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sabato 22 maggio 2010

Il mistero delle Isole Cayman nel controllo del Liverpool

Nella prima puntata sui conti del Liverpool si evidenzia la presenza della Kop Football (Cayman) Ltd con sede nel famoso paradiso fiscale. I revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo che Kop Football (Holdings) Limited, con sede in Inghilterra, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale


"You’ll never walk alone" è il motto che campeggia nel logo del Liverpool F.C., ed in questo momento il club di calcio ha bisogno della compagnia di nuovi proprietari nel suo cammino. Oggetto di questa esposizione sarà la descrizione del bilancio consolidato al 31 luglio 2009 di Kop Football (Holdings) Limited, l’ultima controllante, con sede nel Regno Unito, del gruppo, nel cui perimetro di consolidamento rientra il club di calcio professionistico conosciuto come: "Liverpool F.C.". Dalla lettura di quanto segue, si potrà ben comprendere come gli attuali proprietari del club abbiano deciso di porlo in vendita. L’investimento fatto con soldi presi a prestito, nonostante gli aumenti di fatturato, non ha generato quella redditività in grado di ripagare il prestito, inoltre a causa della chiusura dei rubinetti da parte delle banche, la proprietà è stata costretta, a sua volta, a prestare ingenti somme di danaro al club, che fruttano ulteriori interessi da pagare ad una società con sede nelle Isole Cayman, che fa capo sempre ai proprietari americani Hicks e Gillet. Bisogna anche aggiungere che la proprietà ha anche prestato garanzie per 110 milioni di sterline, necessario per il rifinanziamento del prestito bancario scaduto nel 2009. Il 16 aprile 2010, la proprietà del gruppo ha reso noto a mezzo di un comunicato, apparso sul sito internet ufficiale Liverpoolfc.tv, la volontà di cedere il club, nominando Martin Broughton, già presidente di British Airways PLC, come presidente della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, con un preciso mandato a vendere.
Il punctum dolens della situazione al 31 luglio 2009, è rappresentato dall’enorme costo del debito finanziario, che determina una situazione economica in perdita, la quale, a sua volta, aggrava ulteriormente la situazione patrimoniale già deficitaria. Infatti, le passività superano le attività determinando un patrimonio netto abbondantemente negativo e il 2008/2009 è il terzo esercizio consecutivo con un patrimonio netto negativo. Il quadro è completato dall’aumento dell’indebitamento finanziario netto che è passato da 299,8 milioni di sterline a 351,4 milioni di sterline. E i revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo nella relazione, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale.
Per quanto riguarda il caso Liverpool vi sono delle analogie con il caso Manchester United. La prima è la modalità di acquisto dei due club, la seconda è la nazionalità statunitense dei proprietari. Infatti, in entrambi i casi è avvenuto l’acquisto del club di calcio ad opera di imprenditori statunitensi, con un’operazione di Leverage Buy-Out, ossia si è utilizzata una società indebitata con le banche per acquistare il club di calcio. Nel caso del Liverpool, la società veicolo utilizzata è stata: Kop Football Limited. Il 23 marzo 2007, Kop Football Limited acquisì il 100% della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, per un corrispettivo in contanti di 175 milioni di sterline, a cui sono stati aggiunti costi di acquisizione per 8,5 milioni di sterline, valorizzando l'investimento a 183,5 milioni di sterline. Questa operazione era supportata dalla convinzione che la redditività del club sarebbe stata in grado di ripagare il costo del debito oltre che rimborsare il debito stesso.
Secondo gli amministratori di Kop Football (Holdings) Limited, gli elementi chiave della strategia del Gruppo per la crescita sono: il rafforzamento della squadra di calcio, lo sfruttamento del marchio, e il finanziamento per la costruzione del nuovo stadio.
Dal punto di vista sportivo la stagione 2008/2009 ha visto il conseguimento del secondo posto in Premier League ed il raggiungimento dei quarti di finale in Champions League, con l’eliminazione subita ad opera del Chelsea. Il secondo posto in campionato ha permesso di aumentare il fatturato derivante dai diritti TV.
La struttura del Gruppo
La struttura del gruppo che controlla il Liverpool Football Club è piuttosto complessa. La holding finale risiede negli Stati Uniti, ma la proprietà passa poi, tramite una società con sede nelle Isole Cayman, denominata: "Kop Fottball (Cayman) Limited". Questa società, residente nel "paradiso fiscale" delle Isole Cayman, controlla, a sua volta, la holding del gruppo con sede nel Regno Unito, denominata: "Kop Football (Holdings) Limited".
La catena di controllo dall’alto verso il basso è la seguente: Kop Investment LLC (USA); Kop Football (Cayman) Ltd (Isole Cayman); Kop Football (Holdings) Ltd (UK); Kop Football Ltd (UK); Liverpool Football Club & Athletic Grounds Ltd. (UK).
La società: "Kop Investment LLC", con sede a Dallas, risulta registrata nello stato del Delaware (USA), forse per ragioni fiscali, tale società è la holding di controllo, che è di proprietà congiunta di George N. Gillett e Thomas O. Hicks. Questa società controlla Kop Football (Cayman) Ltd.
Kop Football (Cayman) Ltd, è una società, di cui si sa poco, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Cayman. Essa controlla Kop Football (Holdings) Ltd.
Kop Football (Holdings) Ltd è la società capogruppo del Regno Unito e ha presentato i conti consolidati derivanti dalle sue due controllate: Kop Football Ltd e Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited.
Kop Football Ltd è la società indebitata, che è stata utilizzata per l'acquisto del club di calcio. Tale società di fatto è solo una subholding, in quanto come attività possiede solo la società Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited. Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited è la società meglio conosciuta come "Liverpool FC". Questa è la società che è stata venduta da David Moores a Gillett e Hicks e che ora è di loro proprietà attraverso una serie di holding come sopra descritto. (1 - continua)

Luca Marotta
jstargio@gmail.com

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

sabato 15 maggio 2010

I tifosi del Bologna scrivono al presidente Menarini

Riceviamo e pubblichiamo
Grazie al contributo volontario degli utenti dei siti di tifosi del Bologna Forumrossoblu, Federossoblu, Tifarebologna, Bologna nel cuore, nella giornata di oggi, abbiamo comprato una pagina del quotidiano sportivo Stadio-Corriere dello Sport - edizione di Bologna, per ribadire che l'attuale gestione del Bologna F.C. è improntata all'improvvisazione, che è cosa diversa dall'avere poche risorse, che la sbandierata vicinanza dell'azionista di maggioranza Geom. Menarini con Luciano Moggi offende ogni sportivo rossoblu e che non riteniamo che il 17° posto ottenuto per il secondo anno di seguito sia un obiettivo in linea con la storia e il nome della città rappresentati dalla società sprtiva Bologna F.C.

Riteniamo che vada fatta chiarezza sui reali obiettivi degli azionisti di maggioranza nel detenere la società e lasciarla galleggiare alla deriva, vorremmo che i media mantenessero alta la vigilanza sulle vicende societarie e che chiarissero senza mezzi termini che il Bologna non può perennemente vivacchiare tra prestiti e umiliazioni e, se lo fa, non potrà pretendere di ricevere applausi. Il pubblico si è ancora una volta stretto attorno alla squadra per amore di maglia non per gioia del risultato.
Siamo all'inizio dell'estate e non è tardi, se ci sarà compattezza e volontà di spronare la proprietà del Bologna F.C. per chiedere trasparenza e programmi.
Alleghiamo il comunicato facendo notare che si tratta di un gesto spontaneo, costoso e concreto di manifestare la nostra preoccupazione e insoddisfazione.
Ripetiamo una iniziativa già presa lo scorso anno quando fummo, purtroppo, facili profeti.
Manuel Gulmanelli
coordinatore dell'iniziativa per i 4 siti di tifosi
Clicca l'immagine per leggere il comunicato



giovedì 6 maggio 2010

Lettera aperta di un sostenitore della Lazio

Quale, ahimè vecchio anche di età, sostenitore della Lazio, come tale a titolo del tutto personale, espongo e propongo quanto segue.
E’ ormai prossima la fine di questa, per noi laziali, disgraziatissima stagione sportiva ed è necessario, pertanto e per tempo, fare alcune riflessioni, considerazioni e, soprattutto, avanzare qualche idea e qualche proposta, al fine di evitare che la prossima o, peggio, le prossime stagioni sportive siano, più o meno, simili a quella attuale.
Comincio da un tema che, per la verità, riguarda, non solo i sostenitori della Lazio (non mi piace più la parola "tifoso",perché essa ha ormai assunto un significato ed una valenza deteriori e negativi), bensì i sostenitori di tutte le società calcistiche ( dal latino "sustineo"che significa, non solo sostenere ed appoggiare, ma anche difendere e proteggere).
Mi riferisco alla così detta " tessera del tifoso" che, in realtà, dovrebbe più propriamente chiamarsi " schedatura del tifoso" , ispirata com’è, a parte alcuni aggiustamenti in corso d’opera, al principio che i " tifosi" sono una categoria ( un genus) potenzialmente e tendenzialmente criminale o, comunque, pericolosa .
La materia verrà approfonditamente esaminata e trattata in un mio studio che sto predisponendo per Federsupporter e che dovrebbe essere presentato in una occasione di incontro e di dibattito pubblici organizzata dall’Associazione .
Il principio che ha ispirato il suddetto studio, corrispondente alla natura e agli scopi di Federsupporter, consiste nel concepire il "tifoso" ,non come un mero soggetto passivo, al quale si riconosce solo l’obbligo di " credere, obbedire e combattere", di comprare a scatola chiusa abbonamenti allo stadio o alla pay tv, di comprare, spesso a prezzi esorbitanti, materiali e gadget della propria squadra, di comprare la comunicazione sportiva, scritta e parlata, di sottostare ad una normativa, di tipo emergenziale, sempre più repressiva, intimidatoria, complessa e farraginosa, non troppo dissimile, per quantità e qualità, da quella che disciplina la prevenzione e la repressione del terrorismo e della criminalità organizzata.
Ci hanno sempre raccontato e ci raccontano che il calcio è un gioco, un puro divertimento e che lo sport, in generale, è il paese delle meraviglie e dei balocchi : ciò non è mai stato e non è storicamente vero, come cercherò di dimostrare nel mio studio, perché , al contrario, lo sport, inteso come spettacolo ludico e, più modernamente, il calcio è sempre stato ed è, ormai in prevalenza, un importantissimo fenomeno politico, sociale ed economico.. 
Di sicuro, ai giorni nostri, il calcio è , sia in termini diretti sia di indotto, uno dei più importanti settori produttivi del Paese e chi " compra" il calcio e tutto quello che sta intorno ad esso non è più e solo un semplice "tifoso" o sostenitore, bensì, anche e, forse, soprattutto, un consumatore, al quale, perciò, vanno riconosciuti ed assicurati tutti i diritti e tutte le tutele che, come tale, sia l’ordinamento statale nazionale, sia l’ordinamento comunitario riconoscono e garantiscono.
Se, quindi, ci si cala nell’ottica e nella cultura del consumatore, ecco che è – sarebbe – del tutto logico e naturale non acquistare l’abbonamento a scatola chiusa della squadra del cuore, se quest’ultima non ha soddisfatto, non soddisfa o se essa è gestita secondo criteri non condivisibili e non condivisi.
Ma, sempre se ci si cala nell’ottica e nella cultura del consumatore, la prima cosa che dovrebbe garantite la" carta" del consumatore sportivo (altrochè tessera del tifoso), sarebbe quella del diritto di recesso, nel caso di abbonamento per l’intera stagione sportiva, ove, alla fine del girone di andata, non fosse stato conseguito un risultato sportivo minimo garantito a tale momento, previsto espressamente ed obbligatoriamente all’atto di offerta di acquisto dell’abbonamento stesso, stabilendosi, per questa peculiare forma di vendita a distanza, così come dispone il vigente Codice del Consumo, una peculiare forma, per l’appunto, di diritto di recesso, eliminando o attenuando un oggettivo fattore di debolezza contrattuale del sostenitore/consumatore .
Sempre nell’ottica e nella cultura del consumatore, dovrebbe essere, non come ora, ostacolato l’associazionismo di coloro i quali sostengono, comprano e finanziano il sistema sportivo e, segnatamente, quello calcistico, bensì incoraggiato e favorito, alla stessa stregua per cui il richiamato Codice del Consumo riconosce, incoraggia e favorisce le associazioni dei consumatori.
In particolare, a mio avviso, volendo anche rifarsi ad esperienze inglesi, spesso tirate in ballo a sproposito o solo per quello che fa comodo, dovrebbe essere previsto il diritto di tali associazioni, debitamente registrate e vincolate al rispetto di regole di democrazia interna, ad essere consultate periodicamente dalle società sportive sui risultati, i programmi e gli obiettivi delle medesime.
Un discorso a parte merita, poi, il così detto "azionariato popolare" di cui ciclicamente si parla, in maniera, peraltro, spesso fumosa, confusa ed astratta.
Anche in merito a questa tematica sto predisponendo per Federsupporter uno specifico studio che, una volta esaminato ed eventualmente approvato dall’Associazione, dovrebbe essere presentato in una occasione di incontro e di dibattito pubblici.
D’altronde,già oggi Federsupporter si pone e si offre come efficace strumento di tutela dei diritti e degli interessi dei piccoli azionisti di società sportive.
Infatti una associazione che possa rappresentare azionisti che detengano almeno il 2,5% del capitale sociale di una società quotata può esercitare l’azione di responsabilità nei confronti di chi amministra e gestisce la società stessa e può, come nel caso della Lazio, mediante la presentazione di proprie liste elettorali, far occupare da propri rappresentanti due posti su cinque nel Consiglio di Sorveglianza della società, così permettendo alle minoranze, oggi assolutamente escluse dalla vita societaria, un diretto, tempestivo ed efficace controllo sull’amministrazione e gestione della società.
Ma, tutto ciò detto e considerato, mi preme lanciare, a titolo personale, una idea che mi sta molto a cuore ed in cui credo molto.
Vale a dire l’organizzazione e la realizzazione, entro il mese di giugno del corrente anno, di quelli che, anche per voluta metafora storica , mi piace chiamare " Gli Stati Generali della Lazio " .
Una riunione, cioè, da tenersi per un giorno in un grande teatro che possa vedere insieme i sostenitori della Lazio, gli organi di informazione che si occupano di Lazio ed esponenti delle amministrazioni comunale e regionale, non solo nella persona del Sindaco di Roma e della Presidente della Regione Lazio, ma anche di rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nelle suddette amministrazioni.
Data la complessità di una riunione del genere, è evidente che essa, qualora condivisa, necessiti, per essere organizzata e realizzata, dell’apporto e dello sforzo congiunti di tutti quanti hanno a cuore le sorti della Lazio : associazioni, organizzazioni, comitati, tutti espressioni , sia pure a vario titolo e con diverse natura e ruoli, del pubblico laziale, nonché singole persone alle quali premano il futuro ed il destino della Lazio .
Nella riunione potrebbero- dovrebbero- essere presentati , discussi ed approvati, documenti, mozioni, ordini del giorno, programmi, iniziative coinvolgenti, ciascuno nel proprio ambito, sostenitori, organi di informazione, istituzioni .
Solo così, almeno a mio parere, sarà possibile andare oltre sterili e declamatori mugugni, invettive tanto forti e veementi quanto, all’atto pratico, inefficaci e dare dignità e visibilità al fermo intendimento dell’insieme dei sostenitori della Lazio di voler contare, di essere propositivi, di non rassegnarsi ad un presente e, quel che è peggio, ad un futuro ed a un destino di mediocrità, di permanente e rassegnata sudditanza e subalternità nei confronti della Roma, di mortificante marginalizzazione.
Al punto che, così continuandosi, potrebbe tornare di attualità il progetto del regime fascista per rendere più competitive le squadre di calcio dell’epoca attraverso una politica di fusioni, che, per quanto riguarda Roma, non si realizzò compiutamente nel 1927, allorchè il federale fascista della Città, Italo Foschi, non riuscì ad includere la Lazio nella fusione forzosa che dette vita alla Roma .
Un ruolo fondamentale sono chiamati a svolgere gli organi di informazione che si occupano di Lazio.
Essi devono – dovrebbero- essere primariamente i "cani da guardia" dei sostenitori e non di chi si trovi al comando della società.
Al riguardo, voglio ricordare alcuni brani tratti dal " Saggio sull’arte di strisciare" del Barone Paul H.D. d’Holbach, scritti verso la fine del ‘700, ma, ancora, di attualità.
Il suddetto Barone, nel descrivere il comportamento del cortigiano, così si esprime :" Un buon cortigiano non deve mai avere una opinione personale ma solamente quella del padrone e il vero cortigiano è tenuto come Arlecchino ad essere amico di tutti, ma senza commettere la debolezza di affezionarsi a chicchessia; costretto a soggiogare anche l’amicizia e la sincerità, il suo attaccamento sarà riservato all’uomo al comando fino al momento in cui questo perde il potere."
Inoltre, desidero richiamare l’attenzione e la riflessione, rispettivamente dei sostenitori della Lazio e del Presidente di quest’ultima, dr. Claudio Lotito, sulle seguenti parole tratte dallo Hagakure ("all’ombra delle foglie") Codice dei Samurai : " Un vecchio valoroso samurai raccontava che durante la battaglia bisogna essere determinati a vincere un avversario più forte. Giorno e notte, senza sosta, bisogna pensare ad eliminare un nemico potente con coraggio e senza alcuna esitazione ". " Quando uno possiede un po’ di scienza, presto o tardi, diventa arrogante ed è felice di essere considerato diverso dagli altri . Tratta come roba da buttare via coloro che nel mondo si ritengono inutili . Una simile persona attira su di se il castigo del cielo ".
Infine, una nota a margine dopo la gara Lazio – Inter del 2 maggio ultimo scorso.
Si sono visti e sentiti: politici fare i comici; comici fare i politici ; giornalisti e, in genere, comunicatori fare i politici e i comici .
I principi ( lealtà, correttezza, probità, etica, morale ) non c’entrano , c’entra il marketing.
Vale a dire la ricerca, l’acquisizione, il consolidamento di mercato : nella fattispecie, quello costituito dagli elettori, lettori, spettatori, ascoltatori giallorossi, considerati più numerosi e portatori di vantaggi rispetto agli elettori, lettori, spettatori, ascoltatori biancocelesti.
Tutto qui, senza dimenticare che l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù ( Francoise De la Rochefaucould , Parigi 1613-1680) e che bisogna sempre giocare lealmente, solo quando si hanno in mano le carte vincenti ( Oscar Wilde, Dublino 1854 – Parigi 1900).
Massimo Rossetti

mercoledì 28 aprile 2010

Corte di giustizia Figc: Moggi è radiato

Luciano Moggi è radiato da ogni ruolo nel calcio italiano: lo ha stabilito la Corte di giustizia della Federcalcio precisando, in risposta al quesito interpretativo del presidente federale Giancarlo Abete, che "la preclusione da ogni rango o categoria debba ritenersi implicita come effetto ex lege" dopo la condanna per i fatti di Calciopoli.
Fonte: Tuttomercatoweb

Calciopoli: i Pm acquisiscono un memoriale di Facchetti

Il "memoriale" di Giacinto Facchetti negli studi dei pm di Napoli Giuseppe Narducci e Stefano Capuano che indagano sul caso Calciopoli. A consegnare la serie di appunti agli inquirenti è stato nei giorni scorsi il figlio dell'ex presidente dell'Inter, scomparso nel 2006, Gianfelice Facchetti.

Tra i nuovi atti dei pm vi sono anche dichiarazioni fatte nei giorni scorsi proprio
da Gianfelice Facchetti. I risultati dell'attività della Procura erano stati resi noti martedì dopo l'udienza del processo, quando il pm Capuano ha annunciato il deposito di nuovi atti investigativi.

In aula, oltre alla deposizione in aula del magistrato Cosimo Ferri e di un investigatori, ci sono state le dichiarazioni spontanee rese dall'ex dg della Juventus Luciano Moggi e dall'ex designatore Pierluigi Pairetto. Inoltre c'è stato l'annuncio di nuove telefonate trascritte dai consulenti di Moggi. Esse riguardano chiamate perlopiù fatte dai centralini di alcune società.
Fonte: Romagnaoggi

martedì 27 aprile 2010

Sorpresa: il gruppo Chelsea è ancora indebitato con Abramovich

Nonostante una comunicazione del club londinese il bilancio al 30 giugno 2009 della Fordstam Limited, che controlla la squadra di calcio, presenta un debito infruttifero verso il suo proprietario per l’ammontare complessivo di 726,4 milioni di sterline



Dall’11 agosto 2009 , "Fordstam Limited", anagramma del nome dello stadio "Stamford", è la nuova denominazione della società controllante il gruppo in cui rientra il club di calcio professionistico denominato: "Chelsea Football Club". La precedente denominazione era: "Chelsea Limited". In ultima istanza il controllore del gruppo risulta essere Roman Abramovich.
Le società commerciali operative del gruppo sono le seguenti: Chelsea Football Club Limited, club di calcio professionistico; Chelsea Car Parks Limited, che si occupa della gestione dei parcheggi; Chelsea Digital Media Limited, con oggetto sociale riguardante la gestione della TV e del sito Internet; Chelsea Leisure Services Limited, che si occupa del fitness club e delle attrazioni destinate ai visitatori; The Hotel at Chelsea Limited, che si occupa della gestione di alberghi e servizio catering; Chelsea FC Merchandising Limited, che si occupa del merchandising, della vendita per corrispondenza e delle pubblicazioni; Chelsea FC plc, che è una subholding; Stamford Bridge Securities Limited, che è una holding immobiliare; Stamford Bridge Projects Limited, che opera nel settore della ristorazione. Inoltre esistono società non commerciali come Chelsea Training Ground Limited e altre tre società inattive.
Nella stagione 2008/2009 il Chelsea ha conseguito il terzo posto nella Premier, ha vinto la FA Cup ed è stato semifinalista in Champions League. La media spettatori nello stadio Stamford Bridge, che ha una capacità di 41.841 spettatori, è stata di 41.496, (41.074 nel 2007/2008), pertanto il tasso medio di occupazione dello stadio è stato del 99,17%.
Il bilancio consolidato al 30 giugno 2009, mostra, "sorprendentemente", ancora una situazione fortemente indebitata, con un indebitamento finanziario netto ammontante a 735,7 milioni di sterline (834,4 milioni di euro), comprensivo del debito infruttifero verso Roman Abramovich per l’ammontare complessivo di 726,4 milioni di sterline (circa 823,8 milioni di euro).
La sorpresa è dovuta al fatto che il sito del Chelsea, in data 13 febbraio 2009, aveva divulgato un comunicato, che, in sede di commento dei risultati al 30 giugno 2008, annunciava il dimezzamento dell’indebitamento, a seguito della conversione in capitale azionario di metà del prestito infruttifero dei soci: "Shareholder loans have been reduced to £339.8m while shareholder capital/equity has increased to £369.9m".
C’è un dettaglio, molto importante, che questo comunicato non dice, ossia che tale operazione si è concretizzata solo a livello di sub-holding: Chelsea FC plc, società controllata da Fordstam Limited e, a sua volta, controllante di Chelsea Football Club Limited.
In parole povere è avvenuto questo: Abramovich ha prestato i soldi a Fordstam Limited; Fordstam Limited li ha prestati a Chelsea FC plc e quest’ultima ha fatto prestiti alle sue controllate tra cui Chelsea Football Club Limited. Al 30 giugno 2008, il bilancio di esercizio di Chelsea FC plc, mostrava debiti verso controllanti a lungo termine per 339,8 milioni di sterline (385,4 milioni di euro) ed un patrimonio netto positivo di 369,8 milioni di sterline (419,4 milioni di euro). Nella sostanza, Fordstam Limited aveva convertito in capitale azionario una parte del suo credito, ma la stessa società rimaneva comunque indebitata con Abramovich, perché quest’ultimo ha preferito rimanere in veste di creditore.
In tale comunicato, nell’esporre i dati economico-finanziari, si fornivano elementi che non potevano essere analizzati compiutamente, poiché i dati si riferivano alla sub-holding Chelsea FC plc e non alla holding controllante di ultima istanza. Infatti, veniva dato rilievo ed importanza ad un fatturato lordo consolidato di 213,1 milioni di sterline e ad una perdita di 65,7 milioni di sterline. Nel bilancio consolidato di Fordstam, invece, la perdita esposta era maggiore, pari a 83,8 milioni di sterline, perché tale perdita considerava, tra l’altro, anche la perdita dell’avviamento a causa dell’impairment test (test che certifica la perdita durevole del valore di una posta di bilancio).
I dati del bilancio consolidato al 30 giugno 2009, sono stati esposti con un comunicato del 30 dicembre 2009, apparso sul sito del Chelsea. In tale comunicato è stato dato l’annuncio della conversione in capitale della restante parte del debito verso l’azionista, ammontante a 340 milioni di sterline: "Remainder of shareholder debt of £340m was capitalised".
Anche in questo caso dobbiamo rilevare che il comunicato in questione si riferisce a Chelsea FC plc e non alla sua controllante Fordstam Limited, che rimaneva indebitata con Abramovich. In effetti Fordstam limited ha convertito in capitale azionario di Chelsea FC plc la somma di 340 milioni di sterline (385,6 milioni di euro) ed il patrimonio netto di Chelsea FC plc, al 30 giugno 2009, risulta positivo per 709,8 milioni di sterline (805 milioni di euro).
In definitiva, mediaticamente era passato un messaggio che lasciava intuire che Abramovich avesse rinunciato al suo credito, per trasformarlo in capitale azionario, ma ciò non è ancora avvenuto a livello di Fordstam Limited ex Chelsea Limited.
Dopo questa digressione necessaria, ritornando al consolidato di Fordstam Limited, dobbiamo evidenziare che la perdita consolidata di 47,4 milioni di sterline è inferiore rispetto all’esercizio precedente del 43,37%, perché la riduzione dei costi è stata nettamente superiore al lieve calo di fatturato registrato. Le riduzioni maggiori sono dovute al fatto che nell’esercizio precedente si era registrata una perdita di 15,6 milioni di sterline a causa dell’azzeramento del valore di avviamento per "impairment test" e l’importo degli ammortamenti è stato superiore di 9,3 milioni di sterline. Inoltre si è verificato anche un incremento del 28,9% registrato dalle plusvalenze realizzate con le cessioni dei giocatori, aumentate di circa 6,4 milioni di sterline.
In questa sede esporremo i dati, al 30 giugno 2009, relativi al bilancio consolidato del gruppo "Fordstam Limited", utilizzando il seguente cambio: 1 EUR = 0,8711 GBP.
STATO PATRIMONIALE
Al 30 giugno 2009, il valore delle attività non correnti ammonta complessivamente a 290,3 milioni di sterline (circa 329,3 milioni di euro), mentre al 30 giugno 2008 risultavano pari a 353 milioni di sterline (circa 400,5 milioni di euro), con un decremento del 17,77%.
Le immobilizzazioni immateriali, risultano diminuite a 77,8 milioni di sterline (88,3 milioni di euro) da 143,6 milioni di sterline (162,8 milioni di euro) dell’esercizio precedente.
Le immobilizzazioni materiali ammontano a 212,5 milioni di sterline (241 milioni di euro), nel 2008 ammontavano a 209,5 milioni di sterline (237,6 milioni di euro). Per tale voce di bilancio, risultano effettuati investimenti per 12,4 milioni di sterline (14,2 milioni di euro) destinati in parte al centro sportivo di Cobham ed in parte allo stadio "Stamford Bridge".
Le attività correnti ammontano complessivamente a 89 milioni di sterline (101 milioni di euro) con un incremento del 7,43% rispetto all’esercizio precedente. I crediti con scadenza entro l’esercizio successivo registrano un incremento dell’11,5%, infatti sono passati da 56,2 milioni di sterline del 2008 a 62,7 milioni di sterline (71,1 milioni di euro). I crediti con scadenza oltre l’esercizio successivo ammontano a 19,8 milioni di sterline (22,4 milioni di euro) in diminuzione del 4,38%, rispetto al 30 giugno 2008. Essi comprendono nella voce "Other debtors" un prestito concesso, nel 1997 a Chelsea Pitch Owners plc (proprietari del campo del Chelsea), che al 30 giugno 2009 residuava per 8.645.944 sterline (9,8 milioni di euro). Tale prestito infruttifero, originariamente ammontante a 11,1 milioni di sterline, con data di rimborso indeterminata, fu concesso affinché Chelsea Pitch Owners plc acquisisse azioni di Chelsea Stadium Limited, all’epoca proprietaria del campo di gioco e soprattutto al fine di salvaguardare Stamford Bridge da operazioni di speculazione immobiliare. Contemporaneamente fu stipulato un contratto di concessione per 199 anni. In parole povere un operazione di vendi e affitta, fatta con i soldi dei tifosi.
Le disponibilità liquide risultano essere pari a 5,7 milioni di sterline (6,4 milioni di euro), con un incremento del 6,82% rispetto all’esercizio precedente.
I debiti con durata inferiore all’esercizio ammontano a 94,7 milioni di sterline (107,4 milioni di euro) con un decremento del 22,24% rispetto all’esercizio precedente (121,8 milioni di sterline). Questi debiti comprendono i ricavi anticipati per abbonamenti relativi alla stagione 2009/2010 per l’importo di 35,9 milioni di sterline.
I debiti con durata superiore all’esercizio espongono la cifra di 743,4 milioni di sterline (843,2 milioni di euro) con un incremento del 2,54% rispetto all’esercizio precedente (725 milioni di sterline). Essi comprendono i debiti verso i soci, che si trovano nella voce "Other loan" con un importo di 726,4 milioni di sterline (700,9 nel 2007/2008).
La voce fondi rischi per joint venture è esposta per complessive 3,5 milioni di sterline (circa 4 milioni di euro), al 30 giugno 2008 era esposta per 3,9 milioni di sterline (4,5 milioni di euro).
Il patrimonio netto è "spaventosamente" negativo per la cifra di 462,3 milioni di sterline (circa 524,3 milioni di euro) soprattutto a causa del riporto a nuovo di perdite di esercizi precedenti (474,9 milioni di sterline) e della perdita di esercizio in corso (47,4 milioni di sterline).
CONTO ECONOMICO
Il fatturato netto del gruppo, con esclusione della joint venture, per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2009, ammonta a 205,6 milioni di sterline (233,2 milioni di euro). Esso registra una flessione del 2,4%, rispetto all’esercizio precedente. Nel 2007/2008 risultava pari a 210,7 milioni di sterline (239 milioni di euro).
Il fatturato legato all’attività calcistica risulta pari a 185,2 milioni di sterline (210 milioni di euro), con una riduzione del 2,39% rispetto alla stagione precedente (189,7 milioni di sterline). Il fatturato legato all’attività calcistica comprende i ricavi derivanti dal settore dei media e dalle sponsorizzazioni oltre che dalla vendita dei biglietti. Il leggero calo è dovuto ad una riduzione dei ricavi da sponsorizzazioni.
Per quanto riguarda l’attività alberghiera e servizio catering, essa registra ricavi per 8,9 milioni di sterline (10 milioni di euro) sostanzialmente invariati rispetto al 2007/2008 (+0,15%).
L’attività di merchandising ottiene ricavi per 9,7 milioni di sterline (11 milioni di euro), con un incremento del 1,73% rispetto al 2007/2008.
I ricavi da servizi per il tempo libero ammontano a 1,2 milioni di sterline, segnano un decremento del 13,55% rispetto all’esercizio precedente.
I ricavi da attività immobiliare ammontano a 129 mila sterline, anche se trascurabili in valore assoluto, registrano un decremento dell’87,86%, mentre le altre attività (parcheggio, eventi e altro) producono ricavi per 518 mila sterline (86 mila sterline nel 2007/2008).
Le spese operative ammontano complessivamente a 281,7 milioni di sterline (319,5 milioni di euro), con un decremento del 10,71% rispetto a 315,5 milioni di sterline del 2007/2008 (357,8 milioni di euro). Esse vengono distinte in ordinarie e straordinarie.
Le spese operative ordinarie, che ammontanti a 269,1 milioni di sterline (305,2 milioni di euro), registrano un decremento del’7,98% rispetto all’esercizio precedente.
Le spese operative straordinarie ammontanti a 12,6 milioni di sterline (14,3 milioni di euro), riguardano l’indennità di licenziamento concessa a Scolari. L’anno precedente hanno toccato la ragguardevole cifra di 23 milioni di sterline (26,1 milioni di euro), per l’indennità di licenziamento concessa a due allenatori di prima squadra (Mourinho e Avram Grant) e ai loro staff.
Il costo del personale, se si considerano anche le spese operative straordinarie, ammonta complessivamente a 167,2 milioni di sterline (189,6 milioni di euro), registra un decremento del 2,86%, mentre se si escludono le spese per il licenziamento dei tecnici, tale costo registra un aumento del 3,72%. Il costo del personale riguarda 624 unità (610 nel 2008) di cui 79 appartenenti alla gestione sportiva (giocatori e staff compreso). L’incidenza percentuale del costo del personale sul fatturato è dell’81,28% (nel 2008 era 81,67%), ma se escludiamo la parte straordinaria riguardante il licenziamento di Scolari, tale incidenza scende al 75,15%. Tra gli altri costi operativi segnaliamo l’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali ammontante a 48,9 milioni di sterline (55,5 milioni di euro), con un decremento del 16,04% rispetto all’esercizio precedente. Da evidenziare che nell’esercizio precedente tra i costi è stata rilevata una "perdita di valore" dell’avviamento a causa dell’applicazione della procedura dell’ "impairment test" per 15,6 milioni di sterline (17,7 milioni di euro), questo importo, unitamente all’ammortamento e al fondo ammortamento, determinò l’azzeramento del valore dell’avviamento stesso. In parole povere il "valore recuperabile" dall’avviamento è stato considerato nullo.
L’ammortamento delle immobilizzazioni materiali è stato di 9,4 milioni di sterline (10,7 milioni di euro), con un incremento del 19,13% rispetto al 2007/2008.
E’ stata registrata un’eccedenza di plusvalenze derivanti dalle cessioni dei diritti alle prestazioni sportive pluriennali dei giocatori per 28,5 milioni di sterline (32,3 milioni di euro) in aumento rispetto all’anno precedente in cui avevano segnato la cifra di 22,1 milioni di sterline (25,1 milioni di euro). Le cessioni di giocatori più importanti hanno riguardato Bridge e Ben Haim al Manchester City, Sidwell all’Aston Villa e Alcides al PSV Einddhoven.
L’EBIT (il risultato prima degli interessi e delle tasse) è negativo per 46,8 milioni di sterline (53 milioni di euro), ma in misura nettamente inferiore rispetto all’anno prima.
La perdita di gruppo, al 30 giugno 2009, è di 47,4 milioni di sterline (53,9 milioni di euro) in decremento del 43,37% rispetto all’esercizio precedente (83,7 milioni di sterline pari a circa 95 milioni di euro).
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
Nella foto, tratta da englishfootballpost.com, lo stadio Stamford Bridge del Chelsea

Moggi e Pairetto contestano testimonianza ispettore Salvagno

Udienza sospesa alla IX sezione penale per attendere l'arrivo del testimone Cosimo Ferri, componente del Csm, atteso nel primo pomeriggio a deporre nell'ambito del processo Calciopoli. Questa mattina per oltre due ore l'ispettore di polizia Claudio Salvagno ha riferito sull'indagine avviata dalla procura di Torino nel 2004 sulla Juventus, riferendo sulle intercettazioni telefoniche che furono poi trasmesse a Napoli. La rete dei rapporti tra Luciano Moggi e la Federazione, la nazionale, gli arbitri. Attraverso le telefonate ascoltate, l'investigatore ha citato i vari episodi finiti poi nell'inchiesta napoletana, come la cena tra Moggi, Pairetto, Giraudo e Bergamo, alla vigilia di una partita nel settembre 2004, o la conversazione del 14 settembre 2004 tra Antonio Giraudo e il responsabile della commissione disciplinare Ghirelli, dove il primo chiedeva all'altro una punizione esemplare per il tecnico del Lecce Zednek Zeman. C'e', nella testimonianza dell'ispettore Salvagno, anche la ricostruzione dei rapporti tra Luciano Moggi e la stampa. In particolare, viene citata una telefonata tra l'ex direttore generale della Juventus e Giorgio Tosatti, che chiedeva a Moggi di far leva sulle sue conoscenze al ministero dell'Interno per recuperare la registrazione di una trasmissione radiofonica in cui il giornalista veniva diffamato e aveva intenzione di querelare. Nella stessa conversazione Moggi chiede a Tosatti chi lo avesse attaccato e Tosatti replica: "Tu li paghi (i giornalisti), perché dovrebbero attaccarti".
Prima della sospensione, decisa dal presidente Teresa Casoria, Moggi ha reso delle dichiarazioni spontanee, nelle quali ha voluto chiarire alcuni aspetti della testimonianza resa, in una precedente udienza, dal colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio sul metodo investigativo, che prevedeva la consultazione dei quotidiani sportivi. Esibendo i giornali, l'ex dg della Juventus ha tentato di dimostrare come i tabellini siano soggettivi e spesso distanti, da testata a testata e non potevano essere strumento di verifica rispetto alle conversazioni intercettate. Rispetto alle accuse di interessamenti sulla nazionale, Moggi spiega che parlare con il ct Marcello Lippi era cosa naturale. "Se la nazionale - dice - prende giocatori miei, Cannavaro nella fattispecie, so io in che condizioni fisiche sono, non li conosce certamente Lippi". E infine sul potere di Innocenzo Mazzini, considerato vicino a Moggi - come emergerebbe da intercettazioni riferite da Salvagno - all'interno della nazionale, Moggi e' chiaro. "E' uno che magari parlava tanto - dice - ma era ed e' un uomo che ha la coscienza e non va a raccontare barzellette. In nazionale era sicuramente l'ultima ruota del carro". Dichiarazioni spontanee rese anche dall'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, che ha voluto replicare alla testimonianza dell'ispettore Salvagno spiegando le modalita' con cui avvenivano le designazioni internazionali. "C'era una commissione - racconta - composta da un presidente svizzero e da tre vice piu' altri cinque membri. Io ero uno dei tre vice, e ricevevo le indicazioni dal presidente, affinche' poi ciascun vice potesse fare poi le sue osservazioni". Quanto ai rapporti con le societa', "era la Federcalcio a spingerci ad avere contatti e rapporti".
Fonte Agi
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

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