http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/06/25/9009-milan_ringrazia_shevchenko.shtml
I CONTI DEL PALLONE
Il Milan ringrazia Shevchenko
e Abramovich per l’utile 2006,
ma i debiti pesano sui conti
La società rossonera deve anche alla sua appartenenza alla galassia Fininvest (da cui è posseduto al 99,93%) se riesce a ottenere lauti contratti di diritti tv: una strapotenza contro cui nessuna società di serie A può competere, eccezion fatta per Inter e Juventus
Bologna, 30 aprile 2007 - Il Milan deve ringraziare Andrij Shevchenko (nella foto) e il patron russo del Chelsea, Roman Abramovich, se ha chiuso l’esercizio al 31 dicembre 2006 con un utile di 2,48 milioni di euro, contro un passivo di 4,58 milioni registrato nel 2005. Ma deve anche alla sua appartenenza alla galassia Fininvest (da cui è posseduto al 99,93%) se riesce a ottenere lauti contratti di diritti tv: una strapotenza contro cui nessuna società di serie A può competere (eccezion fatta per Inter e Juventus) e che riesce a far superare al club rossonero qualsiasi problema economico-finanziario.
Tra questi ultimi, l’enorme squilibrio debiti-crediti per oltre 220 milioni di euro, in crescita del 40% rispetto al bilancio alla fine del 2005. Ad ogni modo, se il Milan avesse chiuso in perdita anche l’ultimo esercizio non costituirebbe un problema per le casse del gruppo berlusconiano: il Milan, come evidenziato dal documento contabile, fa parte del consolidato fiscale Fininvest: per questo motivo la società chiude dal 2005 gli esercizi al 31 dicembre, in modo da collimare con quelli della controllante. Quest’ultima utilizzerà l’eventuale perdita fiscale della società rossonera ottenendo un beneficio tributario pari a circa il 33% rappresentato dall’Ires.
Ma torniamo all’attaccante ucraino, che fu al centro la scorsa estate di futili polemiche riguardo alle motivazioni della sua cessione. Proprio la vendita al Chelsea ha fatto conseguire alle casse rossonere una plusvalenza di 42,03 milioni. Stando al prospetto delle cessioni pubblicato nella nota integrativa milanista, il suo valore contabile, al netto degli ammortamenti, era di 1,85 milioni, mentre il prezzo pagato dalla società londinese del magnate petrolifero Abramovich è stato di 43,88 milioni. Ma la cessione di un calciatore, seppure di livello internazionale, è un fatto straordinario che non rientra nell’ordinaria gestione: inoltre, sono ben poche le società in Europa ad avere la disponibilità economica del Chelsea.
Senza la plusvalenza su Shevchenko, il bilancio si sarebbe concluso con un risultato prima delle imposte negativo per 18,53 milioni. La differenza positiva rispetto al valore di libro del calciatore ucraino è reale. Invece, quella pari a 183,7 milioni evidenziata nel bilancio 2005, riguardante il conferimento alla sua controllata al 100% Milan Entertainment dei marchi rossoneri, ricalca da vicino lo schema del “contratto con se stesso” visto in occasione dell’operazione similare compiuta dall’Inter (si legga http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/04/27/1797-inter_2006_profondo_rosso.shtml) che per legge è nullo. Il ricavato di questa operazione è servito a ripianare gli oltre 181 milioni residui provenienti dall’eliminazione della legge 27 del 2003 detta “spalmadebiti”, rinvenienti nell’esercizio 2005.
Il Milan ha comunicato anche un utile consolidato di gruppo pari a 11,8 milioni. Tuttavia, questa cifra è solo accademica poiché, come si è stato scritto a pagina 38 del bilancio dal vicepresidente vicario e amministratore delegato, Adriano Galliani, la società "è esonerata dal redigere un proprio bilancio consolidato ai sensi dell’art. 27, 3° comma, D.Lgs. 127/91". E a proposito di amministratori, il cda del Milan è stato confermato in blocco il 27 aprile scorso nell’assemblea di approvazione del bilancio 2006: restano quindi in carica tra i big rossoneri, oltre a Galliani, il presidente Silvio Berlusconi, i vice presidenti Paolo Berlusconi e Gianni Nardi, i consiglieri Leandro Cantamessa, Francesco Formenton Mondadori e Paolo Ligresti. Stando al rendiconto 2006 e a quello precedente, l’ammontare complessivo dei compensi per i 12 consiglieri è aumentato da 1,71 a 2,05 milioni, pari a un incremento del 19,70%. Anche se non è stata comunicata la cifra singola per ciascun componente, si può tranquillamente affermare che è molto redditizio essere consigliere di amministrazione rossonero.
IL “VIZIETTO” SALVACONTO
Restando sempre in tema di plusvalenze calciatori, si nota nel conto economico che esse ammontano a 44,8 milioni e sono state inserite tra i ricavi. Anche il Milan partecipa al “vizietto” evidenziato già con Inter, Catania, Parma e Napoli. Il club berlusconiano fa presente nella nota integrativa che "le voci di conto economico sono state riclassificate in ossequio a quanto disposto dal Comunicato Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio n. 58, pubblicato in data 5 settembre 2006". In quest’ultimo, scivolato nel silenzio generale, il commissario straordinario Guido Rossi ha approvato, quattordici giorni prima delle sue dimissioni, la revisione dei criteri della stesura dei bilanci: in essa sono state inserite le plusvalenze e le minusvalenze da calciatori nel conto economico. Parafrasando una celebre espressione del grande uomo politico inglese William Gladstone, la plusvalenza è stata "eretta a sistema di governo".
Peccato che ciò confligga con quanto stabilito dal Codice Civile: la vendita di un bene, com’è appunto la cessione di un calciatore (che è classificato sia dal Codice che dalla disposizione Figc tra le immobilizzazioni), deve essere iscritta tra le componenti straordinarie. Anche i 4,4 milioni di minusvalenze, al contrario del dettato legislativo, sono state inserite tra i costi ordinari. Com’è stato per le altre società le differenze risultano notevoli. Inserendo plusvalenze e minusvalenze la differenza tra il valore e i costi della produzione risulta positiva per 31,5 milioni. Invece escludendole secondo la stesura del Codice, il risultato risulta negativo per 8,9 milioni: quindi, la gestione ordinaria è in perdita.
GRAZIE MEDIASET
Ricalcolando il fatturato secondo il Codice, esso è pari a 248,3 milioni (+7,53% rispetto al 2005). In esso si nota innanzitutto il calo dei ricavi da gare in casa (- 4,83%, e da abbonamenti (- 8,28%) calati di oltre 1,11 milioni. In discesa del 3,36% le entrate da sponsorizzazioni ammontate a 29,7 milioni: tra le principali si segnalano i 5 milioni di BetandWin, i 12,66 milioni versati da Adidas "per l’acquisto del diritto ad apporre il proprio marchio sulle divise da gioco ufficiali"sino al 30 giugno 2010 e i 4,5 milioni del gold sponsor Pagine Gialle. Nella voce “sponsorizzazioni” sono anche inclusi circa 3 milioni versati da sponsor istituzionali (tra essi il colosso bancario IntesaSanpaolo), partner commerciali e fornitori tecnici e ufficiali: in quest’ultima categoria, secondo quanto illustrato sul sito internet del Milan (http://www.acmilan.com/InfoPage.aspx?id=13430), c’è anche “La Gazzetta dello Sport”. Il primo quotidiano sportivo italiano è anche fornitore ufficiale dell’Inter (si veda il sito http://www.inter.it/aas/sponsor/home?L=it).
In caduta libera (-75%) è la voce “proventi commerciali e royalties” ammontata ad appena 4,04 milioni, che si riferisce all’attività di merchandising e licencing, in particolare con Adidas. Questa raffica di segni negativi è stata compensata dalle voci relative ai diritti tv, ammontati a 127,99 milioni (+30,33%), a quelli della partecipazione alla Champions League (27,78 milioni, +12,98%) e dai ricavi vari (12 milioni, +38,07%) riguardanti per 8,96 milioni "proventi derivanti dai riaddebiti operati nei confronti di Milan Entertainment".
I proventi televisivi per il campionato e del Trofeo Berlusconi si riferiscono per 90,82 milioni ai contratti stipulati con Sky per la sola cessione dei diritti: a questa cifra bisogna aggiungere 2,1 milioni del premio riconosciuto dall’emittente satellitare al Milan per il secondo posto ottenuto in campionato, prima del processo sportivo che l’ha penalizzata di 30 punti portandola al quarto posto. Il riconoscimento è stato oggetto di trattative con Inter e Roma che hanno avanzato la posizione in classifica.
Ma non è finita qui: ci sono 33,76 milioni provenienti da gruppo Mediaset, di cui 27 milioni derivanti dal diritto di opzione per la stagione 2009/10 previsto nel contratto stipulato nel febbraio 2006. Si tratta di un primo congruo anticipo da parte di una delle principali società del gruppo Fininvest, poiché nella stessa data è stato firmato un contratto per le stagioni 2007/08 e 2008/09 "per la cessione dei diritti televisivi in chiaro e/o a pagamento e/o accesso condizionato in qualsiasi forma o qualsiasi modalità" per "un complessivo ammontare pari a euro 198 milioni"che sarà contabilizzato negli esercizi di competenza. Davvero un bel “tesoretto”, che le maggior parte delle squadre del campionato di A non possono usufruire: non a caso i risconti passivi (anticipo di ricavi futuri), riguardanti principalmente la fatturazione anticipata dei diritti tv per le partite a San Siro per la stagione 2006/07 e di alcuni contratti commerciali, si è dimezzato da 66,66 a 32,84 milioni.
Con il fiume di danari freschi proveniente da Mediaset c’è decisamente meno bisogno di ottenere somme in acconto. Piccola osservazione: se il Milan fa parte di un gruppo dov’è presente la principale società televisiva privata, ossia Mediaset, che bisogno ha di stipulare contratti con diritti di opzione con essa? E’ improbabile che l’amministratore delegato Galliani stipuli una simile scrittura con un concorrente.
LIEVITAZIONE DEI COSTI
Nel 2006 spese del Milan sono lievitate rispetto al 2005 dell’1,24% a 257,2 milioni. Ciò nonostante il calo del monte salari e stipendi dell’8,35%, passato da 141,19 a 129,41 milioni. I compensi contrattuali ai calciatori (la cui rosa è aumentata da 47 a 53) sono diminuiti da 117,26 a 109,29 milioni: è stata tagliata anche la quota variabile legata ai risultati sportivi da 8,55 a 7,24 milioni. Quest’ultima "si riferisce principalmente ai premi relativi ai passaggi – si legge nella nota integrativa – di turno Champions League e al raggiungimento del secondo posto nel campionato 2005/2006, in quanto la società ha voluto premiare l’effettivo risultato ottenuto sul campo". Sono stati inoltre drasticamente tagliati gli emolumenti agli altri dipendenti da 9,34 a 5,32 milioni. Curiosamente sono invece aumentate le retribuzioni per gli allenatori, che assieme agli altri tecnici sono 38 (in precedenza 32), da 5,22 a 5,76 milioni.
L’incremento complessivo dei costi è stato causato dal +30,82% (47,08 milioni) e dal +28,59% (14,07 milioni) rispettivamente per i “servizi” e per gli “altri oneri diversi di gestione”. Nella prima voce, si evidenzia l’esplosione dei costi specifici tecnici da 4,95 a 9,02 milioni: essi "sono composti da consulenze tecnico-sportive prestate in fase di acquisizione dei calciatori e da costi per l’osservazione dei calciatori". Oltre a ciò "l’importo comprende inoltre i costi connessi a transazioni di contratti derivanti dalla campagna trasferimenti".
Insomma, i procuratori e gli osservatori sono ben retribuiti dal Milan. Hanno fatto boom, con un incremento di 9,9 milioni, anche i “servizi vari da società controllate” che hanno raggiunto i 13,80 milioni: essi si riferiscono al "contratto di servizi stipulato tra l’Ac Milan e la Milan Entertainment in forza della quale la stessa rende alla controllante Ac Milan i servizi commerciali, marketing e vendite, i servizi di gestione e amministrazione del personale, i servizi gestione stadio, i servizi amministrativi e quelli logistici".
La società rossonera spiega che "l’incremento dei costi contabilizzato nell’anno 2006, è dovuto al fatto che si riferisce a dodici mesi di attività operativa, rapportati ai soli tre mesi dell’esercizio 2005". Ciò non toglie il fatto che, se il Milan ha ottenuto una significativa plusvalenza con la cessione dei marchi alla Milan Entertainment, i costi annuali per i servizi da essa resi dovrebbero mantenersi su livelli abbastanza sostenuti e occupare una parte di rilievo sul totale. La stessa società controllata ha pesato per 8,96 milioni, pari al 63,66% del totale di oltre 14 milioni, nella voce “altri oneri diversi di gestione” per "oneri derivanti da riaddebiti per competenze".
Di minimo rilievo l’incremento (+2,63%) delle spese per gli ammortamenti, pari a 25,77 milioni, quasi interamente composte da quelle per i diritti alle prestazioni dei calciatori.
QUANTI DEBITI!
Se il Milan non avesse alle spalle la solida potenza del gruppo Fininvest, i suoi oltre 289,70 milioni di debiti costituirebbero un macigno come quello di Sisifo. Per giunta, l’importo è in crescita del 19,06% rispetto al 2005: inoltre, gli oltre 248 milioni di ricavi non riescono a coprire tutta l’esposizione. Spicca su tutti la cifra dovuta alle banche pari a 95,7 milioni (+7,5%). Seguono i 36,54 milioni verso gli altri finanziatori (+8,41%): si riferiscono "a debiti verso società di factoring per anticipazioni di crediti futuri in riferimento a contratti di natura commerciale". Il Milan possiede una forte esposizione di circa 43 milioni con le controllate, di cui ben 38,32 milioni verso la solita Milan Entertainment: quest’ultimo deriva "dall’attività di tesoreria svolta da Ac Milan formalizzata nel maggio 2006 attraverso un contratto di conto corrente finanziario di corrispondenza intercompany". La società rossonera ha anche un debito di 4,42 milioni con Fininvest, in crescita dai 3,64 milioni dell’anno precedente: la controllante deve anche ricevere altri 11 milioni per finanziamenti a titolo oneroso. Non mancano anche le somme arretrate dovute al fisco, pari a 19,82 milioni, in aumento del 15,78%. Sono costituiti per 13,45 milioni da debiti per Irpef: nella nota integrativa la società spiega che "il debito nei confronti dell’Erario per le ritenute Irpef maturate su stipendi è stato regolarmente saldato alle scadenze previste".
Il Milan possedeva al 31 dicembre scorso debiti per 33,92 milioni (29,55 nel 2005) con società di calcio. La cifra si compone di 15,63 milioni relativi al "saldo della campagna trasferimenti 2006/2007 al 31 dicembre 2006 ed il residuo"con la Lega Calcio. Gli altri 14,68 milioni si riferiscono al debito verso al Real Betis per l’acquisto di Ricardo Oliveira e per quello con il Rennes per l’acquisizione di Yohann Gurcouff.
E a proposito di calciatori, nel bilancio è evidenziato un ulteriore consistente "fardello" di 22,93 milioni, in crescita dai precedenti 21,69, di debiti verso fornitori. Il Milan non specifica quali siano: in questa cifra potrebbero essere compresi anche eventuali somme dovute ai procuratori sportivi.
Infine, la società aveva anche ulteriori debiti per 13,78 milioni, per la quasi totalità verso tesserati. Nella nota integrativa si sottolinea che "il debito verso tesserati da riferimento a mensilità regolarmente pagate nei mesi di gennaio e febbraio 2007 e a risoluzioni contrattuali aventi scadenze rispettate regolarmente secondo quanto stabilito da ogni contratto".
di Marco Liguori
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venerdì 28 marzo 2008
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