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mercoledì 25 giugno 2008

La telenovela di Baden

Abete ha chiarito stamane che con Donadoni nel ritiro austriaco «si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Ma allora perché il ct ha accettato, visto che il 20 maggio aveva rifiutato questa condizione?

Colpo di scena nella telenovela per il contratto di Donadoni con la Figc. Poco fa il presidente federale Giancarlo Abete ha dichiarato che «nel contratto firmato a Baden con Donadoni si è tornati alla formula iniziale che non prevedeva nessuna clausola di rescissione esercitabile dalle parti – che prevedeva una penale di 900mila euro lordi – e invece si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Abete ha confermato la «stima sotto l'aspetto umano e professionale» per l’allenatore bergamasco.
C’è qualcosa che però non torna in questa vicenda. Il 20 maggio scorso il commissario tecnico aveva dichiarato che «accettare le proposte che mi hanno fatto era contrario alla mia dignità», riferendosi proprio alla clausola del raggiungimento dell’obiettivo minimo della semifinale. Come mai questo dietrofront improvviso di Donadoni? E perchè ha accettato? Forse per una soluzione bonaria della questione, che rischiava di trascinarsi per le lunghe in vista degli ormai imminenti Europei. Ma è soltanto un’ipotesi, visto che non ci sono altri elementi per ora al riguardo.
L’unico aspetto chiaro riguarda lo scioglimento del contratto. Stamattina il presidente federale ha spiegato che «non dovrò procedere ad alcun esonero qualora ritenessi di non confermare il tecnico, col quale peraltro dovrò parlare in questi giorni. La formula prevede infatti una semplice estinzione del rapporto». Dunque nessun esonero, ma solo estinzione naturale dell’intesa.
Adesso si attende l’eventuale replica di Donadoni. La telenovela (forse) continua.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

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