane prima, il 1° settembre, dopo Roma-Napoli erano stati arrestati due tifosi romanisti durante i controlli prepartita, mentre un altro era stato denunciato a piede libero. Anche quella volta non furono presi provvedimenti contro la Roma. Invece il Napoli fu punito con la chiusura delle curve dalla giustizia sportiva, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni stabilì il divieto di trasferta per i tifosi azzurri sull’onda emotiva della presunta demolizione del treno Napoli-Roma. L’inchiesta dei Pm napoletani, dopo aver derubricato il reato da distruzione a danneggiamenti, sta per essere archiviata.
Tornando ai fatti di domenica scorsa, nel comunicato di oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel non ha preso alcun provvedimento per l’aggressione ai due genoani: era ovvio, visto che l’aggressione è stata compiuta in un luogo lontano dall’Olimpico. Ma c’è di più. Tosel ha rilevato solo che «sostenitori della Soc. Roma accendevano due fumogeni e facevano esplodere tre petardi nel proprio settore»: ma siccome ricorrono le circostanze esimenti per la squadra capitolina, ha stabilito «di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti delle Società in ordine al comportamento dei loro sostenitori in premessa indicato». Riguardo agli episodi di cui si sono resi responsabili i quattro tifosi giallorossi contro quelli genoani nello stadio non c’è neppure un accenno.
Dunque per l’ennesima volta nei confronti della società giallorossa e dei suoi tifosi non sono stati provvedimenti. A ciò bisogna aggiungere che finora anche da parte dei tutori dell’ordine pubblico sono state prese misure blande nei loro confronti per la repressione dei fatti violenti. Due pesi e due misure: forse per intervenire occorre che ci sia un morto.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

Nella foto, tratta da Asromaultras.it, i tifosi genoani nel settore ospiti
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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